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IL MERCATO DELLE GAITE Loading...
di BevagnaIl nome Gaita deriva da Waita, termine longobardo che indicava la suddivisione del paese in zone. L’Associazione «Mercato delle Gaite» nasce formalmente il 26 aprile 1989. Questa rievocazione storica riproduce la quotidianità dell’uomo tra il 1250 e il 1350. Durante la festa si ricreano i momenti della vita sociale, delle attività economiche ed il mercato dell’antica Mevania. Le Gaite sono quattro: S.Maria, S.Giorgio, S.Giovanni e S.Pietro.
GAITA
GAITA SANTA MARIA
La Gaita Santa Maria prende nome dalla chiesetta, una delle più antiche del paese, Santa Maria Filiorum Comitis. Il territorio della Gaita si sviluppa da piazza Filippo Silvestri alla porta di Sant’Agostino. La Santa Maria si è specializzata nelle tecniche della lavorazione dei tessuti, della canapa e della seta.
L’arte della seta
La Gaita S. Maria ha scelto fin dalle origini di presentare fra i mestieri in gara nel mercato delle Gaite la lavorazione della seta, che è da sempre una fibra tessile molto apprezzata. Solo intorno all’anno 550 alcuni monaci portarono dall’Oriente un certo numero di uova da cui sarebbero nati i bachi in grado di produrre la seta cinese. Questo baco si nutriva solo di foglie di gelso nero e il filo del bozzolo è il più lungo presente in natura. La seta inizialmente veniva lavorata con l’utilizzo di tre macchinari di ideazione asiatica: la ruota da filare, il telaio orizzontale alto e il torcitoio circolare da seta mosso a mano, ossia la macchina ricostruita a Bevagna. Il torcitoio ha un diametro di circa tre metri e si estende per altrettanti in altezza, può stare in una stanza. La torcitura eseguita a mano richiedeva il lavoro di una persona per 10/12 ore.
GAITA SAN GIORGIO
La Gaita San Giorgio ha una superficie piuttosto estesa. Il territorio si sviluppa a partire da porta Foligno fino a Piazza Silvestri. La Gaita San Giorgio prende il nome dall’antico oratorio dedicato a San Giorgio, poi donato dal Comune. Tra i mestieri realizzati dalla San Giorgio ci sono la lavorazione della canapa, la zecca e la bottega dell’arte, del dipintore.