Genova la superba

IL PORTO DI GENOVA OGGI. « In un porto come quello di Genova, vasto e frequentato, si ammira la grandezza della civiltà presente che può sembrare prosaica alle menti offuscate dall&apos;amore per l&apos;antico e che non sanno apprezzare la poesia delle sue grandiose proporzioni » Il Porto antico è una parte del porto di Genova adibita a quartiere abitativo, centro turistico, culturale e di servizi divisa in due aree date in concessione dal demanio alle società Porto Antico di Genova S.p.A. e Marina Porto Antico S.p.A. ed un&apos;area gestita direttamente dal porto di Genova.

Altre curiositá... Via 20 Settembre, una delle strade più eleganti della città, si chiamava Via Giulia e fu più volte modificata e ampliata per migliorarne le percorribilità di carri prima e carrozze dopo. Sì, perché nella Genova antica del 1700 non si utilizzavano le carrozze perché le strade erano molte strette e le carrozze non ci passavano. Quindi i nobili genovesi usavano “le portantine” che erano una specie di cabine munite di porta chiusa da vetri o sportelli, decorate cioè delle sedie rollanti o CARREGE,

La commenda di Prè possedeva orti e giardini coltivati con piante idonee alla cura degli ospiti. Esempi di giardini medioevali originali non esistono più; i pochi rimasti sono in realtà ricostruzioni. I giardini e gli orti erano presenti sia nelle corti che nei conventi. In questi ultimi si trovavano nel chiostro. Nelle aiuole quadrate vi erano piante di varie specie utilizzate per la cura del corpo: i frati, che conoscevano le proprietà medicinali delle piante, ne coltivavano appositamente alcune e le lavoravano nella loro farmacia; per il raffreddore, ad esempio, utilizzavano rosmarino, ulivo e menta; i fiori gialli venivano utilizzati contro l’itterizia.

IL GALATA MUSEO DEL MARE 

Inaugurato mercoledì 29 giugno “Italiano anch&apos;io.L’immigrazione nell&apos; Italia che cambia”, nuovo allestimento dedicato all’immigrazione contemporanea nel nostro paese che arricchisce la sezione permanente del Galata Museo del Mare, dedicata alla storia delle migrazioni in Italia.
 Questa nuova sezione  aiuta a fare mente locale su un fenomeno contemporaneo importante.
Anche perché non  possiamo chiamare stranieri i cinque milioni di persone che nel nostro paese - molti da trenta o quarant’anni - camminano, lavorano, soffrono, vivono.

A cinque anni dall’apertura del MEM Memorie e Migrazioni, la sezione permanente al terzo piano del Galata Museo del Mare dedicata alla storia delle migrazioni in Italia, il Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni propone un nuovo allestimento dedicato all’immigrazione contemporanea nel nostro Paese.





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Riproduzione nave di linea 1915 Quinta c 2017

La nave nel Medioevo. La Marina Bizantina poteva contare su vari tipi di imbarcazioni: Dromoni, Chelandie, Corsieri, Acazie. Fu su queste ultime che apparve per la prima volta il timone a poppa. Erano armate con remi e vele latine. Particolari, ed ancora visibili nel Museo delle navi ad Oslo (Norvegia), furono le navi dei Vichinghi: lunghe, snelle, basse di bordo, con prua e poppa rialzate e ricurve. Avevano un solo ordine di remi e una sola grande vela quadra. Nel IX sec. apparve la Galea. Si trattava di una nave munita di ponte da prua a poppa e di un numero variabile di vogatori disposti su uno o due ordini di remi. Era equipaggiata con gli alberi di trinchetto e maestro e le vele erano latine. Le Galee furono le navi con le quali le Repubbliche Marinare parteciparono alle Crociate. Più grande della Galea fu la Galeazza.

La nave nell&apos;età moderna. Con le Caravelle, navi dai fianchi alti e arrotondati, veloci, munite di coperta, castello a prua e cassero a poppa, vennero inaugurati i grandi viaggi transoceanici. Venivano costruite con tre o quattro alberi (trinchetto, maestro, artimone e controartimone) ed alcune erano armate con vele triangolari latine, altre con vele quadre. In seguito si diffusero i Galeoni, velieri con i fianchi altissimi, molto capaci, che venivano usati per il trasporto di forti quantità di merce. Erano dotati di 2 o 3 ponti, armati con un gran numero di vele e diversi pezzi di artiglieria. Nel momento in cui servirono altri tipi di navi, principalmente da guerra, apparvero i Vascelli, le Fregate e le Corvette.

L’ACQUARIO L&apos;Acquario di Genova è il più grande acquario italiano, primo in Europa per specie animali, secondo in Europa per superficie, dopo quello di Valencia, in Spagna e il nono nel mondo. Si trova a Ponte Spinola, nel cinquecentesco porto antico di Genova. L&apos;Acquario, di proprietà di Porto Antico di Genova SpA e gestito dalla società Costa Edutainment SpA,ed è stato inaugurato nel 1992 in occasione delle Colombiadi, ossia della Expo celebrativa del cinquecentesimo anniversario della scoperta dell&apos;America. La progettazione della struttura e dell&apos;area limitrofa è dell&apos;architetto Renzo Piano, l&apos;allestimento degli interni è stato curato dall&apos;architetto Peter Chermayeff. Successivamente è stato a più riprese ampliato. Al momento della sua inaugurazione era il secondo Acquario più grande al mondo. Dall&apos;apertura al 2014 è stato visitato da oltre 25 milioni di visitatori, con una media di 1,2 milioni all&apos;anno.

La bandiera di Genova, croce rossa su sfondo bianco, è ricordo perenne della Terrasanta. I Crociati si possono ricordare, oltre che con la nostra bandiera, con la Commenda di Pré, che divenne anche sosta marinara per chi andava al Santo Sepolcro e, da ospedale, diventò albergo per i cavalieri. Qui visse anche Sant’Ugo. Egli apparteneva alla nobile famiglia dei Canefri, fondatori della città di Alessandria. Si imbarcò da Genova verso Gerusalemme, là si occupò di curare i feriti e, tornato a Genova, gli venne affidata la gestione dell’”hospitale”. Amava stare in solitudine e pregare. Di lui si ricordano numerosi miracoli: la leggenda narra che le lavandaie per pulire i loro panni dovevano percorrere un lungo tragitto, Sant’Ugo, per aiutarle, fece nascere una sorgente da una roccia. Le inservienti si lamentavano della scarsità d’acqua. Allora il santo fece sorgere da un sasso una polla, utile alle domestiche e anche alla popolazione. Oggi la piazza si chiama Acquaverde, avendo preso il nome dallo stagno formato dal torrente. Nella metà dell’Ottocento questi luoghi sono stati distrutti nella costruzione della rete ferroviaria, ma la sorgente scomparsa ha poi ripreso a sgorgare. La polla esiste ancora oggi e rifornisce la fontanella posta in Via Pré. Il miracolo di Sant’ Ugo è rappresentato nella chiesa di S.Giovanni, dipinto da Lorenzo De Ferrari (immagine qui a fianco).

Il libro è corredato di tavole, ma credetemi, è difficile orientarsi in un luogo che non esiste più, bisogna usare tanta immaginazione, e farsi aiutare dalla fantasia: e allora lasciamoci guidare, andiamo insieme, per queste strade ormai perdute, incontriamo le persone comuni, il l popolo che lì, sotto la porta, viveva, esercitando le proprie attività.

Questa è Porta Soprana: maestosa, magnificente .Sul lato sinistro le Mura dette del Barbarossa.o Nel 1155 i Genovesi temevano un attacco da parte di Federico Barbarossa. Per questo si affrettarono a realizzare un circuito di mura che abbracciava gran parte della città. L&apos;ingresso principale, a levante, era costituito da Porta Soprana - o Porta di Sant&apos;Andrea, dal nome del convento lì vicino - mentre la porta che volgeva verso ponente era la gemella Porta dei Vacca. Le due alte torri che inquadrano l&apos;accesso della Soprana recano tutt&apos;oggi due lapidi in latino commemorative dell&apos;impresa. In quella di destra, entrando, si leggono i nomi dei personaggi che sovrintesero alla costruzione, mentre a sinistra uno scritto magnifica la potenza della città. Fra l&apos;altro vi si legge: &quot;Se porti pace ti è consentito di toccare queste porte, ma se cerchi guerra, te ne tornerai triste e vinto&quot;.

Si può ancora ammirare nell’atrio di PALAZZO DUCALE questa antica buca che raccoglieva “ soffiate e mugugni” della popolazione genovese. Fino al 1717 Genova era chiamata “BIANCA(per il marmo) e ROSSA(per i mattoni)”. Fu quindi cambiata la PAVIMENTAZIONE, si sceglie di mettere la ARENARIA( pietra proveniente da La Spezia).Fu così migliorata la pendenza delle strade e la percorribilità con le carrozze.

Il World Trade Center Genoa (Centro del commercio mondiale) di Genova è una delle sedi del WTC in Italia. L&apos;edificio è alto 102 metri ed è suddiviso su 25 piani. Il grattacielo, progettato da Piero Gambacciani e Associati, che a Genova ha progettato anche il grattacielo di Corte Lambruschini, ospita l&apos;azienda speciale della Camera di Commercio per lo sviluppo delle aziende genovesi in ambito internazionale. Il WTC si trova a Sampierdarena, in via De Marini 1, cuore del moderno quartiere dirigenziale di San Benigno, non lontano dal porto e dalla Lanterna e a breve distanza da un altro grattacielo che si affaccia sul quartiere di San Teodoro, il Matitone.

Anno scolastico 2017/2018 classe 5m

La gestione degli ospiti era molto curata nella Commenda di Prè: al viandante, una volta accolto, veniva chiesto di confessarsi e di farsi fare una diagnosi. Se era sano, di solito veniva destinato a uno dei letti collettivi; invece, se era ammalato e la sua malattia era grave gli si imponevano delle cure, lo si metteva sopra teli tesi tra le corsie esposto all’ aria e al sole. Nelle camere c’erano delle nicchie nelle quali si riponevano i vestiti e le scarpe per salvarli dai topi. Gli ospiti, venivano lavati con dell’acqua anche nelle parti infette e poi curate con erbe e rimessi in salute anche con il cibo, distribuito due volte al giorno. Il cibo che veniva consumato era principalmente la polenta; venivano offerti anche pane, legumi, ma anche pesce e carne, conservati al fresco e sotto sale.

Accadono cose strane, a volte, sapete? Accade che un luogo così pieno di storia, capace di suscitare immenso stupore e meraviglia, trovi un piccolo spazio su queste pagine. E ad accompagnare le immagini della più bella torre dei nostri caruggi, le mie parole, le mie divagazioni e fantasie. Oh, chissà come sarà Genova da lassù!La vita è strana, a volte riserva bellissime sorprese.E allora accade che la padrona di quella torre, colei che vive lassù, da dove si domina la Superba, capiti su queste pagine e legga questo post.

Lo legge anche un altro genovese, il suo nome è Werner, se andrete a visitare il suo blog, capirete la ragione del suo interesse per il Medioevo. Oh, com’è strana la vita! Forse c’è da rivedere qualche preconcetto sui genovesi. Sapete, si dice che da queste parti siamo scontrosi, niente affatto socievoli e men che meno disponibili. Eh, non è mica vero, proprio per niente!Ci credereste? Noi tre ci siamo incontrati sotto la Torre dei Maruffo e colei che ci abita ha aperto le porte di casa sua e ci ha fatto salire in cima alla torre. Ma chi ha detto che i genovesi sono chiusi ed ombrosi? E allora saliamo, su per quelle scale. Passando accanto a quelle solide pietre, che hanno veduto lo scorrere dei secoli.

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La Torre Piacentini è un grattacielo di Genova, disegnato dall&apos;architetto Marcello Piacentini e dall&apos;ingegner Angelo Invernizzi. È stato, fino al 1954, l&apos;edificio abitato più alto d&apos;Italia ed uno dei primi grattacieli costruiti in Europa. È al momento al 213º posto nella classifica dei grattacieli più alti d&apos;Europa. È stata costruita dal 1935 al 1940 ed è alta 108 metri, 120 con le strutture che si sono succedute alla sua sommità, distribuiti su 31 piani, e si trova a 130 m sul livello del mare. All&apos;ultimo piano ha ospitato fino agli anni ottanta la terrazza Martini, oggi ribattezzata terrazza Colombo. Nelle forme richiama il Torrione INA, dello stesso Piacentini, realizzato a Brescia nel 1932, alto 57,25 metri.

Genova nel XII secolo era costellata di torri : se ne contavano 66 sulle antiche ‘domus’ delle più potenti come gli Embriaci, i Colonna, i Giustiniani e i Sauli: ne rimasero purtroppo solo 33 alla fine del XV secolo II centro storico di Genova costituisce un punto di osservazione privilegiato per la ricchezza del patrimonio materiale: é il più grande è conservato d’Europa e risale, in larga misura, ai secoli XII e XIII; ciò permette di esaminare un notevole campionario di costruzioni medievali.

Lo studio delle stratificazioni architettoniche consente inoltre di comprendere i cambiamenti piú significativi avvenuti nelle tecniche murarie. La distribuzione spaziale delle torri subì tra il XII ed il XIII secolo importanti mutamenti, dettati probabilmente da diversi fattori, tra i quali il più importante il forte incremento demografico che portò la popolazione cittadina ad aumentare, secondo alcune stime, dai ventimila ai cinquantamila. A Genova, durante la guerra, si costruirono delle torri la cui funzione era quella di avvistare dall’alto i vari nemici. Oggi si può ammirare il 30% di queste costruzioni poichè buona parte è ancora in ristrutturazione, perchè erano usate per difendersi dai bombardamenti.

Corte Lambruschini è un moderno centro direzionale di Genova, situato nel quartiere di Borgo Pila, nell&apos;ex comune della Foce, a poca distanza dalla stazione ferroviaria di Genova-Brignole e da piazza della Vittoria. L&apos;edificio prende il nome da un caseggiato a corte ottocentesco, adibito a mercato e abitazioni popolari, chiamato appunto Corte Lambruschini, che sorgeva nell&apos;allora Borgo Pila, demolito nel 1982 per lasciare il posto ai grattacieli del nuovo centro direzionale[1]. L&apos;antico edificio aveva preso il nome dalla famiglia Lambruschini, alcuni esponenti della quale ricoprirono nell&apos;Ottocento importanti incarichi in ambito politico e religioso .

IC Castelletto Scuola Maria Mazzini Scuola San Paolo

LA TORRE DE CASTRO Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta &quot;degli Embriaci&quot;) Questa torre, alta 41 metri e costruita con grossi blocchi di pietra bugnata, presenta sottili feritoie nelle cortine murarie per illuminare gli spazi interni, ma anche per vedere senza esser visti e dunque per scopo difensivo, e alla sommità è coronata da una triplice cornice di archetti pensili. Il motivo degli archetti pensili su mensole in pietra, sormontato da una cornice a dente di sega, è presente in quasi tutte le facciate delle Chiese dell’epoca, ma la sua ripetizione in ordini sovrapposti è tipica delle torri medievali presenti a Genova. Recenti studi hanno dimostrato che questa torre, che comunemente viene chiamata &quot;Torre degli Embriaci&quot;, è in realtà la Torre dei De Castro, famiglia che qui aveva le proprie case; la vera Torre degli Embriaci è descritta in questa pagina nel successivo paragrafo.

Nel solco della tradizione che la indicava quale torre degli Embriaci, venne posta una lapide alla sua base che ricordava che la questa torre - alta 165 palmi - fu risparmiata per rendere omaggio alle gloriosa gesta di Guglielmo Embriaco, detto &quot;Testa di Maglio&quot;, condottiero in Terra Santa e conquistatore delle mura di Gerusalemme nel 1099. Le altre torri cittadine invece vennero ‘mozzate’ quando il podestà Drudo Marcellino nel 1196 impose un’altezza massima di venti metri (ottanta palmi) alle stesse.

LE MIGRAZIONI Un viaggio per mare segna l’inizio di molte storie di emigrazione. Tra il 1876 e il 1976, più di 11 milioni di italiani attraversarono l’oceano Atlantico alla ricerca di lavoro e di una vita migliore. Nel primo quindicennio del XX secolo, quando i flussi transoceanici raggiunsero l’apice, una media di 300.000 persone partiva annualmente dai quattro porti d’imbarco autorizzati di Genova, Napoli, Palermo e Messina (Commissariato generale dell’emigrazione 1926). Tra i luoghi familiari della sofferenza e l’arrivo nella terra sconosciuta della speranza, giaceva la vastità del mare. Le condizioni dell’emigrante alla partenza (età, cultura, motivazioni) influivano sulle sensazioni suscitate dall’attraversamento dell’oceano. Il viaggio assumeva spesso i tratti di un’esperienza indimenticabile, una sorta di rigenerazione prima di entrare in una realtà completamente nuova.

Riproduzione della Lanterna di Genova Classe quinta C , 2018

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Cristoforo Colombo e la scoperta dell&apos;America La scoperta dell&apos;America, da parte di Cristoforo Colombo, navigante genovese, ha cambiato il mondo intero. Colombo era convinto di poter raggiungere le Indie in nave. Ottenuto l&apos;appoggio di Isabella di Castiglia, è stato finanziato dai regnanti di Spagna. Salpato da Palos de la Frontera il 3 agosto 1492, ha raggiunto San Salvador il 12 ottobre 1492. Il nome America, invece, è legato alla figura di Amerigo Vespucci, navigatore ed esploratore italiano che ha compreso che le terre dove era approdato Colombo non appartenevano al continente asiatico, come Colombo pensava, ma facevano parte di una nuova terra, ancora inesplorara.

Maria Brignole Sale, nacque a Genova il 5 aprile 1811 da Antonio Brignole-Sale e Artemisia Negrone. Acquistò il cognome De Ferrari perché sposò, a 17anni, Raffaele De Ferrari; insieme ebbero due figli, uno dei quali, Filippo, morì molto giovane. Si deve a lei la nascita dei primi musei genovesi, Palazzo Rosso e Palazzo Bianco la fondazione dell’ospedale genovese che porta il suo titolo, l’ospedale S.Filippo e del San Raffaele di Coronata

Genova è una tipica città di mare e ospita uno dei porti più importanti del Mediterraneo. La sua storia ha origini antichissime e il suo sviluppo è stato costante nel tempo, fino a renderla ai giorni nostri una delle grandi città più importanti d`Italia. Da Genova partivano grandi navi di commercianti, di conquistatori e di esploratori, come Cristoforo Colombo, a cui viene attribuita la scoperta del continente americano. Oggi la città si affaccia sul mare, caotica e laboriosa, costellata di imponenti condomini di molti piani ed attraversata da una grande rete autostradale. Nei vicoli vicino al porto e nel centro storico però si respira sempre l`aria scanzonata e vivace di un tempo.

Il Porto di Genova ,(in sigla GOA) è il più grande porto italiano per estensione .
La sua storica valenza internazionale, unita alla sua marcata polifunzionalità (il porto di Genova movimenta qualunque tipologia di merce, costruisce, ripara, trasforma e demolisce navi), alla concentrazione di professionalità del settore e al suo peso economico, ne fanno la capitale indiscussa del trasporto navale italiano.


Alcuni link: La Commenda di Pré (<a href="http://www.museidigenova.it/it/content/museoteatro-della-commenda">sito</a>) Museoteatro della Commenda di Pré (<a href="http://www.museidigenova.it/it/content/museoteatro-della-commenda">sito</a>) Breve storia della Commenda di Pré (<a href="https://www.labtd.it/partecipa/pluginfile.php/4065/mod_page/content/38/La%20Commenda_storia.pdf">sito</a>) La Commenda e i Rolli (<a href="http://www.irolli.it/da_visitare_a_genova/24/commenda-di-pre.html">sito</a>) La Parrocchia di San Giovanni (<a href="http://www.arte.it/guida-arte/genova/da-vedere/chiesa/chiesa-di-san-giovanni-di-pr%C3%A9-1217">sito</a>) Alla Commenda, l&apos;anima e la storia dei Templari (<a href="https://m.youtube.com/watch?v=wPDYCX1xmaE">video</a>) Sulla <a href="http://www.irolli.it/cartina/luogo-24.html">mappa</a>

INTRODUZIONE Palazzo Rodolfo e FrancescoMaria Brignole o Palazzo Rosso, si trova in via Garibaldi, nel centro storico di Genova. Fu costruito tra il 1671 e il 1677 su progetto dell’architetto Pietro Antonio Corradi su commissione dei due fratelli Brignole-Sale, per questo motivo, contrariamente alle tradizioni costruttive più consuete, Palazzo Rosso prevede ben due piani nobili. Nel 1874 Maria, Duchessa di Galliera, ultima erede della famiglia, donò alla città il Palazzo è la collezione di quadri che conteneva. Durante la seconda guerra mondiale parte dell’edificio fu distrutto insieme ad alcune opere d’arte che vi si trovano.

È stata una delle personalità più illustri della Genova dell’Ottocento ed è ricordata ancora oggi per la sua generosità. Per questo motivo nell’atrio di Palazzo Rosso campeggia il busto marmoreo della gentildonna, opera di Vittorio Lavezzari. Morì a Parigi il 9 dicembre 1888

LA COMMENDA DI PRE’ Classi quinta A e B

La Commenda di Pré ha più di ottocento anni, venne infatti edificata a partire dal 1180. É una costruzione in pietra di promontorio, ben conservata, anche grazie al recente restauro. Questa zona é denominata Pré, perché un tempo, davanti a questa struttura, c’era un prato con tanti fiori. Una volta era un “hospitale”, ospitava, infatti, i poveri, i viaggiatori, i pellegrini e i mercanti che non avevano abbastanza soldi per entrare dentro la cerchia delle mura di Genova e che qui trovavano riparo e cure. Poteva ospitare fino a ottanta persone. Le donne non potevano entrare. Durante il Medioevo aveva due piani: il primo piano era più freddo, i letti erano tutti attaccati e ci stavano i più poveri, al secondo piano i letti erano circondati da tende. Il piano superiore della Commenda serviva per far assistere alle messe anche i malati senza contagiare i partecipanti alla messa.

Siamo nel 1580 e la Repubblica di Genova viene definita “SERENISSIMA” proprio come Venezia! È in questo periodo che inizia la costruzione di Palazzo Ducale, ancora oggi monumento importante della città. Nel 1777 fu devastato da un incendio ma già l’anno dopo iniziarono i lavori di ricostruzione. Era il 3 Novembre del 1777 quando un popolano vedendo una colonna di fumo uscire dal tetto accanto alla Torre Grimaldina avvertì la guardia. L’ufficiale di servizio seppe che il fuoco stava bruciando le travi del tetto. Si avvisarono quindi gli Eccellentissimi residenti cioè due patrizi che vivevano nel Palazzo!

Link utili : Palazzo rosso (<a href="https://youtu.be/yx4cVscoja4">video</a> ) I musei di strada nuova : Palazzo Rosso (<a href="http://www.visitgenoa.it/musei-di-strada-nuova-palazzo-rosso">link</a>) Palazzo rosso : guida (<a href="http://www.guidadigenova.it/cultura-genova/palazzo-rosso-museo/">link</a> ) Palazzo rosso per i bambini : (<a href="https://www.101giteinliguria.it/palazzo-rosso-visita-con-bambini/">link</a> )

Palazzo rosso disegnato dai bambini Di quinta M

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Presentazione Questo libro è stato creato dai bambini delle quinte della scuola Maria mazzini dell’IC Castelletto durante l’anno scolastico 2017-2018. Questo libro vuole essere un “compito di realtà “ che i bambini hanno sperimentato, costruito e ragionato alla luce di laboratori didattici, viaggi e uscite didattiche e attraverso lo studio degli argomenti trattati in modo interdisciplinare usando il libro digitale come esperienza finale . Le foto, i disegni, gli scritti sono stati fatti tutti dai bambini. Cliccando su alcuni disegni si possono vedere dei brevi filmati. Il libro può essere consultato sul web o stampato . Gli insegnanti delle quinte

“Quando mi sarò deciso d&apos;andarci, in paradiso ci andrò con l&apos;ascensore di Castelletto, nelle ore notturne, rubando un poco di tempo al mio riposo.” Giorgio Caproni

Riproduzione della statua della libertà Quinta C , 2018

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Nel corso del Novecento, divennero sempre più numerosi gli emigranti che varcavano l’oceano anche più volte in un anno, per loro, ovviamente, il viaggio perdeva ogni carattere di esperienza memorabile e diventava una pratica quasi consuetudinaria. Per altri, poi, il viaggio restò sempre una vicenda episodica e marginale dell’esperienza migratoria che sarebbe realmente iniziata solo con l’arrivo nel paese di destinazione, di conseguenza lo spazio che la traversata occupa nella loro memoria, tranne che non fossero successi fatti particolarmente drammatici, è generalmente molto limitato .

Anno scolastico 2017/2018 classe 5F

Il porto di Genova in un dipinto del 1500

La nave e la sua storia sono strettamente collegate alla necessità di avere un mezzo di trasporto da usare sull&apos;acqua. All&apos;inizio infatti l&apos;uomo per spostarsi sull&apos;altra riva del fiume si mise semplicemente a cavalcioni di un tronco di albero. Creò così la prima zattera, o comunque una specie di quella che sarà poi la zattera. Poi scavò quel tronco internamente e nacque praticamente la piroga. Il primo remo venne ideato in seguito all&apos;uso di un ramo utilizzato per sospingere la piroga. I Fenici furono i più abili costruttori di navi dell&apos;Antico Occidente. Anche i Romani avevano le poliremi e quelle da guerra erano dotate di rostri. Altre navi utilizzate nell&apos;antichità furono le Liburne che erano sottili ed agili.

&quot;La cuoca&quot;del pittore Bernardo Strozzi

Certamente il dipinto più noto dello Strozzi, questa tela ritrae piuttosto una sguattera intenta a spennare un’oca tra polli, piccioni, con un tacchino appeso alle spalle, nella cucina di una dimora aristocratica genovese del seicento. Presto le famiglie della nobiltà locale, il mestiere del cuoco era riservato agli uomini, mentre le donne solevano occuparsi di mansioni più umili; che si tratti di una dimora aristocratica è certo, vista la presenza in primo piano di una ricca stagnata in argento sbalzato. La giovane donna sembra intimidita è un po’ imbarazzata data la sua posizione non molto elegante ma allo stesso tempo contenta perché il pittore ha scelto di dipingere lei è non il cuoco.

Il terrazzo del piano superiore veniva usato anche per i bagni di sole. Adesso ci sono tre piani, il terzo è stato costruito nel 1600. Per essere ammessi e poter entrare bisognava lavarsi, confessarsi ed assistere ogni giorno alle funzioni religiose che si tenevano nella chiesa comunicante. Durante le Crociate i frati davano ospitalità ai combattenti cristiani che proprio alla Commenda avevano fatto la loro base per riunirsi da tutta Europa prima di salpare per la Terra Santa. Gli attacchi dei nemici non erano insoliti, poiché la Commenda si trovava al di fuori della città e quindi esposta a pericoli. In caso di emergenza, per fuggire, si poteva utilizzare un passaggio segreto a cui si accedeva da una botola, che si vede ancora oggi e che portava a un torrente, chiamato Sant’Ugo, che passava sotto la Commenda; si arrivava così al mare dove le galee attendevano i fuggitivi. Oltre essere interessante storicamente lo è anche strutturalmente, perché era connessa alla struttura della chiesa, difatti il nome completo dell’edificio è “Chiesa e ospizio di San Giovanni di Pré”.

ovviamente ispirandosi agli antichi edifici, hanno costruito nuove torri in grado di essere abitate e operare come edifici lavorativi; tra queste c’è il Matitone, che è ora sede di svariati uffici, oppure Torre Piacentini, edificata dall’architetto Marcello Piacentini (da cui prende il nome) e che ora è nota come un grattacielo di Genova. Le torri, tra antiche e moderne, sono più o meno 28, eccone alcune di quelle antiche: 1. Torre De Castro (comunemente ed erroneamente detta &quot;degli Embriaci&quot;) 2. Torre degli Embriaci 3. Torre grimaldina di Palazzo Ducale 4. Torre dei Maruffo 5. Torre dei Morchi 6. Torre dei Cebà 7. Torre Gattilusio

8. Torre dei Leccavela 9. Torre dei Piccamiglio 10. Torre di San Luca (detta anche degli Spinola) 11. Torre Fiorente 12. Torre di Luccoli 13. Torre Regia 14. Torre e Pusteria di Santa Sabina 15. Torre dei Volta  16. Torre dei Vento 17. Torre Alberici 18. Torre di Palazzo di Nicolosio Lomellino 19. Torre Di Negro 20. Torri del Castello 21. Torre delle Vigne 22. Torre degli Usodimare 23. Torri di Palazzo Gio Battista Lercari 24. Torre della caserma di Via Mascherona 25. Torri Squarciafico 26. Torre di Banchi 27. Turris Matonorum 28. Le Torri del Porto      a. La Lanterna      b. La Torre dei Greci      c. Il Lanternino

Il pasto di metà giornata era costituito da un piatto di legumi, carne di maiale o montone. Il formaggio e il pesce essiccato venivano offerti nei pasti serali, più leggeri. Ai malati più gravi veniva servito brodo di pollo, perché era considerato curativo. Gli ospiti malati erano i primi a essere serviti; poi venivano i frati e infine le suore. venivano i frati e infine le suore. In passato era presente un forno per cuocere pane e focacce. Il resto del cibo veniva cucinato a fuoco vivo. È ancora visibile una finestrella che probabilmente era un “passavivande” per portare i cibi dalla cucina nelle stanze dove si mangiava. L’acqua necessaria per la cucina, veniva presa direttamente dal torrente Sant’Ugo, che scorreva a fianco della parete di ponente. Proseguendo la visita si accede al portico del chiostro decorato dalla croce dell’Ordine di Malta e si arriva al “giardino dei semplici”...

Le navi dopo la propulsione meccanica. Nel XIX sec. l&apos;invenzione della propulsione meccanica portò delle grosse novità anche in Marina. Continuarono comunque ad essere costruiti Brigantini e Clippers, ma si iniziò ad adottare la propulsione mista (Pirovascelli, Pirofregate, Pirocorvette). La propulsione a vapore fu dapprima realizzata con l&apos;applicazione alle navi di due ruote laterali, poi di un&apos;elica poppiera. Nel 1707 Dionigi Papin aveva applicato la macchina a vapore ad un battello. I battellieri però, preoccupati per la sorte del loro lavoro, glielo avevano distrutto. Nel 1807, cento anni dopo, solcava le acque il primo Piroscafo: il Clermont di Fulton, che percorse l&apos;itinerario New York - Albany alla velocità di 4 miglie orarie. Le prime traversate atlantiche furono compiute da Piroscafi: il Sirus di ton. 700, nel 1838, il Great Western di ton. 1.400 e dal Transatlantico di ferro con propulsione ad elica Great Britain.

Riproduzione nave a vapore , quinta C ,2017.

INVITO PER IL NOSTRO SPETTACOLO DI FINE ANNO

Il bellissimo quadro, voluto da Gio. Francesco Brignole nel 1627, raffigura la moglie Geronima Brignole-Sale insieme alla figlia Maria Aurelia. Il quadro è stato dipinto da ANTON VAN DICK ed è ottimamente conservato a Palazzo Rosso e mette in risalto le eccellenti qualità pittoriche dell’artista soprattutto nella ricchezza dei chiaroscuri. È stato recentemente restaurato in occasione della mostra allestita a Genova presso Palazzo Ducale

Ritratto di Geronima Brignole Sale con sua figlia Maria Aurelia

La Torre medievale dei Leccavela, situata in Piazza Sauli, fu inglobata nel palazzo di Antonio Sauli, ricco mercante e banchiere, nonche&apos; figlio del fondatore della basilica di Carignano, Bendinello Sauli. Antonio Sauli  scelse infatti due antiche domus dei Leccavela sulle cui impostare la propria dimora costruita intorno al 1492 e la torre divenne parte di essa.

Abbiamo fatto una puntatina all’Archivio storico del Comune di Genova che si trova all’interno di Palazzo Ducale Abbiamo scoperto un sacco di notizie interessanti sulla nostra città. Iniziamo col dire che l’Archivio è un luogo dove si conservano dei DOCUMENTI storici che possono essere -MATERIALI -SCRITTI (filza e manuale) -ICONOGRAFICHE ( cartine ) -SCRITTI= filza (serie di fogli scritti a mano legati da una cordicella), Manuale (opera che raccoglie aspetti di un argomento), Cartulare (raccolta in un volume o rotolo).

Il nome del “MATITONE”deriva dalla sua particolarissima forma architettonica che lo fa assomigliare, appunto, ad una grossa matita. La forma ottagonale è stata scelta usando come ispirazione la forma della torre campanaria della chiesa di San Donato sita nel centro storico di Genova. È alto 109 metri, suddivisi in 24 piani, ed è posizionato dirimpetto alla torre della Lanterna, rimanendo visibile sia dal porto, sia da tutta la zona ovest della città. È l&apos;edificio più alto della città, sovrastando di un solo metro la centro.

Indice 5C ...........................Il porto di Genova e la sua storia 5A e 5B....................La commenda di Pre’ 5D............................Curiosando per le strade di Genova antica 5M...........................Palazzo Rosso 5F…………………………Le torri di Genova

STORIA DEL PORTO DI GENOVA Il porto ieri e oggi Classe quinta C

Alcuni link: Palazzo Ducale : (<a href="http://www.palazzoducale.genova.it/">link</a>) Palazzo Ducale per i bambini : (link) Palazzo Ducale :(<a href="https://m.youtube.com/watch?v=pjS6mMKK9dA">video</a> )

trasportate dai TRAGETTI che le portavano a spalle. Venivano usate per tragitti da 2 uomini per mezzo di robuste assi laterali. Certo che per le nobili dame genovesi con i loro sfarzosi e per niente comodi abiti era un bel problema!Ve le immaginate? Comunque si usarono fino al 1717, anno in cui i nobili fanno un esposto al Doge perché vogliono andare in carrozza.Gli abitanti di Genova, quando avevano una richiesta o una lamentela andavano alla BUCA DEL CALICE ( detta così proprio per la forma a calice ).

TORRE DE CASTRO o degli “Embriaci”

Torre Di Negro In una traversa di Via al Ponte Reale, Vico de Negri al civico 4, una grande colonna ottagonale a strisce bianche e nere è la base di una antica torre che ancora svetta sopra il palazzo a cui è stata inglobata nei secoli scorsi. Qui sorgevano le case medievali e la torre dei Di Negro: nel XVII secolo, per volere di Emanuele Filiberto di Negro, vennero demolite le abitazioni e la torre inglobata nel nuovo edificio. E&apos; difficile da vedere e da fotografare da Vico De Negri, mentre molto più facile è osservarla dalla Sopraelevata o da Piazza Caricamento: la sua sagoma infatti si erge sopra i palazzi della Ripa. Se la guardate, non scorgerete sulla sua cima elementi antichi, archetti o merlature, ma moderni terrazzi; la sua forma tuttavia, svettante e più alta rispetto ai vicini edifici, non può che farci tornare alla mente una torre del tutto simile alla vicina torre dei Morchio e alle altre torri che costellavano i vicoli della Superba.

Accade che in questa città ci sia un’antica torre, che risale al XIII secolo. Una torre in pietra, nel centro di Genova. Chissà quante volte siete passati sotto quella torre senza notarla, eppure svetta maestosa tra i tetti, sulle ardesie e sui caruggi. Per vederla occorre fermarsi e alzare lo sguardo verso il cielo, guardare su verso quelle solide pietre che sfidano l’azzurro. Da sempre, ogni volta che vado in Canneto, mi soffermo ad ammirarla, cercando di cogliere qualche particolare, qualche dettaglio che potrebbe essermi sfuggito. Ma quanto sono stretti i nostri caruggi! Bisogna proprio cercarla con gli occhi, la Torre dei Maruffo. Quando siete in Canneto, fatelo anche voi, rimarrete colpiti ed affascinati da tanta imponenza.

Lo sviluppo economico di Genova nell&apos;antichità è legato indissolubilmente all&apos;approdo navale, dal quale ha avuto origine il nucleo abitato sorto sulla collina di Castello ad opera di popolazioni provenienti dal mare, differenti per cultura e modi di vita dalle tribù liguri residenti nell&apos;entroterra montano. Il porto allora altro non era che una semplice insenatura a ridosso del promontorio del Molo Vecchio e tale rimase forse fino al Medioevo. Con il risveglio dei commerci dopo l&apos;anno Mille, i traffici navali riacquistarono importanza e sorsero i primi pontili in legname, monopolio delle più facoltose famiglie mercantili (Spinola, Grimaldi, Calci, Cattaneo e altre) importatrici di vari tipi di merce. La Ripa, l&apos;attuale Sottoripa, affacciata direttamente sul mare, fu per tutto il basso medioevo il centro degli affari: c&apos;era chi contrattava gli acquisti, chi lavorava e sbarcava carichi dalle navi attraccate a pochi metri dalle case. Porto e città erano dunque saldamente unite attraverso una sottile striscia di terra porticata, il mercato, dove la vita pulsava alacremente con un colore non molto diverso da quello che troviamo tuttora nelle casbah orientali.

Anno scolastico 2017/2018 classe 5D

Curiosando per le strade di Genova antica

Oggi, dopo un lungo restauro durato quarant’anni, la Commenda ha una nuova vita: oltre che ammirare le due antiche chiese sovrapposte, chi vi andrà, potrà visitare il museo-teatro, allestito con un’esposizione innovativa in forma multimediale che permette ai documenti della storia medievale di diventare immagini, dialoghi e racconti facendo così tornare in vita i personaggi dell’epoca: viaggiatori che passarono per Genova, alcuni protagonisti delle Crociate , frati che abitavano alla commenda diventa così possibile “sfogliare” un grande libro virtuale sulla storia medievale genovese. Il museo ha scelto come proprio slogan un messaggio forte che ricorda l’antico spirito della Commenda e lo rende ancora attuale.

Porta Soprana, primaria porta d’accesso della città, venne edificata nel lontano 1155. Deriva il suo nome da Superana, superiore, in quanto si trova assisa sulla sommità di un colle. Alcune storie che vi racconterò, a proposito di questo luogo, non le troverete in una qualsiasi guida turistica.

La Genova che visse il Podestà è di molto precedente agli orrori dell’età moderna, agli scempi che gli architetti misero in atto lì, nel quartiere di Ponticello e di Via Madre di Dio, spianando un intero quartiere, fitto di case alte, antiche e bellissime, per far posto ad un complesso architettonico, il palazzo della Regione, di incomparabile bruttezza. Francesco Podestà, nel suo libro, grazie ad una paziente ricerca effettuata negli archivi storici, ci racconta la Genova di secoli fa, con lui si viaggia nel mondo antico, fino a 1100 e anche più lontano nel tempo.

E adesso... udite, udite!Abbiamo delle news su Francesco Accinelli. Sì proprio lui, che ha dato il nome a via Accinelli la strada soprastante la nostra scuola. Francesco Maria Accinelli nasce nel 1700 e muore nel 1770.È stato il primo CARTOGRAFO della storia.

Era un prete genovese con tanti interessi: geografia ,storia, pittura ma contrario alle idee dei nobili e per questo le sue opere non furono considerate. Nelle sua opera manoscritta divise la città in SESTRIERI(stradine) segnalati dalla chiesa; in seguito le divide in PARROCCHIE (che sarebbero poi i nostri quartieri). I suoi lavori comprendevano carte geografiche, planimetrie degli edifici più importanti e vedute dei principali centri abitati della città.

Scuola Maria Mazzini Situata tra via Accinelli E corso Firenze

Il Commercio di Genova deve il proprio nome ai commercianti genovesi che ne pagarono la costruzione e la donarono alla marina del regno allora appena riformata dopo l&apos;aumento territoriale e l&apos;acquisizione di Genova seguiti al trattato di Utrecht.

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