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Alle bambine e ai bambini,
futuri costruttori di Pace
futuri costruttori di Pace
In questi tempi difficili, in cui nuovi conflitti si sommano ai tanti che da anni, nel silenzio e nell’indifferenza dei più, si combattono in tante parti del mondo (la “terza guerra mondiale a pezzi”, come l’ha definita papa Francesco), ho spesso ragionato con insegnanti e genitori, interrogandomi sulla opportunità di parlare alle nostre bambine e ai nostri bambini di guerra, di distruzione e di morte.
È bene nascondere loro la realtà? È saggio chiuderli in una bolla incantata, immaginando che ciò li possa preservare dalle tragedie del mondo, facendoli crescere più sereni? Non ne sono affatto convinta.
Temo, piuttosto, che costruire “per il loro bene” un mondo finto, rimandando a un indefinito “poi” l’incontro con il mondo vero, anziché aiutarli a crescere li renda solo più soli e sprovveduti.
E sia spesso un segno della nostra paura e della nostra incapacità di adulti di affrontare con i più giovani temi difficili, per i quali facciamo fatica a trovare le parole giuste. Quelle capaci di essere comprese da tutti. Quelle in grado di raccontare la verità, senza essere brutali. Quelle, soprattutto, capaci di dare prospettive di giustizia e di speranza.
L’anno scorso, proprio con questo impegno, abbiamo provato a raccontare la Seconda guerra mondiale e la Resistenza, attraverso la storia di Enrica Morbello Core, la “nostra amica Partigiana”.
Quest’anno, proseguendo su quella strada, abbiamo provato a riflettere insieme sulle guerre di oggi, raccontando la storia di Achille Croce e del suo concreto impegno per la Pace.
L’anno scorso, proprio con questo impegno, abbiamo provato a raccontare la Seconda guerra mondiale e la Resistenza, attraverso la storia di Enrica Morbello Core, la “nostra amica Partigiana”.
Quest’anno, proseguendo su quella strada, abbiamo provato a riflettere insieme sulle guerre di oggi, raccontando la storia di Achille Croce e del suo concreto impegno per la Pace.