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di Desirè BillèC'era una volta un signore molto benestante che era rimasto vedovo con una bimba piccola. L'uomo, volendo dare una madre alla piccola, si risposò con una vedova avente anche lei due figlie.
Poco dopo il matrimonio il signore morì e sua figlia rimase a casa con la matrigna e le due sorellastre, ma il loro atteggiamento cambiò tantissimo. Costrinsero la ragazza a svolgere i lavori più umili.
Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici. Proprio perché trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Così le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola.
Poco dopo il matrimonio il signore morì e sua figlia rimase a casa con la matrigna e le due sorellastre, ma il loro atteggiamento cambiò tantissimo. Costrinsero la ragazza a svolgere i lavori più umili.
Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici. Proprio perché trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Così le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola.
Un giorno dal castello arrivò un paggio con un proclama e cominciò a leggere: "Il figlio del re, il principe erede al trono, annuncia che fra tre giorni si terrà un gran ballo cui sono invitate tutte le ragazze in età da marito!".
Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e là, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola.
Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e là, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola.
C'era una volta un signore molto benestante che era rimasto vedovo con una bimba piccola. L'uomo, volendo dare una madre alla piccola, si risposò con una vedova avente anche lei due figlie.
Poco dopo il matrimonio il signore morì e sua figlia rimase a casa con la matrigna e le due sorellastre, ma il loro atteggiamento cambiò tantissimo. Costrinsero la ragazza a svolgere i lavori più umili.
Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici. Proprio perché trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Così le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola.
Poco dopo il matrimonio il signore morì e sua figlia rimase a casa con la matrigna e le due sorellastre, ma il loro atteggiamento cambiò tantissimo. Costrinsero la ragazza a svolgere i lavori più umili.
Quando la sera poteva finalmente riposarsi, si sedeva in un angolo del camino, dove aveva scoperto una tana di topolini che diventarono i suoi migliori amici. Proprio perché trascorreva la serata vicino al fuoco, aveva sempre le guance ed il vestito sporchi di cenere. Così le sue antipatiche sorellastre per prenderla in giro incominciarono a chiamarla Cenerentola.
Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e là, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola. Quanto sarebbe piaciuto anche a lei almeno per una volta indossare un bel vestito, salire su una carrozza ed andare con loro! Ma con quegli stracci addosso… come poteva fare?
La matrigna e le sorellastre, altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppiò in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa.
Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?".
"Mi piacerebbe tanto", rispose, "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…"
"Non esiste la parola impossibile per una fata", affermò sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso.
"Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca".
"Una zucca?", ripeté sorpresa Cenerentola.
"Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa".
Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamò i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformò in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere.
"Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa più importante!"
La matrigna e le sorellastre, altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppiò in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa.
Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?".
"Mi piacerebbe tanto", rispose, "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…"
"Non esiste la parola impossibile per una fata", affermò sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso.
"Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca".
"Una zucca?", ripeté sorpresa Cenerentola.
"Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa".
Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamò i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformò in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere.
"Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa più importante!"
Subito le due sorellastre iniziarono a correre qua e là, litigando come al solito e dando ordini a Cenerentola. Quanto sarebbe piaciuto anche a lei almeno per una volta indossare un bel vestito, salire su una carrozza ed andare con loro! Ma con quegli stracci addosso… come poteva fare?
La matrigna e le sorellastre, altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppiò in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa.
Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?".
"Mi piacerebbe tanto", rispose, "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…"
"Non esiste la parola impossibile per una fata", affermò sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso.
"Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca".
"Una zucca?", ripeté sorpresa Cenerentola.
"Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa".
Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamò i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformò in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere.
"Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa più importante!"
La matrigna e le sorellastre, altezzose come sempre, tutte agghindate nei loro vestiti nuovi come delle uova di Pasqua, salutarono Cenerentola e salirono in carrozza. Non appena ebbero svoltato l'angolo, lei corse vicino al camino e scoppiò in un pianto dirotto. Persino i suoi amici topolini non sapevano proprio come consolarla! Ma ecco che improvvisamente dal nulla comparve una fatina piccola e grassottella con un sorriso allegro, tutta vestita di rosa.
Guardandosi intorno incuriosita disse a Cenerentola: "Su, non piangere adesso sistemo tutto io. Dimmi un po', vorresti andare anche tu al ballo?".
"Mi piacerebbe tanto", rispose, "ma è impossibile! Non ho nemmeno un abito da sera…"
"Non esiste la parola impossibile per una fata", affermò sventolandole la sua bacchetta magica sotto il naso.
"Voglio esaudire il tuo desiderio, ma mi serve una zucca".
"Una zucca?", ripeté sorpresa Cenerentola.
"Poi chiama i tuoi amici topolini e anche la talpa".
Cenerentola corse nell'orto, scelse la zucca più grande e chiamò i suoi amici. La fata socchiuse gli occhi e…. magia! La zucca si trasformò in una splendida carrozza, i topolini in meravigliosi cavalli bianchi e la grossa talpa in un perfetto cocchiere.
"Ecco fatto, mia cara, ma manca la cosa più importante!"
Strinse gli occhi, impugnò la sua bacchetta e… il vestito di Cenerentola si trasformò in un abito splendido, tessuto con fili di seta azzurra e trapuntato di candide perle. Poi Cenerentola, sbigottita, si trovò ai piedi due meravigliose scarpette di cristallo.
Era elegantissima! Ora sì che sembrava una vera principessa!
"Adesso puoi andare al ballo, ma ricorda una cosa molto importante", disse la fata con il suo sorriso allegro, "la mia magia durerà solamente fino a mezzanotte. Al dodicesimo rintocco dell'orologio la carrozza ritornerà zucca, i cavalli saranno di nuovo topolini e i tuoi abiti stracci!".
Cenerentola ringraziò la fatina, salì sulla carrozza e partì felice verso il palazzo. Finalmente fece il suo ingresso nella sala da ballo. Quando apparve davanti agli invitati, scese un gran silenzio, persino l'orchestra smise di suonare, sbalordita da quella bellezza. Tutti si chiedevano chi fosse mai quella splendida fanciulla di cui nessuno conosceva il nome.
Il principe, più di ogni altro, rimase incantato dalla sua grazia e semplicità. Fra tutte le dame che aveva visto a corte, quella fanciulla era come una rosa appena sbocciata! Immediatamente invitò Cenerentola a ballare e per tutta la serata non si separò da lei.
Le antipatiche sorellastre e la matrigna si rodevano dalla rabbia per quella sconosciuta che aveva rovinato i loro piani, proprio nel bel mezzo della serata. Ad un tratto, l'orologio della torre suonò il primo rintocco di mezzanotte. Cenerentola, ricordandosi di ciò che la fata le aveva detto, fuggì dalle braccia del suo principe senza nemmeno salutarlo. Mentre correva giù dalla scalinata del palazzo reale, inciampò e perse una scarpina di cristallo. Non poteva fermarsi, ormai l'orologio stava già battendo il settimo rintocco e non c'era più tempo!
Il principe la vide correre via con il suo bellissimo vestito azzurro senza riuscire a fermarla.
Era elegantissima! Ora sì che sembrava una vera principessa!
"Adesso puoi andare al ballo, ma ricorda una cosa molto importante", disse la fata con il suo sorriso allegro, "la mia magia durerà solamente fino a mezzanotte. Al dodicesimo rintocco dell'orologio la carrozza ritornerà zucca, i cavalli saranno di nuovo topolini e i tuoi abiti stracci!".
Cenerentola ringraziò la fatina, salì sulla carrozza e partì felice verso il palazzo. Finalmente fece il suo ingresso nella sala da ballo. Quando apparve davanti agli invitati, scese un gran silenzio, persino l'orchestra smise di suonare, sbalordita da quella bellezza. Tutti si chiedevano chi fosse mai quella splendida fanciulla di cui nessuno conosceva il nome.
Il principe, più di ogni altro, rimase incantato dalla sua grazia e semplicità. Fra tutte le dame che aveva visto a corte, quella fanciulla era come una rosa appena sbocciata! Immediatamente invitò Cenerentola a ballare e per tutta la serata non si separò da lei.
Le antipatiche sorellastre e la matrigna si rodevano dalla rabbia per quella sconosciuta che aveva rovinato i loro piani, proprio nel bel mezzo della serata. Ad un tratto, l'orologio della torre suonò il primo rintocco di mezzanotte. Cenerentola, ricordandosi di ciò che la fata le aveva detto, fuggì dalle braccia del suo principe senza nemmeno salutarlo. Mentre correva giù dalla scalinata del palazzo reale, inciampò e perse una scarpina di cristallo. Non poteva fermarsi, ormai l'orologio stava già battendo il settimo rintocco e non c'era più tempo!
Il principe la vide correre via con il suo bellissimo vestito azzurro senza riuscire a fermarla.