Book Creator

Dossier Benito Mussolini

by simone perrone

Cover

Loading...
BENITO
MUSSOLINI
Loading...
l'era del regime
Loading...
BENITO MUSSOLINI






Benito Mussolini nacque a Varano dei Costa, un casolare posto sull’altura del villaggio di Dovia ovvero una frazione del comune di Predappio in Emilia-Romagna, il 29 luglio 1883 di domenica. Il padre Alessandro Mussolini e madre Rosa Maltoni.
Nel paese di Benito, era presente una popolazione di socialisti e di conseguenza Benito ne fu influenzato anche se lui era più un individualista, per esempio indossava una cravatta nera contraria alla solita rossa dei socialisti, teneva discorsi politici ai compagni e scriveva appelli rivoluzionari a ipotetici cittadini. Sin da bambino Mussolini odiava perdere e aveva un carattere forte. Era narcisista, violento, rissoso, ribelle, desideroso di fare a pugni e teppista. Un esempio è quello che causò la sua espulsione dalla scuola frequentata. Mentre giocava a carte con i suoi amici, perse una partita e accusò ingiustamente l’amico di aver rubato al gioco; così, Benito si scagliò su di lui prima picchiandolo e poi estrasse un coltellino e lo pugnalò alla mano. Però era anche sveglio e intelligente e lasciarlo nei campi a Dovia avrebbe significato incoraggiare il suo carattere ribelle; dunque, lasciò il paese per il collegio dei salesiani San Francesco di Sales di Faenza dove trascorse i due anni più complicati dell’adolescenza. Passò due anni in un luogo dove le ore per lui iniziarono a passare lentamente, il sistema punitivo era duro e a un rigido sistema disciplinare dei salesiani che trattavano diversamente i collegiali a seconda della posizione sociale. Questo contribuì a marcare il suo carattere e influì negativamente.
Dopo l’evento dell’accoltellamento dell’amico che accadde proprio lì a Faenza, fu esclusa l’idea di trascorrere un altro anno lì. Dopo le vacanze estive, nell’ottobre del 1894 fu iscritto nell’istituto G. Carducci a Forlimpopoli diretto dal fratello Valfredo Carducci. Già all’epoca era portato a vedere le cose in termini politici e a improvvisare discorsi, vedremo più avanti come Mussolini quando parlava davanti alla popolazione improvvisasse i discorsi.
Benito si dedicò all’istruzione. inizialmente insegnò nella scuola elementare di Pieve Saliceto ma poi finito l’anno scolastico, emigrò in Svizzera per sfuggire all’arruolamento nell’esercito che era obbligatorio e si stabilì a Losanna.
In Svizzera Mussolini si spostava di città in città e venne arrestato svariate volte la prima il 18 giugno a Berna perché agitatore socialista, venne trattenuto per 12 giorni e poi espulso il 30 giugno dal Canton Berna. Il 9 aprile incarcerato a Ginevra per una settimana a causa della sua falsificazione dei permessi di soggiorno e fu espulso dal Canton Ginevra. Nel frattempo, ottenne una condanna di un anno per essersi astenuto dalla leva militare, ovvero dall’arruolamento militare obbligatorio.
Alla fine, Benito tornò in Italia per la caduta della condanna per renitenza alla leva, però dovette presentarsi al distretto militare situato a Forlì e rispettò i suoi doveri di leva militare che all’inizio aveva evitato scappando come già visto prima. Tra il 1904 e il 1905 ottenne un permesso per tornare a casa dato che sua madre stava morendo. Quando la madre morì il 19 gennaio 1905, Mussolini tornò al servizio militare. L’anno seguente fu congedato e tornò a Davia.
Negli anni successivi scoppiò la prima guerra mondiale e Benito all'inizio, come gli altri socialisti, era anti interventista perché secondo lui l'intervento in guerra avrebbe portato benefici solo ai capitalisti.
Poco più avanti però cambio la sua idea e il suo orientamento politico infatti da socialista passò a essere nazionalista ed era talmente convinto della sua idea che si era convertita
Benito a 14 anni
Benito si dedicò all’istruzione. inizialmente insegnò nella scuola elementare di Pieve Saliceto ma poi finito l’anno scolastico, emigrò in Svizzera per sfuggire all’arruolamento nell’esercito che era obbligatorio e si stabilì a Losanna.
In Svizzera Mussolini si spostava di città in città e venne arrestato svariate volte la prima il 18 giugno a Berna perché agitatore socialista, venne trattenuto per 12 giorni e poi espulso il 30 giugno dal Canton Berna. Il 9 aprile incarcerato a Ginevra per una settimana a causa della sua falsificazione dei permessi di soggiorno e fu espulso dal Canton Ginevra. Nel frattempo, ottenne una condanna di un anno per essersi astenuto dalla leva militare, ovvero dall’arruolamento militare obbligatorio.
Alla fine, Benito tornò in Italia per la caduta della condanna per renitenza alla leva, però dovette presentarsi al distretto militare situato a Forlì e rispettò i suoi doveri di leva militare che all’inizio aveva evitato scappando come già visto prima. Tra il 1904 e il 1905 ottenne un permesso per tornare a casa dato che sua madre stava morendo. Quando la madre morì il 19 gennaio 1905, Mussolini tornò al servizio militare. L’anno seguente fu congedato e tornò a Davia.
Negli anni successivi scoppiò la prima guerra mondiale e Benito all'inizio, come gli altri socialisti, era anti interventista perché secondo lui l'intervento in guerra avrebbe portato benefici solo ai capitalisti.
Poco più avanti però cambio la sua idea e il suo orientamento politico infatti da socialista passò a essere nazionalista ed era talmente convinto della sua idea che si era convertita
nell'essenzialità dell'entrata italiana nella guerra che lui stesso si arruolò ottenendo anche il titolo di caporale maggiore. Benito durante un esercitazione fu ferito dall'esplosione di un mortaio e durante il periodo di convalescenza fu visitato addirittura da Vittorio Emanuele III.
Nel 1919 nacquero i fasci da combattimento in piazza a Milano, un "gruppo di veterani di guerra". Inizialmente erano pochi ma dopo pochi anni divennero in moltissimi. La loro idea era quella di portare l'Italia a un paese libero intraprendendo anche la libertà di stampa, ma come vedremo più avanti non fu così. I fascisti erano un gruppo tutt'altro che pacifico, andavano in giro a picchiare, umiliare e a spogliare della dignità i loro oppositori e dato che erano ex-reduci di guerra avevano accesso alle armi dei conflitti; ma non usavano solo quelle, usavano anche armi esotiche quali manganelli, tira pugni... ma anche armi particolari come il baccalà esiccato.
Il 15 aprile del 19 attaccarono e distrussero la sede de l'Avanti che dato che esprimeva idee socialiste, andava contro l'idea di Benito e dei fascisti. Da questo attacco Mussolini si tenne in disparte poiché pensava che i suoi uomini erano troppi pochi per contrastare un contrattacco rosso, dunque procedette ad arruolare uomini ed utensili bellici. I fascisti stavano riuscendo a imporre il loro controllo, costringendo anche molti sindaci a dimettersi. Quindi erano riusciti ad acquisire enormi quantità di potere grazie alla violenza portando la gente a un clima di paura e terrore che sarebbe stato parte della causa dell'elezione del partito fascista al governo. L'evento che determinò la salita del fascismo e di Mussolini al governo fu la famosissima marcia su Roma. Benito organizzò una spedizione di camicie nere che dovevano marciare su Roma per costringere il governo (nella quale era salito Facta) alle dimissioni. Quel giorno marciarono decine di migliaia di uomini anche se Benito fece crede che fossero centinaia di migliaia. Quel giorno Benito non era veramente presente a Roma per paura che il governo dichiarasse lo stato di assedio, ma era a Milano che assisteva a una chiamata importante per contrattare con il governo di Roma. Solo quando venne a sapere che Vittorio Emanuele non accettò la proposta dello stato d'assedio del governo si presentò a Roma. Dopo la marcia, Facta presentò le dimissione e allora Vittorio Emanuele III assegnò a Mussolini l'incarico di costruire un governo forte pensando che lui fosse l'unico in grado di farlo. Nelle elezioni del 24 presentò una lista
comprendente solo nazionalisti e fascisti, liberali e cattolici. Grazie alla paura provocata dei fascisti e ai brogli Mussolini ottenne la maggioranza. Benito all'inizio aveva una maschera con la quale si presentava come un capo moderato che voleva portare l'Italia a un paese libero forte, però dopo l'ingiusta morte di Matteotti, fece cadere la maschera e la si mostrò il vero lato del Duce, lo stesso lato di quando era bambino, irascibile, violento che già si era visto con l'eliminazione dei suoi oppositori. L'Italia e il popolo italiano si resero conto di chi era veramente il Duce, di cosa stava per diventare l'Italia. Benito dunque dichiarò il regime fascista con molte limitazioni che agevolavano il partito quali l'eliminazione di tutti i partiti eccetto quello fascista la limitazione della libertà di stampa etc...
però il popolo per il clima di terrore che si era formato non esitava di andare contro le decisioni del Duce, e anche se si era dimostrato un uomo spietato, il popolo si era fidato di lui grazie anche hai discorsi convincenti improvvisati che faceva e anche grazie al gesticolare, riusciva a coinvolgere tutta la folla. Però c'erano quei pochi che si opponevano e venivano uccisi, incarcerati o rinchiusi nei confini, e per vedere che nessuno andasse contro i fascisti o commettesse crimini fu instaurata Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Però, come dimostrava già dall'infanzia, Benito amava il suo popolo e faceva il possibile per dimostrare che c'era vicino a loro e cercava di aiutarlo. Come ha fatto con l'economia. Infatti come si può vedere in alcune foto si metteva a torso nudo e mieteva il grano insieme ai contadini fino ad arrivare alla battaglia del grano nel 1925 che, secondo opere di bonifica, avrebbe dovuto rendere l'Italia autosufficiente con il grano, rendendo l'Italia un paese con l'agricoltura di cereali.
comprendente solo nazionalisti e fascisti, liberali e cattolici. Grazie alla paura provocata dei fascisti e ai brogli Mussolini ottenne la maggioranza. Benito all'inizio aveva una maschera con la quale si presentava come un capo moderato che voleva portare l'Italia a un paese libero forte, però dopo l'ingiusta morte di Matteotti, fece cadere la maschera e la si mostrò il vero lato del Duce, lo stesso lato di quando era bambino, irascibile, violento che già si era visto con l'eliminazione dei suoi oppositori. L'Italia e il popolo italiano si resero conto di chi era veramente il Duce, di cosa stava per diventare l'Italia. Benito dunque dichiarò il regime fascista con molte limitazioni che agevolavano il partito quali l'eliminazione di tutti i partiti eccetto quello fascista la limitazione della libertà di stampa etc...
però il popolo per il clima di terrore che si era formato non esitava di andare contro le decisioni del Duce, e anche se si era dimostrato un uomo spietato, il popolo si era fidato di lui grazie anche hai discorsi convincenti improvvisati che faceva e anche grazie al gesticolare, riusciva a coinvolgere tutta la folla. Però c'erano quei pochi che si opponevano e venivano uccisi, incarcerati o rinchiusi nei confini, e per vedere che nessuno andasse contro i fascisti o commettesse crimini fu instaurata Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Però, come dimostrava già dall'infanzia, Benito amava il suo popolo e faceva il possibile per dimostrare che c'era vicino a loro e cercava di aiutarlo. Come ha fatto con l'economia. Infatti come si può vedere in alcune foto si metteva a torso nudo e mieteva il grano insieme ai contadini fino ad arrivare alla battaglia del grano nel 1925 che, secondo opere di bonifica, avrebbe dovuto rendere l'Italia autosufficiente con il grano, rendendo l'Italia un paese con l'agricoltura di cereali.
Mussolini permise la diffusione del fascismo migliorando il cinema e la radio creando istituti come l'Ente Italiano Audizioni Radiofoniche e l'Istituto LUCE. Infatti Mussolini era fanatico di cinema e pensava che la propaganda era l'arma più forte. Il fascismo non si può negare che abbia fatto cose malvagie e inaccettabili però ha fatto cose anche belle, per esempio nel mondo dell'industria furono instaurate assicurazioni e un'opera nazionale per la maternità e l'infanzia. L'intento di Mussolini era quello di ricreare l'impero Romano per questo si faceva chiamare Duce da Dux. Se per questo Mussolini ha chiarito anche chiarito le discussioni tra chiesa e stato con i patti lateranensi dove prometteva alla chiesa determinate cose come il riconoscimento di una parte di territorio di Roma l'insegnamento della religione cattolica e sempre il riconoscimento del cristianesimo come religione di stato. Però tra le cose sbagliate e malvagie ci sono le leggi razziali. Mussolini aveva l'idea dell'Italiano come super uomo proprio come quello figurato da Nietzsche; Per questo discriminava chiunque appartenesse a un altra razza, tutto ciò che veniva dall'estero ma anche italiani con quelli che lui definiva problemi come l'omosessualità, gli handicappati etc... Sia per il suo "odio" verso gli esteri non italiani sia per rimorso di una vecchia perdita, avviò la campagna di Etiopia. Fu una campagna sanguinosa, violentissima e spietata. Il brutto era che non ne sfruttò nemmeno le risorse, arrivò li con 400000 soldati, carri armati e gas asfissianti solo per ampliare il territorio poco dopo nel 39, conquistò l'Albania.
Mussolini in quegli anni aveva conosciuto una persona tedesca, Adolf Hitler con la quale all'inizio non aveva buoni rapporti ma poi divennero alleati militari.
Mussolini, verso la fine del secondo conflitto mondiale, tentò di fuggire su un automobile insieme a dei nazisti della squadra degli SS, ma a un posto di blocco dei Partigiani, fu trovato dopo un'attenta ispezione. Mussolini, travestito da Fascista, fu arrestato immediatamente insieme alla moglie e fu processato e condannato a morte. Fu portato ad Azzano in provincia di Como dove fu prima picchiato, calciato e umiliato e poi lo impiccarono legato a testa in giù il 28 aprile del 1945.
PrevNext