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Storie di una tazza senza manico

by Alunni classi V- I.C. "G.Marconi"

Pages 2 and 3 of 136

Gli alunni delle classi quinte dell'I.C. "G.Marconi" raccontano...
STORIE DI UNA TAZZA SENZA MANICO
nate dal

Laboratorio di
scrittura creativa
a cura di
Paolo Di Paolo
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I.C. "G. MARCONI" di Martina Franca (TA)
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A scuola di...scrittura creativa
A.S. 2020/2021
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Un incipit è un inizio. L’inizio. Di una storia, di un viaggio. L’incipit è una partenza per un luogo, l’origine di un itinerario prestabilito o sconosciuto. Il posto, o il momento, in cui si intraprende qualcosa di nuovo. Un incipit è la formula iniziale con cui si comincia a raccontare, come la nascita è l'attimo in cui si comincia a vivere. E se anche quel momento è lo stesso per tutti, i racconti, come le vite di ognuno, non sono mai uguali!
Ecco perché, con la fantasia dei bambini, anche una tazza senza manico può avere tante storie!
Gli alunni di quinta ci hanno provato a scriverle grazie agli spunti offerti dallo scrittore Paolo Di Paolo.
Buona lettura!
5^A-B
Incipit
Sono fuori, in questo momento, sul davanzale della finestra e mi riempio lentamente di neve: la cannuccia di paglia si è gelata nell’acqua e sapone, dei passeri saltellano attorno a me, rozzi uccelli che si azzuffano per una briciola di pane sparsa per loro: e io tremo per la mia vita, per cui ho già tanto spesso tremato. Se uno di questi grassi passeri mi urta, cado giù dal davanzale, sulla striscia di cemento – acqua e sapone resteranno come un qualcosa di ovale, gelato e la cannuccia si piegherà – e i miei cocci li getteranno nella spazzatura. Attraverso i vetri appannati vedo splendere pallide le luci dell’albero di Natale, sento piano la canzone che si canta dentro, le zuffe dei passeri coprono tutto. Nessuno, là dentro, sa naturalmente che io sono nata esattamente venticinque anni fa…
Sono stata sottratta alla mia famiglia per poi arrivare qui, in una casa con degli esseri umani che mi hanno lasciata fuori, su questo davanzale, al freddo, dimenticandosi completamente di me! Sono qui tutta infreddolita e ogni volta che cade la neve sento dentro di me un tonfo: è il mio cuore di porcellana pieno di sofferenza. Soffro perché penso che non avrò mai una vita felice, sarò sempre e solo una tazza senza manico.                                   
Ma cosa succede? Sto scivolando, oh noooooooo! Cado! Aiutooooooooo!!!
- Ti salvo io, tazza mia! Ma io sono intatta, non ci credo, chi mi ha salvata? Chi sei? Non ho mai visto una bambina così dolce e dove mi porti? Ti ringrazio tanto, mi stringi tra le tue mani, mi fai il solletico e ora mi porti all'interno della tua casa, nella tua cameretta. Sono al sicuro, al caldo!!!
 La mia nuova padroncina, la mia salvatrice sento che mi offrirà la possibilità di vivere una nuova vita con lei, una vita piena di affetto e io sono pronta a ricambiare con tutto il mio cuore di porcellana che, adesso, è colmo di amore e riconoscenza.
 Annamaria Ruffino, 5^A
Patrizia Cinieri, 5^A
Sono nata dalle mani di un noto scultore: mi aveva realizzato un manico bellissimo ed ero coloratissima. Adesso, invece, sono ridotta in questo stato, piena di graffi: il manico è andato perso e sono praticamente tutta grigia e sporca. Il mio padrone è un uomo burbero che al mattino va via prestissimo di casa, mi posa sul davanzale prima di uscire ma non so il perché.                                                          
 E dire che un tempo sono stata usata addirittura dalla regina Elisabetta! La prima volta che sono stata messa in vendita valevo miliardi di sterline ma dieci anni dopo essere arrivata a corte mi hanno rubata due brutti ceffi. Di notte hanno preso tutto quello che c'era in una delle stanze della dimora della regina pensando di aver rubato chissà quale tesoro ma, appena mi hanno vista, mi hanno gettata via, nella spazzatura. Addio manico!                
Un anno dopo mi hanno trovata proprio lì due bambini, in una discarica (non so cosa ci facessero lì e neanche voglio saperlo!). Ora, però, se questo passerotto continua a ronzarmi intorno io credo proprio che cadrò, che mi frantumerò in 1000 pezzi. 1, 2, 3...aiutooooooo!!!! Aspettate un po’: no, non sono caduta! Un bambino che passava di lì mi ha presa giusto in tempo: evviva! Mi stringe tra le sue mani. Sento che da ora in poi inizia la mia nuova vita con lui.
                                                                    Christian Giotta, 5^B
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