guida di Bologna medievale

Parchment

Il Salone del Podestà si trova nella Piazza Maggiore dentro al Palazzo Re Enzo ma si affaccia, con le sue grandi vetrate, sulla piazza stessa. Esso fu costruito insieme al Palazzo Re Enzo, nel 1246. Un tempo, il Salone del Podestà, era un’aula di giustizia: venivano stabilite le sentenze e le condanne. Infatti sotto ad esso, nel voltone, si eseguivano le condanne per impiccagione. Successivamente, dal 1581 al 1767, venne utilizzato&nbsp;come Teatro Pubblico e&nbsp;anche come campo del gioco del pallone.

Salone del Podestà

Il portico si trova in Corte Isolani, su Strada Maggiore.&nbsp; Esso è sorretto da altissime travi in legno (alte circa 9 metri) e fu eretto intorno al 1250 quando la popolazione della città aumentò moltissimo e ci fu la necessità di ampliare gli edifici delle abitazioni costruendo un piano sopra a quello posto al piano terra. Questo è lo scopo per cui vennero costruiti tutti i portici di Bologna.&nbsp; Si tratta di uno dei pochissimi portici medievali superstiti. Sulla parete superiore del portico si possono ancora oggi vedere conficcate 3 frecce, su cui aleggiano molte leggende.

Portico Isolani

L'Archiginnasio è uno dei palazzi più importanti della città di Bologna.&nbsp; Esso si trova su Via dell’Archiginnasio, che costeggia la Piazza Maggiore.&nbsp; Il termine Archiginnasio, di origine greca, significa "prima scuola". L’Archiginnasio di Bologna era la sede dell’antica Università bolognese, adesso qui ha sede la Biblioteca Comunale. L’edificio fu costruito nel XVI secolo commissionato da papa Pio IV. Obiettivo del progetto era la realizzazione di un unico posto dove svolgere gli insegnamenti universitari di diverse discipline, che prima erano dislocati in luoghi diversi della città. Rimase la sede dell’Università di Bologna fino al 1803. Qui si svolgevano gli studi giuridici (diritto civile e diritto canonico) e degli Artisti (filosofia, medicina, matematica, scienze fisiche e naturali) Tra le stanze più importanti c’è il teatro anatomico. Una sala a forma di anfiteatro dedicata allo studio dell’anatomia. Al centro c’era la cattedra dove stava il professore con sopra un baldacchino retto da statue di uomini nudi senza pelle. A testimonianza della sua lunga storia universitaria nel suo porticato troviamo&nbsp;circa 6.000 (in origine erano oltre 7.000) stemmi studenteschi e iscrizioni in onore dei professori.&nbsp;

Archiginnasio

Light wood

narrata dai Ciceroni della classe I D

Il palazzo re Enzo ha il suo ingresso in Piazza del Nettuno. Esso fu costruito tra il 1244 e il 1246 per volere del podestà Filippo Ugoni. Questo palazzo serviva come ampliamento del Palazzo del Podestà e per distinguerlo da esso fu denominato Palatium Novum. Al pian terreno venivano custoditi il carroccio, un grande carro a quattro ruote, e le macchine da guerra. Dopo tre anni dalla costruzione, il Palatium Novum, divenne la dimora coatta di Re Enzo di Sardegna, figlio dell’Imperatore Federico II di Svevia. Re Enzo venne imprigionato nel palazzo bolognese in seguito alla vittoria dei bolognesi sulle truppe imperiali di Enzo di Svevia. Egli viveva in ambienti realizzati per lui al secondo piano. Su Re Enzo ci sono numerose leggende. Si narra che si sarebbe innamorato di una contadina, Lucia di Viadàgola, alla quale soleva dire: “Anima mia, ben ti voglio”; così al bambino che venne al mondo dalla loro unione, venne dato il nome di Bentivoglio e fu il capostipite della casata dei signori di Bologna. Ben trattato, ma prigioniero, Re Enzo tentò la fuga nascosto in una “brenta“, ovvero uno di quei recipienti lunghi e stretti che servivano per trasportare il vino, ma quando una vecchia vide fuoriuscire dalla “brenta” i lunghi capelli biondi del re, dette l’allarme e il fuggitivo venne nuovamente catturato.

Palazzo re Enzo

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visita virtuale

La basilica fu fondata il 7/06/1390 per volere del “Consiglio dei Seicento, assemblea che reggeva il Comune di Bologna”, Il loro scopo era mostrare l’importanza di Bologna, che era all’epoca una delle città più popolose d’Europa e rappresentare gli ideali comunali di libertà e autonomia.&nbsp; Il progetto, a insaputa degli ecclesiastici, fu pensato dai civili, e gli ecclesiastici rimasero contrariati perché non erano stati interpellati. L’architetto fu Antonio di Vincenzo. La basilica avrebbe dovuto essere 183/190 m di lunghezza e 133/137 m di larghezza (a croce latina), con tre navate con cappelle laterali e quattro campanili, ma visto che non fu finita la sua grandezza raggiunse i 132 m di lunghezza e 60 m di larghezza. Si voleva con essa riconoscere l’impegno di S. Petronio, vescovo romano che guidò la diocesi di Bologna dal 431 al 450.&nbsp; Petronio fu patrono della città dal XIII sec. sino ad oggi.

San Petronio

La Torre dei Galluzzi è una delle 22 torri gentilizie ancora esistenti nel centro storico della città di Bologna. E’ situata all'interno della corte omonima, a pochi passi da Piazza Maggiore. Attualmente è alta circa 30 metri ma probabilmente in origine era o avrebbe dovuto essere più alta.&nbsp; Venne costruita nel 1257 dalla famiglia Galluzzi un’importante famiglia guelfa di Bologna.&nbsp; La Torre dei Galluzzi, insieme a quelle dei Prendiparte e degli Azzoguidi faceva parte della cosiddetta triade dei grattacieli medievali di Bologna. Le tre famiglie erano tutte guelfe e le rispettive torri si trovavano in punti strategici della città. Rolandino Galuzzi fu console della città per tre volte nel XII secolo.&nbsp;Gli esponenti di questa famiglia erano fedeli sostenitori del papato, infatti si scontrarono ferocemente con le famiglie ghibelline, sostenitrici dell’Imperatore, in particolare con la famiglia dei Carbonesi.&nbsp; Esiste una storia molto romanzata, simile a quella di Romeo e Giulietta, che vede coinvolte le due famiglie rivali, i Galluzzi e i Carbonesi: secondo la leggenda una giovane della famiglia Galluzzi si innamorò di un rampollo degli odiati Carbonesi, sposandolo in segreto. Quando i fratelli della ragazza scoprirono il fatto uccisero i due giovani, simulando il suicidio della sorella, che fu trovata&nbsp;impiccata.

Torre Galluzzi

Molte città medievali erano turrite, ovvero presentavano un gran numero di torri. Esse venivano erette dalle potenti famiglie del Comune medievale e rivestivano diverse funzioni. Dovevano innanzitutto mostrare il potere e l'autorità della famiglia proprietaria e solitamente, quanto più esse erano alte, tanto più potente era la famiglia costruttrice. Rappresentavano inoltre uno strumento di difesa in caso di guerra, soprattutto durante il burrascoso periodo in cui le città italiane erano scosse da lotte tra fazioni e famiglie rivali. In tali situazioni la famiglia si rifugiava all'interno della torre, che era pressoché inespugnabile. Infine servivano come punto di osservazione privilegiato per tenere d'occhio il contado o alcune zone della città. In alcuni casi esse si trasformarono anche in prigioni. Bologna, in epoca comunale, ovvero tra il XII e il XIV sec. contava circa 100 torri. Oggi ne rimangono 22.

Torre degli Asinelli

Il palazzo della Mercanzia venne anche detto Loggia dei mercanti o Palazzo del Carrobbio, esso&nbsp;si affaccia sull’omonima piazza, ed è stato edificato alla fine del XIV secolo. Venne edificato per essere la sede della Camera di Commercio. Questo istituto era un Collegio formato da dodici consoli che rappresentavano le Compagnie delle Arti (cioè le Corporazioni) e da un Giudice. Sino al 1427 questo giudice, proveniente da altre città per garantirne l’imparzialità,&nbsp;aveva il compito di giudicare tutte le questioni e le controversie in ambito mercantile, di attendere la manutenzione del Canale Navile e&nbsp;disciplinare la complicazione dei libri dei commercianti e dei Sensali. Le sentenze del giudice venivano annunciate pubblicamente dal Balcone in marmo bianco, posto al centro della facciata principale precedute dai rintocchi della Campana della Lucardina, attualmente nel Museo Civico Medievale di Bologna.

Palazzo Mercanzia

La basilica di San Francesco si trova nell’omonima piazza bolognese.&nbsp; Questa chiesa è legata alla storia di San Francesco nella città di Bologna.&nbsp; Francesco giunse a Bologna nel 1222 e la sua predica determinò un grande interesse per il francescanesimo.&nbsp; I francescani in precedenza risiedevano in una modesta casa, poi nel 1236, per interessamento del papa Gregorio 9° e delle autorità comunali, ebbero la possibilità di avviare la costruzione di questa monumentale basilica che doveva ospitare l’ordine francescano. Nello stesso periodo la città di Bologna ospitava un importante nucleo di frati domenicani, nella basilica si San Domenico.&nbsp; I monumenti funebri all’interno e all’esterno (le Arche) ospitano i resti dei Glossatori, come i D’Accursio, professori di diritto dello Studium, cioè l’Università di Bologna, Erano detti glossatori perché commentavano i testi di diritto romano con spiegazioni a margine, le glosse, per rendere più chiari i contenuti dei passi in esame. Alcuni di questi monumenti funebri si trovano anche in piazza San Domenico.

San Domenico

Il Palazzo del Podestà si trova in Piazza Maggiore ed è stato costruito nel 1200. Esso viene anche chiamato Hospitium Potestatis, perché ospitava il Podestà. Questo palazzo aveva funzioni pubbliche: ovvero fu la sede del primo governo cittadino,&nbsp;del podestà e dei suoi funzionari. Subito dopo, vennero costruite la Piazza Maggiore e la Torre dell’Arengo, sopra al palazzo. Il Palazzo del Podestà era usato come Aula di Giustizia e dal 1581 al 1767 divenne un Teatro Pubblico.

Palazzo del Podestà

Il mercato del quadrilatero si trova dietro Piazza Maggiore. Nel Medioevo l’area era votata al commercio e alle attività artigianali, oggi infatti molte vie portano i nomi delle attività più diffuse nel Medioevo per esempio: via degli Orefici, via Pescherie Vecchie, via Drapperie, vie Clevature, che ricordano le corporazioni che avevano sede proprio qui. Ora ospita un mercato in cui si possono comprare prodotti tipici bolognesi.

Mercato del quadrilatero

Il Palazzo dei Notai è un edificio storico di Bologna, ubicato in via de' Pignattari 1 e si affaccia su Piazza Maggiore accanto alla Basilica di San Petronio. Il palazzo fu eretto in due momenti differenti. La parte che si affaccia alla Basilica di San Petronio è del 1381, ma quella che si affaccia su Palazzo d'Accursio fu rifatta nel 1437 circa. Nel 1908 fu completamente restaurato da Alfonso Rubbiani. Venne edificato dalla "Società dei Notai" allo scopo di farne la propria sede. Il notaio (come accade ancora oggi) aveva il compito di autenticare e garantire la validità giuridica degli atti stipulati tra vivi e dei testamenti di ultime volontà. Nel palazzo venivano custoditi i documenti notarili relativi alla compravendita di case e terreni, alle eredità e ad altre questioni legali. Oggi si possono trovare affreschi quattrocenteschi&nbsp; Sulla facciata del palazzo è raffigurato lo stemma della corporazione dei notai, rappresentato da tre calamai con penne d’oca. Questa corporazione era potentissima nel Medioevo e faceva infatti parte delle Arti maggiori, quelle corporazioni che avevano il maggior peso politico in epoca comunale.

Palazzo dei Notai

Una&nbsp;comunità ebraica a Bologna esisteva già a partire dal XIV secolo e si dedicavano soprattutto al commercio (vendita di roba usata) , traffico di denaro. All’inizio la presenza degli Ebrei a Bologna era abbastanza tollerata, infatti la comunità durante i primi due secoli di storia si integro facilmente con la città e ciò viene provato dal fatto che era stata istituita presso l’Università di Bologna una cattedra di storia dell’ebraismo. Nel 1556 dopo l’emanazione della bolla papale Cum nimis absurdum a Bologna gli Ebrei furono confinati in un area ben definita detta Serraia degli Ebrei e furono costretti a vivere secondo le restrizioni pontificie. Il ghetto si trovava che era separato dal resto della città fu scelto perché era una zona priva di luoghi ed edifici significativi ed era circoscrivibile da delle mura. L’accesso al ghetto era regolato da tre cancelli sbarrati al tramonto dall’esterno dove erano presenti delle guardie durante la notte. Nel 1569 la bolla papale impone a tutti gli ebrei di lasciare tutti i ghetti d’Italia e di spostarsi in solo due ghetti in Italia riconosciuti, quello di Roma e quello di Pesaro.&nbsp;

Ghetto ebraico

Il portico del Pavaglione si estende da Via De' Musei fino a Via Farini fiancheggiando Via dell'Archiginnasio e Piazza Luigi Galvani. Nell'ultimo tratto si trova l’edificio del'Archiginnasio, antica sede dell’Università. Il portico è lungo 139 metri e conta 30 arcate.&nbsp; Il suo nome deriva dal francese pavillion, padiglione, la tipica tenda con cui veniva oscurato l’arco del portico al fine di proteggere i banchi del fiorente mercato dei bachi da seta che qui si svolgeva ogni anno a partire dal 1449.&nbsp; Per secoli, Bologna fu nota come “la città della seta”. All’interno delle mura, esistevano 119 mulini da seta, mossi da ruote idrauliche, grazie all’acqua dei numerosi canali che arrivava in città dalle colline circostanti favorita dalla pendenza del terreno. Il canale Navile, permettevano a merci e passeggeri di raggiungere il Po e Venezia. La qualità delle sete bolognesi era senza pari in Europa e tale da competere con le migliore sete orientali. Il Pavaglione era costituito inizialmente da una costruzione di legno. Il 27 giugno 1449 la Camera di Commercio, che aveva sede in Palazzo della Mercanzia e che doveva decidere sulle questioni economiche e commerciali della città, stabilì che il Pavaglione, il mercato dei bachi da seta, si svolgesse in forma stabile in una delle case della “Fabbrica di San Petronio” (organizzazione che si occupava della costruzione e delle manutenzione dell’edificio) poste dietro la chiesa.

Portico del Pavaglione

Palazzo d’Accursio è situato a Bologna nella Piazza Maggiore. Fu costruito nel XII sec. Questo palazzo in origine era la residenza di Accursio, un giurista e maestro di diritto Bolognese. Alla fine del XII sec. fu acquistato dal Comune che ne fece la sede degli Anziani, ovvero la massima magistratura del Comune; nel XV sec. Fioravanti ristrutturò il palazzo e aggiunse un orologio sulla Torre dove visse Accursio. Ora ospita la Sede del Municipio ma gli uffici del Comune si sono spostati in una nuova sede per metterlo a disposizione degli abitanti come centro culturale.&nbsp;

Palazzo d'Accursio

Palazzo Pepoli è situato nel centro di Bologna, in via Castiglione 8 ed è stato edificato nel 1344. E’ stato fatto erigere dalla famiglia Pepoli, una delle famiglie più importanti della Bologna medievale. I Pepoli hanno governato Bologna nella prima metà del ‘300 e furono sostenitori della fazione Guelfa. La famiglia Pepoli era giunta a Bologna verso la metà del XII dalla campagna imolese. Nonostante le origini popolari,&nbsp;si arricchirono in brevissimo tempo grazie all’attività di cambiatori svolta nell’odierna piazza della Mercanzia&nbsp;Il bancario Romeo Pepoli fu probabilmente l’uomo più ricco d’Italia nel XIII sec.&nbsp;Alla metà del XIII secolo molti membri della famiglia Pepoli ricoprivano cariche di grande rilevanza nelle magistrature comunali. La loro attività di conto la si intuisce dal loro stemma in cui è presente una scacchiera. Il palazzo all’inizio era un edificio protetto da fossati e ponti levatoi, con un cortile nobile, uno scalone imponente, e delle decorazioni ricche e sfarzose. C’è anche un importante cornicione sotto il quale campeggia lo stemma della famiglia.&nbsp; Oggi esso è sede del museo della storia della storia di Bologna.

Palazzo Pepoli

La Torre dell’Arengo si trova in Piazza Maggiore a Bologna, è il campanile civico della città di Bologna ed è alta 47 mt. situata sul Voltone del Podestà. Essa fu costruita nel XIII sec. La sua campana di bronzo, detta "campanazzo",&nbsp;fu issato nel 1437 dall'architetto Fioravanti e dopo una rottura nuovamente nel 1453. Essa suonava per chiamare a riunione l’arengo, ovvero l’assemblea cittadina e successivamente&nbsp;per chiamare i Bolognesi in caso di guerra. Oggi la campana suona il 21 aprile, per ricordare la liberazione di Bologna dal nazifascismo, il 21 aprile del 1945.

Torre dell'Arengo

La basilica di Santo Stefano si affaccia sull'omonima piazza. E’ chiamata dai bolognesi basilica “delle Sette Chiese”. Questo perché altrettanti erano gli edifici che componevano il complesso. Secondo la tradizione, fu il vescovo Petronio (dopo divenuto Santo) che nel V secolo ne volle la costruzione. Il progetto comincia dalla trasformazione in battistero cristiano di un antico tempio di Iside (dea egizia, moglie di Osiride). Le origini degli edifici sono molto antiche: la chiesa di San Giovanni Battista risale all’VIII secolo e la chiesa del Santo Sepolcro al V secolo. Il complesso subì devastazioni durante l’invasione degli Ungari all'inizio del X secolo e venne ricostruito dai benedettini nei primi anni dell'XI secolo. Verso la fine del 1300 venne rinvenuta una tomba di epoca romana sepolta sotto il pavimento su cui era inciso il nome "Simone", che era il nome di San Pietro. Tra i pellegrini che sostavano a Bologna, diretti a Roma, si diffuse la voce che il sepolcro del primo vicario di Cristo non si trovasse a Roma, bensì a Bologna. A Roma gli arrivi dei pellegrini, nell’anno del Giubileo furono inferiori al previsto dato che i pellegrini si fermavano a Bologna. Giunsero a Bologna delle lamentele dal clero e perfino dal popolo romano; la risposta di papa Bonifacio VIII fu durissima: fece sconsacrare la chiesa, diede l’ordine al vescovo demolirla e alcune parti furono interrate e distrutte.&nbsp;

Santo Stefano

La Basilica di San Domenico si trova nell’omonima piazza. E’ ancora oggi la sede principale dei frati predicatori, o domenicani.&nbsp; Nel 1216 papa Onorio 3° approvò l’ordine fondato da Domenico da Guzman. Nel 1218 Domenico fu inviato a Bologna, città molto popolosa e sede di importanti Università, tra cui quella di teologia.&nbsp;&nbsp; All’inizio Domenico viveva con i suoi confratelli in un convento fuori le mura, dove ora si trova via Mascarella. Nel 1219 Domenico e i suoi si stabilirono qui, la basilica preesistente venne allargata.&nbsp; Nel 1221 Domenico morì e i suoi resti si trovano ancora dietro l’altare della chiesa che fu a lui intitolata. Nel 1240 l’attuale basilica fu terminata.&nbsp;&nbsp;

La Torre degli Asinelli fu edificata tra il 1109 e il 1119. Essa è alta 97,20 metri. La costruzione fu probabilmente ordinata da Gherardo Asinelli, nobile cavaliere della città di fazione ghibellina (cioè sostenitore dell’Imperatore). Gli Asinelli erano una nobile famiglia bolognese, ebbero ruoli importanti nel governo della città, infatti rappresentarono il Comune bolognese in due parlamenti della Lega lombarda, nata per contrastare l’imperatore Barbarossa che voleva riaffermare la propria autorità sui Comuni italiani.&nbsp; La torre fu eretta probabilmente a scopo difensivo, per l’osservazione a distanza di Bologna e delle campagne circostanti. Venne poi acquistata, nel XIV sec., dal Comune di Bologna per essere destinata a prigione degli ecclesiastici che avevano commessi reati gravi. Era collegata con un ponteggio in legno a 30 metri dalla torre Garisenda, fatto costruire per tenere d’occhio il mercato di mezzo, dove si scatenavano violente rivolte e lotte tra fazioni e famiglie nemiche.

Il Palazzo dei Banchi si trova in Piazza Maggiore a lato della Basilica di San Petronio: il suo nome deriva da alcuni banchi o botteghe che durante i secoli XV e XVI esercitavano l'arte cambiaria. I banchi erano gli antenati delle moderne banche che proprio da essi prendono il nome. Così si chiamavano perché in origine le operazioni di cambio valute, prestiti e depositi venivano svolte su banchi mobili presso le più grandi fiere.&nbsp; &nbsp;Il palazzo dei banchi fu l’ultimo edificio eretto nella Piazza, esso fu costruito nel 1412: si tratta in realtà di una facciata scenografica per mascherare le viuzze del mercato retrostante.

Palazzo dei Banchi

Piazza Maggiore rappresenta il cuore pulsante della Bologna Medievale: qui infatti aveva sede la chiesa più grande ed importante della città, sebbene non si tratti della cattedrale, oltre a tutti gli edifici che ospitavano le principali magistrature del Comune bolognese: l'assemblea cittadina, il podestà, i giudici, e i rappresentanti delle corporazioni più potenti, come quella dei notai.

Piazza Maggiore

Il voltone del Podestà si trova in Piazza Maggiore, sotto alla Torre del Podestà.&nbsp; All'inizio questo luogo era molto vivace, infatti era sede del mercato e dei banchi dei notai, in seguito venne usato come luogo in cui eseguire condanne all’esilio&nbsp;per i bestemmiatori o sentenze capitali per impiccagione. Si possono ancora notare le travi a cui venivano fissate le funi per le impiccagioni.&nbsp; Qualche secolo più tardi gli venne attribuito anche un significato religioso, quando vennero collocate quattro statue dei protettori di Bologna: San Petronio, San Francesco, San Domenico e San Procolo.&nbsp; Si dice che il particolare fenomeno acustico del voltone fosse un espediente per permettere agli infettati di peste e lebbra di confessarsi: confessore e penitente rimanevano alla massima distanza, e i sacramenti venivano compiuti.

Voltone del Podestà

Lo studio degli edifici della nostra città ci ha permesso di conoscere in modo più approfondito la storia medievale, che è stato l'oggetto di studio del nostro programma di storia di quest'anno. La storia è ovunque intorno a noi, basta osservare le sue tracce con occhi vigili e curiosi. Il patrimonio del nostro territorio è una fonte storica eccezionale, che è importante conoscere e valorizzare. Con questo lavoro speriamo di contribuire a far conoscere meglio il nostro passato e le meravigliose storie che la nostra città ci vuole raccontare. Testi e immagini a cura degli alunni della classe I D della scuola secondaria di I grado Q.Filopanti di Budrio

La Torre degli Azzoguidi (anche detta torre Altabella per la sua eleganza e perfetta verticalità) è una delle 22 torri ancora esistenti nel centro storico di Bologna. Si trova in via Altabella 15, strada che da essa prende il nome.&nbsp; &nbsp;La torre degli Azzoguidi è oggi alta 61 metri, è pertanto la seconda torre per altezza dopo quella degli Asinelli, ma in passato era probabilmente più alta, come si&nbsp;può intuire dallo spessore dei muri.&nbsp; &nbsp;Essa fu costruita nella seconda metà del XII secolo. La famiglia Azzoguidi, a cui apparteneva la torre, fu, una famiglia bolognese di parte Guelfa, ovvero sostenitrice del Papa, ma non furono mai coinvolti nelle lotte di fazione che interessarono la vita del Comune.&nbsp; &nbsp;La famiglia Azzoguidi compare nelle cronache di Bologna nel 1228, ad essa appartennero importanti ambasciatori e condottieri, notai ma anche uomini di scienza,&nbsp;Litografi, Tipografi e Calcografi. Baldassarre Azzoguidi fu il primo tipografo bolognese, alla fine del ‘400.

Torre Azzoguidi

Fu costruita tra il 1109 e il 1110 dai Garisendi, prosperosa famiglia di cambiatori di fazione ghibellina. Essi erano tra le casate che avevano più influenza sul controllo politico dell'antico Comune emiliano. In origine era alta circa 60 metri, oggi essa è alta 47 metri. La torre fu in seguito acquistata dalla Società dei Drappieri, ovvero la corporazione che riuniva i fabbricanti di tessuti, molto potente al tempo nel Comune di Bologna.&nbsp; Nel 1286 Dante Alighieri arrivò a Bologna forse per studi universitari e rimase meravigliato della selva di torri che vide nella città emiliana, all’epoca erano circa 150, oggi ne rimagono solo 22.&nbsp; Così Dante citò la Garisenda nella sua Divina Commedia, precisamente nel canto 21° dell’ dell’Inferno. Qui La torre viene paragonata al gigante Anteo, figlio di Poseidone. Un’iscrizione ai piedi della Torre riporta i versi danteschi.

Torre Garisenda

La Torre dei Prendiparte si trova a Bologna in via Sant'Alò: è alta 59,50 metri e fu costruita nel XII secolo dalla famiglia Prendiparte. &nbsp;La torre forma un insieme di tre torri assieme a quelle degli Azzoguidi e dei Galluzzi che erano tutte di parte Guelfa. La famiglia Prendiparte era guelfa e alcuni suoi membri furono consoli di Bologna e podestà di alcune città italiane. Nel 1500 la Torre passò alla Chiesa e divenne carcere della curia. La torre è anche detta "coronata"

Torre Prendiparte

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