Book Creator

Le mille e una storia della 1^E

by 1^E

Cover

Loading...
Le mille e una storia
Scegli una carta e inventa una storia
1^E
Le carte... disegnate e scelte dalla 1^E
Le carte... disegnate e scelte dalla 1^E
Il Mostro
Ci sono tante onde nel mondo, ma nel mar Ionio si trova un’onda molto cattiva che i Vichinghi soprannominarono "il Mostro". Ci furono molti di morti a causa sua. Un giorno, però, un ragazzo molto coraggioso di nome Tristefan, affrontò il Mostro e, purtroppo, rischiò di morire, così scappò via. Per tre anni si addestrò e, alla fine, tornò e sconfisse l’orribile creatura. Le anime di tutte le persone uccise dal Mostro furono libere e il ragazzo fu ricompensato con dei doni, tra cui una barca solo per lui, in grado di navigare in tutti i mari. Simone Ca.
Il Mostro
Volere è Potere
La ragazza amava ballare, ma non poteva perché suo padre voleva che facesse boxe, così lei danzava di nascosto.
Un giorno, però, la ragazza decise di parlare con la mamma che la iscrisse a una palestra senza dirlo al padre.
Le fu proposto di fare uno spettacolo e la ragazza accettò, quindi prese tre biglietti, uno per la mamma, uno per la sorella e uno per il padre.
Il giorno dopo il padre non trova le sigarette e la madre dice di cercare in borsa, ma... dentro ci sono i biglietti dello spettacolo! Il padre li prende, chiama la figlia e chiede delle spiegazioni. Lei gli dice tutta la verità ed è così dispiaciuta per il segreto e appassionata della danza che il genitore la capisce e decide di darle una possibilità: vuole vedere se ha la capacità di continuare con la danza.
Arriva il giorno dello spettacolo... l'emozione è a mille... INIZIA!!
Il padre rimase sbalordito e decise di non portarla più a fare boxe, ma a fare danza. Ora lei impara la danza hip hop, la videodance e la danza classica... Volere è potere. Delia C.
La chitarra nascosta
Bill era un ragazzo molto povero che viveva in una casa abitata da due fratelli, un padre, un fruttivendolo che guadagnava poco, e una madre disoccupata. La madre si dava da fare in casa, sistemando le camerette dei due ragazzi che lasciavano ogni tipo di giocattolo ovunque. Bill era il più piccolo della famiglia e veniva chiamato da tutti “peste” perché aveva la capacità di rompere ogni giocattolo e ogni oggetto che si trovava davanti. A fine giornata la stanza di Bill si trasformava in un unico intero disastro disordinato e sporco, nonostante sua mamma la pulisse e sistemasse quattro volte al giorno. La camera si trovava in fondo al corridoio, per arrivarci doveva attraversarlo. Per lui il corridoio era quasi come un museo, perché, quando camminava lungo quella “strada”, poteva vedere le altre stanze, tutte più ordinate della sua. Una camera in particolare, però, lo colpiva profondamente: quella sempre chiusa. I suoi genitori dicevano che era una stanza segreta, perciò non lo facevano mai entrare lì dentro. 
Il tempo passò e lui diventò sempre più grande. Quella stanza che, per come gliela avevano descritta i suoi genitori, gli faceva paura, diventò solamente una camera, che non aveva mai visto, ma suscitava il suo interesse. Perciò, il giorno del suo undicesimo compleanno, decise di aprire la porta di quella stanza e, con un po’ di paura che la madre lo scoprisse, entrò. La stanza era completamente buia, non c’era neanche l’interruttore della luce. Fece gli ultimi due passi, un po’ deluso perché ormai pensava non ci fosse niente lì, ma, quando girò le spalle per andarsene, si accese una luce, prodotta da un piccolo faretto, che illuminava una chitarra, circondata da un cancello. Lo strumento era pieno di polvere, così tanto che quasi non si riusciva a intravedere il vero colore del legno. Bill non volle prenderla, perché non sapeva dove nasconderla, visto che sua mamma ogni giorno sistemava e ordinava tutte le stanze della casa. Dopo quell’avvenimento, non entrò più in quella stanza, anche se pensava sempre al suo contenuto. In tv vedeva spesso uomini e donne, ragazzi e ragazze che suonavano la chitarra e a lui piaceva la musica che suonavano, perciò gli sarebbe piaciuto molto suonarne una. Passarono ancora gli anni e lui voleva sempre più suonarne una, però era triste perché non poteva suonarla. Dopo svariati tentativi, nell’attesa di riuscire a rubare la chitarra dalla stanza, si stava arrendendo. Decise di provare un’ultima volta, ma con qualcosa di diverso, che secondo lui non avrebbe mai funzionato; le sue professoresse a scuola dicevano che lui possedeva tanta immaginazione, perciò decise di sfruttarla per costruire una chitarra. Non avendo i materiali per farne una funzionante, ne costruì una con la carta, con le stesse dimensioni di una vera chitarra, ma su un foglio e senza corde.
PrevNext