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A new book

by prof Monari

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Racconti sorridenti
al tempo
del Coronavirus
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La videolezione 
Bip … Bip … Bip … un suono lontano le ronzava nelle orecchie! Bip … Bip … Bip … Lisa se ne stava sdraiata a abbronzarsi al sole; lei e la sua miglior amica Sofia erano finalmente al mare e niente al mondo avrebbe rovinato quella giornata tanto attesa e meritata, dopo un anno di scuola! Bip … Bip ... Bip … Accidenti!!! Ma quel maleducato voleva spegnere quel maledetto telefono! “Lisaaaaa … spegni quel maledetto telefono!!” Lisa si girò di scatto sulla sdraio sbattendo la testa contro … il comodino! Ma come? Aprì gli occhi con la testa che le pulsava per lo botta, di fronte a sè non c’era nessun mare, ma solo la sua immagine arruffata riflessa nello specchio! … Accidenti, possibile che fosse stato solo un meraviglioso sogno? Sentì nuovamente la voce di sua madre che urlava dalla cucina “Lisaaaaa… sono le 7.30, devi collegarti per la videolezione!”.
La videolezione? Quale videolezione? Cos’era la videolezione?? Le ci volle qualche minuto per ricollegare tutti i pensieri! Un angolo del suo cervello decise di svegliarsi.. era il 28 marzo del…. 2020 e il mondo si era fermato..!! Il 28 marzo??? Oddio.. nooo .. aveva messo la sveglia alle 6.00 per ripetere greco e quel infedele non aveva suonato!! Oggi la Nannetti avrebbe interrogato e, con la sua fortuna, l’avrebbe di certo chiamata! Buttandosi giù dal letto pestò la coda al suo gatto che ronfava beato sul tappeto e il poveretto le si rivoltò contro graffiandole una caviglia.
S’infilò i primi vestiti che le vennero a tiro, controllò i messaggi sul cellulare e ancora dolorante si diresse in bagno, che ovviamente era occupato da suo fratello Leo; iniziò a battere i pugni contro la porta nella speranza di far uscire suo fratello da lì. Solo che mentre picchiava Leo aveva aperto la porta e lei lo aveva colpito con un pugno in un occhio. Quello, furibondo, si era messo a rincorrerla per tutta la casa, inseguito anche dal gatto e dal cane, oltre che dalla madre che voleva fermarli, ma che alla fine, esasperata, li aveva colpiti con una ciabatta per uno in testa! Le cose andavano sempre meglio, pensò!
Alle 8.00 era seduta alla scrivania ed entrò nella videolezione di storia in perfetto orario, tenendo però la videocamera spenta perché non era riuscita a truccarsi!. Oggi era più organizzata del solito, pensò tutta soddisfatta … il libro di storia sulla destra, quaderno e penna blu sulla sinistra, righello, matita e gomma al centro, la tazza con il the un po’ spostata, cellulare, cuffie inserite .. sentì un rumore provenire dalla porta, si girò di scatto, tirò le cuffiette, il filo colpì la tazza e.. in un attimo il the era completamente rovesciato su ogni cosa!!! Fece un urlo di disperazione interrompendo l’appello del professor Santini, che ebbe un sobbalzo e tutte le compagne si misero a ridere. Dopo aver asciugato il disastro che aveva combinato, si accorse che metà dei suo appunti di storia erano andati persi. Era proprio strana la vita… bastava un niente e tutto quello che prima c’era dopo non c’era più, un po’ come quello che stavano vivendo ora! Improvvisamente le venne una strana nostalgia per quelle mattine in cui arrivava davanti alle scale del Liceo, i gruppetti che si formavano aspettando la campanella, le corse per prendere la merenda alle 11.00, le prediche della Nannetti, lo sguardo assonnato e sognante del Prof. Santini, che sembrava essersi perso in qualche secolo passato, la Professoressa Russo, che sembrava un generale, ma che ora, quando la vedevano collegata da casa a mescolare il ragù mentre spiegava Dante, faceva anche un po’ tenerezza. Improvvisamente tutto le mancava, i compagni di classe, le aule caotiche coi banchi scarabocchiati, persino le verifiche … bhe no! quelle non le mancavano proprio! Persa nei suoi pensieri non si accorse che il prof. le aveva fatto una domanda e naturalmente non seppe rispondere! La prima ora trascorse così, assorta nei suoi sogni; decise che avrebbe chiesto gli appunti di storia a Bea, la secchiona della classe e recuperato così tutta la storia persa.
Dopo essersi velocemente truccata alla seconda ora potè accendere la telecamera…. La Russo le chiese di riassumere brevemente le lezioni precedenti sul Paradiso. Perfetto, aveva ripassato benissimo Dante il giorno prima, avrebbe fatto di certo un figurone! Iniziò a parlare, ma dopo pochi secondi una musica assordante sovrastò la sua voce. Lisa non sapeva più cosa fare con sua nonna!! Glielo aveva spiegato in tutti i modi, con le buone, con le cattive, con dei cartelli, ma non c’era verso: alle 9.10 iniziava la lezione di zumba online e lei, sorda come una campana, metteva la musica a tutto volume, dimenticandosi dei suoi tre nipoti che stavano seguendo la lezione nelle stanze accanto. Lisa diventò tutta rossa e cercò di scusarsi con l’insegnante, tra gli sghignazzi e le risate trattenute delle compagne, che nel frattempo le mandavano messaggi su Whats Up dicendole quanto fosse forte sua nonna! Quando riuscì finalmente a iniziare il riassunto delle puntate precedenti di Dante, la connessione cominciò a fare storie, l’insegnante si infastidì, la fermò e si mise a spiegare e così anche quella volta le cose le andarono storte!! Trascorse anche la seconda ora senza ascoltare una parola, fantasticando di viaggi in paradiso… e alla fine pensò che avrebbe chiesto anche questi appunti a Bea.
L’ora successiva era buca, così si mise a leggere i circa 1500 messaggi arrivati sul WhatsUp, più della metà sulle sue figuracce delle ore precedenti. Persa in questi pensieri, fu improvvisamente assalita da un dubbio atroce; controllò sul diario, impallidì e per poco non svenne... Aveva invertito i compiti di greco e latino, svolgendo il numero della versione di latino sul libro di greco e viceversa … a poco meno di 40 minuti dall’interrogazione era nel panico più totale. Fu presa da un’improvvisa voglia di scappare di casa, sapeva bene che la Nannetti non si sarebbe accontentata di una versione copiata su internet. Prese in mano la situazione e si mise a tradurre; era una corsa contro il tempo! Decise che era meglio farsi mandare la versione da Bea, quindi le inviò un messaggio, ma ovviamente lei ci mise mezz’ora per risponderle.
Quando alle 11.00 la professoressa iniziò la lezione Lisa non aveva ancora tradotto una riga e soprattutto non aveva un piano: vide dall’altra parte la testa con i capelli un po’ arruffati dell’insegnante e pensò che non le restava altro che pregare. Era così concentrata nella sua preghiera che per poco non cadde dalla sedia, quando il rumore di un trapano la riportò sulla terra. Evviva, il vicino si era messo a trapanare nel muro che confinava con la sua camera! Naturalmente la professoressa le chiese subito di chiudere l’audio e tutte le compagne si misero a ridere. Rimase con la telecamera accesa ed il microfono muto per un po’, fino a quando non sentì la voce dell’insegnante chiamarla per l’interrogazione; accidenti, era stata estratta! Stava per iniziare la tortura quando il gatto, che fino a quel momento se ne era rimasto appisolato sul suo letto, si catapultò con un balzo sopra alla tastiera del suo computer, toccò il tasto d’accensione e lo spense. Lisa voleva sprofondare sotto terra; si buttò sul letto.. quella giornata era davvero un incubo! Rassegnata scrisse a Sofia e le chiese di dire alla prof. che aveva avuto un problema e non riusciva più a collegarsi, anche se sapeva che l’insegnante l’avrebbe presa come una scusa. 
Ad un tratto Lisa sentì qualcosa che le solleticava la schiena.. doveva essersi addormentata! “La videolezione, la Nannetti, la webcam, l’audio, Dante che vagava per il paradiso con il gatto…”. Si alzò di scatto e per un attimo restò confusa. Vide Sofia sdraiata accanto al suo lettino, il sole era alto nel cielo, il mare calmo. Svegliò la sua amica e le raccontò dello strano sogno che aveva fatto. Era il 2020 e un terribile virus aveva fermato il mondo, la gente era chiusa in casa, la scuola si faceva online ognuno rinchiuso nella propria cameretta, tutti collegati in videoconferenza, le persone non potevano più abbracciarsi, incontrarsi, vedersi, non c’erano più le mattine davanti a scuola, i pomeriggi passati insieme a studiare in biblioteca, le passeggiate per il centro.
Sofia la guardò un po’ stranita, pensò che Lisa aveva davvero una bella immaginazione, ma certe volte le sfuggiva un po’ di mano. Si alzarono e si diressero verso il mare; Lisa sperò che un tuffo avrebbe lavato via quella strana sensazione che aveva addosso.

                                                                                                                         Angel Franchi 2 C
La Bambina-Senza-Nome
In una piccola città, con piccole casette e piccole persone sorridenti, dove tutti si conoscevano come semplici vicini e tranquillamente trascorrevano la loro monotona vita, ogni cosa sembrava al suo posto, perciò nessuno osava pensare di cambiare qualcosa. Tutte le mattine infatti la signora Marchetti usciva di casa alle 6 in punto per comprare le uova e dello gnocco per la colazione dal panettiere Bellini, passava dal fruttivendolo Cipolla, ritirava la posta dalla signora Olivetti e nel ritornare verso la sua abitazione salutava tutto il vicinato. I giorni passavano uguali, finché un dì la signora Marchetti, di ritorno dal suo solito giro, incontrò una bambina. La piccola era minuta, ben vestita e con le rosee guanciotte piene, ma aveva lunghi capelli neri scarmigliati e una bella maglietta rossa sgualcita, seminascosta da un lungo giaccone verde, evidentemente troppo grande per lei. La signora subito cercò di ricordare chi fosse, o quantomeno chi potessero essere i suoi genitori, ma non le venne in mente nessuno. Stranita dall’insolita apparizione, iniziò a porle qualche domanda per poter risolvere in fretta la questione: “Come ti chiami? Dove sono i tuoi genitori?” ma la bambina le cantilenò prontamente: “Io da sola non mi chiamo, i miei genitori sono a casa loro e stanno con me quando passano di qua.” Spiazzata dall’insolita risposta, ritentò di carpirle informazioni più utili, ma lei, ostinata, le ripeteva la solita canzoncina. Dopo pochi minuti, tutto il paesello poté ammirare una bizzarra bambina correre per le strade, inseguita dalla signora Marchetti che strillava a più non posso per farla fermare, mossa dalla necessità di capire chi fosse quella marmocchia tanto strana.
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