Da Nucci
Le lacrime degli eroi,
Einaudi Editore
LACRIME DI IRA
Racconti della 1M
Liceo Musicale Modena
Le lacrime degli eroi,
Einaudi Editore
LACRIME DI IRA
Racconti della 1M
Liceo Musicale Modena
Non ne posso più!
“Ma quanto sei carino Lorenzetto”
“Proprio così tanto! Sei un bambino sempre soletto”
“Alcune volte non ti chiedi perchè non hai amici? Rispondo io a questa domanda! Mhhhh… intorno a te c’è un bel profumino! Ti ricordo che anche il tuo migliore amico se n’è andato...”
“Guarda… meglio che ce ne andiamo anche noi... stare con uno sfigato… no grazie!”
Tutte queste offese Lorenzo le prende da un gruppetto di compagni di scuola ogni volta che esce di casa e sempre le ignora.
Oggi pomeriggio Lorenzo decide di andare al parco per dimenticare tutte le offese che gli vengono dette; ogni volta sono sempre di più, ma lui è così forte che riesce a sopportarle o almeno ci prova. Camminare nel parco fa bene a Lorenzo, è da solo, senza compagnia, ma almeno non incontra persone che lo offendono e lo fanno stare male.
Dopo la passeggiata nel parco se ne torna a casa, fa i compiti e infine, dopo aver cenato con la sua famiglia, va a letto, ma è da un po’ di giorni che non riesce a dormire.
La mattina seguente, dopo una notte agitata, Lorenzo si sveglia e ha la sensazione che questa sia una giornata “speciale”; ha come un pensiero fisso: la sua vita non può andare avanti così! Si arrabbia con se stesso, disfa il letto, calcia la scrivania, butta per terra i libri, capisce che ha bisogno di sfogarsi, scoppia in un pianto liberatorio ed urla a gran voce: “Non c’è la faccio più!”
“Ma quanto sei carino Lorenzetto”
“Proprio così tanto! Sei un bambino sempre soletto”
“Alcune volte non ti chiedi perchè non hai amici? Rispondo io a questa domanda! Mhhhh… intorno a te c’è un bel profumino! Ti ricordo che anche il tuo migliore amico se n’è andato...”
“Guarda… meglio che ce ne andiamo anche noi... stare con uno sfigato… no grazie!”
Tutte queste offese Lorenzo le prende da un gruppetto di compagni di scuola ogni volta che esce di casa e sempre le ignora.
Oggi pomeriggio Lorenzo decide di andare al parco per dimenticare tutte le offese che gli vengono dette; ogni volta sono sempre di più, ma lui è così forte che riesce a sopportarle o almeno ci prova. Camminare nel parco fa bene a Lorenzo, è da solo, senza compagnia, ma almeno non incontra persone che lo offendono e lo fanno stare male.
Dopo la passeggiata nel parco se ne torna a casa, fa i compiti e infine, dopo aver cenato con la sua famiglia, va a letto, ma è da un po’ di giorni che non riesce a dormire.
La mattina seguente, dopo una notte agitata, Lorenzo si sveglia e ha la sensazione che questa sia una giornata “speciale”; ha come un pensiero fisso: la sua vita non può andare avanti così! Si arrabbia con se stesso, disfa il letto, calcia la scrivania, butta per terra i libri, capisce che ha bisogno di sfogarsi, scoppia in un pianto liberatorio ed urla a gran voce: “Non c’è la faccio più!”
Si sente meglio, è da tanto che aspetta quel momento; non è mai riuscito a esprimere in parole il suo malessere, ma queste volta è stato più forte di lui, le parole hanno vinto la paura e ce l’ha fatta: ha buttato fuori quello che ha dentro di sè!
Improvvisamente Lorenzo sente suonare alla porta di casa, è in lacrime e non ha tanta voglia di andare ad aprire, ma il campanello è così insistente che lo spinge ad andare a vedere chi è. Apre e si trova di fronte il suo migliore amico Thomas, proprio lui, quello che però gli aveva girato le spalle! Lorenzo gli chiude subito la porta in faccia, ma Thomas continua a suonare insistentemente il campanello. Lorenzo non ne può più e così riapre la porta, esclamando: “Caspiterina, cosa vuoi? Hai una bella faccia tosta, venire qua dopo tutto quello che è successo; lo sai che non ti voglio mai più rivedere!” Thomas con il fiatone risponde: “Lory, aspetta, ascoltami! Mi spiace, mi sono comportato davvero male con te! Ieri ti ho visto al parco, eri solo… Quello che stai vivendo è una situazione molto brutta e non puoi continuare ad affrontarla da solo. Io ho avuto paura, sono stato un vigliacco e mi sono allontanato da te. Ma ho capito di avere sbagliato; ho ripensato a tutte le volte che tu mi sei stato vicino quando avevo bisogno. Tu sei un vero amico! Ora tocca a me! Io sono con te; insieme denunceremo quegli “sfigati” e tutto quello che ti sta accadendo e chiederemo aiuto. ”
Lorenzo è contento; sa che può contare su Thomas perché lui è il suo migliore amico; si conoscono da quando erano piccoli e sono cresciuti insieme. Insieme a lui si sente ancora più forte e pronto per affrontare questa situazione.
Elisa
Improvvisamente Lorenzo sente suonare alla porta di casa, è in lacrime e non ha tanta voglia di andare ad aprire, ma il campanello è così insistente che lo spinge ad andare a vedere chi è. Apre e si trova di fronte il suo migliore amico Thomas, proprio lui, quello che però gli aveva girato le spalle! Lorenzo gli chiude subito la porta in faccia, ma Thomas continua a suonare insistentemente il campanello. Lorenzo non ne può più e così riapre la porta, esclamando: “Caspiterina, cosa vuoi? Hai una bella faccia tosta, venire qua dopo tutto quello che è successo; lo sai che non ti voglio mai più rivedere!” Thomas con il fiatone risponde: “Lory, aspetta, ascoltami! Mi spiace, mi sono comportato davvero male con te! Ieri ti ho visto al parco, eri solo… Quello che stai vivendo è una situazione molto brutta e non puoi continuare ad affrontarla da solo. Io ho avuto paura, sono stato un vigliacco e mi sono allontanato da te. Ma ho capito di avere sbagliato; ho ripensato a tutte le volte che tu mi sei stato vicino quando avevo bisogno. Tu sei un vero amico! Ora tocca a me! Io sono con te; insieme denunceremo quegli “sfigati” e tutto quello che ti sta accadendo e chiederemo aiuto. ”
Lorenzo è contento; sa che può contare su Thomas perché lui è il suo migliore amico; si conoscono da quando erano piccoli e sono cresciuti insieme. Insieme a lui si sente ancora più forte e pronto per affrontare questa situazione.
Elisa
Si sente meglio, è da tanto che aspetta quel momento; non è mai riuscito a esprimere in parole il suo malessere, ma queste volta è stato più forte di lui, le parole hanno vinto la paura e ce l’ha fatta: ha buttato fuori quello che ha dentro di sè!
Improvvisamente Lorenzo sente suonare alla porta di casa, è in lacrime e non ha tanta voglia di andare ad aprire, ma il campanello è così insistente che lo spinge ad andare a vedere chi è. Apre e si trova di fronte il suo migliore amico Thomas, proprio lui, quello che però gli aveva girato le spalle! Lorenzo gli chiude subito la porta in faccia, ma Thomas continua a suonare insistentemente il campanello. Lorenzo non ne può più e così riapre la porta, esclamando: “Caspiterina, cosa vuoi? Hai una bella faccia tosta, venire qua dopo tutto quello che è successo; lo sai che non ti voglio mai più rivedere!” Thomas con il fiatone risponde: “Lory, aspetta, ascoltami! Mi spiace, mi sono comportato davvero male con te! Ieri ti ho visto al parco, eri solo… Quello che stai vivendo è una situazione molto brutta e non puoi continuare ad affrontarla da solo. Io ho avuto paura, sono stato un vigliacco e mi sono allontanato da te. Ma ho capito di avere sbagliato; ho ripensato a tutte le volte che tu mi sei stato vicino quando avevo bisogno. Tu sei un vero amico! Ora tocca a me! Io sono con te; insieme denunceremo quegli “sfigati” e tutto quello che ti sta accadendo e chiederemo aiuto. ”
Lorenzo è contento; sa che può contare su Thomas perché lui è il suo migliore amico; si conoscono da quando erano piccoli e sono cresciuti insieme. Insieme a lui si sente ancora più forte e pronto per affrontare questa situazione.
Elisa
Improvvisamente Lorenzo sente suonare alla porta di casa, è in lacrime e non ha tanta voglia di andare ad aprire, ma il campanello è così insistente che lo spinge ad andare a vedere chi è. Apre e si trova di fronte il suo migliore amico Thomas, proprio lui, quello che però gli aveva girato le spalle! Lorenzo gli chiude subito la porta in faccia, ma Thomas continua a suonare insistentemente il campanello. Lorenzo non ne può più e così riapre la porta, esclamando: “Caspiterina, cosa vuoi? Hai una bella faccia tosta, venire qua dopo tutto quello che è successo; lo sai che non ti voglio mai più rivedere!” Thomas con il fiatone risponde: “Lory, aspetta, ascoltami! Mi spiace, mi sono comportato davvero male con te! Ieri ti ho visto al parco, eri solo… Quello che stai vivendo è una situazione molto brutta e non puoi continuare ad affrontarla da solo. Io ho avuto paura, sono stato un vigliacco e mi sono allontanato da te. Ma ho capito di avere sbagliato; ho ripensato a tutte le volte che tu mi sei stato vicino quando avevo bisogno. Tu sei un vero amico! Ora tocca a me! Io sono con te; insieme denunceremo quegli “sfigati” e tutto quello che ti sta accadendo e chiederemo aiuto. ”
Lorenzo è contento; sa che può contare su Thomas perché lui è il suo migliore amico; si conoscono da quando erano piccoli e sono cresciuti insieme. Insieme a lui si sente ancora più forte e pronto per affrontare questa situazione.
Elisa
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Combattere?
Tutti cadiamo in quel momento in cui dobbiamo decidere se lasciar stare, oppure dimostrare che nessuno ci può mettere i piedi in testa, quindi di conseguenza reagire al torto subito. E fu così che Billy diventò un eroe.
Aveva passato l’estate coi suoi soliti amici senza pensare che a settembre i sarebbero cominciate le scuole medie e che loro non sarebbero più stati amici come prima.
Il 15 settembre Billy si trovò davanti al portone della scuola felice ma, allo stesso tempo un po’ spaventato: niente sarebbe stato come prima.. Tutti lo guardavano come se fosse diverso, beh in un certo senso avevano anche ragione, tutti in quella scuola si conoscevano dalle elementari.
Per Billy sembrava andare tutto bene, finchè non arrivò Luca un bambino alto e grasso che giorno dopo giorno rubava, o come diceva lui prendeva in prestito la sua merenda. Billy non riusciva a dire niente, se ne stava nel suo banco da solo mentre gli tiravano cartacce e insulti, i professori vedevano tutto, ma si limitavano solo a dire “basta fate silenzio”. Erano arrivati al terzo ed ultimo anno di medie, l’anno che dovrebbe essere il più bello di tutti, ma per Billy invece fu un inferno. Una volta i suoi compagni di classe lo legarono al water con lo scotch, per non parlare delle volte in cui lo picchiavano quando andavano a giocare al campetto e lui sbagliava qualcosa. Ma l’ultimo giorno di scuola Billy si fece coraggio e durante la festa di fine anno prese il microfono e disse tutto quello che pensava su Luca e i suoi amichetti, sui professori e compagni che facevano finta di non vedere.
Billy non aveva mai perso il coraggio ma avrebbe perso il rispetto di se stesso se non avesse parlato quel giorno.
Yasser
Tutti cadiamo in quel momento in cui dobbiamo decidere se lasciar stare, oppure dimostrare che nessuno ci può mettere i piedi in testa, quindi di conseguenza reagire al torto subito. E fu così che Billy diventò un eroe.
Aveva passato l’estate coi suoi soliti amici senza pensare che a settembre i sarebbero cominciate le scuole medie e che loro non sarebbero più stati amici come prima.
Il 15 settembre Billy si trovò davanti al portone della scuola felice ma, allo stesso tempo un po’ spaventato: niente sarebbe stato come prima.. Tutti lo guardavano come se fosse diverso, beh in un certo senso avevano anche ragione, tutti in quella scuola si conoscevano dalle elementari.
Per Billy sembrava andare tutto bene, finchè non arrivò Luca un bambino alto e grasso che giorno dopo giorno rubava, o come diceva lui prendeva in prestito la sua merenda. Billy non riusciva a dire niente, se ne stava nel suo banco da solo mentre gli tiravano cartacce e insulti, i professori vedevano tutto, ma si limitavano solo a dire “basta fate silenzio”. Erano arrivati al terzo ed ultimo anno di medie, l’anno che dovrebbe essere il più bello di tutti, ma per Billy invece fu un inferno. Una volta i suoi compagni di classe lo legarono al water con lo scotch, per non parlare delle volte in cui lo picchiavano quando andavano a giocare al campetto e lui sbagliava qualcosa. Ma l’ultimo giorno di scuola Billy si fece coraggio e durante la festa di fine anno prese il microfono e disse tutto quello che pensava su Luca e i suoi amichetti, sui professori e compagni che facevano finta di non vedere.
Billy non aveva mai perso il coraggio ma avrebbe perso il rispetto di se stesso se non avesse parlato quel giorno.
Yasser
Molto più che semplici amici
Elio fu così contento del fatto che il ragazzo lo avesse difeso che si fiondò tra le sue braccia e decise che non si sarebbe più staccato da esse.
Erano molto più che amici, tutti lo avevano capito, tutti tranne loro due, o forse erano solamente bravi a nasconderlo.
Quando girovagavano per i corridoi tra una lezione ed un’altra non si tenevano di certo la mano o si scambiavano gesti affettuosi, non lo facevano per vergogna o forse, molto più probabilmente, per paura del giudizio del resto delle persone a scuola. Si sa che questa società non prova molta simpatia per l’omosessualità.
I due ragazzi venivano spesso paragonati ad Achille e Patroclo, in effetti, tutti trovavano che il loro rapporto fosse simile a quello dei due eroi.
Elio, il minore, era un ragazzo minuto e con una testa ricoperta di ricci scuri che ondeggiavano quando si muoveva con piccoli saltelli agili, non aveva un carattere estremamente forte, era insicuro e aveva paura di molte cose, per questo veniva spesso preso in giro dai bulli, ma non se ne preoccupava più di tanto in realtà, perché c’era sempre Niccolò, il maggiore, a proteggerlo.
Elio però non sembrava contento del rapporto di solo amicizia ed eros tra lui e Niccolò, voleva qualcosa di più, era sicuro di amarlo e voleva una relazione col ragazzo.
Elio fu così contento del fatto che il ragazzo lo avesse difeso che si fiondò tra le sue braccia e decise che non si sarebbe più staccato da esse.
Erano molto più che amici, tutti lo avevano capito, tutti tranne loro due, o forse erano solamente bravi a nasconderlo.
Quando girovagavano per i corridoi tra una lezione ed un’altra non si tenevano di certo la mano o si scambiavano gesti affettuosi, non lo facevano per vergogna o forse, molto più probabilmente, per paura del giudizio del resto delle persone a scuola. Si sa che questa società non prova molta simpatia per l’omosessualità.
I due ragazzi venivano spesso paragonati ad Achille e Patroclo, in effetti, tutti trovavano che il loro rapporto fosse simile a quello dei due eroi.
Elio, il minore, era un ragazzo minuto e con una testa ricoperta di ricci scuri che ondeggiavano quando si muoveva con piccoli saltelli agili, non aveva un carattere estremamente forte, era insicuro e aveva paura di molte cose, per questo veniva spesso preso in giro dai bulli, ma non se ne preoccupava più di tanto in realtà, perché c’era sempre Niccolò, il maggiore, a proteggerlo.
Elio però non sembrava contento del rapporto di solo amicizia ed eros tra lui e Niccolò, voleva qualcosa di più, era sicuro di amarlo e voleva una relazione col ragazzo.
Cercava di farglielo capire in tutti i modi: lo guardava continuamente durante le loro camminate, attirava la sua attenzione il più possibile e pendeva dalle sue labbra ogni volta che il ragazzo apriva bocca.
Un giorno, uscendo da scuola, Elio decise di attirare l’attenzione di Niccolò prendendogli la mano ed egli ne fu estremamente contento, perché sotto sotto anche lui amava sul serio il giovane.
Uscirono e decisero di rimanere sotto un albero nel giardino della scuola per riposarsi un po’, pensavano di essere soli, così Elio decise di avvicinarsi al ragazzo e finalmente lo baciò.
Dopo poco però furono interrotti da un ragazzo che li guardava male, uno dei soliti bulli della scuola che non facevano altro che importunare Elio e, come al solito, si mise a insultare il ragazzo per la sua sessualità.
Niccolò non ne poteva più di sentire continui insulti verso il più piccolo, così si alzò e si mise a discutere con il giovane e stupido bullo che, non sapendo più come rispondere al ragazzo, se ne andò finalmente.
Niccolò in quel momento si sentì come Patroclo, prendendo il posto del giovane Achille durante la battaglia, sentì di essersi mostrato coraggioso, almeno un po’, anche se il suo gesto non era stato così tanto valoroso. Ma tanto bastò perché fossero lasciati in pace.
Agata
Un giorno, uscendo da scuola, Elio decise di attirare l’attenzione di Niccolò prendendogli la mano ed egli ne fu estremamente contento, perché sotto sotto anche lui amava sul serio il giovane.
Uscirono e decisero di rimanere sotto un albero nel giardino della scuola per riposarsi un po’, pensavano di essere soli, così Elio decise di avvicinarsi al ragazzo e finalmente lo baciò.
Dopo poco però furono interrotti da un ragazzo che li guardava male, uno dei soliti bulli della scuola che non facevano altro che importunare Elio e, come al solito, si mise a insultare il ragazzo per la sua sessualità.
Niccolò non ne poteva più di sentire continui insulti verso il più piccolo, così si alzò e si mise a discutere con il giovane e stupido bullo che, non sapendo più come rispondere al ragazzo, se ne andò finalmente.
Niccolò in quel momento si sentì come Patroclo, prendendo il posto del giovane Achille durante la battaglia, sentì di essersi mostrato coraggioso, almeno un po’, anche se il suo gesto non era stato così tanto valoroso. Ma tanto bastò perché fossero lasciati in pace.
Agata
IL RISPETTO PER SE STESSI
“Dai, picchialo più forte!” esclamavano gli altri in coro, rivolgendosi a Gianluca; stava prendendo a calci un ragazzino di prima media perché lo aveva spinto per sbaglio, tutto normale insomma per la loro quotidianità.
“Lorenzo dai, dagli qualche calcio anche tu!” gridò il bullo, Lorenzo era il suo migliore amico, non era poi così cattivo ma, pur di non deludere Gianluca, partecipava alle sue aggressioni gratuite verso i più piccoli, spesso osservando e basta.
“No dai” rispose un po’ intimorito dalla reazione che avrebbe potuto avere l’amico,
“Perché, scusa, vuoi difenderlo?” gli disse Gianluca, offeso dalla risposta ricevuta e infatti, come se non bastasse, spinse Lorenzo verso il povero ragazzino di prima media che ormai si copriva la testa con le mani per la paura.
“Dai, colpiscilo” gli disse sottovoce come se gli stesse dando un consiglio amichevole.
Non poteva farlo, se se Lorenzo lo avesse fatto, se lo avesse colpito, avrebbe perso il rispetto di se stesso, ma se non lo avesse fatto avrebbe perso il rispetto di tutti i “fan” di Gianluca e si sarebbe ritrovato al posto di Davide, la vittima del giorno.
Probabilmente Lorenzo era l’unico a conoscere il nome di quel ragazzino, ma non poteva dirlo agli altri. Qualche mese prima Davide aveva aiutato Lorenzo, quest'ultimo era ancora con le stampelle a causa di un incidente stradale, per cui non riusciva a salire le scale e un giorno Davide lo vide in difficoltà e senza dirgli niente, lo aiutò. Fecero amicizia e dopo un po’ si allontanarono ma Lorenzo non avrebbe mai potuto dimenticare quel gesto, così banale quanto speciale per lui, dunque non poteva fargli del male.
“Lorenzo, ci sei?” gli chiese Gianluca dandogli un colpo sul braccio,
“Dai, picchialo più forte!” esclamavano gli altri in coro, rivolgendosi a Gianluca; stava prendendo a calci un ragazzino di prima media perché lo aveva spinto per sbaglio, tutto normale insomma per la loro quotidianità.
“Lorenzo dai, dagli qualche calcio anche tu!” gridò il bullo, Lorenzo era il suo migliore amico, non era poi così cattivo ma, pur di non deludere Gianluca, partecipava alle sue aggressioni gratuite verso i più piccoli, spesso osservando e basta.
“No dai” rispose un po’ intimorito dalla reazione che avrebbe potuto avere l’amico,
“Perché, scusa, vuoi difenderlo?” gli disse Gianluca, offeso dalla risposta ricevuta e infatti, come se non bastasse, spinse Lorenzo verso il povero ragazzino di prima media che ormai si copriva la testa con le mani per la paura.
“Dai, colpiscilo” gli disse sottovoce come se gli stesse dando un consiglio amichevole.
Non poteva farlo, se se Lorenzo lo avesse fatto, se lo avesse colpito, avrebbe perso il rispetto di se stesso, ma se non lo avesse fatto avrebbe perso il rispetto di tutti i “fan” di Gianluca e si sarebbe ritrovato al posto di Davide, la vittima del giorno.
Probabilmente Lorenzo era l’unico a conoscere il nome di quel ragazzino, ma non poteva dirlo agli altri. Qualche mese prima Davide aveva aiutato Lorenzo, quest'ultimo era ancora con le stampelle a causa di un incidente stradale, per cui non riusciva a salire le scale e un giorno Davide lo vide in difficoltà e senza dirgli niente, lo aiutò. Fecero amicizia e dopo un po’ si allontanarono ma Lorenzo non avrebbe mai potuto dimenticare quel gesto, così banale quanto speciale per lui, dunque non poteva fargli del male.
“Lorenzo, ci sei?” gli chiese Gianluca dandogli un colpo sul braccio,
“Si certo...mi dispiace Gianluca ma non posso continuare ad aiutarti con questi atti di bullismo contro persone che neanche conosci” ebbe il coraggio di rispondere e, così facendo, diede una mano a Davide ad alzarsi e se ne andarono.
Quel giorno ebbe anche un altro effetto: Lorenzo aveva cambiato il modo di fare di Gianluca, che aveva smesso di prendersela con gli altri almeno nella loro scuola…
Aveva perso il rispetto dei suoi ex-amici bulli ma ne valeva la pena visto che era orgoglioso di se stesso.
Carlotta
Quel giorno ebbe anche un altro effetto: Lorenzo aveva cambiato il modo di fare di Gianluca, che aveva smesso di prendersela con gli altri almeno nella loro scuola…
Aveva perso il rispetto dei suoi ex-amici bulli ma ne valeva la pena visto che era orgoglioso di se stesso.
Carlotta