La storia di Malala

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Malala viene dapprima ricoverata ed operata all'ospedale militare di Peshawar (Pakistan), dove le vengono rimossi i proiettili dalla testa.&nbsp;

Se hai scelto la seconda opzione hai scelto di continuare a lottare. Bravo!!

La tua scelta coincide con quella fatta da Malala. Lei non si è arresa e ha deciso, nonostante quello che le è successo, di continuare nella sua missione.

Nonostante la consapevolezza della situazione politica del suo Paese, Malala non si arrende e decide, coraggiosamente, di sfidare i tiranni lavorando in collaborazione con la BBC alla redazione di un blog e continuando ad andare a scuola.

Malala cresce con la passione per lo studio. Nel 2009 però il governo talebano impone la chiusura delle scuole femminili, impedendole di fatto il suo diritto allo studio, alla carriera e ad una vita libera ed indipendente.

Dopo la sua riabilitazione Malala ha conseguito tre importanti traguardi, quasi impensabili considerando il suo retaggio. Il primo è stato il discorso alle Nazioni Unite. Il discorso che Malala Yousafzai tiene all’assemblea della gioventù delle Nazioni Unite nel 2013, il giorno del suo sedicesimo compleanno, oltre che una denuncia delle violenze del regime talebano è un’orgogliosa rivendicazione del potere dell’educazione come strumento per riappropriarsi dei diritti calpestati in tutto il mondo. Ogni conquista di civiltà è una vittoria non solo per se stessi ma per il mondo intero. “Pensavano di farci tacere con i proiettili, ma non ci sono riusciti” &nbsp;&nbsp;Malala Yousafzai

Malala Yousafzai discorso alle Nazioni Unite - sub ITA

Se hai scelto la prima opzione hai preferito rinunciare alla lotta….Peccato!!!

La tua scelta, per quanto condivisibile sotto alcuni aspetti, dà vita ad un nuovo mondo, un mondo che ha perso tanto. In questo mondo Malala si è arresa e ha rinunciato a parecchie conquiste importanti sia per se stessa che per l’intera umanità. Sei pentito? Curioso di come sarebbe potuta andare la storia? se sì, continua….&nbsp;

Continuo la mia vita, pensando solo a me stesso.

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Mi batto per maggiori diritti nonostante le minacce dei talebani

GRUPPO “I COSTRUTTIVISTI” DORA BARONE LYDIA CRISCUOLO CLAUDIO CANCEDDA&nbsp; &nbsp;FABIO BORRELLI &nbsp;&nbsp;ENRICO CAMPANILE &nbsp;CHRISTIAN FIORILLO

La Storia è ambientata in Pakistan. In questo paese il potere è nelle mani dei talebani, i quali limitano ogni tipo di libertà, compresa quella di studio, alle donne e alle minoranze in generale. Proprio in questo contesto si svolge la storia di Malala.&nbsp; Malala nasce a Mingora, in Pakistan, nel 1997.

Il secondo è il premio Nobel per la pace conferito a Malala all’età di 17 anni. Questo è uno dei riconoscimenti più importanti al mondo (tra i vincitori si annoverano Madre Teresa e Nelson Mandela).

Il terzo obiettivo è quello della tanto desiderata laurea conseguita nella prestigiosissima università di Oxford nel 2020.

…quando, lungo il tragitto, un gruppo armato di talebani blocca il bus.

Il 9 ottobre 2012 sembra un giorno come gli altri, in cui Malala è andata a scuola. Dopo la lezione sale sull’autobus per tornare a casa…

Subito dopo viene trasferita in Inghilterra, in un ospedale di Birmingham che si offre di darle&nbsp; ulteriori cure.

«Oggi tutti noi sappiamo che l’istruzione è uno dei nostri diritti inviolabili. E non solo in Occidente. Nel Corano è scritto che Dio vuole che noi abbiamo la conoscenza, vuole che sappiamo perché il cielo è blu e che impariamo a conoscere gli oceani e le stelle. So che si tratta di una battaglia molto dura: nel mondo ci sono ancora 57 milioni di bambini che non frequentano la scuola primaria, e di questi 32 milioni sono femmine. Ed è molto triste ricordare che proprio il mio paese, il Pakistan, è uno dei peggiori: 5,1 milioni di bambini che non vanno nemmeno alle elementari anche se la nostra Costituzione dice che tutti i bambini hanno il diritto di frequentare la scuola. Abbiamo quasi 50 milioni di adulti analfabeti, due terzi dei quali sono donne come mia madre. Prendiamo in mano i nostri libri e le nostre penne. Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo».