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Il libro della I A - IC Vigone

by Ilaria Sarà

Cover

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E tu , che cosa vedi?
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„Quando guardate, guardate lontano, e anche quando credete di star guardando lontano, guardate ancor più lontano!“

 Robert Baden-Powell
Un progetto interdisciplinare

Italiano - Prof.ssa Denaro
Arte - Prof.ssa Sarà
È un pomeriggio di aprile caldo e tranquillo, sono in cortile sdraiata sull’amaca mentre osservo felice ma malinconica il paesaggio. Le strade di tutto il paese sono deserte, perfino la ciclabile, una volta molto affollata, adesso è silenziosa e desolata. 
Tutto il giorno c’è un silenzio strano un po’ inquietante, tranne alle 18, quando tutti si mettono a suonare e cantare dai balconi cercando di portare felicità e speranza. 
Ovunque noto cartelloni e bandiere appese alle case, guardandoli cerco di crederci, credere che andrà tutto bene. 
In questi giorni ho capito l’importanza di cose che prima ritenevo scontate e trascuravo, come andare a scuola, uscire con gli amici, abbracciarsi. 
Ho capito che queste azioni non sono scontate e mi mancano e ho capito che sono fortunata quando posso farle. Dalla finestra vedo campi estesi, che sembrano infiniti. 
Vorrei stare lì fuori a divertirmi e, quando guardo quei campi, ho la sensazione di correre senza fermarmi mai. Mi sento come se questo periodo fosse finito. Spero che accada davvero quello che penso, che il virus finisca ora. 
Vedo anche le montagne, alte e meravigliose. Ci sono degli alberi sui quali si posano piccoli uccellini che cinguettano felici. In alcuni momenti in cui sconforto e noia mi turbano, vado in cortile a giocare con i cani e con la palla e i pensieri negativi scompaiono dando spazio al divertimento.
Prima consideravo la mia casa come un posto piccolo in cui non c’era nulla da fare, ma ora ho scoperto che è qualcosa di più: la nostra casa ci protegge ma ci collega anche con il mondo esterno. Ad esempio, ogni tanto vado sul balcone e guardo il paese tranquillo, tutto è silenzioso e io mi rilasso. Sento come se fossi lì, tranquilla a passeggiare, come una volta. Le nostre case sono cambiate, sono i posti in cui sentirci sicuri e protetti e che ci collegano al mondo esterno. Anche noi stiamo cambiando: quando tutto sarà finito sarò cambiata anche io, avrò imparato molte nuove cose importanti. 
Mi mancano i miei amici, le mie passioni e le abitudini di prima. Osservare il paese così è strano e insolito, non ho mai visto le strade così silenziose e senza gente che le percorre. La mia casa è un po’ come uno scudo che mi protegge da questo virus. Rimanendo a casa ho imparato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, capendo che non sempre va tutto alla perfezione ma ci sono dei momenti in cui bisogna adattarsi a ciò che succede.
Prima consideravo la mia casa come un posto piccolo in cui non c’era nulla da fare, ma ora ho scoperto che è qualcosa di più: la nostra casa ci protegge ma ci collega anche con il mondo esterno. Ad esempio, ogni tanto vado sul balcone e guardo il paese tranquillo, tutto è silenzioso e io mi rilasso. Sento come se fossi lì, tranquilla a passeggiare, come una volta. Le nostre case sono cambiate, sono i posti in cui sentirci sicuri e protetti e che ci collegano al mondo esterno. Anche noi stiamo cambiando: quando tutto sarà finito sarò cambiata anche io, avrò imparato molte nuove cose importanti. 
Mi mancano i miei amici, le mie passioni e le abitudini di prima. Osservare il paese così è strano e insolito, non ho mai visto le strade così silenziose e senza gente che le percorre. La mia casa è un po’ come uno scudo che mi protegge da questo virus. Rimanendo a casa ho imparato a guardare il mondo da un’altra prospettiva, capendo che non sempre va tutto alla perfezione ma ci sono dei momenti in cui bisogna adattarsi a ciò che succede.
Stiamo vivendo un periodo strano e difficile, nonostante ciò le nostre finestre possono diventare un punto di contatto con il mondo esterno, bello e curioso. Io abito in centro a Cercenasco e la finestra di casa mia è una finestra “curiosona”. Infatti, abito a pochi passi dalla chiesa e su una strada di passaggio, ovvero la strada che collega Cercenasco a Vigone. Dalla mia finestra si vedono molte cose. Ciò che più mi piace è il panettiere, che si trova proprio di fronte casa mia. Spesso il profumino dei baci di dama al cioccolato mi sveglia. Appena mi alzo, sposto la tenda e guardo la gente che va e che viene. Alcune persone non seguono le regole, non indossano le mascherine e stanno attaccate le une alle altre. Ciò che non manca mai nel corso della giornata sono le sirene dell’ambulanza e i signori della Protezione Civile che fanno i controlli. Ogni volta che passa un’ambulanza, la gente dentro casa si immobilizza e incrocia le dita. Io provo molta ansia perché penso alla povera persona che deve essere portata in ospedale. Penso anche a coloro che sono in prima linea nella lotta contro il virus, i nostri “angeli azzurri”. A pochi metri da casa mia si trova una tabaccheria e dalla mia finestra vedo anche la porta d’ingresso. Ogni volta che la guardo in me comincia a ribollire la rabbia perché la gente entra a casaccio e senza mascherina e guanti. 
In questo periodo non sto vedendo neppure i miei parenti se non dalla finestra per salutarci.Ciò nonostante io mi sento molto fortunato perché abito in una casa con un gran bel giardino e questo mi rende molto felice. 
La cosa che mi manca di più in assoluto è la scuola: ogni volta che ci penso mi metto a piangere ricordando i bei momenti passati insieme.
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