Progetto Continuità 21/22 (versione text to Speech Reader)

La maggior parte dei supereroi presenti aveva scoperto i poteri verso i quindici anni; infatti, utilizzarli per aiutare le persone e la città richiedeva cinque anni di pratica nel palazzo dei supereroi. Passati questi cinque anni, Greta e Matteo lasciarono l'ambito scolastico. Avevano ormai compiuto lui i diciassette e lei i sedici anni, quando misero in atto i loro poteri aiutando le persone, gli animali, l'ambiente e la città a migliorare. I genitori, per i loro figli, provavano molta stima, ed erano molto soddisfatti di aver cresciuto due supereroi, che davano tutto se stessi per aiutare a cambiare in meglio la vita degli altri.

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Una fiaba di Valerio I A - Scuola Secondaria

C’era una volta un bambino di dieci anni, molto disordinato e sbadato, perdeva sempre tutto, soprattutto odiava mettere i calzini e finiva sempre a perderli chissà&nbsp;dove.&nbsp; La mamma ogni volta glieli ricomprava, ma lui continuava a perderli, e la mattina faceva sempre tardi a scuola per ritrovarli. Un giorno Maurizio, era questo il suo nome, mentre cercava l'ennesimo paio di calzini perduti, si affacciò in finestra. In quel momento notò una nuvola che si avvicinava sempre di più a lui. ‘’Perché sei triste? Che cosa è successo?’’ ‘’Wow, una nuvola parlante!’’ pensò Maurizio e rispose: ‘’Perdo sempre tutto, e non trovo mai i calzini, sto facendo tardi a scuola pure oggi.’’&nbsp; La nuvoletta disse: ’’Non ti preoccupare, ti aiuto io! Prendi un po' del mio pancino e avvicinalo ai tuoi piedini, e guarda cosa succede!’’&nbsp; Maurizio prese un batuffolo della nuvola e come per magia il batuffolo prese la forma di calzini perfetti, caldi e comodi. Maurizio era stupito e felice, ringraziò la nuvola e le chiese se sarebbe tornata a trovarlo. ‘’Ma certo, a me piace aiutare, soprattutto i bambini’’.

Progetto Continuità - I.C. Poggiali Spizzichino

biondo abbastanza lunghi e occhi marrone chiaro.&nbsp; La scuola delle quattro ragazze era, al suo interno, luminosa, grande e tutta da esplorare. Cosi Amely, durante la ricreazione, si allontanò dalla classe e si ritrovò in un bellissimo orto, molto curato e pieno di ortaggi. Amava le carote e quindi ne prese una; stava per mangiarla quando… poof sparì nel nulla.&nbsp; Anche Alessia si allontanò ed arrivò fino al laboratorio di arte, alzò un pennello e sparì anche lei nel nulla.&nbsp; Così successe anche ad Alice che era andata in biblioteca e ad Alexandra che era arrivata fino alla palestra.&nbsp; Le quattro poi, non si sa come, si ritrovarono assieme in una stanza tetra, cupa e vuota simile a una tela senza colori. Ma Alessia ed Alice non si scoraggiarono e quel pomeriggio, insieme alle altre due ragazze appena conosciute, decisero di dar vita ad uno spettacolo ispirato a “ Piccole Donne”. Erano perfette per quei ruoli: Alexandra avrebbe interpellato Amy, la più piccola; Alice avrebbe interpretato Beth; Alessia sarebbe stata Jo e Amely, invece, avrebbe fatto la parte di Meg. I costumi, molto particolari, sarebbero stati cuciti personalmente da Amely. La scenografia, senz'altro stupenda, sarebbe stata dipinta da Alexandra.

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già pronte per essere portate via venivano sparpagliate di nuovo nel giardino pubblico anche se non c’era un filo di vento, e altre strane cose…&nbsp; Le videocamere di sorveglianza registrarono il momento in cui Lulù tornò ad essere visibile e il video venne trasmesso in tv. I cittadini cominciarono a disprezzare l’intera famiglia, ma i padroni di Lulù non diedero importanza all’opinione della gente e proseguirono la loro vita dando alla cagnolina ancora più amore di prima.

- Dove eri prima di stare qua? - Io prima stavo nel 2021. &nbsp;La coppia pensava che stessi dicendo una bugia e così se ne è andata via. A questo punto, mi sono rimesso in cammino e ho notato una stranezza: casa mia era diventata una ziqqurat enorme. Ho capito che quei signori mi avevano spedito nel 2000 a. C.&nbsp; Inizialmente mi sono spaventato, ma subito dopo mi sono accorto di essere il sovrano, il re della città; quando passo, tutti si inchinano: insomma, è bellissimo questo posto! C’è&nbsp;solo un problema: non so governare da solo un’intera città, quindi ho deciso di fondare una democrazia per farmi aiutare.&nbsp; Sono passati molti anni, ormai, devo ritornare nel 2021, il mio viaggio è finito. Sono tornato dai miei genitori e ho raccontato loro tutto quello che è successo. Ora ho il potere di prevedere il futuro e di ricordare il passato fino al&nbsp;2000 a.C.

diceva di cercare l’albero saggio, il più grande e colorato. Le ragazze restarono molto confuse, invece l’anziana donna disse di conoscere il posto preciso. Dopo un’ora di cammino, lo trovarono, lo toccarono con forza e, scuotendolo ben bene, l’anello cadde dalle fronde. Felice più che mai la signora bevve subito la pozione e le ferite sparirono. Si abbracciarono, iniziarono a saltellare come in un balletto, poi si salutarono e ognuna con la gioia nel cuore fece ritorno a casa sua.

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Fiabe e altri racconti

...è nato da un'idea e dal lavoro di coordinamento della prof.ssa

...è stato interamente realizzato dalla prof.ssa

...è nato all'interno della "Commissione continuità e orientamento" dell'IC Poggiali Spizzichino: funzione strumentale prof.ssa

Una leggenda di Sara e Flavia con Sofia e Carmen I B - Scuola Secondaria

In un luogo lontano, ai confini del mondo, è esistita una città di nome Radal, governata dal re Tord. Di questa città e di questo re sappiamo ben poco, ma è certo che un giorno il re dovette partire in guerra per difendere il suo popolo dall'attacco di un villaggio vicino. Così, lasciò la moglie Atena e la figlia Yara di quattro anni, portando con sé, come unico ricordo della famiglia, uno splendido medaglione con all'interno un ritratto di loro tre. Dovete sapere che la battaglia si svolse nello stesso luogo dove, alla fine del Novecento, fu costruita la scuola “Poggiali - Spizzichino”. Non solo: l'ingegnere edile che costruì la scuola ritrovò proprio il medaglione che re Tord aveva smarrito durante la battaglia finale (battaglia in cui, fortunatamente, era riuscito a difendere il suo amato popolo).

Fino a trent’anni fa l'ingegnere è stato il custode e il protettore sia del medaglione sia della scuola. Prima di morire, però, ha nascosto il ciondolo in un luogo segretissimo.

mettendone molti in un grande sacco. Così tornò a Napoli con tantissimi dolci, che donò ai Napoletani.&nbsp;

Questa storia insegna che bisogna credere sempre in se stessi e non arrendersi mai neanche davanti alle più grandi difficoltà.

Una fiaba di Milla I G - Scuola Secondaria

C'era una volta una tigre che sentì parlare di alcune prove da sostenere per vedere qual era l’animale migliore. A quelle prove partecipavano: un serpente, un’aquila, uno squalo e un misterioso gatto. La prima prova era quella di forza: si dovevano affrontare la tigre e il gatto. La tigre pensava di aver vinto in partenza ma poi, quando la prova cominciò, si diffuse nell’aria una nebbia molto fitta e, quando questa si dissolse, la tigre era a terra mentre il gatto aveva vinto. La prova successiva era il nuoto e si dovevano affrontare lo squalo e il serpente. A questa prova il serpente capì di non avere speranze contro lo squalo e quindi si arrese. La terza prova era la corsa ad ostacoli ma, siccome rimaneva solo l’aquila, i giudici decisero di far scontrare l’aquila e la tigre: chi vinceva avrebbe continuato la gara, chi perdeva sarebbe stato fuori. Vinse la tigre ma per poco, perché l’aquila era solo a un metro da lei. Così la tigre rientrò in gara e per quel giorno le gare finirono. Ricominciarono il giorno seguente con la gara della velocità. Erano rimasti in gara solo la tigre, il gatto e lo squalo, e gareggiarono lo squalo

dopo la scuola fu riaperta. Ma Niccolò non ne era convinto e, siccome sentiva degli strani rumori provenire proprio dal bagno, senza perdere altro tempo, decise di andare a controllare di persona. Guardò nel water, ovviamente, e... cosa vide? Una specie di polpo o meglio UN VERO KRAKEN DEI BAGNI! Il kraken aveva otto freddi, umidi e viscidi tentacoli che si agitavano nell’acqua. Rimasero entrambi immobili finché dal Kraken non uscì un getto giallo che quasi colpì Niccolò. Lui scappò e raccontò tutto ai suoi professori e poi, quando tornò a casa, anche ai genitori. Ma nessuno gli credette. Niccolò, così, fu costretto a non mettere più piede in bagno. Poi, non si sa come, scomparve un bambino, proprio come era scomparso l'idraulico, e la scuola restò chiusa fino a che non furono entrambi ritrovati. Erano coperti dalla melma gialla del kraken, ma vivi. Fu grazie a loro che si scoprì che il kraken esisteva davvero e che usciva dal water soltanto in alcuni orari: in prima, terza e sesta ora.

Questo è il vero motivo degli orari per andare in bagno alla scuola “Poggiali Spizzichino”. E se poi non ci credete e volete verificare, beh...

Una fiaba di Jobier, Sara, Nicolas, Sofia I G - Scuola Secondaria

C'era una volta un mago, ma questo mago era un gatto. Veniva chiamato Mago Gatto e viveva su un’antica e alta montagna ricoperta di muschio. Da quelle parti c’era un piccolo paesino di cinquecento abitanti dove vivevano quattro ragazzi: il più piccolo si chiamava Lorenzino, poi c’erano i due gemelli Pierina e Alfredino, ed infine c’era il più grande che si chiamava Jacopo. Con loro c’era un cane di nome Tim, che aveva il pelo lungo e scuro e la punta della coda bianca. Un giorno a scuola i ragazzi sentirono parlare di un certo Mago Gatto e si domandarono subito chi fosse. Chiesero ai passanti che incontrarono se sapessero dove viveva. Un giorno i ragazzi incontrarono uno strano e anziano signore, con la barba lunga e candida, che aveva un bastone in mano, un bastone con dentro una piccola pietra verde e luccicante. I quattro ragazzi e Tim gli corsero subito incontro e dissero: “Salve, per caso lei conosce la leggenda del Mago Gatto?”. E lui rispose: “Oh… E voi chi siete? Dovete svelarmi la vostra identità per sapere dove giace il potente Mago Gatto, ah ah…”. Loro risposero: “Siamo solo dei bambini che vogliono scoprire la verità sul mago Gatto”. L’anziano e saggio signore, sorpreso dal fatto che dei giovani si interessassero a un’antica leggenda, gli disse un indovinello che gli sarebbe

Le docenti della Scuola Secondaria

Le docenti e i docenti della Scuola Primaria

Prof.ssa C. Consoni con la classe I A Prof.ssa A. Poetto con la classe I B Prof.ssa B. Pascarelli con la classe I C Prof.ssa M. T. Coscino con le classi I D e I E Prof.ssa L. Dalla Costa con la classe I F Prof.ssa A. Simeoni con le classi I G e III I

Le docenti della Scuola dell'Infanzia

Plesso "Ambrosini" Plesso "Berto" Plesso "Croce" Plesso "Leonori" Scuola "I monelli" Scuola "Mappa... Mondo"

Ins. M. T. Bono e C. Bruni Prenestino con la classe V A Ins. R. Cristina e F. Esposito con la classe V B Ins. V. Stellato e A. M. Nardella con la classe V C Ins. O. Lubrano Lavadera con la classe V D Ins. P. Fainelli, D. De Leonibus, T. Vignali con la classe V F Ins. T. Tallarico, E. Guarisco, L. Verbani, G. Giumini con la classe V G Ins. A. Mozzicato e D. Di Vito con la classe V I Ins. D. Pappalardo, E. Ferraioli, O. M. Di Ruzza con la classe V L Ins. A. Perfetti e R. Bocchetti con la classe IV A Ins. M. Gullo e G. Vitale con la classe IV B Ins. A. Daquino e F. Palazzo con la classe IV C Ins. S. Cocco e A. Iavazzo con la classe IV D Ins. L. Berardinone, E. Guarisco, V. Curi, G. Giumini con la classe IV E Ins. E. Loi con la classe IV F Ins. E. Buccilli e C. Zaccagnini con la classe IV G Ins. M. T. Silvestre con la classe IV H Ins. S. Astolfi, A. Caraccio, F. Sauchelli con la classe IV I Ins. M. L. Cavaliere, P. Giorgi, F. Sauchelli con la classe IV L

in quell’istante, espresse il desiderio di tornare nel mondo normale dalla mamma. Quindi Andrea tornò a dormire e la mattina dopo si ritrovò dalla mamma e si abbracciarono fortissimo piangendo dalla gioia. Babbo Natale lasciò sotto l’albero una pallina di vetro con dentro della neve: scuotendola&nbsp;si poteva esprimere un desiderio e da quel giorno in poi tutti furono felici!

rinchiusi e così avvenne. I cavalieri però non riuscirono a scappare dalla torre e Stregobor li trattenne come ostaggi, chiedendo in cambio della loro liberazione il “libro oscuro”.&nbsp; I maghi collaborando con i cavalieri riuscirono a sconfiggere Stregobor anche se lui ottenne il “libro oscuro”.

Insolite amicizie tra lemuri ed elefanti

Una favola di Giorgia, Miriam, Raoul, Francesco I F - Scuola Secondaria

Era una calda mattinata nella savana africana e una famiglia di elefanti e una di lemuri si erano appena svegliate. Dopo le loro attività mattutine, si diressero verso una pozza d’acqua. Lì le due famiglie si incontrarono e i due cuccioli iniziarono a giocare insieme mentre le madri, dopo aver bevuto, andarono a cercare del cibo. Mamma lemure chiese all’elefantessa: “Potrei salire sul tuo dorso così che io possa arrivare a cogliere i frutti più in alto?” E la possente elefantessa rispose: “Certo, sali pure!”. Così, presero entrambe il cibo necessario per la giornata.&nbsp; Quando tornarono alla pozza, videro i due cuccioli che giocavano in armonia. I piccoli chiesero alle loro mamme:

“Possiamo tornare a casa insieme e poi giocare tra gli alberi?”. Esse risposero felici e serene: “Certamente!”.&nbsp;

Un racconto di Samuele I A - Scuola Secondaria

Marco e Giulia avevano rispettivamente 11 e 12 anni, si erano trasferiti in Florida con i loro genitori. Nella loro stanza trovarono un armadio abbandonato ma nuovo di zecca. I ragazzi ipotizzarono che fosse del vecchio proprietario della casa e decisero di aprirlo. Giulia mise la testa nell’armadio e d’un tratto si ritrovò… nel mondo dei dolci. Chiamò Marco per farlo venire e si ritrovarono tutti e due a Dolcilandia. Quando si girarono i ragazzi non videro più l’ armadio per tornare indietro e si spaventarono. Giulia disse: ”Adesso come faremo a tornare a casa?” All’improvviso dalle nuvole di zucchero filato scese una pioggia di cioccolato bianco ed accorse un orsetto di nome Jolly. I ragazzi gli chiesero aiuto per tornare a casa. Jolly chiese loro: ”Posso unirmi a voi per farvi ritrovare la strada?” I ragazzi accettarono e s’incamminarono verso la palude Tiramisù. Lì viveva il mostro Decaffenato che terrorizzava chiunque passasse di lì lanciando bombe al caffè. I ragazzi si misero paura, così Jolly chiamò in aiuto il suo amico fidato Ciambellone volante. Salirono su di lui che li portò nella casetta di pandizenzero.

Fu così che Maurizio e la nuvoletta diventarono amici inseparabili, lui la invitava anche a casa, e da quel momento aveva sempre i calzini a portata di piede, e la nuvoletta un amico in più.&nbsp;

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Una fiaba di Christian, Norhosen, Aluce I G - Scuola Secondaria

C'era una volta un mago che si chiamava Moon, perché aveva le pupille degli occhi blu e a forma di un quarto di luna. Un mattino, mentre il mago passeggiava nel bosco, trovò un uovo di drago di colore rosso e blu e decise di prenderlo con sé. Costruì un nido con rametti e fango e, dopo quattro ore, l’uovo si schiuse e uscì un draghetto. Decise di chiamarlo Axel e di addestrarlo per aiutarlo a difendersi in futuro. Passarono due anni. La piccola bestiola era ormai grande. Axel aveva imparato a volare e a sputare fuoco. Un giorno, durante i loro giochi mattutini, il drago inciampò e sbatté su un albero. Improvvisamente di fronte a lui, e a Moon che era con lui, si aprì un passaggio segreto e apparvero delle scale che loro scesero con coraggio! Arrivarono in un labirinto gigantesco dove si sentiva sibilare. Guardandosi intorno nel buio fitto, i due intravidero migliaia di piccoli serpenti. Il mago sorrise e disse al drago: “Che saranno mai questi serpentelli? Gli sputerai fuoco e li faremo sparire!”.

Una leggenda di Dario, Diego, Alessandro, Simone I B - Scuola Secondaria

Sapete che qui alla scuola media ci sono degli orari per andare in bagno? Secondo voi è per ragioni organizzative ? Semplicemente per consentire le pulizie durante la mattinata? Forse è così, ma dovete sapere che circola anche un'altra spiegazione...

Un giorno, Niccolò andò a scuola e, stranamente, la trovò chiusa. Decise, senza darsi troppo pensiero, di tornare a casa, ma - mentre se ne andava - gli cadde l'occhio su uno strano riflesso presente sulla finestra del bagno: sembrava nientemeno che un tentacolo, sì, un tentacolo che usciva dal water. Il giorno seguente, inoltre, lesse sul sito della scuola che il bagno si era allagato e che, perciò, era stato chiamato un idraulico. Qualcuno, poi, raccontava che l'idraulico era entrato in un tombino e non ne era più uscito. Sarà stata senz'altro una leggenda metropolitana visto che due giorni

Un racconto di Sarah, Massimo, Alex, Arianna, Ginevra III I - Scuola Secondaria

C’era una volta una ragazza di nome Giusy che viveva tranquilla tranquilla nella sua città. In una bella giornata di primavera Giusy decise di andare con una sua amica a fare un’escursione in campagna. Camminando, in lontananza, videro un’anziana signora seduta su un tronco e, vedendo che non stava in buone condizioni, decisero di avvicinarsi, perché aveva delle ferite molto profonde sulle braccia. La presero e l’accompagnarono in ospedale, dove Giusy finse di essere sua figlia per poter entrare nella sua stanza. I dottori dissero che le ferite non erano state causate da un’aggressione, ma da qualcosa di più forte che non sapevano diagnosticare. La ragazza, preoccupata, andò a chiederle cosa fosse successo davvero e la donna, con voce tremolante, le spiegò che era stata colpita da una maledizione. Al primo impatto, Giusy non le credette, però l’anziana donna la convinse. Dopo ulteriori controlli, la ragazza ebbe il permesso di portarsela a casa sua, dove la donna le disse che, per essere liberata dalla maledizione, avrebbe dovuto entro ventiquattro ore trovare un anello che all’interno contenesse una pozione magica e, se non ci fosse riuscita, sarebbe morta. La donna si affrettò a dirle che dovevano tornare nel posto dove l’avevano trovata: lì, forse, avrebbero trovato l’anello. La ragazza andò a sbattere contro un albero di bacche rosse e sentì una voce che, provenendo dall’interno,

L'arciere magico, il vecchio e il drago nero

Una fiaba di Valerio, Apsara, Nicolò, Massimiliano I G - Scuola Secondaria

C'era una volta un arciere elfico di nome Gherald, che era famoso in tutta la terra per il suo arco magico. Un giorno, il re Ludwig disse a Gherald che sulle montagne a ovest si trovava un raro esemplare di drago NERO, cioè un drago con la corazza nera; il re Ludwig gli ordinò di ucciderlo e quindi Gherald si mise in cammino verso le montagne infernali. Il drago NERO., consapevole del fatto che Gherald stava arrivando, ordinò al suo amico, il drago infernale, di ucciderlo. Gherald, per la notte, si fermò in una città di nome Nets, sostò in una locanda e incontrò un vecchio, con un bastone con in cima un'ametista, che disse: "Tu sei Gherald?". "Sì" rispose l'arciere "Come fai a conoscermi?". Osservandolo, vide che il vecchio indossava una tunica grigia e un cappello a punta, e aveva gli occhi di colore blu e la pelle raggrinzita. "Io so tutto" rispose il vecchio "Sono il servo di re Hotzi; anche il mio re mi ha ordinato di uccidere il drago NERO: vogliamo collaborare?". "Sì" rispose Gherald e subito si misero a dormire.

Una favola di Sofia, Luca, Simone, Alessio, Carmen I B - Scuola Secondaria

Un’ape, che vagava in un bosco di fiore in fiore, incontrò una farfalla e le chiese: "Come fai tu ad essere così felice anche se la tua vita è tanto breve?".&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; La farfalla rispose: "Conosco da sempre il mio destino e così provo a godermi il tempo che mi è concesso, piuttosto che vivere nell’angoscia costante della fine".&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; L’ape non fu per niente soddisfatta della risposta e la farfalla, indispettita, replicò nuovamente: "Io ho una vita breve, ma non mi deprimo col pensiero della morte come fai tu". Mentre le due discutevano, furono viste da un ragno e per la farfalla fu la fine. Da quel giorno, così, l’ape ricordò la farfalla e quanto le aveva detto e decise di vivere senza pensare al futuro ma solo al presente.

Cari bambini, questa favola ci insegna che non dobbiamo lamentarci di ciò che abbiamo, anche perché ci sarà sempre qualcuno che sta peggio di noi.

Una fiaba di Asia, Michael, Giacomo I G - Scuola Secondaria

C'era una volta un ghepardo vanitoso che, un giorno, sentì parlare delle Olimpiadi degli animali. Il felino si mise in cammino e, in pochi giorni, arrivò a destinazione e si trovò in uno spazio nel bel mezzo della foresta, dove erano riuniti tutti gli animali: il leone, l'elefante, la scimmia, la lumaca e la formica. Su una grande roccia una volpe spiegò il regolamento. La prima prova era "non schiacciare la talpa", che consisteva nell'arrivare a destinazione, senza schiacciare neanche una talpa, il più velocemente possibile. Il ghepardo, sicuro di vincere, si mise a correre talmente veloce che le talpe non ebbero il tempo di salire in superficie. Dopo il ghepardo era il turno del leone che, nonostante fosse il favorito, arrivò secondo. Ancora dopo toccò alla lumaca che, dopo un lento percorso, arrivò a destinazione. L'unico eliminato fu l'elefante che schiacciò ben cinque talpe. La seconda prova era "l'arrampicata sulle ragnatele", che consisteva nell'arrampicarsi su delle ragnatele dove ragni giganti erano pronti a spingere giù il poveretto di turno. Il primo era il ghepardo, che completò la sfida in poco tempo; la seconda era la lumaca, che era talmente lenta da

Una favola della I E Scuola Secondaria

C’era una volta, tanto tempo fa, un calabrone che viveva in un alveare su un albero. Il calabrone, però, era diverso da tutti gli altri insetti: aveva delle dimensioni corporee che gli impedivano di svolazzare in giro come tutte le altre api dell’alveare. Aveva un corpo troppo grande e delle ali troppo sottili per sostenere il suo peso. Per questo suo problema era sempre molto solo e le api lo scoraggiavano dicendogli che non era normale e che non sarebbe mai riuscito a volare e ad andarsene in giro. Un bel giorno il calabrone, stufo di sentirsi ripetere sempre le stesse parole, decise di provare a volare. Si mise alla fine del ramo su cui era attaccato l’alveare, si preparò e fece un grande salto. Quello che successe dopo sembrava un miracolo: stava volando! Nonostante le sue ali fossero così sottili, stavano sostenendo il suo enorme corpo.

La morale di questa favola è che anche se ci sono tante persone a scoraggiarti, bisogna sempre provare, anche se lo ritieni impossibile. Provare non fa male, no?

Un corvo cantante era a corto di idee per le sue canzoni. Allora incominciò a rubarle dagli altri animali. Il suo unico problema era che non leggeva prima il testo delle canzoni che rubava. Le cantava al pubblico e riceveva sempre applausi.&nbsp; Un giorno una volpe lo scoprì e decise di dargli una lezione scambiando la propria canzone con una che offendeva il pubblico. Il corvo come sempre non guardò cosa c’era scritto nella canzone, ma la cantò e basta. Purtroppo questa volta non andò bene. Il pubblico, sentendo la canzone, se ne andò via non ascoltando più il corvo e nessuno gli parlò più. Il corvo rimase solo e divenne triste. Visse la sua vita da solo e odiato da tutti.

Anche se pensi che qualcosa sia difficile è meglio che ti sforzi di farlo da solo invece di rubare le idee degli altri.&nbsp;&nbsp;&nbsp;

La famiglia Bonobo e il propiteco dall'animo gentile

Una favola di Nicolò, Sonia, Margherita, Elena I F - Scuola Secondaria

Un giorno nella savana una famiglia di bonobo stava tranquillamente giocando sul suo albero preferito, fino a quando arrivò un propiteco che voleva salire sull’albero e disse: “Ciao a tutti, mi chiamo Brent, posso arrampicarmi su questi bellissimi rami per giocare con voi?”. La madre bonobo, impaurita, nascose i cuccioli e cacciò via Brent in malo modo. Brent, rattristato, andò a cercare un nuovo arbusto su cui giocare. Dopo qualche minuto trovò una pianta accogliente, con frutti succosi e foglie verdi. Emozionato, salì subito. Dopo qualche giorno la famiglia bonobo, affamata, trovò l’albero di Brent e iniziò a mangiare alcuni frutti. Brent li vide da lontano e li raggiunse; appena arrivò urlò loro: “Che ci fate qui? Questo è il mio albero! L’ho trovato io. Voi sul vostro non mi avete fatto salire, perciò scendete subito!”. Così i bonobo scesero dall’albero delusi e arrabbiati. Dopo un po’ Brent si sentì in colpa, quindi costruì una cesta fatta di rami sottili e foglie e la riempì con molti frutti succosi dell’albero. Soddisfatto del suo dono, raggiunse la famiglia bonobo e glielo diede. Essi lo ringraziarono e gli dissero che sarebbe stato sempre il benvenuto sul loro albero. Così, da quel giorno, si riunivano ogni domenica sull’albero dei bonobo e condividevano allegramente tra di loro cibo e giochi.

Il giorno seguente, si misero in viaggio. E, dopo ore di cammino, si trovarono davanti ad una prateria rasa al suolo; e in cielo videro un drago rosso e blu che sputava fuoco dalle narici... Era il drago infernale! Il combattimento fu lungo, ma il vecchio colpì il drago con un incantesimo e lo trasformò in un topo che sputava fuoco. Senza problemi Gherald e il vecchio si rimisero in viaggio. Arrivarono ad un fiume nel quale, se fossero caduti, sarebbero stati trucidati dai piranha. C'era un ponte mezzo rotto che il vecchio ricostruì con una magia. Finalmente arrivarono alla grotta del drago NERO: era spaventosa! E fu lì che lo videro: aveva ottantotto spine dorate sul dorso e due corna color rame. Iniziò subito il combattimento: il drago NERO. aveva un'aura potentissima, ma Gherald e il vecchio erano più forti. Però il vecchio ad un certo punto non ce la fece più e venne colpito al cuore. Gherald per fortuna riuscì ad uccidere il drago, però per il povero vecchio non c'era più niente da fare. Il vecchio disse: "La mia ora è giunta, addio!" e morì. Gherald prese la testa del drago NERO e la portò a re Ludwig, che disse: "BONO QUER DRAGO NERO". E tutta la corte si mise a ridere e vissero per sempre felici e contenti.

Lì viveva l’ometto di marzapane di nome Zenzi.&nbsp; Zenzi disse: ”Qui si trova la porta che vi farà tornare a casa!”. I ragazzi lo seguirono ed entrarono nella porta e, come per incanto, si ritrovarono nella loro stanza.

nessuno ci può vedere? Non ha senso! Noi siamo le persone più importanti del mondo, ma nessuno ci può vedere! Per questo dovremmo uccidere tutti, tanto non ci possono vedere”. &nbsp;Alice e Luna, allora, decisero di salvare il loro paese e insieme agli altri abitanti andarono al castello e riuscirono a far scappare il re e la regina. Così tutti vissero felice e contenti.&nbsp;

Una favola di Matteo, Antonella, Aurora, Carola I B - Scuola Secondaria

Un giorno, quattro ingenui anatroccoli si allontanarono dallo stagno. Nel tragitto incontrarono una volpe dispettosa e cattiva che disse loro: "Cari anatroccoli, la vostra mamma è andata in una prateria molto lontana da qui". I piccoli credettero alla volpe e cercarono di raggiungere la loro mamma, ma si persero lungo la strada. La mamma, intanto, tornò allo stagno, ma non trovò i suoi pulcini.

Cari bambini, questa favola insegna che non è bene fidarsi degli sconosciuti.

Una favola della I E Scuola Secondaria

Un giorno Charmender, stava lottando contro il suo acerrimo nemico Squirtle e, nel pieno dell'avvincente combattimento, diede un attacco dopo l’altro per sconfiggerlo, ma il getto d’acqua di Squirtle era troppo potente. Così Charmender perse ancora, come tutte le altre volte. Non batteva mai il suo avversario perché sappiamo tutti che l’acqua spegne il fuoco. Disperato tornò a casa, ma nel tragitto incontrò Pikachu che vedendolo così triste decise di aiutarlo. Lo allenò per giorni e giorni finché diventò abbastanza forte per battere Squirtle. Pikachu, così, non poté più fare niente: Charmender era diventato troppo forte. Da allora Charmender diventò l’eroe del villaggio e amico di Pikachiu. Squirtle, invece, perse tutta la sua fama e il suo potere.

La favola insegna che a volte bisogna farsi aiutare dagli amici.

Classi prime Scuola Secondaria di I grado

Classi quarte e quinte Scuola Primaria

Una favola di Francesco, Flavia, Andrea, Daniele I B - Scuola Secondaria

Una pecora e un maiale vivevano in una stessa fattoria, ma si odiavano a morte reciprocamente e si scansavano come la peste. Un giorno, il maiale venne preso e portato al macello e la pecora - pensando che finalmente non l'avrebbe mai più visto - fu felice e rise della sua morte. Il giorno dopo, però, anche la pecora venne caricata su un camion e portata al macello.

La morale è semplice: non si deve ridere delle disgrazie altrui.

vita reale avrebbero dovuto trovare il tesoro del Dragone che si trovava in&nbsp;cima ad una grande torre. Li fece salire sull’auto e mentre li&nbsp;portava all’ingresso della torre, loro capirono che era un&nbsp;personaggio non giocante.&nbsp; Il portone della torre era aperto e salirono una rampa di scale sorvegliata da quattro guardie:&nbsp; Fabio il marine ne neutralizzò uno con le sue armi, Francesco R., il lottatore, ne fece svenire un altro con un pugno,&nbsp;Francesco G. il portatore di zaino, tirò fuori una katana e minacciò il terzo facendolo fuggire, infine Gabriele, l’unno, trafisse l’ultimo con una&nbsp;freccia. Sconfitte le guardie, si incamminarono verso il piano superiore&nbsp;dove giaceva il tesoro: aprendo lo scrigno si evocò il drago.&nbsp;&nbsp; Gabriele lo distrasse tirandogli le frecce addosso, mentre&nbsp;Francesco G. distribuì delle armi prendendole dal suo zaino;&nbsp;Francesco R. ebbe una mazza da baseball e Fabio un fucile.&nbsp; Scoprirono il punto debole del drago, che era il collo, e grazie&nbsp;alle nuove armi, lo sconfissero.&nbsp; Uccidendo il drago tornarono felicemente nel loro mondo.

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Un'amicizia inaspettata tra giraffe e impala

Una favola di Marta, Susanna, Zoe, Viola I F - Scuola Secondaria

C’era una volta, in una savana africana, una famiglia di giraffe composta dalla mamma Wendy, il papà Melman e la cucciola Gloria.&nbsp; Un giorno Gloria scappò e incontrò un cucciolo di impala di nome Ananas. I genitori della piccola giraffa la cercarono in lungo e in largo ma non la trovarono e si preoccuparono moltissimo. Nel frattempo Gloria e Ananas fecero amicizia e si divertivano insieme. Mamma e papà giraffa intanto incontrarono Koda, la mamma impala, che chiese loro allarmata: “Avete visto un cucciolo di impala?”, Wendy rispose: “No, non ho visto nessuno, mi dispiace. Anche noi stiamo cercando la nostra cucciola, chissà dov’è finita… la savana è pericolosa per dei cuccioli inesperti!”. Koda disse: “Purtroppo neanch’io posso aiutarvi”. Gli animali adulti andarono a bere e videro i cuccioli che giocavano insieme vicino alla grande pozza.

Un racconto di Timothy, Elisa, Romain, Niccolò, Federica III I - Scuola Secondaria

C'era una volta una cagnolina di nome Lulù, che abitava in una piccola casa insieme alla sua padrona Melanie. Lei ogni giorno le faceva fare una passeggiatina in un parco alle sette in punto e, quando tornavano a casa, le faceva fare il bagnetto con i suoi pupazzi preferiti e poi la premiava con tante coccole e croccantini. Queste giornate proseguirono così per circa tre anni, fino a quel terribile giorno in cui Melanie, a causa di una grave malattia, morì. Lulù, avvertendo che la padrona l'aveva lasciata, scappò e, dopo quattro settimane, la polizia la ritrovò e la portò in un canile, dove passò il peggior mese della sua vita, rimanendo sempre rinchiusa nella sua gabbia. Un giorno un bambino e la sua famiglia decisero di adottare un cane, passarono davanti a tutte le gabbie, fino a quando il bambino s'innamorò a prima vista proprio di Lulù. Da quel giorno Lulù ricominciò la sua vita normale. Ma accadde che, per sbaglio, al suo nuovo padrone, mentre stava facendo un esperimento di un compito di scienze, cadde una fiala e Lulù, incuriosita, la leccò. Da quando bevve quella fiala, la cagnetta cominciò a sentirsi strana: era più forte, più veloce e soprattutto poteva diventare invisibile quando voleva.&nbsp; La città venne a conoscenza di ciò a causa di strani avvenimenti accaduti durante una notte: per esempio un lungo ramo camminava da solo, le foglie

non fu tanto difficile trafiggerlo. Tutti, compreso Poseidone, rimasero impressionati dal suo coraggio e dalla sua forza. La seconda prova consisteva nel ritrovare la fiamma di una vecchia amicizia. Quando lo venne a sapere, la ragazza pensò subito a Marina, la sua vecchia migliore amica con la quale aveva litigato pesantemente molto tempo prima. La cercò tra il pubblico e, guardando verso le ultime file, la vide; si diresse verso di lei lentamente, le lacrime cominciarono a scorrere sul suo viso e la sua coda diventò blu. Marina si alzò e cominciò anche lei a piangere. Si abbracciarono e si chiesero scusa a vicenda. Tutti i presenti applaudirono e Jessy, accompagnata da Marina verso il trono, fu finalmente incoronata regina di Atlantide.

far perdere la pazienza al leone, tanto che il re della foresta iniziò a salire e a spingere la lumaca; ma, dato che il regolamento non consentiva violenza e imbrogli, la vittoria del leone passò alla lumaca e il leone fu portato via. Nel mentre, gli altri animali passarono la prova. La terza prova era un labirinto pieno di sciami di zanzare: se venivi preso, eri portato in un punto a caso del labirinto e dovevi uscirne in un tempo limitato. Stavolta gli animali partirono tutti insieme: la scimmia trovò immediatamente l'uscita, mentre la formica venne assalita dalle zanzare e purtroppo non ce la fece, anche se la morte dei concorrenti non era certo prevista. Il ghepardo e la lumaca trovarono l'uscita. La prova finale era la gara di corsa: ovviamente era scontato che il ghepardo avrebbe vinto. La gara iniziò e, a differenza degli altri, il felino partì dopo perché si sentiva molto superiore. Il ghepardo partì ma, dato che stava molto antipatico alla scimmia, lei prese la lumaca e la lanciò il più lontano possibile; il ghepardo fece uno scatto incredibile e si fermò davanti al traguardo per umiliare gli altri concorrenti; la lumaca, essendo molto piccola, passò senza che il felino se ne accorgesse e vinse la gara.&nbsp; La lumaca festeggiò e diede metà del premio alla scimmia perché l'aveva aiutata.

e il gatto. “Ma dove?” si chiedevano tutti… beh! Il gatto aveva detto che a lui sarebbe andato bene farla ovunque. Quindi la fecero in acqua. Lo squalo pensò che il gatto avesse qualche rotella fuori posto ma, quando la gara cominciò, proprio come successe in quella contro la tigre, si alzò la fitta nebbia e alla fine, quando la nebbia se ne andò, lo squalo stava al punto di partenza, mentre il gatto era al traguardo. A quel punto rimaneva l’ultima prova, che era la più difficile: la prova di caccia. Il gatto e la tigre dovevano riuscire a cacciare il maggior numero di pesci per vincere. Come le precedenti prove del gatto, anche in questa si alzò la nebbia, ma stavolta era meno fitta. Quando si tornò a vedere bene, sembrava che il gatto avesse vinto. Quella volta però, i giudici avevano visto cosa succedeva nella nebbia: il gatto imbrogliava! Con la magia faceva apparire quello che gli serviva per vincere, nascondendosi nella nebbia. E… all’ingresso c’era pure scritto: “Vietato usare la magia!”… Visto l’imbroglio, i giudici fecero vincere la tigre e da quel giorno il gatto misterioso non poté più partecipare alle gare.

La gentilezza vince sempre. Non trattare gli altri come non vuoi che gli altri trattino te.

Wendy, la mamma giraffa, che fino a quel momento era stata in allarme insieme alla mamma impala, quando vide i due cuccioli giocare allegramente insieme si arrabbiò così tanto che urlò a Gloria: “Che cosa stai facendo?! Sai che non devi giocare con le altre specie. Mi hai veramente delusa!”; ma Ananas e Gloria continuarono a giocare, non capivano il motivo del rimprovero: loro stavano bene insieme! Quindi chiesero scusa per aver dato una preoccupazione ai genitori poiché si erano allontanati senza avvisarli, ma dissero fermamente che volevano continuare a giocare insieme. Ciò fece riflettere Wendy che si scusò con l’impala per essere stata brusca e crudele. Questo fu l’inizio di una nuova e bella amicizia!

Morale Finché il colore della pelle sarà più importante del colore degli occhi, nel mondo ci sarà sempre la guerra.

Questo fu l’inizio di una nuova e duratura amicizia tra due specie completamente diverse.

Morale. Il mondo è bello perché è vario.

Una leggenda di Andrea, Daniele, Matteo, Francesco I B - Scuola Secondaria

Un giorno, la classe I B fu accompagnata in biblioteca perché ogni alunno doveva scegliere un libro da prendere in prestito. Qualcuno si soffermò sullo scaffale dei gialli, altri su quello delle favole, altri su quello degli horror. Uno di loro, invece, volle aprire un armadio chiuso a chiave e all'interno vi trovò un libro con la copertina dorata che aveva un un titolo a rilievo e incomprensibile: “**#**” . Preso dalla curiosità, lo aprì, ma... una luce accecante fece svenire tutti i presenti. Quando si ripresero, il libro era scomparso, introvabile: sembrava che non fosse mai esistito! Andrea, Daniele, Matteo e Francesco, però, lo continuarono a cercare e finalmente lo trovarono, anche se era parzialmente bruciato, con le pagine rotte e con il titolo sciolto e non più leggibile.&nbsp; Fu lasciato in un cassetto della cattedra, ma il giorno dopo, non si sa come, la classe fu trovata a soqquadro: banchi, sedie, cattedra, LIM, lavagna... un vero disastro. I quattro ragazzi mostrarono il libro ai professori e ai collaboratori e

C'era una volta una tartaruga marina che si chiamava Walter. Un giorno, mentre nuotava, vide degli oggetti strani che galleggiavano proprio vicino a lui. Walter era molto incuriosito soprattutto da uno strano oggetto tutto colorato. Era l’involucro di una merendina che, probabilmente, un bambino aveva buttato in mare.&nbsp; Walter si avvicinò a questo oggetto e tentò di mangiarlo. Subito arrivò la madre e lo fermò dicendogli: “Walter! Che cosa fai? Non mangiare quella robaccia! Non ti ricordi cosa ti ho detto dei rifiuti? Sono pericolosi! Se li mangi, puoi ammalarti e anche morire”. Walter si allontanò subito e non si avvicinò mai più ai rifiuti. Questo breve favola ci insegna che non si deve inquinare e buttare i rifiuti in mare, perché in questo modo possiamo danneggiare il nostro mare e anche gli animali che lo abitano.&nbsp;&nbsp;

Una favola della I D Scuola secondaria

Questo breve favola ci insegna che non si deve inquinare e buttare i rifiuti in mare, perché in questo modo possiamo danneggiare il nostro mare e anche gli animali che lo abitano.&nbsp;&nbsp;

Oltre alla magia… serve la fantasia

Un racconto di Enrico, Giulio, Maurizio I C - Scuola Secondaria

Tanto tempo fa in un regno antico popolato da maghi saggi e potenti, da valorosi cavalieri e da creature mitologiche, abitava uno stregone di nome Stregobor. Gli altri maghi lo contrastavano da tempo perchè lo ritenevano pericoloso per la salvaguardia del loro regno.&nbsp; Un giorno alcuni cavalieri andarono ad esplorare nuovi territori per&nbsp;fare una battuta di caccia e videro in lontananza una monumentale torre,&nbsp;incuriositi si avvicinarono. Quando giunsero alla porta, Stegobor, che con la sua sfera magica prevedeva il futuro, sapeva già che sarebbero arrivati ed essendosi preparato per tempo gli tese una trappola e li imprigionò. Loro, che non avevano molta esperienza, non sapevano come contrastarlo.&nbsp; Stegobor contava sulle sue abilità divinatorie e soprannaturali, non pensava che loro potessero fuggire con la fantasia, invece loro immaginarono di trafiggere la serratura della gabbia in cui li aveva

Il presente testo (comprensivo di elaborati scritti, disegni, riprese audio e foto prodotti dagli studenti e dai docenti durante le attività scolastiche) viene pubblicato dall'I.C. Poggiali Spizzichino per documentare e divulgare le attività della scuola. Destinato al sito internet d'Istituto, potrà eventualmente essere utilizzato dall'Istituto stesso anche in altri contesti di formazione e divulgazione (pubblicazioni, mostre, corsi di formazione, seminari, convegni e altre iniziative promosse in collaborazione con altri enti pubblici). Ne è vietato l'uso da parte di terzi non autorizzati.

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Marble

C’era una volta Dino il drago. Un giorno si ammalò e l’unico modo per guarire era mangiare un frutto magico che era protetto da un leone. Per prendere il frutto al leone, però, Dino doveva combattere contro un altro drago. Era il drago più forte della terra e nessuno era riuscito mai a sconfiggerlo. Dino ci provò lo stesso e vinse lo scontro. Riuscì a prendere quel frutto magico e lo mangiò. Così guarì dalla sua malattia. Il frutto magico gli diede il potere speciale di sputare acqua e fuoco dalla bocca.&nbsp; La favola ci insegna che non bisogna arrendersi mai, neanche davanti ad un avversario più forte.

Una leggenda di Damiano, Matteo, Luca, Alessio I B - Scuola Secondaria

All'inizio del XXI secolo, nel giardino della scuola Poggiali Spizzichino a via Berto, furono piantati due alberi di melograno per ricordare un professore e una professoressa che non c'erano più. Ancora oggi si trovano lì, al confine con la scuola Primaria e vicini alle finestre della classe I B. Tutti sanno che i frutti del melograno hanno proprietà nutrizionali preziosissime, ma a via Berto gli alunni affermano che i loro melograni abbiano addirittura effetti miracolosi e che stimolino la concentrazione e la memoria. Infatti, si narra che un giorno degli studenti, dopo aver raccolto e assaporato quei frutti, siano riusciti a rispondere a tutte le domande della verifica e che siano stati proprio i professori defunti ad ispirarli e a spronarli a dare il meglio di sé.

servito più in là: “Andate per il bosco, l’essenza di Gatto vi guiderà ma, se sarete in difficoltà, svelato questo indovinello troverete la verità: andate vicino alla cosa più importante dell’umanità, seguendola vi porterà al prossimo indovinello che vi aiuterà”. E, dopo questa frase, il signore se ne andò. I quattro ragazzini e Tim non persero tempo, corsero al mercato per comprare: acqua, quattro panini, una scatoletta di cibo per cani e un razzo segnalatore per le emergenze, visto che si stavano avventurando nel bosco tutti soli. Presero una sacca dove misero tutti i loro oggetti e partirono. Dopo mezz’ora di camminata iniziarono a pensare di risolvere l’indovinello e cominciarono a discutere. Tim, che aveva sete e sapeva parlare, disse che l’acqua era finita e lui si sentiva male. Per fortuna vide un ruscello e gridò: “Un ruscello, correte!”. E tutti portarono il cane a bere ma, dopo poco, il cane iniziò a tossire e sputò un pezzo di carta sul quale c’era un nuovo indovinello. Pierina disse: “Ragazzi, credo che abbiamo trovato il prossimo indovinello senza risolvere il primo” e Alfredino rispose: “Ma quindi la cosa più importante per l’umanità cos’è?”. E Jacopo gli disse: “L’acqua!”. Alfredino sorpreso disse: “Ah! Io pensavo fossero i fumetti!”. Ma il piccolo e saggio Lorenzino disse: “Basta! Dobbiamo muoverci, sta facendo buio!” e senza aggiungere altro iniziarono a correre ma, dopo pochi secondi, Tim disse: “Fermi! Dove correte se non risolviamo l’indovinello?”. Allora decisero di sedersi per un po’ sotto un albero per risolvere l’indovinello che diceva: “Verde, morbido e leggermente ripido… lì troverete lo spirito del mago”.

Una leggenda di Aurora, Antonella, Carola, Miriana I B - Scuola Secondaria

Roma. Inizio dell'anno scolastico. Si racconta che, il 1° ottobre del 1899, quattro ragazze decisero di allontanarsi dalle loro classi per andare ad esplorare la loro nuova scuola media e che, dopo quel giorno, la scuola non sia stata più la stessa.

La prima delle quattro ragazze si chiamava Amely e aveva i capelli corti ed un bel vestito color magenta.&nbsp; La seconda ragazza si chiamava Alessia, amava i vestiti turchesi perché si abbinavano al colore dei suoi occhi e, in più, aveva stupendi capelli biondi.&nbsp; La terza ragazza si chiamava Alice, era un'amica di Alessia e aveva lunghi capelli neri e profondi occhi scuri. Era intelligente e molto studiosa (la classica secchiona, insomma, anche se quell’aggettivo non le rendeva giustizia) ed era dolce e affettuosa, ma in genere non dava molta confidenza a chi non conosceva.&nbsp; L’ultima delle ragazze si chiamava Alexandra, aveva capelli castano

Una fiaba di Alessandro, Marta, Gianluca, Camilla I A - Scuola Secondaria

C’era una volta un ragazzo di otto anni di nome Andrea, era molto viziato e molto impaziente di ricevere i suoi regali di Natale. A due giorni di distanza dal Natale, scrisse la letterina e chiese un mondo di regali. La sera disse alla mamma “Ho chiesto a Babbo Natale un mondo di regali!” La mamma rispose: “Vedrai che il tuo desiderio si avvererà!” Alla vigilia, quando si svegliò, non trovò niente,&nbsp;quindi andò dalla mamma lamentandosi: “Mamma, mamma! Dov’è il mondo di regali che mi avevi promesso?” La mamma rispose: “Ma figliolo, devi aspettare il giorno di Natale!” A Natale, quando si svegliò, trovò il mondo di regali. Corse fuori in giardino e vide che era pieno di regali, quindi corse in casa per dirlo alla mamma, che però non lo potè vedere, perché lui era nel mondo di regali e lei in quello normale; perciò Andrea andò a dormire impaurito perché era da solo e la mamma era nel mondo normale che lo stava cercando. Improvvisamente si svegliò nella notte perché non riusciva a dormire per la paura. A quel punto vide una stella cadente e lì, proprio

tutti affermarono che non ricordavano di averne mai visto uno neppure simile. Poi, i ragazzi portarono il libro in un museo. Così, si scoprì che era un libro di magia che risaliva, forse, al 1000 a.C.&nbsp;

Quel ritrovamento diede grande notorietà alla scuola anche perché fu introdotta una nuova materia di studio - la magia - e sempre più studenti cominciarono a ottenere brillanti risultati.&nbsp; Si dice che, nel tempo, la popolarità della scuola sia cresciuta a tal punto che i giornali, oggi, ne parlano come una delle rivali della famosissima scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.&nbsp; Provare per credere!

Ma mentre proferiva le ultime parole, l’immensa roccia che avevano di fronte improvvisamente rotolò verso di loro. Un sibilo terrificante fece sobbalzare il mago che, alzando gli occhi verso la cima della grotta, vide un enorme e spaventoso boa. Mai nella sua vita ne aveva visto uno così grande. Il mago tirò fuori la sua bacchetta e pronunciò la formula magica: “ICSTONT MALUHU!”, cioè “Vai via piccoletto!”. E in un baleno sparirono tutti i serpenti e anche il boa. Da ogni angolo della grotta uscirono dei folletti che, rimasti prigionieri per secoli, andarono a ringraziare il mago per averli finalmente liberati. Da quel momento vissero tutti felici e contenti.

Dendelion by SignsPub - <a href="https://pixabay.com/it/vectors/dente-di-leone-seme-flora-erba-335222/">Pixabay</a> Texture pagina a fianco by Ridderhof - <a href="https://pixabay.com/it/illustrations/sfondo-testo-grunge-vintage-1760270/">Pixabay</a> Free for commercial use - No attribution required

Una favola della I D Scuola Secondaria

Tanto tempo fa c'era un paguro di nome Mirko che, a causa di un maremoto, arrivò a Napoli. I Napoletani non avevano mai visto un paguro e pensavano che Mirko fosse una divinità, per questo lo nominarono re della città. Un giorno Mirko andò a trovare un suo vecchio amico che gli diede una strana chiave dicendogli che serviva ad aprire una porta magica.&nbsp; Mirko, pieno di curiosità, si confidò con un altro suo amico, un granchio molto vecchio e saggio, che gli disse che la chiave serviva ad aprire la porta della grotta dello Squalo. Allora Mirko andò ad aprire la porta di questa grotta e, appena entrò dentro, vide tanti squali.&nbsp; Mirko iniziò a parlare con due squali e divenne loro amico. I due lo portarono in una grande stanza piena di dolci di tutti i tipi. Sembrava tutto così bello, fino a quando non arrivò un mega dragone di cioccolata che con un colpo di coda uccise i due squali e ferì il piccolo paguro. Mirko si ricordò di avere la sua arma segreta: un grandissimo tronco. Lo lanciò, colpì in testa il drago e lo ridusse in mille pezzettini di cioccolato. Mirko, allora, si rialzò e corse verso la stanza dei dolci

insegnò a saltare da un albero all’ altro con la liana. Calò la notte, ma Luca e la scimmia non erano ancora tornati a casa, quando ad un tratto&nbsp;Luca disse:&nbsp;“è tardi come facciamo a tornare a casa? Ora è buio!”&nbsp;la scimmia rispose “Non lo so! Si è fatto buio e non riconosco la strada per tornare a casa “. Luca e la scimmia provarono a ritrovare la strada di casa ma non ci riuscirono e presi dallo sconforto caddero in un sonno profondo.&nbsp; Il mattino seguente Luca non si svegliò nel parco, bensì nel suo letto&nbsp;e capì cosi che si era trattato solo di&nbsp;un sogno...ma&nbsp;non si seppe spiegare perché nel suo letto aveva ritrovato una buccia di banana!

Non so come sia successo, ma mi sono svegliato nel 2200

Un racconto di Valerio I A - Scuola Secondaria

Adesso ho 189 anni. Questa mattina mi sono alzato dal letto, mi sono lavato i denti e mi sono vestito. Ho aperto la porta e invece delle automobili ho trovato dei tablet giganti, che hanno lo straordinario potere di teletrasportarti : inserisci il posto in cui vuoi andare e ti ci teletrasportano. Non è tutto: sono uscito e ho visto che ci sono anche gli ologrammi invece dei cartelli; a scuola ci sono&nbsp;libtuter, un mix tra un libro e un tablet, che funzionano così: inserisci il numero della pagina sullo schermo e quello esegue subito il comando. Su di essi puoi sottolineare e modificare il testo con la super penna digitale. Invece dei soldi cartacei ci sono i bitcoin che sono monete virtuali. Tornando&nbsp;a casa ho incontrato una coppia, che mi ha detto: - “Ciao, come si chiama questa via?’’&nbsp;&nbsp;&nbsp; -‘’Non lo so, sono appena arrivato!’’ho risposto io. La coppia, stupita, mi ha domandato:

Il rinoceronte egoista e il pappagallo ferito

Una favola di Alessio, Matteo, Silvia, Chiara I F - Scuola Secondaria

Nella foresta vi erano un pappagallo e un rinoceronte. In quel momento si trovarono in un territorio molto lontano da tutto e da tutti, infatti non c'erano altri animali oltre a loro. Ad un certo punto, mentre volava, il pappagallo andò a sbattere inavvertitamente contro un albero. Il rinoceronte lo vide cadere ma continuò indifferente a camminare come se nulla fosse.&nbsp; La mattina seguente gli altri pappagalli ritrovarono il loro amico che, disperato e ancora sofferente, disse: “Il rinoceronte mi ha visto cadere, ma non mi ha aiutato!”. I pappagalli, arrabbiati, pianificano la vendetta. Il giorno dopo tutto lo stormo attaccò il rinoceronte che, spaventato, corse via pentendosi di non aver aiutato un altro animale in difficoltà.

Non essere indifferenti verso chi si trova in difficoltà.

Bisogna pensare anche agli altri e non solo a se stessi.

Tanto tempo fa un leone di nome Alex aveva messo in schiavitù le formiche che abitavano la sua parte di foresta. Le formiche, poverine, dovevano lavorare giorno e notte per portare ad Alex tutto il cibo che trovavano. Un giorno, un corvo di nome Rodolfo, amico di Alex, gli disse: “Non puoi continuare così, perché altrimenti esaurirai tutto il cibo della foresta!”. Alex, però, non cambiò e così Rodolfo convinse tutte le formiche a seguirlo e ad abbandonare Alex. Il leone da quel giorno fu costretto a procurarsi il cibo da solo.

Un racconto di Pamela, Emanuele, Sofia, Francesco, Tanjim III I - Scuola Secondaria

C'era una volta una famiglia piena di felicità. I due bambini, Greta e Matteo, amavano imparare i trucchi di magia, esibendosi ogni venerdì nel teatro della scuola, dove avevano molti amici ai quali mostravano i loro giochi di prestigio. Un giorno rivoluzionò la loro vita: era una mattina serena, andarono a scuola, come ogni giorno, quando nell'ora di matematica Greta riuscì a sollevare la penna con il pensiero; contemporaneamente Matteo insieme alla sua classe, nel laboratorio di scienze, con uno schiocco delle dita riuscì a muovere lo scheletro del corpo umano. I due fratelli, spaventati, entrambi scapparono in bagno e parlarono di ciò che era accaduto. Erano anche contenti di aver scoperto questi nuovi poteri. Da quel giorno la loro vita cambiò: parlarono con i genitori, che sul momento non ci credettero, ma loro dimostrarono di aver detto la verità. I genitori li portarono nella sede dei supereroi dove furono sottoposti a varie prove da superare. Nessuno riusciva a credere che due bambini di undici e dodici anni avessero dei poteri, ma loro superarono la prova di esibirsi, davanti a degli esperti sollevando con la mente oggetti di vario tipo. E quindi non c'era alcun motivo per non credere a quanto dicevano.

Gli spettacolari effetti sonori, poi, avrebbero avuto Alice come “colpevole”.&nbsp;Infine, Alessia avrebbe adattato il racconto originale per il teatro e lo avrebbe reso indimenticabile. Si misero all'opera e, in un solo pomeriggio, le ragazze entrarono perfettamente nel loro ruolo, organizzarono lo spettacolo e trasformarono quella stanza vuota in un meraviglioso teatro. Arrivarono gli spettatori e il successo fu grande. Ma, soprattutto, le quattro ragazzine diventarono grandissime amiche.

Si narra, dunque, che la magia di quel giorno sia arrivata fino ai nostri giorni e che, da allora, la scuola media "Poggiali Spizzichino" non sia stata più la stessa. Infatti, ancora oggi, all'inizio dell'anno scolastico, vi entrano ragazzine di dieci, undici anni che non si conoscono e che, alla fine, diventano grandi amiche.

Da allora, ogni studente, prima di una prova, chiede di andare in giardino per procurarsi dei chicchi di melograno e, se non è stagione, aspetta fiducioso la nuova fioritura e un nuovo dieci!

E Jacopo disse: “Il muschio, ovvio!” e Pierina gli ricordò di muoversi e si incamminarono di nuovo verso la valle ricoperta di muschi. Alfredino disse: “Ma in mezzo a tutte queste montagne, dove si troverà il Mago Gatto?”. Tim iniziò a fiutare un odore di pesce e iniziò a correre gridando: “Seguitemi!”. Arrivarono tutti alla montagna più alta, che dovettero scalare: in cima c’era un simbolo con un gatto sopra e, sotto il simbolo, si trovava la casa del Mago Gatto, ma loro non sapevano come aprirla. Poi Lorenzino si accorse di una piccola chiave sotto al muschio. Aprirono la porta e trovarono il Mago Gatto: “Oh Mago Gatto, finalmente ti abbiamo trovato! Siamo qui per chiederti se puoi arricchire i campi con una bella vegetazione, visto che in questo periodo il cibo comincia a mancare”. Il Mago Gatto disse che andava bene ma a una condizione: gli dovevano trovare sette pesci. Tim, preparato, li aveva già presi da un ruscello. Così il mago salutò i ragazzi con la promessa di arricchire i campi e vissero tutti felici e contenti.

C’era una volta, tanto tempo fa, una volpe birichina che si chiamava Tontolo. Durante l’estate Tontolo aveva cercato e messo da parte delle provviste per sopravvivere all’inverno.&nbsp; Un giorno Tontolo incontrò gli altri animali del bosco e, parlando con loro, si accorse che loro avevano messo da parte molto più provviste di lui. La volpe, allora, che era molto furba, rubò tutto il cibo che gli altri animali avevano raccolto e conservato per l’inverno. Quando gli animali si accorsero del furto, andarono subito a parlare con la volpe dicendole: “Volpe, per favore sii buona! Abbiamo dei cuccioli da sfamare. Ci serve il cibo che ci hai rubato.” La volpe, ascoltando queste parole, si pentì di quello che aveva fatto e restituì agli animali tutte le provviste che aveva rubato.&nbsp;Gli animali ringraziarono la volpe e decisero di dividere con lei le scorte per l’inverno. La volpe, molto felice, li ringraziò.

La storia insegna che bisogna pensare prima di agire, perché le nostre azioni potrebbero danneggiare gli altri.

Un racconto di Sara, Davide, Alessandro, Faiza, Marame III I - Scuola Secondaria

C’era una volta, nel regno sperduto di Atlantide, una sirena davvero speciale di nome Jessy, che aveva una coda che cambiava colore in base alle sue emozioni, dei bellissimi occhi azzurro mare e dei lunghissimi capelli rosso fuoco. Il suo destino era diventare regina di Atlantide. Lei aspettava quel giorno da tutta la vita e finalmente quel giorno arrivò. Prima di salire al trono, però, la sirena doveva affrontare due prove: quella di coraggio e quella di amicizia. Jessy fino a quel giorno non aveva mai saputo cosa avrebbe dovuto affrontare. Si svegliò di prima mattina per prepararsi per il grande giorno ed era molto preoccupata di non essere all’altezza di regnare su Atlantide. Andò in giardino, come ogni mattina, per dare da mangiare a Fishy, il suo pesce pagliaccio domestico; dopo averlo fatto, uscì di casa. Al suo arrivo, trovò tutti ad aspettarla all’entrata del castello, dove tutti si alzarono e applaudirono.&nbsp; Re Poseidone la invitò a salire sull’altare del mare, per rivelarle le prove da superare: si sarebbe cominciato dalla prova di coraggio, che consisteva nel combattere contro uno dei mostri marini più temuti. Per sconfiggerlo Jessy usò il tridente di Poseidone, che era l’oggetto magico più potente dell’intero mondo marino. Alla vista del mostro pensò di non farcela, ma poi

Il pinguino creativo e la foca generosa

Una favola di Edoardo, Riccardo, Riccardo, Matteo, Marcello I F - Scuola Secondaria

C’erano una volta quattro amici che si volevano tanto bene. Ogni sera si incontravano sopra un ghiacciaio lontano dalla spiaggia di sassi. Due erano pinguini, erano fratelli e si chiamavano Gary e&nbsp;Garfield, le foche si chiamavano Gaia e Lara. Una sera andarono sul loro ghiacciaio e decisero di fare un pigiama-party ma, durante la notte, il ghiacciaio però si staccò dalla banchisa e si allontanò molto; quando si svegliarono, si resero conto che erano in mare aperto, così si spaventarono anche perché si accorsero che il ghiacciaio si stava sciogliendo! A Garfield venne un’idea: chiese a Gary di andare a pescare e di raccogliere delle alghe per legare dei pezzi di ghiacciaio tra loro e costruire così una zattera che venne trainata da Gaia e Lara, che erano giovani e forti.&nbsp; Cosi tornarono a casa tutti insieme sani e salvi dalle loro famiglie.

Un racconto di Simone, Valerio, Jacopo, Christian I C - Scuola Secondaria

Un giorno un ragazzo di nome Luca camminava nel parchetto vicino a casa sua quando, ad un certo punto, sentì un rumore proveniente dagli alberi, alzò lo sguardo e vide una scimmia molto carina e simpatica, così il ragazzo ci fece amicizia. Sì, fece proprio amicizia con una scimmia. Luca era alto, magro, aveva&nbsp;occhi verdi e capelli marroni;&nbsp;la scimmia aveva il&nbsp;pelo scuro, gli occhi marroni e una coda&nbsp;bianca lunga. Luca e la scimmia divennero migliori amici e trascorrevano sempre le giornate insieme al parco oppure a casa di Luca. Un giorno Luca chiese alla scimmia: “dov’è casa tua?”&nbsp;La scimmia rispose: “nel bosco” e Luca: “perché&nbsp;uno di questi giorni non mi porti a casa tua?” La scimmia propose di andarci il giorno seguente. La mattina dopo, Luca e la scimmia arrivarono al parco ed entrarono nella casa della scimmia. Luca quel giorno si divertì molto, si arrampicò sugli alberi, giocò con le bucce di banana e mangiò i frutti del bosco. Inoltre la scimmia gli

Un racconto di Gabriele, Francesco, Francesco, Fabio I C - Scuola Secondaria

Questa storia ha inizio alla fine di un lavoro di gruppo, in un&nbsp;pomeriggio qualsiasi, quando quattro ragazzi di prima media,&nbsp;Gabriele, Francesco R., Francesco G. e Fabio si sono incontrati per lavorare insieme.&nbsp;&nbsp; Alla fine del compito si addentrarono in un grande parco vicino alla&nbsp;casa nella quale si erano incontrati e, mentre stavano camminando, trovarono una caverna e ci entrarono: in fondo alla grotta&nbsp;trovarono un incavo dove giaceva da moltissimi anni un gioco da&nbsp;tavolo.&nbsp; Lo aprirono e inaspettatamente vennero trasportati all’interno&nbsp;del gioco.&nbsp; Il gioco scelse i loro avatar (il personaggio che li avrebbe&nbsp;rappresentati nel gioco): Francesco R. ebbe come avatar un&nbsp;lottatore muscoloso e calvo; Francesco G. un avatar con la pelle&nbsp;scura e con uno zaino che conteneva oggetti utili per l’avventura;&nbsp;Gabriele ebbe un avatar che somigliava ad Attila, un unno con&nbsp;capelli lunghi, un’armatura a scaglie e un arco; Fabio ebbe come&nbsp;avatar un ex marine con capelli rasatissimi.&nbsp; I personaggi si trovarono in una giungla ricca di fauna, iniziarono&nbsp;a prendere confidenza con i loro avatar e a capire le loro abilità&nbsp;e i loro punti deboli.&nbsp; Ad un certo punto arrivò una persona con un giaccone in pelle che guidava una jeep&nbsp;e gli spiegò che per completare il gioco e tornare alla

C’era una volta un minatore di nome Jack che andava ogni giorno in miniera. Un giorno Jack trovò una talpa ferita, la prese e la portò a casa sua. Prese poi un appuntamento con il suo amico veterinario Luca per portarla nel suo studio. Dopo un po’ di giorni prendendo un medicinale la talpa guarì. Qualche giorno dopo Jack andò in miniera per liberare la talpa, ma vide un’ombra dietro la roccia. Era la strega Perfidia che aveva brutte intenzioni nei confronti della talpa. Jack si mise davanti alla talpa per proteggerla dall’incantesimo che stava per lanciare la strega Perfidia. Così Jack morì per salvare la talpa. La morale della favola è che si devono proteggere sempre gli animali.

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Una favola di Esopo raccontata attraverso i disegni della V B

Una fiaba della I D Scuola Secondaria

C’era una volta una ragazza di nome Alice. Alice viveva in una grande città con la sua famiglia. Un giorno, però, i suoi genitori persero il lavoro e, così, tutta la famiglia si trasferì in un paesino piccolo, dove sarebbe stato più facile trovare lavoro. Appena arrivati, Alice decise di esplorare tutto il paese e così fece. Mentre camminava, vide dei bellissimi cavalli e rimase molto affascinata da una, che chiamò Luna. Alice si avvicinò a Luna, ma lei iniziò a camminare. Alice decise di seguirla e Luna la portò ad un castello magnifico.&nbsp; Alice, molto incuriosita, si intrufolò nel castello, dove vide un re e una regina che stavano preparando del veleno per uccidere tutti gli abitanti del paese. Alice preoccupata si chiese il perché. Il cavallo Luna, allora, iniziò a parlare e raccontò ad Alice che il re e la regina, molto tempo fa, erano delle brave persone ma una strega cattiva gli aveva fatto un incantesimo e per questo motivo nessuno, tranne poche persone, poteva vederli. Dal giorno dell’incantesimo il re e la regina erano diventati cattivi e avevano deciso di vendicarsi uccidendo tutti gli abitanti del paese vicino perché pensavano:&nbsp;“Perché esistiamo se

Texture nella pagina a fianco by LwcyD - <a href="https://pixabay.com/illustrations/scrapbooking-papers-texture-old-1231787/">Pixabay</a> Free for commercial use - No attribution required

Leggende metropolitane . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Favole alla maniera di Esopo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Favole moderne . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fiabe e altri racconti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I piccoli ascoltano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

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Una favola di Diego, Dario, Sara, Miriana I B - Scuola Secondaria

Un giorno, un orso stava girovagando in un bosco, quando, con suo immenso piacere, trovò due barattoli di miele. Goloso com'era, ne prese uno e lo portò nella sua tana, ma non contento, prima di gustare il suo amato miele, andò a prendere anche il secondo barattolo. Una volta tornato a casa, però, si accorse che il primo barattolo era sparito.

Questa favola dimostra che, nella vita, chi tutto vuole poco stringe.

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I.C. Poggiali Spizzichino - Roma 2021/2022

Così, ancora oggi, i professori - mentre camminano - si guardano intorno e poi parlano tra loro a voce bassa e in modo misterioso. Non parlano dei loro alunni, no, ma del medaglione che sperano di ritrovare.

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