Le pandemie nella storia

Peste Antonina
circa 166 d.c.

TIMELINE

Le epidemie nel corso della storia...

Peste Nera
1346 - 1353

La peste Antonina, detta anche peste di Galeno, dal medico che la descrisse, fu una pandemia di vaiolo o morbillo.

500 a.c.

Peste di Giustiniano
541 - 542 d.c.

Una delle più grandi catastrofi della storia europea che cambiò il tardo Medioevo almeno quanto le guerre mondiali modificarono il mondo moderno.

Peste di Atene
circa 430 a.c.

La Peste di Atene colpì la città di Atene durante il secondo anno della Guerra del Peloponneso.

La Peste di Giustiniano è ricordata come una delle epidemie più gravi e devastanti della storia tanto da modificare l'assetto geopolitico delle zone colpite.

Influenza spagnola
1918-1920

L'influenza spagnola, conosciuta anche come la spagnola fu una pandemia influenzale insolitamente mortale.

Coronavirus
2020-202X

E' una malattia infettiva causata da un coronavirus appena scoperto.

2030

La peste manzoniana
1629-1633

Influenza Asiatica
1957

Fu un'epidemia di peste bubbonica diffusasi in Italia che colpì diverse zone.

Fu una pandemia influenzale di origine aviaria causata dal virus A/Singapore/1/57 H2N2.

PESTE DI ATENE

circa 430 a.c.

La peste di Atene è una delle prime epidemie della storia. Si abbatté su Atene durante il secondo anno della Guerra del Peloponneso. Condizionò, almeno all’inizio, il risultato di essa, perché decimò l’esercito e la popolazione.
Pare che l’epidemia, che si diffuse nella città sovraffollata di profughi, incominciò in Etiopia. Non è ben chiaro di quale malattia si trattasse. Generalmente si parla di peste, ma i sintomi non sono quelli della peste bubbonica; forse si trattava di vaiolo o di tifo o di una forma particolarmente virulenta di morbillo, ma era comunque una malattia contagiosa e ignota ai medici dell’epoca.

La malattia uccise Pericle e anche lo storico greco Tucidide ne fu colpito ma riuscì a sopravvivere. Quest’esperienza gli consentì di descrivere con precisione la malattia nella sua opera storica La guerra del Peloponneso.
Grazie alla scienza medica fondata proprio allora da Ippocrate, lo storico Tucidide poté avvalersi di un lessico estremamente esatto, preciso, realistico, distaccato fino alla freddezza per descrivere la peste di Atene, distinguendo tra cause, sintomi e conseguenze psicologiche della malattia, sia in ambito individuale che sociale.

PESTE ANTONINA

circa 166 d.c.

La Peste antonina, conosciuta pure come Peste di Galeno, da colui che ne parlò con dovizia di particolari, fu una epidemia estesissima e a rapida diffusione di vaiolo o morbillo, propagata entro i confini dell’impero romano dalle legioni che tornavano nei loro alloggiamenti dopo aver partecipato ad una serie di operazioni militari contro i Parti. La pandemia avrebbe, forse, pure provocato il decesso dell’imperatore Lucio Vero, il cui nome Antoninus, derivato da quello del padre, offrì la denominazione alla malattia.

La pandemia fu presente in ogni angolo dell’impero per circa 30 anni e uccise più o meno un terzo degli abitanti in diverse regioni e falcidiò le truppe romane. L’epidemia fece la propria comparsa dapprima nel corso del blocco militare dei Romani organizzato intorno alla località fortificata di Seleucia, nella stagione invernale del 165-166 d.C.. Nel momento in cui l’epidemia raggiunse l’Europa centro-settentrionale, arrivando anche al Reno, contagiò pure le popolazioni germaniche e galliche stanziate oltre le frontiere dello Stato romano.

PESTE DI GIUSTINIANO

541-542 d.c.

La peste di Giustiniano, nel 541, colpì i territori orientali dell’Impero romano d’Oriente per poi diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo. È così denominata perché si manifestò durante il regno dell’imperatore Giustiniano. Responsabile della peste di Giustiniano fu un virus, lo Yersinia pestis. Secondo lo storico Procopio di Cesarea, testimone oculare dell’epidemia, la peste decimò metà della popolazione di Costantinopoli che in quegli anni contava circa un milione di abitanti. Un altro testimone, il vescovo Giovanni da Efeso, parla di circa 16 mila morti al giorno.

I medici non avevano alcuna idea di come la malattia si diffondesse e tanto meno di come curarla. I rimedi si riducevano a bagni caldi, per cercare di far uscire dal corpo dei malati gli “umori” considerati “cattivi”. Il segnale più evidente della malattia era un rigonfiamento, detto bubbone, all’inguine, sotto le ascelle oppure sulle cosce o dietro le orecchie. I malati che sopravvivevano diventavano, nella maggior parte dei casi, immuni alla malattia e solitamente non ne venivano più contagiati.

PESTE NERA

1346-1353 d.c.

La rinascita dell'Occidente ebbe una grave battuta d'arresto all'inizio del Trecento quando si manifestarono i primi segnali di crisi e la popolazione smise di aumentare. Nonostante le innovazioni tecniche, questo accadde perché l'Europa non riusciva più a dare da mangiare ad un certo numero di persone. Di conseguenza gli uomini cercarono di coltivare anche quei terreni considerati poco fertili, e quindi lavoravano la terra nonostante sapessero già che il raccolto sarebbe stato al di sotto delle attese così l'Europa settentrionale fu colpita da una violentissima carestia. Coloro che riuscivano a sopravvivere alle ondate di carestie risultavano facile preda delle epidemie. Fra le tante, quella che fu la più distruttrice, tanto da essere chiamata la morte nera fu la peste.

Causa dell'epidemia erano i topi neri a coda lunga, o meglio il bacillo che si sviluppava nel pelo del topo che poi le pulci succhiavano insieme al sangue e lo trasportavano e iniettavano alle persone. La peste ebbe fine, molto probabilmente, con l'arrivo dei topi grigi (provenienti dall'Asia in Europa) che erano loro predatori.
Nonostante la difficoltà di stilare una statistica sulle morti, gli storici presumono che dal 1347 al 1353 più di metà della popolazione europea ne è stata infetta.