Un piacevole viaggio alla scoperta della Puglia

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Mio caro signore, il bus non è ancora passato, ma, se vuole, potrei essere un buon compagno di viaggio, visto che ad accompagnarla è solo una fiaschetta di vino che le annebbia la vista.

Federico II era preoccupato per quel povero vecchietto ciucco. Ze' Peppe accettò volentieri e, all’ arrivo del bus, salirono felici.

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La Pacchiana era diretta verso Pulsano dove il marito, “ il Cafone”, era alle prese con la raccolta della frutta. Ma, incuriosita, chiese all’ imperatore:

Pulsano? Dove si trova questo luogo?&nbsp;

Bene, allora ha bisogno di qualcosa da mangiare per affrontare il lungo viaggio! Venga con me a Pulsano. Mio marito ha frutta fresca appena colta che potrà potare con sé.

Voglio girare la Puglia in lungo e in largo.

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Un giorno Federico II decise di passare del tempo ad addestrare il suo amico falco “Goffredo” sulla torre più alta del suo castello.

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Il pescatore gli spiegò che le&nbsp;stele daunie&nbsp;sono sculture di pietra, piatte, di grandezza variabile, create dai&nbsp;Dauni (una delle tre tribù dell'antica&nbsp;popolazione degli&nbsp;Iapigi). Le loro superfici sono interamente decorate e rappresentano scene di vita quotidiana, e spesso forme di antichi rituali in uso presso l'antica civiltà daunia.

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-Venga, mio signore, venga a visitare questo villaggio e a conoscere i suoi abitanti! La gente, da queste parti è molto cordiale!- L’imperatore rimase stupito nel vedere quelle case costruite con la sola pietra locale. Un abitante del luogo ci ha chiesto se sapevamo perché quella costruzione si chiamava “ Trullo “ e poi ci ha spiegato che è un termine che deriva dal greco e che significa cupola! Simpaticamente ci ha detto che il Trullo era un’abitazione contadina dove il cozzano, ovvero il contadino che lavorava la terra di un padrone, riponeva i suoi attrezzi da lavoro e, all’ occorrenza, dormiva con tutta la sua famiglia.&nbsp;

Un'altra tradizione legata alla festa di San Giuseppe è quella delle “fanoie” che viene celebrata il 18 marzo:in vari quartieri del paese vengono preparate&nbsp;le cataste di legna a forma di piramide, sulla cui sommità si issa una croce e tante figurine di santi. Ad una certa ora si accendono e, a ritmo di musica, si canta e si balla, si mangia&nbsp;pane cotto, favetta e si beve un bel bicchiere di vino.

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L’imperatore notò subito che l’ultimo piano della torre è stato realizzato in uno stile diverso. Originariamente, esso raggiungeva i 40 metri di altezza e ospitava una campana enorme, considerata da molti studiosi una vera rarità, sia per il suono che ne proveniva, sia per il peso di circa 30 quintali. Inoltre, la campana gigante era tutta decorata. Col passar degli anni, l’oscillazione della campana ha provocato varie screpolature nella torre e, nel 1666, si decise di fonderla per crearne una più piccola. Si distrusse anche la parte alta del campanile per ricostruirlo più basso, senza tenere conto dell’armonia dell’opera. Un’incisione nella pietra ci riporta che fu Carlo d’Angiò a iniziare quest’opera realizzata dai fratelli Giordano e Maraldo da Monte Sant’Angelo (Maestri architetti e scultori), il 27 Marzo 1274.

Nel nostro paese abbiamo un bellissimo gruppo Folcloristico chiamato la Pacchianella, costituito da ragazzi e ragazze che indossano i tipici abiti delle donne e degli uomini di una volta e si esibiscono in balli chiamati la Tarantella e la Quadriglia.

La giornata era calda e in cielo non c’era nemmeno una nuvola, così l’imperatore decise di partire alla scoperta di nuove culture pugliesi. Come d’abitudine, prima di ogni partenza Federico II scendeva giù nella Basilica di San Michele per chiedere la protezione dell’Arcangelo. San Michele, il santo con la spada, aveva caratteristiche comuni col pagano Wodan che per i popoli germanici è il Dio supremo della guerra e protettore di guerrieri e eroi.&nbsp;

Ma sotto il portale Federico II vide un’ antica iscrizione.

Terribile è questo luogo. Qui è la casa di Dio e la porta del cielo.

Taranto era una città grandiosa durante la Magna Grecia: ci vivevano più di 200 000 persone tra i quali molti artigiani, come i ceramisti che creavano vasi decorati molto raffinati; si producevano tessuti pregiati tinti con la porpora; gli orafi facevano dei gioielli meravigliosi in oro, argento, ambra, pietre preziose.

Cratere a volute, a figure rosse, del IV sec. a.C. Nascita di Dioniso. Possiamo vedere il Dio Dioniso che uscendo dalla coscia di Zeus protende le braccia verso Hera.

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In Foresta Umbra viveva una ninfa molto avvenente, di nome Gargara, che era desiderata da molti uomini. Nella foresta abitava anche un Fauno, che aveva le sembianze di un uomo e di un caprone, il quale era molto innamorato di Gargara. Una notte il Fauno cercò di possedere la ninfa, ma le sue grida fecero accorrere la gente e gli animali, che la salvarono. Il Fauno, allora, si rivolse a Giove e gli disse che Gargara, la figlia della dea che un tempo lo aveva rifiutato, ora stava rifiutando lui. Il Dio, per vendetta, trasformò la ninfa in un acero bianco, che da quel momento diventò l’albero del Fauno. Da allora lui visse ai piedi di quell’ albero difendendolo da chiunque voglia fargli del male.

Mentre il cacciatore raccontava queste storie, l’imperatore alzò gli occhi al cielo e si accorse che il sole stava per tramontare e a malincuore doveva lasciare quel posto di pace per proseguire il viaggio.

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Il castello era stato costruito su una necropoli dell’Età del Ferro intorno al 3000 a.C. La Torre dei Giganti fu una roccaforte in epoca greco romana, per poi diventare una fortezza all’ epoca Longobarda e Bizantina, intorno all' 800. All’ epoca Normanna, intorno all'anno 1000 , il conte Enrico fece costruire la Torre Quadrata. Nel 1177 ci fu il matrimonio di Guglielmo II d’Altavilla, Re di Sicilia, con Isabella d’Inghilterra, sorella del Re e, probabilmente, per questo evento magnifico fu ampliato e abbellito con la Sala del “Tesoro”. All’ epoca di Federico II (1230) il castello fu ancora amplificato con la costruzione delle sale che oggi ospitano l’impianto multimediale. Poi, in epoca Angioina, dal 1266, diventò soprattutto una prigione dove furono rinchiusi familiari e difensori di Federico. Filippa d’ Antiochia, nipote di Federico, muore proprio in queste prigioni e si dice che nelle mura del castello passeggi tutt’ oggi il suo fantasma. Tra il 1490 e il 1493 fu totalmente ristrutturato da Ferdinando I d’Aragona. Fu scavato il fossato,furono innalzati muri e torrioni cilindrici, il Torrione "a mandorla” e creato un ponte levatoio. Ci furono altri feudatari che si succedettero agli Aragonesi, ma, agli inizi del 1800, fu abbandonato. Molte delle sue pietre furono impiegate nella costruzione delle case a schiera che formano oggi il rione intorno al Castello. Nel 1907, il Castello fu acquisito dal comune di Monte Sant’ Angelo per la somma simbolica di 4000 Lire.&nbsp;

Ai lati della Madonna ci sono due personaggi inginocchiati, in atto di devozione alla Vergine e a Gesù: sono le personalità che hanno ordinato e pagato per la realizzazione di questo portale monumentale. A destra, Bonifacio, un sacerdote dell’epoca, a sinistra un personaggio più importante (perché rappresentato più grande). Se guardiamo bene, possiamo vedere che porta un turbante in testa.

Ma perché un turbante? Chi può essere questo personaggio? In quei tempi il regno di Sicilia era multietnico, significa che ci vivevano popolazioni di culture, usanze, tradizioni e religioni diverse. Federico II era un devoto ammiratore della cultura islamica e, tra i suoi più fedeli sostenitori, c’erano i Saraceni. Spesso si vestiva come un sultano per rendere omaggio a questa cultura raffinata. Ecco perché lo vediamo raffigurato con un turbante. A Monte Sant’ Angelo, abbiamo il privilegio di potere ammirare una delle rare rappresentazioni di Federico! Infatti, dopo la vittoria degli Angioini su Manfredi, suo figlio prediletto avuto con Bianca Lancia, il Regno di Sicilia passò in mano agli Angioini che distrussero tutte le sculture che lo rappresentavano.

Nei dintorni dell’Abbazia sono disseminati ben ventiquattro eremi, luoghi di culto e di lavoro, collegati tra loro con sentieri scoscesi: purtroppo sono in stato di abbandono. L’Abbazia fu la casa dei monaci, e da questa dipendevano circa quaranta monasteri non solo sparsi in Puglia ma anche nell’ Italia centrale e settentrionale e in tutto l’Adriatico. Fra il XIV e il XV secolo, l’ordine si estinse e l’Abbazia fu gestita da vari ordini Monastici fino al 1809. In seguito, il monastero passò ad alcuni sacerdoti che lo gestirono fino al 1969: in quest’anno, tuttavia, fu abbandonato a causa dei furti e atti vandalici. Dal 1990 grazie all’ opera del volontariato e successivamente alla presenza dei monaci qui presenti dal 1997, l’Abbazia è rinata a nuova vita.

Mille sono i fatti che potremmo raccontare su questo personaggio unico. Noi, in Puglia, abbiamo la fortuna di conoscerlo perché ci sono ancora tutt’ oggi, malgrado la volontà di cancellare le tracce del suo passaggio, delle testimonianze della sua grandezza in tanti luoghi e edifici. Ovviamente, il luogo&nbsp;che lo rappresenta di più è Castel del Monte… il monumento più visitato della regione, il “castello medievale” più enigmatico al mondo… Federico fu lo “Stupor Mundi”: la Meraviglia del Mondo.

Dopo aver mangiato, ripresero il viaggio e Federico II intrattenne i suoi amici raccontando quello che sapeva sulle Grotte di Castellana. Queste furono scoperte dallo speleologo Franco Anelli. Le Grotte di Castellana sono estese per circa 3 km sotto terra, si aprono a circa 330 m sopra il livello del mare. Ci sono diverse grotte e caverne ma quella più bella è la Grotta Bianca dove si rimane a bocca aperta nel vedere i capolavori che hanno creato le stalattiti e le&nbsp;stalagmiti.

I tre non si accorsero però che nel frattempo erano ormai arrivati a Lecce! Farinella, sceso dal mezzo, esclamò: - Che magnifica città! – Certo! Lecce è una città stupenda!-rispose lu Titoru, che li attendeva seduto ad una panchina. -Lecce è una bellissima città d’arte, un vero e proprio museo a cielo aperto. La chiamano la Firenze del sud e l’Atene della Puglia per la ricchezza dei suoi monumenti barocchi, ciascuno dei quali racconta una storia particolare, ma è anche una città che non manca di interessare i bambini, perché offre loro la possibilità di conoscere i segreti dell’arte della cartapesta che ancora oggi si lavora nelle botteghe del centro storico.&nbsp;

Farinella sceglie cavatiedd&nbsp;con cime di rapa , aglio, alici e molliche fritte&nbsp;e il nobile Federico II opta per piatto povero: il purè di” fave bianche “ accompagnato da una cicoriella selvatica bollita, perché voleva andare leggero.

Buongiorno gentile signora! Chi è lei? Perché indossa questi abiti?

La signora sbigottita da tale domanda, rispose

Ma come, sua Maestà! Non mi riconoscete? Sono la Pacchiana!

Federico II, imperatore del Regno delle due Sicilie, viveva su una montagna rinomata di nome Monte Sant’Angelo, oggi conosciuta in tutto il mondo per la grotta di San Michele Arcangelo. Secondo la leggenda, San Michele Arcangelo sarebbe apparso in questo luogo ben quattro volte: la prima apparizione risale all’8 maggio del 490 al vescovo di Siponto, Lorenzo Maiorano. Questa apparizione viene detta del Toro, perché secondo la leggenda, Gargano, che era un&nbsp;uomo molto ricco, aveva smarrito il suo più bel toro. Organizzò, perciò, insieme ai suoi servi, una ricerca, così lo trovò inginocchiato nei pressi di una grotta: Gargano, allora, preso dall’ira, gli scaglia una freccia avvelenata, che, tornando inspiegabilmente indietro, colpisce lo stesso Gargano.&nbsp;

Due anni dopo, e precisamente l’8 maggio del 492, avviene la seconda apparizione: si narra di una battaglia che i Bizantini muovono contro i Sipontini e i Longobardi, i quali, protetti dall’Arcangelo, conseguono la vittoria. Per questo motivo viene detta “della Vittoria”. Nel terzo episodio, assai suggestivo, si narra che l’Arcangelo appare nuovamente al vescovo di Siponto, per rivelare che non spettava ai Sipontini dedicare la grotta, perché Lui l’aveva fondata e Lui stesso l’aveva consacrata.

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UN PIACEVOLE VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELLA NOSTRA REGIONE

Federico II era grato al pescatore per avergli fatto conoscere così tanto di quel posto, ma il tempo passava e doveva proseguire il viaggio per raggiungere suo figlio proprio a Manfredonia, dove aveva saputo che erano stati ritrovati dei reperti storici chiamati “Stele Daunie”.

Taranto era anche un porto molto importante per il commercio nel mar Mediterraneo. Si esportavano olio d’oliva, vino, cereali e tante altre merci. La città ha subito tante trasformazioni ad iniziare dalla conquista romana. Riprese, in parte, il suo splendore all’epoca federiciana, ma con l’arrivo degli Angioini fu depredata; in epoca Aragonese il castello fu trasformato. Alla fine dell’Ottocento fu costruito il “Borgo nuovo” che viene a sovrapporsi sulla città greco-romana e sulla sua immensa necropoli. Tesori inestimabili e dimenticati furono riportati alla luce e trafugati in gran parte, per poi inondare i musei del mondo.&nbsp;

In questa foto si vedono nuovi fabbricati che si sovrappongono alle antiche terme romane.

Entrati, il grosso signore li accolse dicendo: - Benvenuti a Polignano a Mare! Famosa per aver dato i natali&nbsp;a Domenico Modugno: cantautore, chitarrista, attore italiano d’altri&nbsp;tempi! Sono molto conosciute le sue canzoni: chi non ha mai intonato le note della famosissima “ Nel blu dipinto di blu” ?&nbsp;

A Natale si diffondono i profumi dei nostri prodotti tipici: i “calzuncidd”, preparati con le castagne cotte, miele, cioccolato e ceci cotti; questo ripieno è avvolto da una sfoglia croccante, e poi fritto.Poi abbiamo le “pettole”, cioè una pizza fritta.

Forse per il morso della tarantola, forse per il calore del sole che nei mesi estivi in quelle zone è particolarmente intenso, capitava che qualcuno si sentisse male e svenisse. A quel punto, vuole la tradizione, che la medicina tradizionale fosse completamente inutile: il tarantato entrava in una sorta di stato di trance e l’unica reazione che riusciva a manifestare era una danza isterica al ritmo del tradizionale tamburello salentino.

A Farinella, però, sorse un dubbio: - Ma noi non sappiamo ballare la tarantella! Rispose Ze' Peppe: - Tranquilli! A Taranto ho un amico che insegna a ballare la pizzica. Potremmo fermarci lì. Federico II, non tanto abile nel ballo, fece un’osservazione: - Non sapevo che Taranto fosse famosa per la tarantella!&nbsp;

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Alla fine del lungo viaggio i tre rimasero sorpresi dalle meraviglie della Puglia e insieme a lu Titoru festeggiarono tutta la notte a ritmo della tarantella. 

Salve a tutti. Questo ebook è il prodotto di un lungo e meticoloso lavoro di noi ragazzi di 5^A dell'I.C. "Giovanni XXIII" di Monte Sant'Angelo. Nel percorso di geografia di questo anno scolastico è previsto lo studio delle regioni geografiche, ma, ad un certo punto, è sopraggiunta la pandemia da Covid 19, che ci ha trovati impreparati a gestire i nostri tempi, i nostri studi, le nostre vite. Dovendo ancora affrontare lo studio della nostra regione, la PUGLIA, abbiamo pensato di fare delle ricerche più approfondite e di soffermarci maggiormente con lo scopo di conoscerla meglio.

Lo abbiamo fatto a modo nostro, giocando con i personaggi di altri tempi che hanno animato la nostra regione, vestendo i loro panni e immedesimandoci in loro: così siamo partiti dall'imperatore Federico II che ci ha portato in giro per la Puglia al galoppo del suo splendido cavallo per arrivare a Ze' Peppe, Farinella...! Abbiamo scoperto le leggende, i miti, le storie che ruotano attorno alla nascita delle nostre città! Ci siamo avvalsi di internet, guide turistiche, libri..., ma non abbiamo potuto fare a meno dell'aiuto insostituibile dei nostri genitori e della nostra insegnante che ci ha coordinati, mettendo a punto la nostra ultima fatica della Scuola Primaria in modalità DaD. Buona lettura e ...buon viaggio alla scoperta della nostra amata Puglia!

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Ma… il campanile è ottagonale e riporta con esattezza le dimensioni di una delle otto torri di Castel del Monte, il “monumento” più famoso, più misterioso e ora il più visitato della Puglia, costruito da Federico II. Carlo D’Angiò completò la realizzazione del campanile prendendosi il merito per un’opera iniziata e voluta dall'imperatore.

Sostando nell’ atrio superiore della Basilica, Federico II poté ammirare la maestosità e l'imponenza del campanile ottagonale.&nbsp;

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Federico II, dopo la piacevole visita alla città, disse ai due amici il motivo per cui erano là: si voleva abbandonare alla pizzica leccese proprio come facevano le antiche popolazioni leccesi. Ma com'è nata la pizzica leccese?

La pizzica venne associata al morso delle tarante. Il Salento è stato da sempre una terra di contadini che, lavorando i campi e trascorrendo gran parte della loro vita in mezzo alla terra, rischiavano di imbattersi in differenti tipi di animali e di venire morsi dalla tarantola.

La Pacchiana allora spiegò che Pulsano è un’abbazia che dista 8 km da Monte Sant’Angelo. È stata costruita nel VI secolo dal monaco Papa San Gregorio Magno. Questa&nbsp;abbazia fu prima distrutta dai Saraceni, poi, agli inizi del XIII secolo fu ricostruita da San Giovanni da Matera, il quale, fondò l’Ordine Monastico degli Eremiti Pulsanesi, detti anche “ gli Scalzi”. L’abate, venendo in pellegrinaggio al Santuario di San Michele, ebbe la visione della Madonna che gli indicò dove doveva costruire una chiesa a Lei dedicata.

All’ uscita della Basilica, Federico II incontrò una donna vestita in modo bizzarro, adornata di ori. Incuriosito, si avvicinò e chiese:

Fu l’imperatore più luminoso che l’Europa abbia mai avuto! Nel Regno di Sicilia riuscì a fare stare in pace tutte le popolazioni di religioni diverse che ci vivevano. Creò le Costituzioni di Melfi che sono tuttora la base della legislazione europea. La famosa frase scritta nei tribunali “Tutti uguali davanti alla Legge” è sua. Fondò la prima università laica d’Europa, dove tutte le classi sociali, per la prima volta, avevano il diritto di entrare. I più poveri beneficiavano di borse di studio, vitto e alloggio, e, chi aveva i miglior risultati, veniva assunto nel sistema amministrativo del Regno di Sicilia.

Chi è Federico II? Conosciamo meglio questo personaggio! Federico II è nato a Jesi (Ancona) il 26 dicembre 1194 e morto a Castel Fiorentino il 13 dicembre 1250. Fu Re di Sicilia, Duca di Svevia, Re dei Romani, Imperatore del Sacro Romano Impero e Re di Gerusalemme.

Anno 2020. Ricorrenza degli 800 anni dall'incoronazione di Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero.

Purtroppo, questo magnifico portale è stato fortemente modificato: mancano le due colonne che lo fiancheggiavano (probabilmente marmi antichi) e gli animali che le portavano (probabilmente leoni). Ma la parte superiore che decora il portale è arrivata intatta fino a noi.

Addirittura, se si guarda bene, si vedono ancora le tracce dei colori che la decoravano. Vediamo due angeli che muovono dei porta incenso per profumare la Vergine Maria, che porta Gesù Bambino nelle sue braccia. Lui, guardandoci, ci benedice con la mano destra e con la mano sinistra tiene un rotolo di pergamena sul quale sono incisi tutti i nomi di coloro che saranno salvati nell’ora del giudizio universale.

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Il nostro viaggio finisce qui! Vi auguriamo di trascorrere momenti felici in questa splendida terra di Puglia!

Nel 1864 d. C. viene definita la facciata attuale con le due arcate.&nbsp;

Peccato che nessuno pensò al cibo, così verso l’ora di pranzo un brontolio proveniva dalle pance dei tre personaggi. -Ma adesso, bando alle chiacchiere- disse Farinella- comincio ad avere un po’ di fame. Andiamo ad assaporare le prelibatezze della cucina locale! Qui c’è un mio amico cuoco,&nbsp;che cucina benissimo! Sento già l’acquolina in bocca!&nbsp;&nbsp;

Neanche il tempo di sederci al tavolo che ci raggiunge il cameriere, il quale ci propone un buon primo di "cavatiedd"&nbsp;con pomodoro e cacioricotta o con cime di rapa, aglio, alici e molliche fritte, oppure "crisciaulche", delle lasagne strette , condite con ragù di baccalà oppure un semplice&nbsp;ragù di carni bianche e cavallino con cui si preparano le “brasciole": fette avvolte e farcite con pecorino, aglio cipolla e prezzemolo. Un altro piatto povero ma nutriente è il purè di ” fave bianche “ accompagnato da una cicoriella selvatica bollita. A voi la scelta! –

La pacchiana rimase stupefatta da tanta meraviglia e mai poteva pensare che nel suo piccolo paesino potessero esserci tanti monumenti ricchi di storia. – Però, a pensarci bene, anche noi gente comune abbiamo un tesoro! – disse la pacchiana. – E qual è? - rispose Federico II. Noi abbiamo la tradizione popolare fatta di feste popolari e tanto altro.

Il pescatore allora si offrì di accompagnarlo con la sua barca, risparmiando così tanto tempo. Federico II accettò volentieri per poi trovarsi pentito a causa del mal di mare. Bianco come un lenzuolo, finalmente arrivò a Manfredonia dove ad aspettarlo al porto c’era suo figlio Manfredi. – Padre, cosa ti è successo? – chiese Manfredi. – So solo una cosa, non salirò mai più su una barca in vita mia – rispose il padre tenendosi la pancia.

Padre e figlio decisero di andare a visitare i reperti sperando che l’aria fresca potesse essere d’aiuto contro quella brutta nausea, quando ad un tratto da lontano si udì una voce agitata. Era un uomo dal naso rosso con una camicia a quadri che si faceva largo tra la gente in modo goffo. – Ma chi è quel matto? – chiese Federico II.

Diadema in oro, smalti e pietre preziose. III sec a.C

TARANTO, LA MAGNA GRECIA, il MUSEO ARCHEOLOGICO

La Taranto greca fu fondata nel 706 a. C. dall’eroe Falanto che veniva da Sparta. Ma una leggenda racconta che fu Taras, figlio di Poseidone, Dio del Mare e della ninfa Saturia, a costruirla. Taras passeggiava sulle acque del fiume Saturo a cavallo di un delfino, quando vide due grandissimi bacini, il “Mare Piccolo”, che bagnava le terre fertili di un maestoso golfo, “il Golfo di Taranto” e il “Mare Grande”. 

Giunse a Vieste dove Federico II poté vedere il mare così vicino come non mai. Al porto erano ormeggiate tante piccole barche di pescatori e in una di queste c’era un buffo uomo con dei pantaloni arrotolati alle caviglie e un cappello a proteggerlo dal sole, che riparava una rete dopo aver pescato.

Ha ragione, mia cara signora! È stato un piacere averla incontrata, ma ora devo andare…un lungo viaggio mi aspetta.

L’ imperatore partì così in direzione di Vieste. Lungo la strada, in sella al suo cavallo, Federico II notò con meraviglia che i campi coltivati avevano lasciato il posto ad una fitta foresta. Era giunto in Foresta Umbra, un’area naturale ricca di faggi di oltre 40 metri. L’imperatore, affascinato dalla maestosità della foresta, decise di fare una piccola sosta e, mentre faceva una bella passeggiata tra gli alberi, a respirare a pieni polmoni l’aria&nbsp;pulita e tersa, si è imbattutto in meravigliose mandrie di caprioli garganici e di daini.&nbsp;

Federico II ringraziò la gentile signora per quanto le aveva raccontato e pensò di ricambiare facendole visitare un importante complesso monumentale costituito dall’antica chiesa di San Pietro, dal Battistero di San Giovanni in Tumba e dalla chiesa di Santa Maria Maggiore, quest’ultima fatta ricostruire dopo la parziale distruzione dall’imperatrice Costanza, sua madre. Inizialmente questa chiesa fu fatta costruire per volere dell’arcivescovo Leone Garganico che le aggiunse la qualifica di “Maggiore” per distinguerla dalla chiesa Sipontina.

Federico II rimase affascinato dall’ imponenza del portale di questa chiesa e rimase davanti al sagrato ad ammirarla.

Un’altra tradizione molto seguita è legata ai riti della Settimana Santa in cui si fa memoria della Passione e Morte di Gesù.&nbsp;

A Pasqua le nostre mamme hanno l'abitudine di prepararci le “scarascelle”, una pasta frolla ricoperta di glassa bianca.&nbsp;

Castel del Monte... "Il castello dove&nbsp;mi troverete sempre, malgrado i secoli che passano...". Così diceva Federico II. Oggi è il monumento più visitato della Puglia. Poco è rimasto del suo splendore: rimane solo un ottagono perfettamente allineato tra Terra e Cielo, 16 sale, l'otto che si ripete all'infinito come il mistero che lo avvolge...

Se ti senti un po' tarantato e hai voglia di qualcosa di davvero speciale ed un po' afrodisiaco… ti consigliamo di acquistare qualcosa di piccante e saporito, che sappia davvero di Salento, come per esempio i peperoni salentini piccanti! Una bomba per veri TARANTATI!

“Mi piaceva stare a Monte Sant’ Angelo, ma anche a Vieste, nel suo imponente castello che feci ingrandire. Mi muovevo spesso da Foggia per ragioni politiche, ma anche andare a caccia con i Falchi o per scoprire nuovi paesaggi, nuovi siti archeologici dove magari potevo ritrovare reperti antichissimi e preziosi per l’arredo dei mei palazzi e castelli. L’immensa città che fu Taranto durante la Magna Grecia mi entusiasmava sempre…

Orecchino in oro detto a navicella, decorato con filigrana.

Anello in oro con figura femminile di profilo. Collana in oro, maglia doppia. Bracciale in oro a verga tortile avvolta a spirale III sec a.C.

Lungo il viaggio Ze' Peppe raccontò della sua lunga amicizia con Farinella e degli aneddoti su di lui. Gli confidò che Farinella è un personaggio che indossa un abito di toppe multicolori. Il suo nome deriva dalla farinella, che era una focaccia preparata con farina di ceci e di orzo. La povertà del suo vestito ricorda le antiche abitudini degli abitanti di queste zone costretti nei secoli a trovare espedienti per sopravvivere tra le ristrettezze economiche, senza però mai perdere il buonumore e la voglia di sorridere.

A carnevale si fanno “i pupuret”. Questo dolce è un biscotto a forma tonda, intervallato da tagli detti in dialetto "ntacc".

In ogni periodo dell'anno si vendono le ostie ripiene, fatte da una ferrata ricoperta di mandorle cotte nel miele, cannella,&nbsp;limone e zucchero. Questo prodotto ha una sua storia perché fu creato nel monastero della Santissima Trinità dalle monache che, mentre stavano preparando l' impasto delle sacre ostie, una di queste cadde in una ciotola di mandorle caramellate.&nbsp;

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Dopo la caduta del regno Longobardo nel 754 d.C., del santuario si presero cura prima i Normanni e poi gli Svevi e gli Angioini. In questo periodo furono installate le porte in bronzo, fuse a Costantinopoli, donate dal nobile amalfitano Pantaleone nel 1076 d. C., formate da 24 formelle con scene del Vecchio e Nuovo Testamento.

– Ma è Ze Peppe!- Rispose Manfredi ridendo.

Buonasera, signori! È già passata la corriera per Alberobello? Il mio amico Farinella mi aspetta per girare insieme i luoghi più belli della Puglia.&nbsp;

Federico II, sentendo che quell’ uomo voleva conoscere la Puglia proprio come lui, pensò che poteva essere una buona idea proseguire il viaggio in compagnia.&nbsp;

Tanto per cominciare, parliamo della festa del Santo Patrono, l’Arcangelo San Michele, che si festeggia il 29 settembre. La processione è molto partecipata: ci sono i più piccini che indossano il costume di SAN MICHELE e c’è anche una bella banda musicale e per finire i fuochi pirotecnici che concludono la serata.

Allora il vescovo Lorenzo, insieme ad altri sette vescovi pugliesi, si avviò in processione verso il luogo sacro. Durante il cammino si verificò un prodigio: alcune aquile, con le loro ali spiegate, ripararono i vescovi dai raggi del sole. Giunti alla Grotta, vi trovarono eretto un rozzo altare, coperto di un pallio vermiglio e sormontato da una Croce. Inoltre, come racconta la leggenda, nella roccia trovarono impressa l’orma del piede di San Michele. Il santo Vescovo Maiorano vi offrì con immensa gioia il primo Divin Sacramento. Era il 29 settembre del 493.

Taras s’innamorò di questo luogo e decise di costruire la sua città. Infatti, il nome Taranto deriva da Taras. Sulle monete della città possiamo vederlo cavalcando il suo delfino.&nbsp;

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All’ improvviso il suo cavallo si è imbizzarrito alla vista di un cinghiale. Mentre l’imperatore cercava di rasserenarlo, passò un cacciatore che si fermò e gli raccontò un’antica leggenda, legata alla Foresta Umbra.

Federico II era così devoto a San Michele Arcangelo che, di ritorno dalla crociata in Terrasanta, donò al Santuario un frammento della “ Vera Croce” di Gesù, incastonato in una croce reliquiario in filigrana e cristallo di rocca d’argento, tempestato di gemme preziose.

Allora l'imperatore si fece narrare la leggenda dell'origine del monolite che campeggia sulla spiaggia di Vieste. Il pescatore esordì dicendo che, anticamente, a Vieste abitavano Pizzomunno e Cristalda. I due giovani si amavano molto. Pizzomunno era un pescatore e, quando usciva in mare, era spesso lusingato dalle sirene che con i loro canti cercavano di trattenerlo offrendogli in cambio il dono dell'immortalità, senza però riuscirvi.

Una sera, i due innamorati andarono, come al solito, sulla spiaggia, ma le sirene afferrarono Cristalda e la trascinarono in mare. Cristalda non fu più ritrovata e Pizzomunno, per il dolore, rimase pietrificato nel monolite di roccia che campeggia sulla spiaggia. Ogni cento anni Cristalda ritorna per riabbracciare il suo amato solo per una notte. Qualche anno fa, Max Gazzè ha trovato il pretesto per emozionare&nbsp;il pubblico di Sanremo, cantando proprio la vecchia leggenda.

Nel bel mezzo del pranzo, squilla il telefono: era lu TITURU, caro amico di infanzia di Farinella, che li invitava a festeggiare la notte della taranta giù a Lecce. I tre colsero l’occasione dell’invito e partirono subito. Federico II sapeva che a Polignano a Mare preparavano un panino con il polpo da favola, un buon motivo per conoscere questa località. Nella piazza principale c’era un negozietto con all’ interno un uomo con un grosso pancione e, sulla griglia, file di polpi.

Chi meglio di Federico II, che fu chiamato tra tanti nomi il “Puer Apuliae”,“Il Giovane della Puglia”, ci può aiutare a presentare questa regione? Lasciamo a lui la parola:

“Quando vidi l’Apulia per la prima volta, rimasi incantato dalla bellezza dei paesaggi…Ulivi senza tempo, viti, campi fertili, coste magnifiche bagnate dal Mar Adriatico scintillante. Le colline della Murgia, i Monti Dauni e il promontorio del Gargano mi affascinavano. Infatti, è in queste terre ricchissime di storia che decisi di fare costruire il mio Palazzo Imperiale a Foggia, la fortezza di Lucera, per proteggere il mio tesoro e più di 38 castelli. Uno dei miei preferiti è il castello di Monte Sant’Angelo. Mi piace ritirarmi in questi luoghi immersi nella natura: da qui posso vedere le mie terre all’ infinito. L’Honor di Monte Sant’Angelo è molto importante per me, sono riuscito a farlo ereditare a mio figlio prediletto, Manfredi.”

Alunni della classe 5^A

Bisceglia Giuseppe Nicolas Coppolecchia Miriam Pia Ciuffreda Noemi Rita de Padova Aurora Gadaleta Samuele Guerra Giusy Pia la Torre Rosanna

Narcisi Ilenia Prencipe Libero Pio Quitadamo Angelica Pia Ricucci Antonio Rignanese Raffaele Santoro Antonella Totaro Alessandro Pio

So che Taranto è una città nota per la sua storia, per i suoi reperti, per il suo museo.

Bolt blue

Dopo una notte di viaggio giunsero ad Alberobello e ad attenderli alla fermata c’era proprio Farinella. – Mio caro amico, benvenuto! Andiamo in trattoria! Un buon bicchiere di vino ci farà iniziare bene la giornata – disse Farinella gioioso. In trattoria il buon Farinella cominciò a raccontare delle bellezze di Alberobello. Questa località è nota in tutto il mondo per i TRULLI.&nbsp;

Taranto era la città di villeggiatura dei più grandi filosofi del mondo greco, ma anche di atleti, musicisti, danzatori, attori, indovini… Nell’ immagine possiamo vedere la famosa tomba dell’atleta, unica diretta testimonianza di un atleta che ha vissuto e partecipato ai giochi olimpici dell’antica Grecia. Probabilmente era l’Ikkos, atleta, filosofo pitagorico, ginnasiarca ritenuto il fondatore della medicina dello sport.

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