UN SALTO NATURALE NELLA NOSTRA STORIA

Se ti rechi alla teca 62 puoi immaginare il calco dei funghi di cui parliamo adesso. TROMBETTA DA MORTO La trombetta da morto (nome scientifico: CRATERELLUS CORNUCOPIOIDES - nome dialettale: TROMBETTA DA MORT) è un fungo autunnale molto vicino alla famiglia dei finferli, presenti nei boschi e nelle foreste di latifoglie delle Alpi e dell'Appennino centro-settentrionale. È un fungo di modeste dimensioni, dal corpo a forma di trombetta e dal cappello sottile; si presenta nero all'interno e grigio-argento all'esterno. è commestibile utilizzato in cucina soprattutto nei primi piatti. AMANITA MUSCARIA (ovulo malefico) È il fungo classico che si incontra nei boschi delle fiabe. Ben riconoscibile per i suoi colori, nonostante l'aspetto invitante, è molto velenoso. Un tempo era utilizzato per uccidere le mosche (da qui, il nome scientifico della specie). Cresce nei boschi di conifere e di latifoglie ed è spesso possibile trovarlo negli stessi posti dove nascono i porcini. Il cappello nei funghi giovani ha una forma sferica, poi si espande, diventando piatto. È di colore rosso scuro o arancione, è ricoperto da numerose verruche bianche.

Lo sai che cos'è la paleontologia ? la paleontologia è la scienza che studia gli uomini, gli animali e le piante vissuti sulla terra in epoche passate. lo scienziato si chiama paleontologo.

Sono molte le specie migratorie presenti nel territorio bellunese, noi vogliamo parlarti di un uccello migratorio singolare ed elegante: lo svasso maggiore. Lo svasso maggiore comune nel lago di S.Croce all'epoca dei passi e nidificante alla fine degli anni 80, sembra che indossi una pelliccia più che delle piume, tant'è che venivano utilizzate per l'imbottitura dei cappotti. Il motivo per cui sono davvero unici e affascinanti è per i loro rituali amorosi di corteggiamento, vere e proprie danze con tanto di dono nuziale (pesciolino o parte di pianta palustre). Recati subito alla teca n. 5 se lo vuoi osservare.

Nella teca n.14 fermati ad ammirare il gufo reale, un uccello rapace notturno Europeo; è piuttosto raro e ha dei caratteristici cornetti di piume erettili sul capo. Si tratta delle specie di gufo più grande esistente, con un'apertura alare che va dall'1,6 ai 2,5 metri. Questo animale ha forme massicce con ali arrotondate, coda corta e grande capo. Il piumaggio è bruno striato e nerastro sulla parte superiore e giallo brunastro sulla parte inferiore. Può predare anche lepri, piccoli di volte e caprioli. Di abitudini notturne, frequenta i grandi boschi, zone rocciose, zone aperte, discariche di immondizie. S'intrattiene di notte per ore fermo, immobile, su piante, alti pali, rocce, a spiare la preda che raggiunge con volo planato, silenzioso.

Nella stanza dedicata alla geologia e alla mineralogia c'è una unità dedicata alla frana del Tessina. La frana del Tessina è visibile nel comune di Chies d'Alpago tra le frazioni di Lamosano, S. Martino e Funes. La puoi osservare anche dalla finestra del corridoio del museo! Il movimento franoso si innescò nell'ottobre 1960, con una massa di circa un milione di metri cubi di materiali; nel corso di tutti questi anni ci sono stati vari movimenti di quiete alternati a movimenti di pericolo per gli abitanti, in particolare per la frazione di Funes. Anche le attività antropiche hanno subito l'influenza della frana, prati e pascoli sono incolti da anni. Varie sono state le iniziative per limitare i danni e rallentarne il movimento, una delle quali è stata l'inserimento di tubi di drenaggio. Attualmente esiste un sistema di monitoraggio per salvaguardare la popolazione nel caso dovessero accadere nuovi movimenti franosi.

Al piano terra troverai la sala dedicata alla zoologia dove sono esposte le ricchissime collezioni di pesci, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi.

Se vuoi sentirti a casa, recati alla teca n. 4. Fra i rettili assi comune è la lucertola muraiola. Frequenta le abitazioni, orti, giardini, siepi, muri, prati cespugliati, greti dei torrenti, ghiaioni, dirupi rocciosi. Si distingue per il muso lungo, schiacciato e appuntito. Ha la coda più lunga del corpo, molto appuntita con anelli di uguale lunghezza. Gli aguzzi artigli delle dita le permettono di arrampicarsi e correre velocemente sui muri e tratti rocciosi verticali. Ottima saltatrice, insegue ragni, vermi, cavallette, maggiolini, altri insetti; si ciba anche di farfalle che cattura al volo. A luglio depone una decina di uova e a settembre nascono i piccoli.

Sempre nella teca n. 4 puoi ammirare la biscia d'acqua dal collare, molto diffusa nelle nostre zone. È&nbsp;solitamente grigia con delle strisce trasversali nere che le corrono sui fianchi. Nella parte alta di questo animale spesso si trova una banda bianco-giallastra con un contorno nero, che le conferisce un aspetto buffo facendo sembrare che la biscia sia dotata di un collare. Si nutre di rane, rospi, tritoni e anche pesci: questo è possibile perchè è un'ottima nuotatrice. Se si sente minacciata si immerge in acqua e nuota sotto la superficie. Può però capitare che si sente in pericolo, e allora adotta altri sistemi di difesa. Il primo, consiste nell'appiattire la testa e fingere di voler mordere. Il secondo metodo consiste nel fingersi morta, si volta sulla schiena e fa penzolare la lingua. Ma non finisce qui: questo curioso rettile è in grado di emettere un odore nauseabondo, in tal modo i predatori non vengono attirati da lei convinti che sia in stato di decomposizione.

I fossili sono resti di animali o di vegetali vissuti milioni di anni fa e offrono le informazioni più importanti per conoscere come è cambiata la vita sulla Terra. Si sono conservati all'interno di rocce e si sono induriti fino a pietrificarsi. Nei fossili si sono conservate le parti dure degli animali (come ossa e denti) mentre sono scomparse le parti molli (come muscoli e pelle).

MUSEO DI STORIA NATURALE DI CHIES D'ALPAGO

Il museo, allestito nella ex scuola elementare di Chies d' Alpago, è di proprietà dell Unione Montana Alpago e viene aperto grazie alla collaborazione dell'Associazione Alpago Storia Natura. Fu ideato da Ivan Fossa, appassionato naturalista di Puos d' Alpago, in risposta alle sollecitazioni di studiosi e insegnanti locali di vedere riunita in un'unica struttura la grande ricchezza naturalista del nostro territorio e la ricca biodiversità. Le ricchissime collezioni e i reperti sono apprezzabili nei tre piani dell'edificio

Nella vetrina n. 48 è stato esposto un diorama in 4 sequenze per la rappresentazione del processo di fossilizzazione. 1-Gli organismi marini che muoiono vengono sepolti dai sedimenti. Il continuo depositarsi di sedimenti fa sprofondare sempre più in basso gli strati di terreno inferiori comprimendoli e trasformandoli in rocce. 2-Le forze orogenetiche cominciano a far emergere le terre dal mare. 3-Gli organismi trasformati in fossili vengono trasportati con le rocce fuori dal mare anche ad alte quote. 4-I fossili vengono alla luce grazie all'erosione che subiscono le rocce.

MANDIBOLA DI ODONTOCETO

Nella vetrata n.46 è esposta una mandibola di Odontoceto, una specie simile al delfino che popolava l'antico mare dell'Alpago. La mandibola è stata ritrovata nei pressi del bivio della strada Chies-Lamosano.

Sempre nella vetrata n. 46 vi sono varie ammoniti, molluschi cefaloidi parenti degli attuali calamari, ritrovati sia in Alpago che in altre zone. Le ammoniti sono caratterizzate da una conchiglia esterna suddivisa in diverse camere, di cui il mollusco occupava solo l'ultima. La conchiglia delle ammoniti ha in generale la forma di una spirale, quasi fosse un corno arrotolato.

Sai distinguere i diversi tipi di pianta osservando il loro legno? Fino a pochi decenni fa tutti sapevano distinguere i diversi alberi proprio perchè ogni tipo di legno era adatto a una specifica funzione. Ad esempio l' Abete Bianco possiede il legno migliore per le costruzioni, il Larice presenta le caratteristiche ideali per essere impiegato all'esterno perchè è resistente agli agenti atmosferici, il Pino Cembro è l'ideale per le sculture.

Tra le varie specie di pesci, quella più interessante ed esclusiva del lago di Santa Croce è il sampierolo, detto in loco sanpieròl in quanto è più facile pescarlo verso la festa di San Pietro a fine giugno. Amante delle acque profonde, era un tempo assai abbondante mentre oggi è raro nel lago. Puoi osservare questo pesce alla teca n. 2.

Se vuoi trovare un altro pesce presente nel lago di S. Croce, devi recarti alla teca n. 1 dove è presente la Carpa a Specchi. Si distingue dalla carpa dalla pelle nuda coperta di muco, dove spiccano rade, grosse squame circolari con lucentezza metallica, disposte ai fianchi in 2-3 file.

L'abete rosso è un tipo di albero appartenente alla famiglia delle conifere. Si distingue per la forma conica piramidale e raggiunge 40/50 m di altezza. Presenta un tronco dritto con una base larga circa 2 m. Le sue foglie sono a forma di ago e i suoi frutti tipici sono le pigne di colore bruno chiaro lucente. È&nbsp;un tipo di albero che si trova prevalentemente in montagna perchè ha un ottima resistenza al freddo ma preferisce posizionarsi in pieno sole. CURIOSITÀ Il legname dell'abete rosso tiene bene i chiodi, e si tinge e si incolla facilmente. Stagiona rapidamente e bene, si muove poco al variare dell'umidità ambientale. È molto impegnato per falegnameria interna, mobili e, data la sua assenza di odori, per cassette per cibi.

Visitando la teca n. 3, colpiscono i colori vivaci della salamandra pezzata. La salamandra pezzata mette in mostra la sua colorazione vistosa come segnale di avvertimento rivolto direttamente ai sui potenziali predatori quasi a sconsigliarli dell'eventuale assaggio della sua carne, assai sgradevole e tossica. Di abitudini notturne, la si incontra di giorno durante o dopo la pioggia o in giornate molto umide. Passa il periodo invernale in letargo, a volte più individui nello stesso luogo. Lenta, timida, solitaria, si ciba di vermi chiocciole, limacce e miriapodi.

Numerose sono le rane oppure i rospi che vivono nelle zone umide del nostro territorio. Una delle specie di anfibi più diffusa nella zona del bellunese è la rana rossa, il cui nome scientifico è rana temporaria. Si chiama rana rossa perchè presenta due macchie triangolari sulle tempie di un colore rossastro. Ha le parti superiori bruno-rossicce e gambe lunghe. È&nbsp;presente in tutto il bellunese, più numerosa nell'alta collina e montagna fino ai 2000 metri. Non gracida ma "brontola". È&nbsp;una specie essenzialmente terricola, va nell'acqua solo al momento della riproduzione, dove depone le uova che subito affondano. Frequenta prati, boschi, zone umide e fresche. Caccia a tutte le ore del giorno catturando insetti vari e vermi, estraendo la lingua appiccicosa. La puoi ammirare nella teca n. 3.

FINFERLO I finferli sono funghi preziosi, distinti per il loro sapore particolare, la forma ondeggiante ed il colore aranciato, dorato o ambrato, pressoché inconfondibile. È un fungo commestibile che si sposa ad accompagnare moltissime pietanze, tra cui carni, risotti e paste. I finferli amano crescere in ambienti umidi e freschi, soprattutto in prossimità di aghifoglie e latifoglie. In genere, i finferli non crescono solitari, piuttosto si ritrovano spesso in gruppetti.

Sui grandi pannelli a parete sono rappresentati i 5 stadi di evoluzione umana.

Ti capita mai di osservare uno stormo di uccelli che sta passando sopra la tua testa e di restarne affascinato?Non sei l'unico.Il fenomeno della migrazione di uccelli è sempre stato motivo di meraviglia: fonte di ispirazione per poeti ed artisti. gli scienziati studiano le grandi migrazioni per raccogliere dati sul cambiamento climatico e sull'inquinamento.

Lo sai che la parola "anfibio" significa doppia vita? Gli anfibi, infatti, si chiamano così per la loro capacità di vivere sia nell'acqua che sulla terraferma: la riproduzione, lo sviluppo delle uova e lo stato larvale sono tutte fasi che avvengono nell'ambiente acquatico, mentre la vita adulta di un anfibio può essere trascorsa completamente sulla terra.

REPERTI ARCHEOLOGICI

Nel museo è presente una sala polifunzionale in cui sono esposti reperti archeologici rinvenuti in Alpago. In una vetrata intitolata ''archeologia preistorica'' sono esposte numerose ricostruzioni di utensili dell'umo primitivo: -pietre taglienti e punte di lance ottenute dalla scheggiatura della selce (Paleolitico inferiore); -punte, uncini e arpioni ottenuti dalla lavorazione di corna e ossa (Paleolitico medio); -utensili per l'uso domestico e agricolo, ciotole in terracotta (Paleolitico superiore).

Nella teca n. 60 puoi osservare il legno del faggio e il legno dell'abete rosso

Il faggio è una specie che vive in ambienti con abbondanti precipitazioni ed elevata umidità. È una pianta che tollera bene l'ombra e che si aggrega facilmente con altre specie, soprattutto conifere. Si adatta a qualsiasi terreno. Ha una chioma conica, una corteccia grigia e raggiunge altezze di 20-30 metri.

Quasi tutte le parti del faggio vengono utilizzate. Foglie secche: sono un ottimo fertilizzante, vengono usate anche come foraggio. Frutti: vengono dati come cibo ai maiali. Semi: contengono il 30% di olio grasso, che veniva usato per l'illuminazione ed è ancora utilizzato per fabbricare sapone. Legno: è un ottimo combustibile e fornisce una buona qualità di carbone. Viene utilizzato anche nelle fabbriche di mobili rustici e moderni,per arredamenti interni, liste da pavimento , utensili domestici, strumenti musicali, giocattoli, ecc. Quando è fresco si curva facilmente perciò se ne fanno cerchi e crivelli.

Se ti sposti alla teca accanto (59) puoi osserva il legno della roverella.

La roverella (nome scientifico: Quercus pubescens)è un albero non sempreverde, cresce prevalentemente in zone collinari e pedemontane e preferisce suoli calcarei e magri. Le sue foglie hanno un margine lobato e si distinguono da quelle della rovere perchè hanno un piccolo cortissimo; anche la ghianda presenta un picciolo cortissimo

CURIOSITÀ Le ghiande della roverella sono dolci e in passato venivano utilizzate non solo per l'alimentazione dei maiali, ma anche, nei periodi di carestia, per cibare gli uomini: dalle ghiande si ricavava infatti una farina per fare una specie di pane o "piadina di ghianda".

Sai che cos'è la geologia? La geologia è la scienza che studia le rocce.&#160; Lo scienziato che studia le rocce si chiama geologo.

Nella teca n. 23 puoi osservare la faina. La faina assomiglia molto alla martora. Ha una macchia sul mento-gola che si divide in due sul petto. Ha una coda folta, leggermente appiattita. È&nbsp;abbastanza comune nella zona pianeggiante dell'Alpago, si avvicina alle abitazioni e occupa le stalle, sceglie come dimora i depositi di fieno. Mangia topi, uccelli e le loro uova, piccola selvaggina e frutta dolce. Preferisce cacciare sul terreno, visitando muri, fossi, tombini, pagliai, stalle e pollai.

Sempre nella teca n. 23 puoi trovare la volpe. Assai comune ed estremamente adattabile, è capace di vivere in qualsiasi ambiente dal livello del mare all'alta montagna. Ha orecchie piccole, nere nella parte posteriore, il muso appuntito e una grossa e lunga coda. La lunga coda la agevola nell'inseguire gli animali che corrono zigzagando, aiutandola a fare rapide volate, con la stessa funzione del timone di una barca. È&nbsp;sempre stata oggetto di caccia praticata con qualsiasi mezzo, sia per la pregevole pelliccia, sia perchè considerata animale nocivo alla selvaggina. Tipico animale da bosco, poco socievole, di abitudini prevalentemente notturne, raramente caccia durante il giorno per procurarsi più cibo all'epoca del mantenimento della prole. La volpe è un ottimo predatore che può procurare seri danni alla selvaggina, particolarmente a quella liberata proveniente da allevamento . Cattura quella gracile , ammalata, ruba animali da cortile, si ciba di carogne di qualsiasi animale , distrugge talpe e topi.

Nella teca n. 24 puoi ammirare una bellissima lepre. La lepre ha una colorazione mimetica che si armonizza con il territorio. Timida, solitaria, veloce, notturna, durante il giorno si può incontrare solo se disturbata o all'epoca degli amori. La nostra lepre dovrebbe essere salvata e difesa perché rischia l'estinzione. Le continue immissioni di lepri a scopo di ripopolamento, con soggetti provenienti dalle grandi pianure dell'est, hanno imbastardito questa nostra razza e abbiamo ottenuto lepri meno abili a sfuggire le insidie dei rapaci.

Sai che cos'è la zoologia? La zoologia è una scienza che studia gli animali.

Lo scienziato si chiama zoologo.

Spostandosi al primo piano, entrerai in contatto con le sezioni di geologia, mineralogia, archeologia e paleontologia.

Il secondo piano è suddiviso in differenti sezioni: le sezioni di botanica, quella micologica e un'altra interamente dedicata ai differenti diorami, con la ricostruzione di un ambiente dedicato al letargo, uno all'ambiente alpino, un altro che rappresenta l'ambiente umido e infine una sezione dedicata all'uomo preistorico.

Sai che cos'è la botanica? La botanica è la scienza che studia le piante. Lo scienziato che studia le piante si chiama botanico.

Un altro pesce tipico è l'anguilla (Anguilla anguilla ) che un tempo risaliva i grandi fiumi come il Piave per raggiungere torrenti e ruscelli di montagna. Oggi è quasi scomparsa, anche a causa dei molti ostacoli (dighe, briglie) che l'uomo le ha costruito lungo il percorso di risalita. La puoi trovare alla teca n. 2.

La trota di lago, osservabile alla teca n. 1, è lunga fino a 100 cm, ha il dorso grigio-bluastro chiaro, fianchi argentei macchiati di nero e a volte di arancione. È pescata nel lago di S. Croce, non è molto numerosa, si ciba prevalentemente di pesci; frequenta zone dove sfociano i ruscelli e le rive sassose e rocciose.

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