Loading...
POESIE di
Franco Dima
Loading...
Loading...
Franco Dima "gessetto"Loading...
"Vivo prendendo appunti""Al mio più grande amore,
a mio figlio".
a mio figlio".
INDICE
La Croce
Il suicida
Le campane
Sei bella
La meta
Sappi
Cosa farò
Clandestino
La maschera di coccio
Ti amo
Il ponte
Incontro
Ridi come prima
Ogni notte
La morte
Nera donna
La maschera
Insieme
Fossi scemo
La candela
Sempre con te
Notte
L’amore
Otto Febbraio
Giugno
A mio figlio
Nessuno
Madre mia
Amo
Gli invisibili
I dimenticati
Amore
Per mio figlio
Al mio papà
Perché lo faccio
Casa mia
La mia rosa
Il Mandorlo
Dolore
Afrodite
Preghiera
L’anima porta via
Passione
Casa mia 1
Non posso
L’ultimo brindisi
Credimi
Amami
Lei è morta
Pianto
Il dono
Antico borgo
Lascia che ti accompagni
Il bambino
Sogno
Vivo per strada
Voglio che tu sorridi
I Santi piangono
Ti manderò un bacio
Aquilone
Mi son rotto il cazzo
Torno a casa mia
Non rammento
Volo
Al mio papà
Perché lo faccio
Casa mia
La mia rosa
Il Mandorlo
Dolore
Afrodite
Preghiera
L’anima porta via
Passione
Casa mia 1
Non posso
L’ultimo brindisi
Credimi
Amami
Lei è morta
Pianto
Il dono
Antico borgo
Lascia che ti accompagni
Il bambino
Sogno
Vivo per strada
Voglio che tu sorridi
I Santi piangono
Ti manderò un bacio
Aquilone
Mi son rotto il cazzo
Torno a casa mia
Non rammento
Volo
Dolce
Giulia
Risveglio
Chiave dell’anima
Preghiera di un bambino Negro
Solo gloria
Lunghe soste
Per il cammino
Ricordati di me
Sognare
Eccola
L’umile Frate
La tana
Che notte
Che cos’è l’amore
Forse perché sono ebreo
Anche domani ricorderò
Pensieri
Sei un pulcinella
Gridannu Gridannu
U pilu
Na ciuccia
Vatti
Na mamma
Attizza
Gesù bambinu
È tutta natra cosa
Vienitinni
Su turnatu
Na fattura
Giulia
Risveglio
Chiave dell’anima
Preghiera di un bambino Negro
Solo gloria
Lunghe soste
Per il cammino
Ricordati di me
Sognare
Eccola
L’umile Frate
La tana
Che notte
Che cos’è l’amore
Forse perché sono ebreo
Anche domani ricorderò
Pensieri
Sei un pulcinella
Gridannu Gridannu
U pilu
Na ciuccia
Vatti
Na mamma
Attizza
Gesù bambinu
È tutta natra cosa
Vienitinni
Su turnatu
Na fattura
LA CROCE
Sulla collina tre croci,
il vento rantola come un bue agonizzante,
rotolano per terra sterpaglie e rovi,
tutto è lugubre e sinistro.
Muta dal dolore la madre sofferente,
muti gli astanti increduli,
solo l'affannoso respiro di Dio sento,
il dolce suono dell'uomo in croce,
incurante del lacerato corpo,
traboccante di sangue e di perdono.
Ecco il ciel diventare più nero,
il vento rumoroso più che mai,
nascondere vorrebbe il grido ultimo di Dio.
Cade ad un battente ritmo la fredda pioggia,
da tuoni e lampi accompagnata.
Ai piedi del legno, di rosso la terra si colora,
come la tunica ed i piedi di Maria.
Gli astanti silenziosi si disperdono,
i carnefici sazi si compiacciono,
la crudeltà non basta…
alla madre il corpo diedero del figlio morto.
Sulla collina tre croci,
il vento rantola come un bue agonizzante,
rotolano per terra sterpaglie e rovi,
tutto è lugubre e sinistro.
Muta dal dolore la madre sofferente,
muti gli astanti increduli,
solo l'affannoso respiro di Dio sento,
il dolce suono dell'uomo in croce,
incurante del lacerato corpo,
traboccante di sangue e di perdono.
Ecco il ciel diventare più nero,
il vento rumoroso più che mai,
nascondere vorrebbe il grido ultimo di Dio.
Cade ad un battente ritmo la fredda pioggia,
da tuoni e lampi accompagnata.
Ai piedi del legno, di rosso la terra si colora,
come la tunica ed i piedi di Maria.
Gli astanti silenziosi si disperdono,
i carnefici sazi si compiacciono,
la crudeltà non basta…
alla madre il corpo diedero del figlio morto.
IL SUICIDA
Tesa è la corda che t'imbriglia il collo,
forte il ceppo che la sostiene,
ultimo gesto fra tanti già fatti,
tutti si chiedono perché !.
Il dolore più non senti,
nemmeno il nero velo che la mente tua abbraccia,
coli a picco, freddo e silenzioso,
tutti si chiedono perché !.
Lasciasti l'ultimo sospiro a quella forca,
sopportar più non potevi questa vita
di fantocci senza cuore,
tutti si chiedono perché !.
Se coraggio non t'è venuto meno
d'imbrigliar di corda ceppo e collo,
al cuor tuo gentile devi dar colpa.
Tesa è la corda che t'imbriglia il collo,
forte il ceppo che la sostiene,
ultimo gesto fra tanti già fatti,
tutti si chiedono perché !.
Il dolore più non senti,
nemmeno il nero velo che la mente tua abbraccia,
coli a picco, freddo e silenzioso,
tutti si chiedono perché !.
Lasciasti l'ultimo sospiro a quella forca,
sopportar più non potevi questa vita
di fantocci senza cuore,
tutti si chiedono perché !.
Se coraggio non t'è venuto meno
d'imbrigliar di corda ceppo e collo,
al cuor tuo gentile devi dar colpa.