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Numero 1_ottobre_22

by Classe 1D- Doc. Navarra G.ppe

Cover

Comic Panel 1
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Le avventure della Bonatti
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Ottobre 2022
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School
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edition
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Ellipse;
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Giornalino Scolastico della 1D
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Scienza
Tecnologia
Cultura
Curiosità.
Welcome
TO THE BONATTI MAGAZINE
Ciao a tutti, siamo i ragazzi della 1 D, vi diamo il benvenuto nel nostro giornalino. Speriamo di incuriosirvi con i nostri articoli, cercheremo per voi le notizie più interessanti, faremo interviste impossibili, saremo felici di studiare con voi il mondo che ci gira intorno.
Siete pronti a partire con noi? Buon viaggio nella nostra Bonatti!
Enjoy!
Redazione composta da: Acerbi V., Brambilla G., D'aquila M., De Palma G., Favino G., Ferri A., Lorefice R., Montano I., Montenegro L., Mora A., Rigamondi A., Roncon L., Signorini E. , Siracusano M., Talarico N., Zuccon S.
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What's
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INSIDE
04. L'INTERVISTA
La preside Anna Cavenaghi risponde alle nostre domande.

06. LE AVVENTURE DI BONATTI
Primo incontro con il nostro eroe.

08. INTO THE AUTUMN
Curiosità sulla stagione autunnale.

10. ROBOTICA EDUCATIVA, IMPARARE DIVERTENDOSI.
Come la robotica può entrare nella nostra vita anche da piccoli.

12. L'IMPRONTA ECOLOGICA.
Il nostro peso sul pianeta.

14. MONDO ANIMALE, IL PANDA.
Conosciamo meglio il nostro amico panda.

16. STORIA DELLA MUSICA, I QUEEN.
Nascita, successi, curiosità sul gruppo più eclettico della storia della musica
Anna
Cavenaghi
Perché ha deciso di diventare preside?
Non pensavo di diventare Preside. Per cinque anni ho insegnato come maestra in una scuola elementare. Un giorno la Direttrice mi consigliò di fare il concorso come Preside. Dopo aver studiato tanto, ho raggiunto l'obiettivo. Ho vinto un concorso Nazionale e credevo di ricevere l'incarico lontano da Monza. Invece sono stata assegnata proprio a Monza, dove svolgo da anni il mio lavoro come Direttrice del nostro Istituto.

Che cosa bisogna fare per diventare preside?
Bisogna impegnarsi tanto e studiare tantissimo per superare il concorso.


Che cosa insegnava prima di fare la preside?
Insegnavo alle scuole elementari con specializzazione in lingua Francese.


Dirigere una scuola come la fa sentire?
Essere Dirigente è molto difficile, sento molto la responsabilità che ho nei confronti degli alunni e di tutti i miei collaboratori, dalla segreteria, ai collaboratori scolastici, ai docenti. Ognuno di loro ha grande importanza per me.


Che cosa prova quando dei ragazzi vengono mandati da lei per cattiva condotta?
Provo stupore ma dopo una bella chiacchierata e dopo aver fatto un patto con i ragazzi spesso non tornano più per cattiva condotta.



E’ difficile gestire tante scuole?
E' molto difficile. Il nostro Istituto comprende quattro scuole, una scuola materna, due primarie e una secondaria di primo grado, la vostra. Richiede tanto impegno ma da anche tanta soddisfazione.

Alla fine dell'intervista la Preside si è congratulata con noi, affidandoci un compito importantissimo!
Ci ha chiesto si documentare la nostra visita a Porto Venere. Noi non vediamo l'ora di andarci...◾
Intervista alla nostra Preside.
Perché ha deciso di diventare preside?
Non pensavo di diventare Preside. Per cinque anni ho insegnato come maestra in una scuola elementare. Un giorno la Direttrice mi consigliò di fare il concorso come Preside. Dopo aver studiato tanto, ho raggiunto l'obiettivo. Ho vinto un concorso Nazionale e credevo di ricevere l'incarico lontano da Monza. Invece sono stata assegnata proprio a Monza, dove svolgo da anni il mio lavoro come Direttrice del nostro Istituto.

Che cosa bisogna fare per diventare preside?
Bisogna impegnarsi tanto e studiare tantissimo per superare il concorso.


Che cosa insegnava prima di fare la preside?
Insegnavo alle scuole elementari con specializzazione in lingua Francese.


Dirigere una scuola come la fa sentire?
Essere Dirigente è molto difficile, sento molto la responsabilità che ho nei confronti degli alunni e di tutti i miei collaboratori, dalla segreteria, ai collaboratori scolastici, ai docenti. Ognuno di loro ha grande importanza per me.


Che cosa prova quando dei ragazzi vengono mandati da lei per cattiva condotta?
Provo stupore ma dopo una bella chiacchierata e dopo aver fatto un patto con i ragazzi spesso non tornano più per cattiva condotta.



E’ difficile gestire tante scuole?
E' molto difficile. Il nostro Istituto comprende quattro scuole, una scuola materna, due primarie e una secondaria di primo grado, la vostra. Richiede tanto impegno ma da anche tanta soddisfazione.

Alla fine dell'intervista la Preside si è congratulata con noi, affidandoci un compito importantissimo!
Ci ha chiesto si documentare la nostra visita a Porto Venere. Noi non vediamo l'ora di andarci...◾
Comic Panel 1
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Le avventure di Bonatti.
Soprannominato “il re delle Alpi” Walter Bonatti è stata una delle figure più importanti nella storia dell’alpinismo.
Alpinista, esploratore, fotografo e giornalista. La curiosità, la voglia di scoprire il mondo, come quella di cimentarsi in sfide dure e difficili sono caratteristiche innate in Walter. Il primo approccio con la montagna arriva solo con la maggiore età, in adolescenza pratica ginnastica con la Forti e Liberi di Monza allenando il fisico alla resistenza e acquisendo una buona dose di elasticità che gli sarà di grande aiuto in parete.
Nel 1948, l'allora diciottenne Walter Bonatti scalò le Prealpi lombarde con facilità. Nell'agosto del 1955, scalò in solitaria il pilastro sud-ovest del Petit Dru impiegandoci soltanto sei giorni. 
Perché Walter Bonatti diventò famoso?
In seguito agli ottimi risultati alpinistici viene ammesso al Club Alpino Accademico Italiano e, nello stesso tempo, viene selezionato da Ardito Desio per partecipare alla spedizione italiana al K2. Una spedizione destinata al successo, ma ricca di contraddizioni. Incoerenze legate principalmente a una discrepanza nel racconto degli eventi svoltisi in quota tra il 30 e il 31 luglio 1954. Nasce così il famoso “caso K2”.
L’ultima grande impresa di Walter
La sera del 20 febbraio 1965, intorno alle 19.30, l’alpinista Walter Bonatti era appollaiato in un precario bivacco sulla parete Nord del Cervino, a quasi 4.000 metri d’altezza.
 A Zermatt, il paese svizzero alle pendici di una delle montagne più celebri e iconiche delle Alpi, oltre duemila metri più in basso, una luce si accese per chiedere aggiornamenti.
Bonatti era da solo, esposto alle freddissime temperature dell’inverno in alta montagna. Sparò prima un razzo bianco, poi uno verde; prese il terzo che aveva con sé, rosso, e lo gettò giù dalla parete. Non gli serviva più: era quello con cui avrebbe dovuto segnalare la sua intenzione di ritirarsi.
 Con i razzi che aveva sparato, invece, aveva appena annunciato agli amici che la mattina dopo avrebbe superato il punto oltre il quale non era più possibile tornare indietro se non dopo aver concluso la sua ultima scalata.
Due giorni dopo, il 22 febbraio 1965, Bonatti avrebbe raggiunto la croce in vetta al Cervino portando a termine la sua ultima, spettacolare impresa nell'alpinismo estremo◾
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