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IL GIORNALINO DI GIANBURRASCA

by simone pantaleo

Pages 2 and 3 of 73

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20 settembre.

Ecco fatto. ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino. Il foglietto del calendario di oggi. Che segna l'entrata delle truppe italiane Roma. e che è anche il giorno; che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di fami il regalo.
Ecco intanto la nota dei regali avuti finora:
1. Una bella pistola da tira re al bersaglio che mi ha regalato il
babbo;
2. Un vestito a quadrettini che mi ha dato sorella Ada, ma di
questo non me ne importa nulla, perché non è un balocco;
3. Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l'occrente e che si monta e diventa un bastone che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io
vado matto per la pesca.
4. Un astuccio con tutto l'occorrente per scrivere: e con un
magnifico lapis rosso e blu, regalatomi da mia sorella Luisa;
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5: Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il
migliore di tutti.
Ah sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello,
dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quel-
lo che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela verde e
tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire!
Ed era tanto che mi struggevo di avere un giornalino mio, dove
scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle
Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima di andare a letto, Coi capelli sulle spalle e mezze sfogliate stanno a scrivere dalle ore intere.
Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ragazze!
lo, invece, non so più cosa dire; e allora come farò a riempire
tutte le tue pagine bianche mio caro giornalino? mi aiuterò con la mia facilità di disegnare, e faro qui il mio ritratto come sono ora all'età di nove anni finiti.
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5: Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il
migliore di tutti.
Ah sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello,
dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quel-
lo che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura di tela verde e
tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire!
Ed era tanto che mi struggevo di avere un giornalino mio, dove
scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle
Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima di andare a letto, Coi capelli sulle spalle e mezze sfogliate stanno a scrivere dalle ore intere.
Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ragazze!
lo, invece, non so più cosa dire; e allora come farò a riempire
tutte le tue pagine bianche mio caro giornalino? mi aiuterò con la mia facilità di disegnare, e faro qui il mio ritratto come sono ora all'età di nove anni finiti.
Però in un giornalino bello come questo. Bisognerebbe metterci dei pensieri delle riflessioni... Mi viene un'idea! Se ricoprirsi qui Un po' del giornalino di Ada che giusto è fuori assieme alla mamma a far delle visite?... Ecco qui: Sono andato in camera di Ada ho aperto la cassetta della sua scrivania le ho preso il suo giornale di memore e ora posso copiare in pace. "Oh, se quel vecchiaccio del Capitani non tornasse più! ed invece è venuto anche stasera impossibile non mi piace non mi piace e non mi piacerà mai mai mai la mamma ha detto che è molto ricco e che se mi chiedesse in moglie dovrei sposarlo non è una cosa Delta questa povero core mio perché ti mettono a tali torture e agli accertamenti mani grandi e grosse e col babbo non sa parlare d'altro che di vino e di olio di cambi di contadini e di bestie E se lo avessi veduto almeno una volta vestito a modo o se questa storia finisce Se non tornasse più mi metterei l'anima in pace. Ieri sera mentre la accompagnavo. All'uscio. Ed eravamo soli nella stanza di ingresso voleva baciarmi la mano ma io fui pronta a scappare e rimase con un palmo di naso
Però in un giornalino bello come questo. Bisognerebbe metterci dei pensieri delle riflessioni... Mi viene un'idea! Se ricoprirsi qui Un po' del giornalino di Ada che giusto è fuori assieme alla mamma a far delle visite?... Ecco qui: Sono andato in camera di Ada ho aperto la cassetta della sua scrivania le ho preso il suo giornale di memore e ora posso copiare in pace. "Oh, se quel vecchiaccio del Capitani non tornasse più! ed invece è venuto anche stasera impossibile non mi piace non mi piace e non mi piacerà mai mai mai la mamma ha detto che è molto ricco e che se mi chiedesse in moglie dovrei sposarlo non è una cosa Delta questa povero core mio perché ti mettono a tali torture e agli accertamenti mani grandi e grosse e col babbo non sa parlare d'altro che di vino e di olio di cambi di contadini e di bestie E se lo avessi veduto almeno una volta vestito a modo o se questa storia finisce Se non tornasse più mi metterei l'anima in pace. Ieri sera mentre la accompagnavo. All'uscio. Ed eravamo soli nella stanza di ingresso voleva baciarmi la mano ma io fui pronta a scappare e rimase con un palmo di naso
Ah no Io amo il mio caro Alberto De renzis Che peccato che Alberto non sia altro che un povero impiegatuccio mi fa continuamente delle scenate io non ne posso più. Che delusione che la vita mi sento proprio infelice".
Io gli ho risposto che non potevano essere sciocchezze, perché le aveva scritte nel suo libro di memorie Ada, che è la mia sorella maggiore, e perciò ha più giudizio di me e sa quello che dice.  
E ora basta, perché ho empito due pagine. Ti riapro prima d'andare a letto, giornalino mio, perché stasera m'è successo un affare serio. Verso le otto, come al solito, è venuto il signor Adolfo Capitani. È un coso vecchio, brutto, grosso grosso e rosso... Le mie sorelle hanno proprio ragione di canzonarlo! Dunque io ero in salotto col mio giornalino in mano, quando ad un tratto lui mi dice con quella sua vociaccia di gatto scorticato: - Cosa legge di bello il nostro Giannino? - Io, naturalmente, gli ho dato subito il mio libro di memorie, ed egli si è messo a leggerlo forte, davanti a tutti. Da principio la mamma e le mie sorelle ridevano come matte. Ma appena ha incominciato a leggere il pezzo che ho copiato dal giornalino di Ada, questa si è messa a urlare e faceva di tutto per strapparglielo di mano, ma lui duro; ha voluto arrivai fino in fondo, e poi serio serio mi ha detto: - Perché hai scritto tutte queste sciocchezze?
Appena detto questo, il signor Capitani si è alzato serio serio, ha preso il cappello e se n'è andato via senza salutare nessuno. Bella educazione! E allora la mamma, invece di pigliarsela con lui, se l'è presa con me, gridando e minacciando, e quella stupida di Ada si è messa a piangere come una fontana! Andate a far del bene alle sorelle maggiori! Basta! Sarà meglio andare a letto. Ma intanto son contento perché ho potuto riempire tre pagine zeppe del mio caro giornalino! 
Io gli ho risposto che non potevano essere sciocchezze, perché le aveva scritte nel suo libro di memorie Ada, che è la mia sorella maggiore, e perciò ha più giudizio di me e sa quello che dice.  
Appena detto questo, il signor Capitani si è alzato serio serio, ha preso il cappello e se n'è andato via senza salutare nessuno. Bella educazione! E allora la mamma, invece di pigliarsela con lui, se l'è presa con me, gridando e minacciando, e quella stupida di Ada si è messa a piangere come una fontana! Andate a far del bene alle sorelle maggiori! Basta! Sarà meglio andare a letto. Ma intanto son contento perché ho potuto riempire tre pagine zeppe del mio caro giornalino! 
21 settembre

Son proprio nato disgraziato! In casa non mi possono più soffrire, e tutti non fanno altro che dire che per colpa mia è andato all'aria un matrimonio che per i tempi che corrono era una gran fortuna, che un marito come il signor Capitani, con ventimila lire di rendita, non si trova tutti i giorni, che Ada sarà condannata a restare zitella tutta la vita come la zia Bettina, e via e dàlli, una quantità di storie che non finiscono mai. Io vorrei sapere che gran male ho fatto alla fin fine, per copiare un pensiero dallo scartafaccio di mia sorella! Oh! ma da ora in avanti, o bene o male, giuro che il giornalino lo scriverò tutto da me, perché queste scempiaggini delle mie sorelle mi dànno ai nervi. 
Io non ne potevo più dalla fame; zitto zitto sono andato in salotto da pranzo, ho preso dalla credenza tre panini, un bel grappolo d'uva, un'infinità di fichi dottati, e con la lenza sotto il braccio mi sono avviato verso il fiume per mangiare in pace. Dopo mi son messo a pescare, e non pensavo che ad acchiappare i pesciolini, quando ad un tratto, ho sentito dare uno strappone alla canna che reggevo in mano; forse mi sarò proteso un po' troppo in avanti, perché... giù, pùnfete! sono cascato nell'acqua! Pare incredibile: ma in quel momento non ho potuto fare a meno di pensare fra me e me: - Ecco, i miei genitori e le mie sorelle saranno contenti ora di non avermi più tra i piedi! Ora non diranno più che son la rovina della casa! Non mi chiameranno più Gian Burrasca di soprannome, che mi fa tanta rabbia!
Dopo il fatto di ieri sera, pareva che stamani fosse successa a casa una gran disgrazia. Era già sonato da un bel pezzo mezzogiorno, e non c'era nemmeno l'idea di mettersi a tavola a far colazione come gli altri giorni.
Affondavo giù giù nell'acqua, e non capivo più nulla, quando mi son sentito tirar su da due braccia d'acciaio. Ho respirato a pieni polmoni l'aria fresca di settembre, e subito, sentendomi meglio, ho domandato al barcaiuolo che mi teneva in collo, se aveva pensato di mettere in salvo anche la mia povera lenza!
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