Il Mais, dalle origini ad oggi

Le foglie migliori venivano cosi utilizzate dalle sapienti mani delle donne per intrecciare cesti, sedie e borse, mentre le foglie restanti spesso diventavano scope o imbottitura per i cosìddetti pagliericci: materassi rudimentali utilizzati nelle case dei ceti meno abbienti. Oggigiorno, infatti, oltre ad essere usato per svariate ricette sulle nostre tavole, vi sono un buon numero di&nbsp;aziende che commerciano veri e propri filati di fibre di mais&nbsp;dalle molteplici qualità. La lavorazione è piuttosto laboriosa e implica l’unione del mais con altri amidi vegetali che, sottoposti a speciali&nbsp;trattamenti, rilasciano zuccheri che, a loro volta, vengono lavorati fino a&nbsp;diventare fibre biodegradabili.&nbsp;

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Le origini

Il mais (Zea Mays) è un cereale molto particolare per la sua forma e per la disposizione dei suoi frutti. È classificato come cereale estivo perché si semina in primavera e si raccoglie in estate o all’inizio dell’autunno. Questo cereale è nato e si è sviluppato nell’America centrale. Successivamente è arrivato nell'America del Sud. Dopo la scoperta dell’America, è stato portato in Europa (Andalusia, Francia e Italia) da Cristoforo Colombo, ma è arrivato subito dopo anche in Asia ed nell' America del Nord. La vera e propria diffusione del mais, comunque, si ebbe in Europa attorno al XVII secolo. Agli inizi non veniva coltivato per scopi alimentari, ma solo come ornamento: era una pianta sconosciuta e strana e le persone erano diffidenti nel consumare i suoi frutti.&nbsp; Per le regioni del Nord Italia, invece, il mais è stato primaria fonte di nutrimento per le popolazioni nei periodi di carestia.

La raffigurazione di ciò che abbiamo appena letto. (ThingLink)