Costruito per educare al contrasto del cambiamento climatico affrontando un argomento all’apparenza semplice e determinante per la sopravvivenza della Terra: il meraviglioso mondo delle api.

Ape Ada

Ok, allora vedo quello che posso fare e domani, se tutto va bene, ci ritroviamo qui al sorgere del sole e ti farò da guida nel mio alveare.

Le due nuove amiche si salutarono e si&nbsp; diedero appuntamento per il giorno dopo.&nbsp;

I fuchi nascono in primavera avanzata e la loro vita dura circa 40 giorni. Le celle che contengono le uova non fecondate da cui nascono sono un po’ più grandi di quelle da dove nascono le api operaie.&nbsp; Per uscire dalla sua cella il fuco impiega 24 giorni. Importante è la fase in cui è ancora sotto forma di larva: le api operaie lo nutrono centinaia di volte al giorno, prima con solo pappa reale poi con un misto di polline, miele e pappa reale.&nbsp;&nbsp;

I fuchi sono pochi e all’interno dell’alveare non svolgono alcun lavoro. Il fuco non è in grado di difendere l’alveare perché è sprovvisto di un pungiglione. Non è nemmeno in grado di raccogliere nettare e polline perché ha la lingua (ligula) corta; anche le sue zampette non sono dotate delle sacche per la raccolta del polline. Per questo motivo vengono nutriti dalle api operaie. Escono dall’arnia quando anche l’ape regina vola fuori per il volo nunziale. Solo allora tutti i fuchi la rincorrono per accoppiarsi e quelli che riescono a seguirla più a lungo, cioè i più forti, ne diventano i “mariti”.

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Il suo nome scientifico è Convallaria majalis L. Questo termine deriva dal latino “convallis” e fa riferimento al suo habitat, infatti il mughetto cresce e vive nelle valli alpine, in cui le temperature sono fresche e ombreggiate.“Majalis” invece significa maggio, il mese della fioritura. Il fiore del Mughetto spunta in primavera su un gambo che cresce tra due foglie dalla caratteristica forma ovale&nbsp;allungata e dal colore verde chiaro. In realtà è più corretto parlare di fiori, perché su ogni gambo compaiono in gruppo, in bianco, con una classica forma a campanula. Hanno un intenso profumo ed è impossibile non accorgersi della loro presenza. Guardando meglio si può notare che ogni fiore ha sei piccoli lobi, ripiegati verso l’esterno. Verso l’estate dai fiori nascono piccoli frutti tondi di colore rosso e contenenti dei semi scuri. Il fiore di mughetto è velenoso in tutte le sue parti.

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Alte montagne e fiori d'ogni colore, graziosi fanciulli e una grande Madonna dalle vesti azzurre con il bimbo tra le braccia.

Tra un racconto e l’altro, un po’ di lavoro e qualche momento di svago al frinire della cicala Lala, le giornate delle amiche passarono molto velocemente. L’estate con i suoi ultimi raggi di sole caldo, stava per giungere al termine. A breve le loro vite si sarebbero concluse, ma non i loro racconti.

La nostra vita è scandita dal tempo: tutto comincia con la deposizione dell’uovo da parte dell’ape regina. Nasciamo larve per diventare poi piccoli insetti. Fin da piccole impariamo a lavorare e, nella nostra vita, svolgiamo numerosi incarichi. solo dopo averli svolti tutti, giunge il momento tanto atteso da noi api di uscire a raccogliere nettare e polline.

La giornata volgeva al termine e la cicala, ormai stanca e meravigliata dal mondo delle api fino a quel momento a lei sconosciuto, decise di far ritorno a casa sua per riposare. Salutó così l’amica ape dandole appuntamento per il giorno dopo nelle vicinanze dell’alveare…

Le due si avviarono volando ed in breve tempo giunsero nei pressi dell’arnia di Ada. La cicala, un po’ timorosa, seguì l’ape e, dopo essere passata davanti alle guardie, entrò all’interno.

 Benvenuta nella nostra casa! D’ora in poi cerca sempre di starmi molto vicino e ricorda di non allontanarti per nessun motivo. Sei pur sempre un'estranea e, senza la mia compagnia, correresti dei gravi pericoli!

Le api sono “insieme”&nbsp; e non individui. Fuori dalla comunità non possono vivere. Mario Rigoni Stern

Le piante per riprodursi hanno bisogno che un seme maschile si unisca ad un ovulo femminile. Questo processo si chiama fecondazione. Nelle piante gli organi che producono il seme maschile (polline) e il seme femminile (ovuli) sono localizzati all’interno dei fiori e si chiamano stame e pistillo. Considerando che fiori e piante non possono muoversi, il polline deve essere in qualche modo trasportato sul pistillo di un altro fiore. Oltre al vento sono soprattutto gli insetti a svolgere questo trasporto speciale e, le api, sono tra i più importanti. Infatti, grazie alla peluria che ricopre il loro corpo, i granuli di polline aderiscono facilmente e così vengono spostati senza fatica da un fiore all’altro.

Forse non sai che…. - le api comunicano il luogo dove trovare tanti fiori attraverso una particolare danza, favorendo così la visita di altre api; - un’ape può visitare fino a 700 fiori ogni giorno; - quando le api trovano un luogo con una buona fioritura visitano quei fiori fino a quando il nettare è disponibile, favorendo così lo scambio di polline fra piante dello stesso tipo; - le api trasportano semi di piante che vivono anche lontane contribuendo a mescolare e incrociare qualità diverse.

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Il suo corpo è molto più grande di quello di noi operaie. In un’arnia può esserci solo una regina anche se ogni anno ne vengono allevate altre per permettere ad alcune di loro di andarsene a formare nuove famiglie in posti diversi. Il viaggio col quale si formano queste nuove famiglie si chiama sciamatura.

Che dolce melodia… ma chi sta cantando?

Sono io, mi chiamo Lala e mi diletto nel canto sotto questo magnifico sole… spero di non disturbarti…&nbsp; Mi piace molto osservare voi api lavorare con tanto zelo… ma che ne fate di tutto quel nettare che raccogliete?

Il nome scientifico del Botton d’oro è Trollius Europaeus e appartiene alla famiglia dei ranuncoli. Il suo nome comune deriva dalla tipica forma a palloncino e dal colore dei petali giallo intenso (quasi oro) con sfumature giallo - verdastre. È una pianta velenosa per gli umani ma contiene abbondante cibo per gli insetti. In Italia è riconosciuto anche con il nome di Luparia, Vulparia, Ranuncolo di montagna, Ranuncolo doppio o Paparia. In Italia lo si può trovare nelle regioni settentrionali montane o sull’Appennino. Si trova sui prati montani subalpini e alpini, oppure in luoghi umidi a mezz'ombra con terreni fertili, ma anche su suoli argillosi e ricchi di humus. Lo possiamo trovare anche in altre zone montane dell’Europa meridionale e del Nord ad una altitudine tra i 500 e i 2700 m&nbsp;s.l.m..

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Il nome scientifico della Stella alpina è Leontopodium alpinum. È una pianta erbacea che, in Italia, cresce solo sulle Alpi, principalmente su terreni rocciosi e ostili, situati ad alta quota (tra i 1500e i 2600 m s.l.m.). I fiori della stella alpina sono inconfondibili per la loro forma e per il loro colore bianco neve. La pianta della Stella Alpina è perenne e molto resistente. Costantemente sottoposta a sbalzi termici e condizioni climatiche difficili, sopporta i lunghi geli invernali delle Alpi, così come la forte esposizione al sole e ai raggi ultravioletti a cui si è maggiormente esposti in alte quote. I fiori sono lanosi per limitare l'eccessiva traspirazione dato il loro crescere in luoghi aridi e secchi. Più il sole è intenso, più si ricoprono della fitta inconfondibile lanugine bianco-argento che rende questo fiore così amabile, tenero e morbido all'aspetto. Questo fiore è considerato la regina delle Alpi.

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A lui, come a tutte noi cicale, piaceva molto la musica e quelle dolci note lo avevano incantato. Seguendo quel ritmo si era ritrovato nel grande Salone Hofer e, meraviglia tra le meraviglie, vide che sia sulle pareti che sul soffitto vi erano dei dipinti da lasciarlo a bocca aperta.

Ma come fate a capirvi in mezzo a tutta questa confusione e a questo ronzio?

Sembra caotico ma in realtà, all’interno dell’arnia non c’è mai caos, anzi, il nostro lavoro è sempre perfettamente organizzato. Ogni ape sa sempre cosa fare e dove andare! Nulla è lasciato al caso! Se non fosse così, allora sì che ci sarebbe una gran confusione! 

Certo, con molto piacere! Il Giglio Rosso è uno dei più bei fiori di montagna e proprio per il suo colore rosso e per la bellezza della sua forma, è stato raccolto da molte persone che lo incontravano sul loro cammino. Ora, per questo motivo, è diventato un fiore molto raro da trovarsi ed è proibito raccoglierlo.

Giglio rosso? Erica?&nbsp; &nbsp;Mai sentiti questi&nbsp; nomi… potresti&nbsp; &nbsp;&nbsp;raccontarmi&nbsp; &nbsp;qualcosa di loro?

L’Erica invece è una pianta conosciuta soprattutto per i suoi piccoli fiori violacei che insieme hanno un effetto e un fascino indescrivibile. Solitamente la si trova nel sottobosco o vicino ai muri. Il suo nome deriva da un’antica parola greca; vi sono circa 700 specie diverse e tutte sono piante mellifera da cui si può ottenere un buon miele monofloreale.

Mentre Ada tornò a svolgere il suo lavoro di raccoglitrice, Lala si spostò e si avvicinò ad un bellissimo fiore giallo e iniziò a fare domande.

l mio nome scientifico è difficile perciò tutti mi chiamano Botton d’oro. Sono una pianta velenosa per gli umani ma contengo abbondante cibo per gli insetti.

Ma che nomi strani…. bucanevi, tarassaco, crocus… io conosco solo i fiori delle stagioni più calde. La mia vita è molto breve e per questo sono curiosa delle cose del mondo. Raccontatemi ancora dai.

I Crocus, conosciuti anche come crochi o bucaneve, sono i primi fiori a spuntare in montagna dopo l’inverno. Non hanno profumo ma possiamo vederli di diverso colore: bianchi, viola. Il Tarassaco, detto anche dente di leone, è un fiore giallo e ricco di nettare. Il suo miele serve agli umani per calmare la tosse ed è tra i fiori preferiti dei bambini perché produce dei soffioni bianchi divertenti da soffiare.

Il sole era già alto nel cielo e Lala stava aspettando Ada nel luogo stabilito.

Ah, finalmente sei arrivata! È da quasi un’ora che ti aspetto!

Mi devi scusare, ma ho impiegato più del previsto per avere il permesso dall’ape regina ed avvisare le guardie che sarai rientrata in compagnia di un estraneo.

Quante cose ho imparato oggi! Ma dammi altre notizie su voi api operaie.

Noi api operaie siamo tutte femmine e, pur non potendo deporre uova, abbiamo un forte istinto materno che ci porta a prenderci cura delle nostre sorelle più piccole. Il nostro corpo termina con un robusto pungiglione collegato con delle vescicole contenenti del veleno; le zampe ci servono per raccogliere il polline e lavorare la cera.

Ada esce da un fiore poco lontano e si avvicina ai due amici.

Veramente io non conosco molto le zone d’alta montagna, perché sono nata qui vicino al Castagneto, ma so molte cose su tutti i fiori che ci sono qui intorno. Per esempio, quelli del castagno sono molto particolari e con il loro nettare produciamo un miele meraviglioso dalla colorazione variabile dall'ambra al bruno scuro, con un retrogusto amaro. Gli uomini lo usano soprattutto come anti-infiammatorio. Qui vicino c’è poi un grande prato ricco di tarassaco, bucanevi e crocus, margherite e tanti altri fiori di campo che fioriscono in base alla stagione. Lì è proprio il nostro paradiso!!! Facciamo di quelle scorpacciate!!!

Il croco, Crocus il nome scientifico, è una delicata, ma robusta, erbacea bulbosa perenne. Ce ne sono più di 100 specie e, nella maggior parte dei casi è di color lilla, ma può essere anche giallo, arancio, bianco striato o viola, secondo la varietà a cui appartiene. Il nome, crocus deriva dall’antica parola greca “Kroke” che significa filamenti e fa riferimento ai suoi stimmi lunghi e filamentosi. I fiori hanno la forma di una coppa e sono composti da 6 tepali. Sbocciano prima delle foglie direttamente dal bulbo, dando proprio l’idea che nascano direttamente dal terreno. La lunghezza del fiore varia dagli 8 ai 15 cm.

La pianta di Crocus presenta delle foglie molto sottili, di colore verde scuro e lucido, caratterizzate da una striscia bianca al centro. La fioritura avviene in periodi differenti dell’anno in base alla specie. In Italia ci sono diverse specie spontanee e, in particolare, nelle nostre zone, la fioritura è a fine inverno, inizio primavera.

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 Sono sempre più curiosa, potresti dirmi qualcosa di più sull’ape regina per favore?

Certo, con piacere! L’ape regina è la madre di tutte noi ed è l’unica femmina capace di fare le uova. Per tutta la vita il suo compito è quello di fare uova, infatti ogni giorno ne riesce a fare tantissime ed è per questo motivo che non si occupa di nessun altro lavoro e noi operaie ci assumiamo il compito di nutrirla, proteggerla e pulirla. Lei è la più longeva di tutte e vive 4 o 5 anni.

La Scarpetta della Madonna o Scarpetta di Venere, scientificamente nota come Paphiopedilum, è una variante delle orchidee. E’ una pianta&nbsp;alta dai 20 ai 60&nbsp;cm, con radice a&nbsp;rizoma&nbsp;orizzontale che si spande a tappeto. Predilige i terreni calcarei o raramente ghiaie. Le sue&nbsp;foglie&nbsp;sono di forma allungata, di color verde smeraldo, in numero che varia da tre a cinque per stelo e hanno marcate nervature. I fiori&nbsp;sono molto vistosi e particolarmente belli, tanto da renderla la più minacciata&nbsp;orchidacea italiana&nbsp;per la raccolta eccessiva. Per questo è un fiore protetto. Fiorisce tra maggio e luglio. I fiori sono strutturati in un primo&nbsp;verticillo&nbsp;esterno di due&nbsp;sepali&nbsp;color bruno violaceo e del&nbsp;labello giallo dorato, lungo dai 3 ai 5&nbsp;cm, che dà il nome alla pianta: all’interno è vuoto e ricorda vagamente una&nbsp;pantofola.

La specie è presente dall’Europa&nbsp;all’Asia. In&nbsp;Italia&nbsp;è presente in tutto l’arco alpino&nbsp;e in tre stazioni appenniniche. Vive in sottoboschi umidi di latifoglie, conifere o faggete.

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Le api sono degli insetti e quindi sono animali eterotermi, il che significa che la temperatura del loro corpo si adegua a quella dell’ambiente in cui vivono. Uova e covata hanno limiti vitali assai stretti: per la covata in particolare tali limiti sono compresi fra i 32° e 36°, con sviluppo ottimale a 34,8°. Le api possiedono uno straordinario potere di&nbsp;termoregolazione per cui quando percepiscono, tramite appositi termo recettori situati nelle antenne, l’arrivo del freddo o il troppo caldo sanno di dover intervenire.

Come fanno le api a&nbsp;sopravvivere al troppo caldo?

Durante la stagione estiva, le api fanno molta fatica a sopportare il caldo torrido che può generarsi all’interno di un’arnia. Un primo modo per rinfrescare l’arnia, è rappresentato dall’organizzare un vero e proprio sistema di ventilazione: una parte di api si posiziona “a ventaglio” all’ingresso dell’alveare e comincia a muovere le ali come ventole. Sapendo che le ali delle api possono battere fino a 12.000 volte in un solo minuto, è facile capire come l’insieme di centinaia di individui che attua la ventilazione in contemporanea, possa effettivamente creare un flusso significativo di aria fresca.

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I fuchi sono i maschi delle api; è facile distinguerli da noi operaie. Infatti sono un po’ più grossi, hanno degli occhi enormi e sono senza pungiglione.

Uffa Ada anche oggi sei in ritardo! Ero quasi sul punto di andarmene!

Scusami ma, questa volta, non è colpa mia! Proprio mentre stavo uscendo, una mia sorella ha fatto ritorno all’alveare avvertendoci di aver trovato un prato con molti fiori. Ci ha quindi spiegato dov’era e si è fatto tardi…

La cicala guardò a destra e a sinistra e per cercare di comprendere meglio iniziò a fare alcune domande alla sua amica Ada.

Ma cosa sono tutte quelle cellette su cui le api corrono avanti indietro come se fossero delle matte?

Caspita, sai tantissime cose!! È un piacere ascoltarti! Su raccontami ancora.

Devi sapere che, tutte le zone qui intorno hanno diversi fiori e piante che le popolano. Per esempio in Val Genova, su verso i terreni rocciosi delle alte cime, si trova un fiore che sembra una morbida stella bianca ed è considerato la regina delle Alpi è la Stella Alpina.

Ho capito che voi cicale amate molto la musica e il bel canto, ma dicci qualcosa di più sui fiori dipinti è un argomento che riguarda più noi api.

Non so dirti molto se non che le loro forme e i loro colori avevano molto colpito il prozio Gion, quando ne parlava i suoi occhi scintillavano.

Ape Ada incontra la cicala &nbsp; 	 Lala visita l’arnia&nbsp;		 		 Lala incontra Botton d’oro	 	 Arriva l’ape Struddy		 		 Ricordi del prozio Gion	 	 Chi sono i fuchi&nbsp;		 Cosa fanno le api operaie	 L’impollinazione		 Api e temperatura&nbsp;		 Come fanno le api a&nbsp;sopravvivere al freddo	 Botton d’Oro	 Stella Alpina	 Mughetto&nbsp;	 Scarpetta della Madonna&nbsp;	 Fiore di Castagno&nbsp; 	 Croco&nbsp;		 Tarassaco	 	 Rododendro	 Genzianella	 Il Salone Hofer&nbsp;

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pag &nbsp; 5 pag 12 pag 30 pag 39 pag 40 pag 48 pag 49 pag 51 pag 52 pag 54 pag 55 pag 56 pag 57 pag 58 pag 59 pag 60 pag 61 pag 62 pag 63 pag 64

&nbsp; Un po’ più a sud, in Val Brenta&nbsp; &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;invece, mi hanno raccontato, che cresce un&nbsp;fiore tanto bello da essere chiamato Scarpetta&nbsp;della Madonna. È uno splendido esemplare di Orchidea selvatica alta dai 20 ai 60 cm, con delle&nbsp;foglie oblunghe di color verde smeraldo e dei&nbsp;fiori molto vistosi che, per la loro forma,&nbsp;ricordano vagamente una&nbsp;pantofola.

Ma se fai attenzione vedrai che non sono tutte uguali, alcune sono più grandi, altre più piccole ed altre ancora hanno una forma stranissima. Quelle più grandi sono per le uova da cui nasceranno i maschi, le più piccole per le uova da cui nasceranno le operaie, mentre quelle dalla forma strana sono per le uova delle future regine e se le osservi meglio da vicino noterai che sono costruite sempre in modo da impedire che il miele cada per terra. Quelle più all’esterno invece, vengono usate per metterci il miele e il polline che servirà come scorta per la stagione invernale mentre le più interne servono per ospitare le uova.

Il salone Hofer è il salone delle feste che si trova nel Grand Hotel des Alpes: uno degli edifici storici e più antichi di Madonna di Campiglio. Il nome del salone deriva dalla presenza dei dipinti in stile liberty realizzati da Gottfried Hofer. La grande tela sulla parete dell’entrata, svolgendo un tema puramente fantastico, ritrae le Dolomiti di Brenta viste dalle pendici del Monte Spinale, con i primi fanciulli che abitavano questi luoghi che rendono omaggio alla figura dolce e modesta della Vergine con il Bambino. Il quadro della visione della Madonna sullo Spinale è importante per il fatto che il titolo fornisce la prima attestazione del nome di questa località, Madonna di Campiglio, ribadito poi in una monografia dedicata alla località scritta nel 1900. Sulla parete opposta, in due medaglioni dallo sfondo dorato, il pittore ha raffigurato i volti dei due augusti sovrani, la principessa Sissi e l’imperatore Franz Josef. La principessa ha soggiornato a Madonna di Campiglio per ben due volte, nel 1889 e nel 1894, trovando sollievo alle sue inquietudini con le lunghe passeggiate, accompagnata dalla guida alpina Dallagiacoma, in Vallesinella, sul Grostè e verso il Monte Spinale, il suo preferito per la natura rigogliosa che lo caratterizza e il mistero che lo avvolgeva.

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Le api, insetti fondamentali per la vita del nostro pianeta, oggi sono in serio pericolo a causa del crescente inquinamento. Esse, infatti, sono tra le protagoniste principali del processo d'impollinazione da cui dipende gran parte della varietà di piante e fiori che popolano la Terra.&nbsp; Per ricordare a tutti noi la preziosità della loro esistenza, le Nazioni Unite hanno deciso che il 20 maggio di ogni anno si celebra la "Giornata mondiale delle api". A scuola ci siamo confrontati su quest’importante tematica e ne abbiamo approfondito i vari aspetti.&nbsp; Studiando, sia sui libri che sul campo, le api e il loro modo di vivere, ci siamo meravigliati nell’osservare come, nella stessa arnia, ne vivano tantissime e tutte si aiutino rispettando i propri ruoli. Piano piano anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo costruito la nostra piccola “casetta” qui a scuola, la nostra aula, dove siamo diventati un gruppo classe formato da amici che si sanno aiutare, si vogliono bene e giocano insieme.&nbsp; Oltre a fare nostro il modo di vivere delle api abbiamo deciso di contribuire, in modo pratico, alla loro tutela con la costruzione, nel cortile della scuola, di un’aiuola dove sono stati piantati bulbi e seminato fiori. Inoltre, per dare la possibilità all’apicoltore che abbiamo conosciuto di allevare nuove famiglie di api, abbiamo deciso di adottare un’arnia presso la sua Azienda.&nbsp; Con questo racconto intendiamo condividere con tutti voi le nostre conoscenze condite con un pizzico di fantasia. Non è sempre stato facile ma ci siamo impegnati cercando di dare il nostro meglio.&nbsp;

Durante la loro vita le api operaie cambiano molte volte lavoro: le api ancelle puliscono e nutrono l’ape regina. In questo continuo contatto con le ancelle la regina trasmette i suoi messaggi chimici in tutto l’alveare.

Le api nutrici nutrono le larve con pappa reale, miele e nettare.

Le api spazzine si dedicano alla pulizia delle celle e dell’alveare trasportando fuori le scorie o ricoprendole di propoli.

Le api magazziniere ricevono il nettare, lo trasformano in miele e lo immagazzinano nelle celle. Non appena il miele giunge a giusta maturazione sigillano le celle con la cera.

Le api architetto costruiscono i favi con la cera e formano con i loro corpi una specie di impalcatura che serve da guida per la costruzione del nuovo favo.

Le api ventilatrici creano un flusso di aria per regolare la temperatura e l’umidità interna dell’alveare.

Le api bottinatrici hanno il compito di raccogliere il polline, il nettare, l’acqua e tutto quello che serve alla famiglia. In una stagione compiono migliaia di viaggi e comunicano alle compagne la direzione e la distanza di una fonte di cibo con una particolare danza. Loro impacchettano e trasportano il polline sulle setole delle zampe posteriori dette “cestello”, mentre succhiano il nettare dal calice dei fiori e lo immagazzinano nella “sacca melaria” per trasportarlo all’alveare.

Le api guardiane si posizionano come sentinelle all’entrata dell’alveare e sono disposte a sacrificare la loro vita perché nessun intruso vi entri.

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La Genzianella è il nome comune della Gentiana acauli, pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Gentianaceae. È conosciuta anche come Genziana di Koch. Ha uno stelo molto corto, compreso tra i 5 e i 20 centimetri, da cui deriva il nome Genzianella, cioè piccola genziana. Vive ad altitudini comprese tra 2000 e 3000 metri e fiorisce in estate, o meglio, tra maggio e luglio, in base all’altitudine e comunque dopo il definitivo disgelo. Le foglie della Genzianella sono verdi, lanceolate con un margine dentellato e lunghe dai 2 ai 5 centimetri, sono raccolte alla base in una rosetta. Oltre alle foglie è formata da un unico fiore eretto su un corto peduncolo, ha forma di corolla a 5 punte, di colore blu scuro, all’interno striato e punteggiato di verde. Questa colorazione intensa permette alla pianta di proteggersi dalle radiazioni ultraviolette, molto forti nelle zone di montagna, dove è maggiormente diffusa. Nel suo svilupparsi, forma piccoli cuscini o ciuffi mescolandosi con altre piante erbacee.  Il frutto è una capsula bivalve racchiusa nella corolla persistente, che contiene numerosi semi neri. Anche questo fiore fa parte delle specie protette.

La nostra vita è scandita dal tempo: tutto comincia con la deposizione dell’uovo da parte della ape regina. Nasciamo larve per diventare poi piccoli insetti. Fin da piccole impariamo a lavorare e nella nostra vita svolgiamo numerosi incarichi. E solo dopo averli svolti tutti, giunge il momento tanto atteso da noi api di uscire a raccogliere nettare e polline

Il rododendro fa parte della famiglia delle Ericaceae e il suo nome scientifico, Rhododendron, deriva dal greco antico e significa “albero di rosa”. Tale genere comprende oltre 500 specie tra cui, quello che vive qui tra le nostre montagne, la “Rosa delle Alpi” che si riconosce dai caratteristici fiori fucsia. Il colore dei petali unito alle sue peculiari caratteristiche ne fanno una pianta assolutamente unica. Il rododendro è un arbusto sempreverde, che può raggiungere un’altezza di 50&nbsp;cm. Ha rami tortuosi che nella parte apicale portano foglie molto resistenti di forma ovoidale, con margine intero e di colore verde scuro. I fiori, dalla fioritura estiva, sono raggruppati in numero massimo di 10; la corolla rosata o più raramente bianca, ha forma ad imbuto, con il lembo che si apre in 5 lobi cigliati; ha 10 stami con i filamenti che superano la lunghezza della corolla e che portano antere di colore porporino. Il frutto è una capsula ovale. Fioriscono fra la primavera e l'estate. È una pianta conosciuta fin dai tempi più antichi soprattutto per il nettare di cui sono particolarmente ricche. È un fiore molto delicato e fragile, che richiede particolari condizioni ambientali: vive in alta montagna quindi in un ambiente umido e fresco, preferibilmente sopra gli 800 m.

Ci troviamo nel Castagneto di Carisolo, nelle vicinanze di un alveare in una calda giornata estiva. Una cicala sta cantando allegramente mentre la giovane ape Ada sta sbirciando dall’arnia e si prepara a fare il suo primo volo della giornata.

Oh, che fatica! Prima di mettermi in volo, era meglio fare qualche esercizio per svegliarmi bene e rinforzare ali e zampe.

Polline? Nettare? Ma cosa sono? Sono davvero buoni?

Sia il polline che il nettare si trovano solamente nei fiori, ed è l’unico cibo di cui noi ci nutriamo. Il nettare si trova in fondo al pistillo ed è molto difficile da raggiungere ma una volta raccolto lo portiamo all’alveare dove lo trasformiamo in miele. Il polline invece è molto importante per fecondare e far crescere frutti, semi e, di conseguenza, altre piante.

Che nome buffo!! Ma vedo che sei in compagnia di tanti altri fiori colorati!

Sì è vero! Per esempio, quel fiore alto laggiù è il Giglio Rosso e se ti sposti un po’ più avanti verso il bosco puoi annusare della profumatissima Erica… ma questo è niente a confronto di quello che potresti vedere se riuscissi a salire in alta montagna o in qualche piccola valle qui vicina.

L’insieme di tutte quelle cellette che&nbsp; vedi forma il favo e sono costruite con la cera, che viene fabbricata da alcune di noi. La cera viene prodotta solo quando ci serve, ma per farla è necessario mangiare molto miele: per ogni chilo di cera dobbiamo consumare almeno 10 chili di miele. Siamo esperte nel lavorarla e costruiamo delle cellette dalla forma perfetta.

Che fantastica la natura!!! Mi spiace solo che tu non sappia nulla dei fiori di montagna… Quando guardo verso quelle cime mi sembra di vedere un mondo magico.

Adesso che ci penso, una mia amica vive in un’arnia detta nomade perché il suo apicoltore la posiziona in zone diverse a seconda delle fioriture. Se non sbaglio è tornata nell’alveare vicino a noi proprio qualche giorno fa… magari poi la cerco e domani posso presentarvi!

Le amiche si salutarono concordando ora e luogo per ritrovarsi l’indomani.

Le due amiche volarono verso il luogo indicato dalla danza ed in breve tempo giunsero in un prato ricco di fiori colorati e molto profumati. L’ape si buttò immediatamente a testa in giù all’interno di uno di questi fiori mentre Lala, sbalordita, osservò tutta la scena.

Ah, che bella scorpacciata! Veramente buono questo nettare!

Mentre ascoltavo tutte queste descrizioni di meravigliosi fiori, mi sono venute in mente le parole del mio anziano prozio Gion quando mi raccontava di aver assistito a spettacolari concerti in un paese poco lontano da qui, a Madonna di Campiglio.

Tuttavia, se la temperatura dell’ambiente è eccessiva, tali accorgimenti non sono sufficienti e le api ricorrono all’evaporazione dell’acqua dentro l’arnia. L’acqua trasportata dalle api operaie all’interno viene distribuita in piccole gocce sulle celle creando una pellicola sottilissima. Attraverso la ventilazione poi, la pellicola d’acqua inizia ad evaporare donando sollievo e freschezza all’intero sciame.

Per questo, in estate è importante che gli sciami abbiano a disposizione delle&nbsp;fonti idriche&nbsp;da cui prelevare l’acqua. Quella da cui le api sono più attratte è solitamente acqua stagnante che contiene un’alta concentrazione di sostanze come i sali minerali. Non a caso, le api riescono a individuare l’acqua tramite l’odore.

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Adoro la musica e le danze. Per noi danzare è un modo per comunicare dove ci sono i fiori ricchi di nettare. Su racconta ancora…

Durante le serate importanti dame e cavalieri vestiti elegantemente volteggiavano sorridenti. Le corde dei violini vibravano alternando  melodie di ogni genere. Era uno spettacolo sentirli. Lui ha passato lì molte serate e non si stancava mai di ascoltare.

Ciao Lala eccoti la mia amica Struddy. Lei ti può raccontare tante altre cose sui fiori di montagna.

Ciao, io ho vissuto un po’ in Val Nambrone in mezzo a grandi cespugli di Rododendro detto anche rosa delle Alpi. È un arbusto sempreverde con dei grappoli di fiori dai colori vivaci, di tutte le sfumature del rosa e del rosso magenta. È molto visitato dalle api, per il polline e soprattutto per il nettare, da cui traggono un pregiato miele. Sempre nella stessa zona si trova anche un altro fiore, la Genziana di Koch meglio conosciuta come genzianella. Le sue foglie formano una rosetta alla base del gambo, da dove partono i fiori blu a forma di calice con l’interno screziato di verde. Questa intensa colorazione permette loro di proteggersi dai raggi solari, molto forti nelle zone di montagna, dove cresce.

Fantastico!!! Ciao Struddy, sono tutta orecchie… grazie!!!

Ada e cicala si spostarono con cautela ma…

Brrr… che freddo! Ma come fa ad esserci così tanto vento all’interno dell’arnia?

Questo che senti non è il vento, ma l’aria provocata dal veloce movimento di ali delle api operaie dei fuchi. Devi sapere che le uova, per maturare, hanno bisogno di una temperatura costante di 34 gradi e un’umidità del 70% .

Hai una voce meravigliosa e queste&nbsp;tue canzoni mi fanno molta compagnia durante il lavoro. Se vuoi, vista la tua curiosità, potrei provare a parlare con l’ape regina e cercare di farti avere un permesso per visitare la nostra casa.

Grazie, mi piacerebbe molto conoscere qualcosa di più sul mondo di voi api.

La giovane ape spiccò il volo verso l’alto e fece il giro dell’alveare per allenare la memoria a riconoscere la sua arnia in modo da sapere sempre come tornare. Dietro di lei uscì un’ape e un’altra e un’altra ancora e via via in numero sempre maggiore. Il tempo era bello ed esse volavano di fiore in fiore alla ricerca di nettare… ma…. dov’è andata a finire la nostra giovane amica Ada?&nbsp; Ah… eccola! Anche lei stava per appoggiarsi sul suo primo fiore della giornata, quando fu distratta da…&nbsp;

Il castagno è una pianta che colpisce per la maestosità della sua chioma e delle sue dimensioni. Questo albero può raggiungere addirittura i 30 metri di altezza e ha una vita lunghissima; non sono rari infatti gli esempi di castagni pluricentenari. 

Sull’albero sono presenti sia fiori maschili che femminili. I fiori maschili sono più numerosi e sono rappresentati da spighe lunghe circa 5-15 cm di color giallo-verdastro. I fiori femminili sono raccolti in piccoli mazzi di 2-3 e spuntano alla base di quelli maschili; sono di colore bianco-rosa. La fioritura è abbondante, ma di breve durata: da inizio giugno a fine luglio, a seconda del clima e dell’altitudine. I fiori di castagno producono un nettare dolce e abbondante che permette di ricavare un miele meraviglioso dalla colorazione variabile dall'ambra al bruno.

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Se invece ti sposti verso Vallesinella&nbsp;puoi vedere il fiore del Mughetto che&nbsp;spunta in primavera con il primo caldo. Ha un aspetto particolare: nella parte superiore del verde gambo fioriscono un gruppo di piccoli fiorellini&nbsp;bianchi a forma di campanula.&nbsp;Il loro profumo è intenso e inconfondibile!&nbsp;

Ape regina? Guardie? Ma non siete tutte uguali voi api?

Calma, una cosa alla volta ti spiegherò più avanti! Ora vieni che ti porto a visitare l’alveare.

Le api operaie nascono da uova fecondate deposte in piccole celle esagonali poste verso il centro del favo. Dopo 3 giorni dalla deposizione, l’uovo si sviluppa in una minuscola larva che viene nutrita dalle api nutrici. Dopo 9 giorni dalla deposizione dell’uovo la cella viene chiusa con una sorta di tappo di cera chiamato opercolo e da lì, la larva si trasforma in una pupa, iniziando ad assumere l’aspetto e le caratteristiche fisiche di un’ape vera e propria. Dopo altri 12 giorni avviene lo sfarfallamento cioè il momento in cui l’ape ha raggiunto il suo completo sviluppo e esce dalla sua cella rosicchiandone il coperchio.

La vita di un’ape operaia può durare da 30 giorni a 6 mesi. Le api che nascono in un periodo di piena attività vivono poco perché consumano tutte le loro energie nella grande raccolta del nettare e del polline. Le api nate alla fine dell’estate e in autunno vivono invece molto di più, svernando fino alla primavera successiva.

La cicala quando vide uscire Ada dal fiore scoppiò subito in una grande risata.

Sei coperta di pallini gialli su tutto il corpo. Sembri un batuffolo!!!

Perché ridi in quel modo? C’è qualcosa che non va?

  Ma questo è solamente del polline! Ne rimane sempre attaccato un po’ al nostro corpo quando ci tuffiamo nei fiori per bere il loro nettare.

In inverno, per mantenere una temperatura interna vicina ai 25 °C, le api, verso il cuore dell’arnia, creano un vero e proprio agglomerato detto glomere e mettono al centro l’ape regina ed emettono quindi delle intense vibrazioni tramite i muscoli pettorali senza mai fermarsi. Poiché alla periferia la temperatura del glomere può scendere anche fino a 4° (condizione questa non tollerabile a lungo senza il rischio per le api di cadere in coma) si crea un continuo scambio fra le api della periferia e quelle del centro, le quali, più riscaldate e di conseguenza più attive, prendono il posto delle compagne intorpidite dal freddo. Per non esaurire le energie a disposizione si nutrono a vicenda condividendo il cibo tra loro. Questa pratica si chiama trofallassi. È importantissimo che nell’arnia ci sia miele a sufficienza&nbsp;per sopravvivere; se così non fosse, l’apicoltore deve inserire dei prodotti zuccherini extra per il rifornimento delle energie.

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Il nome scientifico del Tarassaco comune è Taraxacum officinale è una pianta erbacea perenne che cresce spontaneamente in zone pianeggianti e montuose, fino ai 2000 metri di altitudine. È nota per le sue numerose virtù medicamentose, conosciute fin dall'antichità e sfruttate con l'utilizzo di ogni sua parte. È caratterizzato da una&nbsp;grossa radice a fittone, che si sviluppa a profondità ridotte, e dalla tipica infiorescenza a bottone di color&nbsp;giallo-arancio. Il fiore è costituito da una parte centrale circondata da due ordini di petali dritti fino a quando i semi maturano e si trasformano in impalpabili e delicate sfere biancastre chiamate soffioni. Queste sfere contengono molti frutti monoseme, chiamati acheni. Ogni achenio è attaccato ad uno stelo e a un piccolo ciuffo finissimo che funge da paracadute. Infatti, basta un soffio per farli volare via permettendo ai semi stessi di disseminarsi. Il fiore appare aperto di giorno ma, la notte, si chiude.&nbsp;Ogni stelo porta un singolo fiore e si erge per 1-10 cm sopra le foglie. Le foglie sono semplici, oblunghe e lobate con margine dentato, da qui il nome di dente di leone. Il fusto, che si evolve in seguito dalle foglie, è come una cannuccia cava all’interno. Sia i fusti che le foglie emettono un lattice bianco quando vengono spezzati. La fioritura avviene in primavera per la maggior parte in aprile-maggio ma si può prolungare fino all'autunno. Nel parlato comune è conosciuto come dente di leone, dente di cane, soffione, cicoria selvatica, grugno di porco, insalata di porci, pisciacane, piscialletto, girasole dei prati …e tanti altri ancora.

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