L'Isola del Sole

Viaggio all'Isola del SOLE

Parchment

La sabbia si stava sciogliendo e grazie all’astuto Pomari e Gagandeep saremmo riusciti ad uscire. Lo stregone era&nbsp; sparito e dopo ore la sabbia si sciolse e riuscimmo ad uscire dalla grotta e tornare sulla barca.&nbsp; Pomari l’astuto era un ragazzo molto intelligente, e grazie a questo suo talento siamo riusciti a uscire. Io ero un ragazzo coraggioso e questo ha aiutato ad avventurarsi all’interno della grotta. Beatrice era molto veloce e questo ci ha aiutato ad scappare dallo stregone.Gagandeep era una brava osservatrice ed ha notato le torce sul soffitto per il piano di uscita.E grazie a tutti noi siamo riusciti a scappare da quella grotta spaventosa.

Poi un uomo rise e da dietro chiuse la porta Lorenzo disse:” oh no siamo in trappola!” L’uomo iniziò a parlare inglese, per fortuna Poorna aveva capito tutto ma dalla sua capimmo subito che le intenzioni dell’uomo non erano affatto buone. Giorgia non stava ascoltando, cercava di capire come uscire da quella maledetta stanza, poi un’illuminazione LA FINESTRA cavolo perchè non ci avevamo pensato prima poi disse “sapete che bel paesaggio fuori dalla finestra” subito Lorenzo capì tutto e prese da dietro un vaso che stava sul tavolo e lo tirò addosso all’uomo poi scappammo buttandoci giù dalla finestra, per fortuna eravamo al piano terra. 

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Stavamo correndo così veloce che non sapevamo neppure dove ci trovavamo, a quel punto ci accorgemmo che l’avevamo seminato e ci trovavamo dentro uno splendido giardino, erano i giardini barrakka, erano stupendi e pieni di cespugli. Cercammo l’uscita&nbsp; ed eccola lì, ci siamo subito fiondati fuori, dopo questa avventura volevamo solo tornare sulla barca. Arrivati al molo c’erano tutti i nostri compagni ad attenderci, salimmo tutti sulla nave e partimmo per una nuova destinazione….&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

E (per qualche motivo) urlarono e ci buttarono fuori dal teatro, poi ci siamo resi conto che era diventata sera, e stavamo morendo di fame,

e Viola, ci cucina pazientemente una buonissima pasta alle rane,come la chiamava lei, che in verità faceva abbastanza schifo proprio per le rane

e la pasta non era male,ma senza le rane sarebbe potuto essere meglio.

Camminando in quel posto trovammo uno stregone, pensammo che fosse gentile e quindi chiedemmo dove era la via di uscita, però lui iniziò ad inseguirci di quà e di là per la grotta.Era uno stregone magico con superpoteri, lui abitava lì nella grotta. Corremmo fino a quando trovammo la via di uscita,ma era tutta chiusa.

Ripartimmo. Ormai mancava poco alla nostra meta, ma quando tiriamo l'ancora e salpiamo il mare, un mostro spunta dal profondo del mare, e noi tre, ossia: Pietro tranquillamente poliglotta , Nazar giocosamente tranquillo e Viola cuoca paziente, ci accorgiamo del mostro e prendiamo una scialuppa di salvataggio,&nbsp;che ci fa approdare a terra. Scopriamo di essere arrivati ad Odessa,

quando siamo arrivati, abbiamo deciso di cogliere l’occasione e decidiamo di andare al teatro nazionale&nbsp; di&nbsp;Odessa, che troviamo chiuso, riempito di oscurità.

Eravamo sull'isola occupati a procurarci delle provviste per sopravvivere, quando Pietro sentì un rumore provenire dagli alberi. Noi ci allertammo e vidimo un uomo vestito di stracci. Noi preoccupati gli parlammo; poi scoprimmo che era un ladro scappato dalla sua stessa imbarcazione perché accusato di aver rubato il tesoro. Lui ci guardò male e ci&nbsp; disse che lo scrigno ce l’avevamo noi.

L’uomo ci disse di aprirlo, noi obbedimmo.Per aprire lo scrigno dove conteneva tali oggetti si trovava una chiave accanto ad esso e vicino alla chiave c’era scritto che una pietra poteva far sparire la persona che la toccava. 

&nbsp;Si abbuffavano dei frutti verdi: erano i frutti più buoni che avevano mai mangiato ma per una volta quello non era un bel segno: dopo due ore la nausea soffocante pugnalava lo stomaco alle tre avventuriere. Il dolore si faceva più intenso ogni volta che provavano ad alzarsi per andare a cercare aiuto: Ibi diceva che se non si fossero mosse le scimmie le avrebbero attaccate. Loro non riuscirono ad alzarsi: erano a pochi minuti dalla morte quando svenirono. Si ritrovarono appese a pochi rami di alcuni alberi molto alti: le scimmie europee le aveva salvate. Ibi e Irene non avevano abbastanza forze per alzarsi.

La mattina dopo verso le nove andammo insieme a controllare l’atrio dal quale avevamo sentito i rumori la sera prima, ma la scena non fu delle migliori, tutto era messo a soqquadro e c’era un uomo per terra accasciato, corremmo subito a soccorrere l’uomo ma era ormai troppo tardi lo sparo era stato fatale. In quel momento ci guardammo tutti e tre l’uno con l’altro e senza bisogno di parlare corremmo alla nostra camera e lì abbiamo avuto un colpo al cuore. La porta era aperta ma Poorna era sicuro di averla chiusa, decidemmo così di entrare lo stesso anche se un po titubanti. Anche la camera era tutta in disordine, Giorgia urlò perché c’era una pozza di sangue al centro che segnava il numero della camera: 31.

Ovviamente, come persone normalissime, decidiamo di entrare senza permesso. Ma appena mettiamo piede dentro ci perdiamo, perché abbiamo un terribile senso dell’orientamento nell’ombra;

&nbsp;infatti non abbiamo fatto in tempo a notare che&nbsp; dei nemici stavano arrivando con l’intenzione di rapirci tutti quanti e ci colpirono facendoci perdere i sensi.

Dalla nave siamo scesi ad Ortigia, in cerca di civiltà. Stavamo camminando tranquillamente, quando arrivammo in un posto chiamato”Fonte Aretusa”. Eravamo affamati e stanchi, quindi ci mettemmo a dormire in un luogo con dell’acqua e delle foglie al centro. Stavamo tutti dormendo tranne io, cioè Luca, quando sentimmo un rumore di ingranaggio, e ci ritrovammo in una grotta enorme.

quando ci siamo ripresi, iniziarono a chiederci informazioni su il motivo per cui eravamo entrati, confondendo noi con altre persone, dicendo aggressivamente ”DITECI COSA STATE FACENDO QUA DENTRO, NON AVEVATE VISTO CHE ERA CHIUSO??? VI AVEVAMO DETTO DI NON TORNARE MAI PIÙ!"

noi immediatamente abbiamo risposto:”Ci avete confuso con altre persone, non abbiamo la minima idea di chi voi siate, volevamo solo vedere il teatro!” difendendoci dalle loro accuse.

La stanza conteneva molto oro scintillante e tanti minerali costosi diversi. In cima a una montagnetta d’oro c’era uno scrigno rivestito di smeraldi.

&nbsp;Noi stupidamente lo prendemmo e facendo i finti vittoriosi ce ne andammo.

Non sapevamo una cosa però: all’interno della barca c’era un pirata con i poteri magici, lui poteva resuscitare la sua ciurma; una volta chiamata GLDO cioè Grandi Ladroni Dell’Oceano.

Noi queste informazioni le ricavammo in successione da dei documenti scritti.

E i giorni passarono, e abbiamo continuato a&nbsp; mangiare rane, perché ci siamo scordati che c’era una civiltà avanzata a Odessa. Finché un giorno avvistammo la nostra vecchia nave, con tutti i nostri compagni che ci stavamo cercando da tempo,così tornammo a bordo e continuammo la nostra avventura.

il libro è finito, ora puoi anche leggerne un altro se vuoi.....la nostra avventura continua!

Ci avvisò di quello che vide, noi capimmo che erano i pirati, venuti a cercarci per quello che avevamo rubato. A capo di quella banda c’era il pirata che avevamo visto rappresentato nei quadri. Erano moltissimi e ad uno strillo del capitano tutti vennero verso di noi.&nbsp; Noi&nbsp; prendemmo gli oggetti raccolti in precedenza e li provammo ad usare per sconfiggerli. Era molto dura perché era la prima volta che noi usavamo delle specie di armi e quindi cominciammo a scappare a gambe levate. Nel giro di poco tempo li seminammo, e per pura fortuna vidimo la nave dei nostri compagni che c’era venuta a prendere. 

Eravamo intrappolati all’interno. Pomari l’astuto doveva trovare un piano per uscire. Dopo svariati piani falliti per uscire, Gagandeep si ricordò che sul soffitto c’erano delle torce con del fuoco sulla punta.E allora Pomari l’astuto&nbsp; decise di prenderne una e provare a immergerla nella sabbia, sperando che non si spegnesse. Provammo e… funzionava!

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Tornammo sulla barca e riprendemmo a navigare quando stava calando il sole...eravamo tutti molto stanchi. Ormai avevamo perso la rotta. All'improvviso, in lontananza, scorgemmo uno spazio di terra in mezzo al mare...forse....

Mentre Evelyn tornava le scimmie si presero cura di Irene e Ibi piangevano e gridavano. Evelyn era TORNATA!!!!!!!!!!!!!, con l’antidoto in mano corse da Ibi e Irene che lo bevvero in un solo sorso, non aveva un buon sapore ma era efficace. Dopo pochi minuti Irene e Ibi erano in grado di alzarsi, ringraziarono le scimmie e per ricompensa gli diedero un po’ dell’antidoto.Le scimmie costruirono pure una nuova nave per le avventuriere. Il dispiacere nel lasciare le scimmie era tanto ma dovevano ritornare a casa, così Salutarono le scimmie e andarono verso la nave, pronte per ripartire per il loro viaggio.

pensavamo che fosse tutto finito invece, una volta spento l’incendio, mentre ci allontanavamo, comparve un drago alle nostre spalle.&nbsp; Noi ci girammo di scatto e vedemmo un drago enorme con occhi gialli. In realtà, la cosa peggiore fu che mentre il cielo diventava rosso e arrivavano fiamme ovunque che il drago parlava e ci disse con voce ruggente: ”cosa fate qui invasori, ladri, siete bestie selvatiche in cerca dei miei tesori?! Andatevene o vi abbrustolisco!!!!!!!!” Noi spaventati scappammo dentro il bosco, ma fu una pessima idea; il bosco stava bruciando e noi eravamo in trappola. Ci nascondemmo sotto un albero e&nbsp; ci&nbsp; accorgemmo che la maschera e l'estintore erano tornati tavolozza e pallone.&nbsp; 

Dato che eravamo esausti preparammo i letti e anche il divano letto e ci addormentammo subito. Durante la notte a un certo punto sentimmo un gran frastuono tutti e tre ci svegliammo nessuno aveva il coraggio di uscire dalla stanza, poi si sentì uno sparo, dopo silenzio….. pensavamo tutti e tre di sognare, poi decidemmo di fare finta di nulla e pensammo di controllare la mattina dopo, tutti e tre sembravamo tranquilli ma ognuno dentro di sé tremava dalla paura. 

Stefano scappò a gambe levate, però si salvò quando i tre arrivarono davanti al castello in fiamme dove Stefano, vedendo il castello in fiamme, decise di fare l'eroe.infatti tolse dalle mani di Francesca e Caterina la maschera e l'estintore e corse dentro le fiamme Caterina e Francesca urlarono “Stefano, no! Sei matto?! Le fiamme&nbsp; sono altissime!” ma lui le ignorò, spense le fiamme e incredibilmente ne uscì vivo. Festeggiammo tutti insieme, ma purtroppo la nostra felicità non fu duratura…

&nbsp;Siamo&nbsp; Pietro, Malak e Muskaan che scrivono. abbiamo deciso di scrivere perchè vogliamo raccontarvi una storia successa un annetto fa. Era una fredda giornata d’inverno, eravamo su una nave in mezzo al mare con i nostri compagni.&nbsp; ci stavamo divertendo fino a quando non si sentì un rumore brusco: si era rotto l’albero maestro. Noi tutti impanicati non sapevamo cosa fare, quando Malak vide una terra in lontananza. noi con i remi provammo ad arrivarci e ci riuscimmo.&nbsp; Subito tutta la classe cercò il pezzo di ricambio per costruire un nuovo albero maestro. Noi invece esplorammo&nbsp; l’isola, vicino alle grotte d'Ercole.

una scimmia iniziò ad esultare molto rumorosamente, Ibi interpretò l’esultanza della scimmia europea e disse a Evelyn che doveva andare alla loro nave (che si era schiantata) a prendere polvere di luna e l’acqua che circondava la rocca. Intanto che Evelyn l’allegra in cucina si avventurava verso la nave Ibi la simpaticamente flessibile e Irene la pigramente gentile stavano piangendo dal dolore: tutto quello che sentivano era solo un dolore atroce alla gola e ai polmoni perchè il veleno gli stava sciogliendo la trachea. Evelyn stava correndo: aveva i minuti contati : le sue compagne stavano morendo; piangeva con la speranza che le sue compagne sarebbero sopravvissute.&nbsp; Arrivata alla nave prese di corsa la polvere di luna e raccolse in una brocca un po’ d’acqua di mare.

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Durante il percorso, Francesca vide un pallone da pallavolo e lo prese, palleggiò e, ad un certo punto, il pallone divenne un estintore e Stefano disse: “possiamo usarlo per spegnere l’incendio”. Però Francesca non ne era molto contenta infatti non vedeva l’ora di arrabbiarsi con qualcuno.Stefano e Caterina erano intimoriti dalla furia di Francesca, ma decisero comunque di proseguire tutti insieme. Caterina, camminando, vide una tavolozza piena zeppa di colori e non resistette: corse a prenderla in mano e le vennero in mente milioni di idee su come usarla. Non fece però in tempo a recuperare la tavolozza che questa si trasformò in una maschera anti-gas e Caterina ci rimase malissimo. Francesca la consolò, ma finirono per urlare dalla rabbia entrambe e se la presero con Stefano gridandogli: “perchè tu non hai perso nulla?! è colpa tua, sappiamo che sei stato tu!!! Noi abbiamo ottenuto dei super oggetti che sono spariti mentre tu ai ancora quella spada trovata sulla nave!!"”.

Al suo interno trovammo molte monete ma anche tre oggetti: erano una piccola tastiera, una specie di scettro e la pietra di prima. Noi incuriositi ce le dividemmo. A Pietro spettò lo scettro, a Malak la pietra e a Muskaan la tastiera; subito noi ci misimo a provare i poteri di questi oggetti. Lo scettro di Pietro faceva addormentare chi puntava, la pietra di Malak faceva sparire chi la toccava, e la tastiera di Muskaan sparava note magiche. Il ricercato, nel frattempo se ne era andato. Era una tranquilla sera, dall’ultimo episodio strano erano passate quattro settimane, ci stavamo addormentando quando Muskaan vide delle fiaccole fuori dalla finestra. 

Dark wood

Noi pur non avendo il tesoro ci guardammo negli occhi con uno sguardo di felicità perchè sapevamo di essere salvi.

Malak, Muskaan e Pietro

Paper stack border

&nbsp;Finalmente trovammo la stanza e la aprimmo con le chiavi che ci avevano consegnato alla portineria, la camera aveva 4 stanze principali: un bagno, due camere ed un salotto che comprendeva anche la cucina. Le pareti erano tutte colorate di giallo acido tranne quelle del bagno che era blu scuro.

Noi incuriositi ci addentrammo. Subito volevamo uscire perchè vedevamo soltanto ragnatele, in successione trovammo molte cose interessanti tra cui uno stanzino dove al suo interno c'erano molte immagini di un uomo. Era palesemente un pirata; ma non normalissimo perchè a differenza degli altri pirati (almeno pensammo) era vestito con un abito di seta rossa, aveva una lunga sciabola con molte decorazioni e come se non bastasse aveva un uncino d’oro molto affilato. L’uomo era molto brutto e sembrava ubriaco.

Trovammo molte cose interessanti. Dopo qualche ora la professoressa ci venne a chiamare. noi dicemmo che volevamo rimanere ancora per circa un mese. La professoressa ci disse che andava bene e che ci sarebbero venuti a riprendere. Allora la classe partì.&nbsp; Noi girammo parlando fino a quando in lontananza vidimo una imbarcazione abbandonata.

Clouds pattern

Era un bel giorno di metà marzo, quando siamo partiti per la nostra gita. La nostra destinazione era l’Isola del SOLE. Le nostre insegnanti ci dicevano che era un luogo magico....

Eravamo molto emozionati, ci si prospettava un bel viaggio in mare. Insieme ci saremo divertiti e al nostro arrivo ci saremo goduti un po’ di sole, in riva al mare, gustandoci una bella bevanda fresca.

Con la barca della 1A siamo arrivati su una terra sconosciuta, un bosco con sentieri stretti e con delle piccole case sugli alberi. Da lontano, avvistammo un incendio e Francesca disse: ”potrebbe esserci qualcuno in pericolo, andiamo a controllare”. 

Noi: Lorenzo,Giorgia e Poorna scendemmo dalla nave nel principale porto della Valletta, perché volevamo visitare il centro storico. Stava venendo sera e noi tre eravamo in cerca di un posto dove dormire. ci fermammo davanti a un ostello che aveva l’ ultima stanza disponibile, entrammo. Diciamo che questo ostello non era proprio un posto accogliente, le pareti avevano un sacco di muffa ed era molto umido.

Bolt blue

La nostra vacanza però, ha preso tutta un’altra piega, quando la sera dopo la nostra partenza, ci siamo imbattuti in una tempesta talmente potente che la nostra nave è approdata in un luogo molto lontano da dove saremmo dovuti arrivare. è iniziata così, la nostra lunga avventura...

La nave si schiantò, affondava sempre più in fretta la paura e il timore di affondare stava assalendo pian piano le tre avventuriere: erano in mezzo al mare.&nbsp; Irene, la pigramente gentile, decise di stare lì ed arrendersi davanti alla morte certa: era disperata. Ibi, la simpaticamente flessibile, cercava disperatamente una soluzione al problema quando Evelyn vide in lontananza una terra ricca di flora e fauna: sembrava un luogo perfetto, ma Ibi diceva che lì c’erano frutti più velenosi di un serpente e capaci di uccidere. Irene avrebbe dovuto ascoltarla. Appena arrivate sulla rocca si vide un prato molto esteso e un grosso pero: i suoi frutti presentavano delle imperfezioni. Evelyn ne prese alcuni e li ispezionò. Erano buoni (forse), avrebbero potuto abbuffarsi di quelle pere buonissime dal colore dello smeraldo.

Siamo approdati all'alba. Una volta scesi a terra, abbiamo scoperto che quella era proprio la nostra isola. Qui, abbiamo giocato a pallavolo (F. ha insegnato a tutti), abbiamo mangiato, ci siamo fatti scherzi. Abbiamo acceso un grande fuoco e nuotato con i pesci. Ormai è giugno, la scuola è finita e noi siamo ancora qui. Forse torniamo a settembre, ma non ne siamo tanto sicuri. Buona estate!

Dopo quel brutto temporale, toccammo terra. Scendemmo dalla nave perché mancavano provviste di cibo e acqua. Ci trovammo in un luogo simile a una giungla dove si trovavano vari frutti. Chiara prese in mano una specie di banana di colore blu. Toccata questa banana, fummo catapultati dentro a un castello con un cartello con su scritto: “castello di Tirana di proprietà del conte Bartolomeo di Albania”. Ci entrammo e capimmo subito che non eravamo graditi perché cinque soldati ci puntarono contro le loro lance. Ci portarono con forza nella sala del conte che chiese cosa volevamo e noi rispondemmo che ci servivano delle provviste perché avevamo fatto un lungo viaggio.

Fortunatamente c’erano delle torce sul soffitto. Pensammo che c’era una civiltà e quindi avanzammo e&nbsp; andammo alla scoperta. Ad un certo punto, arrivammo in un luogo con delle sbarre ed oltre c’era il nulla. Quella grotta era come un labirinto enorme senza via di uscita.

Chalkboard

Fase 2 quando passò il consigliere Janes lo colpì, facendolo cadere a terra e gli rubò i vestiti, per poi darli a Riccardo che consegnò la lettera minatoria al conte. Fase 3 Tornammo subito in prigione per nascondere abiti e vittima in uno stanzino. Fase 4&nbsp; Il conte fu costretto a liberarci e noi fummo di nuovo in libertà. Sull’isola, prima di salpare, riuscimmo a fare provviste di banane blu e diversi frutti esotici, poi trovammo un ruscello e facemmo provviste anche di acqua. Salimmo in fretta sulla nave, metà distrutta, e salpammo in fretta e furia.&nbsp; Sulla nave ritrovammo il resto della nostra ciurma. Il comandante ci comunicò che avevano perso due cannoni&nbsp; e che l’albero maestro era rotto e quindi tutti insieme dovevamo remare fino alla prossima tappa e così facemmo.

Il conte ci chiese di indicargli la nostra nave e noi gliela mostrammo, sorpresi della richiesta fatta. Il conte prese un cannone e noi subito capimmo cosa voleva fare e cercammo di fermarlo, ma le guardie ci catturarono e ci portarono nelle segrete. Chiusero ciascuno di noi in una cella diversa, ci diedero un pezzo di pane e un po’ di acqua. Riccardo si ricordò di avere carta e penna e scrisse sopra alcune idee su come uscire. Decidemmo di agire in questo modo: Fase 1 Greta scrisse una lettera indirizzata la Conte, con su scritto: “Sappiamo cosa ha fatto. Ha imprigionato quattro membri della marina francese (che siamo noi) se non li libera assedieremo il suo castello fino a che non avremmo distrutto il vostro impero! &nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;Napoleone Bonaparte”

All’ inizio non capivamo il senso di questo segno fino a quando&nbsp; a Stefano venne un’ idea geniale:” Caterina tu potresti accecare il drago con i colori della tavolozza mentre io e Francesca distraiamo la belva, poi, una volta cieco, Francesca puo’ soffocarlo col pallone e infine io prendo una sua squama e gli do il colpo di grazia” Francesca e Caterina accettarono il piano, dopotutto non avevano alternative. Questo funzionò e noi vedemmo finalmente il cielo tornare azzurro, e il sole spuntare. Capimmo che la maledizione era stata spezzata e che insieme ce l’avevamo fatta! Poi, tornammo alla nave dai nostri compagni e&nbsp; partimmo verso una nuova terra da esplorare.