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ARCHIVIAMO LA MODA

by Roberta Righi

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Archivio storico comunale di Carpi
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Inizialmente conservato presso il Torrione di Galasso, l’archivio carpigiano viene compromesso dall’incendio appiccato nel 1527 dalle truppe spagnole di Carlo V.
Nei primi due secoli di dominio estense, la documentazione prodotta è custodita presso il luogo ove si raduna il Consiglio; dal 1765 l’archivio della Comunità e l’archivio Notarile, istituito in quell’anno, sono posti nella Casa del Pubblico, sotto il Portico Lungo. L'Archivio della Comunità di Carpi è menzionato in documenti della seconda metà del Settecento tra gli uffici della cancelleria e viene denominato «segreto» o «privato del Pubblico», per distinguerlo dall’Archivio della città o «pubblico Archivio», che è sempre da intendersi come Archivio Notarile.
Sul finire del ‘700, sia la residenza della Comunità sia gli archivi vengono dislocati nei locali del Castello e dal 1825 nella nuova sede del Municipio, il Palazzo Scacchetti. Nel primo ‘900, l’Archivio comunale è ricollocato nel Palazzo dei Pio, dove già si trovava (in una sala del Museo) il vero e proprio Archivio Storico, costituito dai fondi aggregati Pio di Savoia, Archivio Guaitoli e Archivio Nuovo. Negli anni ‘60, le logge del secondo ordine di Palazzo dei Pio diventano sede dell’archivio comunale, collocazione mantenuta fino all’ottobre del 1996, quando una scossa di terremoto rende necessario trasferire la documentazione in una sede più adeguata. Questa viene individuata nell’ala ex Carceri del Palazzo dei Pio, che viene restaurata e dotata di attrezzature idonee e di una sala studio aperta al pubblico: qui i materiali archivistici trovano collocazione definitiva nell’aprile del 2000, all’interno di oltre 2000 ml di scaffalatura. L’Archivio storico di Carpi è stato dichiarato “di particolare importanza” con decreto del Ministero dei Beni culturali e ambientali del 20/12/1996.
L'Archivio è fonte inesauribile di informazioni per la conoscenza e la salvaguardia della memoria cittadina e nei depositi i documenti sono custoditi quale patrimonio comune: ne viene assicurata la libera consultazione e promossa la valorizzazione, attraverso mostre, pubblicazioni, ricerche, attività didattiche.
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