Book Creator

TU NON SAI DI ME

by Cristina Calandrini

Cover

Loading...
TU NON SAI DI ME
Racconti di ragazzi che cercano la loro strada
Loading...
Loading...
3C Anno 2021/22
Il silenzio 


L’intervallo della scuola elementare dovrebbe essere un momento dove puoi giocare con i tuoi amici, invece, Clara, la bambina silenziosa di dieci anni, non aveva compagni o amici con cui giocare. Nonostante cercasse di fare amicizia, veniva sempre esclusa. Cercava sempre di imitare gli atteggiamenti della compagna più popolare, con la speranza di essere notata ed accettata, invece, veniva considerata solo una copiona. Per questo Clara tornava a casa triste. I suoi genitori, a cui raccontava quello che succedeva a scuola, non davano importanza ai suoi sentimenti. Anche Clara però non riusciva a dire davvero quello che aveva dentro, perchè anche lei non riusciva a capirlo. Pensava che diventare uguale alla più popolare potesse essere un mezzo per diventare popolare a sua volta, ricevere complimenti, trovare nuovi amici. Ma tutto rimaneva uguale, con il risultato che Clara diventava sempre più silenziosa e più sola. Si chiudeva sempre più dentro se stessa. Eppure, le tornava sempre in mente una domanda di un’estranea, che aveva salutato per sbaglio, “CHI SEI TU?”
Bella domanda. Chi pensava di essere Clara? Come si sentiva? Queste domande, Clara, se le poneva spesso soprattutto la sera davanti allo specchio prima di andare a dormire. Cosa vedeva Clara in quello specchio? Vedeva se stessa. Una bambina di dieci anni che stava per diventare una ragazza. Ma quale ragazza sarebbe diventata? 
Le cose cominciarono a cambiare quando un giorno a scuola si presentò uno psicologo che aveva il compito di aiutare i ragazzi a guardarsi dentro. Luigi, questo era il nome dello psicologo, diceva che in ognuno di loro c’era qualcosa di unico e speciale! Ognuno di loro era come un bocciolo e aveva solo bisogno di nutrimento e di tanto affetto per sbocciare. Clara, dopo questo incontro, cominciò a ripensare alle cose dette da Luigi e cominciò a rispondere alle domande che si faceva tutte le sere davanti allo specchio. Clara iniziava a pensare di essere non più una bambina troppo magra, come le dicevano le sue compagne, ma una bambina in forma che amava danzare e mangiare bene. Le piaceva leggere, soprattutto manga(fumetti giapponesi). Si era sempre ritenuta una bambina sensibile e timida ma questo non le sembrava più un ostacolo da superare ma una caratteristica del suo carattere. Amava sentire la musica, amava gli animali, era rispettosa delle persone e dell’ambiente. Cominciò a pensare che in lei c’erano tante cose belle, aveva tante qualità . Se i suoi compagni di classe non se n’erano ancora accorti primo o poi l’avrebbero capito. Tutto quel silenzio che aveva dentro cominciava a fare rumore. Decise di non copiare più nessuno ma di sforzarsi di difendere sempre i suoi gusti e il suo modo di essere. E se invece i suoi compagni non l’avessero capito? Che importa si disse! Primo o poi qualcuno avrebbe imparato ad apprezzarla per quello che era. In fondo si disse… “QUESTA SONO IO!”
LA SCELTA GIUSTA

Si lasciò andare e pensò che questa era la scelta giusta.
Zoe era una ragazza di quindici anni che abitava in una villetta con suo fratello maggiore Luca e i suoi genitori.
Lei era sempre considerata da tutti, una ragazza svogliata e con troppa fantasia, mentre suo fratello era il figlio perfetto, quello che andava bene a scuola e anche quello che non avrebbe mai deluso i genitori, lo chiamavano tutti “il figlio perfetto“.
I genitori ripetevano sempre a Zoe che non sarebbe mai stata la prima della classe o la migliore, le dicevano sempre “ tu sei stato un errore per noi “ non sei come Luca.
Zoe ogni notte pensava se quello fosse il posto giusto per lei in quella famiglia.
Ogni giorno a scuola lei si sentiva dire “come sta tuo fratello” o anche “cosa fa ora?” nessuno pensava se lei stesse bene.
Però quel giorno per lei avrebbe dovuto essere un giorno felice, sarebbero dovute arrivare le pagelle ma anche quelle di suo fratello; lei sapeva già come sarebbe andata.
Arrivata a casa era pronta a mostrare a tutti la sua bellissima pagella, ma come sempre prima Luca.
Lui disse “che la sua media era del 9” i genitori erano felicissimi per lui, poi arrivò il turno di Zoe lei disse” che la sua media era di 7” i genitori non dissero niente a Zoe.
Durante la notte Zoe si sentiva strana diversa e meno importante di suo fratello, si sentiva “sbagliata”.
Quella notte decise di farlo: uscì di casa e andò al lago più vicino a casa sua, si buttò in acqua e decise che se avesse continuato a stare in quella famiglia la sua vita sarebbe stata peggiore.
Lo fece, sì lascio avvolgere dall’acqua fino a quando non arrivò sul fondo del lago lì capì che aveva fatto la scelta giusta..
Mia sorella Sofia

Ero pronto ad entrare in camera di mia sorella con una busta di plastica, pronto a…

Tornai da scuola e dovevo dire ai miei che ero stato espulso. Non sapevo come dirglielo, ero molto preoccupato. Andai in camera facendo finta di niente e stranamente trovai mia sorella. Lei di solito tornava 15m. dopo di me. Andavamo alla stessa scuola. La classe di Sofia, mia sorella, era vicino alla mia, quindi se mi sgridavano lei faceva la spia ai miei. Le feci delle domande, tipo, come era andata la giornata, che materie aveva fatto. Ad un certo punto lei mi chiese, :“secondo te perché sono corsa subito a casa e non sono rimasta a parlare con la mie amiche?” ed io le risposi in modo tranquillo, “non lo so”, e andai in bagno come scusa, stavo pensando cosa fare. Avevo paura che lei facesse la spia pensai pensai e niente, aspettai che Mamma dicesse di andare a tavola. Ci chiamò e poi Papà fece le sue solite domande “fatto verifiche?, come è andata la giornata?”, Io risposi in modo tranquillo, ma dentro stavo morendo. Finimmo di mangiare e andai a giocare alla ps4, Sofia si mise sul letto col cellulare a guardare tik tok e io invece giocavo a Cod con mio cugino. Gli confidai quello che era successo e che avevo uno1 o due2 g per confessarlo, prima che arrivasse la lettera. Mio cugino mi consigliò di parlare prima che mia sorella potesse fare la spia, altrimenti sarebbe stato peggio. Il mio piano però era diverso, volevo uccidere mia sorella. I miei sarebbero stati distratti dalla sua morte ed io avrei potuto buttare la lettera per poi fingere di proseguire la scuola per altre due settimane poi … boh! avrei aspettato gli eventi. Allora quando mia madre si addormentò sul letto e mio padre sul divano e soprattutto mia sorella, andai in cucina e presi una busta di plastica ed uno strofinaccio per non far sentire le urla. Mi avvicinai alla porta ed ero pronto…. ma, mia sorella era sveglia e mi disse senza che io potessi parlare, che mi avrebbe aiutato a dire a mamma e a papà che ero stato espulso; allora io lì rimasi a bocca aperta immobile, e lei mi chiese perché avevo quelle cose in mano….. le dissi che volevo pulire la scrivania.   
Lo specchio rotto

Era un giorno come gli altri, Emma entrò in classe tutta bagnata.
“Era ora!” disse la maestra Vania 
“vai al tuo posto” aggiunse, ma Emma rimase immobile.
“Allora, cosa aspetti?” chiese Vania, Emma guardò fuori dalla finestra, non vide niente eccetto la pioggia.
“Muoviti!” disse la maestra Vania a gran voce.
Emma si andò a sedere.
“Sei arrivata finalmente” disse Arianna, la presunta migliore amica di Emma.
“Ma come ti sei vestita?” aggiunse.
 Emma indossava jeans larghi, una maglietta azzurra più grande di lei, calzini lunghi e bianchi e scarpe nere.
“Così non va affatto bene” disse Arianna.
“Maestra! Io ed Emma possiamo andare in bagno?” chiese poi, “Va bene” rispose Vania.
In bagno, Arianna diede a Emma vestiti diversi, “forza” le disse. Emma senza esitare si cambiò. 
“Ora va meglio” disse Arianna.
Emma si guardò allo specchio, quella che vedeva non era lei ma una copia sbiadita di Arianna. Indossava una camicia bianca, una gonnellina nera, delle scarpe rosa e un fiocchetto lilla in testa. “Possiamo andare” disse Arianna, Emma rimase qualche secondo davanti allo specchio, chi era quella ragazza? Di sicuro non lei.
PrevNext