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Lettera a una mamma tedesca

by Claudia Pirrello

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Ignazio Buttitta
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Lettera a una mamma tedesca 
(da La pelle nuova - 1963) 
Lettera a una mamma tedesca 
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(da La pelle nuova - 1963) 
Ignazio Buttitta

Mamma tedesca,
quando ti arriverà questa lettera nel tuo paese piccolo e lontano, nella casa a terreno con un giardinetto chiuso da siepi e un cancello di legno: mamma tedesca, quando avrai questa lettera, attaccala al ritratto di tuo figlio, al capezzale di quel letto bianco che ti è rimasto vuoto.
Mamma tedesca, ti scrive quel soldato italiano che ti ammazzò il figlio.
Maledetta quella notte, e le acque del Piave, e i cannoni e le bombe, e le luci che c'erano; maledette le stelle, e le preghiere e le voci, e il pianto e i lamenti, e l'odio, maledetti.
Era così bello tuo figlio, mamma tedesca, lo vidi all'alba con la faccia bianca di bambino ancora addormentato.
Com'era bello tuo figlio: sembrava che su quell'erba l'avessero posato le tue mani, piano, per un momento, in ginocchio, per cogliergli un fiore: pareva che aspettasse un fascio di fiori.
Ma tu non c’eri, mamma tedesca, quando lo sotterrai all’indomani; non c’eri a scavare la fossa con la pala; non c’eri quando gli accarezzai le mani e gli scostai dagli occhi una ciocca folta di capelli biondi; non c’eri a vedere come la terra lo mangiasse a poco a poco: un dito, una mano, un piede, la faccia; e l’ultima palata, e la terra che cresce, che cresce e fa la carne terra.


Non c’eri mamma tedesca; ma poi ti sentii piangere e gridare in quella camera, sola, di quel paese lontano; ti vidi buttata su quel letto vuoto di tuo figlio, e affondare la testa sotto il cuscino, e torcerti le mani, e urlare, urlare come se nel petto scatenati avessi cento animali e mille bocche per il tuo lamento.
Sempre ti vidi e ti vedo, mamma tedesca, vestita di nero, le braccia alzate, e dentro gli occhi il figlio morto con le mani in croce. 
Sempre ti vidi, poi che tornai con gli altri soldati in mezzo a folle di madri felici, quando il treno fermava.
Sempre ti vedo se nella notte sento, tra muro e muro, il pianto di una madre.
Mamma tedesca, io, l'assassino che ti ammazzai il figlio: come posso dormire ed abbracciare i miei bambini? Come posso passare fra gli uomini buoni senza essere inseguito e crocifisso al muro? Tu giocavi con lui nel giardino, lo crescevi col fiato, con i sospiri: io imparavo a sparare per poter meglio ammazzar tuo figlio. 
Mamma tedesca, madri di tutto il mondo, vi chiamo. Ognuna, la pietra più grossa venga a gettare sopra di me: montagne di pietra, montagne di pietra, schiacciate la guerra.
"Con la pace le piccole cose crescono, con la guerra anche le più grandi vanno in rovina."
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