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CPIAce dire la nostra

by AA.VV.

Cover

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Giornalino scolastico del Corso VM03SP8 - CPIA Monza sede di Arcore - a. s. 2021/22
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CPIAce dire la nostra
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CPIAce dire la nostra
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Sommario:
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L’idea di realizzare un giornalino scolastico risponde a diverse necessità. Scrivere è il nostro respiro, è un esercizio creativo che ci consente di esprimere le nostre idee senza infingimenti o sovrastrutture. I nostri studenti hanno respirato “a pieni polmoni”, hanno scritto cioè senza particolari indicazioni provenienti dal docente. I loro articoli, privi di stucchevoli artifici retorici, raccontano realmente il loro modo di essere, di pensare e di guardare il mondo. Dunque, scrivere per un giornalino scolastico ha permesso loro di essere se stessi e di raccontarsi, in un contesto nel quale la possibilità di esprimere appieno la propria personalità non è certo scontata. Scrivere un giornalino, molto più semplicemente, si è rivelato significativo anche dal punto di vista didattico. Tale esercizio ha consentito loro di migliorarsi nell’uso della lingua e di imparare ad utilizzare meglio la punteggiatura, il lessico e la forma. 
Ringraziamenti:
Un ringraziamento al collega Prof. Carmelo Recatti per il supporto tecnico-informatico.
Infine, un grazie di cuore vorrei rivolgerlo agli studenti della classe VM03SP8 per l’impegno e la capacità di andare oltre il mero impegno scolastico.

Marco D'Alessandro
Comic Panel 1
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Ai
Comic Panel 1
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JAQUELINE
Comic Panel 1
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KARIMA
Comic Panel 1
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Una considerazione sui social media - pag. 4

Il Marocco - pag. 5

Intervista ad una Prof. - pag. 6 e 7

Gli inascoltati - pag. 8

Il Covid in Vietnam, un problema sottovalutato - pag. 9

Il "boom" delle serie tv - pag. 10

Integrazione - pag. 11

Il razzismo secondo me - pag. 12

Ad ogni regione la sua - pag. 13

Medicina di genere - pag. 14

Le Droghe - pag. 15

I nostri amici gatti simpatici e misteriosi - pag. 16

Il vino fa buon sangue - pag. 17

Le pagine dello svago - pag. 18 e 19
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Comic Panel 1
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MISHELL
Comic Panel 1
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LUCIANA
Comic Panel 1
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CHIARA
Comic Panel 1
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ALEX
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Feature Article
Comic Panel 1
Centro Provinciale Istruzione Adulti Monza e Brianza - SEDE DI ARCORE
Comic Panel 1
Una delle aule della sede di Arcore
Comic Panel 1
UNA CONSIDERAZIONE SUI SOCIAL MEDIA
di Cao Cung Ai Nguyen e Luciana Mazzella
Sapete cosa diceva “Umberto Eco” a proposito di chi interviene sui “social” senza ragionare prima su quello che scrive? “ I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino senza danneggiare la collettività”.
E tu, quanto pensi di conoscere i social network?
I social network hanno cambiato le nostre vite: il modo in cui lavoriamo, il modo di studiare e soprattutto la maniera in cui ci relazioniamo agli altri. Passiamo sempre più tempo con il nostro smartphone in mano a far scorrere le bacheche di Facebook, Instagram, Twitter o il più recente Tik tok. I vantaggi dei social sono molteplici: la libera condivisione delle informazioni, la possibilità di trovare qualcuno lontano da te mille miglia e poterci parlare in tempo reale. I social sono anche utili sul fronte lavorativo sia per pubblicizzare la tua attività sia per intraprendere una carriera tra le nuove figure professionali del web che sono sempre più richieste. Ma esistono anche numerosi svantaggi come il rischio di una dipendenza o di cyberbullismo a cui i social network espongono. I social network hanno il vantaggio di farti ritrovare amici o parenti con i quali per un motivo o per un altro hai perso i contatti; ti permettono inoltre di restare semplicemente in comunicazione con qualcuno che hai conosciuto in vacanza, per lavoro o per altro e che magari abita dall’altra parte del mondo. La connettività globale ha abbattuto senza dubbi i confini fisici con la sua fitta rete di comunicazione digitale e l’ interculturalità virtuale che ne deriva permette lo scambio di ogni sorta di esperienze intellettuali e anche di conoscenze pratiche: imparare una nuova lingua, insegnare un mestiere o semplicemente condividere un hobby. Un altro fattore da non sottovalutare è a cui non viene data la giusta considerazione è che i social network sono un mezzo di comunicazione economico poiché tutti hanno la possibilità di connettersi senza costi particolari o di poter usufruire addirittura di una connessione Wi-fi libera , così come accade in molte zone pubbliche o presso le attività private. Uno degli svantaggi dell’era digitale è certamente il rischio per la privacy sui social network. Bisognerebbe stare molto attenti a fornire informazioni che possono essere condivise da altri, al fine di evitare frodi, furti di identità e altri rischi connessi alla tutela della privacy. Un altro problema che ne deriva è la dipendenza dai social network che viene percepita dalla popolazione media come un pericolo reale, ma purtroppo non esistono dati statistico-scientifici che riguardano la dipendenza. Secondo uno studio effettuato dall’Università della Sapienza di Roma, le nuove generazioni trascorrono in media dalle 4 alle 6 ore al giorno sui social, esponendosi così al rischio di dipendenza, contribuendo così ad avviare comportamenti di stress e depressione. 
Alcuni di questi atteggiamenti sono spesso imputabili ad alcuni social, dove i giovani specialmente sono continuamente esposti a confrontare la propria vita con quella degli altri generando così sensi di inadeguatezza, disistima e sfiducia che li conduce alla errata conclusione che la loro vita sia inutile, triste e noiosa. Aumenta così la sensazione di solitudine e di vuoto che può portare a vivere momenti di depressione o isolamento. Sono tantissimi i giovani che trascorrono la maggior parte del loro tempo sui dispositivi, trascurando la loro salute, incorrendo così nel rischio di diventare obesi. Diversi sono anche i sintomi da esposizione all’eccessivo utilizzo dei social network: mal di testa, bruciore agli occhi, mancanza di sonno, stanchezza mentale, agitazione, senso di colpa per aver perso tempo. Da tenere inoltre in considerazione è la bassa autostima che subentrerebbe a causa di un meccanismo subdolo: per “fare colpo” sui follower molti sono tentati di mostrare un loro “io” diverso da quello reale, pur di ricevere commenti e like. Ma siccome non sono eventi autentici, ma falsati, l’autore del post dovrà fare i conti con la realtà insoddisfacente della propria quotidianità. Questa continua ricerca di approvazione negli altri genera un meccanismo di schiavitù delle opinioni degli altri e l’autostima viene ancor di più compromessa. Autostima che al contrario dovrebbe essere un percorso personale che ogni individuo ricerca e riconosce in base alle proprie qualità. Uno dei reati che ha una certa rilevanza è la “diffamazione sui social network”. Questa globalizzazione mediatica ha fatto sì che apparentemente siamo tutti connessi gli uni agli altri, ma nella realtà abbiamo perso la capacità di stare insieme, siamo diventati più egoisti ed egocentrici; alcuni perdono il rispetto verso gli altri, utilizzando i social per minacciare, umiliare e calunniare le persone. Tutti i giorni ci relazioniamo in maniera unidirezionale, disimpariamo a rapportarci con gli altri e non siamo più in grado di lavorare in gruppo, non abbiamo più il gusto della buona lettura e soprattutto non sappiamo più scrivere correttamente. Inoltre, ci scopriamo incapaci di avere un proprio stile, diventando imitatori di personaggi famosi sui social network. Pur di apparire perdiamo totalmente ogni forma di pudore. La condivisione diventa così un metodo che ci si ritorce contro, con conseguenze spesso irreversibili. 
Viviamo una vita falsa in un mondo di finzione. 
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IL MAROCCO
Curiosità dal mondo
di Karima Nassri e Chiara Tagliabue
Il Marocco è un paese che dura da più millenni, erede di secoli di tradizione. La cultura è viva, giorno per giorno nei piccoli gesti della vita quotidiana, nelle feste, nei rituali o semplicemente nelle abitudini quotidiane. Per immergersi nella cultura e nelle tradizioni marocchine, le medine ovvero le città, sono la destinazione perfetta. Passeggiando per le strade di ogni medina, vi immergerete nei dettagli della vita quotidiana marocchina. 
La cucina è molto particolare! I piatti marocchini sono composti da molti ingredienti. Sicuramente una caratteristica importante della cultura culinaria del Marocco è l’utilizzo di spezie ed erbe. Meno presente nei piatti tipici marocchini è il pesce. I piatti tipici più conosciuti sono il Couscous e il Tajine. Il couscous è il simbolo della cucina marocchina. Il Tajine è servito in dei piatti particolari. Sono molto buoni, provateli!!
A Casablanca possiamo trovare la moschea più grande del Marocco che si chiama moschea di Hassan ll. Si trova a ridosso dell’oceano atlantico.
I matrimoni in Marocco sono molto scenografici con balli e feste incessanti, così come i numerosi cambi di vestito. Ci sono decorazioni realizzate con tessuti raffinati e dalle tonalità sgargianti. A differenza di quello italiano, il matrimonio marocchino non finisce in una giornata, ma prosegue ben oltre.
Comic Panel 1
Scena tratta da un matrimonio marocchino
Comic Panel 1
Chafchaouen, la città blu, fra le più belle del Marocco
Comic Panel 1
Comic Panel 1
Comic Panel 1
Il primo giorno è dedicato all’Hammam che è una sorta di sauna che serve per “purificare”. Il giorno seguente vengono disegnati dei tatuaggi temporanei chiamati hennè. Il terzo giorno può essere considerato come il culmine dei pre-festeggiamenti. L’ultimo giorno è quello del matrimonio vero e proprio. 
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Intervista ad una Prof.
di Karima Nassri e Chiara Tagliabue
Comic Panel 1
La Professoressa Federica Robustellini
Di seguito pubblichiamo un’intervista alla professoressa Federica Robustellini che ringraziamo per la disponibilità. Parlare con lei ci ha consentito di conoscere meglio la persona oltre che la prof.

Che cosa le ha portato a scegliere la professione dell’insegnamento?
Io ho sempre voluto fare l’insegnate fin da bambina; insegnavo a studenti immaginari nella cameretta a casa dei miei nonni. E’ una cosa che mi ha sempre affascinato forse perché ho sempre avuto dei bravi insegnanti, quindi mi è sempre venuta voglia di imitarli.

Perché ha scelto di insegnare nello specifico inglese?
Ho scelto di insegnare inglese perché la passione per le lingue è nata dalla scuola media quando ho cominciato a studiare lingue straniere. Soprattutto l’inglese è sempre stata quella lingua che ho sentito più vicina. Mi piacevano le canzoni rock per cui leggevo e traducevo i testi. Poi quando ho iniziato a studiare la letteratura, anche quella inglese mi è sembrata molto interessante.

Perché si è dedicata al CPIA?
In realtà è stato proprio un caso perché ho vinto il concorso nel 2016 e l’unico posto che c’era a Monza e Brianza era il CPIA. Io non sapevo nemmeno che esistesse questa scuola, ci sono finita proprio per caso. All’inizio ero un po’ disperata perché era una scuola serale, era molto diversa dall’ambiente da cui provenivo e dovevo cambiare completamente ritmo di vita. In realtà è stata la cosa migliore che mi sia capitata perché poi ho scoperto che insegnare agli adulti è la cosa che preferisco. Inoltre, mi piace molto lavorare con studenti stranieri che vengono da tutto il mondo con esperienze molto diverse.
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