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I racconti dell'orrore

by Federica Baldelli

Pages 2 and 3 of 23

Ellipse;
Classe V - A.S. 2020/2021
I RACCONTI DELL'ORRORE
Scuola primaria di Userna
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31 Ottobre
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Il trentuno ottobre dell'anno scorso proprio il giorno del compleanno della mia mamma, io e un mio amico si era andati a suonare i campanelli delle persone, perché era HALLOWEEN. A forza di suonare in giro per la città, ci addentrammo in un vicolo pieno di nebbia e di portoni; noi pensavamo che ci fossero tanti campanelli invece ce n'era soltanto uno in cui c'era scritto "Avvocato Sinney".
Suonammo e si presentò un uomo alto con gli occhi piantati su di noi; ci diede delle caramelle e ci chiuse la porta in faccia.
Poi girando e guardando la cartina delle caramelle vidi un simbolo familiare: mi sforzai per cercare di capire cos'era quell'immagine, poi ricordai: era il segno del veleno!
Allora dissi al mio amico di sputarla subito e scappammo da quel vicolo pauroso
e ci riaddentrammo in una parte di città un po' più popolata.
Io proposi al mio amico di tornare a casa e rincontrarci il giorno dopo.
Infatti ci rivedemmo in centro e riandammo in quel vicolo per prendere più informazioni riguardo a quell'uomo perché eravamo insospettiti e avevamo intenzione di spiarlo ma non avevamo capito chi stavamo cercando di spiare.
Infatti lui si accorse della nostra presenza e ci inseguì fino al centro città; poi ci voltammo ma non c'era più! Però lui non si accorse che avevamo piazzato una telecamera in casa sua collegata ai nostri telefoni.
Quindi ci collegammo alla telecamera e vedemmo che si spogliava e capimmo che era uno zombie: aveva la pelle verde, gli si vedevano le ossa in molte parti del corpo e aveva un verme infilato nella spalla come se fosse una mela bacata, ma poi... si accorse della telecamera e la5 ruppe.
Insospettito ci venne a cercare ma noi gli sparammo in testa con un'arma da fuoco e morì.
Dario
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Il libro stregato e la rosa nera
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Qualche anno fa, mi ricordo che salii in soffitta, nella vecchia casa dei miei nonni e, curiosando, trovai un vecchio libro.
Aveva pezzi di vetro e ferro incastrati nella copertina tutta impolverata e alcune pagine strappate macchiate di sangue.
Come segnalibro aveva una rosa nera, ormai appassita.
Capii subito che non era un libro qualsiasi ma un libro stregato perché quando lo presi in mano sentii un rumore strano provenire da dentro, come un branco di elefanti che stava scappando.
La casa tremava tutta.
Lo appoggiai e il rumore sparì.
La rosa cadde e, quando la raccolsi, di nuovo un rumore terrificante: terremoto e tuoni insieme.
Lo misi nello zaino e cominciai a correre fino a casa mia.
Lo portai in camera e mi misi a dormire, ma non ero affatto tranquilla.
Infatti, durante la notte sentii il libro aprirsi e i petali della rosa staccarsi e volare in aria formando il viso di un mostro.
Aveva capelli neri, lisci e spettinati, gli occhi bianchi senza pupille , un naso lungo ed aguzzo.
Era terribilmente spaventoso ed io tremavo dalla paura.
Sbatteva continuamente contro la mia finestra come un insetto che volesse scappare.
Allora mi feci coraggio ed aprii la finestra per farlo uscire.
Se ne andò ma subito dopo tornò indietro a riprendersi la rosa che nel frattempo era di nuovo sbocciata ed ora era una bellissima rosa rossa.
La mise nelle mie mani e volò via.
Pensai che lo avevo liberato da quel libro che era diventato la sua prigione.
Carolina
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I due mostri
Era una sera piovosa e io mi trovavo sul divano a guardare la tele.
Abbassai il volume perché avevo sentito dei rumori e mi ero spaventato: pensavo che fosse la pioggia ma poi avevo sentito un altro rumore e avevo capito che non era la pioggia ma era qualcos'altro. Non riuscivo a capire cosa fosse.
Mi alzai e andai in bagno a lavare i denti e poi andai a letto ma sentivo ancora quel rumore! Sembravano dei passi.
Così andai a vedere fuori dalla finestra e vidi nell’oscurità un uomo con la motosega. Non era molto alto, aveva una maschera che gli copriva tutta la faccia ed era di corporatura normale, vestito di scuro.
Il mio cuore batteva fortissimo! Dopo un po' controllai di nuovo ma non lo vidi più.
Poi, per fortuna, mi addormentai e la mattina mi svegliai con la sensazione di essere ferito; ma no, non ero affatto ferito!
Il pomeriggio, verso le 19:30, andai al cimitero per visitare
la tomba di mia nonna che era morta da tempo.
Sentii dei rumori anche lì ma davanti ai me non c'era nessuno.
Girai l’angolo e fu così che vidi un altro mostro che aveva capelli neri tutti sul volto,
una pelle bianca e indossava una camicia da notte.
E io scappai impaurito e, cercando di vedere se mi seguiva, mi girai e vidi che faceva segno con la mano che mi avrebbe cercato più tardi.
Io dalla paura, non cenai, andai subito a letto ma sentii di nuovo questi rumori durante la notte.
Mi uccisero dandomi un colpo alla testa, al cuore e al ventre facendomi uscire fuori le budella. 
JADER
L'orso misterioso
Era una tarda nottata quando Jack stava andando in macchina.
L’auto andò in panne. Egli si fermò e decise di passare l’intera notte lì.
La mattina attraversò il bosco per andare a cercare aiuto.
In quel posto tutti conoscevano una cosa che lui non sapeva.
Da quelle parti c’era un orso pericolosissimo.
Molti erano andati nel bosco ma non erano più tornati.
Nel mentre si era fatto di nuovo buio.
Jack vide l’orso; provò a scappare ma non ci riuscì.
L'orso lo raggiunse e lo ammazzò.
Il corpo del ragazzo fu ritrovato dieci giorni dopo: aveva coltellate
in tutto il petto. Questo era un po’ strano per un orso.
Le indagini si riaprirono e mesi dopo scoprirono che non era
un semplice orso, anzi era una persona “travestita da orso”. 
Per fortuna, alla fine, la polizia prese il serial killer che aveva
ammazzato molte persone.
SEBASTIANO
Mostri nella nostra casa
Era una notte cupa e iniziò a piovere verso le tre.
Io mi svegliai improvvisamente e mi ricordai che dovevo andare a ritirare il bucato in giardino, dato che pioveva. Mentre ritiravo i panni vidi nell’oscurità un uomo e una donna con una motosega elettrica e una corda: cercavano di prendermi per legarmi con una corda e volevano tagliarmi i piedi!
Allora io gridai:- Aiuto! Aiuto! 
Però la mia famiglia non sentiva nulla e nessuno veniva ad aiutarmi!
Il mio cane Pepe, però, era sceso giù in giardino e, senza farsi vedere, diede un morso alla gamba e ai piedi della donna e poi, con un balzo, diede un morso sulla testa e sul naso all’uomo.
La coppia scomparve, grazie al mio cane. Dopo risalii in casa con Pepe e mi riaddormentai.
Dopo due ore, cioè alle 5:00, bussó un uomo alla porta della mia cameretta e io dissi:
-Chi é?
E lui rispose:- Aaaaaaah sono il mostro cattivo!
La porta, però, non era chiusa a chiave così il mostro aprí la porta e… io svenni per la paura.
 Per fortuna arrivò Pepe, mi diede una leccata sulla guancia e mi svegliai. Il mostro era ancora lì, vestito con una mantella nera e davanti nudo; aveva un cappello, occhi neri luminosi che accecavano, bocca, naso, orecchie grandi e lunghe...
Presi una pistola… e lo uccisi.
STELLA
I due morti
Lo scienziato era nel suo laboratorio quella sera, il 30 ottobre, il giorno prima di Halloween.
Io lo avevo seguito fino al cimitero. Non sapevo esattamente cosa volesse fare lì, quel giorno a quell'ora.
Allora mi sorsero dei dubbi, non è che era un maniaco? Mentre pensavo a queste orribili cose vidi una cosa che non dimenticai mai più nella mia vita.
Mi trovavo dietro a un cespuglio, ero a bocca aperta, non riuscivo a credere ai miei occhi, lo scienziato stava togliendo dei corpi sotterrati!
Aveva una bisaccia dove riporre i corpi defunti.
Prese solo due corpi: il primo defunto era alto almeno un metro e novanta e invece quell'altro era basso ma piú grosso.
Solo un po' di tempo dopo mi accorsi che era il beccamorto, morto un mese prima.
A un certo punto arrivò una folata di vento.
Le nuvole scoprirono la luna che illuminò i morti e lo scienziato pazzo
mise i due corpi nella bisaccia; se la caricò sulle spalle e si avviò per il paese.
Io lo seguii fino al laboratorio. Lui entrò in casa sua,
io stetti li fuori per qualche minuto e poi vidi che le luci dei lampioni
lampeggiavano, poi una enorme scarica elettrica proveniente dalla casa;
a un certo punto, uscì dalla porta dell'abitazione un enorme
mostro alto almeno due metri e venti.
Era la sua creazione!
Io scappai. Lui mi raggiunse. Gridai fortissimo.
Mi era alle costole ma poi sentii qualcosa nella schiena e pensai è finita.
LORENZO
Il lupo mannaro
Avevo da poco perso i genitori e stavo camminando in un bosco per accamparmi due giorni; volevo rilassarmi in mezzo alla natura, quando vidi in lontananza una casa abbandonata e decisi di andarci.
Durante il tragitto mi sembrava di vedere qualcuno. Sì, erano i miei genitori!
Li abbracciai: «Ma come, siete morti! Come fate a essere qui?».
 Ma scomparvero.
Entrai in casa, ma era cupa, sporca e tenebrosa! E faceva paura!
C’era una sedia a dondolo che si muoveva da sola e i vetri delle finestre spaccati;
le pareti e il pavimento erano sporchi di sangue!
C’era una porta che portava in cantina e sentivo provenire dei rumori da lì!
Stavo impazzendo! Parlavo con me stesso e avevo molta paura; scesi in cantina
e tremando aprii la porta … c’era un lupo mannaro!!!
Aveva i pantaloncini neri, la faccia appuntita, gli occhi rossi e ripeteva:
“Ho sete di sangue, voglio uccidere”.
Io scappai, ma lui mi raggiunse; era sempre più vicino, avevo il cuore a mille!
Avevo paurissima : “Aiuto! Vi prego aiutatemi, aiuto!”.
Ma riuscì a prendermi e…Tac! Via la testa!
Ora sto parlando dal cielo, io sono niente, nessuno … non sono morto del tutto,
perché la mia anima… di colpo mi svegliai.
Per fortuna era solo un sogno e i miei genitori c’ erano ancora. Che paura!
ALBERTO
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