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stanza 2

by Santangelo Ronchi Valeri Rignanese

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LO SPORT NEL MEDIOEVO
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Nel Medio Evo assistiamo alla rinascita dello spirito sportivo


L’attività motoria, colpita dallo sfacelo dell’Impero Romano, rimase in vita in alcuni ambienti e con specifiche ed interessanti motivazioni.
L’esercizio fisico venne utilizzato particolarmente dalla tradizione militare e con il gusto del gioco, nell’ambito di una società nuova in lenta e faticosa evoluzione.
È proprio nell’attività ludica che il Medioevo rappresenta il punto di partenza dei giochi di squadra, l’origine di un’infinità di specialità sportive (soprattutto con la palla) e la creazione dello spirito “di campanile” che coinvolgerà la società comunale sino a costituire le prime espressioni di folklore.
La Nascita del Cavaliere


L’educazione del cavaliere era finalizzata a scopi militari, mondani e religiosi: il suo motto era:
” La mia anima a Dio, la mi vita al Re, il mio cuore alla dama, il mio onore per me”.
Egli doveva infatti difendere la fede, porsi al servizio dei deboli e degli oppressi, elevare il suo spirito nel culto della donna, consacrandole pensieri ed opere degne; bravura nelle armi coraggio e amor di avventura e tutto era idealizzato dalla coscienza di essere militi di Cristo e della Chiesa.
Altra caratteristica era “la cortesia”, insieme al sentimento dell’onore.
Ne deriva un galateo basato sul rispetto verso tutti, sulla benignità verso gli inferiori, ma anche sulla fedeltà alla parola data, sul disdegno di ogni viltà, sull’amore verso la gloria militare.
L' Educazione del Cavaliere
La Quintana o Giostra del Saracino

Gioco di abilità e di destrezza, il cavaliere impugnando la lancia, tentava di colpire un bersaglio che solitamente era un fantoccio di dimensioni umane, raffigurante il nemico o “saracino” al quale era fissata una spada o una mazza.
Se il fantoccio non veniva colpito in pieno petto esso ruotava su se stesso e l’arma giungeva a percuotere e a disarcionare il maldestro cavaliere.
Successivamente, per complicare e rendere più interessante l’esibizione, il bersaglio venne ancora ridotto e limitato allo scudo del saracino: di conseguenza si doveva giostrare con la maggiore velocità possibile per evitare di essere colpiti.
Venivano eliminati di volta in volta i contendenti disarcionati o che avevano fatto cadere la lancia sino all’eliminazione totale dei concorrenti e quindi alla proclamazione del vincitore.
STANZA 2
Lina Rignanese

Andrea Ronchi

Francesca Santangelo

Luana Valeri
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