Avventura e Magia - Le tre pietre magiche

“Cosa vuoi chiedere alle pietre come terzo desiderio?” domandò Elena. “Non voglio nulla per me, io sono già felice con ciò che ho. Vorrei che tutti i bambini malati guariscano da ogni male, non voglio che soffrano ancora”.

Aurora richiamò Elena e Saverio e, dopo aver consegnato le due pietre magiche a Luca, i tre fratelli usarono un incantesimo di posizione per localizzare la pietra rubata: si trovava in una scuola abbandonata nella stessa città in cui abitava Luca. Il giovane ragazzo chiamò Franco e tutti insieme salirono sull’elicottero.

“Un telefono che squilla di notte non è mai un buon segno”: fu questo il pensiero di Luca ancor prima di aprire gli occhi. La voce preoccupata di suo padre Filippo confermò quanto temuto. Filippo, direttore della Raimbow Bank da ormai vent’anni, guardò il suo giovane figlio negli occhi e disse: “Hanno rapinato la banca! Andiamo! Franco ci aspetta!”. In macchina, poi, Filippo precisò quanto era accaduto: “Dei malfattori hanno fatto esplodere il caveau della banca rubando tutto il denaro che era contenuto al suo interno”.

Appena ebbe modo di muoversi, Luca prese dalle sue tasche i preziosi oggetti magici e li diede a Maorz con rassegnazione. Lo stregone posizionò su di un tavolo le due pietre alle quali aggiunse la terza già in suo possesso e cercò di canalizzarne il potere, ma l’incantesimo non funzionò. Riprovò più volte a pronunciare la formula magica, ma l’esito non fu mai quello sperato. Guardando attentamente le due pietre consegnategli da Luca, Maorz si rese conto che erano false.&nbsp;&nbsp;

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Luca, allora, prese in disparte Franco e gli raccontò di aver trovato dei documenti molto interessanti nella segreteria e, con non poca insistenza, lo convinse che sarebbe stato opportuno andare sull’isola segnata sulla mappa, usando l’elicottero privato di suo padre, pur senza coinvolgerlo&nbsp;in questa missione: Luca sentiva che la pietra preziosa cerchiata era il reale motivo della rapina, sebbene di essa non v’era traccia nei sacchi della refurtiva.

Vito Castrignanò Gaetano Di Palma Nicolò Guarini Mariaelena Mastrochirico Aldo Matricoti

Samuel Pagliai Alessandro Ranieri Cosimo Secundo Maria Michela Tartarello

Progetto "Biblio 2.0" Polo Liceale "G. Galilei - M. Curie" - Monopoli

Elena lo chiamò per nome e il ragazzo si alzò mostrandosi piuttosto smagrito in volto e disse: “Elena, liberami! All’interno della cella non posso usare i miei poteri!”. La giovane fata posò le sue mani sulle pareti della caverna e, dopo aver pronunciato una formula magica, le sbarre della cella si sciolsero come burro. Saverio abbracciò sua sorella in segno di gratitudine e le disse: “È&nbsp;stato Maorz, nostro zio!”. Luca ricordò subito di aver letto quel nome sulla busta piena di documenti che aveva trovato all’interno della segreteria della palestra.

All’interno della busta c’era la planimetria della banca, l’immagine di tre pietre preziose (di cui una cerchiata) e la mappa di un’isola. Anche questa volta Luca decise di non dire nulla a nessuno, arrotolò i fogli, li mise nel suo zaino e andò da suo padre Filippo che si trovava all’ingresso dello spogliatoio con Franco e la Polizia: il denaro ritrovato era proprio la refurtiva sottratta nel caveau della banca!

Arrivati dinanzi alla scuola, i tre fratelli percepirono la pericolosa aura di Maorz. La scuola era circondata da una barriera magica e avvicinarsi ulteriormente poteva essere molto pericoloso. “Non vi preoccupate!” – disse Luca – “Ho un piano!”. Aurora, Elena e Saverio si presero per mano e unendo i loro poteri riuscirono a creare un varco nella barriera per permettere a Luca di entrare nell’oscura e tetra scuola.

Luca, con coraggio e anche un po’ d’incoscienza, senza dir nulla a nessuno, decise di andare in quella palestra: il suo istinto gli diceva che quella tessera era un indizio importante. Da una finestra vide due ragazzi dalle fattezze piuttosto curiose allenarsi sul ring: il più alto indossava una canotta con la scritta “Germano il Boss” ed evitava agilmente i colpi di quello più piccolino e rotondetto. A un certo punto Germano disse: “Michele, per oggi può bastare così!” e i due scesero dal ring.

Saverio iniziò a raccontare a Luca ed Elena di essere stato rapito dallo zio e di aver dovuto confessare sotto incantesimo di aver nascosto la sua pietra magica in una cassetta di sicurezza della Raimbow Bank. “Dobbiamo assolutamente recuperare la pietra di Saverio!” – disse Elena – “Andiamo da Aurora, lei saprà sicuramente cosa fare”. Luca era pieno di dubbi e desideroso di porre mille domande, ma decise di fidarsi di Elena e di continuare a seguirla. Elena posò nuovamente le sue mani sulle pareti della caverna e aprì un varco attraverso il quale giunsero su un sentiero fiorito che portava al Castello Rosa.

La barriera attorno alla scuola cadde e Franco, Aurora, Saverio ed Elena ebbero modo di raggiungere Luca. Maorz fu arrestato, come mandante della rapina in banca, e i tre magici fratelli, insieme a Luca, tornarono al Castello Rosa. “Hai ancora due desideri. Puoi chiedere tutto quello che vuoi, ora tutto è possibile e può diventare realtà!” – disse Aurora a Luca. “Desidero che in questo preciso istante tutte le guerre che rovinano il nostro mondo finiscano!” – rispose.

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Samuel Pagliai V B Liceo Linguistico

Alessandro Ranieri III A Scienze Umane

Cosimo Secundo IV A Scienze Umane

Maria Michela Tartarello IV B Scienze Umane

Laboratorio condotto da Viviana e Fabrizio Altomari

Giunti alla Raimbow Bank, Filippo e Luca videro Franco intento a parlare con la polizia. Franco era un uomo di mezza età onesto e serio, una guardia giurata esemplare, una delle poche persone di cui Filippo si fidava veramente. Franco accompagnò sia gli agenti, sia Filippo e Luca, nella sala della videosorveglianza, per mostrare loro le registrazioni della rapina: i malviventi erano due; indossavano abiti scuri e avevano il volto coperto.&nbsp;Luca notò subito il bizzarro accostamento tra quello che sembrava essere il capo, piuttosto alto e muscoloso, e il suo complice, un tipo un po’ bassino e tarchiatello.

Mentre la polizia esaminava i filmati, Luca si diresse verso il caveau e tra le macerie trovò la tessera di una palestra di pugilato.

Convintasi della bontà degli intenti del giovane, Aurora disse: “Le tre pietre che hai visto in quell’immagine, quando eri nella segreteria della palestra, sono magiche e, se usate insieme, possono liberare un potere immenso. Nostro padre consegnò a ognuno di noi una delle pietre per proteggerle dal Male e in particolar modo da suo fratello Maorz, passato tanti anni fa nelle forze oscure. A noi maghi è affidato il compito di proteggere le pietre magiche, ma esse possono essere utilizzate solo da un umano puro di cuore. Elena ed io ti affidiamo le nostre pietre, a te il compito di sconfiggere Maorz e recuperare la terza”.&nbsp;

Vito Castrignanò III A Liceo Classico

Gaetano Di Palma Diplomato Liceo Classico

Nicolò Guarini Diplomato Liceo Linguistico

Mariaelena Mastrochirico V A Scienze Umane

Aldo Matricoti Diplomato Istituto d'Arte

Attorniato da un silenzio pauroso, Luca improvvisamente sentì pronunciare il suo nome. La voce proveniva dai piani superiori. Il coraggioso ragazzo salì velocemente le scale e si ritrovò così al cospetto del terribile Maorz. Il malvagio stregone ordinò al giovane di consegnargli immediatamente le due pietre magiche mancanti. Luca iniziò a correre, ma Maorz lo immobilizzò.&nbsp;“Stupido umano, non hai ancora capito che non puoi fare nulla contro di me? Dammi subito le pietre!” – gridò lo stregone.

Seguendo le indicazioni della mappa, Franco e Luca raggiunsero l’isola in breve tempo. Luca salutò il compagno d’avventura e si gettò dall’elicottero con il paracadute. Atterrato sulla spiaggia, il coraggioso ragazzo proseguì il suo cammino ma, all’improvviso, si ritrovò intrappolato nelle sabbie mobili che lo inghiottirono. Precipitò in una caverna: tutto attorno a sè era buio. Tutt’a un tratto, nel silenzio, udì il ruggito di un animale feroce: una fiamma illuminò l’oscurità e Luca si ritrovò davanti a due leoni magici.&nbsp;

Il potere delle tre pietre esaudì i desideri di Luca e pace e salute prosperarono per tanti anni nel mondo. Dopo pochi anni da quegli eventi, Luca ed Elena s’innamorarono e decisero di sposarsi. Ebbero tre gemelli e a ognuno di loro fu affidata una delle tre pietre magiche. I due innamorati decisero di realizzare un centro per aiutare tutte le persone in difficoltà: con un pizzico di magia continuarono, per tutta la loro vita, a prendersi cura dell’umanità.

Approfittando del momento di confusione, Luca prese agilmente la terza pietra magica, quella rubata nella Raimbow Bank dai rapinatori assoldati da Maorz, e la unì a quelle originali, nascoste nel suo zaino. Un'immensa aura di potere avvolse Luca. Il ragazzo udì una voce che lo esortava a esprimere un desiderio e lui immediatamente chiese alle pietre di annullare i poteri magici di Maorz. Lo stregone, infuriato, era sul punto di lanciare un pericoloso incantesimo contro l’astuto giovane, quando improvvisamente percepì attorno a sè una sensazione di calore. Si rese subito conto di essere stato trasformato in un semplice umano.

Dopo alcuni minuti, apparve Aurora: era rimasta invisibile sino ad allora per osservare il comportamento del giovane umano. Elena raccontò alla sorella del furto e del rapimento di Saverio, evidenziando l’arguzia e il coraggio di Luca grazie al quale aveva potuto salvare il fratello minore. Aurora chiese ai fratelli e alle guardie di lasciarla sola con Luca per valutarne le buone intenzioni. La maga interrogò Luca, il quale mostrò sin da subito uno spirito avventuroso e altruista.

“Mi chiamo Elena” – disse la fata – “ti seguo da quando ti ho visto alla Raimbow Bank. Sono io che ho attirato la tua attenzione verso la tessera della palestra, perché ho riconosciuto in te un’intelligenza vivace e un animo buono. Ho bisogno del tuo aiuto: forze oscure incombono su di noi!”. Luca, disorientato, accettò di seguire Elena passivamente. I due si trovarono davanti a una cella all’interno della quale c’era un ragazzo rannicchiato su se stesso. Il suo nome era Saverio ed era il fratello di Elena.&nbsp;

Luca, ormai convinto di aver trovato i due rapinatori, prese velocemente il suo telefonino e chiamò la Polizia. All’udire le sirene, i due ragazzi cercarono di scappare, ma furono presto bloccati e arrestati dagli agenti. La Polizia esaminò la palestra: nello spogliatoio trovarono un nascondiglio segreto all’interno del quale vi erano diversi sacchi pieni di denaro. Mentre gli agenti erano nello spogliatoio, Luca si recò nella segreteria della palestra dove trovò, sulla scrivania, una busta con su scritto uno strano nome: “Maorz”.

L’animale più vicino a lui sputava fuoco dalle fauci, l’altro lanciava a ogni zampata fulmini e saette.

IL CASTELLO ROSA

“ Aurora, nostra sorella, è la maga più potente tra noi. Vive nel Castello Rosa e regna sull’intera isola e i suoi abitanti” – spiegò Elena a Luca, lungo il cammino. Arrivati alle porte del castello, queste si aprirono immediatamente quando le guardie riconobbero Elena e Saverio. I tre ragazzi salirono attraverso un’imponente scalinata all’interno di un maestoso salone. Si avvicinarono, quindi, al trono apparentemente vuoto.

Al nostro eroe parve di essere in trappola, ma proprio quando i due animali stavano per assalirlo, sentì una voce: “Alfred, Dumba, fermatevi!”. I due feroci animali all’istante si calmarono e si diressero verso l’ingresso della caverna. Alle spalle di Luca c’era una ragazza che cominciò ad accarezzare e coccolare i due leoni che si addormentarono come due cuccioli. La ragazza era una fata.

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