LE DONNE NELLA STORIA...
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INDICELoading...
1. IL FEMMINISMO2. MADRE TERESA DI CALCUTTA
3. VIRGINIA WOOLF
4. INDIRA GANDHI
5. MARGHERITA HACK
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IL FEMMINISMO Loading...
La storia ufficiale del femminismo inizia nell’Ottocento ed è stata divisa in tre diverse fasi dette “ondate”.Loading...
PRIMA ONDATA: le suffragette ed il diritto di voto
La prima volta che venne utilizzato il termine “femminismo” fu nel 1800 per nominare il nuovo movimento per l’emancipazione delle donne.
A comandarlo erano le suffragette, le quali lottavano per ottenere il diritto di voto e pari diritti rispetto agli uomini.
La marcia si sviluppò maggiormente in Gran Bretagna dove, nel 1865, nasce il primo comitato per l’estensione del diritto di voto.
SECONDA ONDATA:
gli anni Sessanta
Negli anni ’60 del Novecento gli Usa, dopo la guerra, si distinguono grazie ad un progresso economico ancora più grande di quello Europeo. Tale prosperità contribuisce anche nello sviluppo delle vecchie strutture sociale, nelle quali le donne avevano sostituito gli uomini, impegnati nel combattimento, nelle fabbriche.
I temi della seconda ondata sono nuovi, considerati scandalosi all’epoca: parliamo di sessualità, stupro, violenza domestica e parità di genere anche sul posto di lavoro.
Anche in Italia il movimento femminista prende forma: negli anni ‘70 le piazze italiane vengono invase dalle donne, decise a rivendicare diritti ancora negati.
TERZA ONDATA:
gli anni Novanta
Si spera che gli anni ’90 caratterizzino una nuova ora per il movimento femminista. Uomini e donne dei Paesi occidentali hanno pari diritti e pari opportunità, ma purtroppo le discriminazioni non sono ancora scomparse. Si continua a lottare per il diritto salariale, per una legislazione contro le molestie sul lavoro ed ancora le professioniste fanno difficoltà ad emergere.
Il movimento, però, rivede anche alcune posizioni maturate nei decenni precedenti, ad esempio in merito alla prostituzione e alla pornografia: alle soglie del nuovo millennio non viene esclusa l’idea che si possa vendere il sesso per libera scelta.
Nonostante tutto, si son comunque distinte varie donne in diversi settori. Di seguito porteremo quattro esempi: Madre Teresa di Calcutta, in ambito letterario Virginia Woolf, in politica Indira Gandhi, ed in ambito scientifico Margherita Hack.
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MADRE TERESA CALCUTTA
"Prometti a te stesso di parlare di bontà, di bellezza, amore ad ogni persona che incontri, di far sentire a tutti i tuoi amici che c'è qualcosa di grande in loro, di guardare al lato bello
di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Sii pieno di gioia, nonostante tutto."
di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà.
Sii pieno di gioia, nonostante tutto."
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MADRE TERESA DI CALCUTTA
Gonxha (Agnese) Bojaxhiu, la futura Madre Teresa, è nata a Skopje il 26 agosto 1910 e morta a Calcutta il 5 settembre 1997. Religiosa albanese di fede cattolica, fin da piccola riceve un’educazione fortemente religiosa. Già verso il 1928, iniziava ad interessarsi al mondo credente, cosa che in seguito attribuirà ad una "grazia" fattale dalla Madonna. Presa dunque la fatidica decisione, è accolta a Dublino dalle Suore di Nostra Signora di Loreto, dove maturerà il sentimento di “voler aiutare tutti gli uomini”.
Nel 1950 la religiosa fondò la congregazione delle Missionarie della carità. L’obbiettivo era quello di prendersi cura delle persone più povere, degli emarginati dalla società e dagli ospedali.
È diventata famosa in tutto il mondo per il suo lavoro tra le vittime della povertà di Calcutta. Nel 1979 ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per i più poveri tra i poveri ed il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. Ritirato il Premio, ha rifiutato il tradizionale banchetto cerimoniale per i vincitori ed ha chiesto che i 6000 dollari di fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, che avrebbero potuto mangiare per un anno, dichiarando che "le ricompense terrene sono importanti solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo". Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II. La sua morte ha suscitato la commozione di tutto il mondo. Sulla sua tomba, a Calcutta, è stata incisa una frase del Vangelo di Giovanni: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".
Nel 1950 la religiosa fondò la congregazione delle Missionarie della carità. L’obbiettivo era quello di prendersi cura delle persone più povere, degli emarginati dalla società e dagli ospedali.
È diventata famosa in tutto il mondo per il suo lavoro tra le vittime della povertà di Calcutta. Nel 1979 ha ottenuto il Premio Nobel per la Pace per il suo impegno per i più poveri tra i poveri ed il suo rispetto per il valore e la dignità di ogni singola persona. Ritirato il Premio, ha rifiutato il tradizionale banchetto cerimoniale per i vincitori ed ha chiesto che i 6000 dollari di fondi fossero destinati ai poveri di Calcutta, che avrebbero potuto mangiare per un anno, dichiarando che "le ricompense terrene sono importanti solo se utilizzate per aiutare i bisognosi del mondo". Il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da Giovanni Paolo II. La sua morte ha suscitato la commozione di tutto il mondo. Sulla sua tomba, a Calcutta, è stata incisa una frase del Vangelo di Giovanni: "Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi".
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VIRGINIA WOOLF
‘L’unico consiglio che una persona
può dare a un’altra sulla lettura è
di non accettare consigli, di
seguire il proprio istinto, di usare
la propria testa, di arrivare alle
proprie conclusioni’
può dare a un’altra sulla lettura è
di non accettare consigli, di
seguire il proprio istinto, di usare
la propria testa, di arrivare alle
proprie conclusioni’
VIRGINIA WOOLF
Grande attivista britannica dell’Ottocento fu Virginia Woolf, nata nel 1882 e nota per essere stata una delle più audaci scrittrici che hanno contribuito a cambiare il ruolo delle donne nella società. La stessa ha dovuto sopportare il controllo prima da parte del padre e poi del marito, ed anche violenze sessuali dal fratellastro.
Oltre a questo, Virginia cresce in un ambiente intellettualmente stimolante, costruendosi un sapere raffinato da autodidatta, malgrado a quei tempi fosse negata l’istruzione pubblica alle donne e, soprattutto, nonostante gli importanti disturbi psichici causati dalla morte prematura della madre. Sin dall'adolescenza seguì la vicenda della posizione delle donne nella società: non passò molto tempo dal diventare femminista e prendere parte nel movimento suffragista.
Nel 1929 la scrittrice britannica pubblica il suo saggio “Una stanza tutta per sé”, considerato come "il primo testo moderno di analisi femminista". Il libro, di cui è nota la frase “Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi”, è un contributo alla causa femminista ed un attento esame del ruolo delle donne nella letteratura inglese.
Il saggio è entrato nella storia del movimento per l’emancipazione femminile per essere una critica al sistema scolastico e universitario dell’epoca, che escludeva del tutto le donne: la stessa Virginia non poté accedere ad un'educazione universitaria. Viene criticata la violenza che si consuma contro le donne, considerate come oggetto di piacere per gli uomini in una società patriarcale.
Il suo ragionamento arriva ad essere una riflessione di carattere universale: solo l'indipendenza rende un essere umano realmente libero di esprimersi.
Muore il 28 marzo 1941.
Oltre a questo, Virginia cresce in un ambiente intellettualmente stimolante, costruendosi un sapere raffinato da autodidatta, malgrado a quei tempi fosse negata l’istruzione pubblica alle donne e, soprattutto, nonostante gli importanti disturbi psichici causati dalla morte prematura della madre. Sin dall'adolescenza seguì la vicenda della posizione delle donne nella società: non passò molto tempo dal diventare femminista e prendere parte nel movimento suffragista.
Nel 1929 la scrittrice britannica pubblica il suo saggio “Una stanza tutta per sé”, considerato come "il primo testo moderno di analisi femminista". Il libro, di cui è nota la frase “Una donna deve avere soldi e una stanza suoi propri se vuole scrivere romanzi”, è un contributo alla causa femminista ed un attento esame del ruolo delle donne nella letteratura inglese.
Il saggio è entrato nella storia del movimento per l’emancipazione femminile per essere una critica al sistema scolastico e universitario dell’epoca, che escludeva del tutto le donne: la stessa Virginia non poté accedere ad un'educazione universitaria. Viene criticata la violenza che si consuma contro le donne, considerate come oggetto di piacere per gli uomini in una società patriarcale.
Il suo ragionamento arriva ad essere una riflessione di carattere universale: solo l'indipendenza rende un essere umano realmente libero di esprimersi.
Muore il 28 marzo 1941.
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INDIRA GANDHI
“Non ho l'ambizione di vivere a lungo, ma sono fiera di mettere la mia vita al servizio della nazione.se dovessi morire oggi, ogni goccia del mio sangue fortifica l'India.”