Raccolta delle attività didattiche svolte in previsione della festa dell'albero del 25 novembre 2022

PORTOCANNONE FESTA DELL'ALBERO 2022

I.C. JOHN DEWEY Scuola secondaria di primo grado classe 1^A Portocannone

I fiori femminili sono solitari e raggruppati in spighe peduncolate composte da 6-7 fiori.

Voglio darvi un ulteriore informazione! Gli apparati sessuali maschili e femminili possono essere presenti sulla stessa pianta (specie monoiche) o su piante diverse (specie dioiche). Io sono una pianta monoica per cui potete trovare fra i miei rami sia i coni maschili che quelli femminili. DOPO QUESTA PRESENTAZIONE, SPERO CON TUTTO IL CUORE (CHE FISICAMENTE NON HO, MA CHE COMUNQUE SPIRITUALMENTE BATTE DENTRO DI ME) CHE POSSIATE CONSIDERARMI UN VOSTRO AMICO!!! A PRESTO CARI AMICI, A(R)RIVEDERCI ALLA PROSSIMA PASSEGGIATA!

Per questo motivo, per lo stemma della Repubblica Italiana hanno scelto come simbolo, oltre ad un ramoscello di Ulivo per identificare la pace, un mio ramoscello, proprio per simboleggiare queste mie qualità e, in particolar modo, la FORZA!!! Quindi quando passate sotto di me, ricordatevi di questo e guardatemi con orgoglio e simpatia perché simboleggio la nostra bella e amata Repubblica Italiana!!!

Nel 1913, durante una delle sue passeggiate in Provenza, Jean Giono ha incontrato una personalità indimenticabile. Si tratta di Elzéard Bouffier, un pastore solitario e tranquillo, di poche parole, che prova piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Nonostante la sua semplicità e la totale solitudine nella quale viveva, quest’uomo sta compiendo una grande azione, un’impresa che cambierà la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future. Da solo, privo di mezzi tecnici e senza alcun tornaconto personale, pianta migliaia di alberi (querce, faggi e betulle) nelle colline della Francia meridionale. È una storia semplice e toccante, che trasmette un messaggio di fiducia nella possibilità di riconciliarsi con la natura, di far rinascere la vita attraverso l'albero, fin dai tempi antichi simbolo della vita stessa. È una parabola sul rapporto uomo-natura, una storia esemplare che racconta «come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre la distruzione».

ALUNNI ACCIARO ROBERTO CAPORICCI CLAUDIA CASOLINO DENISE D'AMARIO DALILA D'AMARIO FRANCESCO DE SANTIS VERONICA DI BERNARDO NICOLE LAHOUIZI ISMAIL LOPES FABIO PALOTTA EMANUELA ROSSETTI YLENIA SPAGNOLETTI ANTONIO SPAGNOLETTI ISABELLA DOCENTI PROF.SSA ANNAMARIA D'INCECCO PROF.SSA VANJA LATTANZIO PROF. ANTONIO TARDIOLI PROF.SSA PASQUALINA TEDESCHI Per le riprese video ringraziamo il collaboratore scolastico Michele Bevilacqua

La fioritura avviene da aprile a giugno. I miei frutti prendono il nome di ghiande (o lecce), sono brune, ovali e appuntite racchiuse fino a metà da una cupola a squame pelose e appressate. Le dimensioni variano da 1,5 a 3 cm di lunghezza, per 1-1,5 cm di diametro. Maturano tra settembre ed ottobre, nello stesso anno della fioritura. Li puoi trovare abbondanti solo ogni 2-3 anni.

QUANDO UN ALBERO MUORE...TUTTA LA TERRA SOFFRE.

Non ho veri e propri fiori (sigh, sigh) come i miei amici ANGIOSPERME perché, essendo una forma più arcaica appartenente al gruppo delle GIMNOSPERME (a semi nudi), ho CONI OSTROBILI, detti comunemente PIGNE costituite da SPOROFILLI (foglie modificate a funzione riproduttiva che portano le spore) che maturano da marzo a maggio. I CONI FEMMINILI sono costituiti da foglie fertili dette&nbsp;MACROSPOROFILLI (strutture riproduttive femminili contenenti ovuli) lunghi circa un centimetro che puoi trovare spesso isolati o al massimo in gruppi da due o tre, sparsi fra i miei rami. Considerata la loro scarsa visibilità, ben pochi di voi potrebbero vantarsi di conoscere i miei “fiori” femminili: sono, infatti, di piccole dimensioni, di colore verdastro e collocati all’estremità superiore della chioma, all’apice di giovani rametti. Il loro aspetto è quello di una pigna verde in miniatura, lunga circa mezzo centimetro in cui ogni squama porta due ovuli.

Agli alberi di Portocannone che da sempre ascoltano i nostri discorsi, custodiscono i nostri segreti ed osservano i nostri giochi di bambini. Con riconoscenza, la classe 1^A a.s. 2022/2023

Sono un organismo autotrofo, perché sono in grado di fabbricarmi da solo le sostanze nutritive di cui ho bisogno attraverso la fotosintesi clorofilliana… io non ho bisogno di fare la spesa ogni mattina come voi umani (eterotrofi), che acquistate parti sia dei miei amici verdure o frutti, sia dei miei cugini animali (perché siete onnivori) per potervi nutrire; io me la cavo benissimo da solo, senza dar fastidio a nessuno!

Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Gli alberi sono alti, ci guardano passare dal ciglio della strada che arriva fino al mare. A furia di star fermi nel bosco in mezzo ai&nbsp; prati, han messo su radici, non si sono più spostati. Han messo su radici, non si sono più spostati. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Son tutti spettinati e perdono i capelli, ma dopo qualche mese gli crescono più belli. Hanno i capelli verdi e parlan molto poco bevono solo acqua&nbsp;e non scherzan mai col fuoco. Bevono solo acqua&nbsp; e non scherzan mai col fuoco.

Buongiorno ragazzi, mi voglio presentare: sono il vostro amico LECCIO che abbellisco la Piazza principale del paese (Piazza Skandeberg), tutta Via Papa Giovanni XXIII e gran parte della lunga Via Garibaldi. Quante volte vi vedo passare (sospiro)!!! Mai una volta, però, che alzate lo sguardo su di me (sigh, sigh), o se lo fate, comunque lo fate in modo superficiale, senza porre attenzione…questa volta però siete usciti da scuola apposta per me, mi avete guardato, avete prelevato delle mie piccole parti per osservarmi meglio in un lavoro di ricerca e mi avete scattato anche delle belle fotografie!!! MI AVETE RESO MOLTO CONTENTO!!! Grazieeeeee!!! Ritornate ragazzi, ritornate a farmi un po' di compagnia e facciamoci anche delle foto assieme!

Portocannone, Piazza Giorgio Castriota Skanderbeg

Ho moltissime caratteristiche comuni al mio parente stretto Calocedrus decurrens: fiorisco da ottobre a dicembre come lui e i miei “fiori” sono anch’essi rappresentati da coni maschili e femminili. Questi ultimi sono retti e portati da rami penduli. Sono inoltre formati da sei scaglie unite alla base, di cui solo quelle centrali sono fertili e contengono ciascuna due semi, e passano da una colorazione giallo-bruno a una rosso-bruno a maturità. Vi sono simpatico? Spero proprio di sì! A presto ragazzi, alla prossima passeggiata!!! Non vedo l’ora di rivedervi.

Dopo la fecondazione i miei strobili femminili producono i&nbsp;semi&nbsp;e generalmente diventano legnosi: non possiamo parlare propriamente di&nbsp;frutti, che appaiono solo nelle mie amiche e belle&nbsp;Angiosperme (pesco, mandorlo, ciliegio et cetera, dai fiori e frutti stupendi!!! Quanto è bella e varia la natura!) ma semplicemente di coni o più comunemente pigne. Quindi, alla fine di questo complesso processo di fecondazione, puoi trovare fra i miei rami dei bellissimi STROBILI di forma ovale-conica, lunghi 5-10 cm e larghi 2-3 cm, verdi in età giovanile che diventano marroni dopo due anni. Contengono dei semi lunghi 5-6 mm e si aprono con lentezza, di solito nel corso di qualche anno.

Sono molto orgoglioso del mio aspetto: ho una bella chioma espansa, in genere più ampia verso la cima, e un tronco dritto che raggiunge normalmente i 15 m (fino a un massimo di 25 m). La mia corteccia è rossastra e spessa verso il basso, più scura e con squame sottili verso l’alto. I miei aghi sono sottili e lunghi anche più di 15 cm e di colore verde chiaro. Sono raggruppati in gruppi di 2: da questa particolare caratteristica mi hai potuto riconoscere e distinguere dal mio amico fraterno pinus strobo che vive sull’altro versante della strada… a dire la verità tu giovane homo sapiens sapiens, molto sapientemente, o meglio furbescamente, mi hai semplicemente riconosciuto, senza fatica (cosa ci permettono di fare questi strumenti tecnologici che oggigiorno sono arrivati ad un livello eccezionale!!! Fare un grande sospiro) da una mia semplice fotografia per mezzo di Google Lens!!!

HAN SRADICATO UN ALBERO di RAFAEL ALBERTI

Han sradicato un albero. Ancora stamani il vento, il sole, gli uccelli l’accarezzavano benignamente. Era felice e giovane, candido e eretto, con una chiara vocazione di cielo e un alto futuro di stelle. Stasera giace come un bimbo esiliato dalla sua culla, spezzate le tenere gambe, affondato il capo, sparso per terra e triste, disfatto in foglie e in pianto ancora verde, in pianto. Questa notte uscirò – quando nessuno potrà vedere, quando sarò solo- a chiudergli gli occhi ed a cantargli quella canzone che stamani il vento passando sussurrava.

Hanno sradicato un albero. Stamattina ancora il vento, il sole, gli uccelli l'accarezzavano con dolcezza. Era felice e giovane, nitido e ben diritto, tendeva chiaramente verso il cielo e il suo futuro era in alto come le stelle del cielo. Stasera invece giace come un bimbo che è stato mandato via dalla culla, gli hanno spezzato le tenere gambe, rovesciato giù il capo, sparso al suolo e triste, è stato disfatto nel suo fogliame e in pianto ancora verde, in pianto. Questa notte uscirò, quando nessuno mi potrà vedere, quando sarò solo, a chiudergli gli occhi e a cantargli quella canzone che stamattina il vento, passando, sembrava che gli sussurrasse.

Rafael Alberti è un poeta spagnolo nato a Puerto de Santa Maria (Cadice) nel 1902 e morto nel 1998. Nella poesia "Han sradicato un albero" esprime il rammarico per la fine crudele che gli uomini hanno stabilito per un albero che viene umanizzato in maniera soggettiva e personale dal poeta.

Ciao ragazzi, vi vorrei tanto conoscere e mi vorrei far ben conoscere da voi: sono il LIBOCEDRO (Calocedrus decurrens Aureovariegata) della “piazzetta” e mi trovo qui in buona compagnia. Accanto a me potete vedere sia il monumento dedicato ai caduti di tutte le guerre che l’entrata delle poste per cui tantissime persone, ogni giorno, si siedono sulle panchine poste qui intorno per attendere il loro turno di entrata all’ufficio, o semplicemente per riposarsi o aspettare l’arrivo di qualche amico. In estate, poi, la mia ombra diventa molto ricercata e tanti si rifugiano, al riparo dal sole infuocato, sotto la mia chioma. Non sono originario di questa zona perché provengo dall’America Nordoccidentale ma mi puoi trovare anche in Cina Meridionale, Taiwan e Vietnam, e adesso anche in Italia in tanti giardini e parchi. Sono una conifera colonnare&nbsp;sempreverde, monoica (cioè che ha sulla stessa pianta sia gli organi di riproduzione maschili che quelli femminili) dalla chioma irregolarmente chiazzata di giallo-oro. Il mio fogliame è squamiforme. Ho una crescita lenta e delle dimensioni inferiori rispetto a quelle dei miei amici “cedro”. Cresco bene in qualsiasi terreno e resisto molto all’inquinamento e al freddo intenso.

I CONI MASCHILI, invece, sono costituiti da foglie fertili dette&nbsp;MICROSPOROFILLI (che rappresentano l’organo di riproduzione maschile contenenti le sacche polliniche) di colore giallo-rossastro che si trovano riuniti in spighe.

Ritorniamo a noi: il mio nome scientifico particolare è “QUERCUS ILEX”, ma gli amici mi possono chiamare semplicemente LECCIO. Anch’io sono originario di queste parti e sono diffuso in tutti i Paesi del&nbsp;bacino del Mediterraneo. In Italia cresco spontaneo nelle zone a clima più mite e sono anche molto frequente nei viali cittadini e nelle piazze, come nel caso proprio di Portocannone. Sono un&nbsp;albero&nbsp;sempreverde e latifoglie (con foglia larga), alto fino a 25 m, dalla chioma espansa di un bel colore verde scuro. Posso assumere anche l’aspetto di&nbsp;cespuglio quando cresco in ambienti rocciosi. In genere vivo a lungo potendo diventare plurisecolare, ma ho una crescita molto lenta. Ho una&nbsp;corteccia&nbsp;inizialmente grigia e liscia che col tempo diventa dura e scura quasi nerastra, finemente screpolata in piccole placche persistenti di forma quasi quadrata. I miei giovani&nbsp;rami&nbsp;dell'anno sono grigi e coperti da peluria (pubescenti), ma dopo poco tempo diventano glabri (senza peli) e grigio-verdastri. Le&nbsp;mie gemme (parte embrionale da cui si possono originare foglie, rami o fiori)&nbsp;sono piccole, cotonose e arrotondate. Le mie foglie hanno un picciolo breve, sono semplici, a lamina coriacea e a margine generalmente intero, oppure dentato o spinoso. Sono lunghe 4-9 cm e larghe circa la metà, hanno una forma ovata-lanceolata. Hanno la pagina superiore di colore verde scuro e lucida mentre quella inferiore è grigiastra e marcatamente tomentosa (piena di peluria). La loro nervatura è pennata (in cui si distingue un nervo centrale più grosso verso il quale confluiscono nervi laterali più sottili) e possono restare sulla pianta anche per 2-3 anni.

La stragrande parte di noi piante vive fissa nel terreno, dal quale assorbe acqua e sali minerali; solo poche specie, invece, possono vivere direttamente immerse nell'acqua (come le ninfee e i fiori di loto). Abbiamo diversi compiti come quello, ad esempio, di consolidare il terreno con le nostre estese radici ma soprattutto siamo fondamentali, e per questo STRAFICHISSIME, perché assorbiamo l’anidride carbonica presente nell’atmosfera e rilasciamo al suo posto l’ossigeno!!! Siamo quindi INDISPENSABILI(SSIME) per VOI UMANI sia perché vivete respirando l’ossigeno da noi prodotto, sia perché aiutiamo la stabilizzazione del clima contrastando l’azione inquinante della Co2 prodotta dalle numerose combustioni che avvengono nelle fabbriche, nelle case per il riscaldamento domestico e nei mezzi di trasporto. In particolare io sono un albero (dal latino arbor) cioè una&nbsp;pianta che può vivere moltissimi anni, capace di svilupparsi in altezza grazie ad un fusto legnoso, detto "tronco", che di solito inizia a ramificarsi a qualche metro dal suolo. Il mio nome scientifico particolare è “PINUS HALEPENSIS”, ma gli amici mi possono chiamare semplicemente pino d’Aleppo. Sono originario di queste parti (mi puoi trovare, infatti, in tutta l’area mediterranea).

Portocannone, Piazza Giorgio Castriota Skanderbeg

Portocannone, Via Papa Giovanni XXIII

CIAO A TUTTI! RINGRAZIAMO I ragazzi della classe 1^a CHE, in collaborazione con gli insegnanti di italiano, arte, musica e scienze, hanno riflettuto sull'importanza di noi alberi sul pianeta terra e hanno realizzato questo e-book per presentare al pubblico il loro lavoro.

Portocannone, Piazza Giorgio Castriota Skanderbeg

Portocannone, Strada Provinciale Adriatica

Buon giorno ragazzi, mi voglio presentare: sono il vostro amico PINO sotto cui vi riparate dal sole nelle tue lunghe e calde passeggiate estive (e non solo… sai quante volte vi ho visto camminare, giocare, litigare e fare pace sotto di me!). Sono una bellissima pianta, che spesso trascurate e a cui sembrate indifferenti ma verso la quale dovreste porre tante attenzioni (qualche piccola carezza me la potreste dare ogni tanto… anche io sono un essere vivente, con la mia particolare sensibilità, che ha bisogno di dimostrazioni di affetto, mica sono insensibile come il sasso che invece non è un vivente!) perché oltre ad essere bello e profumato (sono un po' vanitoso e ci tengo a sottolineare che sono bello e odoroso), vi sono anche molto utile e ti racconto perché… Io sono una pianta, cioè un essere vivente pluricellulare eucariote, perché composto da più cellule con il nucleo, al contrario, ad esempio, di un batterio che è formato da un'unica cellula senza nucleo (unicellulare procariote).

Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Se passa un uccellino stanco di troppo volo si ferma in cima a un albero e non si sente più solo. In cima ad una quercia lo senti canticchiare nelle notti di agosto coi grilli e le&nbsp; zanzare. Lo senti canticchiare nelle notti di agosto coi grilli e le&nbsp; zanzare. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Ombra per riposare e fresco per l’estate son la scenografia del regno&nbsp; delle fate, c’è un albero piantato in mezzo al mio giardino. Il suo nome è&nbsp; Giuseppe, si fa chiamare Pino. Il suo nome è&nbsp; Giuseppe, si fa chiamare Pino. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura. Salire in cima agli alberi magnifica avventura mele, ciliegie e datteri: tutta frutta matura.

Sulla mia pianta potete trovare contemporaneamente sia fiori maschili che femminili (sono monoica). I fiori maschili sono riuniti in amenti (infiorescenze con l’asse allungato) penduli, cilindrici e pubescenti di colore giallastro, lunghi dai 5 ai 7 cm e sono portati alla base dei rami dell’anno.

LO CHIEDEREMO AGLI ALBERI DI SIMONE CRISTICCHI

Lo chiederemo agli alberi come restare immobili, fra temporali e fulmini invincibili. Risponderanno gli alberi che le radici sono qui e i loro rami danzano all’unisono verso&nbsp; un cielo blu. Se d’autunno le foglie cadono e d’inverno i germogli gelano come sempre la primavera arriverà. Se un dolore ti sembra inutile e non riesci a fermar le lacrime già domani un bacio di sole le asciugherà. Lo chiederò alle allodole, come restare umile se la ricchezza&nbsp;è vivere con due briciole, forse poco più. Rispondono le allodole noi siamo nate libere. Cantando in pace ed armonia questa melodia. Per gioire di questo incanto senza desiderare tanto, solo quello che abbiamo ci basterà. Ed accorgersi, in un momento, di essere parte dell’immenso, di un disegno molto più grande della realtà, lo chiederemo agli alberi. Lo chiederemo agli alberi.

LETTURE DI RIFLESSIONE PER UN MONDO PIù VERDE...

Il mio apparato radicale è robusto, fittonante, già sviluppato dai primi anni di vita e può penetrare per diversi metri nel terreno per cui conferisce particolare resistenza alle frane. Sono per questo molto resistente alla siccità (vado a trovare l’acqua in profondità), ma ho anche, di conseguenza, problemi di trapianto, per cui non riesco ad essere spostato facilmente. Il mio legno è duro, compatto e pesante, difficile da lavorare e da stagionare. È utilizzato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone vegetale. Vengo piantato anche perché sono un buon frangivento e proteggo quindi zone particolarmente esposte dall’eccessiva azione del vento. Infine, vi voglio elencare le mie più importanti caratteristiche di cui vado molto fiero: lunga vita, perseveranza, dignità, maestosità e forza. 

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