La storia d'Africa

Orange polka dot border

Ma i nostri eroi non volevano perdere tempo. Il cervellone pensò di formare una piccola classe di scolari: studiavano per diventare bravi come lui e da grande, imparare a non sprecare le risorse della natura. Due decenni dopo, il piccolo villaggio era di nuovo in mezzo agli alberi e gli uragani non provocavano più danni. I bambini di una volta erano diventati degli adulti: c'erano dottori, ingegneri, costruttori, agronomi, infermieri, maestri e professori. Tutti avevano cibo a sufficienza e soprattutto tutti collaboravano per proteggere il loro ambiente.

I due ragazzini però non si scoraggiarono. Uno costruì una pompa che ripuliva l’acqua dal petrolio riversato nel fiume, nel frattempo l’altro salvava i pesci prima che morissero: invece di rubarli, però, li metteva nell'acqua pulita e li faceva pescare a tutti. D’accordo erano poveri, ma si davano un gran da fare.

Durante questa discussione arrivò in classe una brutta notizia. Uno di loro, Kaseshi, raccontò che nel villaggio in Africa dove ancora abita e lavora il suo papà, tra la foresta e la Savana, un uragano aveva distrutto tutte le abitazioni e inondato i campi coltivati. Così ora gli abitanti non avevano più un posto dove stare e si stavano spostando a piedi per molti chilometri in cerca di cibo, acqua e medicine. Tra loro c'erano due ragazzini amici: ….............uno furbo, un po' ladro, ma sempre ottimista e …............. l'altro “cervellone”e molto intelligente.

Un po' di tempo dopo arrivò una lettera laggiù nel villaggio: i compagni di classe di Kaseshi consigliavano tutti gli abitanti di procurarsi tanti tipi di semi per cominciare a piantare nuovi alberi. I due ragazzini........e …...... arrivarono alla città più vicina e dopo aver cercato in molti negozi, trovarono finalmente i semi che volevano: quelli di alberi da frutto. “ Catturate il gruppo di deforestatori emetteteli a piantare alberi! Voi magari, nel frattempo, giocate a pallone!

Gli altri abitanti del villaggio cominciarono ad aiutarli. I genitori li avevano pregati di andare a cercare del cibo e questi due avevano affrontato perfino un branco di leoni affamati. Che paura! Li avevano circondati e avevano ruggito in coro. Per fortuna alcuni ragazzi più grandi avevano raccolto alcune carcasse di animali morti annegati; così le bestie feroci calmarono la fame e non divorarono nessun essere umano.

Purtroppo gli uomini deforestatori durante gli ultimi anni avevano tagliato molti alberi perchè volevano ingrandire il villaggio : la foresta scompariva e anche gli animali feroci non avevano più un posto dove stare. Non capivano che così il villaggio avrebbe cessato di esistere; sarebbe diventato un ammasso di polvere e sabbia.

In una mattina di scuola a metà Novembre, in classe, un gruppo di scolari discuteva del fatto che in Africa fa molto caldo e non c’è acqua nemmeno per idratarsi o lavarsi. Gli scolari notavano che lì molti bambini riescono ugualmente a sopravvivere anche con poco cibo e poche cure. Non è come da noi che ci alziamo la mattina e diciamo: “ Ah! Oggi ho voglia di carne”. In quelle zone spesso devono pregare e sudare per mangiare.

Name

Safari may block some audio or video from playing automatically and ‘read to me’ will skip these. You can configure this in Safari’s preferences.