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Cantico delle Creature Ieri e Oggi

by Asia Stranieri

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CANTICO DELLE CREATURE
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IERI e OGGI
SAN FRANCESCO D'ASSISI
La vita
Francesco d'Assisi nasce ad Assisi nel1182 da una ricca famiglia di mercanti.
Terminati gli studi per la sua grande passione, la letteratura, aiuta il padre con la sua attività commerciale e combatte nella guerra fra Assisi e Perugia, ma, in seguito ad un infortunio, è costretto ad abbandonarla.
Intorno al 1205 vive un'intensa crisi spirituale che lo porta ad abbandonare tutto ciò che aveva, compresa la sua famiglia e tutte le sue ricchezze, per dedicarsi ai poveri e agli ammalati.
Nel 1208 inizia a predicare il Vangelo con i suoi pochi seguaci e, nel 1210 fonda l'ordine dei Frati Minori, confermato ufficialmente nel 1223 da Papa Onorio III.
La regola dell'ordine prevedeva che i francescani dovevano abbandonare tutto e vivere in elemosina.
Essi potevano possedere soltanto: due tonache, una con cappuccio e un senza, ai piedi indossavano dei sandali (solo in casi estremi) e non potevano andare a cavallo (se non costretti da necessità particolari).
Dopo aver creato diverse comunità francescane, Francesco trascorse gli ultimi anni della sua vita in conventi vicino ad Assisi, a causa della sua malattia e della sua cecità.
Poco prima della sua morte compone ''IL CANTICO DELLE CREATURE", scritto in volgare umbro e costituisce il primo esempio di poesia religiosa in lingua italiana.
Francesco d'Assisi muore nel 1226.
IL CANTICO DELLE
CREATURE
Il Cantico delle Creature è una delle più famose poesie religiose della letteratura italiana.
É stata composta nel 1224 da Francesco d'Assisi.
Il Cantico è una preghiera, un inno di ringraziamento a Dio per la sua opera di creazione del mondo, sia per la bellezza e l'utilità di tutte le creature, sia per le sofferenze, le malattie e la morte.
É stato scritto in volgare, ovvero nella lingua popolare dell'epoca e non in latino perché il messaggio e l'invito dell'autore a lodare e ringraziare Dio potesse essere rivolto a tutti gli uomini.
Le prime strofe celebrano la grandezza e la potenza di Dio e lo lodano per aver creato il sole, l'acqua, il fuoco, il vento e le stelle.
Poi San Francesco passa ad elogiare Dio per aver creato l'uomo e, a questo punto, il cantico diventa più drammatico.
La strofa conclusiva introduce il tema della morte.
Gli ultimi due versi sono rivolti non più a Dio ma a tutti i fedeli che vengono incitati a lodare e servire il Signore.

Fonte: scuola.repubblica.it
Cantico delle creature in volgare umbro
Cantico delle Creature
in volgare umbro
Altissimu, onnipotente, bon Signore,
tue so’ le laude, la gloria e l’honore et onne benedictione.
Ad te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature,
spetialmente messor lo frate sole,
lo qual’è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle:
in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
Laudato si’, mi’ Signore, per quelli ke perdonano per lo tuo amore
et sostengo infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke ’l sosterrano in pace,
ka da te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a·cquelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no ’l farrà male.
Laudate e benedicete mi’ Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.
Il cantico delle creature - ieri e oggi
Altissimo, onnipotente buon Signore , tue sono le lodi, la gloria e l’onore e ogni benedizione. A te solo, Altissimo, si attribuiscono e nessun uomo è degno (neppure) di nominarti.
Tu sia lodato, o Signore, insieme a tutte le tue creature, specialmente per il signor fratello sole, il quale è luce del giorno e Tu ci illumini per mezzo suo. Ed egli è bello e radioso con grande splendore: di te, o Altissimo, è l’espressione.
bello

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radioso


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splendente



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