Sport e campioni di vita

DIETA EQUILIBRATA E FABBISOGNO CALORICO Una dieta equilibrata deve prevedere: -tra il 60% e il 65% di carboidrati&nbsp; -tra il 25% e il 30% di grassi -tra il 10% e il 15% di proteine A tutto ciò vanno aggiunti anche acqua e sali minerali. Non esiste un alimento PERFETTO che contenga tutti i principi nutritivi, ma facendo scelte alimentari e imparando ad abbinare diversi alimenti si può trovare il giusto equilibrio. È importante la diversità degli alimenti anche perché, la monotonia, può portare alla perdita del piacere di mangiare e del gusto. Alcune regole: • TANTI PASTI = durante la giornata si dovrebbero assumere cinque pasti; COLAZIONE, PRANZO, CENA E DUE SPUNTINI. • LE CALORIE = forma di energia. Ogni cibo può essere categorizzato in base alle calorie che contiene e quindi fornisce al nostro corpo. • IL FABBISOGNO ENERGETICO = Ogni persona ha il proprio fabbisogno energetico. Esso varia a seconda del sesso, dell'età, del peso e del tipo di attività praticata. La quantità di kcal che assorbiamo con l'alimentazione dovrebbe corrispondere a ciò che si "consuma" durante la giornata, infatti ci dovrebbe essere un buon equilibrio tra ENTRATE e USCITE.

6. GLI ALTRI UFFICIALI DI GARA Altri ufficiali possono essere designati per una gara:&nbsp; - due assistenti - un quarto ufficiale - due arbitri addizionali - un assistente di riserva - un VAR - Video Assistant Referee - e almeno un AVAR – Assistant VAR. Coadiuveranno l’arbitro nel dirigere la gara in conformità con le Regole del Gioco, ma la decisione finale sarà sempre assunta dall’arbitro.

7. LA DURATA DELLA GARA La durata di una partita è di 90 minuti divisi in due: (45 minuti e 45 minuti i cosiddetti 1°e 2° tempo).

Questa evoluzione del mezzo ha quindi favorito la nascita di gare ciclistiche, a partire dalla prima che si svolse a Parigi nel 1868. Seguirono gare su distanze maggiori: la Parigi-Ruen e la Parigi Roubaix di 250 km, una parte dei quali sul fondo accidentato chiamato pavé (formato da cubi di porfido). Vennero poi organizzati i giri a tappe divenuti poi famosi: il Tour de France nel 1903 e il Giro d’Italia nel 1909. La nascita dei giri nazionali rappresenta anche l’inizio del ciclismo moderno il quale ha avuto il merito di promuovere i rapporti tra popoli e nazioni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale&nbsp;

GLI AVANTI (sono otto): Terzo centro o numero 8: porta avanti la spinta della mischia e deve portare avanti il pallone con la percussione sulla difesa avversaria. Terze linee: portano i numeri 6 e 7. Sono i primi a staccarsi dalla mischia chiusa non appena esce la palla, devono essere abili sia nel gioco aperto insieme ai trequarti che nei punti di incontro ed essere degli ottimi placcatori.&nbsp; Seconda linea: alti e potenti, hanno il compito di direzionare e dare forza alla spinta della mischia chiusa e di prendere la palla in touch. Portano i numeri 4 e 5. Tallonatore: deve tallonare all'indietro il pallone in mischia chiusa; diventa una terza linea aggiunta nel gioco aperto, è un uomo che deve correre in attacco e in difesa. Pilone: in campo ci sono due piloni, il pilone sinistro e il pilone destro ed indossano rispettivamente la maglia numero 1 e 3. Costituiscono la prima linea, sono in genere i giocatori più grossi e si occupano di sfondare la difesa avversaria.&nbsp;

LA STORIA DELLA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO

La Federazione Italiana del Football&nbsp;nacque nel 1898, quando il calcio in Italia era ancora a un livello pionieristico. Il primo tentativo di dar vita a una selezione italiana fu effettuato già nel 1899 quando la FIF selezionò undici giocatori che giocavano nel campionato italiano, di cui solo tre italiani, per giocare il 30 aprile un incontro amichevole a&nbsp;Torino&nbsp;contro una rappresentativa svizzera che si impose per due reti a zero.&nbsp; In quell'occasione la rappresentativa italiana indossò una divisa biancoblù che era in effetti quella di gioco del&nbsp;Genoa.&nbsp; I giocatori selezionati per quell'incontro furono&nbsp;Beaton,&nbsp;Bosio,&nbsp;Dobbie,&nbsp;Kilpin,&nbsp;Savage&nbsp;e&nbsp;Albert Weber&nbsp;dell'Internazionale Torino&nbsp;e&nbsp;Agar,&nbsp;De Galleani,&nbsp;Leaver,&nbsp;Pasteur&nbsp;e&nbsp;Spensley&nbsp;del&nbsp;Genoa.&nbsp; Il 13 gennaio 1910 nasce la Nazionale italiana, per merito del presidente della Federazione Italia Giuoco Calcio (dall'anno prima nuovo nome della FIF)&nbsp;Luigi Bosisio. In mancanza di allenatori veri e propri ed essendo gli arbitri i più esperti, tra gli addetti ai lavori, sul tasso tecnico dei diversi giocatori che militavano in Prima Categoria (l'odierna Serie A), la FIGC incaricò la Commissione Tecnica Arbitrale di scegliere i giocatori che avrebbero giocato in Nazionale per le prime partite.&nbsp;La commissione tecnica, formata da&nbsp;Umberto Meazza,&nbsp;Alberto Crivelli,&nbsp;Agostino Recalcati,&nbsp;Giuseppe Gama e&nbsp;Giannino Camperio, designò&nbsp;Umberto Meazza come allenatore.

Nato il 19 dicembre 1950 a Santa Caterina Valfurva,&nbsp;Tino Pietrogiovanna è uno specialista di slalom gigante e speciale. Nel massimo circuito internazionale ottiene il primo piazzamento di rilievo nel 1972 a Madonna di Campiglio&nbsp;(6º). Complessivamente conquista dieci piazzamenti nei primi dieci e due podi, entrambi terzi posti. Il 7 gennaio 1974 si classifica 5° nello slalom gigante di Berchtesgaden, preceduto dai connazionali&nbsp;della Valanga Azzurra. Dopo il ritiro dalle gare diventa allenatore&nbsp;del Comitato Alpi Centrali - settore maschile (1978-1982) e della squadra A maschile di slalom e gigante della nazionale italiana, seguendo anche Alberto Tomba. Successivamente allena Debora Compagnoni. Dal 1999 al 2005 è direttore tecnico della squadra A femminile.

ANNI ’60 Negli anni ’60 Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano e Grosio sono gli unici paesi della Provincia di Sondrio ad avere un campo da calcio e le loro squadre sono le uniche iscritte alla Federazione Italiana Gioco Calcio. Nel 1960 è inaugurato in località La Castellina, all’ingresso di Sondrio, il nuovo stadio polifunzionale di proprietà della sezione locale del CONI, il primo in provincia con pista di atletica e pedane. La società Sondrio Calcio S.r.l. può così lasciare il vecchio campo di piazzale Valgoi. Sondrio, Morbegno, Chiavenna, Tirano e Grosio partecipano in questi anni a tornei nelle divisioni dilettantistiche a carattere regionale e interregionale, arrivando con la maggior società calcistica della provincia, il Sondrio Calcio S.r.l., alla serie D. Nei primi anni ‘60 i biancazzurri, infatti, conquistano il terzo posto in Serie D. Anche il Morbegno nel 1964 raggiunge un ottimo quinto posto in Prima Categoria. Nel 1966 il Chiavenna vince il suo campionato e passa in Prima Categoria dove ritrova il Morbegno e il Sondrio, retrocesso.&nbsp; Tra i calciatori della provincia che in questo decennio si distinguono per qualità si ricordano: - il morbegnese Orazio Rancati che vive un’esperienza indimenticabile nell’Inter; - l’attaccante Fusé che con le sue 14 reti trascina il Sondrio Calcio Srl all’apice del torneo semiprofessionistico; - il centravanti ardennese Innocenti, che spiccherà il volo verso un buon avvenire professionistico in squadre come il Lecco, Milan e Perugia; - Aldo Livraghi che verso la metà anni 60 è arrivato alla serie B, nel Varese, per poi essere protagonista in C e nelle categorie minori. Tra gli allenatori più accreditati sulle panchine delle maggiori squadre valtellinesi si distinguono Franzosi e Nascimbeni. Per quanto riguarda la sottosezione AIA degli arbitri di Sondrio, nel 1962 la guida della sezione passa da Marino Fabani a Cesidio Lombardi, già presidente del CONI della provincia di Sondrio. Nel 1966 a Lombardi si avvicenda Luigi Fantò.

Nato ad Albosaggia il 15 novembre 1969, Graziano Boscacci cresce sportivamente nella Polisportiva Albosaggia. È un atleta della nazionale italiana di sci alpinismo. Ecco come sui giornali è stata data notizia della sua più grande vittoria, nel 2002: Il 25 gennaio in Francia, a Serre Chevalier, Graziano Boscacci insieme al compagno di squadra Ivan Murada si laurea campione del mondo di sci alpinismo, titolo messo in palio quest’anno per la prima volta, dominando incontrastato la 17^ edizione della Pierra Menta, la più faticosa (4 giorni di gara consecutivi) e spettacolare competizione di sci alpinismo d’Europa. Per questa e per le altre sue vittorie possiamo considerare Graziano Boscacci come un campione che ha fatto la storia dello sci alpinismo, portando la Valtellina al massimo livello in uno sport che proprio in quegli anni aveva iniziato a disputare gare di livello mondiale.

Guarda il video per capire cosa significa gareggiare nello sci alpinismo.

LA GRANDE COURSE 2021-2022

Ilario Pegorari nasce il 9 gennaio 1949 a Caspoggio, in Valmalenco.&nbsp; E’ uno specialista di slalom speciale; fa il suo esordio in Coppa del Mondo nella stagione 1969-70 e nella Coppa Europa l’anno successivo.&nbsp; Nella stessa competizione Pegorari si piazza al 2^ posto nello slalom speciale e gigante, 3^ nella discesa libera. Nella stagione seguente, sempre in Coppa del Mondo, arriva 2^ nello slalom speciale dietro al compagno di squadra Gustav Thöni. Nello slalom speciale svizzero di Wengen consegue il suo ultimo risultato di rilievo in carriera.&nbsp;&nbsp; Dopo essersi ritirato, diventa allenatore della squadra nazionale azzurra. Mentre si trova in Nuova Zelanda, il 17 agosto 1982, muore in un incidente d’auto all’età di 33 anni. L’atleta è ricordato per essere stato un campione della Valanga Azzurra.&nbsp;

Considerata la disciplina regina dello sci alpino per la sua spettacolarità, nonché la più veloce, la discesa libera è anche quella che richiede agli atleti un fisico massiccio, doti di coraggio, esplosività, coordinazione, equilibrio e scivolamento sui tratti meno tecnici e impegnativi. I rischi fisici sono molto alti. Per la discesa si usano sci molti lunghi e le bacchette sono curve.

Si tratta di una gara in cui gli sciatori sono tenuti a passare attraverso una serie di porte disposte sul tracciato, come negli slalom. Si possono raggiunge oltre i 120 km/h e si scia sulle stesse piste della discesa libera.&nbsp;&nbsp;

Consiste nel seguire uno specifico percorso in discesa, cercando di passare attraverso dei pali molto ravvicinati, nel minor tempo possibile. I pali sono costruiti con un materiale speciale molto flessibile in modo che l’atleta possa tracciare una buona traiettoria al momento dell’impatto e il bastone vada a colpire i parastinchi (apposite protezioni).

Nella breve tappa Bolzano-Bormio del Giro del 1953 fu&nbsp;inserito per la prima volta il Passo dello Stelvio (con un'altezza di quasi tremila metri).&nbsp; Questa tappa fu corta proprio perché lo Stelvio è molto impegnativo da superare e i protagonisti del memorabile evento furono Fausto Coppi e Hugo Koblet. La sera prima della sfida, mentre i due atleti preparavano le loro strategie, Coppi dubitava sull'attacco all'avversario ma, alla fine, decise per la fuga in solitaria. Così facendo arrivò a Bormio trionfante, con un grande stacco su tutti.

RAIMONDO VAIRETTI Nato a Talamona nel 1965, Vairetti è stato un corridore dalle grandissime potenzialità, che però non si sono espresse in modo pieno nel mondo del professionismo.&nbsp; Il suo esordio avvenne, a metà Anni Ottanta, nella squadra “Carrera”, allora una delle più importanti, a fianco di campioni come Visentini, Ghirotto, Roche e Chiappucci. Nel corso degli anni ottenne alcune importanti vittorie in corse di livello nazionale e si distinse come “passista scalatore”, ossia atleta capace di affrontare percorsi misti.&nbsp; Il “Vairo” si ritirò dal ciclismo su strada nel 1992.&nbsp;

Alcuni anni fa le donne erano escluse e messe da parte, mentre il fatto che ora una donna possa entrare e vincere nel mondo dello sport è una cosa magnifica (come fu per la grande Ondina Valla!). E’ giusto permettere a tutti di praticare sport, perché tutti hanno delle capacità ma ognuno in qualcosa di diverso. Pensiamo che tutti debbano avere la propria possibilità di esprimersi (in questo caso attraverso lo sport): le donne sono finalmente riuscite ad ottenerla, ma ci sono persone che non l’hanno ancora raggiunta, magari per motivi economici o sociali.&nbsp; Siamo stati molto contenti di scoprire che in questo ambito le donne “si fanno valere” e pensiamo che ciò sia un esempio per tutti noi.

Lo SCI DI FONDO appartiene al gruppo di sport dello sci nordico. La tecnica è di due tipi: a PASSO ALTERNATO oppure PATTINATO. Gli sci hanno una larghezza standard di circa 4-5 cm, sono privi di lamine e si attaccano agli appositi scarponcini che vengono fissati solo in punta, lasciando il tallone libero di muoversi in sollevamento. Nello SCI DA SALTO gli atleti scivolano lungo una rampa dalla quale si staccano poi in volo, con l’obiettivo di atterrare alla distanza maggiore possibile. Questa disciplina fu inventata verso la metà dell’Ottocento ed è molto spettacolare da vedere anche se pericolosa. Lo SNOWBOARD è uno sport relativamente giovane, nato tra il 1960 e il 1970 negli Stati Uniti dall'incrocio di skate, surf e ski. Si tratta in realtà di fare surf scendendo sulla neve avendo&nbsp;una tavola assicurata ai piedi da un sistema flessibile, ma vincolante. Esistono numerosi e diversi stili nello snowboard: si va dalla classica discesa in cui vince chi ferma per primo il cronometro, al freestyle in cui si utilizzano le caratteristiche fisiche del terreno per eseguire una serie di trucchi aerei.

FRANCESCO GAVAZZI Nato nel 1984 a Morbegno, Francesco Gavazzi ha ottenuto prestigiose vittorie, come quella nel Trittico lombardo 2010 e in una tappa della Vuelta 2011.&nbsp; Grazie a questi successi il forte atleta valtellinese ha avuto l’onore di indossare la maglia azzurra ai Campionati mondiali di ciclismo del 2010 e 2011.&nbsp;

Segnaliamo poi che i due fratelli malenchi Nicola e Andrea Bagioli sono due professionisti promettenti, da cui i tifosi valtellinesi attendono tante soddisfazioni!

Il ciclismo femminile è quasi una novità nel mondo dello sport. Anche se più sottovalutato, il ciclismo "rosa" non è da meno rispetto a quello maschile: alcune gare ciclistiche femminili sono quasi più emozionanti dei giri maschili. Ne è un esempio la prestazione dell'olandese Annemiek Van Vleuten, la ragazza che ha vinto la cronoscalata della Valmalenco, che è riuscita a fare quindici chilometri della salita Lanzada-Campo Moro soltanto in quarantasei minuti.

Anche in America lo sci si sviluppò nel XIX secolo, sulle montagne della California e in Minnesota, prima per un uso pratico, come ad esempio per trasportare la posta, poi come sport. L’uso degli sci si diffuse nello stesso periodo anche in Nuova Zelanda e sulle Ande per muoversi con agilità lungo percorsi innevati. Il norvegese Nansen nel 1888 compì&nbsp;la traversata della Groenlandia da est a ovest con gli sci in soli 39 giorni. Nel 1893 cercò poi di arrivare al Polo Nord; la sua impresa durò ben tre anni e, anche se non riuscì a raggiungere la meta, al suo ritorno pubblicò un libro, contribuendo alla conoscenza degli sci in tutta Europa. Sulle Alpi questi mezzi fecero la loro prima comparsa solo intorno al 1890, in Germania, nella Foresta Nera, dove venne fondato anche uno sci-club. Nel 1893 fu organizzata la prima gara di sci in assoluto sulle Alpi, in Austria, con la partecipazione&nbsp;anche di ragazzi e bambini. In quegli anni si compirono anche le prime traversate alpine, con il raggiungimento delle più alte cime. In Italia lo sci si diffuse a partire dal 1900.&nbsp; Anche in Valtellina l’uso degli sci sembra risalire proprio al 1900, anno in cui il CAI cominciò a noleggiarli ai propri soci per fare escursioni. Nel 1911 il Touring Club Italiano organizzò a Madesimo delle gare di sci, che diedero il via al turismo invernale in Valtellina.

STORIA DEL CICLISMO ED EVOLUZIONE DELLA BICICLETTA

La Storia del ciclismo, come disciplina sportiva, si intreccia con l’evoluzione della bicicletta come mezzo di locomozione.

Una prima idea di bicicletta fu ‘pensata’ da Leonardo Da Vinci ma il primo prototipo in senso moderno fu ideato in Germania nel 1818: da esso nacque il modello chiamato ‘Draisina’.&nbsp;

I PRIMI FALLIMENTI La difficile ricostruzione che interessò il movimento calcistico nazionale riversò i propri effetti già sui&nbsp;Mondiali 1950, cui gli Azzurri si presentarono tra l'altro da campioni in carica per via del titolo conquistato in Francia nel 1938.&nbsp; Nel timore di nuovi incidenti aerei, dopo la tragedia di Superga, la squadra si recò in&nbsp;Brasile&nbsp;con la nave, ma, durante la traversata, non poté svolgere un'adeguata preparazione.&nbsp; Sconfitta di misura dalla&nbsp;Svezia&nbsp;nel primo incontro, non superò la fase a gironi malgrado la successiva vittoria sul&nbsp;Paraguay. Gli ulteriori fallimenti cui la squadra andò incontro - con l'eliminazione alle&nbsp;Olimpiadi di Helsinki&nbsp;e il penultimo posto in&nbsp;Coppa Internazionale&nbsp;-&nbsp;indussero la FIGC a istituire un comitato del quale facevano parte, tra gli altri,&nbsp;Lajos Czeizler&nbsp;e l'ex campione mondiale&nbsp;Angelo Schiavio: venne quindi creata una formazione giovanile riservata ad atleti d'età inferiore ai 22 anni, con una divisa da gioco verde, che nelle intenzioni avrebbe rappresentato un serbatoio da cui attingere per la consorella maggiore.&nbsp;Benché passato alla storia col nome di&nbsp;Primavera, il contingente giovanile non fornì un contributo significativo all'undici principale: ammessa ai&nbsp;Mondiali 1954&nbsp;dopo aver eliminato l'Egitto, la selezione uscì al primo turno perdendo due volte contro la Svizzera. Nel 1958 L’Italia non riuscì a qualificarsi per il mondiale a causa della sconfitta con i britannici di 2-1 quando sarebbe servito solo un pareggio.

I VALORI SPORTIVI

Sentirsi parte di una squadra, di qualcosa di più grande con cui condividere la stessa passione per uno sport…stare con gli altri. Gusti, preferenze, provenienze non sono più importanti, quello che conta è l'impegno condiviso per raggiungere un obiettivo comune.&nbsp;La fatica il sudore ci rendono uguali, ognuno con le proprie capacità e debolezze!&nbsp;Sentirsi parte di un gruppo in cui tutti possono trovare il proprio posto.

L'impegno nello sport è fondamentale perché permette di raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato, qualunque sia l’attività sportiva che pratichi.&nbsp;Gli ostacoli che incontri durante il percorso, gli errori, ti permettono di capire dove hai sbagliato e ti fanno fare del tuo meglio. Soprattutto se praticato da bambini, lo sport insegna a crescere con il rispetto di valori importanti anche nella vita. 

Gli sportivi devono attenersi ad una rigorosa disciplina per quanto riguarda la dieta, gli allenamenti, l'impegno e il rispetto degli altri. 

Successivamente in Scozia fu realizzato un tipo di bicicletta più funzionale. Da quel momento si susseguirono altri modelli sempre più maneggevoli, favorendo così la diffusione del ciclismo come attività sportiva (soprattutto in Francia e Italia).&nbsp;

Preparati a vincere.&nbsp;Ogni volta che scendi in campo dovrai farlo&nbsp;pensando di uscire soddisfatto di te stesso. Dai tutto sul campo.&nbsp;Quando competi non risparmiarti: tutta la tua energia, il tuo cuore, l'anima e il&nbsp;fuoco della competizione dovranno esplodere durante la partita.&nbsp;&nbsp; Vinci con grazia e perdi con classe.&nbsp;Se vinci, non dar troppo peso all'accaduto, è&nbsp;normale festeggiare, ma fai i&nbsp;complimenti al tuo avversario e riconosci i suoi&nbsp;meriti. Se perdi, ti sentirai frustrato e infastidito. Impara dalle sconfitte e&nbsp;usale&nbsp;per trovare le motivazioni per migliorare.

Tra tutte le tappe che abbiamo analizzato durante il nostro percorso interdisciplinare dedicato al ciclismo, quelle più interessanti sono state principalmente tre: la Trento-Sondrio del 1939, la&nbsp;Bolzano-Bormio del 1953 e la Merano-Aprica del 1994.&nbsp; Nel Giro d'Italia del 1939 fu inserito un traguardo anche a Sondrio. In questa tappa l’invincibile Gino Bartali si trovò in difficoltà perché, a metà del percorso in salita del Tonale, fu vittima di una foratura che lo costrinse a scendere dalla bicicletta. Come se non fosse abbastanza il cielo di quella giornata non era affatto dei migliori visto che sul Tonale addirittura nevicava! A causa di tutto ciò l’avversario Valetti riuscì ad oltrepassare il traguardo per primo, aggiudicandosi anche la vittoria finale del Giro.

IL MONDIALE MANCATO Il primo e unico banco di prova per Ventura fu la fase eliminatoria di qualificazione per il&nbsp;campionato del mondo 2018, in cui la Spagna era testa di serie.&nbsp; Gli iberici costrinsero l'Italia al pari a Torino, rimanendo avanti in classifica per la differenza-gol.&nbsp; L'Italia terminò il 2016 al 16º posto nel ranking FIFA, peggior piazzamento di sempre in chiusura di anno solare.&nbsp; La sconfitta per 3-0 a Madrid contro gli iberici del settembre 2017 indirizzò di fatto gli azzurri verso i play-off, interrompendo contestualmente un'imbattibilità degli Italiani nelle qualificazioni mondiali cominciata nel 2004.&nbsp;Concludendo il girone al secondo posto, gli Azzurri furono abbinati alla Svezia per lo spareggio.&nbsp;All'andata, a&nbsp;Stoccolma, una rete di&nbsp;Johansson&nbsp;(propiziata dal tocco di De Rossi) consegnò la vittoria agli scandinavi.&nbsp;Nel ritorno, a San Siro, un pareggio senza gol comportò, per la prima volta in 60 anni, la clamorosa esclusione dal torneo.&nbsp;A seguito del fallimento, Ventura fu esonerato&nbsp;da Tavecchio che, a sua volta, di lì a breve si dimise.&nbsp;La doppia sfida rappresentò, inoltre, il canto del cigno per Buffon: l'estremo difensore pose fine alla carriera in azzurro dopo un ventennio, segnalandosi per il primato europeo di presenze.&nbsp;

9 . IL PALLONE IN GIOCO E NON IN GIOCO PALLONE NON IN GIOCO&nbsp; Il pallone non è in gioco quando:&nbsp; - ha interamente oltrepassato una linea di porta o una linea laterale, sia a terra sia in aria; - il gioco è stato interrotto dall’arbitro;&nbsp; - tocca un ufficiale di gara, rimane sul terreno di gioco e una squadra inizia un attacco promettente o&nbsp;il pallone entra direttamente in porta o&nbsp;cambia la squadra in possesso del pallone. In tutti questi casi, il gioco verrà ripreso con una rimessa dell’arbitro. PALLONE IN GIOCO Il pallone è in gioco in tutti gli altri casi, compreso quando rimbalza su un ufficiale di gara, un palo della porta, la traversa o una bandierina d’angolo, senza e dal terreno di gioco.

COME SONO FATTI GLI SCI? COME SI SONO EVOLUTI I MATERIALI?

In 50 anni si è passati da sci lunghissimi, di legno di hickory o di frassino, con soletta verniciata, scanalatura centrale, spigoli in acciaio in più pezzi, viti visibili e attacchi formati da semplici ganasce e tiranti di acciaio a leva per gli scarponi, a sci dell'attuale generazione tecnologicamente più avanzata: compatti, costruiti assemblando&nbsp;a sandwich&nbsp;materiali compositi diversi: legno, fibra di vetro, resine, duralluminio, policarbonato, titanio, kevlar ed altri, con lamine intere ricoperte dalla soletta e con attacchi di sicurezza. Parallelamente, la lunghezza media degli sci è molto diminuita nel tempo: 50 anni fa era pari all'altezza dello sciatore più il braccio alzato; ora è inferiore alla sua statura per gli sci da discesa, o poco superiore per quelli da fondo. Si presta molta attenzione anche alla riduzione dell'attrito, ricorrendo all'utilizzo della sciolina, realizzando il fondo dello sci in grafite e incidendolo con dei piccolissimi segni atti allo scorrimento delle gocce d'acqua che si creano fra la neve e lo sci stesso. Le viti che inizialmente univano la lamina allo sci sono state eliminate, per ovvi motivi di vantaggio in termini di scorrevolezza. Lo SCI CARVING (ovvero gli sci sciancrati) costituisce il passo decisivo di una lunga evoluzione in questo campo.

Includere vuol dire accettare chi ci sta vicino, farlo partecipe delle nostre attività e del nostro gruppo, non escluderlo, anche se non ci sembra particolarmente simpatico o capace.&nbsp; Tutti noi, se accettati e ben voluti, sappiamo dare il meglio di noi stessi… Questo atteggiamento dovrebbe valere in ogni contesto, ma&nbsp; ha un significato particolare nell’attività sportiva. Lo sport è un momento in cui ognuno può sentirsi valorizzato e accolto. Il gioco di squadra, in particolare, ci fa capire che esistono diversi ruoli e che ognuno, nella sua unicità, è importante per ottenere un buon risultato: è dall’unione di queste diversità, infatti,&nbsp; che nasce&nbsp; il team vincente e questa è una regola che vale anche nella vita, in famiglia, nei rapporti con gli amici, a scuola e sul lavoro.&nbsp; Attraverso la pratica dello sport, soprattutto tra gli adolescenti,&nbsp; si può combattere maleducazione, arroganza e bullismo, educando al rispetto del prossimo e alla non violenza.&nbsp; Si diventa così degli adulti più socialmente responsabili e parte di una comunità inclusiva, capace di accogliere anche chi è più debole o “diverso”.

Elena Curtoni è una sciatrice alpina valtellinese, nata il 3 febbraio 1991 a Morbegno. Alta 1,73 m, 63 kg di peso, presenta un fisico da atleta naturale. Cresciuta sugli sci a partire dai due anni a Pescegallo (Valgerola), figlia di un papà allenatore, lo scorso anno nel mese di gennaio vince la sua prima medaglia d’oro in Coppa del Mondo, a Bansko, in Bulgaria, nella discesa libera, davanti ad altre due sciatrici italiane, Marta Bassino e Federica Brignone. E’ un'atleta che cura molto i particolari: nello sci i dettagli possono fare la differenza, soprattutto è essenziale calibrare la scelta del tipo di sci adeguato al meteo e al disegno della pista. Prima della medaglia d'oro Elena ha passato un periodo difficile dovuto ad alcuni infortuni. Col passare dei giorni ha cominciato a riprendere gli allenamenti gradualmente. Per superare gli ostacoli mentali della ripresa si è posta degli obiettivi a breve termine. Un passo dopo l'altro.&nbsp; Elena pensa che siano stati i due infortuni a fortificarla, per questo ritiene che nella vita in generale ogni problema vada affrontato scomponendolo in pezzi più piccoli.

La piramide alimentare è un promemoria che ci aiuta a capire come nutrirsi in modo sano ed equilibrato.&nbsp; LA PIRAMIDE ALIMENTARE MEDITERRANEA&nbsp; L’alimentazione è l’aspetto della cultura di un popolo. Ci sono diversi tipi di diete, la più vicina alla nostra cultura e alle tradizioni è quella mediterranea. Diversi studi dimostrano che è quella più sana e completa.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp; Si basa in particolare su alimenti di origine vegetale (frutta - verdura) che vengono consumati ad ogni pasto, meno presenti sono invece gli alimenti di origine animale (carne - pesce - latte etc.). Seguire la dieta mediterranea permette di evitare squilibri nell’alimentazione a causa della mancanza di certi cibi. Per avere una vita sana è consigliato inoltre: fare attività fisica con una certa frequenza e convivialità&nbsp;.

IL REGOLAMENTO DEL RUGBY

Il rugby è uno sport di squadra in cui l’obiettivo è fare più mete dell’altra squadra nell’arco della partita. Si usa un pallone di forma ovale e le squadre sono composte da quindici giocatori. Le dimensioni del campo sono al massimo di cento metri in lunghezza e settanta in larghezza, mentre le dimensioni minime sono di novantaquattro in lunghezza e sessantotto in larghezza. Le partite sono composte da due tempi di quaranta minuti e al quarantesimo è prevista una pausa di dieci minuti. Ogni squadra ha sette panchinari e altrettante possibilità di sostituzione. Fare meta significa schiacciare la palla nell’area di meta avversaria e questo ti fa guadagnare cinque punti. Nel rugby non è possibile passare il pallone in avanti ma solo alla tua sinistra o destra e all’indietro se fatto con le mani. Si può passare in avanti solo con i piedi. Se un giocatore passa il pallone in avanti con le mani viene fischiato il fuorigioco. L’arbitro può punire un’infrazione di gioco come un ostruzionismo o un gioco pericoloso con cartellino giallo (espulsione temporanea) o rosso (espulsione permanente).

E’ formata da 2 prove, una veloce, come per esempio la discesa libera, e una tecnica, come lo slalom speciale. La classifica viene stilata facendo la somma dei tempi delle due gare. La combinata viene introdotta nella Coppa del Mondo di sci nel 1974, anche se alle Olimpiadi si usava già dal 1936.

Anche lo slalom gigante è una delle discipline dello sci alpino. Si tratta di una gara in cui gli sciatori devono passare attraverso una serie di porte, alternate rosse e blu, disposte sul tracciato.&nbsp; Rispetto allo slalom speciale, questo è molto più veloce, poiché le curve sono più larghe, ma è meno veloce e più tecnico rispetto al supergigante. Il gigante è ritenuto la disciplina più completa dello sci alpino perché richiede tutte le abilità delle varie discipline.

L’alpinismo è una pratica dello sci che comprende la salita sulla montagna. Si può effettuare su ghiaccio, neve o percorsi misti. Questo stile di sciata viene utilizzato per la prima volta durante la Prima Guerra Mondiale soprattutto dagli Alpini, per muoversi più velocemente sulle vette.&nbsp; Dopo la guerra si continua a fare alpinismo per divertimento. Il primo club viene fondato in Inghilterra nel 1857.

IL CALCIO: può essere piazzato o di rimbalzo. Quello piazzato è eseguito a gioco fermo, quello di rimbalzo o drop si effettua durante il gioco.

IL PLACCAGGIO: serve per atterrare e bloccare il giocatore con la palla, può avvenire attraverso una presa a due mani sul bacino, sul tronco o sulle caviglie dell’avversario. Chi placca appoggia la testa contro il bacino dell’avversario per farlo cadere.

LA TOUCHE:&nbsp;è la rimessa laterale. I giocatori formano due file parallele perpendicolari alla linea di touche, il giocatore che rimette la palla in campo la lancia nel corridoio centrale e i giocatori devono cercare di impossessarsene.

LA MISCHIA ORDINATA:&nbsp;è un raggruppamento degli otto avanti che si affrontano per decidere il possesso palla dopo un’infrazione.

Oltre che con la meta si possono fare punti anche con: IL CALCIO DI TRASFORMAZIONE: 2 punti - si calcia subito dopo la meta, perpendicolarmente al punto in cui la palla è stata schiacciata a terra. La palla deve passare in mezzo ai pali sopra la traversa. META DI PUNIZIONE: 5 punti - viene assegnata, su decisione dell'arbitro, se la squadra che è in difesa commette un fallo senza il quale la meta sarebbe stata evidentemente segnata. PUNIZIONE: 3 punti - calcio da fermo assegnato dopo un fallo grave. La palla deve passare in mezzo ai pali, sopra la traversa. DROP: 3 punti - calcio di rimbalzo durante l'azione. Un giocatore, da qualsiasi posizione del campo, tira il pallone dopo averlo fatto rimbalzare, centrando i pali avversari. PORTA TECNICA: 3 punti - può essere assegnata dall'arbitro se il difensore tocca fallosamente il pallone impedendo una probabile segnatura.

La porta di rugby ha una forma ad H, è formata da due pali alti quattro metri ed una traversa a tre metri dal terreno.

I PRIMI SUCCESSI Con il calcio ormai divenuto un fattore di riferimento culturale per l'identità italiana&nbsp;la squadra colse soddisfazioni anche sul piano agonistico, aggiudicandosi la medaglia di bronzo alle&nbsp;Olimpiadi di Amsterdam del 1928. Dopo aver eliminato Francia e&nbsp;Spagna, gli Azzurri persero in semifinale con l'Uruguay&nbsp;terminando la manifestazione sul gradino più basso del podio per la netta vittoria (11-3) contro l'Egitto.&nbsp; Nel 1930 giunse invece il successo in&nbsp;Coppa Internazionale, torneo inaugurato nel 1927.

Inizialmente il palcoscenico è quello della C2 poi della C1. A 34 anni arriva la chiamata del Pescara e l’opportunità di tornare in B. In Abruzzo, allenato da Viscidi che lo aveva avuto alla Lodigiani, sfiora la promozione in A (‘98-’99) e diventa uno degli idoli della tifoseria tant’è che pochi anni fa, in un sondaggio, è stato votato come il miglior portiere nella storia del Pescara. Dopo un grave infortunio arriva l’addio e il passaggio per l’ultimo anno tra i professionisti con il Giulianova in C1 senza mai scendere in campo. Smesso di giocare Paolo ha intrapreso la carriera di allenatore dedicandosi soprattutto ai portieri e ai giovani, con Giulianova, Renato Curi Angolana, Città Sant’Angelo e Francavilla. Nel suo palmares ha un campionato di serie B, conquistato con l’ Atalanta, e due di C1, uno col Piacenza e l’altro con la Lodigiani.

1. Il terreno di gioco 2. Il pallone 3. I calciatori 4. L’equipaggiamento dei calciatori 5. L’arbitro 6. Gli altri ufficiali di gara 7. La durata della gara 8. L’inizio e la ripresa del gioco 9. Il pallone in gioco e non in gioco 10. L’esito di una gara 11. Fuorigioco 12. Falli e scorrettezze 13. I calci di punizione 14. Il calcio di rigore 15. La rimessa dalla linea laterale 16. Il calcio di rinvio 17. Il calcio d’angolo

C’è stato un momento in cui avete corso un grave pericolo? Graziano - E’ uno sport abbastanza pericoloso, ma in gara né a me né a lui sono mai capitate situazioni di pericolo, anche perché in gara corri in un ambiente protetto, la concentrazione è molto superiore e, qualsiasi cosa succeda, hai un’assistenza istantanea, quindi commetti molti meno errori rispetto a quelli che faresti in allenamento. Comunque qualche situazione di pericolo è capitata a me. Per esempio, è capitato di rimanere sotto una slavina con dei miei amici. Io sono rimasto fuori, mentre un mio amico è rimasto sotto e poi con i cani l’hanno trovato. E’ successo nel 2004 in Svizzera, è stato sotto un bel po’, però l’hanno trovato vivo: è stato ricoverato un paio di giorni, ma non ha avuto nessuna conseguenza. Sono esperienze da non provare, ma a volte in montagna succede anche questo. Come può capitare un incidente in macchina e sul lavoro. Non è così alta la percentuale di incidenti, anche se la notizia “è rimasto sotto una slavina” fa molta più impressione. Comunque non è che non sia pericoloso, assolutamente: bisogna fare attenzione, bisogna cercare di fare itinerari più sicuri. Penso che quando uno esce per allenarsi va in posti che sono più sicuri, perché sa che deve fare un allenamento, quindi deve avere una velocità superiore rispetto alla passeggiata, allora va dove sa che la pista è già tracciata e il percorso è più sicuro, più facile. Certo, come attività lo sci d’alpinismo non si può dire che non sia pericoloso. Lo sci alpinismo ha un impatto ambientale importante? Graziano - E’ un rapporto limite. Non è impattante, nel senso che non ci sono impianti di risalita, ma per la natura non è indifferente. Noi andiamo in un territorio in un periodo dell'anno dove ci sono tante specie animali che stanno soffrendo perché l’inverno per loro è difficile e passando tu scialpinista in posti dove c’è la neve bella - il bosco è bello! - disturbi determinati animali, come il gallo forcello, che deve fare un voletto per spostarsi, ma quel voletto o due al giorno per lui significa rischiare di morire. Anche i camosci stessi se li disturbi in un periodo dell’anno in cui c’è la neve alta rischiano. Insomma, l’impatto non è nullo. Però, se si crea un itinerario che viene battuto e si passa sempre da lì, gli animali si adeguano e cambiano zona. In Svizzera, ad esempio, ci sono zone per lo scialpinismo, ma anche per lo sci estivo, in cui tra gli impianti e il paese c’è il bosco che tu non puoi percorrere, ma puoi fare il tragitto solo in funivia perché ci sono gli animali. In altre zone non si può uscire dal sentiero per rispetto dei cervi e dei caprioli. In Italia questa cultura non c’è ancora. Grazie!!!

Intervista completa

LA NOSTRA INTERVISTA AI CAMPIONI GRAZIANO BOSCACCI E MICHELE BOSCACCI

Abbiamo intervistato Graziano e Michele Boscacci, padre e figlio, valtellinesi, “busacc” per la precisione, due grandi atleti dello sci alpinismo, anzi due campioni del mondo, vincitori di numerose competizioni, tra le quali i prestigiosi trofei Pierra Menta e Mezzalama. Proprio in questi giorni Michele ha vinto il trofeo Valtellina Orobie, il mondiale di casa nostra che si disputa sul Meriggio. In una società in cui si cerca sempre una strada in discesa, voi avete scelto una strada in salita. E’ una scelta solo sportiva o è un vostro insegnamento di vita? Graziano - Più che una strada in salita, è un piacere e un divertimento, oltre ad essere una passione e uno sport, quindi non la definirei una strada in salita. Fondamentalmente per noi è stata una strada in discesa perché è una cosa che ci piace, siamo appassionati di questo sport e lo facciamo non per voler emergere, ma proprio perché ci piace.&nbsp;

Abbiamo parlato dei valori sportivi, come già anticipato dalla professoressa: impegno, sacrificio, rispetto, disciplina, motivazione, collaborazione. In quali di questi vi rispecchiate maggiormente? Michele - Sicuramente il nostro è uno sport prettamente di fatica, quindi la determinazione e la motivazione devono essere all’ordine del giorno, perché senza quelle...Come diceva mio papà prima, è un po’ uno stile di vita più che un sacrificio, perché è la nostra passione e nel mio caso in particolar modo è diventato anche il mio lavoro, la mia professione. Sicuramente avere un lavoro che è il tuo divertimento ti avvantaggia e non poco, poi logicamente ci sono momenti belli e momenti brutti, come un po’ in tutto nella vita, però, se fai quello che ti piace a tempo pieno, è una cosa molto positiva e rassicurante.

La grande gara sul Meriggio

ORAZIO RANCATI Orazio Rancati è un ex allenatore di calcio ed ex calciatore, il suo ruolo è quello di centrocampista, Orazio Rancati nasce il 9 marzo 1940 e la sua età attuale è di 81 anni, è alto 1,70 cm. La sua nazionalità è italiana e il suo peso è di 63 kg. Orazio ha giocato per Inter, Reggiana, Triestina, Genoa, Asti, Parma, Civitanovese, Cesena, Imolese, Sondrio e nell'Italia olimpica. Invece come allenatore ha allenato il Sondrio.

La seconda riguarda il Giro del 1950 che, nella tappa Locarno-Brescia, passò in Viale Milano dove, al traguardo intermedio, vinse Serse Coppi, fratello di Fausto.&nbsp; Nella terza tappa abbiamo trattato le vicende del Giro del 1953 in cui, per la prima volta, fu inserito il mitico Passo dello Stelvio. Nella famosissima Bolzano-Bormio Coppi attaccò Koblet, scollinò per primo sullo Stelvio e così vinse tappa e Giro. Quindi, dopo aver accennato alla tappa del 1988 sul Gavia, ci siamo occupati del Giro del 1994 e precisamente della tappa Merano-Aprica, dove Marco Pantani, sul Mortirolo ed il Santa Cristina,&nbsp;affascina tutti con il suo modo di scalare la montagna con la bicicletta. Infine la prof di educazione fisica ci ha parlato dei ciclisti valtellinesi di oggi e del ciclismo femminile attraverso la cronoscalata Lanzada-Dighe di Campo Moro del Giro 2019.

Nello sport è fondamentale un clima sereno e solidale. Senza di esso ogni disciplina sportiva risulta sgradevole e oltretutto non si ottengono i benefici per chi la pratica. L’etica sportiva riguarda sia atteggiamenti mentali che comportamenti personali. Rispettare le regole significa anche accettare le decisioni degli arbitri e dei giudici di gara, accettare&nbsp;la sconfitta, portare aiuto sia ai compagni di squadra che agli avversari&nbsp;in difficoltà. Fair play significa tutto questo: rispettare le regole e l'avversario, accettare e riconoscere i propri limiti.

Il fair play non è il semplice rispetto delle regole, ma promuove valori come l’amicizia, il rispetto del prossimo e lo spirito di gruppo. Aiuta inoltre la crescita umana e agonistica della persona e vedere la sconfitta come un insegnamento. Il CODICE DELL’ETICA SPORTIVA 1992 del CONSIGLIO D’EUROPA, sottolinea la lotta contro l’imbroglio, la lotta al doping e alla violenza, la lotta allo sfruttamento, alla diseguaglianza delle opportunità e alla commercializzazione eccessiva. Sottolinea inoltre che il fair play dev’essere diffuso tra i genitori, allenatori, per poi essere messo in pratica dai figli.

Individua il tuo talento naturale.&nbsp;I campioni individuano i doni che hanno ricevuto e cercano di applicarli. Le capacità agonistiche, il talento atletico naturale, e altre abilità sono i semi da cui crescono i campioni, ma devono essere curati con concentrazione, intelligenza e duro lavoro. Esplora diversi ambiti.&nbsp;Prova molti campi, competitivi e non, per capire dove potresti eccellere. Diversifica i tuoi talenti e trova la tua vocazione.&nbsp;Pratica molti sport diversi, anche se sei preoccupato di non essere portato.&nbsp;Avvicinati a ogni nuovo ambito con il desiderio di eccellere. Individua il tuo obiettivo.&nbsp;Decidi un obiettivo e inizia a muoverti verso di esso.&nbsp;

I CALCIATORI VALTELLINESI

ROBERTO ANTONELLI Cresciuto nel Monza, Antonelli venne acquistato dal Milan che lo dirottò subito in provincia per farlo maturare. Tornato in rossonero due anni dopo, diede il suo contributo al raggiungimento dello storico scudetto 1978-1979 con 21 presenze e 5 gol. Seguì la squadra rossonera in Serie B a causa della vicenda del calcio-scommesse e la riportò subito nella massima serie risultando tra i protagonisti della promozione con i suoi 15 gol. Non altrettanto positiva si rivelò la stagione 1981-1982 che vide la seconda retrocessione del Milan, declassamento che stavolta non lo coinvolse vista la sua cessione al Genoa dove disputò due stagioni, 1982-1983 e 1983-1984. Nel 1984 passa alla Roma; la stagione nella squadra capitolina si rivelò per lui fallimentare, a causa di un infortunio al tendine di Achille: scese in campo in 5 occasioni segnando un gol alla Lazio, giocato il 24 marzo 1985 e terminato 1-1. Successivamente è stato allenatore nel Monza, Pro Sesto, Novara, Seregno.&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Michele Boscacci nasce il 4 gennaio 1990 a Sondrio. Inizia a sciare già a 5 anni con il nonno Umberto che lo sostiene in questa passione che accomuna tre generazioni della famiglia Boscacci. A 14 anni corre la sua prima Pierra Menta e inizia una carriera che lo porterà a diventare un vero campione dello sci alpinismo. Michele è riuscito a vincere le più importanti competizioni mondiali. 2008&nbsp;Convocato nella nazionale giovanile di sci alpinismo 2010&nbsp;Vince la 25° Valtellina Orobie e il campionato italiano categoria Junior. Vince la Coppa del Mondo, categoria Junior

2011&nbsp;Partecipa alla Coppa del Mondo categoria Espoir e la vince. Arriva settimo nella categoria Senior 2012&nbsp;Vince il Trofeo Crazy e ottiene il secondo posto alla Mountain Attack. Vince il campionato italiano di Vertical 2013&nbsp;Vince il campionato mondiale categoria Espoir 2014&nbsp;Entra nel Centro Sportivo Esercito (CSE) e vince La Patrouilles des glaciers, la sua prima vittoria in una gara della Grand Course 2015&nbsp;Terzo posto alla Piarra Menta e vittoria al trofeo Mezzalama 2016&nbsp;Vince il titolo europeo e la Coppa del Mondo categoria Overall 2017&nbsp;Secondo posto alla Coppa del Mondo, categoria Overall, terzo posto nel campionato mondiale. Vince per la seconda volta il trofeo Mezzalama 2018&nbsp;Vince la Pierra Menta e la Coppa del Mondo 2019&nbsp;Terzo posto nella Coppa del Mondo, categoria Overall e secondo posto nella categoria Individual 2021 nel febbraio Vince la Valtellina Orobie

Michele Boscacci e lo sci alpinismo in una famiglia di campioni

La Sportiva Storyteller: Michele Boscacci

IL GAVIA DEL 1988

Abbiamo affrontato questa tappa in modo diverso dalle altre, non leggendo cioè un testo ma direttamente ascoltando gli eventi dal docente di italiano, che aveva visto in diretta tv, da Sondrio, quello che era successo. Abbiamo così saputo che quel 5 giugno 1988 in Valtellina era freddo e pioveva. Alle alte quote, e quindi anche sul Passo Gavia, nevicava copiosamente.&nbsp; La tappa di quel Giro d’Italia era partita da Chiesa in Valmalenco, quindi era transitata sul Passo dell’Aprica e poi, passando dalla Val Camonica, aveva affrontato il Passo Gavia per arrivare poi a Bormio.&nbsp;Sul Gavia nevicava in modo impressionante ed in cima al Passo arrivò per primo l’olandese Van der Velde.&nbsp;Ma la lunga discesa verso Bormio fu peggiore della salita, perché molti corridori, che sul passo erano stati mal vestiti, ebbero fenomeni di congelamento: per esempio Van de Velde dovette fermarsi ed arrivò con mezz’ora di ritardo dai primi!&nbsp;

ANNI 2000 La promozione in Eccellenza arriva al termine del campionato 2000-2001, a dieci anni di distanza dalla sua ultima partecipazione, dove il Sondrio con Roberto Arrigoni in panchina vince il girone al termine di uno spareggio contro la Concorezzese; la permanenza in Eccellenza però durerà solo per una stagione. Nel 2005 con l'avvento di Flavio Ambrosini i biancazzurri conquistano l'accesso ai play-off per la promozione in Serie D ma il sogno si fermerà in semifinale dopo la sconfitta rimediata con la Tritum. Al termine della stagione, con l'arrivo di Gilberto Del Nero andò una volta a sfiorare la promozione in Serie D. Al termine del campionato di Eccellenza Lombardia 2013-2014, il Sondrio, arrivato secondo nel suo girone si giocò l'accesso alla Serie D nei play-off nazionali perdendo contro lo Sporting Bellinzago; all'inizio della stagione di Serie D 2014-2015 gli azzurri furono ammessi in sovrannumero dal CONI alla quarta serie (ritornando dopo 28 anni di assenza). Nella stagione 2015-2016 viene inserita ancora nel girone B; il campionato però si risolve nell'ultimo posto. Nel 2017-2018 il Sondrio si ripropone al vertice della massima categoria regionale e il 15 aprile 2018 ottiene la promozione in Serie D. Il successivo campionato vede gli azzurri su un buon livello di rendimento e posizionarsi nella parte medio-alta della classifica del girone B: il settimo posto finale costituisce il miglior risultato del calcio valtellinese dal 1982. Anche nel 2019-2020 il Sondrio centra la salvezza in quarta serie. Il presidente Oriano Mostacchi, che già da qualche tempo stava ragionando sul suo disimpegno, si ritrova a "passare la mano" dopo 26 anni consecutivi, e il 28 agosto la società annuncia pubblicamente la rinuncia alla categoria e la cessazione dell'attività.

ANNI '50 Negli anni cinquanta il Sondrio Calcio, la squadra locale, comincia a collezionare vittorie, guidata dall'allenatore Egidio Capra. Ha totalizzato 47 punti in 28 partite e ha totalizzato 90 goal, subendone solo 25. L'anno successivo il Chiavenna è in testa alla classifica, è secondo nel girone finale e accede alla serie superiore; il suo cannoniere, Corti, segna 45 goal sugli 85 totali. In seconda divisione, il Fossati è campione regionale; al termine del campionato 51/52 il Chiavenna vince ancora nel campionato di prima divisione, nel 1953 sul campo di Tirano arriva l'Inter. Alla fine dei campionati del 52/53, solo il Morbegno può esultare, perché arriva al secondo posto. Tra il '57 e il '58 la Sondrio Sportiva è sotto shock per la morte dell'ex presidente Bruno Aondio e per l'incidente dell'ex allenatore e giocatore Egidio Capra, che rimane paralizzato e morirà 10 mesi dopo. Il Sondrio però si riprenderà e vivrà un periodo d'oro; la marcia trionfale del Sondrio terminerà nel campionato Dilettanti. Nello stesso girone, il Morbegno è terzo. Fu una bella stagione anche per il Tiranese, primo nel torneo di prima divisione. Il Sondrio archivia la sua prima esperienza in quarta serie arrivando settimo; intanto Orazio Rancati, un diciannovenne di Morbegno, esordisce in serie A con la maglia dell'Inter.

Lo sci che conosciamo oggi è un’attività sportiva relativamente recente, introdotta nei paesi alpini all’inizio del XX secolo. Gli sci, però, hanno una storia molto antica: erano due semplici assi di legno, legate ai piedi e utilizzate dalle popolazioni scandinave, russe e mongole dell’Europa e dell’Asia settentrionale per spostarsi agevolmente sulla neve, che in quelle zone copre ogni cosa per gran parte dell’anno. A conferma dell’uso antico degli sci, in Russia, presso Zalavroug, è stata ritrovata un’incisione rupestre, risalente a 4500 anni fa, in cui si vedono 3 cacciatori con sci ai piedi che catturano 3 alci.&nbsp; In Norvegia, presso l’isola di Rodoy, è stata rinvenuta un’altra incisione risalente allo stesso periodo, che rappresenta uno sciatore con in mano un bastone ricurvo e con sci lunghi quasi tre volte la sua altezza, con la punta&nbsp; incurvata.

In Svezia, recentemente, sono stati ritrovati dei vecchi sci nelle paludi e nelle torbiere, anche questi risalenti a più di 4000 anni fa. Quelli rinvenuti ad Hoting son costituiti da un’asse di&nbsp;legno di pino, larga 19 cm e lunga 111 cm.&nbsp;

Gli sci di Hoting – Svezia – 2500 a.C. circa

Lo sport l’ha aiutata a conoscere meglio sé stesso? Sì, molto. Lo sport insegna a conoscersi e a conoscere gli altri. Puoi essere più meno d’accordo con un tuo compagno di squadra ma il rispetto è fondamentale; in qualsiasi ambiente andrai, qualsiasi esperienza farai, il rispetto del gruppo e per il gruppo, saper ascoltare l’opinione di tutti è fondamentale. Secondo lei chi è il campione nello sport? Ho alcune di citazioni: una è di Floyd Mayweather jr., un pugile americano, l’altra è di Michael Schumacher e l’altra di Rafael Nadal; Mayweather dice che “Il campione è colui che è capace di adattarsi a qualsiasi situazione”, Schumacher afferma che “Il campione è colui che riesce a perdere, accetta di perdere” e Nadal sostiene che “Il campione è colui che ha la forza mentale di non perdere mai” anche se perdi lo accetti e rimani comunque un campione perché la prossima partita la vinci già nella tua testa. Per me il campione è colui che, oltre ad avere un forte talento, ha una grande forza mentale che lo sostiene. È in grado di affrontare una sconfitta e si sa rialzare.

L'ITALIA SI RIALZA La squadra italiana riuscì a vincere l’euro del 1968 per 2-0 contro la Jugoslavia. Con la sconfitta ai gironi nel mondiale del 1974 se ne andarono dalla nazionale: Enrico Albertosi,&nbsp;Tarcisio Burgnich,&nbsp;Gianni Rivera,&nbsp;Sandro Mazzola&nbsp;e&nbsp;Gigi Riva. L’Italia nel 1982 vinse il suo terzo campionato del mondo nella finale contro la Germania dell’ovest per 3-0 con le reti di Rossi, Tardelli e Altobelli. Bisognerà aspettare il 2006 per vedere trionfare nuovamente la nostra nazionale ai campionati del mondo. Alla vigilia del Mondiale in Germania, il calcio italiano fu colpito dallo scandalo noto come "Calciopoli": i suoi effetti ricaddero, soprattutto in termini mediatici, sul ritiro degli azzurri.&nbsp; L'Italia superò la fase a gironi – con&nbsp;Ghana,&nbsp;Stati Uniti&nbsp;e&nbsp;Rep. Ceca&nbsp;– e nella fase a eliminazione diretta escluse&nbsp;Australia&nbsp;(1-0 su rigore di Totti al 95'),&nbsp;Ucraina&nbsp;(3-0),&nbsp;e Germania (2-0 ai supplementari, reti di Grosso al 119' e di Del Piero nel recupero)&nbsp;approdando alla finale del Mondiale contro la Francia.&nbsp; Dopo l'1-1 dei tempi regolamentari (Materazzi replica al rigore realizzato da&nbsp;Zidane), i supplementari furono segnati dall'espulsione dello stesso Zidane che, provocato sul terreno di gioco proprio da Materazzi, rifilò al difensore italiano una testata in petto.&nbsp; Ai calci di rigore, dopo l'errore del francese Trezeguet, fu decisivo il quinto penalty calciato da&nbsp;Fabio Grosso, che regalò all'Italia il suo quarto titolo mondiale.&nbsp; A fine anno il capitano&nbsp;Fabio Cannavaro, tra i protagonisti del successo di Berlino, vinse il&nbsp;Pallone d'oro&nbsp;(davanti al compagno azzurro&nbsp;Gianluigi Buffon) e il&nbsp;FIFA World Player.

3. IL NUMERO DEI GIOCATORI&nbsp; In campo scendono sempre 22 giocatori in totale, un arbitro, almeno due guardalinee, poi ci sono i sostituti che stanno in panchina che subentreranno nel corso della partita in caso di affaticamento o infortunio del giocatore della propria squadra o in caso di cambio di strategia.

4. L'EQUIPAGGIAMENTO DEI CALCIATORI L’equipaggiamento completo di un calciatore comprende: maglia o camiciola calzoncini (se il calciatore indossa cosciali o scaldamuscoli questi devono essere dello stesso colore di quello dominante dei calzoncini) il portiere deve indossare una maglia di colore diverso da quello di tutti gli altri calciatori, dell’arbitro e degli assistenti dell’arbitro.

5. L'ARBITRO L’arbitro è una figura sportiva che si assicura che la partita venga controllata e che vengano rispettate le regole di gioco.

L’ESTREMO: è l’ultimo giocatore in difesa, quello che fa le giocate più spettacolari, con lunghi calci ad inseguire la palla e incredibili prese aeree. L’estremo deve essere dotato di un ottimo senso della posizione e di un placcaggio micidiale. Il numero che porta sulle spalle è il 15.

I TRE QUARTI (sono 4): Ala: sono due e hanno compito difensivo ma possono anche attaccare. Le capacità di un’ala devono essere la velocità, la destrezza e l’abilità nel cogliere al volo quelle poche occasioni a partita che si presentano. I numeri delle ali sono l’11 e il 14. Centro: sono due e portano i numeri 12 e 13. Solitamente il primo è agile, veloce e con un buon piede. Il secondo è invece più massiccio e potente, capace di andare oltre la linea difensiva rivale. Altra dote importante del centro è il placcaggio, visto che sono i primi ad arrivare allo scontro con l’avversario in campo aperto.&nbsp;

I MEDIANI (sono due): Mediano d'apertura: è il cervello del gioco. Bravo sia con le mani che con i piedi, il mediano d’apertura dirige i movimenti in fase di attacco o di difesa e decide la strategia da seguire. Visione di gioco e calma sono le principali doti richieste. Mediano di mischia: è il più piccolo, in campo ha il numero 9. Introduce la palla nelle mischie chiuse e riapre il gioco dopo le fasi statiche. Essendo quindi il giocatore che per primo tocca palla in un’azione d’attacco, deve sviluppare un’astuzia e una coordinazione occhio-mano superiori alla norma.

Com’era questo sport quando ha iniziato a giocare? Quando ho iniziato a giocare lo sport era molto più violento.&nbsp; Ma voglio citare quello che insegnano due personaggi, dello scrittore spagnolo Arturo Pérez-Reverte: “Guarda che io non sono il tuo nemico, sono tuo avversario, perché gli avversari sono quelli che ti rispettano anche quando ti danno le coltellate nella schiena. Devono farlo perché in quel momento sei il loro avversario, i nemici invece, sono quelli che ti sorridono e ti tradiscono”.&nbsp; Ho l’impressione che nel rugby la situazione di potere era così: noi eravamo avversari, dentro al campo dovevamo far di tutto per mettere in difficoltà l’avversario, (all’interno delle regole e, qualche volta, anche fuori dalle regole), però eravamo quelli che accettavano questa sfida e quindi ci rispettavamo sempre. Quando la partita era finita, eravamo i migliori amici. Com’è diventato oggi questo sport? Lo sport si è sempre più regolarizzato. Oggi il rugby è diventato molto più veloce, tecnico e più piacevole da vedere, ma il professionismo ha cambiato un po’ le cose. Infatti, alla mia epoca i giocatori avevano un altro lavoro e quindi il rugby era secondario. Oggi i giocatori cominciano a essere selezionati giovanissimi, come polli da allevamento e non sempre ciò è positivo. C’erano altri specialisti oltre alla figura dello psicologo e dell’allenatore? Avevamo diversi preparatori fisici; nel rugby ci sono allenatori per tutti i vari aspetti del gioco. Oggi una scuola di rugby ha almeno uno staff di cinque, dieci persone perché i particolari vanno curati. In quali categorie sono previsti questi specialisti? Soltanto nelle squadre di serie A, è tutto legato ad una questione economica.

SPORT E CAMPIONI DI VITA

Deborah Compagnoni, nata a Bormio il 4 giugno del 1970 e vissuta a Santa Caterina Valfurva, ha scritto la storia dello sci alpino. E’ la sciatrice italiana più vincente di sempre. E’ la prima sciatrice al mondo ad avere vinto&nbsp;tre medaglie in tre edizioni consecutive delle olimpiadi invernali. Inizia a sciare già all’età di due anni, allenata dal padre, maestro di sci allo Stelvio. All’età di 16 anni si qualifica ai Campionati Mondiali Juniores, vincendo ben tre medaglie e iniziando a farsi notare.&nbsp; Primeggia nelle discipline tecniche, come lo&nbsp;slalom gigante&nbsp;in cui, tra il 1994 e il 1998, vince tutti i trofei in palio tra olimpiadi e&nbsp;campionati mondiali. Vince 16 gare di&nbsp;Coppa del Mondo&nbsp;(13 in slalom gigante, 2 in&nbsp;supergigante&nbsp;e una in&nbsp;speciale) e il Campionato del Mondo di gigante nel 1997.

Guarda alcuni strepitosi traguardi di Deborah.

Deborah Compagnoni, la leggenda dello sci alpino

Eppure alcuni infortuni le impediscono di disputare numerose stagioni complete. Tra le sue migliori prestazioni figura la serie di nove vittorie consecutive in slalom gigante nel 1997-1998 (8 in Coppa del Mondo più una ai Mondiali di Sestrière) e la vittoria con un distacco di 3 secondi e 41 centesimi inflitto alla rivale Meissnitzer&nbsp;nel gigante di&nbsp;Park City&nbsp;nel 1997. Una caratteristica dell’atleta è quella di non mollare mai e continuare a gareggiare, rialzandosi sempre. “La montagna ha contato tanto per me, sia per il carattere sia per la fortuna di essere nata qui e poter sciare, prendendo questo sport come un gioco.”

IL CICLISMO PER LA CRESCITA SANA DEI RAGAZZI

Praticare uno sport fin da piccoli è utile sia per il corpo sia per la mente e, oltre a tenerci in forma facendo qualcosa che ci piace, ci può dare delle basi per la vita nel mondo, aiutare ad integrarsi, interagire con gli altri e a rispettare le regole. Apporta anche dei benefici all'ambiente e all'aria che respiriamo riducendo l'inquinamento. Praticare uno sport di gruppo aiuta anche la crescita sociale e caratteriale di una persona. In particolare il ciclismo può dare molti benefici: migliora la forma fisica, abbassa lo stress, ha un effetto positivo sull'umore e riduce il rischio di malattie. A volte è anche un modo per sfogarsi&nbsp;e per “staccare” dai problemi.&nbsp; I valori più importanti che possiamo ricavare dal ciclismo sono l’uguaglianza, l’aiuto reciproco e il sacrificio per un sogno. Pensando allo sport viene in mente il detto latino “mens sana in corpore sano”,&nbsp;un motto usato da molte società sportive, e che mette in luce il fatto che, per vivere e pensare bene, bisogna fare una sana attività motoria.

Riconosci i meriti dei tuoi avversari. I campioni condividono&nbsp;i&nbsp;meriti.&nbsp;Anche se ti senti&nbsp;particolarmente orgoglioso di ciò che&nbsp;hai fatto sul campo da gioco, trova un modo&nbsp;per elogiare anche i tuoi avversari.

Trova degli esempi a cui ispirarti.&nbsp;E' importante per i campioni ispirarsi a vincitori&nbsp;e seguire il loro esempio. Sii te stesso.

Tutti amiamo pensare di essere gli unici responsabili del nostro successo, ma&nbsp;prova ad ampliare la tua prospettiva&nbsp;per avere una visione di insieme. Il tuo&nbsp;successo come campione dipende dai tuoi insegnanti, dai tuoi genitori, dai tuoi allenatori. Non dimenticarlo mai.

Difende i più deboli? Sì, il rugby porta a fare questo. Quando giocavo io, il gioco era molto più violento, spesso l’arbitro aveva difficoltà a vedere tutto quello che succedeva in campo e allora tutti i giocatori si regolavano tra loro. Se per esempio c’era una rissa, ci si aiutava, tutti i giocatori erano obbligati ad andare a difendere i propri compagni. Quanto tempo ha giocato? Dai 17 ai 42; poi ho continuato ad allenarmi. È mai stato insultato dai tifosi? Sì, anche se nel rugby capita raramente, mi è successo quando ero in serie A. In particolare in Veneto, quando giocavamo in quelle città, i tifosi avversari ci insultavano e ci dicevano che eravamo dei mercenari, allora con la squadra, abbiamo comprato una maglietta con disegnato un teschio con un basco e un coltello tra i denti e c’era scritto in inglese “I mercenari non muoiono mai, vanno all’inferno solo per i vizi” e l’avevamo fatto apposta per prendere in giro quelli che ci insultavano.&nbsp;&nbsp; Bisogna aver tanta pazienza per imparare a giocare? Sì, tanta pazienza e voglia di farlo. La pazienza serve per sopportare il lavoro se si vuole arrivare ad un certo livello. Qual è il valore dello sport che è più rispettato? Sicuramente il rispetto per gli altri e la solidarietà. Nessuno nel rugby può lavorare da solo, è un sistema che ti obbliga ad essere solidale con gli altri. Qual è il valore dello sport più importante secondo lei?&nbsp; Come dicevo prima la solidarietà e l’amicizia. Lo sport a me ha permesso di cambiare la vita, ma anche di conoscere tantissima gente di tutte le parti del mondo, con cui sono restato amico ancora adesso, dopo quarant'anni.

15. LA RIMESSA LATERALE La rimessa laterale viene assegnata alla squadra avversaria del calciatore che ha toccato per ultimo il pallone prima che questo sia uscito del tutto dalla linea laterale.

16. IL CALCIO DI RINVIO Viene assegnato quando il pallone, toccato per ultimo da un calciatore della squadra attaccante, ha interamente superato la linea di porta, sia a terra sia in aria, senza che una rete sia stata segnata.&nbsp;Una rete può essere segnata direttamente su calcio di rinvio, ma soltanto contro la squadra avversaria.

17. IL CALCIO D'ANGOLO Il calcio d’angolo è un tipo di tiro calciato dall’angolo del campo quando la palla esce dalla linea della porta senza avere subito gol.

Nella società odierna i ragazzi in età adolescenziale tendono molto spesso a vedersi sbagliati, in confronto a modelli di bellezza secondo i quali, le ragazze hanno un fisico asciutto e i ragazzi muscoli scolpiti. Col passare degli anni stanno aumentando così, i casi di anoressia e bulimia nervosa. Anoressia nervosa: è una malattia caratterizzata dal rifiuto (totale o parziale) del cibo, le persone affette da questo disturbo sono ossessionate dal proprio peso. In certi casi se si raggiunge uno stato di magrezza troppo elevato si può danneggiare l’organismo, purtroppo a volte, si arriva fino alla morte. Bulimia nervosa: è un disturbo dell'alimentazione per cui le persone che ne sono affette, fanno abbuffate di cibo, per poi essere pervase dal senso di colpa a cui segue il vomito autoindotto per evitare l'aumento di peso. Spesso ricorrono all’uso di medicinali tipo lassativi e diuretici e all'esercizio fisico smisurato. La persona bulimica mantiene sempre lo stesso peso, ma il problema non deve essere sottovalutato perché il continuo vomito provoca gravi squilibri all’interno dell’organismo. Per la guarigione da queste malattie serve l'aiuto di psicologi e nutrizionisti, e dal grande sostegno da parte di familiari e amici. Dobbiamo fare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme che si presentano se siamo affetti da queste malattie: - quando eliminiamo dai nostri pasti una serie di alimenti; - se non rispettiamo gli orari dei pasti; - se stiamo troppo attenti al nostro peso.

COSA VUOL DIRE DIETA&nbsp; Dieta significa regime di vita; essa si riferisce a tutti gli alimenti che introduciamo nel nostro organismo durante il giorno e ciò dovrebbe avvenire in modo equilibrato. LE FUNZIONI DEL CIBO Tutti noi abbiamo bisogno di fare funzionare il nostro corpo nutrendolo. I cibi che assumiamo hanno diverse funzioni: ENERGETICA, PLASTICA E REGOLATRICE. 1. sostanze energetiche: sono i principi alimentari che vengono utilizzati dall'organismo come carburante. Queste sostanze forniscono energia che poi viene utilizzata dal movimento e per tutte funzioni vitali. Le principali sostanze energetiche sono i CARBOIDRATI SEMPLICI e quelli COMPLESSI. 2. sostanze plastiche: sono i principi alimentari che per lo più vengono impiegate come materiali da costruzione. Le principali sostanze plastiche sono le proteine. L’organismo le utilizza per crescere e far fabbricare pezzi di ricambio, cioè parti di cellule e tessuti che invecchiando non sono più utili, smettendo di svolgere il loro lavoro.&nbsp; 3. sostanze regolatrici: garantiscono il corretto funzionamento delle reazioni chimiche all’interno dell’organismo. Hanno principalmente questo ruolo, le vitamine e i sali minerali. Anche l'acqua ha funzione regolatrice, è fondamentale per il nostro corpo ed è l'elemento principale delle cellule e del sangue. Grazie ad essa le sostanze nutritive vengono disperse in tutto l'organismo.

Qualunque sport si pratichi, dall'atletica al calcio, dallo sci al tennis, si fa sempre per passione, perché ci fa piacere praticare una certa attività sportiva. In base alle passioni che ognuno ha per gli sport, quest'ultimo riesce a dare forma anche al carattere delle persone.

Le persone pensano che per competizione si intenda vincere, ma in realtà competere è il fatto di partecipare, è questa la sua importanza: il mettersi a confronto ci insegna a vivere con gli altri. 

10. L’ESITO DI UNA GARA SEGNATURA DI UNA RETE&nbsp; Una rete è segnata quando il pallone ha interamente oltrepassato la linea di porta tra i pali e sotto la traversa, a condizione che nessuna infrazione alle Regole del Gioco sia stata commessa dalla squadra che ha segnato la rete.&nbsp; SQUADRA VINCENTE La squadra che segna il maggior numero di reti sarà la vincente. Se entrambe le squadre segnano lo stesso numero di reti o non ne segnano alcuna, la gara risulterà pari. Quando il regolamento della competizione prescrive che una squadra venga dichiarata vincente al termine di una gara o di una eliminatoria di andata e ritorno conclusasi in parità di punteggio, le sole procedure ammesse per determinare la vincente sono:&nbsp; - regola delle reti segnate in trasferta&nbsp; - due uguali periodi di gioco supplementari della durata massima di 15 minuti ciascuno&nbsp; - tiri di rigore.

Lo sport l’ha aiutata a conoscere sé stesso? Sì, lo sport non lascia scuse; quello che costruisci è quello che sai fare. Tu, la tua capacità di non mollare, di andare avanti e di accettare i tuoi limiti, sei quello che sei. Ciò che la natura ti ha dato come doti fisiche e intellettuali, devi cercare di tirarle fuori. Secondo lei chi è il campione nello sport? Il campione è la persona capace di mettersi al servizio degli altri e sfruttare al meglio le sue caratteristiche (integrando anche le proprie). È colui che riesce sempre ad avere degli step di miglioramento.

Qual è la cosa più bella delle partite? Sono molti gli aspetti positivi: vincere è sinceramente molto gratificante e ripaga di tutti i sacrifici fatti. Ci sono però anche le sconfitte, che servono comunque perché ci insegnano a rialzarci e ci spronano a migliorare sempre di più. Come è stato raggiungere le 500 presenze? È stato sicuramente entusiasmante anche se un po’ faticoso, perché sono stati necessari molti sacrifici. Ha avuto l’occasione di giocare con un mito del calcio? Ho avuto l’occasione di giocare con più persone famose, ma soprattutto ricordo la partita disputata al fianco di Maradona durante una partita di beneficienza. Quali soddisfazioni ha avuto grazie al calcio? Tante, perché ho avuto l’occasione e la soddisfazione di giocare sempre da titolare. Sono stati tanti anche i sacrifici che ho dovuto affrontare; primo fra tutti il dover stare lontano dalla mia famiglia e i miei figli e questo mi faceva soffrire. Come è stato dover lasciare il calcio e quali sensazioni ha provato? Lasciare il calcio è stato molto difficile, perché ciò mi ha cambiato la vita; soprattutto mi manca quel bel rapporto che avevo con i miei compagni di squadra. Le amicizie nate sul campo e negli spogliatoi sono cose che non dimenticherò mai. Com’è insegnare ai ragazzi? Non è semplice entrare in empatia con i ragazzi, ma è sicuramente gratificante e soddisfacente. Qual è il valore sportivo più importante nel calcio? Il valore sportivo più importante per me è l’onestà, ma anche e soprattutto il rispetto nei confronti di tutti: mister, compagni e avversari.

LA NOSTRA INTERVISTA A FEDERICO VEDOVELLI

Che tipo di sport è il rugby? Il rugby è uno sport di squadra e di combattimento; anche un po’ brutale; pensandoci bene, ogni sport può essere pericoloso. La tua salute e la tua sicurezza passano dal tuo impegno in campo e dall’attenzione che ci metti. In questo sport è fondamentale giocare dal primo all’ottantesimo minuto senza fermarsi, altrimenti rischi di farti veramente male. A che età ha iniziato ad allenarsi? Ora ho ventisei anni e ho iniziato a sedici. Perché ha scelto questo sport? Ho scelto il rugby da giocatore grazie a mio cugino che mi consigliò di provare. Ho giocato nel Rugby Delebio e nel Rugby Sondrio fino a sedici anni quando mi venne la “vocazione” che mi spinse a iniziare ad arbitrare. Mi fu consigliato di smettere di giocare per concentrarmi esclusivamente sulla carriera di arbitro e cercare di salire di livello. Fare questa scelta mi ha fatto molto crescere come persona. Che cosa l’ha spinta ad arbitrare? Ero un giocatore parecchio attento alle regole e questo credo mi abbia portato a provare l’arbitraggio. Nell’ambito della provincia di Sondrio le possibilità di fare carriera sono poche, devi fare dei sacrifici, per fortuna mio papà mi ha sempre accompagnato senza problemi e questo è stato un aiuto che mi ha permesso di iniziare.

Una delle prime palle da rugby&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;

Questa è una palla da rugby moderna

I palloni avevano una camera d'aria fatta di vescica di maiale ricoperta con pannelli di cuoio cuciti a mano. Rispetto a palloni simili, ad esempio quelli da football americano o canadese, quello da rugby presenta una forma più arrotondata ai suoi estremi.&nbsp; Alla fine, le palle di cuoio furono gradualmente eliminate, il poliestere venne utilizzato come materiale di supporto per mantenere la forma ovale della palla, insieme a materiale aggiuntivo per impugnature per migliorare le prestazioni.&nbsp;

11. IL FUORIGIOCO Il fuorigioco è la condizione nella quale viene a trovarsi un giocatore che è nella metà campo avversaria, nel momento di ricevere la palla, senza avere davanti a sé almeno due giocatori avversari (compreso il portiere).

12. FALLI E SCORRETTEZZE I falli o scorrettezze sono delle infrazioni alle regole di gioco per le quali l’arbitro deve prendere provvedimenti con cartellino giallo o rosso.

13. I CALCI DI PUNIZIONE Un giocatore che commette un'azione scorretta (contro un giocatore della squadra avversaria), provoca l'intervento dell'arbitro che assegna un calcio di punizione contro la sua squadra. Il gioco si ferma e il pallone viene posizionato nel punto in cui è stato commesso il fallo. I giocatori avversari non potranno avvicinarsi al pallone sino a quando non sarà stato battuto e possono creare una barriera. I calci di punizione possono essere diretti e indiretti. Su calcio di punizione diretto, è possibile segnare un gol contro la squadra avversaria mentre su quelli indiretti no.

Lo sci sembra dunque essere nato tra la Russia e la Scandinavia. In quelle zone l'uso si è perfezionato nei secoli. Gli sci sono&nbsp;diventati un mezzo indispensabile&nbsp;per muoversi, per cacciare e anche per combattere, tanto che le popolazioni dedicarono ad essi delle divinità. Nella mitologia scandinava esistono infatti il dio e la dea dello sci, Ull e Skade.

Ull, divinità scandinava dello sci

E’ solo dal XVI secolo che si hanno descrizioni dello sci da parte di testimoni diretti, viaggiatori che hanno visitato i paesi del Nord. Nell’Historia de gentibus septentrionalibus il Vescovo di Uppsala, nel 1555, descriveva vari tipi di sci in uso presso i paesi nordici, la loro forma, la loro dimensione, dicendo che potevano essere ricoperti da pelle di renna per affrontare le salite. Quegli strani attrezzi ai piedi dei popoli nordici suscitarono molta curiosità, ma anche diffidenza nei paesi dell’Europa centrale e meridionale che li consideravano degli attrezzi primitivi degli uomini delle nevi. I norvegesi sono i primi a rendersi conto che gli sci, oltre ad avere una funzione utilitaristica, potevano avere anche una funzione ludico-sportiva. Organizzarono così le prime gare con quegli attrezzi, nel 1843. Le competizioni riscossero molto successo e se ne organizzarono sempre di più, di salto e di fondo, poi nel 1877 venne fondato il primo sci–club norvegese.

Già negli anni 20 e 30 a Sondrio era presente una squadra di rugby perché, secondo Mussolini, ogni capoluogo di provincia avrebbe dovuto avere una squadra che praticasse questo sport. Successivamente durante la guerra, il rugby fu eliminato perché sempre secondo Mussolini era uno sport troppo “inglese”. In Valtellina il rugby si rivede nel 1962 grazie a due ex rugbisti Pino Donadelli e Mario Bertazzini. Nell'aprile del 1963, al primo incontro la squadra sondriese viene sconfitta per 13 a 6 contro il Sempione Milano. L’inizio agonistico vero e proprio avviene nella stagione 1963/1964, sotto la presidenza di Pino Donadelli. La squadra di Sondrio è iscritta al campionato di serie B e sfiora addirittura l’accesso al turno di qualificazione per la serie A. Dopo la retrocessione in serie C, nel campionato 1966/1967 i sondriesi dimostrano di essere una delle squadre più forti ma non riescono ad ottenere la promozione in B, in seguito alla sconfitta nello spareggio contro Mirano.

Immagine degli Anni '60 dall'Archivio di Paolo Valenti

ANNI '70 Nel 1973, la Sondrio Sportiva è terzultima, e dovrebbe retrocedere in seconda categoria, ma viene riammessa in prima: Carlo Annovazzi, l'allenatore, se ne va lasciando il suo posto a Orazio Rancati, e nel 1976 il Sondrio chiude il suo girone in testa alla classifica. Due stagioni dopo il Sondrio approda in Promozione; è stata una vittoria di squadra. ANNI '80 Nel campionato 1980 / 81 il Sondrio calcio torna a disputare il campionato Interregionale. L’allenatore era Orazio Rancati e il miglior marcatore fu Cesare Del Gener con 14 reti. Nel 1984, la Morbegnese chiude al primo posto la Prima Categoria e potrà disputare il campionato di Promozione. Nel 1985 la Chiavennese vince il campionato di Prima Categoria trascinata dai gol di Martinoli e potrà disputare il campionato di Promozione. Nel 1986 a seguito della sconfitta con la Morbegnese, il Sondrio retrocede in Prima Categoria. Orazio Rancati, allenatore del Sondrio, decide di lasciare il calcio. Nel 1988 la squadra di Sondrio, allenata da Francesco Maraschi, tornerà nel campionato Promozione. ANNI '90 Nel 1992 il Sondrio calcio vive una grande crisi. Esasperati dalla situazione societaria i titolari abbandonano la prima squadra che terminerà il torneo con un gruppo improvvisato. La retrocessione è inevitabile. Dopo la successione di diversi allenatori, siede sulla panchina del Sondrio Roberto Arrigoni che nel 2001 raggiunge il campionato Eccellenza facendo fare alla squadra un salto di qualità.

Come ci si prepara per svolgere questo ruolo? La settimana inizia il lunedì, le partite sono il sabato e la domenica. Il lunedì è il primo giorno di analisi di gioco e di preparazione alla partita successiva. Per migliorarti, rivedere l'ultima partita arbitrata, è il primo passo che puoi fare. La settimana dopo una partita, ci si riunisce con la squadra di arbitri nella quale si discute di problematiche e delle esperienze del fine settimana che hai avuto. Ogni giorno prevede una sessione di allenamento che varia durante i giorni. Non deve mai mancare la voglia di riguardare partite per migliorarsi imparando. C’è&nbsp;un tecnico che prepara dal punto di vista fisico? Sono preparatore atletico, quindi gestisco io la mia preparazione di corsa e di campo. Quando invece affronto una parte di sovraccarico muscolare, preferisco farlo in gruppo. Che tipo di alimentazione devono seguire i giocatori e gli arbitri? Un rugbista non salta mai la colazione, è uno dei pasti più importanti della giornata. La nostra dieta è molto bilanciata composta prevalentemente da carboidrati, proteine, grassi e da un’idratazione frequente. Ha mai subito degli infortuni? Con il tempo, ho imparato a capire bene il mio corpo e quanto posso spingere. Durante la stagione (da settembre a maggio) devi sempre essere in forma. In questo periodo ci si concentra più sulla velocità e sulla resistenza per essere al meglio in campo. Sono necessari dei sacrifici? Dipende dal livello a cui vuoi arrivare, ogni arbitro ha il suo talento che condiziona il suo limite. Ogni arbitro in Italia si comporta da professionista anche se non lo è, visto che tutti (tranne due) svolgono altre attività lavorative fuori dal campo. Io dedico un’oretta ogni sera, per riguardare partite o concentrarmi su situazioni di gioco. Quindi i sacrifici ci sono.

L'alimentazione di una persona che fa sport di solito deve essere ricca di vitamine e zuccheri, ma questo non vuol dire che la persona che pratica attività fisica, debba mangiare di più. Consigli per una giusta alimentazione. Prima di allenarsi è giusto fare un pieno di energie, ma ovviamente con le giuste proporzioni. É consigliabile fare il pasto 3 ore prima di iniziare a fare attività fisica, per far sì che la digestione non comprometta l’attività che si va praticando. Il pasto assunto, non deve contenere troppi grassi, e anche il pasto successivo all'attività fisica, è consigliabile che contenga carboidrati. Zuccheri: in un pasto, per uno sportivo soprattutto, è molto importante che ci siano gli zuccheri (ma con le giuste quantità). Questi zuccheri, è meglio ingerirli come zuccheri complessi, cioè: pasta, pane e riso, perché ci mettono di più a essere digeriti. Proteine e grassi: i grassi non dovrebbero essere assunti in grandi quantità, ma circa un 25% di essi, è necessario soprattutto se lo sport, è di lunga durata. Questo vale anche per le proteine, ce ne servono almeno il 10%. Se durante la giornata consumiamo più proteine del dovuto, esse vengono espulse dalle urine però, affaticano i reni e ci procurano un calo di calcio.

LA NOSTRA INTERVISTA CON IL CAMPIONE PAOLO BORDONI

Abbiamo intervistato l'ex calciatore e ora allenatore Paolo Bordoni, un campione nello sport ma anche un esempio di campione di vita. Come è nata la passione per il calcio? La passione per il calcio è iniziata giocando al campetto dell’Oratorio San Rocco di Sondrio e nei prati della periferia della città, insieme ai miei amici già da quando frequentavo la prima elementare. I suoi genitori l’hanno sempre sostenuta? Sì, i miei genitori mi hanno sempre sostenuto e mi hanno sempre lasciato libero di scegliere. Quanti allenamenti faceva a settimana? Quando mi trovavo a Sondrio mi allenavo tre volte a settimana, invece, da professionista mi allenavo tutti i giorni, a volte sia la mattina sia al pomeriggio. Cosa ha provato quando è sceso ufficialmente in campo per la prima volta? All’inizio, come può succedere a chiunque affronti per la prima volta un’esperienza, ho provato un po’ di paura, però poi è stato molto emozionante. Come mai ha scelto il ruolo di portiere? Il ruolo di portiere è nato “così”, mi è capitato per caso. Quando giocavo con i miei amici ero sempre in porta e da allora quello è stato il mio ruolo. Come è stato arrivare in serie A? Arrivare in serie A è stato fantastico e, anche se in quella stagione non ho giocato da titolare, è stata un’esperienza importante che non dimenticherò.

Giorgio Rocca, nato a Coira il 7 agosto 1975, è campione dello slalom speciale. Il suo amore per la neve e la montagna nasce prestissimo, a soli tre anni e, durante la sua infanzia, entra a far parte dello sci - club Livigno. Nelle gare provinciali e regionali comincia a fare le sue prime esperienze agonistiche, conoscendo le prime vittorie; a quattordici anni entra nel Comitato Alpi Centrali, la squadra regionale della Lombardia e, a sedici, nella squadra nazionale C. Debutta in campo internazionale ai Mondiali Juniores di Colere nel 1993; l'anno dopo, nella rassegna giovanile di Lake Placid, si aggiudica la medaglia di bronzo nella combinata.&nbsp; Nel 1995 entra nel Gruppo Sportivo dei Carabinieri a cui segue l'entrata nella squadra nazionale B con i due podi nel 1995 in Coppa Europa nei giganti di Bardonecchia e l’anno seguente nella squadra nazionale A. Nella stagione olimpica 2005-2006 esordisce in Coppa del Mondo collezionando cinque incredibili vittorie consecutive nelle gare di slalom speciale.

Nel corso della sua carriera conquista inoltre 22 podi e 11 vittorie nello slalom speciale, 7 secondi posti e 4 terzi posti. Dopo tante vittorie, il 22 gennaio 2010, il campione annuncia il suo ritiro nello stesso luogo in cui, anni prima, aveva vinto il suo primo podio.

Tra i ciclisti valtellinesi che si sono distinti nel professionismo vogliamo qui mettere in luce tre figure:

ISIDORO ADOLFO PIUBELLINI Nato a Campo Tartano nel 1909, Piubellini presto si trasferì a Talamona dove visse fino a quando, per motivi di lavoro, andò a vivere a Lurate Caccivio, in provincia di Como. Qui svolse il lavoro di fornaio e, con grande passione, si dedicò anche al ciclismo. In questo sport ottenne alcune importanti vittorie in corse di valore nazionale e poi gareggiò nei Giri dei primi Anni Trenta, confrontandosi in modo onorevole con calibri come Guerra ed Olmo. In gruppo era soprannominato amichevolmente “il Fornaretto di Caccivio” e possiamo definirlo come un “passista veloce”, cioè un corridore forte in pianura e con uno sprint di tutto rispetto.

Diventa uno studente del gioco. Impara, studia le diverse strategie prendendo&nbsp;spunto dai tuoi idoli. Allena il corpo e la mente.&nbsp;I campioni dovrebbero avere una mentalità positiva,&nbsp;fiducia in se stessi ed essere capaci di affrontare il lavoro in modo intelligente. Essere una persona sportiva.&nbsp;Segui le regole, aiuta i tuoi&nbsp;compagni, non abbatterti.

Ha mai pensato di arrendersi? No, ogni anno sento di essere migliorato sia come arbitro che come persona. Arbitrare richiede anche personalità e ogni anno credo di acquisirne sempre più. Anche quando le partite sono andate male, non ho mai pensato di arrendermi; seguo un obiettivo e fino a quando credo non ci sia più nulla da fare, non mi arrendo. Quale obiettivo si pone per la sua carriera? Per me il campionato celtico, dove giocano le squadre del Galles, Scozia e Irlanda, è il campionato di riferimento, uno dei primi passi verso il professionismo vero. Poi se dovesse arrivare qualcosa di più andrebbe benissimo. Quanto si guadagna? In base alla categoria si riceve un gettone e un rimborso chilometrico.&nbsp; Da studente mi ha permesso di mantenermi perfettamente. Si guadagna dagli 800 ai 1000 euro al mese per otto mesi all’anno se scendo ogni settimana in campo. Dove ha iniziato ad arbitrare? La prima partita è stata un Under 14 a Monza Brianza. Come si chiama il team arbitrale? A seconda che sia presente o meno il TMO, il revisore che segue al monitor e collabora nell’arbitraggio, le squadre si chiamano Team of Four – La squadra dei quattro –, o Team of three – la squadra dei tre – solitamente è questo il nome che diamo alla squadra. Arbitra più di una squadra? Sì, visto che arbitro in una serie chiamata Top10 dove giocano 10 squadre. C’è la possibilità che tu arbitri le stesse squadre più volte: questo non è un male perché le persone hanno bisogno di confidenza, il ruolo dell’arbitro, nel rugby, richiede fiducia da parte dei giocatori, il rispetto dei giocatori: lo si guadagna facendo delle buone performance e se queste sono buone, vengono apprezzate dai giocatori. La fiducia è un rapporto fondamentale di collaborazione tra arbitro e giocatori. In confronto al calcio, nel rugby c’è maggiore rispetto tra tifosi, arbitri, giocatori e allenatori.

"Un campione non nasce per caso, come le cime non spuntano d’improvviso, ma viene preparato da tutto un ambiente predisposto ad esprimerlo."

Parlava così, nel 1994, Mario Cotelli, il valtellinese che fu allenatore della grandiosa nazionale italiana, la «Valanga azzurra», riferendosi alla Valtellina e ai suoi campioni di sci. Uno sport che ha trainato per anni il settore turistico della Provincia di Sondrio e che, ancora oggi, riveste un ruolo primario nella nostra economia, ma che è nato in tempi antichi, molto lontano dalle nostre valli.

La storia dello sci

Acqua e sali minerali: l'acqua è una risorsa importantissima che uno sportivo tende a perdere, sudando e a riacquistare idratandosi. Questo vale anche per i sali minerali, che riusciamo a riacquistare non solo idratandoci con l’acqua, ma anche mangiando frutta e verdura. (IN GENERALE UNA PERSONA DOVREBBE BERE 1.5/2 LITRI D'ACQUA AL GIORNO). Integratori: Gli integratori, possono darci dei benefici, ma possono essere anche molto pericolosi. Il loro scopo sarebbe quello di integrare nel nostro corpo i valori nutrizionali che non assumiamo nelle giuste quantità. In realtà, con una corretta alimentazione, assumiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, ma purtroppo certe volte, essi vengono consigliati da persone inesperte (tecnici, allenatori, compagni di squadra), che non ne conoscono i rischi. Questo è molto grave perché, se non necessari, possono danneggiare gli organi della persona a cui vengono consigliati.

14. IL CALCIO DI RIGORE&nbsp; Il calcio di rigore viene assegnato dall’arbitro quando un giocatore subisce un fallo all’interno dell’area di rigore. Il pallone deve essere posto precisamente sul dischetto bianco presente in area di rigore, situato esattamente a 11 metri dalla linea di porta. Il portiere deve sistemarsi sulla linea di porta e può muoversi come vuole, solo alla sua destra o sinistra. Il calciatore che si appresta alla battuta deve essere ben identificato dall’arbitro. La rincorsa non deve essere interrotta per alcun motivo. Inoltre non si possono fare finte una volta che ci si è fermati per colpire il pallone, che deve andare rigorosamente in avanti. Il portiere può anche lanciarsi in avanti nel momento in cui l’avversario colpisce la palla. Nel momento del salto però deve sempre avere almeno un piede sulla linea dell’area.&nbsp;

Nel 1969 Donadelli viene sostituito da Jack Sartorelli. Negli anni 70, quando la meta valeva solo tre punti, la società consolida la propria struttura e l'organizzazione: si forma un settore giovanile e arrivano i primi sponsor, così il movimento rugbistico si espande e l'interesse aumenta. La squadra oscilla tra la serie C e la serie D. Sono gli anni di appassionati e durissimi derby con il Sondalo, l'altra squadra valtellinese. Sono anche gli anni delle prime sfide che diventeranno storiche e a volte leggendarie, contro Bergamo, Lumezzane, Parabiago, Rho e Rozzano.

Immagine del 1977 dall'Archivio di Paolo Valenti

Il TELEMARK è una tecnica sciistica detta anche "sci a tallone libero". Fu inventata da Sondre Norheim, uno sciatore proveniente dalla ex contea norvegese di Telemark, a metà dell'Ottocento. L'invenzione è comunemente considerata come l'inizio dello sci come sport. Con questa tecnica avvennero le prime gare di sci nel 1843 a Tromsø (Norvegia). Essa permetteva agevoli cambi di direzione aprendo le porte alla discesa e alla velocità. Gli scarponi, oltre ad essere più flessibili e leggeri, diversamente da quelli utilizzati nello sci alpino, hanno la punta costituta da un materiale morbido che permette il movimento dell’avampiede.&nbsp; Gli SCI DA ALPINISMO dei paesi nordici servivano per spostarsi più agevolmente. I primi erano rudimentali, legati ai piedi tramite lacci di cuoio. Venivano chiamati “zoccoli di legno lunghi”. L'ESCURSIONISMO è una disciplina ricreativa dello sci nordico affine al fondo. Gli sci sono piuttosto rigidi per garantire un più alto controllo della sciata. Sono larghi e laminati e richiedono attacchi specifici. Sono dotati di cavi e molle in grado di fissare il tallone, ma lasciando al piede libertà di movimento.&nbsp; Negli anni ’70 si diffonde lo SCI ACROBATICO che utilizza sci a doppia punta e polivalenti, corti e morbidi. Alla fine degli anno ’90 si diffondono sci a punta rialzata che permettono di fare salti all’indietro.&nbsp;

Alla fine della carriera agonistica diventa maestro di sci, allenatore di 2° livello e istruttore nazionale. Da quando è tornato in Valmalenco è il protagonista del progetto Enjoyski School,&nbsp;un corso dedicato a tutti i bambini e ragazzi dai 6 anni in su che vogliono perfezionare la propria tecnica divertendosi in compagnia.&nbsp;

Matteo Nana, nato a Sondrio il 25 agosto 1974, originario di Chiesa in Valmalenco, è uno sciatore alpino italiano specializzato in slalom gigante, slalom speciale, combinata.&nbsp; Cresciuto nello Sci Club Valmalenco, diventa atleta ufficiale del Gruppo Sciatori Fiamme Gialle, dove rimane per 14 anni.&nbsp; E’ uno dei punti di forza della nazionale italiana negli anni '90.&nbsp;&nbsp; Debutta in campo internazionale ai Mondiali Juniores di Monte Campione / Colere, ottenendo tra l'altro il 4º posto nel supergigante.&nbsp;Esordisce in Coppa del Mondo il 19 febbraio 1995, disputando uno slalom speciale sulle nevi di Furano. Ottiene il primo podio in Coppa Europa il 12 febbraio 1996 a Kranjska Gora in slalom gigante. Nel 1999 partecipa ai Mondiali di Vail / Beaver Creek e ai Campionati italiani si laura campione nazionale di slalom gigante e di slalom speciale. All'inizio della stagione successiva, il 23 novembre 1999, ottiene il secondo podio in Coppa del Mondo, giungendo nuovamente 3º in slalom speciale a Beaver Creek.

Nel percorso interdisciplinare sullo sport dedicato al ciclismo abbiamo analizzato diverse tappe, in particolare quelle del Giro d’Italia che sono passate per Sondrio. Abbiamo visto come molti ciclisti di valore mondiale, anche dei vecchi tempi, abbiano percorso le strade della Valtellina e dei nostri paesi, come per esempio Castione e Triangia. Tutto è iniziato nell'ora di educazione fisica, quando abbiamo analizzato la storia della bicicletta.&nbsp; Successivamente, in collaborazione con Italiano, abbiamo approfondito alcune tappe. La prima è stata quella del 1939 quando l'intera città di Sondrio si era radunata pensando di veder arrivare al primo posto Bartali, ma inaspettatamente vinse Valetti e Bartali perse quel Giro.&nbsp;

Toulouse&nbsp;Lautrec, La Chaîne&nbsp;Simpson&nbsp;(1896)&nbsp;

Umberto Boccioni, Dynamism of a Cyclist (1913)

IL GIRO D'ITALIA DEL 1994

La 15^ tappa del Giro del 1994 prevedeva una dura scalata su due colossi delle montagne nordiche: lo Stelvio e il Mortirolo. La corsa partì da Merano, da dove si affrontò la Cima Coppi di quel Giro, ossia lo Stelvio; ai ciclisti spettò quindi la faticosa salita del Mortirolo. Il giovane ciclista romagnolo Marco Pantani dimostrò a tutti di essere un vero fenomeno e riuscì a scalare la montagna come uno stambecco. Staccò gli avversari e, vincendo la tappa, lanciò un urlo di gioia al traguardo. Grazie alla sua memorabile vittoria si piazzò al secondo posto nella classifica generale.

Abbiamo appreso quanto il ciclismo (o qualunque altro sport) possa dare molti benefici e insegnamenti. La forza di volontà e il sapersi rialzare dopo una sconfitta sono valori molto importanti nello sport perché, anche se una gara è andata male, bisognerebbe pensare all’impegno messo nell’affrontarla. Coppi e Pantani, per esempio,&nbsp; ci hanno dato un insegnamento molto grande da questo punto di vista.&nbsp; Altri valori che abbiamo trovato analizzando il percorso sono la sportività, che per esempio si vede molto nel famoso scatto fotografico dello scambio di borraccia tra Coppi e Bartali, e il coraggio, osservato sul Passo del Tonale nel Giro 1939 svolto sotto una tempesta di neve.&nbsp; Altri insegnamenti che abbiamo ricavato sono il valore di una sana competizione, perché i ciclisti in gara erano rivali, l’amicizia, perché al di fuori della gara erano invece generalmente grandi amici, la solidarietà, manifestata quando Serse, il fratello di Fausto Coppi, morì per via di una caduta e Bartali consolò la madre, e la speranza, che non muore mai e permette agli sportivi di fare l’impossibile. Possiamo al termine di questo lavoro dire che le imprese sportive che abbiamo analizzato contengono degli eventi che ci hanno fatto crescere e comprendere valori forti, di affetto e di intensità che prima erano molto astratti.&nbsp;

Lo sport l’ha aiutata a conoscere meglio sé stesso? Sì, molto. Lo sport insegna a conoscersi e a conoscere gli altri. Puoi essere più meno d’accordo con un tuo compagno di squadra ma il rispetto è fondamentale; in qualsiasi ambiente andrai, qualsiasi esperienza farai, il rispetto del gruppo e per il gruppo, saper ascoltare l’opinione di tutti è fondamentale. Secondo lei chi è il campione nello sport? Ho alcune di citazioni: una è di Floyd Mayweather jr., un pugile americano, l’altra è di Michael Schumacher e l’altra di Rafael Nadal; Mayweather dice che “Il campione è colui che è capace di adattarsi a qualsiasi situazione”, Schumacher afferma che “Il campione è colui che riesce a perdere, accetta di perdere” e Nadal sostiene che “Il campione è colui che ha la forza mentale di non perdere mai” anche se perdi lo accetti e rimani comunque un campione perché la prossima partita la vinci già nella tua testa. Per me il campione è colui che, oltre ad avere un forte talento, ha una grande forza mentale che lo sostiene. È in grado di affrontare una sconfitta e si sa rialzare.

È mai stato insultato dai tifosi? Sì, dagli spalti, nonostante in Italia il rugby sia molto pulito come ambiente; mai però dai giocatori. Un arbitro si deve però abituare a queste critiche, che fanno parte del gioco, anche se non sempre sono costruttive. Perché l’appassiona questo ruolo? La passione che ho è tanta; stare in mezzo ad un campo da rugby e partecipare a una partita sia da giocatore che da arbitro, per me è sempre stata una grande soddisfazione e un privilegio. È una cosa che va oltre campo di gioco. Amo vivere il rugby e la partita stessa. Avere voglia di migliorarti è un aspetto che ti spinge ancora di più verso questo sport. Qual è stata la soddisfazione più grande fino ad ora? Sicuramente aver partecipato al mondiale Under 20 nel 2019 e poi l’esperienza vissuta come assistente in occasione della Challenge Cup. Qual è stata la sua più grande sconfitta? Io sono salito molto in fretta di grado, però ci fu un anno in cui nella squadra eravamo in troppi, quindi fecero un taglio e per ragioni d’età, io fui tagliato da questo gruppo e rimesso nella serie inferiore. Qual è il valore dello sport più rispettato, secondo lei? Nel rugby, ma in tutti gli sport in generale, il valore più importante è il rispetto dell'avversario e dei singoli giocatori. È sicuramente il valore più grande che io riesco a vedere in questo sport. Qual è il valore più importante, secondo lei? Certamente il rispetto è il più importante, è qualcosa che nella vita ti dà tanto. Agli occhi degli altri risulti una persona leale, onesta, trasparente. Il rispetto è anche saper ammettere di aver sbagliato e non mentire. Anche la fiducia è indispensabile, hai bisogno che quando sei in campo i giocatori credano in te e si fidino.

8. L’INIZIO E LA RIPRESA DEL GIOCO INIZIO DEL GIOCO Un calcio d’inizio è il modo di iniziare entrambi i periodi di gioco, entrambi i tempi supplementari e riprendere il gioco dopo che una rete è stata segnata.&nbsp; RIPRESA DEL GIOCO I calci di punizione (diretti ed indiretti), i calci di rigore, le rimesse dalla linea laterale, i calci di rinvio ed i calci d’angolo sono le altre riprese di gioco.

DANIELE PADELLI Cresciuto nel Delebio, squadra valtellinese di seconda categoria, passa al Lecco nel 2001 e poi al Como l'anno successivo. Nel 2004, si trasferisce a titolo definitivo alla Sampdoria dove gioca per un anno nella formazione Primavera venendo convocato varie volte anche in prima squadra però senza mai debuttare. L'anno successivo va in prestito al Pizzighettone, in serie C, e poi la stagione seguente al Crotone. Nel gennaio 2007 il Liverpool preleva il giocatore in prestito fino al termine della stagione. L'esordio da titolare in Premier League avviene nell'ultima giornata di campionato, il 13 maggio 2007,ad Anfield. L'estate successiva la Sampdoria lo riporta in Italia, cedendolo in prestito al Pisa. Nell'agosto 2008 viene ceduto, ancora in prestito, all'Avellino. Coi bianco-verdi colleziona 15 presenze e 29 gol subiti, retrocedendo in Serie C a fine stagione. Terminata l'esperienza ad Avellino rientra inizialmente alla Sampdoria prima che il club genovese, nell'estate 2009, lo ceda nuovamente in prestito al Bari.&nbsp;Fa il suo esordio in Serie A con il Bari il 9 maggio 2010, nella partita sul campo dell'Udinese.

Che tipo di alimentazione seguiva? Noi avevamo delle schede alimentari, i ragazzi miei compagni erano quasi tutti nuovi ma io, che ero mediamente più grande, non ho mai cambiato granché della mia dieta. Ricordo che quando andavo in trasferta ero l’unico a poter bere il vino a tavola. Che cos’è il terzo tempo? È un momento dopo la partita in cui le due squadre vanno a mangiare e bere insieme, questo momento di convivialità serve per abbassare la tensione che si crea in campo durante il gioco. È mai ricorso al doping? No, però so che il doping c’era. Nel rugby non si usa il doping per la partita, per la prestazione sportiva, ma per far crescere i muscoli più in fretta. Chi faceva uso di queste sostanze aveva fisici palestrati (adesso però si sono sgonfiati, perché non utilizzano più i prodotti artificiali che utilizzavano prima). Qual è la sua opinione in merito al doping, all’utilizzo di queste sostanze? Io credo che nella vita non bisogna trovare delle scorciatoie. Queste, le devi cercare sul campo (la strada più breve, la tattica migliore) e non utilizzando qualcosa di esterno che poi ti penalizzerà tutta la vita. Penso che oltre che sbagliato, sia stupido. Per dimostrare quanto si vale, bisogna farlo con le proprie forze.

Guarda la seconda parte della nostra intervista a Paolo Bordoni.

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Michele e Graziano Boscacci nella nostra biblioteca

È importante fare attività fisica? Perché? Credo che praticare attività fisica sia fondamentale specialmente per i ragazzi. È importante infatti non solo per il corpo, ma anche per la mente e il modo di vivere, perché fornisce delle regole. Praticare uno sport, specialmente di squadra, è una palestra di vita importante per imparare a stare con gli altri, aiuta a crescere nel rispetto delle regole che sono importanti non solo nel gioco ma anche nella vita quotidiana. Quanto conta l’alimentazione nello sport? Anche una dieta equilibrata è importante per praticare uno sport. Nei miei vent’anni di carriera anche questo aspetto è molto cambiato. Quando ho iniziato a giocare il pasto tipico prima di una partita era costituito da risotto alla parmigiana, una bistecca con patate e una fetta di crostata. Ciò forniva le giuste energie per poter affrontare la sfida. Oggi le cose sono molto cambiate. I giocatori mangiano solitamente un piatto di bresaola, un po’ di patate e un dolce. C’è da dire che è cambiato però anche il modo di giocare e di bruciare le energie durante una partita. L’aspetto importante da sottolineare comunque non è solo ciò che si mangia prima di un incontro, ma l’importante è mantenere, anche durante la settimana, una dieta sana ed equilibrata che permetterà di essere sempre al 100% delle proprie capacità fisiche. Che squadra tifa? &nbsp;…Inter…

Guarda la prima parte della nostra intervista a Paolo Bordoni.

Parte-1.MOV

Ma cos’è la Valanga Azzurra e quando nasce questo termine così “travolgente”? Era il lontano 7 gennaio 1974, quando nello slalom gigante di Berchtsgaden, in Germania, ci fu un vero e proprio trionfo azzurro: 5 italiani vinsero i primi 5 posti della gara! Erano Gros, Thöni, Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna, tutti nomi che faranno la leggenda dello sci azzurro, proprio sotto la guida dell’allenatore Mario Cotelli, il quale dichiarò alla stampa: “I ragazzi sono stati&nbsp;come palle di neve che, rotolando, diventano valanga.” E da quel momento l'espressione "valanga azzurra" indicherà la nostra nazionale di sci alpino.

La Valanga azzurra. Da destra: il valtellinese Tino Pietrogiovanna,&nbsp;Helmuth Schmalzl, Erwin Stricker, Gustav Thöni, Piero Gros.

UN CAMPIONE è un atleta di grande classe che nel corso della sua carriera ha fatto molti sacrifici.&nbsp; Gioca in modo leale e rispetta le regole dello sport&nbsp;e spesso aiuta i suoi compagni, ma se occorre anche gli avversari.

Al giorno d’oggi ci sono molti campioni in tutti gli sport.&nbsp; Essere un campione significa non&nbsp;essere solo bravi&nbsp;in quello che sai&nbsp;fare ma anche per quello che sei.&nbsp;I campioni fanno molto più di vincere, grazie alla mentalità, al talento naturale e al duro lavoro.

OBIETTIVI E PRINCIPI

Il Rugby è uno sport che comporta il contatto fisico e, in quanto tale, presenta dei rischi. È molto importante giocare nel rispetto delle regole e fare sempre attenzione alla sicurezza del giocatore. Il principio del fair play non può essere fatto rispettare solo dall’arbitro, ma ricade anche su Federazione, club, tecnici e giocatori.

OBIETTIVI: L'obiettivo del gioco è quello di segnare il maggior numero possibile di punti contro una squadra avversaria, passando/calciando/portando, e mettendo a terra il pallone. CONQUISTA E CONTINUITÀ:&nbsp;&nbsp;&nbsp; La lotta per il possesso del pallone è una delle caratteristiche fondamentali del Rugby. Vi sono diverse forme di contesa per il pallone durante la partita: - tramite il contatto; - nel gioco generale; - quando il gioco riprende, rimessa laterale, calcio d’invio e di ripresa del gioco. Quando una squadra tenta di conservare il pallone, la squadra avversaria si sforza di lottare per recuperarlo. È questa la lotta che determina l’equilibrio essenziale fra la continuità del gioco. Questo equilibrio fra la contesa e la continuità si applica alle fasi statistiche e al gioco corrente.&nbsp;&nbsp; SOLIDARIETÀ, PASSIONE: Il popolo del Rugby ha un appassionato entusiasmo per il gioco, ed esso genera: attaccamento emotivo, possibilità che nascano amicizie di lunga durata, lavoro di gruppo e molta lealtà.

Al termine dei due anni a Bari, nell'estate 2011 la Sampdoria cede il portiere all'Udinese a titolo temporaneo; l'estate seguente il trasferimento diventa definitivo. Con il club bianconero scende in campo 12 volte. Nel maggio 2013 si accorda con il Torino, con la prospettiva di diventare il titolare della porta granata. Debutta con i piemontesi il 17 agosto. L'esordio nelle coppe europee avviene in occasione della sfida per il primo turno preliminare di Europa League contro il Brommapojkarma; conclude l'esperienza a Torino con 100 presenze e 132 gol subiti. Il 3 luglio 2017 si trasferisce all'Inter, a fare il sostituto del titolare Samir Handanovic. Esordisce in Coppa Italia il 12 dicembre dello stesso anno, contro il Pordenone. Esordisce invece in Serie A con la maglia dell'Inter, il 2 febbraio 2020 contro l'Udinese, nella trasferta vinta dai nerazzurri per 2-0. Attualmente è in contratto con l'Inter, anche se è in una situazione di stallo, senza sapere se rimarrà nel club Milanese.

Lo sci però non è stato sempre sinonimo di divertimento e sport; le montagne dell’Alta Valle sono state teatro, nella Prima Guerra Mondiale, delle eroiche imprese degli alpini sciatori. Molti di questi, una volta tornati nelle loro case, propagandarono lo sviluppo di questo sport.&nbsp; Nel Bormiese e in Valfurva, grazie anche ai più di 2000 paia di sci lasciati dai militari dislocati sul Cevedale-Zebrù, lo sci si diffuse presto tra i residenti e poco alla volta cominciò a richiamare sempre più turisti, tanto da far diventare questo sport una fonte di benessere per tanti.&nbsp; Lo&nbsp;sci a inizio ‘900 era solo uno dei tanti sport invernali, ma quei due lunghi legni ricurvi, anche se ultimi arrivati, in pochi anni acquistarono sempre più popolarità, per diventare poi lo sport invernale per antonomasia.&nbsp;

Che tipi di allenamenti svolgete e per quante ore alla settimana durante la stagione agonistica? Michele - Varia un po’ da periodo a periodo nell’arco della stagione, perché nella fase autunnale di preparazione alla stagione agonistica ci si allena veramente tanto e si arrivano a fare venti/trenta ore alla settimana, mentre poi quando iniziano le gare si deve un po’ mollare, bisogna riposare e arrivare all’evento più riposati, quindi si passa anche solo a dieci ore alla settimana, non tutti i giorni, ma su sette giorni un giorno si riposa. Quindi è un bell’impegno, che però, come dicevo anche prima, è un impegno che è una passione e quindi è bello impegnarsi. Seguite un’alimentazione particolare? Se sì, di che tipo? Michele - Sicuramente ogni sport ad alto livello è seguito da una buona alimentazione; nel nostro caso in particolare non abbiamo una ”dieta”; si cerca di mangiare bene soprattutto nella vicinanza delle gare, magari evitando delle cose più pesanti, più difficili da digerire, ma non è così fiscale: evitiamo di mangiare cibo spazzatura e mangiamo il più sano possibile. Quando siete in montagna, vi lega di più essere padre e figlio o la montagna? Graziano - Eh, è una domanda difficile. Probabilmente è un connubio delle due cose che ci unisce, perché si crea un feeling talmente particolare che non riesci più a distinguere qual è il rapporto padre-figlio, che poi si trasforma in un’amicizia quasi, da quello che si ha invece nel proprio ambiente naturale che è&nbsp;la montagna. Ti è mai capitato di sentire la vittoria in pugno prima dell’inizio di una gara? Michele - No, a dir la verità capita più spesso il contrario. Ti senti magari poco bene o non ti senti pienamente in forma e poi arriva la vittoria. Quasi sempre capita così: quando ti senti troppo sicuro e troppo pieno di te stesso sono le volte in cui magari a livello fisico potresti anche vincere, ma poi si commettono degli errori, anche grossolani, perché ti senti troppo sicuro. Essere sicuro di vincere prima di partire, almeno in gare di Coppa del Mondo o di alto livello, non mi è mai capitato.&nbsp; Ci potete dire cosa provate quando fate sci alpinismo? Michele - Quando fai sci d’alpinismo provi una sensazione di libertà e pace con te stesso e con la montagna; se lo si pratica accompagnati persone speciali, da parenti o amici, si entra in sintonia. Io e mio papà abbiamo veramente pochi anni di differenza, solo 20. A casa siamo padre e figlio, quando invece siamo in montagna siamo come due amici, come due di voi che vanno a divertirsi. Graziano - Per rendervi meglio l’idea è come per voi fare il gioco che preferite a scuola durante la ricreazione oppure il pomeriggio.

Nel rugby ci sono 4 fondamentali individuali e sono: IL PASSAGGIO: il passaggio può essere fatto solamente all’indietro, di solito viene eseguito a due mani in corsa ma può essere fatto anche a una mano o da fermo.

LA RICEZIONE: avviene di solito in corsa e deve essere effettuata guardando il compagno che passa la palla. Le mani vanno tenute aperte e vicine in direzione della palla. Una volta presa, va portata verso il petto per difenderla dagli avversari.

1. IL TERRENO DI GIOCO

Il gioco si svolge su un campo erboso di forma rettangolare lungo da 90 a 120 metri e largo da 45 a 90 metri. Al centro dei lati minori del rettangolo sono sistemate le due porte.

2. IL PALLONE Tutti i palloni devono essere di forma sferica la circonferenza deve essere compresa tra i 68 cm ed i 70 cm il peso compreso tra i 410 g ed i 450 g e la pressione pari a 0,6 - 1,1 atmosfere (600 - 1100 g/cm²) a livello del mare.

PAOLO BORDONI Ha lasciato un ricordo indelebile nelle tre squadre che l’hanno visto protagonista nella sua carriera da giocatore. Del sondriese Paolo Bordoni (23 Febbraio 1963) si ricordano molto bene i tifosi del Piacenza, Lodigiani e Pescara. Da metà anni ‘80 fino al 2001 con queste tre società ha collezionato ben 503 presenze tra serie B e C dimostrandosi uno dei portieri più forti delle due categorie. A 18 anni era titolare nel Sondrio di Orazio Rancati. Lasciato il capoluogo è passato all’Atalanta dove in due stagioni non ha mai calcato il campo. Nell’85 è arrivata la chiamata dal Piacenza e da quel momento la sua storia è cambiata. Con gli Emiliani sono state 148 le presenze, arricchite dalla coppa Anglo-Italiana nel 1986 e dal campionato di serie C1 l’anno successivo. Dopo due annate in B e una in C1 matura l’addio con destinazione Lodigiani, dove giocherà per ben 7 anni, dal 1990 al 1997.

INTERVISTA DELLA CLASSE 2D AD ALFIO SCIARESA

Venerdì 16 aprile Dove ha iniziato a giocare rugby e quando? Ho iniziato a praticare rugby nella scuola di Sondrio nel 1976 (ho la data anche precisa, perché era il giorno che a Milano c’era la partita di calcio Italia contro Spagna) e ho giocato fino al 1988, quando sono passato in serie A per sei anni, fino a che ho smesso. Per tre anni ho giocato ad intervalli, quando riuscivo; nel rugby dopo i quarantadue anni è molto complicato giocare infatti bisogna fare una visita a Roma per verificare la salute fisica, a questo punto, di solito, quasi tutti smettono. Quale ruolo rivestiva? Ho rivestito due ruoli: all’inizio il centro e, per il resto della mia carriera, nella terza linea ala. Come si chiama la squadra in cui giocava? Nel corso della mia carriera ho giocato inizialmente nel Rugby Sondrio poi a Milano nel Mediolanum.

PRINCIPI DELLE REGOLE: I giocatori hanno l’obbligo di osservare il regolamento e rispettare i principi del fair play. Le regole devono essere applicate in modo da assicurare che il gioco del rugby sia praticato conformemente ai principi del gioco. Gli ufficiali di gara raggiungono questo obiettivo tramite correttezza, coerenza, sensibilità e, ove opportuno, gestione delle situazioni. D’altra parte, è responsabilità di allenatori, capitani e giocatori rispettare l’autorità degli ufficiali di gara.&nbsp; DISCIPLINA: La disciplina è una parte integrante del gioco, sia dentro e fuori dal campo e si esprime attraverso i regolamenti e i valori centrali del Rugby. CONCLUSIONI: Il Rugby è uno sport per uomini e donne, ragazzi e ragazze. Genera lavoro di squadra, comprensione, collaborazione e rispetto per i partecipanti.&nbsp; I suoi pilastri sono, da sempre: il piacere di partecipare, il coraggio e le capacità richiesti dal gioco, la passione per uno sport di squadra che arricchisce le vite di tutti coloro che ne sono coinvolti, le amicizie per la vita che si creano attraverso il comune interesse nel gioco.&nbsp; È proprio grazie alle caratteristiche atletiche e di intensità fisica del Rugby che esiste un senso così nobile dell’amicizia prima e dopo le gare. La storica tradizione, che vede i giocatori delle due squadre ritrovarsi e divertirsi fuori dal campo, in un contesto sociale, rimane al cuore del gioco. Il Rugby è pienamente entrato nell’era del professionismo, ma ha conservato lo spirito e le tradizioni di uno sport ricreativo. In un’epoca in cui molte qualità sportive tradizionali si stanno indebolendo o addirittura rischiano di scomparire, il Rugby può essere fiero della sua capacità di conservare alti standard di sportività, di etica e di fair play.

1. Esorta la tua squadra a giocare bene. 2. Esulta sulle belle azioni della tua squadra. 3. Applaudi alle azioni di fair play fatte anche dall’avversario. 4. Non insultare l’avversario. 5. Rispetta l’arbitro e l’avversario perché senza di loro non ci sarebbe divertimento. 6. Si può cantare. 7. Scrivi striscioni incoraggianti. 8. Non arrampicarti sulle recinzioni. 9. Non invadere il campo. 10. Non superare la coda per entrare nello stadio. 11. Non entrare in aree proibite.&nbsp;

Quel giorno l’italiano Chioccioli perse il Giro d’Italia, che venne vinto dallo statunitense Hampsten, secondo a Bormio. Pochi anni fa Hampsten ha dichiarato di non aver mai più voluto salire sul Gavia, neppure in automobile!&nbsp; Quei ciclisti avevano scritto una delle pagine più eroiche del ciclismo di ogni tempo.

LA STORIA DEL RUGBY

Il Rugby nasce nel 1823 nella città inglese di Rugby. La leggenda narra che durante una partita di calcio William Webb Ellis prende tra le mani la palla e corre in avanti verso il limite del campo, trascurando le regole in vigore: la novità del gesto non è stata tanto il prendere la palla tra le mani, che era concessa nelle regole del calcio di allora, quanto farlo correndo in avanti, azione che rappresenta ancora oggi una delle caratteristiche fondamentali del nuovo gioco. L’Irlanda fu il primo paese, dopo l'Inghilterra, ad adottare il rugby. La prima versione scritta del regolamento fu introdotta 1845. Prima si diffuse nelle scuole superiori poi fu introdotta a livelli agonistici. Il 25 marzo dei 1871 si disputò la prima partita internazionale e si adottò la palla ovale con l’intenzione di renderla difficilmente controllabile con i piedi e non rischiare di “tornare” al calcio.&nbsp;

UDA SPORT E CAMPIONI DI VITA CLASSE 2^ D

Lo sci di fondo è uno sport invernale appartenente al gruppo di sport dello sci nordico, molto popolare nei paesi nordici. Nato dall'esigenza di muoversi in un ambiente coperto dalla neve, è diventato uno sport nella seconda metà dell’800, quando si cominciano a disputare gare anche su distanze notevoli (200 km). Per la pratica si usano sci privi di lamine e di una larghezza media di 4,5 cm, attaccati con scarpette particolari, che si fissano solo in punta, consentendo al tallone di sollevarsi liberamente. Nello sci di fondo la tecnica permette di avanzare sulla neve con l'utilizzo coordinato di sci e bastoncini. Ci sono due tecniche distinte: la tecnica classica&nbsp;(si avanza come camminando) e la tecnica libera (si slitta come con un pattino).

Manuela Di Centa Wins Olimpic Games

Guarda la campionessa olimpica Manuela Di Centa vincere alle olimpiadi invernali di Lillehammer del 1994.

Presente sin dalla prima edizione delle paralimpiadi&nbsp;invernali di <a href="http://azzurridigloria.com/paralimpiadi-invernali-1976">Örnsköldsvik</a> del 1976, lo&nbsp;sci alpino paralimpico&nbsp;è uno degli sport portanti dei giochi paralimpici invernali: sono ben 30 infatti le medaglie assegnate da questo sport (15 per ciascun sesso). Cinque sono le discipline in cui si divide:&nbsp;slalom gigante, slalom speciale, supergigante, discesa libera e supercombinata. Inoltre gli atleti sono divisi in tre classi in base alla loro disabilità:&nbsp;in piedi, seduti e ipovedenti/non vedenti. L’Italia, così come nella sua variante olimpica, ha sempre ottenuto buonissimi risultati nello sci alpino paralimpico, attestandosi al 12° posto del medagliere specifico di questo sport. La prima medaglia è arrivata nel 1984, a Innsbruck, grazie a&nbsp;Bruno Oberhammer, ipovedente, che ha partecipato e vinto medaglie in tutte le paralimpiadi fino a quella di Nagano del 1998, per un totale di&nbsp;12, 3 ori, 5 argenti e 4 bronzi. L’attrezzatura che viene utilizzata cambia in base alle abilità degli atleti: può essere una slitta montata su monosci, una protesi ortopedica, degli stabilizzatori, oppure chi è affetto da cecità può sciare con una guida che lo precede dandogli indicazioni vocali per seguire il percorso.&nbsp;

La Valtellina è una terra fertile di campioni nello sport come nella vita. Lo spirito di sacrificio, la fatica, il lavoro hanno sempre caratterizzato le genti alpine, che sono riuscite nei secoli a ricavare l'uva da aspri e impervi pendii. Questa perseveranza è stata ereditata dai nostri atleti che hanno primeggiato in molti ambiti dello sport, conseguendo grandi successi anche a livello mondiale. Noi ragazzi quest'anno abbiamo lavorato ad un progetto intitolato "Sport e campioni di vita" che racconta la storia di quattro discipline importanti per la Valtellina: lo sci, il calcio, il ciclismo e il rugby. Ogni classe si è occupata di un'attività sportiva focalizzandosi sulla figura di un campione nello sport ma anche nella vita. Durante il lavoro abbiamo imparato che molte delle doti del vero campione - passione, motivazione, competizione, impegno, sacrificio, disciplina, inclusione, collaborazione - sono necessarie anche nella vita quotidiana per stare bene con noi stessi e con gli altri. Il nostro grazie va agli atleti che si sono prestati a farsi intervistare e filmare da noi: Graziano e Michele Boscacci, Alfio Sciaresa, Paolo Bordoni e Federico Vedovelli. Ed ora, in attesa delle Olimpiadi Invernali 2026 che si terranno tra Lombardia e Trentino, non ci resta che augurarvi buona lettura!

Gli alunni delle seconde classi della Scuola Secondaria di Primo Grado "Luigi Torelli" di Sondrio A.s. 2020/2021

Negli anni '80 il rugby sondriese compie un deciso salto di qualità. Diverse volte i sondriesi riescono a disputare la poule per la promozione in serie A e sono costretti a cedere il passo solo contro formazioni decisamente forti e blasonate. Nel 1988 inizia la parabola discendente e la squadra retrocede prima in serie C1 e poi in C2. Nella stagione 1989/1990 la squadra non viene nemmeno iscritta al campionato ma già la stagione successiva inizia la risalita. La grande maturazione fa arrivare la squadra quasi alla promozione in serie A. Nel campionato 1998/1999 però, dopo un indiscusso dominio sul campo, alla squadra di Sondrio non è consentito di accedere ai play-off per la promozione in serie B per via di motivi giuridici. Nei due anni successivi molti "vecchi" giocatori abbandonano l'attività agonistica. Nel 2001 e 2002, il Sondrio Rugby ha una nuova e giovanissima squadra. In questo periodo spunta anche un grandissimo sponsor: la Sertori. È una fantastica annata. Successivamente però, il Sondrio Rugby va in declino. Nelle annate successive i giocatori si infortunano varie volte e le partite si concludono con un quindicesimo posto. La squadra è invecchiata ma nonostante questo sono riusciti a mantenere la posizione nella serie B nazionale. Nel 2017 anche le donne possono iniziare a costruirsi una carriera nel rugby formando anche una squadra femminile.

Nel 1970/1971, la nazionale italiana di sci alpino conquista la sua prima Coppa del Mondo assoluta grazie a Gustav Thöni. Nel 1972 debuttano altri due grandi sciatori italiani: Herbert Plank, uno dei più grandi discesisti azzurri di ogni epoca, e Piero Gros, slalomista e gigantista che vincerà varie coppe di specialità e la Coppa del Mondo. Mario Cotelli muore all’età di 76 anni, ma verrà sempre ricordato nel mondo sciistico come uno degli allenatori più apprezzati e vincenti di sempre.

Mario Cotelli è nato a Tirano il 6 marzo 1943. Fresco di laurea alla Bocconi, negli anni ‘70 è l’allenatore della Valanga Azzurra. Sotto la sua guida nascono due tra i più grandi campioni dello sci alpino, Gustav Thöni e Piero Gros. Nella sua prima stagione (1969/1970), decide per un rinnovamento della squadra, facendo debuttare Gustav Thöni, Franco Bieler, Tino Pietrogiovanna ed Erwin Stricker: l'Italia riesce così a ottenere alcune importanti vittore.

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