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PARITA' DI GENERE

by GUGLIELMO CHIARO

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LA PARITA' DI GENERE NEL MONDO DEL LAVORO
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Ho deciso di raccontare una mia esperienza personale. Un fatto che sebbene avvenuto un po' di tempo fa è rimasto ancora impresso nella mia memoria.
Era la primavera del 2021, quando si aprono i colloqui presso un noto ristoratore dell’area flegrea per l’assunzione a tempo indeterminato di un cameriere di sala. La mia amica e vicina di casa Chiara, diplomata all’istituto alberghiero con indirizzo “sala” con il massimo dei voti, è entusiasta ed è carica di aspettative. Ricoprire quel posto di lavoro sarebbe per lei, importante anche per poter aiutare economicamente la sua famiglia, visto che da un anno il padre è disoccupato a causa della pandemia. Finalmente, arriva il giorno in cui Chiara viene convocata per il colloquio.
Tra i candidati non ce’ nessuno, che abbia le sue capacità: Chiara dimostra di saper parlare fluentemente inglese e francese, di saper accogliere in maniera cordiale e professionale i clienti, di saper comunicare la provenienza delle pietanze, gli ingredienti e i metodi di preparazione.  
 Chiara, però, viene esclusa, tradita dal suo aspetto troppo robusto e dal suo essere donna. Viene scelto un uomo con un curriculum nettamente inferiore a quello di Chiara.
Ricordo, che quando Chiara lo raccontò con le lacrime agli occhi, ci rimasi malissimo e provai un senso di collera per l’ingiustizia commessa. 
Ho deciso di raccontare una mia esperienza personale. Un fatto che sebbene avvenuto un po' di tempo fa è rimasto ancora impresso nella mia memoria.
Era la primavera del 2021, quando si aprono i colloqui presso un noto ristoratore dell’area flegrea per l’assunzione a tempo indeterminato di un cameriere di sala. La mia amica e vicina di casa Chiara, diplomata all’istituto alberghiero con indirizzo “sala” con il massimo dei voti, è entusiasta ed è carica di aspettative. Ricoprire quel posto di lavoro sarebbe per lei, importante anche per poter aiutare economicamente la sua famiglia, visto che da un anno il padre è disoccupato a causa della pandemia. Finalmente, arriva il giorno in cui Chiara viene convocata per il colloquio.
Tra i candidati non ce’ nessuno, che abbia le sue capacità: Chiara dimostra di saper parlare fluentemente inglese e francese, di saper accogliere in maniera cordiale e professionale i clienti, di saper comunicare la provenienza delle pietanze, gli ingredienti e i metodi di preparazione.  
 Chiara, però, viene esclusa, tradita dal suo aspetto troppo robusto e dal suo essere donna. Viene scelto un uomo con un curriculum nettamente inferiore a quello di Chiara.
Ricordo, che quando Chiara lo raccontò con le lacrime agli occhi, ci rimasi malissimo e provai un senso di collera per l’ingiustizia commessa. 
Oggi proverò a spiegare il mio raccapriccio. E possibile mai! Che ancora oggi si verifichino episodi del genere? L’episodio di Chiara ha stuzzicato la mia curiosità e ho scoperto, che in Italia la situazione è davvero preoccupante. Pensate che secondo l’ISTAT, le donne tra i 15 e i 64 anni che a dicembre 2020 risultavano occupate sono appena il 48,6%, contro il 67,5% degli uomini, con una differenza di quasi 20 punti percentuali. Secondo le statistiche Eurostat, l’Italia è uno dei paesi europei più penalizzanti per le donne. Il tasso di donne occupate (20-64 anni, in questo caso: 53,8%) è infatti il secondo più basso del continente, prima della Grecia, e a una distanza abissale dalla Svezia, che col 79,7% è al primo posto nell’Unione Europea.
Dati impressionanti, se si considera che la parità di genere:
-      figura nell’Agenda 2030 fra gli obiettivi prefissati per lo Sviluppo sostenibile  ed è ancora, tristemente, lontana dal realizzarsi;
-      Che secondo una ricerca sono proprio le donne a ottenere i risultati migliori negli studi. Sia perché arrivano prima alla laurea, ma anche perché ottengono voti più alti.
Ed allora al di là dei dati statistici a voi viventi del terzo millennio ed in particolare a voi che sulla base di criteri di valutazione iniqui, scegliete persone meno qualificate solo perchè uomini e soprattutto criteri discriminanti che non tengono conto delle potenzialità delle donne, ma solo di loro eventuali punti deboli, a voi vorrei suggerire  di dare uno sguardo alle numerose donne che hanno reso migliore il mondo nel quale viviamo. 
Oggi proverò a spiegare il mio raccapriccio. E possibile mai! Che ancora oggi si verifichino episodi del genere? L’episodio di Chiara ha stuzzicato la mia curiosità e ho scoperto, che in Italia la situazione è davvero preoccupante. Pensate che secondo l’ISTAT, le donne tra i 15 e i 64 anni che a dicembre 2020 risultavano occupate sono appena il 48,6%, contro il 67,5% degli uomini, con una differenza di quasi 20 punti percentuali. Secondo le statistiche Eurostat, l’Italia è uno dei paesi europei più penalizzanti per le donne. Il tasso di donne occupate (20-64 anni, in questo caso: 53,8%) è infatti il secondo più basso del continente, prima della Grecia, e a una distanza abissale dalla Svezia, che col 79,7% è al primo posto nell’Unione Europea.
Dati impressionanti, se si considera che la parità di genere:
-      figura nell’Agenda 2030 fra gli obiettivi prefissati per lo Sviluppo sostenibile  ed è ancora, tristemente, lontana dal realizzarsi;
-      Che secondo una ricerca sono proprio le donne a ottenere i risultati migliori negli studi. Sia perché arrivano prima alla laurea, ma anche perché ottengono voti più alti.
Ed allora al di là dei dati statistici a voi viventi del terzo millennio ed in particolare a voi che sulla base di criteri di valutazione iniqui, scegliete persone meno qualificate solo perchè uomini e soprattutto criteri discriminanti che non tengono conto delle potenzialità delle donne, ma solo di loro eventuali punti deboli, a voi vorrei suggerire  di dare uno sguardo alle numerose donne che hanno reso migliore il mondo nel quale viviamo. 
Una per tutte è sicuramente è Rita Levi Montalcini una donna che per tutta la vita ha dimostrato la sua intelligenza dedicandosi interamente alla scienza e alla ricerca. E’ stata una neurologa, una senatrice a vita e premio Nobel per la medicina. Dai genitori ereditò la passione per la ricerca intellettuale e in un’epoca in cui le donne avevano poche possibilità perchè dominava la figura maschile, riuscì a conseguire la laurea in medicina con 110 e lode e scelse di specializzarsi in neurologia e pschiatria. Riuscì a prendere il premio Nobel per la medicina perchè scoprì il” nerve growt factor”, una proteina coinvolta nello sviluppo del sistema nervoso, fondamentale per trovare la cura per alcune tra le malattie più gravi del sistema nervoso. Ma al di là di tutto la Montalcini ha sempre lottato per dimostrare al mondo che uomini e donne devono essere posti sullo stesso piano, perchè hanno le stesse possibilità mentali e le pari opportunità e ciò è la base per costruire una società migliore
E allora, venendo al dunque, sebbene chi scrive appartiene al genere maschile, è fermamente convinto della necessità che la donna debba essere presente in tutti gli ambiti lavorativi, avendo le stesse capacità dell’uomo. Va precisato però che riconoscere “la parità di genere” non deve significare mortificare le differenze psicologiche e fisiche, che in ogni caso ci sono tra uomo e donna, ma è proprio il rispetto di tali diversità che esige la piena partecipazione della donna anche in quei campi tradizionalmente di esclusivo appannaggio dell’uomo, per i quali in alcuni casi potrebbe essere addirittura la scelta vincente. 
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