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Studi di Genere

by Giovanna Spalla

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STUDI DI GENERE
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LINGUAGGIO DI GENERE
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Pari Opportunità
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Quando parliamo e scriviamo, l'uso che facciamo del linguaggio riflette e influenza il nostro modo di pensare e di agire; è il principale mezzo di espressione di pregiudizi, di discriminazioni e di stereotipi.
Quindi, perché è importante il linguaggio? Perché è giusto dire la maestra, l'infermiera, il rettore e non l'avvocatessa? Usare una parola anziché un'altra vuol dire avere una percezione di una parte della realtà e non la realtà nella sua interezza.

Nonostante la presenza delle donne in ruoli, professioni e carriere fino a pochi anni fa esclusivamente maschili, vi è una "resistenza" nell'uso della lingua a riconoscere questo cambiamento, lingua che usa ancora il maschile attribuendogli una falsa neutralità e che rende difficoltoso il percorso di rimozione degli stereotipi di genere.

La lingua non è solo uno strumento di comunicazione attraverso il quale vengono trasmesse informazioni e idee, essa riflette nei suoi usi la società che la utilizza e nello stesso tempo, influenza quest'ultima nel modo di pensare, di giudicare, di classificare la realtà; dietro forme ed espressioni linguistiche di uso comune spesso si celano pregiudizi sociali, culturali e sessuali che si trasmettono senza volerlo nel linguaggio.
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La lingua che impariamo e che parliamo ha effetti molto profondi su di noi e modella il nostro modo di vedere il mondo.
Le parole riflettono l’asimmetria sociale che esiste tra femmine e maschi e che assegna a questi ultimi uno status di potere.
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Sessismo "benevolo"
Persino il sessismo "benevolo" ha effetti negativi chiaramente osservabili. Per chiarezza il sessismo benevolo include tutta una serie di comportamenti o affermazioni che non hanno l’obiettivo di offendere o denigrare ma che, comunque, celano una discriminazione e perpetuano gli stereotipi di ruolo: per esempio, gesti di galanteria come aprire la portiera dell’auto a una “signora”, sottolineare atteggiamenti prosociali e orientati all’emotività “tipici delle donne”.
Che cos'è la neutralità di genere nel linguaggio?
Un linguaggio "neutro sotto il profilo del genere" indica, in termini generali,
l'uso di un linguaggio non sessista, inclusivo e rispettoso del genere. La finalità di un linguaggio neutro dal punto di vista del genere è quella di evitare formulazioni che possano essere interpretate come di parte, discriminatorie o degradanti, perché basate sul presupposto implicito che maschi e femmine siano destinati a ruoli sociali diversi.
L'uso di un linguaggio equo e inclusivo in termini di genere, inoltre, aiuta a combattere gli stereotipi di genere, promuove il cambiamento sociale e contribuisce al raggiungimento dell'uguaglianza tra donne e uomini. Un linguaggio neutro o inclusivo sotto il profilo del genere va ben oltre il concetto di "politicamente corretto". Il linguaggio infatti è, di per sé, un potente strumento che contemporaneamente riflette e influenza gli atteggiamenti, i comportamenti e le percezioni.

Per assicurare la parità di trattamento di tutti i generi, a partire dagli anni Ottanta ha iniziato ad affermarsi l'impegno a favore di un uso della lingua neutro ed equilibrato sotto il profilo del genere e non sessista, in modo da garantire che nessun genere fosse privilegiato e che non fossero perpetuati i pregiudizi nei confronti di uno o dell'altro genere.
Che si tratti di questioni di genere o di scelte lessicali, c’è un principio che percorre e regge tutta la lingua: «la superiorità dell’uomo sulla donna».
Mediante la ripetizione inconsapevole di forme linguistiche basate su questo principio si perpetua e si rafforza la posizione di potere dell’uomo e di subalternità della donna nella nostra società e si dà in tal modo quel «consenso» indispensabile al mantenimento di qualsiasi potere.

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