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Quota 1425

by Rossano Zaltron

Cover

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Battaglia in Val Grande di Posina,
Quota 1425
 
 

 







 
 
Battaglione Alpini Monte Berico
6° Reggimento Alpini
L’ALPINO
MARCELLO BRENDOLAN
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di Rossano Zaltron, 14 luglio 2017

Alpino dell’Associazione Nazionale Alpini Sezione di Vicenza “Monte Pasubio” Gruppo San Vito di Brendola


















Foto di copertina (Rif. 11 cit. pag. 60)

A ricordo dell’Alpino Brendolan Giuseppe Marcello

Figlio di Pietro e Benetti Imela, nato a Brendola il 18 agosto 1896 professione contadino, residente a Brendola. (Rif. 12)
Dall’archivio parrocchiale don Giampaolo Marta, unità pastorale "S. Bertilla” di Brendola. (Rif. 3)


















29 agosto 1896
Brendolan Giuseppe Marcello di Pietro di Giovanni e di Benetti Imela fu Giuseppe, nacque in questa parrocchia il giorno 18 agosto 1896, ore 2 pomeridiane; il giorno 29 suddetto venne battezzato a casa, dal (sic) Illustre Reverendo don Giuseppe Capovilla, Cappellano di Brendola.


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A ricordo dell’Alpino Brendolan Giuseppe Marcello

Figlio di Pietro e Benetti Imela, nato a Brendola il 18 agosto 1896 professione contadino, residente a Brendola. (Rif. 12)
Dall’archivio parrocchiale don Giampaolo Marta, unità pastorale "S. Bertilla” di Brendola. (Rif. 3)


















29 agosto 1896
Brendolan Giuseppe Marcello di Pietro di Giovanni e di Benetti Imela fu Giuseppe, nacque in questa parrocchia il giorno 18 agosto 1896, ore 2 pomeridiane; il giorno 29 suddetto venne battezzato a casa, dal (sic) Illustre Reverendo don Giuseppe Capovilla, Cappellano di Brendola.


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Marcello Brendolan di Pietro e di Benetti Imela, cresimato da Sua Eminenza Monsignor Feruglio 29/11/1905 a Vicenza in Oratorio Cattedrale, Padrino Benetti Luigi di Lonigo.













(Rif. 7)
Villa cinquecentesca Pilotto fu Brendolan, ora Dalla Rovere

Marcello nacque a San Vito di Brendola da una famiglia facoltosa, che offriva molto lavoro nelle sue proprietà agricole e pastorizie.
Un gran numero di cittadini della frazione di San Vito vi prestavano la loro manodopera.



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Presentazione.
La stesura di questa ricerca parte dalla volontà di fare chiarezza su talune chiacchiere riguardo la decorazione dell’Alpino Marcello Brendolan. Le dicerie associavano tale fregio a probabili “conoscenze” della facoltosa famiglia Brendolan.

Ho voluto raccogliere ed incrociare testimonianze e vicende svoltesi nei giorni precedenti al sacrificio di questo giovane.

In tutta verità sono stato anch’io condizionato da queste dicerie, ma, man mano che approfondivo la ricerca, mi rendevo conto che la verità era diversa dalle chiacchiere.
Al punto d’essermi vergognato per aver dubitato del valore di questo alpino e dato retta alle dicerie.

Questo lavoro vuol essere una sorta di “scusa” a Marcello ed il grido della verità.
Voglio condividere questa riflessione, perché talvolta la superficialità alimenta i nostri pensieri, la nostra bocca ed in alcune circostanze le nostre azioni che finiscono per ferire o addirittura demolire il prossimo, provocando lo stesso dolore che causerebbe un’arma.

La nostra sede degli Alpini sorge su un terreno donato dalla famiglia Brendolan in memoria dei fratelli, tra cui Marcello.

Nel Centenario della grande Guerra voglio dedicare questa ricerca alla memoria di tanti ragazzi, che hanno sacrificato la loro vita con dedizione, volontà e amor di patria.

Ho voluto ripercorrere le stesse vie degli stessi luoghi di cento anni fa, raccogliendo informazioni della battaglia a quota 1425 fotografando le zone descritte dai fatti d’armi.                                                                      

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Presentazione.
La stesura di questa ricerca parte dalla volontà di fare chiarezza su talune chiacchiere riguardo la decorazione dell’Alpino Marcello Brendolan. Le dicerie associavano tale fregio a probabili “conoscenze” della facoltosa famiglia Brendolan.

Ho voluto raccogliere ed incrociare testimonianze e vicende svoltesi nei giorni precedenti al sacrificio di questo giovane.

In tutta verità sono stato anch’io condizionato da queste dicerie, ma, man mano che approfondivo la ricerca, mi rendevo conto che la verità era diversa dalle chiacchiere.
Al punto d’essermi vergognato per aver dubitato del valore di questo alpino e dato retta alle dicerie.

Questo lavoro vuol essere una sorta di “scusa” a Marcello ed il grido della verità.
Voglio condividere questa riflessione, perché talvolta la superficialità alimenta i nostri pensieri, la nostra bocca ed in alcune circostanze le nostre azioni che finiscono per ferire o addirittura demolire il prossimo, provocando lo stesso dolore che causerebbe un’arma.

La nostra sede degli Alpini sorge su un terreno donato dalla famiglia Brendolan in memoria dei fratelli, tra cui Marcello.

Nel Centenario della grande Guerra voglio dedicare questa ricerca alla memoria di tanti ragazzi, che hanno sacrificato la loro vita con dedizione, volontà e amor di patria.

Ho voluto ripercorrere le stesse vie degli stessi luoghi di cento anni fa, raccogliendo informazioni della battaglia a quota 1425 fotografando le zone descritte dai fatti d’armi.                                                                      

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Si tratta di ambienti tutt’oggi ardui ed impegnativi, nonostante ripercorsi con attrezzature ed abbigliamento idonei. Pensiamo a file di uomini, giovanissimi e più maturi, appesantiti dalle armi e dal materiale d’ogni genere utilizzato in questa Guerra, sicuramente anche malnutriti.

Questo è l’effetto dell’odio, del male, della sete di potere:
 
la Guerra

Sentimenti che tuttora esistono a distanza di cento anni, in luoghi e forme diverse, ma, sotto sotto, generati dagli stessi impulsi negativi.

Parte degli eventi descritti sono riferiti ai combattimenti tenuti dal Battaglione Vicenza e dal Battaglione Monte Berico contro l’esercito austroungarico nella zona di Val Grande, località Posina.

In particolare sono state trascritte le vicende precedenti al Sacrificio dell’Alpino Marcello Brendolan, portaordini del Battaglione Alpini Monte Berico.

La sua volontà e la sua generosità hanno costituito lo slancio al martirio, per la patria e la Nostra Libertà.  


San Vito di Brendola 08 settembre 2016
Rossano Zaltron


 


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