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Le farfalle del Parco del Ticino

by G. Castoldi , S. Finotti e A. Monica

Pages 2 and 3 of 53

PARCO DEL TICINO, TESORO DI BIODIVERSITA’:

UN GIARDINO PER LE FARFALLE
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La farfalla Icaro
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“Era nel tempo ch’ognun s’innamora
ed a scherzar comincian le farfalle".
Luigi Pulci
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Nome scientifico: Polyommatus icarus.
Nome comune: icaro o argo azzurro.
Famiglia: lycaenidea (licenidi).
Caratteristiche
È una specie di ridotte dimensioni (apertura ali 28/36 mm).

È molto veloce nel volo.
Gli esemplari maschi hanno la parte superiore delle ali anteriore e posteriori di colore azzurro violetto con una sottile linea marginale nera e bordata esternamente di bianco.
Le femmine invece sono completamente marroni, talvolta con ombre di colore violetto o azzurro porpurio; presentano macchie a forma di mezza luna di colore arancione e verso il marginale con macchie nere all’interno delle ali posteriori.
Le uova vengono deposte singolarmente su germogli e sulla parte apicale delle foglie diverse specie di leguminose. Appena sgusciati fuori dall’uovo sono grigi ma diventano di un verde brillante durante la crescita.
L’icaro è ampiamente distribuito in tutta Italia, con eccezione Sardegna e Sicilia, ma gli adulti in Sardegna volano tra marzo e luglio, in ambienti fioriti di ogni tipo, dal mare fino ai 2000m di quota.
Può essere trovata nei prati, ampie pianure, radure boschi, giardini, aiole fiorite e orti.

I bruchi si alimentano di molte leguminose, tra cui il trifoglio, l’erba medica e la ginestra.
La protezione delle farfalle:
Molti paesi europei hanno leggi che proteggono le specie più rare e minacciate di estinzione e ne proibiscono la raccolta.
Questo tipo di protezione però, oltre a essere di difficile applicazione, non risolve il problema più grave, che è quello della distruzione e della scomparsa degli habitat.
In Italia, al di fuori dei parchi nazionali integrali, non esistono particolari norme di tutela per gli insetti in generale.
È evidente che questioni di questo genere non possono essere fermate da proibizioni o divieti, ma vanno affrontate in modo globale e non settorialmente, come se piante, mammiferi, uccelli, insetti e tutti gli altri organismi non facessero parte di un unico complesso.
Spesso capita di rendersi conto, che specie di farfalle descritte come comuni o molto comuni una decina di anni fa, oggi non lo sono più.
Le cause sono fin troppo note:
proporzioni sempre più vaste di territori hanno lascito posto a coltivazioni intensive, a insediamenti industriali.
A ciò va aggiunto il massiccio uso in agricoltura di sostanze tossiche, che provocano la morte di larve e adulti.
Anche la pratica di dar fuoco alle rive e agli argini, anche se proibita, è tranquillamente usata e ha effetti deleteri sulle larve e sulle crisalidi che non hanno possibilità di fuga.
Tutte queste attività privano moltissime specie delle loro essenze nutritive.
Appare perciò chiara la funzione che un ente di protezione come il parco del Ticino pur con notevoli difficoltà, può svolgere. In primo luogo salvare il salvabile, cioè impedire che ambienti che ospitano specie interessanti e rare scompaiono definitivamente.

Testo e disegni di Alessandro Gorini, Matilde Medici, Riccardo Tosatti e Riccardo Vaccaro.
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