L'affascinante storia di Eleonora, la Giudichessa d'Arborea

Eleonora, la Giudichessa d'Arborea

Chi bestemmia: sarà condannato a 50 lire di multa da pagare entro 15 giorni dalla condanna. Se non paga entro il termine fissato, le sarà conficcato un uncino nella lingua e questa le sarà tagliata in modo che la perda

et si non pagat infra su ditu tenpus, mitat si lli unu amu in sa limba et cu(n) isu siat afrustadu per tota sa terra hui at avir dellenquidu et non apat attera pena

Ogni giudicato aveva il suo stemma

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Mariano IV de Serra Bas è stato uno dei più grandi sovrani del giudicato d'Arborea

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la Giudichessa era amata e venerata, una vera guerriera dedita alla causa del suo popolo

Nel 1297 Bonifacio VIII aveva d'autorità costituito il Regnum Sardiniae et Corsicae, donandolo come feudo a Giacomo II il Giusto, re d'Aragona a cui, di fatto, concesse la "licentia invadendi"

a questo punto le notizie non sono certe. Secondo un'ipotesi, i poteri dei due magistrati bizantini, il dux (a Forum Traiani) e il preside (a Cagliari), si concentrarono in un'unica autorità che, a sua volta, delegò il potere a quattro magistrati

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Prima di invadere la Sardegna, Giacomo II si alleò con Ugone II, l'allora Giudice. Quest'ultimo voleva liberarsi della presenza nell'isola dei pisani

Dopo l'epidemia di peste nera del 1348, gli arborensi ruppero il vassallaggio con gli aragonesi e si allearono con i genovesi Doria. Decenni di guerre per l'unificazione dell'isola e l'opera di Mariano IV, portarono alla quasi totale occupazione del territorio isolano da parte del Giudicato di Arborea

Eleonora la giudichessa d'Arborea

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Tra il XII e il XIII secolo tre giudicati (Calari, Torres e Gallura) caddero in mani pisane e genovesi

quello di Arborea, forte e indipendente, sopravviverà fino al 1420 con periodi di grande espansione e poi di declino

"Di certo, c’è da guadagnare non solo scientificamente, ma anche eticamente, a rileggere costantemente, e con spirito critico, la Carta de Logu, albero ideale a cui attingere linfa vitale per nutrire l’idea di una Sardegna mediterranea ed europea, aperta ai grandi flussi ‘globali’ ma fermamente consapevole della sua peculiare identità". Giampaolo Mele-Direttore Scientifico ISTAR

Ma il suo nome è legato indissolubilmente all'insieme degli emendamenti e delle nuove leggi che arricchiranno la Carta de Logu, uno statuto rivoluzionario nato dal sogno del padre Mariano

pare che la "Juighissa" tenesse i capelli sciolti per nascondere una cicatrice sul viso

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nel 1383, Ugone III, FIGLIO E SUCCESSORE DI Mariano IV, venne assassinato a seguito di una rivolta popolare

Gli successe la sorella Eleonora, Judicissa de facto per conto del figlio minorenne Federico Doria

alcuni storici sostengono che la bandiera dei quattro mori rappresenterebbe il gonfalone dato da papa Benedetto VIII ai Pisani in aiuto dei sardi contro i saraceni

La raccolta di leggi riflette la mentalità&nbsp;medioevale,&nbsp;e quindi anche&nbsp;pene&nbsp;corporali come&nbsp;fustigazioni,&nbsp;mutilazioni e, nei casi più gravi, la forca, la decapitazione e il rogo

Ma cosa sono i Giudicati?

per l'omicidio: "siat illi segada sa testa in su loghu dessa justicia per modu qui ’ndi morgiat et pro dinari neunu non canpit"

e cioè, che al colpevole venisse tagliata la testa

assassinio tramite veleno: viene punito con l'impiccagione per l'uomo; rogo per la donna. Nel&nbsp;caso&nbsp;in&nbsp;cui&nbsp;la&nbsp;vittima sopravvivesse: taglio della mano destra

Un'altra ipotesi, sostiene che la famiglia dei Lacon-Gunale, originari delle Barbagie, le zone interne rimaste indipendenti da Bisanzio, con grande slancio autonomistico, sarebbe riuscita a prendere in mano il potere

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Eleonora nacque nel 1347 a Molins Rei, in Catalogna, da Mariano IV dei de Serra Bas e dalla catalana Timbora di Roccabertì

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donna intelligente e bellissima, sovrana del Giudicato d’Arborea, era amata e temuta dai suoi sudditi

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La grande condottiera e legislatrice, probabilmente colpita dalla peste , si spense intorno al 1404 nel castello di Cagliari. Il suo corpo potrebbe essere stato sepolto nel duomo di Oristano o nella chiesa di San Gavino Martire nei pressi del castello di Monreale

La Carta, promulgata da Eleonora attorno al 1390, venne redatta nella lingua arborense e non in quella latina

Il documento introdusse concetti giuridici davvero inusuali per l'epoca, sancendo l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge

ma la Carta mostra in generale grande attenzione per le categorie sociali più deboli (e tra queste le donne), affinché venissero garantiti i loro diritti fondamentali

La finalità di fondo era quella di accrescere il benessere del Regno. La certezza del diritto e della pena avrebbe dovuto frenare i rei e tutelare chi obbediva alle leggi

adorava i falchi, ne possedeva alcuni esemplari che addestrava personalmente. Fu la prima in Europa e forse al mondo, a proteggerli con specifiche disposizioni di legge

una leggenda racconta che alla sua nascita una gigantesca aquila volteggiasse sulla torre alta del castello di Oristano e che vi rimase finché la bambina non vide la luce

I GIUDICATi erano stati autonomi retti da un re (giudice), composti da curatorie o patres, controllate da un curatore e divise in villaggi (villae-biddas) governati da majore e boni homines

organizzazioni governative non privatistiche, singolari e uniche in Europa

Il personaggio di Eleonora è un avatar di edMondo. Gli altri personaggi presenti sono stati creati con Makehuman e, in alcuni casi, modificati con Blender. Le ricostruzioni si ispirano alle fonti iconografiche e documentarie dell'epoca.

Alcuni dei riferimenti bibliografici A. Solmi, STUDI STORICI SULLE ISTITUZIONI DELLA SARDEGNA NEL MEDIOEVO, Ilisso Editore. C. Zedda, BISANZIO, L’ISLAM E I GIUDICATI: LA SARDEGNA E IL MONDO MEDITERRANEO&nbsp;TRA VII E XI SECOLO, RM Open Archive. F. C. CASULA, La storia di Sardegna, Delfino editore. G. MELONI, Dalla crisi di Bisanzio alla nascita di istituzioni singolari e originali: i giudicati, in La civiltà giudicale in Sardegna. E. Besta, La Sardegna Medievale, Bologna 1966. A. Boscolo, La Sardegna Bizantina e altogiudicale, Sassari 1982. F.C. Casula, Breve Storia di Sardegna, Roma 1994. <a href="http://www.istar.oristano.it/export/sites/default/.galleries/pubblicazioni/Istar-Carta-de-Logu.pdf">Carta&nbsp;de Logu de Arborea, testo critico nella traduzione da Giovanni </a> <a href="http://www.istar.oristano.it/export/sites/default/.galleries/pubblicazioni/Istar-Carta-de-Logu.pdf">Lupinu,&nbsp;ISTAR.</a>

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si dice che percorresse l'isola a cavallo per controllare tutte le posizioni e i castelli che erano stati del fratello Ugone, iniziando l’opera di riordino del Giudicato in aperto contrasto con la politica espansionistica degli aragonesi

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vediamo di conoscere meglio la sua storia e, attraverso lei, la storia della Sardegna giudicale

La sua vicenda, tra storia e leggenda, ne fa un’eroina, una guerriera, l’emblema della fierezza del popolo sardo&nbsp;

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e ora guarda la mappa dei rapporti di parentela, ti servirà anche per dopo!

Come Judichessa de factu, regnò per consolidare il potere del suo giudicato contrastando gli aragonesi

Riuscì a riunire quasi tutta l'isola sotto il suo scettro di giudichessa reggente, ricacciando gli aragonesi ai margini dell'Isola

Eleonora d’Arborea è uno dei personaggi più noti della storia sarda, una grande protagonista del nostro Medioevo

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Siamo verso la fine dell'VIII sec. La Sardegna è sotto continuo attacco da parte degli arabi. Il governo di Bisanzio abbandona progressivamente il controllo dell'isola

Figlio del giudice Ugone II, Mariano IV proseguì l'azione politica del padre indirizzata al mantenimento dell'autonomia e dell'indipendenza del giudicato e dell'intera isola

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intorno&nbsp;al 1376 aveva sposato Brancaleone Doria.&nbsp; Dall'unione col nobile di origine genovese, erano nati i due figli, Federico e Mariano

Probabilmente vissero nel castello di Castelsardo, o forse in quello di Sanluri

Quello di Arborea era un albero sradicato

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La Carta d'Arborea venne imposta in tutto il Giudicato; ogni curatore era tenuto a conservarne una copia a proprie spese. Purtroppo il codice originario non è giunto sino a noi

verrà in seguito estesa a tutta l’Isola, rimanendo in vigore in epoca catalano-aragonese, spagnola e sabauda, fino al Codice di Carlo Felice del 1827

Si dice che Eleonora, salita su un grosso e robusto tavolo, abbia parlato al suo popolo chiedendo rispetto e fedeltà. Un ribelle fu giustiziato, la testa rotolò tra l'orrore dei presenti e lei disse: "ecco cosa accade ai traditori!"

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nel 1323 una possente armata aragonese mosse in direzione dell'isola, al tempo controllata da Pisa, Genova nonché dal Giudicato di Arborea, l'unica entità statale giudicale sopravvissuta

i quattro giudicati e relative curatorie

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