La 5 E alla scoperta di Vasto antica

Le Terme romane -Duilio, Giorgia, Nicholas e Matilde

Anticamente per accedere ad una città, soprattutto se munita di mura, bisognava entrare attraverso le sue porte. La città del Vasto era attorniata da mura difensive con fossati costruiti nel 1439 per la difesa contro gli assalti dei banditi e delle scorrerie dei pirati. Nel 1588 - scrive lo storico Marchesani&nbsp;(Vasto, 1802 - 1870)&nbsp;– le porte della città erano quattro. Altre torri erano sulla costa per l'avvistamento di nemici (spesso turchi) provenienti dal mare. Con una tale blindatura della città vi poteva accedere solo attraverso le sue quattro "Porte", e non di notte perché esse venivano chiuse. Successivamente furono aperti nuovi passaggi ad uso della case collocate sul perimetro della città. Del sistema difensivo facevano parte il possente castello e le sei torri lungo la cinta muraria. Porta Nuova esisteva già nel 1544 nei

La chiesa della Santissima Trinità - Chiara M., Mirko e Stefano

E' stato bellissimo perché ho esplorato nuove cose di Vasto e ho scoperto molte altre informazioni dell'epoca romana. Manuele

A me è piaciuto molto questa gita perché siamo andati in giro per tutta Vasto ed ho conosciuto molto meglio la mia città. Sono molto felice ed emozionata però penso che il prossimo anno non rivedrò più i miei amici. Chiara P. Quest'uscita didattica alle Terme romane mi ha suscitato molto interesse. Mi è piaciuto scoprire la storia dell'antica Histonium e le origini romane di Vasto. Le cose che mi hanno colpito di più sono state il Caldarium e i mosaici. Duilio

Per me la visita didattica che abbiamo fatto a Vasto è stata meravigliosa mi è piaciuta molto la chiesa Annunziata e la Loggia e dico wow! Matilde Mi é piaciuta molto questa esperienza che ho vissuto. Mi ha suscitato felicità, gioia, allegria e spero che risucceda. Nicholas L'uscita didattica mi è piaciuta tantissimo, ho scoperto cose nuove mi sono divertita con i miei compagni, ho riso e scherzato. Ringrazio le maestre per averci accompagnato e le ringrazio pure per aver organizzato questa fantastica uscita didattica. E' stato tutto bellissimo e tutto preciso, spero di fare ancora delle gite come questa. Kira

Vedere le Terme mi hanno molto stupito e aiutato nello studio della storia. Mi piacerebbe tornarci un'altra volta. Eduard Andrei Questa gita alle Terme mi ha fatto conoscere nuove cose sulla civiltà romana. Mi sono molto divertito e spero di poterci tornare. Andrea Sono stata molto felice di aver avuto l'opportunità di vedere le Terme e conoscerne l'uso che gli antichi romani ne facevano. Vorrei molto ritornarci! Anita Sono molto felice che abbiamo fatto questa uscita didattica. Vedere cose nuove è molto bello e spero che prima o poi ci tornerò. Stefano

Per me questa gita è stata speciale perché ho potuto capire molte cose sulla vita dei Romani. Non finirò mai di ringraziare le mie maestre per tutti i sacrifici che hanno fatto in questi cinque anni. Ginevra L'uscita didattica alle Terme romane è stata molto stimolante ed entusiasmante perché abbiamo scoperto molte notizie storiche. Daniele L'uscita didattica alle Terme romane, a parer mio, è stata la migliore uscita di sempre. E' stata fantastica! Peccato che con queste maestre non farò più uscite simili a questa, però me la ricorderò sempre e rimarrà sempre nel mio cuore. Lorenzo

E' l'unico esempio superstite di porta facente parte della cinta muraria della città. Esternamente si presenta ad arco acuto in laterizi che poggia su due lastroni in pietra. Internamente comprende un sguancio scoperto con l'altro arco più basso. Al fianco sinistro ha innestato un cardine di pietra che ha un incavo cilindrico per accogliervi il perno del battente. Molto probabilmente la costruzione risale ad epoca anteriore alla ristrutturazione delle mura cittadine,1391 e il 1439. Questa porta è l'unica che non ha subito mutamenti legati a restauri. Al di là della porta si presenta uno spettacolo incantevole, un panorama incantato che suscita stupore e meraviglia per chi la visita.

Porta Santa Maria, comunemente conosciuta come Porta Catena è tutt'ora ben conservata e visibile. 

Si trova lungo la cordata della Loggia Ambling, sul ciglione che domina il riquadro degli orti sottostanti. 

P R E F A Z I O N E

Il giorno 25 marzo la classe5 E della scuola Luigi Martella di Vasto, accompagnata dalle loro insegnanti: Angelita Napoleone, Annelisa Iglio e Teresa D'Adamo, si è recata presso il Parco Archeologico delle Terme romane, per poi proseguire alla scoperta dei luoghi e dei reperti storici della città di Vasto antica. Questa bellissima iniziativa nasce da un progetto di arricchimento culturale svolto da tutte le classi quinte della scuola. L'esperienza, si è dimostrata molto interessante ed ha suscitato negli alunni una partecipazione attiva. L'augurio di tutti è di svolgere altre uscite didattiche per conoscere ulteriori "bellezze antiche" di Vasto.

Il belvedere di Vasto si chiama la Loggia d'Amblingh dalla quale é possibile ammirare il golfo lunato di Vasto. Giuglielmo Amblingh , fu un militare al seguito di Cesare Michelangelo di Avalos e si trasferì da Graz a Vasto nel 1707. Nel 1723 Amblingh venne nominato comandante delle truppe di casa d'Avalos .

 Fu il proprietario di numerose abitazioni poste lungo la famosa passeggiata che prese il suo nome, quando morì nel 1760 venne sepolto nella Chiesa di Santa Maria Maggiore. A metà del percorso della loggia è possibile ammirare una piccola cappella dedicata alla Madonna della Catena, con un bel dipinto raffigurato il Cristo Deposto, la Madonna, la Maddalena e un monaco. Alle spalle della Loggia, c'è quartiere medievale della città caratterizzato da viuzze e vicoli alcuni molto stretti. Sulla Loggia, da Porta Catena costruita anche essa nel 1723 , è possibile ammirare un panorama mozzafiato!

Giardino del Palazzo Genova-Rulli - Claudio, Ilenia e Michele

"La chiesa di San Teodoro"

A Vasto nel 1751 è stata costruita la chiesa di San Teodoro che ,inizialmente, fu il Santo Patrono della città . La chiesa era una cappella privata di un palazzo che è posto all'inizio di Corso Plebiscito con via San Francesco .

Esternamente nemmeno si riconosce che è una chiesa perché è estremamente semplice . Ha uno stile neoclassico, pareti bianche con tele laterali e soprattutto un pavimento in maiolica con disegni classici; molto bella è la raffigurazione della rosa dei venti . Nella cappella c'è un confessionale in cui è raffigurato un teschio, un dipinto di San Teodoro la cui salma è stata trasportata nella chiesa della Madonna del Carmine. In questa chiesa, oggi il parroco celebra la messa rivolgendo le spalle ai fedeli.

La torre Diomede del Moro, antico cittadino di vasto, costruita nel 1439, fa parte delle fortificazioni costruite da Giacomo Caldora. Ha una forma allungata e contiene ancora una minuscola e caratteristica struttura abitativa. L'antica torre nel corso dei secoli ne ha viste tante, passando da luogo fortificato a magazzino , da neviera stalla.

Nel 1545 fu realizzato, con una pubblica sottoscrizione,&nbsp;il tabernacolo&nbsp;d'argento decorato in oro che viene portato nella processione del Cristo morto. Nel 1547 venne fusa la campana grande, mentre nel 1566 i Turchi distrussero gli arredi sacri e devastarono la chiesa arrecando un danno di 10.000 ducati. Il 14 giugno 1645 il fuoco divampato all'interno distrusse l'altare maggiore, il coro, la pisside, l'organo e le travi del tetto. Nella metà del 1900, è stata internamente ristrutturata con tinteggiatura dorata. La chiesa, prima dell' anno 1735, era a una navata con soffitto a capriate è ingresso laterale su via S. Maria che guarda la piazza del Tomolo, dove sono ancora visibili le due colonne che sorreggevano l'architrave della porta. Sull'area dell'attuale ingresso principale esisteva anticamente un portico, dove si riunivano i catecumeni durante la messa, subito dopo la lettura del vangelo.

Di questa costruzione, realizzata da Mastro Berardo nel 1234, rimangono solo due pilastri ottagonali accanto alla porticina laterale, lato ovest, incastrati nel muro perimetrale e completi di basi e capitelli. Fu nel 1785 che la chiesa venne ricostruita a tre navate. L'edificio manca di una vera e propria facciata che riesce ad attrarre l'osservatore; tuttavia l'interno ampio e luminoso a tre navate colpisce chi la visita.

https://api.bookcreator.com/users/v2/Go8Kl2hyLQYhNfECHo5q9kRzgkL2/books/0P_3phirR1al1UsVh91Rzw/assets/joLIOY9qRiu1rMSzoQ7B0w.jpeg?width=626&height=360

La 5 E alla scoperta di Vasto antica

https://api.bookcreator.com/users/v2/Go8Kl2hyLQYhNfECHo5q9kRzgkL2/books/0P_3phirR1al1UsVh91Rzw/assets/nrtWXrvkR3-UrkBFInzpMA.jpeg?width=242&height=502

https://api.bookcreator.com/users/v2/Go8Kl2hyLQYhNfECHo5q9kRzgkL2/books/0P_3phirR1al1UsVh91Rzw/assets/8okixdAvTW-eYVLOPrl45g.jpeg?width=698&height=359

https://api.bookcreator.com/users/v2/Go8Kl2hyLQYhNfECHo5q9kRzgkL2/books/0P_3phirR1al1UsVh91Rzw/assets/8hc2JfCjRymSm4zIuzmPFQ.jpeg?width=263&height=454

 Sempre nel giardino si trova un tavolo di pietra estratta sulle montagne della Majella. La particolarità di questo marmo è che quando viene toccato suona. Per le sue caratteristiche, la pietra della Majella è considerata un materiale quasi unico nel suo genere, anche se pietre simili si trovano anche in alcune zone della Francia e nel Salento, ma vengono considerate di qualità leggermente inferiore.

venne donato alla curia arcivescovile di Chieti . Il palazzo ha un portone che con una scalinata porta al piano superiore dove si trovano molte stanze con finestre che si affacciano su via Anelli e sul giardino. Il palazzo ha ospitato l'ufficio dell' arcivescovado e del tribunale. L'edificio si sviluppa anche lungo via Roma con locali al piano strada ed al primo piano ,molti molti dei quali in abbandono. Il giardino ha anche un "Hortus conclusus".

Il palazzo Genova-Rulli, tutto in laterizio, si trova lungo via Anelli. 

Questo palazzo è esistente dal 1523. Anticamente era sede dell'ospedale dell'Annunziata di Porta Nuova, concesso dal Marchese D'Avalos al Padre domenicano Giovanni Battista di Chieti per fondarvi un monastero. I Padri domenicani nel 1588 ristrutturarono 

con un'ampolla contenente il sangue donato da Cesare Michelangelo d'Avalos il 3 novembre 1965 ed invocato dai vastesi contro il terremoto.

Il tempio è ricco di autentici capolavori d'arte: l'altare maggiore realizzato nel 1573 da scultori veneziani: il tabernacolo in rame e argento del 1545; un prezioso calice donato da Cesare Michelangelo d'Avalos ; il coro ligneo della cantoria, l'organo del 1719; l'Ecce Homo della scuola del Tiziano e numerosi altri dipinti.

Tra il 1994 e il 1997 sono stati effettuati altri scavi che hanno riportato alla luce il mosaico di Nettuno, il mosaico Marino e il Calidarium. Molta parte del complesso termale di Vasto è ancora sepolto sotto la strada Adriatica e la chiesa di S. Antonio.

In base alle dimensioni ed alla posizione periferica nella città romana, si suppone che il complesso termale fosse aperto a tutti. In seguito a una convenzione con la Sovraintendenza per i beni archeologici dell' Abruzzo, firmata nel 2011, la delegazione FAI di Vasto promuove il luogo con visite e attività culturali.

Verso nord invece, lungo il Viale Incoronata, si trovavano la Necropoli e l'acquedotto del Murello, che convogliava la acque da nord fino a Piazza Rossetti (dove si trovava l'anfiteatro) e alla Via Adriatica (anticamente strada delle Lame dove si trovano le Terme romane).Al Largo Santa Chiara, poi, sono presenti le cisterne sotterranee dei Romani.

Cardo e decumano

Gli studiosi hanno rivelato che il rione "Guasto D'Aimone" rispecchi quasi completamente l'antico cardo e decumano della città romana. Il cardo principale è Corso Palizzi, mentre il decumano è Corso Dante e i principali monumenti sono la Chiesa di San Pietro e la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, dove sono state ritrovate le Terme romane.

"Il parco archeologico delle Terme romane"

Il complesso termale di Vasto, l'antica Histonium è il più grande dell' intera fascia adriatica centro-meridionale, ha un'estensione di 250 metri quadrati ed è costituito da 13 ambienti differenti. Il complesso termale di Vasto è distribuito su 3 livelli: dalla chiesa di S. Antonio alla chiesa della Madonna delle Grazie e ha un grande pregio artistico. Le terme, parzialmente rinvenute, risalgono al II secolo d.C. e furono scoperte in seguito ad alcuni scavi eseguiti tra il 1973 e il 1974.

All'inizio della navata di destra della chiesa dii Santa Maria Maggiore a Vasto c'è una cappella dove è venerata la reliquia della Sacra spina. Questa è lunga pochi pollici ed è una delle spine della corona che recinse il capo di Gesù.

 La Sacra Spina ha una storia antichissima legata alla nobile casata dei Principi d'Avalos, feudatari della città di Vasto. La reliquia è stta donata da Papa Pio IV. Nel 1647 il Marchese d'Avalos per conservare meglio la rara e preziosa Spina, fece costruire una maestosa cappella. Oggi la Sacra Spina è conservata dentro una piccola piramide dai lati di cristallo che si poggia sopra una specie di anfora, della scuola del Cellini, e viene esposta in un tabernacolo. Ogni anno nell' intervallo tra l'ora sesta e la nona del venerdì Santo, la sacra Spina presenta alla punta un'efflorescenza, come una specie di lanuggine bianca, e mette in evidenza qualche macchiolina di sangue ed un capello del Redentore e il popolo accorre a vedere il miracolo che dura qualche ora. Da questo evento la credulità popolare trae auspicio per il futuro, circa il raccolto e l'andamento dell'anno. La tradizione popolare è ricca di racconti dei prodigi operati dalla Sacra Spina.

E' situata di fronte alla piazzetta del Monumento all'Emigrante ed è la meglio conservata fra le porte della cinta muraria. Su iniziativa di don Romeo Rulli (Vasto 1880-1960) parroco della chiesa di San Pietro, in occasione dell'anno giubilare 1950, fu posizionata sulla porta l'opera in maioliche " San Pietro" dal capomastro muratore vastese Michele Provicoli (Vasto 1913-2004) poi affermato e noto pittore.

pressi del convento di S. Domenico in corrispondenza dell' attuale Corso Palizzi, nell' omonimo quartiere di Vasto. Ha una struttura imponente e probabilmente era la porta d' accesso principale. La porta che oggi da il nome a un quartiere di Vasto è tutt' ora ben visibile e l' arco che la delimita è largo a tal punto che permette anche il passaggio delle auto.

la chiesa del monastero ma nel 1809 a seguito di una legge la chiesa cessò di funzionare anche se le venne concesso di rimanere aperta al pubblico. Questo complesso venne acquistato dai Rulli come palazzo residenziale che fecero edificare una nuova chiesa dedicata a Santa Filomena. Il convento e il chiostro furono progettati dall'architetto Nicola Maria Pietrocola e vennero ampliati con 

la costruzione di un complesso principesco con dei saloni affrescati molto grandi e uno spazioso giardino dove il quale è presente un bellissimo trullo. Erano presenti numerose sculture e busti di personaggi della cultura classica. Nel XIX secolo la proprietà dei Rulli venne ereditata dai Genova che la legarono alla fondazione Genova-Rulli ed il palazzo 

Vicino il Parco archeologico delle Terme romane c'è la chiesa di S. Antonio di Padova che risale al 1200. Secondo la tradizione è stata edificata insieme a un convento, su iniziativa di S. Francesco d'Assisi. Dopo la frana del 1956 è la sede della parrocchia di S. Pietro Apostolo. Qui si celebra la festa del Santo Giubileo, privilegio concesso da Pio VI nel 1777 confermato in perpetuo da Papa Giovanni Paolo II nel 1990. Il portale della chiesa è in stile gotico e risale al 1200. La facciata in mattoni prevedeva un rivestimento però mai realizzato. Nel 1723 Carlo De Nardis, fece decorare la chiesa con sculture e stucchi barocchi. I bassorilievi rappresentano episodi biblici, della vita della Madonna, di S. Giuseppe e di S. Antonio. Negli anni 1980- 90 sono state ristrutturate varie parti dell'edificio con marmi della chiesa di S. Pietro.

E' il mosaico più esteso delle Terme con i suoi 170 metri quadrati , ma una parte non è visibile , perché si trova sotto alla sagrestia, nella chiesa di S. Antonio. E' stato riportato alla luce nel 1997 e presenta una decorazione con raffinati intrecci di elementi vegetali stilizzati, che definiscono tredici zone a forma di quadrifoglio. Nella zona centrale, spicca la figura del Nettuno che regge un tridente nella mano sinistra e un delfino nell'altra. Negli altri campi é possibile ammirare tre nereidi di cui due sul dorso di cavalli e una di un drago , la coda di un delfino. Tre tritoni e un amorino sulla fascia del pavimento.

Le decorazioni sono state danneggiate da scavi ottocenteschi eseguiti per la risistemazione dell' edificio della sottointendenza borbonica (divenuta in seguito sottoprefettura regia) che occupò il convento. La vasca del mosaico del Nettuno era molto probabilmente un frigidarium, conteneva cioè acqua fredda . Il vano infatti era troppo grande per poter essere riscaldato costantemente e inoltre non è stato rinvenuto il tiepidarium che avrebbe dovuto riscaldare l' acqua.

"La chiesa di S. Filomena"

La chiesa di S. Filomena faceva parte del convento adiacente sorto nel XIII secolo a.C. con il titolo dell'Annunziata. Qui prestavano servizio gli ospedalieri per assistere gli ammalati. Nella prima metà del '500 l'ospedale fu donato a fra Giovanni Battista da Chieti per introdurre nella

città di Vasto l'ordine di San Domenico. La struttura fu trasformata in un convento con sei celle. Nel 1566 i turchi guidati da Pialì Pascià bruciarono la città.

Negli anni successivi la chiesa fu ricostruita in forma più modesta. Nel 1860 fu acquistata dalla famiglia Rulli che la intitolò a Santa Filomena. La chiesa fu restaurata su progetto dell'architetto Nicola Maria Pietrocola. Le decorazioni interne risalgono agli inizi del 1900 e sono state realizzate dall'artista fiorentino Achille Carnevale. La chiesa ha un aspetto tardo barocco molto semplice e si presenta con un impianto navata unica interamente coperta con volta. La facciata è una diretta prosecuzione di quella del palazzo adiacente e ha fasce bugnate al

primo livello e superfici piane in quello superiore.

Si estende per circa 38 metri quadrati . Nel 1974 gli scavi eseguiti portarono alla luce questo mosaico , che fu poi trasportato nel museo archeologico di Palazzo D'Avalos per un ventennio e in seguito venne ritrasferito nel suo d' origine e restaurato . Anch'esso presenta una decorazione con elementi floreali. Vi sono due croci centrali, raffiguranti cadauna due cavalli marini e due pesci; ai loro lati sono disposte quattro ellissi, recanti delfini e polipi.

Nel campo rettangolare, compaiono: ai lati due pesci, al centro una tigre marina ruggente , con il collo crestato, la zampa destra sollevata, il collo crestato e la coda pisciforme terminante in una pinna bipartita. Due zone mistilinee, ciascuna con un elemento floreale stilizzato posto al centro, sono caratterizzate da quattro tridenti i quali chiaramente rimandano al mosaico del Nettuno.

Questi tre pavimenti erano destinati ai bagni, al frigidarium e al calidarium, pero le ipotesi suggeriscono che esista anche un quarto pavimento: il tiepidarium, forse presso l'arena della Madonna delle Grazie, più a nord dove si trovano anche i resti del tracciato stradale della Via Frentana-Traianea interrata nella platea, con un'edicola medioevale.

Il parco archeologico delle Terme romane, conserva tre pavimenti di notevoli proporzioni e pregio artistico. Dei tre pavimenti due sono a mosaico e uno in marmo e testimoniano il grado di civiltà e di ricchezza che il municipium romano aveva raggiunto durante l'apice dell' Impero.

I ritrovamenti già scoperti nella metà dell'800 a.C. testimoniano l'antico impianto urbano di Histonium, sopra cui sorge il quartiere del Guasto d'Aimone. Tale impianto era composto da assi ortogonali, oggi occupati dalle vie attuali di Corso Dante, Corso Plebiscito, Via Laccetti ecc... Sono stati ritrovati numerosi fondaci romani ad opus reticulatum, l'opera su cui sorgono le case attuali.

Vasto nacque non come città, ma come un insieme di piccoli villaggi sulla costa adriatica. Dal VII sec. circa veniva creata la cittadella vera e propria di Histonium, romanizzata dopo la conquista dell'88 a.C. Durante il dominio romano, Histonium fu il secondo principale porto della popolazione frentana dopo Ortona.

In questa uscita didattica mi sono divertita molto e ho anche imparato tanto sulla mia città. Chiara M. A me la gita didattica presso le Terme romane di Vasto mi ha reso molto contento anche perché ho imparato molte cose nuove. Davide Le mie impressioni sono state tante. Mi hanno molto colpito le vasche delle Terme romane con i loro mosaici. Un'altra cosa che mi ha incuriosito sono le campane del 1800. E' stato anche bello visitare la chiesa di Santa Maria Maggiore. Manuel

e-Book realizzato dagli alunni della 5 E "L. Martella di Vasto", in collaborazione con le docenti della classe Basilico Roberta, D'Adamo Teresa, D'Ercole Fernanda e Napoleone Angelita. Progetto curato dalla docente Annelisa Iglio

Porta Nuova - Andrea, Anita e Eduard

La chiesa di Santa Maria Maggiore - Chiara P., Daniele e Manuel

"La chiesa della Santissima Trinità"

Si trova nel rione di "Guasto D'Aimone", in via Laccetti. La chiesa risale al XVIII sec. Caduta in rovina fu chiusa fino al 1988, quando venne restaurata e riaperta al culto. 

Fino al 1975, presso l'altare maggiore si poteva ammirare il quadro della Santissima Trinità, opera del pittore Guglielmo Borromeis, purtroppo trafugato. Il nuovo quadro rappresenta sempre la Trinità ed è stato realizzato da Gaetano Casanova. La chiesa ha un aspetto neoclassico, a navata unica, con semplice ingresso a cappella. Non ha ne coro ne abside e il suo impianto è quadrangolare con l'altare di fronte all'ingresso. A caratterizzare la chiesa è l'ampia porzione di muro romano in opera mista: una traccia importante della preesistenza di età romana. In tutta questa parte della città è possibile ancora vedere resti di muro romano.

8. La  chiesa di San Teodoro, Porta Catena e la Loggia

2. Il parco archeologico delle Terme Romane

7. Il palazzo Genova - Rulli e la chiesa di S. Filomena

6. La Torre Diomede del Moro e Porta Nuova

A me la gita didattica mi ha dato molta gioia, ho conosciuto nuove informazioni sulla storia di Vasto all'epoca dei Romani. Questa esperienza mi ha incuriosito molto. Giorgia Ho provato molto interesse nel guardare tutti i reperti storici presenti a Vasto. Mi sono divertito tantissimo perché sono andato con le maestre e i miei compagni di scuola. Mi sono stupito di tutti i reperti che abbiamo visto del periodo romano e di come sono stati costruiti. Claudio Ho provato tanta allegria e interesse nello scoprire i reperti storici del palazzo Genova Rulli. In particolare ho ammirato il chiostro ,il bellissimo giardino con molte piante esotiche e il trullo. Ilenia

Ho provato molto interesse, divertimento e felicità: interesse nello scoprire i reperti antichi di Vasto nel periodo romano; felicità perché siamo stati tutti insieme e divertimento perché sono stato con i miei amici con i quali mi diverto tutti i giorni. Michele La visita didattica mi è piaciuta molto e mi ha fatto scoprire molto sulla storia di Vasto e degli antichi romani che la hanno abitata. Mi ha incuriosito ed eccitato molto sapere cose nuove sulla storia della mia città. Giovanni Ho provato tanta emozione e curiosità per tutti questi reperti storici che non sapevo che ci fossero nella nostra città. spero di poter rifare presto un'esperienza di questo tipo. Mirko

Il Mosaico marino - Ginevra, Giovanni e Lorenzo

Nel 1800 fu utilizzata come fondaco e poi come abitazione. Sulle smerlature di questo monumento storico-architettonico sono state innalzate mura per ricevere una stanza come abitazione. Si è provveduto a recintarla e fiancheggiarla con una scaletta che immette in Corso Garibaldi.

 Durante la seconda guerre mondiale divenne luogo di rifugio durante i raid aerei per poi essere lasciata in abbandono subendo delle devastazioni e discutibili rifacimenti per i quali nessuna autorità ha pensato di intervenire. L'Associazione Vigili del Fuoco in Congedo Onlus di Vasto ha adottato questo monumento per il recupero e la manutenzione.

Santa Maria Maggiore situata in via S.Maria, nel centro storico di Vasto è la più antica e prestigiosa chiesa della città e risale al 1195. Anticamente la chiesa di Santa Maria Maggiore era definita con il titolo di Nostra Signora del Vasto, patrona della nostra città. E' stata chiesa parrocchiale fino al 1818, per tornare poi di nuovo è sede parrocchiale nel 1915. Nel vicolo che porta alla chiesa, alzando la testa, si può vedere una poesia in dialetto vastese.

Nella chiesa si conserva una lapide con incisa la scritta: D.O.M. TEMPLUM HOD D. ELEUTH EPISCOPO DICATUM AN D. CCCCXXVII il che fa supporre che già nel 427 il tempio fosse dedicato al Vescovo Eleuterio. Altre testimonianze riferiscono che, nel 1234, venne aggiunto il vestibolo e nel 1331 costruita la torre campanaria, ingrandita poi nel 1701. Nel 1544 con atto del notaio G.B. Robio del 4 dicembre 1544 venne sottoposta a restauri.

La torre campanaria, quadrata, ha una storia a parte, poggia le fondamenta sugli avanzi di Castel Gisone e sorge su di un bastione già esistente anche oggi ben visibile e chiamato la Battaglia, perché fungeva da fortificazione dell'antico nucleo medioevale.

Pregevoli sono le cinque finestre romaniche di diversa fattura che si trovano a un terzo dell'altezza della torre. Entrando nella chiesa colpisce subito la bella ed elegante balaustra che ci porta nella cripta. Qui sono custodite le spoglie di San Cesario Martire vestito da guerriero e

Name

Safari may block some audio or video from playing automatically and ‘read to me’ will skip these. You can configure this in Safari’s preferences.