San Domenico Una vita per la Verità

Domenico diceva ciò che era giusto anche se non era facile da fare; la verità non è sempre comoda!

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“Eh quel Domenico, o parla di Dio o con Dio!”&#160;

Dopo che Domenico aveva mandato i suoi frati a due a due, nacquero nuovi conventi e Domenico cercava di andare a trovare tutti i suoi frati. Quanto camminarono i suoi piedi, attraversando i villaggi della Francia, della Spagna e dell’Italia! Arrivava a fare 40 o 50 chilometri al giorno, dormendo anche per strada avvolto nel suo mantello. Eppure nessuno in viaggio era più allegro di lui e stargli a fianco era proprio bello. ...

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Per tutti fra Domenico era già San Domenico. Fu sepolto a Bologna dove, ancora oggi, nella chiesa di San Domenico potete venerarlo nella bellissima Arca.

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Domenico, che sempre di più amava Gesù, decise di donarsi completamente a Lui, diventando sacerdote, un prete canonico della diocesi di Osma.&nbsp;Lui e gli altri fratelli pregavano con il vescovo Diego e lo aiutavano nel suo compito.

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"Da lontano arrivava correndo un cane che portava in bocca una fiaccola accesa".

Giovanna era sposata con Felice di Guzmàn: aspettavano un bambino, che avrebbero chiamato Domenico.

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Domenico studiava e aveva molti libri, che costavano tanti soldi.

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Devo trovare da venderli,&#160; poi comprerò del pane&#160; per darlo a chi non ha nulla da mangiare

I frati capivano che ben presto Domenico sarebbe morto e si sentivano persi senza la guida del loro Padre, ma lui riuscì a confortarli anche negli ultimi istanti prima di morire, dicendo loro:&nbsp;

E così morì il 6 agosto 1221, con attorno i suoi frati, cantando la Salve Regina, la preghiera tanto cara a Domenico e a tutti i domenicani, che ancora oggi conclude la nostra giornata. Sapete perché, bimbi, questa preghiera ci è così cara? Alcuni frati, mentre cantavano la Salve Regina, durante la loro processione in chiesa, videro la Madonna con in braccio Gesù Bambino che lo mostrava loro e che lo pregava per loro.&nbsp;

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“Coraggio, coraggio, non piangete, io vi sarò più utile in Cielo di quanto non lo sia stato sulla terra!”.

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Una volta chiesero a Domenico giÀ grande

Aveva imparato di più che sui libri scritti! Quindi, non bisogna più studiare? No, bimbi, bisogna studiare con amore e riconoscenza, senza mai dimenticarsi di chi ha bisogno del nostro aiuto!

"Su quale libro hai imparato tutte le cose che sai?”&#160;

“Il libro della CaritÀ, amando Dio e tutti quelli che incontri!”&#160;

Domenico si incammina verso il suo Signore!

Domenico si fermava tanto a parlare, discutendo con la gente, che si era lasciata incantare dalla vita povera degli eretici e dai loro discorsi sulla Bibbia...

“Figlioli, conoscete qualche preghiera?”&#160;

“Io so solo il Padre Nostro, ma mia moglie&#160; sa anche l’Ave Maria”.&#160;

Domenico e i frati dopo di lui diedero un po’ di ordine a queste preghiere: si arrivò così a recitare un Padre Nostro ogni dieci Ave Maria. Vi ricorda qualcosa? Sì, il Rosario nasce proprio così, grazie a Domenico!

Gli eretici dicevano anche tante altre cose sbagliate. Diego e Domenico lasciarono i loro cavalli per spostarsi a piedi, in modo da poter incontrare più facilmente tutte le persone, soprattutto quelle povere.

Domenico entrò in un’osteria e si mise a parlare con il proprietario, l’oste, che la pensava proprio come gli eretici. Domenico passò tutta la notte a spiegare chi fosse veramente Gesù e come bisognava seguirlo. Il suo racconto era talmente bello e vero che l’oste si convinse e abbandonò l’eresia.

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Assieme al vescovo Diego

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Correva un giovane a cavallo quando cadde a terra e sul colpo morì. Ma il Santo con fervide preghiere chiese a Dio la Grazia e la vita in lui rifiorì.&nbsp;È un miracolo sì di Domenico che non smetteva di chiedere l’aiuto di Dio. È un miracolo sì! È avvenuto perché affidava la vita tutta nelle sue mani.

Mancava il pane per il pranzo nel convento per l’estrema povertà ma al Cielo alzò la sua preghiera e comparvero angeli con del cibo in don. È un miracolo sì di Domenico che non smetteva di chiedere l’aiuto di Dio. È un miracolo sì! È avvenuto perché affidava la vita tutta nelle sue mani.

Giaceva il decano d’Orléans a letto per una grave malattia ma invocando l’aiuto di Maria per Grazia la salute ritornò. È un miracolo sì Di Domenico che non smetteva di chiedere l’aiuto di Dio È un miracolo sì! È avvenuto perché affidava la vita tutta nelle sue mani. Nelle sue mani. È un miracolo per noi!

Mentre Domenico si trovava in preghiera nella basilica di San Pietro, la mano di Dio si posò su di lui, ed egli vide i santi Pietro e Paolo. Pietro gli consegnò un bastone, Paolo un libro, e tutti e due gli dissero:&nbsp;

“Va’ e predica, poichÉ per questo Dio ti ha prescelto”.

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Quanto amore la Madonna nutre per i frati di Domenico! Dove loro dormivano, la Santa Vergine fu perfino vista passare a benedirli una volta addormentati.

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“Gesù, mostrami la strada, cosa devo fare?”

Domenico ora non aveva più con sé la guida e il maestro, allora incominciò a pregare...

I pochi frati di allora non erano convinti di questa idea, infatti replicarono:

“Studiate, predicate e formate una comunitÁ!”.&#160;

“Ma siamo solo venti frati e ci dobbiamo separare? Non ci sembra&#160; il caso. Però, Domenico, noi ci fidiamo di te e del buon Dio,&#160; quindi ti obbediamo!”.

Partirono così a due a due, come gli apostoli inviati da Gesù, e andarono a Orleans, a Bologna e a Parigi.

“Quel giorno&nbsp;il Signore mi inviò,&nbsp; da Giovanna D’Aza&nbsp; in sogno mi mandò.&nbsp; Voleva renderla partecipe di un progetto suo mirabile:

un cane piccolo che tien con sé una fiaccola ardente con cui lui illumina il mondo intorno a sé facendo dileguar le tenebre. Un cane che&nbsp; è fedele fino in fondo un fuoco che&nbsp; porta la&nbsp;luce al mondo&nbsp; un figlio che&nbsp; è araldo del Vangelo che è casto e puro,&nbsp; un giglio del suo Cielo si chiamerà Domenico!”

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“Fratelli cari, portatemi&#160; al convento di Bologna, perchÉ vorrei essere seppellito sotto i piedi&#160; di voi miei frati”.&#160;

A Bologna Domenico si ammalò gravemente, all’età di 50 anni. Faceva un caldo soffocante, era piena estate. Lo trasportarono su un carro fino a un convento fuori città, in collina, per godere un po’ del fresco.&nbsp; Quando Domenico sentì che la propria malattia peggiorava, chiamò i suoi frati e arrivato lì disse loro...

“Ricordatevi sempre di parlare alla gente di Gesù, servite la nostra Madre Chiesa, pregate sempre e siate santi!”.

Gli eretici buttarono nel fuoco il loro libro...

e così anche Domenico gettÒ il suo che invece di bruciare fu respinto intatto dalle fiamme.&nbsp;

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“Non vale, gettiamolo ancora una volta, per provare meglio la veritÀ”.&#160;

E una... e due... e tre ! Per ben tre volte il libro venne ributtato fuori dalle fiamme.

Questa prova dimostrò che Domenico annunciava la Verità con grande coraggio. Sapete, dire la verità quando tutti pensano in modo diverso da te non è una cosa facile, ci vuole molto coraggio, e Domenico ne aveva tanto!

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Rimasero talmente colpite dalle sue parole su Gesù che, all’uscita della chiesa, gli domandarono:

... alcune nobili signore e signorine andarono ad ascoltare Domenico.

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“Aiutaci a trovare come vivere il nostro amore per Gesù in un modo più bello, più perfetto”.&#160;

Domenico, felice della richiesta, le riunì a Prouille, in una casa ai piedi della collina.

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Il Vescovo voleva molto bene a Domenico e si fidava di lui, tanto da chiedergli di accompagnarlo in un importante viaggio verso la Danimarca. Così partirono insieme.

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Nel 1216 Domenico andò a Roma da papa Onorio III che confermò l’Ordine dei Domenicani (anche se più propriamente si chiama Ordine dei Predicatori) e gli disse...

“Bravo Domenico, diffondere la parola di Dio con la predicazione e l’esempio È proprio quello di cui abbiamo bisogno!”.

Nello stesso momento della morte di Domenico, fra Guala vide come un’apertura nel cielo attraverso la quale scendeva una candida scala. In alto era tenuta da Gesù e da Maria, sua Madre; tanti angeli salivano e scendevano e in fondo c’era una sedia, e sulla sedia c’era un uomo seduto: era proprio Domenico.&nbsp;

Gesù e sua Madre tirarono su a poco a poco la scala fino a che, come su un ascensore, egli non giunse in cima. Allora fu ricevuto in Cielo in un fascio di luce, mentre tutti gli angeli cantavano meravigliosamente!

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... c’era una bellissima casa a forma di torre dove abitava una nobile e giovane donna, molto buona e generosa verso tutti quelli che bussavano alla sua porta chiedendo aiuto. Si chiamava Giovanna D’Aza.

che tanto tempo fa, eravamo nel 1170, in Spagna in un villaggio che si chiamava Caleruega...

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In famiglia imparò a leggere e a scrivere.

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A sette anni venne affidato ad uno zio che era sacerdote, don Gonzalo, che lo fece studiare e gli fece conoscere Gesù.&nbsp;

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Incontrarono delle persone che con molta energia parlavano di Dio. Ascoltandoli, però, si accorsero che dicevano tante cose sbagliate e che si erano allontanati dalla verità su Gesù. Questi si chiamavano eretici.

Mentre si trovavano nel sud della Francia...

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“Non vi sposate!&#160; Il matrimonio È una cosa cattiva!”&#160;

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Giovanna si svegliò sentendolo muoversi nel grembo. E così pregò tra sé: “O Dio, mio buon Signore, proteggi questo figlio che ci doni!” Si riaddormentò serena e cominciò a sognare...

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Ai tempi di Domenico, quando due gruppi di persone avevano idee diverse, per capire chi aveva ragione, ci si confrontava in piazza e tutta la gente del paese partecipava.

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“Scriviamo ognuno un libro&#160;che parli di Gesù, poi lo prenderemo&#160;e lo getteremo nel fuoco. Il libro che contiene la veritÀ, per opera di Dio, si salverà dalle fiamme”.&#160;&#160;

Domenico si trovò a Montréal nel 1207 a discutere in piazza con gli eretici

“Per noi va bene, ma non ce la farete mai!”

Domenico nacque di lì a poco e crebbe insieme con i suoi fratelli maggiori.

San Domenico Un cuore per la verità

Testi e disegni della Comunità Maria Glicofilusa Musiche di Remo Baldi

Domenico da subito volle molto bene a Gesù, era il suo miglior amico, e quindi cercava di comportarsi come lui.

Crescendo, con il suo cuore sensibile, Domenico si accorgeva che in quel&nbsp;periodo c’era tanta gente che aveva fame ed era povera.

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Gesù ti voglio aiutare, cosa posso fare per te? Ho trovato! Posso dormire per terra e offrirti questo piccolo sacrificio!

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Domenico assomigliava così tanto a Gesù che non riusciva a non pensare ai poveri peccatori, cioè quelli che non avevano ancora conosciuto l’amore di Dio. Un frate, che lo vedeva spesso in chiesa la notte mentre tutti gli altri erano a letto, lo trovò che pregava e piangeva ad alta voce...

&#160;“Padre misericordioso, perdona tutti quelli che non ti amano o che ti amano in modo sbagliato, come quei poveri eretici!”&#160;

Domenico aveva un cuore grande che sa farsi piccolo, affinchÉ tutti si sentissero accolti e amati.

Vi ricordate, bimbi, quando da ragazzo vendette i libri per comprare da mangiare ai bisognosi? Ora, diventato adulto, con tanta passione cercava di nutrire la gente affamata non solo di pane, ma ancora più della Verità e così si spendeva tutto per gli altri. Era molto debole, dormiva poco, mangiava quel poco che gli donavano, camminava instancabilmente, tutto per gli altri.

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“Il grano ammassato marcisce, se invece viene sparso porta frutto!...

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Non possiamo stare tutti qui a Tolosa: andiamo a due a due a portare la buona notizia a tutto il mondo, come chicchi di grano da seminare!”.

E in quell'istante Domenico vide i suoi frati, sparsi per il mondo, che andavano a due a due a predicare. Prese allora un’importante decisione. Radunò i suoi frati e disse loro:&nbsp;

Ispirato dall’alto, Domenico decise di formare un gruppo, con le persone che lo seguivano, che dedicasse ogni giorno della propria vita ad annunciare la Parola di Gesù. Questo lo fecero a Tolosa, stando insieme in un’unica comunità, pregando insieme con un cuor solo e un’anima sola, studiando con gioia la Bibbia e osservando le stesse regole (un po’ come fate anche voi in classe). 

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“Ma credete, il matrimonio tra uomo e donna È una cosa molto bella: l’ha voluta Gesù! È nel matrimonio tra uomo e donna che nascono i bambini, frutto del loro amore”.

Il vescovo Diego e Domenico subito si misero a predicare, cioè a raccontare chi era Gesù e quello che aveva detto e insegnato.

Questo fu il primo monastero delle monache domenicane! Che cosa facevano? Giorno e notte contemplavano l'amore di Dio, cioè pensavano all’amore che Gesù ha per noi, un amore talmente grande da dare la sua vita per salvarci. E per capirlo pregavano, pregavano e pregavano ancora, e non solo, con la preghiera aiutavano Domenico e i suoi primi frati ad annunciare il Vangelo.

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