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LA CIVILTA' DI ROMALoading...



LE ORIGINI DI ROMA

Attorno al 750 a.C., nel Lazio, su dei colli presso l'isola sul fiume Tevere chiamata Tiberina, nasce e si sviluppa la città di Roma.

Il Tevere nasce dal monte Fumaiolo, in Emilia-Romagna, nell’Appennino Tosco-Emilano. Con i suoi 405 chilometri è il terzo tra i fiumi d’Italia, dopo il Po e l’Adige.
È alimentato da diversi affluenti e corsi d’acqua. Tra gli affluenti del Tevere: il Chiascio, il Nera e l’Aniene.
Il fiume Tevere attraversa tutto il Lazio prima di giungere nella zona di Roma. Sfocia a Ostia, nel mar Tirreno, con un delta formato da due rami.
Nell’antichità, il corso del Tevere, lento e placido, favoriva il trasporto di uomini, animali e cose da Nord a Sud. Perciò Roma nacque proprio intorno al Tevere.
È alimentato da diversi affluenti e corsi d’acqua. Tra gli affluenti del Tevere: il Chiascio, il Nera e l’Aniene.
Il fiume Tevere attraversa tutto il Lazio prima di giungere nella zona di Roma. Sfocia a Ostia, nel mar Tirreno, con un delta formato da due rami.
Nell’antichità, il corso del Tevere, lento e placido, favoriva il trasporto di uomini, animali e cose da Nord a Sud. Perciò Roma nacque proprio intorno al Tevere.
IL MITO DELLA FONDAZIONE

L'eroe Enea fuggito da Troia, giunse con il figlio Ascanio alle rive del Lazio. Vinta la resistenza dei locali, Enea sposò Lavinia, figlia del re Latino.
Il figlio Ascanio fondò una città tutta per sé, Alba Longa. Dopo una lunga serie di re, in Alba salì al trono Numitore, buono e mite. Naturale che il fratello Amulio, cattivo e sanguinario, lo detestasse e lo sbattesse in carcere. Amulio fece diventare la figlia di Numitore, Rea Silvia, una sacerdotessa di Vesta che, pena la vita, non potevano sposarsi: "niente figli" pensò Amulio "niente eredi di Numitore".
Il dio Marte non fu d'accordo: Rea Silvia gli piaceva e la corteggiò, eclissandosi solo quando la ragazza ebbe partorito due gemelli. Amulio fece uccidere Rea Silvia e abbandonare i piccoli sulle rive del Tevere. La lupa, quella famosa, li sentì piangere, li trasportò nella sua tana e li allattò. Il pastore Faustolo vide i gemelli, che dovevano essere proprio carini, perchè se li prese e li portò a casa. Non avendo figli, li adottò chiamandoli Romolo e Remo. Una volta cresciuti li mise al corrente della loro origine. I gemelli, tornati ad Alba Longa, liquidarono Amulio e rimisero sul trono il nonno Numitore.
A quel punto decisero di fondare una nuova città dove li aveva trovati la lupa. Dato che tutti e due volevano chiamare la città col proprio nome, rimisero la questione agli dèi: chi con l'aiuto divino avesse visto il maggior numero di uccelli avrebbe ottenuto l'esclusiva della città.
Remo vide sei avvoltoi, sul colle Aventino, Romolo ne vide dodici sul Palatino. Così fu Romolo a mettere in moto l'aratro e a tracciare il famoso solco. Remo non si rassegnò e saltò sul solco appena fatto. Sacrilegio! A quei tempi fondare una città era un rito sacro. Romolo non fece discorsi e uccise il fratello. Non c'era più alcun ostacolo a che la città venisse chiamata Roma.
Il figlio Ascanio fondò una città tutta per sé, Alba Longa. Dopo una lunga serie di re, in Alba salì al trono Numitore, buono e mite. Naturale che il fratello Amulio, cattivo e sanguinario, lo detestasse e lo sbattesse in carcere. Amulio fece diventare la figlia di Numitore, Rea Silvia, una sacerdotessa di Vesta che, pena la vita, non potevano sposarsi: "niente figli" pensò Amulio "niente eredi di Numitore".
Il dio Marte non fu d'accordo: Rea Silvia gli piaceva e la corteggiò, eclissandosi solo quando la ragazza ebbe partorito due gemelli. Amulio fece uccidere Rea Silvia e abbandonare i piccoli sulle rive del Tevere. La lupa, quella famosa, li sentì piangere, li trasportò nella sua tana e li allattò. Il pastore Faustolo vide i gemelli, che dovevano essere proprio carini, perchè se li prese e li portò a casa. Non avendo figli, li adottò chiamandoli Romolo e Remo. Una volta cresciuti li mise al corrente della loro origine. I gemelli, tornati ad Alba Longa, liquidarono Amulio e rimisero sul trono il nonno Numitore.
A quel punto decisero di fondare una nuova città dove li aveva trovati la lupa. Dato che tutti e due volevano chiamare la città col proprio nome, rimisero la questione agli dèi: chi con l'aiuto divino avesse visto il maggior numero di uccelli avrebbe ottenuto l'esclusiva della città.
Remo vide sei avvoltoi, sul colle Aventino, Romolo ne vide dodici sul Palatino. Così fu Romolo a mettere in moto l'aratro e a tracciare il famoso solco. Remo non si rassegnò e saltò sul solco appena fatto. Sacrilegio! A quei tempi fondare una città era un rito sacro. Romolo non fece discorsi e uccise il fratello. Non c'era più alcun ostacolo a che la città venisse chiamata Roma.
Era il 21 Aprile del 753 a.C.



ROMOLO
I 7 RE DI ROMA
TARQUINIO PRISCO

TARQUINIO IL SUPERBO

NUMA POMPILIO

ANCO MARZIO


TULLO OSTILIO
SERVIO TULLIO

LE TAPPE DELLA CONQUISTA ROMANA:
Periodo monarchico: 753 a.C. - 509 a.C.
Periodo repubblicano: 509 a.C. - 31 a.C.
Periodo imperiale: 31 a.C. - 476 d.C.
Periodo monarchico: 753 a.C. - 509 a.C.
Periodo repubblicano: 509 a.C. - 31 a.C.
Periodo imperiale: 31 a.C. - 476 d.C.
Come senz’altro saprai, nell’antica Roma il sistema numerico era diverso dal nostro. Ogni numero era indicato con un simbolo, o con la combinazione tra loro di alcuni di questi simboli, che probabilmente ebbero origine dall’intaglio di una tacca sul legno o altri materiali.


La numerazione Romana e’ presente nella vita di tutti i giorni, includono l’uso nei quadranti degli orologi, la numerazione dei capitoli e il copyright nei libri e gli elenchi numerati. A volte le date sono fornite in numeri romani per la datazione di film e programmi televisivi. Inoltre, alcuni eventi sportivi, come le Olimpiadi, il Superbowl e gli eventi di Wrestling, li utilizzano.




Storia del Mosaico
Arte del Mosaico Romano
La realizzazione di questo progetto digitale è stata pensata per una bambina di classe 5 primaria, con DSA misto, con lentezza esecutiva, con facile distraibilità e difficoltà di concentrazione, miste a ansia da prestazione.
Lo scopo del progetto è quello di facilitare la bambina nell'apprendimento della storia dei Romani, rendendolo più accattivante grazie all'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che rendono l'argomento di più immediato interesse e comprensione, grazie anche all'utilizzo del canale visivo e uditivo.
L'argomento abbraccia le diverse discipline, per consentire l'acquisizione di competenze trasversali, nonché lavori laboratoriali, che favoriscono la cooperazione all'interno di tutto il gruppo classe!
Lo scopo del progetto è quello di facilitare la bambina nell'apprendimento della storia dei Romani, rendendolo più accattivante grazie all'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che rendono l'argomento di più immediato interesse e comprensione, grazie anche all'utilizzo del canale visivo e uditivo.
L'argomento abbraccia le diverse discipline, per consentire l'acquisizione di competenze trasversali, nonché lavori laboratoriali, che favoriscono la cooperazione all'interno di tutto il gruppo classe!
Grazie per l'attenzione !
Autore: Alessia Valacchi