Storia di Comacchio dalle origini ai giorni nostri

TRA VICOLI E VALLI: IL PAESE NARRANTE

Nonostante la devastazione tutti volevano metter&nbsp;mano sulla nostra città.&nbsp;Il motivo del contendere erano le Saline e le Valli, nostro amore e nostra dannazione! &nbsp;

Comacchio versava quindi in condizioni di estrema miseria sia economica che igienico-sanitaria. Fu il cardinale Giovan Battista Pallotta che, dal 1631 al 1634, attuò su tutto il territorio un vasto programma di opere di urbanizzazione affidando i lavori all’architetto ravennate Luca Danese. I canali, sia interni che perimetrali, furono sistemati, ampliando le tre porte d’accesso alla città: Porta del Carmine

La tesi più accreditata resta quella che vede nel popolo degli Etruschi i primi fondatori del paese i quali, “…sui cordoni sabbiosi che si affacciano su una estesa baia lagunare…in una zona che attraverso i canali di marea è posta in comunicazione con il mare aperto…” costruirono la città di SPINA.&nbsp;Nel tempo la città subì un lento ma inesorabile declino, fino a scomparire definitivamente intorno al 12 a.C.

Dopo aspre battaglie, nel 1899,&nbsp;la situazione della città era questa: “…la popolazione è di 12.000 abitanti…vive tra lagune e mare…lontana dalla fervida vita delle industrie e del commercio…in uno sterile isolamento…con la sola risorsa delle Valli da pesca…mancano mezzi per dare [alla gente] nuova e stabile prosperità”. &nbsp;

Finalmente, a Settembre dello stesso anno, si dichiarò la fine della guerra e ancora una volta il popolo comacchiese si rimboccò le maniche e cominciò la difficile ricostruzione. Comacchio era, infatti, ridotta ad un cumulo di macerie, praticamente “… isolata dal resto del mondo, la ferrovia era stata distrutta dai bombardamenti, nella città non c’era acqua potabile, gli approvvigionamenti arrivavano ancora via mare dentro le botti alle quali i cittadini accorrevano con i secchi tra le mani …l’analfabetismo era imperante e la popolazione era decimata da gravi epidemie (tracoma e malaria), la pressione politica enorme …”.

Intorno alla fine del 400 d.C. il paese, posto com’era al centro della costa adriatica, tra Venezia e Ravenna, si trovò suo malgrado nel bel mezzo di dispute feroci proprio grazie (sic!) alla sua posizione particolare di “…centro urbano di confine, protetto dalle Valli…” e perché no, anche dalle potenzialità che questo territorio poteva offrire ai più arguti: pesca abbondante e sale.

Tra la città e Magnavacca si scavò un canale navigabile che collegava direttamente Comacchio al Mar Adriatico.

A Comacchio, come nel resto d’Italia, si vive lo sconquasso delle divisioni ideologiche. La situazione politica è aberrante: liberali moderati, democratici, riformisti…e tutto questo baillame di partiti darà il via al fascismo il cui leader, Benito Mussolini, riesce a farsi eleggere Primo Ministro e, nel 1928-29, impone da subito un governo mono-partitico.

L’origine del nostro paese si perde nella notte dei tempi e, tutt’oggi, è ancora avvolta nelle leggende e nei miti che narrano di un popolo, i Pelasgi, che dalla Grecia arrivò sulle nostre sponde, davanti a uno sbocco del Po chiamato SPINETICO ove costruirono il loro insediamento.

Tra le forze devastatrici del nostro paese ci sono senz’ombra di dubbio Genova e Venezia, in particolare quest’ultima sottopose il nostro paese a ben tre devastazioni cruentissime.

Si viveva un clima di forti opposizioni.&nbsp;Alcuni partigiani che cercavano di contrastare la politica di terrore delle “camice nere” vennero arrestati e rinchiusi nella Caserma dei Carabinieri (oggi Parco della Resistenza), tra questi Edgardo Fogli, che venne ucciso qui il 29 Gennaio 1945. Molti altri, tra cui Cavalieri Foschini Berto padre di otto figli, vennero fatti prigionieri e, dopo molti giorni di crudele prigionia vennero caricati su camion per essere deportati nei campi di concentramento. Il viaggio fu lunghissimo e intervallato da molteplici e drammatiche tappe. La buona sorte però volle che, giunti a Verona per essere traferiti sul treno che li avrebbe portati in un campo di concentramento in Germania, fu dichiarata la liberazione dall'oppressore.

Ed ecco che Comacchio comincia a far gola a qualcuno: sono in troppi che la vogliono possedere per sfruttare le sue risorse e altri che, invece, la vorrebbero distruggere per limitare la sua espansione. A ciò si aggiungono, ahinoi!, le innumerevoli calamità naturali che, aggiungendosi alle devastazioni di cui era vittima, “favoriscono” un lungo periodo di fame e miseria.

Il 9 Febbraio 1848 scoppiarono i moti rivoluzionari che vedevano contrapposte le forze papali e le forze repubblicane, ma come si dice “tra i due litiganti…”in mezzo ci si mise il Risorgimento. Questo è il tempo di Garibaldi! (e qui vi invitiamo a vedere e/o ascoltare il nostro e-book su Anita!).

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I.C. COMACCHIO (FE) A.S. 2020-2021 GLI ALUNNI DELLE CLASSI 5A-5B-5C DI FATTIBELLO

le sue Chiese ... e la Cattedrale

L’anima azzurra &nbsp; Come vene sottili quasi morte tra canale e canale corron vichi di case senza porte, onde i tetti la mano a toccar vale: tane piene di reti e di visi inquieti: tra i muri sgretolati dal salmastro maligno si stende la miseria dei bucati. Adesso è mezzogiorno: qualche viso ferrigno che la fame (oh, la ruggine!) consuma, guarda ansioso intorno: felici voi cui la polenta fuma!&nbsp;&nbsp; &nbsp;(Filippo Carli) &nbsp;

I pochi Comacchiesi superstiti però non si persero d’animo e continuarono a far azioni di disturbo&nbsp;piratesche alle navi veneziane che passavano in prossimità  dei nostri territori. Il fatto che Comacchio, come l’araba fenice, risorgesse sempre dalle proprie ceneri, non faceva che inasprire gli animi degli usurpatori.

La questione sul possesso della città durò per secoli (forse ancora oggi!)…fu un continuo susseguirsi di dominazioni: Santa Sede, Longobardi, Ravennati, Veneziani, Estensi…

Nel 568 però, i Longobardi capeggiati da Agilulfo prima e da Liutprando dopo,&nbsp;conquistano molti territori dell’Italia Settentrionale. Infatti nel 712 Liutprando conclude un patto tra gli “habitatores de COMACLO” per stabilire una “convivenza” quantomeno pacifica.

Ma torniamo a noi!&nbsp;La storia di Comacchio, nonostante questa ripresa, si continua a giocare su più tavoli: a Roma, a Venezia, a Modena, a Vienna… Si &nbsp;assiste all’invasione germanica da una parte e la Rivoluzione Francese dall’altra, infatti il 24 maggio 1708 un’armata austriaca con a capo il Generale Bonneval, invade la nostra città stabilendo il proprio quartier generale nella chiesa e nel convento di Sant’Agostino che fu trasformato in fortezza. Comacchio nuovamente venne sballottata a destra e a manca. Prima possedimento dell’impero asburgico poi possedimento ancora della Santa Sede (1748) che, grazie al finanziere milanese Ambrogio Lepri, ne fece una vera e propria “industria produttiva”. &nbsp;

... i suoi ponti...molti dei quali, ahinoi! non esistono più... il progresso ha voluto che alle barche si sostituissero le auto!!!

Per risollevarsi da questa malasorte i Comacchiesi cercarono anche di snaturarsi trasformandosi in “uomini di terra” bonificando parte della Valle. Ma come si dice, Comacchiesi, ovvero “uomini di acqua” si nasce, l’acqua è nel nostro DNA. Tanti che avevano accettato l’assegnazione della terra da coltivare vi rinunciarono e tornarono nella Valle, sulle loro batane, tra reti e bolaghe, a farsi baciare il volto dal “salmastro maligno”:

...e dopo tanta Storia un po' di attualità con le foto di maestra Enrica

Possiamo dire che il volto attuale di Comacchio è quello acquisito nel Sei-Settecento: il Ponte dei Trepponti &nbsp;

Purtroppo nello stesso periodo si assiste al lento declino di Ravenna&nbsp;che favorì il passaggio di Comacchio agli Estensi cui ci si dovette sottomettere! Era un continuo sballottamento tra Ferrara e Ravenna (forse niente di nuovo sul fronte…!) ma a creare ancora più confusione si ripresentarono i veneziani che non avevano mai rinunciato al predominio su Comacchio. Come se non bastasse ci si mise di mezzo anche Genova, già in guerra con gli Estensi. Fu così che, Ercole d’Este, emulando Nerone, per evitare la caduta di Comacchio nelle mani dei veneziani, la incendiò egli stesso.

Intanto su tutto il suolo italiano stava dilagando la bufera napoleonica che invase anche il nostro territorio: era il 1796 quando Comacchio venne occupata. “La guerra degli ignudi”, la definì così il nostro patriota Antonio Buonafede il quale nel 1797 riuscì a sottoscrivere con Napoleone un accordo, “Il Rogito Giletti”, con il quale si consentiva a Comacchio il riscatto delle Valli ad un prezzo accessibile.

Fino ad arrivare al 1152 quando Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero e re di Germania,&nbsp;si stabilì a Ravenna e volle conoscere meglio i suoi domini, tra cui anche Comacchio, tanto che, nel 1177, rilasciò una concessione alla nostra città che divenne così Comune con a capo due Consoli, ma si sa che l’istituzione dei Comuni equivaleva anche a “…tentativi di affermazione di autonomia e di identità comunitarie…” &nbsp;e questo dava ancor più fastido!

Il centro urbano fu risistemato, restaurati i vecchi ponti e se ne fecero di nuovi a collegamento delle tredici isolette su cui era ubicata la città.

Questo territorio “…paludoso e insalubre…” inizialmente non faceva gola a nessuno, ma con la nascita dell’Impero Romano (27 a.C. – 476 d.C.), la sua posizione divenne strategica per fronteggiare le incursioni barbariche, tanto che l’agglomerato urbano divenne un Castrum ovvero una fortificazione, avamposto militare per la difesa dell’Italia Settentrionale. &nbsp;

INTRODUZIONE Con questo nostro lavoro vi vogliamo offrire l’opportunità di conoscere Comacchio... o meglio, quello che noi abbiamo scoperto di Comacchio, il paese più bello del mondo! Non abbiamo nessuna presunzione di completezza sulla sua millenaria storia, ma desideriamo veramente trasmettervi le nostre conoscenze nella convinzione che anche voi possiate dire: “Questa città d’acqua è veramente un gioiello raro e come tale va preservato!” Noi ce la stiamo mettendo tutta…fate anche voi la vostra parte!

il Loggiato dei Cappuccini&nbsp;(sono ben 142 gli archi che lo compongono)

Teodorico (occhio di lince!), re degli Ostrogoti, infatti, dopo aver riorganizzato anche la flotta di Ravenna, vi impone la sua supremazia e nel 525 stabilisce la nascita del CASTRUM COMIACHI. &nbsp;

i canali che regolano le sue acque

Alcuni storici invece fanno risalire la sua origine al III secolo, quando una tremenda inondazione distrusse la città di COMO e i pochi superstiti trovarono rifugio nelle isolette dove oggi sorge il nostro paese da cui, pare, tragga il nome.

Gli anni che vanno dall’inizio del secolo alla prima Guerra Mondiale, sono caratterizzati da una “miserabile miseria” e le cause sono imputabili alla cattiva amministrazione delle Valli, ai numerosi dissidi interni, ai rovinosi allagamenti, alle inefficienti amministrazioni comunali… Il conflitto durò quattro anni e vi morirono 214 giovani comacchiesi che partirono volontari per contrastare gli Austriaci in terra di Francia. &nbsp;

Si arriva così al Medioevo e Comacchio emergeva quale sede di inquadramento religioso e insieme civile grazie alla Chiesa di Ravenna capitale esarcale (territorio sottoposto alla giurisdizione di un esarca, ovvero dignitario bizantino). Comacchio aumenta la propria vitalità e sviluppa il proprio insediamento. Nel frattempo l’Arcivescovo di Ravenna, Aureliano, acquista terreni nel Pado Vetere, poco a Ovest del già fiorente monastero di Santa Maria in Aula Regia che rappresenta il primo nucleo di vita cristiana organizzata del territorio comacchiese.

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