MAGGIO 2021 GITA A CALTIGNAGA

Biancospino. Fa un fiore bianco e spinoso, i suoi frutti si possono mangiare. Le foglie si possono usare per fare un decotto astringente.

Le querce americane hanno uno sviluppo più rapido rispetto alle nostre, con foglia più larga che assume un colore rossiccio in autunno. Il legno è meno pregiato rispetto ala quercia nostrana. Producono delle ghiande leggermente più piccole delle piante autoctone.

Gelso o mora. Ce ne sono di due tipi, bianchi e neri. Producono dei frutti commestibili; le more nere sono più gustose di quelle bianche. La pianta era molto presente nella zona perchè su questo albero vive un bruco, il baco da seta, che, mangiando le foglie, produce un bozzolo dal quale si ricavava la seta. Ogni famiglia, per avere un reddito in più, aveva dei gelsi e vendeva i bozzoli. Un Kg di bozzoli, negli anni cinquanta, equivaleva a 10 Lire.

RICETTA:
1 SCODELLA DI MORE NERE
SUCCO DI MEZZO LIMONE
3 CUCCHIAI DI ZUCCHERO
Far riposare mezza giornata e poi gustare.

Fonti dicono che il nostro castello ha più di mille anni! Già nel lontano 911 furono fatte richieste, all'imperatore Berengario I, per poter costruire il "CASTRUM" (una fortificazione). In questo periodo iniziano le lotte dei signori feudatari, che vogliono estendere i loro domini.
Il nome CALTENIAGA compare per la prima volta in un documento del 958, in cui si parla dei signori del castello di "Caltignaga" di origine provenzale.
All'interno del castello sorge la chiesa di San Lupo (pergamena 1014).
Il territorio locale era diviso tra i franco-provenzali a Caltignaga e longobardi al di là dell'Agogna (Morghengo, Barengo, Ghislarengo). Presso la Cascinetta vi era il traghettatore, e non il ponte per andare a Morghengo, perchè il torrente Agogna era sempre carico di acqua.

Il castello, in origine, non era come lo vediamo oggi. Sicuramente si trattava di un'abitazione fortificata con mura di recinzione in ciottoli di fiume e laterizi, che includevano il villaggio. Con il passare del tempo, e dei proprietari, sono state apportate aggiunte e sovrapposizioni, fino ad arrivare allo stato attuale.

Qui a fianco vediamo parte delle mura di recinzione.

Esso possedeva due fossati, pieno di acqua, che servivano per difendersi dai nemici. Era possibile accedere al Castrum tramite un ponte levatoio, che oggi non c'è più.
Facendo un salto in avanti nel tempo, arriviamo all'AD 1361 quando i mercenari francesi, "Compagnia Bianca", assoldati dal Marchese di Monferrato attaccarono i territori di Galeazzo Visconti, distruggendo e saccheggiando tutto ciò che trovavano, compreso il nostro castello, proprietà dei Visconti.