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il razzismo

by Marina Buttitta

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Il Razzismo
Comic Panel 1
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ll razzismo è una forma di odio nei confronti di chi è diverso, dettato dalla convinzione errata che esista una superiorità di una “razza” su un’altra.
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Il razzismo è sempre esistito, sin dai tempi antichi, per motivi politici, religiosi, culturali, sociali; poi, si è diffuso il concetto di una vera e propria inferiorità di alcune razze rispetto alle altre e così si è formata l’ideologia razzista.
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Che cos'è il razzismo
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 È importante il rispetto degli altri, la solidarietà.
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Oggi si fanno differenze per motivi religiosi, di cultura e per il colore della pelle.
Non si riesce a credere come ciò sia possibile, quanta sofferenza gli stranieri abbiano dovuto soffrire e soffrano per la sola “colpa di essere neri”. L’errore sta nel considerare non solo la propria cultura diversa, ma “superiore” alle altre. Siamo nati liberi e uguali e abbiamo tutti la stessa dignità.
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IL RAZZISMO IN ITALIA
L’Italia, purtroppo, è toccata seriamente da questo problema, soprattutto ora che la guerra in Africa ha stimolato l’ondata migratoria di profughi e non solo: città come Lampedusa sono prese d’assalto e soluzioni concrete sono ancora lontane dall’essere attuate, anche per via di una politica incapace, e non solo per l'inadeguatezza di chi governa. Si tratta di una premessa importante, che può giustificare solo apparentemente, atteggiamenti razzisti e a tratti disumani.
Sempre più clandestini sbarcano in Italia, sempre più culture s’incontrano e si scontrano con la nostra e sempre più sfide l’uomo moderno deve e dovrà combattere: la paura del diverso e l’assurdità dell’ignoranza sono senz’altro le più importanti e difficili da vincere, L’essere umano, in questo caso, non ha ancora fatto grandi passi in avanti: per l'ennesima volta, vittima di crisi economica e proclami del politico qualunque, rischia di cadere nel baratro dell’ignoranza e di farsi sopraffare dagli istinti razzisti.
PERSONE CHE HANNO COMBATTUTO CONTRO IL RAZZISMO
Martin Luther King è una delle figure più rappresentative del Novecento. Non è così insolito, se pensiamo a come era strutturata la società non molto tempo fa, e a cosa questo rivoluzionario afroamericano ha fatto per cambiare quel mondo.
Meno di quaranta anni fa c'erano fontanelle pubbliche separate per bianchi e neri, a teatro la balconata separata per neri, i posti in fondo al bus solo per neri. La lotta per cambiare queste condizioni e guadagnare la parità dei diritti di fronte alla legge per i cittadini di qualsiasi etnia è stata la scena di fondo della breve vita di Martin Luther King.
Nell'agosto del 1963 Martin Luther King guida un' enorme manifestazione interrazziale a Washington, non violenta, ove pronuncia un discorso che unisce i criteri della non violenza e quelli cristiani, e che inizia con le parole I have a dream...
Thought Bubble
Nel 1965 ha approvato l'atto di diritto di voto attraverso il quale è stato esteso il diritto di voto ai neri.
Voleva garantire migliori posti di lavoro e condizioni di vita, sopratutto per i neri che vivevano nei ghetti.
Muore nel 1968 assassinato con un colpo di pistola.
Nel 1964 il parlamento approvò la legge civile e nello stesso anno gli fu assegnato il premio Nobel per la pace.
Pagina bonus
il primo presidente di colore
Obama non è semplicemente il primo presidente di colore degli Stati Uniti, applaudito in lacrime da chi solo qualche decina di anni fa non poteva sedersi a fianco di un bianco su un bus. Obama è simbolo del nostro mondo, di ciò che è diventato e diventerà, anche perché è figlio di una coppia mista, di un uomo di colore e di una donna bianca, dell’incontro fra due etnie, di scelte coraggiose che un tempo facevano scandalo. Non solo: Obama è anche la dimostrazione che non sempre grandi uomini sono cresciuti in famiglie perfette. 
“Yes we can”, lo slogan che ha accompagnato per quasi due anni la sua campagna elettorale, oltre alla sua capacità umana di comprendere e coinvolgere le persone e i loro sentimenti e al suo “stile” di forma genuina e buona educazione che gli conferisce l’ampiezza dello sguardo con la quale si valutano i problemi e si additano i cittadini, è diventato anche l’inno con cui Obama ha celebrato quella che ha definito, rivolto alle decine di migliaia di sostenitori, «la vostra vittoria»
pagina del sapere
impara a imparare!
RoSa PaRkS
Montgomery, Alabama, 1° dicembre 1955: la quarantaduenne Rosa Parks, di pelle nera e di professione sarta, prende l’autobus 2857, diretta a casa. Si siede in una fila centrale, ma quando dopo poche fermate sale un passeggero bianco, il conducente le chiede di alzarsi per lasciargli il posto, come impongono le regole.
Rosa le conosce bene: i neri siedono dietro, i bianchi davanti, mentre i posti centrali sono misti e si possono usare solo se tutti gli altri sono occupati, ma la precedenza spetta sempre ai bianchi. «Non stavolta», pensa Rosa, e senza rifletterci troppo risponde che «no», non intende alzarsi. Quel rifiuto la trasforma all’improvviso in un’eroina dei diritti dei neri, impegnati nella lotta contro la segregazione che opprimeva l’Alabama e altri Stati del Sud, divenendo il propellente di una storica protesta che fu tanto rabbiosa quanto non violenta.
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