Stagioni di scuola

A tutti coloro che fra i banchi di scuola tanto hanno sognato

Cade la neve le frasche scompaiono… grido lontano

Io sogno di andare a cavallo in mezzo alla natura fare gli slalom tra gli alberi sentire il vento tra i capelli ed essere io, il mio cavallo e la natura

Progetto scolastico di scrittura Coordinatore del progetto: Vincenzo D'Agostino

BREVI COMPONIMENTI SCRITTI FRA I BANCHI DI SCUOLA

Prefazione di Vincenzo D'Agostino Introduzioni alle singole sezioni, a cura di: Silvia Carbonari, Francesco Cottone, Simona Denaro, Alessandra Greco, Carlotta Pasteris, Dino Tron Postfazione di Carlotta Pasteris GENERE Favola, fiaba, poesia, monologo interiore

La libertà è un diritto

La libertà la sento sulla mia pelle. Mi sento libero quando provo emozioni che nessun altro prova e che sono solo mie. Mi sento libero quando sono in compagnia di amici sui quali posso contare. Riesco anche a sentirmi libero quando gioco a calcio, in quel momento tiro il pallone fortissimo come se fosse stato lui a ferirmi, a farmi male, come se volessi punirlo… e la palla vola via e con lei i miei problemi. Libertà è felicità perché quando sono felice sono libero di provare le mie emozioni. Sono molto libero quando mi apro con i miei genitori e parlo con loro di quello che mi succede…mi stanno vicini e sanno sempre dirmi qual è la soluzione migliore. Mi sento libero quando indosso vestiti ogni giorno senza ascoltare il parere altrui. Quando non sono libero mi sembra di stare rinchiuso in una gabbia senza riuscire a parlare e a esprimermi. D’altra parte non mi sento libero quando gioco oppure quando faccio attività a gruppi con persone più grandi di me perché non mi lasciano esprimere le mie idee e faccio fatica a farmi ascoltare. Spesso mi dicono che sono più piccolo di loro e sono meno intelligente, ma

attese. La ragazza riflettè tra sé e sé: "Ora che ci penso, oggi sono stata infastidita dai miei compagni, e mia mamma mi ha sgridata per essere tornata all’improvviso a casa da scuola". "È meglio che segua la luce... Semmai avrò fortuna, chissà che non ottenga qualche potere magico che mi permetta di essere invidiata, e spinga tutti loro a chiedermi scusa per ciò che sono costretta a subire ogni giorno!". Dopo essere giunta a questa singolare conclusione, Myrea afferrò velocemente il suo zaino, lo riempì con oggetti essenziali ad affrontare un viaggio verso l’ignoto ed uscì dalla finestra senza farsi notare. Saltata la staccionata di casa sua seguì la strana luce seguita dal suo fedele cagnolino. Una volta addentratasi nel folto del bosco mangiò qualcosina e trascorse la notte con meraviglia e tranquillità grazie alla stessa luce. Il giorno seguente, però, si svegliò sorpresa esclamando: "Aspetta un attimo... dov’è finita la luce!?". "È scomparsa!". Provò a cercarla in lungo e in largo ma invano. Finì per addentrarsi ancor di più nel bosco e si rese conto che in fin dei conti non era per niente male laggiù: era tutto colorato e vi scoprì perfino un regno e un popolo nascosti all’interno. Si guardò intorno e si 

accorse allora di una piccola scia di ghiaccio che si formò lentamente in aria come un arco, e quando si esaurì un’esplosione di brillantina lilla fece comparire dal nulla dei bellissimi pattini da ghiaccio color bianco nuvola e sfumature sempre di lilla. "Wow! Che belli!" esclamò sbalordita, col cuore colmo di felicità. Dopo averli indossati cominciò a pattinare, serena ed estasiata ad ogni movenza. Notò con stupore che qualsiasi curva tracciasse lasciava intravvedere un’intensa luminosità del ghiaccio sottostante, il quale tornava ad assumere il suo abituale colore non appena Myrea si trovava di fronte ad un percorso rettilineo. "Fan-ta-sti-co! È il mondo che ho sempre sognato, è bellissimo!", esclamò con immensa gioia. All’improvviso si scontrò con un ragazzo dai capelli castani, con una maglietta bianca e degli appariscenti pantaloncini verdi. Nel complesso lo trovò piuttosto carino. "Ciao, mi chiamo Artemis... e tu?". "Perdona lo scontro, ero sovrappensiero!", si scusò immediatamente il ragazzino, notando anche lui il fascino

della giovane con cui aveva condiviso questo piccolo incidente. "Non preoccuparti... nemmeno io ero molto concentrata, scusa!", rispose a sua volta Myrea. "Mi chiamo Myrea, ciao!". "Hai per caso visto una luce che svolazzava qui intorno?", proseguì. "No, mi dispiace. Però se vuoi posso aiutarti a cercarla, se è così importante per te!", si offrì gentilmente Artemis. La ragazzina accettò entusiasta. Insieme entrarono in quella che scoprì essere la città-ghiaccio denominata "Glitter". Si dice che Myrea fu talmente affascinata dalla sua bellezza, e soprattutto magia, che non fece più ritorno a casa propria, imparando a vivere in un mondo in cui odio ed egoismo non potevano in alcun modo avere seguito, una dimensione che aveva da sempre desiderato. Presto condusse a Glitter anche sua mamma e, come Artemis, si abituò a vivere in una società rispettosa, con valori e ideali sani che non contemplavano minimamente qualsiasi forma di bullismo.

Bracerentola di Pietro De Pascali

C’era una volta una giovane ragazza che viveva in un condominio di periferia con sua madre, i suoi dieci fratelli e il patrigno che la odiava e le riservava i lavori più faticosi. Un giorno la ragazza vide un volantino che annunciava una festa in discoteca del divo Jacky Blond. Sentiva di non poter mancarvi per nessu motivo al mondo. La madre acconsentì, mentre il perfido marito reagì male chiudendola dentro la cantina. Nella notte la madre la chiamò: "Bracerentola (soprannome affibiatole dai fratelli), ti farò andare alla festa, ma dovrai tornare qui prima di Mezzogiorno, oppure il tuo patrigno se ne accorgerà!". La ragazza annuì e andò alla festa con un bellissimo vestito e un’auto velocissima, con tanto di autista. Appena la vide, Jacky Blond si innamorò di lei e parlarono per tutta la serata. La mattina seguente, alle 11:30 per la precisione, Bracerentola decise che sarebbe dovuta tornare a casa per evitare di essere scoperta dal severo patrigno, ma nella corsa perse il cellulare per le scale, senza accorgersene e presto si trasformò nuovamente nella solita

L’incubo di Holly di Sofia Toffetti

C’era una volta una coppia, Dylan e Holly, che abitava sotto lo stesso tetto; purtroppo Dylan era molto violento nei confronti di Holly e l’aggrediva spesso. Entrambi facevano fatica a sopportarsi, specialmente Holly non ne poteva più e non avrebbe potuto sopportare ancora a lungo questa situazione, non avendo per giunta neanche un lavoro. Tuttavia dopo anni di litigi la coppia riuscì comunque ad avere un figlio, che chiamarono Jacked. Dylan smise addirittura di perseguitare Holly, ma il vizio ritornò presto più preoccupante che mai e dunque decisero di separarsi. Holly se ne andò e affittò un appartamento per lei e per Jacked. Cercò anche qualcosa per difendersi dal marito, nell’eventualità che lui tornasse in qualche modo alla carica, perché le aveva detto che presto si sarebbe ripreso il bambino, minacciandola, e la ragazza aveva molta paura che le potesse fare ancora del male. Holly stava studiando per diventare una scienziata e progettò, per esercitarsi a tempo perso, un metal detector collegato ad un orologio. Aveva chiesto addirittura un parere ai suoi genitori e loro le avevano 

suggerito di non realizzare un simile proposito perché si sarebbe potuto rivelare piuttosto pericoloso, ma lei, molto testarda e caparbia, seguì il suo istinto. Dopo una settimana il progetto fu pronto, ma quando Holly tornò a casa non trovò più la baby-sitter che aveva assunto, né tantomeno Jacked. Andò a cercarli dappertutto. Ritornò a casa, la sua invenzione funzionava: un metal detector collegato ad un orologio, anch’esso magico perché era in grado di teletrasportare in un determinato luogo chiunque nell’attimo in cui vi succedeva qualcosa. Senza che Holly lo sapesse, i suoi genitori avevano collegato un altro orologio e l’avevano nascosto. Durante la notte la ragazza si recò a casa di Dylan e scoprì che la baby-sitter di Jacked era la nuova compagna dell’ex fidanzato, per cui entrambi avevano premeditato il rapimento del figlio. Holly aveva ancora le chiavi della vecchia casa, dove ora abitavano soddisfatti Dylan e Bane, così si chiamava la baby-sitter. Entrò in casa e si trovò l’uomo di fronte con la seria intenzione di aggredirla nuovamente. Con molta fatica riuscì a liberarsi dalla sua presa e a nascondersi in una camera da letto in cui vide Bane coperta di lividi dappertutto. Il sollievo di Holly 

studentesse e gli studenti sono stati accompagnati ad attribuire oggetti, emozioni, incontri alla loro personalità in crescita. Ne sono usciti componimenti pieni di umanità e di verità. È così che le ragazze e i ragazzi si percepiscono e si descrivono.

Io sono una viola profumata colore nei prati di primavera. Io sono la lettera V vivace e vincente. Io sono l'incontro con Luna cortile di casa, cucciolo adorabile. Io sono pole dance e sci tanta adrenalina e divertimento. Io sono due occhi azzurri con sguardo intenso e curioso. Io sono i ricordi dell'estate mare, divertimento e spensieratezza. Io sono le persone a cui voglio bene amore, gioia e felicità. Io sono il mare acqua cristallina e trasparente. Io sono le risate con gli amici divertimento e spensieratezza. Io sono Viola, impaziente di conoscere nuove persone.

Le discriminazioni e le violenze

Molte persone non sono amicone, ma preferiscono fare scherzetti non belli. Ignorante come una capra, magra come una zappa, bella, brutta, stupida ignorante. Questi sono i termini ormai non più permessi e concessi; ma mai nessuno si è fermato e adesso è isolato.

Le persone, bianche e nere, magre e grasse, forti e deboli, diverse caratteristiche fondamentali, ma davanti ai diritti non siamo mai disuguali. La gente è diversa, c’è a chi piace una cosa o a chi ne piace un’altra, chi crede in qualcuno che per altri non è nessuno. Ma la gente è abituata a cambiare e così ha iniziato a discriminare.. “I neri non sono bianchi e qui in Italia ce ne sono tanti, ma ora è tempo di cambiare, siamo noi a comandare”. E così è iniziata una guerra Senza sangue ma fatta di maltrattamenti loro non sembrano tutti contenti. C’è una generazione che lotta continuamente. Per abolire questa tortura, hanno molti progetti in mente. “A tutte le persone, siamo pronti a partire e una persona diversa da voi non osate scalfire”. Ci sono cose che non potete capire,

Contro una finestra, in casa, a veder la pioggia cader in terra come i ricordi di qualche tempo fa. La libertà, i miei familiari, giocare. In cielo, la nube grigia dei miei sentimenti offusca gli ultimi bei ricordi rimanenti.

Sogno. Creo. Vedo. Immagino. Vedo un mondo che mi fa stare bene, un mondo dove la natura si estende, gli animali vivono in libertà e noi viviamo felici, tranquilli, in pace. Torno con i piedi per terra e apro gli occhi. Mi sveglio e vedo fuori dalla finestra strade e città, niente erba, niente animali, nessuna felicità. Vedo il mondo reale che mi fa stare male.

Il coniglio e il coyote di Elisabetta Boiero

Chi è il più forte? di Gaia Bonetto

In un piccolo boschetto, da alcuni giorni si ripete la stessa vicenda: un piccolo coniglietto indifeso subisce continui attacchi da un enorme coyote, che, essendo stato ferito da un animale più forte di lui, per sentirsi superiore cerca di acchiappare il povero coniglietto per ucciderlo. Il coyote, però, non riusciva in nessun modo ad acciuffarlo; tuttavia gli provocava dei graffi, indebolendolo sempre di più. Ad assistere alla scena c'erano sempre dei passerotti che rimanevano indifferenti, per paura di essere presi di mira. Qualche giorno dopo, a causa dei graffi e delle ferite riportate, il coniglietto morì. È importante di fronte ad un atto ingiusto e violento non rimanere indifferenti.

C'era una volta un lupo che si credeva il più forte e il più bello di tutti. Da un po' di mesi aveva preso di mira un piccolo colibrì. Il colibrì era spaventato e cercava sempre di nascondersi ma il lupo lo attaccava lo stesso. Quando il lupo importunava l'uccellino, un gruppo di gatti, appostati sul davanzale di una casa, guardavano lo scontro. Tutti tifavano per il lupo e intimorivano il piccolo colibrì. Un giorno il colibrì, stanco di essere preso di mira dal lupo, ideò un piano in cui non serviva la forza, ma la furbizia. Tutti i giorni lo scontro avveniva sempre nello stesso posto. Quando furono uno di fronte all'altro, il colibrì cominciò a volare attorno al lupo. Il lupo provava ad afferrarlo ma non ci riusciva e non si accorgeva che il colibrì lo stava portando verso un albero. Ad un certo punto si sentì un forte BANG: il lupo aveva sbattuto contro l'albero. I gatti iniziarono a prendere in giro il lupo che era stato battuto dal colibrì. E fu così che il piccolo colibrì, con astuta vendetta, sconfisse il temuto e presunto forte lupo. La furbizia è la forza dei piccoli.

È primavera ed è l'ora della nascita dei fiori. C'è Gino che dovrebbe nascere tra un giorno. Il giorno seguente i fratelli di Gino nascono, ma lui non ancora; Gino è molto adirato perché lui non è ancora nato. Passano tre settimane e tra appena un giorno arriverà l'estate: Gino ha perso le speranze e quindi decide di andare a dormire fino alla prossima primavera. Così il giorno seguente Gino decide di andare a dormire fino a quando non accade che... finalmente nasce! Ora Gino si diverte con i suoi fratelli. Questa è la storia di un piccolo fiore.

La natura è vita, la natura è un sospiro lieve che ti stravolge con la sua vastità di colori e profumi. La natura è tutto ciò che ci circonda, certe volte malconcia, ma tutto si sistema con l’arrivo della primavera.

La libertà non è solo una parola. La libertà è quando riesci a sentire l’aria che ti sfiora le mani, è la felicità. La libertà… senza è come vivere chiusi. Quindi per me la libertà è quando puoi essere te stesso, non avere paura di essere giudicato.

Il fiore dei partigiani è morto per avere la libertà. La libertà è quella che tutti vorrebbero, la libertà è essere felici con la persona che ami, la libertà è fare qualcosa senza che nessuno ti giudichi, come ad esempio, saltare, correre sui prati, piangere in pubblico… La libertà è come un gabbiano che vola nel cielo azzurro per andare dalla sua famiglia. La libertà è avere un sorriso senza che nessuno ti dica: “Perché sorridi?”. La libertà è truccarsi, come si vuole, vestirsi con dei vestiti corti senza che nessuno ti fischi dietro o ti urli: “Ah bella’’. I ragazzi e le ragazze possono amare altri ragazzi e ragazze senza che vengano insultati con toni offensivi. La libertà è come un foglio di carta strappato, non puoi più averlo indietro. La libertà è lottare per averla e lottare per avere quello che si vuole. La libertà è essere sé stessi sempre. La libertà è preziosa e a volte può essere pericolosa perché comporta tante responsabilità.

In gioco, di Alessandro Cioffi Io e la famiglia, di Andrea Fierro Fantasie, di Edoardo Giacomello Confusione, di Rebecca Libertini Imparare a conoscersi, di Riccardo Mina Semplicemente io, di Micaela Pairetto In cammino, di Umberto Pampiglione Nel bene e nel male, di Alessia Piccato Io sono io, di Alessia Sarà Momenti, di Marco Tibaldo Yin e yang, di Gheorghe Vieru Monologhi interiori Jisū Finalmente io Chiuso in questo inferno Raggiungere la mia libertà Libertà è partecipazione Me stesso Libertà non è indossare una maschera La musica, il ritmo della libertà La scoperta di me stesso Lei, l'altra metà della mia anima Rinchiuso Chiavi di felicità La mia luce... tu Grazie, fratellone! Libertà è uscire dalla gabbia Solo ora sono libera La libertà è un diritto Ecco quando sarò libera Ricordi di libertà Solo tu mi fai sentire libera Libertà è sognare

Poesie sostenibili La Terra, di Alessandro P. La natura si risveglia, di Gabriele Abate e Alessandro F. Mondo, di Leonardo, Lorenzo, Raul Cambiare il mondo, di Giada P., Alessio R., Bryan La nostra unica casa, di Ambra e Clara Il mondo lo salveremo, di Aurora e Teodora La Terra, di Denis e Nicolò Salviamo il nostro mondo, di Cristian e Francesco Un mondo migliore, di Riccardo Poesie dei ricordi La mia vacanza, di Andre Alves La conchiglia!, di Beatrice Anzalone L'ultimo giorno, di Mohamed Bahrar Sera di ricordi, di Davide Baima Pcit Beata Infanzia, di Stefano Bernero La quarantena, di Alessandro Bertea Il mio 2020, di Daniele Boccardi Comprai il mio cane, di Riccardo Cioffi La notte, di Giulia Alejandra Lopez La sera del Piemonte, di Lorenzo Manunza Quarantena, di Samir Menudo Immaginare per vivere, di Isabel Moliterno Il Covid, di Alessandra Negrisoiu Il Covid-19, di Alessio Panebianco Rosa, di Geovana Sampaio Leal Gomes Il mio arrivo, di Pedro Henrique Saturnino da Silva Rispetto, di Gurleen Singh Un ricordo estivo, di Eupremio Tedesco In montagna con mio padre, di Christian Terlizzi Il mio posto arancione, di Angelo Zanzarelli

Il razzismo e le discriminazioni Sono da combattere facendo buone azioni. Siamo tutti uguali, Tutti umani. Le differenze sono una bella cosa L’uguaglianza, lotta senza sosta. Diritti uguali, alla pari, Per scuri o chiari.

La discriminazione è pura ignoranza che in molte persone avanza, basso o alto come un pero bianco, nero: differenza zero Chi lo dice chi è normale ogni persona non è uguale, tutto il mondo è paese italiano, cinese, africano e albanese A te che ti chiamano cioccolatino tu rispondi “sei solo uno stupidino!" A te donna che spesso sei sottovalutata con grinta e forza sarai aggraziata La discriminazione non vale perché ci si può fare del male il modo deve cambiare e tutti ci dovremmo amare.

Arriva il sole, l’aria è calda e la felicità risalta. Faccio un lungo viaggio per andare al mare, mi fermo ancora un po' e vado a pescare. Faccio un tuffo al mare e vado a casa, ricomincio la giornata con un sole caldo.

La distanza mi distrugge, ma il ricordo di te mi salva da ogni male, dei tuoi occhi azzurri come il mare di cui mi sono innamorata anni fa, e che spero di rivedere. La distanza mi distrugge, ma la tua voce nella mia testa mi fa superare tutto.

a scavare freneticamente finché trovarono un forziere, però quando lo aprirono era vuoto. La mamma se ne andò delusa, bisbigliando qualcosa, ma Berry rimase lì. Poi gli venne in mente una follia: ripose l'amuleto nel forziere, pensò intensamente ad una bici e…tutt'a un tratto una bici arancione fluorescente nuova di Zecca apparve accanto al baule. Berry andò a chiamare la mamma e le fece vedere come funzionava quello strabiliante amuleto, dopodiché la loro famiglia visse felice e contenta.

L'avventura di Nicolas di Davide Leanca

Un giorno, un ragazzo di 11 anni che si chiamava Nicolas avrebbe dovuto cominciare le scuole medie, ed era molto in ansia perché si era trasferito da poco da poco in quella città. Giunse il primo giorno di scuola e si divertì molto. Aveva già stretto amicizia con sei coetanei. Quando tornò a casa raccontò tutto alla mamma che ne fu molto contenta. Il resto della settimana trascorse alla grande, ma quella successiva i suoi lo punirono severamente, per alcuni eventi poco piacevoli. La sera si chiuse in camera e preparò uno zaino con cibo vestiti e tentò di scappare, ma suo padre lo scoprì in tempo e insieme alla moglie gli vietarono di uscire da solo. I giorni seguenti andarono malissimo, tutti lo ritenevano un essere inutile. Nicolas era distrutto, allora, quando uscì da scuola, scappò infrangendo il divieto dei genitori. Trovò una casa apparentemente abbandonata in ottime condizioni, con all'interno ancora del cibo. Quando ebbe terminato le scorte ritornò a casa sua. I suoi genitori furono infinitamente felici, ma allo stesso tempo arrabbiati m, per questo gli diedero una 

Amare quella persona, non solo nei momenti liberi non per passare il tempo non per ricambiare un sentimento Amare davvero quella persona, vuol dire farfalle nello stomaco vuol dire pensare solo ad essa vuol dire amare più di sé stessi. Si deve amare senza limiti. Perché non esiste sensazione più bella di amare ed essere amati…

Un domani incerto, la vita che passa a ricordarci ogni momento vissuto. Passano le ore, i giorni e gli anni cresciamo dietro ad un orologio che non si ferma mai. La vita è una, unico dono ricevuto che dobbiamo rispettare. Camminiamo in questo lungo percorso d'amore e difficoltà. Superiamo gli ostacoli che il destino ci pone davanti, come degli atleti dobbiamo essere pronti a vincere la nostra gara.

Io sono un martello che fa male nei momenti sbagliati. Io sono M di malinconia. Io sono l'incontro con mio fratello carino come nessuno. Io sono il calcio correre dietro ad un pallone è emozione indescrivibile. Io sono i capelli più spettinati sono più belli sono. Io sono la mia famiglia mille emozioni ogni giorno. Io sono la felicità vincere una partita di calcio e tifare la Juve. Io sono Messi come tratta la palla nessuno può fare. Io sono il profumo del fieno che mi ricorda mio zio in cielo, nel Paradiso. Io sono Marco, occhi aperti per controllare le faccende dentro al mondo.

Io sono un orologio impaziente di far scorrer la prossima ora. Io sono la lettera G che cambia suono con la lettera vicina. Io sono l'incontro con Lucky allegria, gioia, felicità e gioco. Io sono judo un'unica possibilità di sopravvivenza. Io sono la testa, il cuore penso prima di agire, agisco col cuore. Io sono la verità bella, che non ti fa soffrire. Io sono la diversità la conservo, mi distingue. Io sono la nascita di un pulcino stupenda, meravigliosa come un tramonto. Io sono l'arcobaleno dopo la pioggia rendo più felici e magiche le giornate brutte nella mia famiglia. Io sono i fulmini, i tuoni paura che qualcuno ti colpisca, i miei giorni di pioggia. Io sono Gheorghe pigro, speranzoso, ottimista, spensierato e leale.

SEZIONE 8 Classe 2C Poesie dei ricordi

I testi scritti e inseriti in questa sezione appartengono a piccoli autori costretti loro malgrado a mettersi a confronto con una realtà difficile che li ha lasciati soli a pensare. Lo scopo di questa attività era proprio quello di cercare a comprendere, insieme a loro e attraverso di loro, se è vero che nella solitudine dei rumori che arrivano da lontano, forse è più semplice trovare un cenno che riaffiora dal passato, stridendo (montalianamente?) forse, ma di sicuro attento a lasciare dietro di sé la giusta carica emotiva che ti permette di guardare avanti, nonostante tutto. Ed eccoli i piccoli autori (che crescono) e ci portano con loro nel meraviglioso mondo dei ricordi, per dirci che dopo tutto e nonostante tutto, c'è sempre uno scoglio a cui aggrapparsi, fosse la luce tenue delle stelle o il pelo soffice di un animale da compagnia; la natura incontaminata che (forse) è più dentro di

SEZIONE 1 Classe 1A Raccolta di fiabe moderne

Gli alunni della 1A della scuola Secondaria di I grado di questo Istituto hanno realizzato con la supervisione del sottoscritto, Professor Cottone, docente di Italiano della stessa, basandosi su una mia precisa idea opportunamente condivisa con i ragazzi fin dall'inizio di questo avventuroso iter didattico che ne ha permesso la realizzazione, un'antologia di fiabe che propongono come tematica un argomento di interesse moderno e soprattutto sociale, preferibilmente di impatto eco-sostenibile, considerata l'enorme importanza che gli obiettivi appartenenti all'Agenda 2030 stanno avendo sulle vite di ogni singolo abitante di questo Pianeta. Sviluppando, mi permetterei, in maniera adeguata e a tratti suggestiva quest'idea di base, frutto di un attento lavoro, nonché analisi approfondita in classe sul genere narrativo della Fiaba e sulle sequenze fondamentali che la

Salviamo il nostro mondo

La natura è colei che amiamo eppure noi la distruggiamo per poterla salvare la dobbiamo aiutare. Dovremmo imparare a buttare piuttosto che continuare a buttare. Non sprechiamo il carburante altrimenti ci mancherà il contante. La plastica dal mare dobbiamo levare se in estate ci vogliamo nuotare. Salviamo gli animali in via d'estinzione se non vogliamo perdere il panda e il leone. A causa del riscaldamento globale i due poli si stanno sciogliendo se la situazione non cambierà spariranno via nel vento. LA TERRA DOBBIAMO SALVARE SE NOI VOGLIAMO UN POSTO DOVE STARE.

Vuoi avere un mondo migliore, questi consigli puoi seguire: ricicla i tuoi rifiuti usa energie alternative non inquinare non sporcare la Terra. Se rovini il tuo ambiente non ti rimane niente. È il futuro, pensaci bene. Una tua azione può rendere il mondo migliore.

solitamente sono loro che schiacciano me, con la musica tutto cambia, mi sento viva. Lei è sempre stata la mia luce in fondo al tunnel che sembrava infinito, buio e che mi faceva paura. La musica, il battito del tempo, il battito del mio cuore. Decide lei il ritmo. Distesa sul letto, con gli auricolari e gli occhi chiusi. Senza pensieri, libera finalmente.

La scoperta di me stesso

Nella mia vita la libertà non è presente tutti i giorni. Non mi sento libero a scuola perché a me non piace e quindi a stare lì dentro mi sento come se fossi in prigione. Le guardie della prigione sono i miei professori, alcuni sono più bravi mentre altri sono sempre arrabbiati e non mi fanno amare la scuola e neanche la loro materia! L'ora d'aria per me è l'unico momento della mattinata in cui posso respirare proprio come un carcerato che sconta la sua pena. La mia libertà arriva verso l'estate, quando viaggio perché scappo da tutti i miei pensieri e mi sento felice… solo allora sono veramente libero.

Il coccodrillo di Eleonora Saluzzo

C'era una volta un coccodrillo molto cattivo e maleducato con tutti. Prendeva in giro tutti gli abitanti dello stagno, compresi pesci ed insetti, e addirittura gli altri coccodrilli. Nessuno gli voleva stare vicino. Se qualcuno si avvicinava lui aveva sempre una buona presa in giro da pronunciare subito, sul momento. Un giorno si avvicinò a lui una povera ranocchia verde, non sapendo nulla del caratteraccio del coccodrillo. «Come va, brutto scarabocchio verde?», disse il coccodrillo ridendo. La rana non reagì molto bene alla battuta e subito si mise a piangere. Il coccodrillo, ridendo ancora di più, se ne andò voltandole le spalle. Gli animali dello stagno che avevano sentito tutto le si avvicinarono, piano piano. «Stai tranquilla, è meglio stare lontani da quello là», la rassicurarono gli animali. Dopo tanta vergogna, gli animali decisero di ribellarsi alla bestia: andarono a trovarlo e gli fecero ricordare tutti gli episodi in cui aveva fatto soffrire altri animali che per questo motivo avevano traslocato altrove, stanchi delle sue angherie. Ebbero la meglio. Il coccodrillo finì per morire di fame, proprio a causa 

delle sue offese: gli animali di cui prima si cibava se n'erano andati tutti, a causa della sua cattiveria. È proprio vero: la violenza e gli insulti non sono mai un valido comportamento!

secondo me non é assolutamente vero. La soluzione a questa non libertà è esprimere sempre le proprie idee in base al contesto e lasciar parlare chiunque… perché ognuno deve essere libero di dire ciò che pensa.

Ecco quando sarò libera

È successo in una notte, una notte con le stelle come tutte le altre, non potrò mai perdonarmelo, non ero con lei, era la mia unica amica, ma d’altronde non si poteva prevedere. Lei non poteva meritarselo, forse me lo meritavo io, ma lei no. Una colica, una colica improvvisa che ti mangia dentro, come mille coltelli sottopelle. Non ero con lei, ore di dolore, non se lo meritava. Non ero con lei, non l’ho salutata per l’ultima volta, non se lo meritava. Non ero con lei e forse se ci fossi stata io, sarebbe ancora qui con me. Io e lei, questo pensiero che ormai è solo più un ricordo mi spezza ancora, ma non solo il cuore, attraversa tutte le mie ossa, dalla prima all’ultima e le rompe, mi fa sanguinare e mi uccide. Io e lei che correvamo o che, semplicemente giocavamo felici, non doveva succedere così, non così presto. Ecco quando mi sentivo libera, solo noi, insieme. L’amavo, no, non è così, l’amo ancora, l’amo più di ogni altra cosa e persona e non la dimenticherò mai. Stavamo bene insieme,

valeva la pena tentare. Ad un tratto mi ricomparve innanzi il libro che avevo visto ondeggiare in aria nella camera della mia amica Mernel, il quale rapidamente mi rivelò, attraverso ologrammi, le mie origini: ero l’unica f.a.t.a.* sopravvissuta, oltre a scoprire di essere la principessa del mondo magico in cui la mia stirpe ha sempre risieduto. Mia madre mi aveva trovato per caso nel bosco, dopo che mio fratello Wolfgang mi aveva rapita per sottrarmi i poteri e diventare più forte. Questo gesto lo costrinse ad abbandonare la nostra famiglia magica. Consapevole di tutto ciò non potevo permettere che comportamenti ingiusti continuassero a danneggiare ulteriormente anche questo pianeta. Grazie alla mia magia riuscii a salvarlo insieme a coloro che inizialmente avevano contribuito a distruggerlo: gli umani, dai quali ottenni col tempo una collaborazione molto proficua. In seguito mi trasferii nel palazzo del mio regno, riottenendo il mio incarico di principessa e imprando a controllare i miei poteri. *Per chi non l’avesse capito F.A.T.A. sta per: “f” di fuoco, “a” di acqua, “t” di terra e “a” di aria.

Un’ingiusta reggenza di Filippo Quattrone

C’era una volta un insieme di villaggi chiamato V.u.@.a., villaggi uniti di Asclo, un luogo lontano da tutto che però negli ultimi giorni aveva fatto parlar di sé in maniera negativa, perché un poliziotto aveva ucciso senza motivo un civile che stava protestando contro il presidente dei villaggi. Questo episodio sconvolse molta gente che andò a sua volta a protestare contro Strickgnac, ovvero il presidente, ma nonostante ciò ci furono altre due uccisioni da parte della polizia. Srickgnac vietò ai cittadini di uscire di casa, ma loro infransero il divieto e ci furono altre decine di morti. Molta gente abbandonò i villaggi, ma non tutti; alcuni si batterono per eliminare le ingiustizie. Un saggio propose di eleggere un nuovo governatore e tutti accettarono. Trovarono un giovane ragazzo che combatteva i soprusi: il suo nome era Salvador, che presto divenne presidente. Strickgnac venne rinchiuso a vita in carcere e i poliziotti mandati in esilio. E vissero tutti felici e contenti.

Bisogna riciclare senza inquinare con tanto amore e sudore ce la faremo se ci impegneremo i risultati li vedremo. Carta per terra mai più ci sarà E chi la getterà rispetto non avrà. Se riciclare noi sapremo il mondo lo salveremo.

La Terra è un’amica generosa, la Terrà è un bene prezioso Il mondo che non inquino è come un buon panino non abbiamo un pianeta B non inquinarlo qui. Quanto metano consumiamo sempre l’ambiente meno amiamo. Siamo figli di questa Terra in cui viviamo Ma non ci accorgiamo che inquiniamo. L’ambiente va rispettato, non può essere rovinato Tutti si devono impegnare e stare attenti a non inquinare Dividi i rifiuti per tipologia Prima di buttarli via.

Io sono un paio di scarpe nuove che devono essere sempre pulite. Io sono la lettera L due linee che si separano. Io sono l'incontro con Nutella un amore a prima vista. Io sono il calcio e stare sul divano sono perfetti. Io sono la mia mano destra sempre utile. Io sono il tempo non bisogna sprecarlo perché è importante. Io sono un caldo abbraccio che ti sta sempre a fianco e ti aiuta. Io sono il mio gatto quando è affettuoso con me è un miracolo da apprezzare. Io sono il miagolio del mio gatto quando arrivo a casa: un suono che rilassa. Io sono Lorenzo sono cittadino del mondo.

Io sono un fiore volo sempre in un posto nuovo. Io sono la lettera L leggera, ma anche tanta lamentela. Io sono l'incontro importante davanti a scuola con la mia migliore amica Rebecca. Io sono libera con i pattini, come un uccello. Io sono come i miei capelli di mattina leggeri e sottili. Io sono cuoca che cucina per la casa. Io mi commuovo quando parlano di me da piccola. Io sono il miracolo di un fiocco di neve. Io sono il ricordo del mio albero che hanno piantato quando sono nata. Io sono Letizia, finestra aperta per i miei amici.

Il passerotto disubbidiente di Filippo Marmo

La iena perfida di Marco Meliga

Una volta un passero disse a suo figlio: «Non uscire mai da solo perché c'è il gatto che ti mangia». Il passerotto però vide uno strano oggetto luccicante ed ignorando i consigli del padre volò fino a terra per osservare l'oggetto misterioso. Un gatto, vedendo il passerotto, gli saltò subito addosso, lo azzannò e se lo mangiò. Più in alto un gruppo di passerotti appollaiati su un ramo vide la scena. Loro avrebbero voluto aiutarlo, ma avevano troppa paura e volarono via. La favola insegna che non ascoltare gli avvertimenti dei genitori può costare molto caro.

Da giorni nella foresta una iena continuava a vessare un leprotto. Un giorno, mentre il leprotto mangiava dei pezzi di pane per terra, arrivò la iena che lo spinse e lo fece cadere. Da alcuni alberi osservavano in silenzio alcune scimmie, che non sapendo per chi tifare, se ne andarono via a parlare dell'accaduto. Successivamente il leprotto scappò impaurito e la iena ebbe la meglio. Come fanno le scimmie a non sentirsi in colpa per non essere intervenute?

Solo tu mi fai sentire libera

Mi immagino la libertà come un’emozione forte che ti svuota la mente e travolge i pensieri negativi mettendoli da parte, come fanno le onde quando crei un mucchietto di sabbia vicino all’acqua. Un’emozione che si prova poche volte nella vita, che si prova quando si ha raggiunto un obbiettivo o quando si avvera un grande sogno. Quando sento la parola libertà penso ad un enorme prato in cui posso correre, ma è come se non fosse mai completa, come se le mancasse un pezzo, perché forse al fondo di quella distesa verde c’è una rete difficile da superare, posso vedere attraverso e al di là del mio prato ce ne sono altri, forse più grandi. La libertà è un piccolo prato in mezzo a tantissimi altri prati che non posso invadere. La libertà ha un confine che non posso superare. Mi sento così, libera, quando sto con te, quando mi fai sentire importante perché tu sei l’unica che aspetta il mio ritorno da scuola e mi chiedo come fai a non stancarti di me. Tu, che dopo la brutta vita che hai passato,

riesci a rendermi felice solo standomi accanto... e, anche se non potremo mai passare tutta la vita insieme, non dimenticherò mai come mi hai fatto stare bene.

Nessuno si deve dimenticare che una donna non è da maltrattare Una donna è solo da amare.

Il colore della pelle non è importante La diversità e pesante Una cosa bella in uguaglianza Che per me e fratellanza Uomini e donne sono sullo stesso piano E si devono dare sempre la mano Tutti hanno bisogno di amore e rispetto E non bisogna fare il bulletto Vorrei essere forte come la tempesta Per poter unire tutti in una grande festa.

Quando finisco cena mi piace andare sul balcone a osservare gli astri luminosi nel buio cielo mi ricordano i verdi occhi di Hunter trovata da poco, lei dorme sempre cullata dal buio cielo illuminato dalla luna mi ricorda la mia micia Billa, la Fuffy addormentata per sempre nel buio.

Vivo in un paese Incredibile! Gioco e mi diverto Ogni attimo! Non perdo questi attimi E mai li rimpiangerò

Gatto e topo di Sofia Maestro

La gazzella e l'elefante di Mirko Marchese

In campagna, in un fienile, viveva un topolino. Tutti i giorni usciva a prendere il cibo. Ma un giorno trovò un gatto, che tutte le volte che lo vedeva, cercava di afferrarlo per mangiarlo. A queste scene, che si ripetevano ormai da giorni, assisteva il vecchio cane della fattoria, che se la rideva, perché pensava a quando lui era giovane e inseguiva tutti i gatti. La favola insegna che anche chi è più forte e ne approfitta, prima o poi, con la vecchiaia, diventerà debole.

Nelle radure della savana c'era una gazzella ovviamente agile e scattante che ogni giorno correva vicino ad una pozza d'acqua, presso la quale c'era un povero elefante che goffamente beveva con la sua proboscide. La gazzella gli diceva sempre: «Non sai andare più veloce? Impara da me!». E per dispetto gli mordeva le sue povere ingombranti zampe. Questa scena era vista anche da un gruppo di giraffe che, mentre mangiavano le foglie da un albero alto, provavano pena per l'elefante. Loro capivano l'elefante: anni prima erano state prese in giro dalla gazzella per il loro collo lungo. C'era voluto parecchio tempo per diventare sue amiche. Accadde quel giorno in cui la gazzella per il caldo stava impazzendo e le giraffe con delle foglie tenute in bocca le avevano fatto ombra. Da quel giorno non erano più state prese in giro e adesso non volevano rischiare di perdere quell'amicizia, anche se in cuor loro soffrivano per il povero elefante. Non tutto è come appare!

Succede quando piangi, quando ti liberi da tutti i pensieri, da tutte le incertezze che hai quando ti senti insicura di te, è una libertà che non ti toglierai mai perché ovunque vai c’è una persona ad aspettarti che ti ascolta e ti appoggia, come è capitato a me. Io voglio viverla la libertà perché non mi capita tutti i giorni, ma so che un giorno arriverà come la barchetta di Enajatollah. E’ una libertà sfuggente, che mi taglia il cuore ogni volta che va via, ogni volta che quel nervoso si fa presente nella mia mente e che invade la parte migliore di me, buttandola come sacco della spazzatura. Quel nervoso che resta per minuti, a volte anche per ore, che si fa strada seguendo le indicazioni del mio corpo, facendomi sbattere le cose, facendomi arrabbiare con persone che neanche se lo meritano, come il mio babbo. In quei momenti voglio solo piangere e liberarmi di questo nervoso e sentirmi finalmente libera. Accade quando mi libero da quell’ansia che mi ha angosciato per tutta la giornata. Quando sono sotto la pioggia, con quell’acqua salata che mi tocca la fronte che scivola, scivola fino ad arrivare alla guancia come una lacrima, o come una goccia di sudore che lascio cadere come una foglia

secca lascia il suo ramo, cadendo per terra, da sola in mezzo a un bosco che neanche conosce perché lassù insieme alle altre foglie non si è mai sentita persa. Però quando finisce quella magia, vuol dire che la strega ti ha rubato tutti i poteri e a quel punto devi dire addio alla libertà… perché non riuscirai a sopravvivere.

della nostra ingratitudine, ciechi e sordi alla necessità di un cambiamento che ci salvi dal fallimento. La sostenibilità è l’unica strada per la nostra sopravvivenza, la drammatica alternativa è l’autodistruzione. Nella quotidianità di piccoli e semplici gesti, l’azione di ognuno è preziosa e ha il potere di contribuire a fare del mondo un posto migliore. Amare la Terra è la forma più autentica di amore verso noi stessi.

Terra, eri felice; Terra, eri serena; Tu tenevi tutto e tutti. Ora invece le strade, rovinate dal tempo sono; Gli alberi tagliati sono tolti dal suolo e ora non resta più niente. I gas circondano la terra, ma cerca sempre d’impedirglielo; Il sole buca l’atmosfera e fa crescere la temperatura. I ghiacciai si stanno sciogliendo perché la terra ha il processo di una serra, Imprigiona il calore e non lo fa uscire. Terra, vinci questa battaglia perché noi stiamo con te e tutti felice sempre saremo.

La cordoniera di Miriam Carle

C’erano una volta i paesi organizzati dai giudici, il mondo era invaso dall’inquinamento e i giudici, essendo molto anziani, morivano. Un giorno, il giudice Backe, amministratore di un piccolo paesino, stava morendo e perciò chiamò un giovane, gentile e premuroso, per salvare il mondo: "Yasten, devi salvare il mondo... cough... cough... dall’inquinamento... cough". "Beh, ok, ma... come faccio?!", chiese perplesso il giovane. "Tieni, ti do la mia cordoniera, ha un potere calamitante verso i rifiuti", esclamò il vecchio. "Oh, grazie, cercherò di fare del mio meglio!". "So che ce la farai!". Yasten partì; scompose la cordoniera in fili e ognuno di essi venne dato a ciascun sindaco dei giovani per raccogliere i rifiuti. Nominarono una piazza, "Rifiutolandia", dove chiunque poteva portare rifiuti plastici e metallici, compresi i sindaci dei giovani, con le loro cordoniere. Un giorno i giovani, i loro sindaci e Yasten organizzarono una riunione a Rifiutolandia: "Bene, ora possiamo inviare i rifiuti ad una fabbrica che li trasformerà in pile da mandare nei luoghi freddi del mondo, o a

chiunque ne abbia bisogno! Così la plastica sarà utile a qualcosa!". "Yee! Siii!", esultarono tutti quanti all’unisono. "Dobbiamo valorizzare i punti di ricarica delle macchine elettriche e dobbiamo cercare di andare in giro con le bici o a piedi per inquinare il meno possibile!" proseguì. "Siii!", approvarono gli altri. "Protesteremo davanti alle industrie petrolifere, perché il petrolio non ci serve, abbiamo le energie rinnovabili!". "Dobbiamo convincere i costruttori di edifici a riciclare l’acqua dei lavandini utilizzata per lavarsi, quella degli sciacquoni, per cui non serve acqua potabile!". "Siii!". "Se continuiamo così, non ci saranno più alberi, animali e... gli ultimi a scomparire saremo noi uomini!". "E donne!", aggiunse una signora tra la folla. "Oh, sì, scusate... e-ehm... e gli ultimi a scomparire saremo noi uomini e donne!!" rettificò Yasten. Tutti i ragazzi riuscirono a migliorare le condizioni dell’ambiente, sensibilizzando tutta la popolazione a non inquinare. Le industrie petrolifere chiusero bottega e si convertirono in industrie solari, idroelettriche ed eoliche, che furono utili a ridurre decisamente l’inquinamento. Le diverse specie animali sopravvissero e anche uomini e donne. Tu, nel tuo quotidiano

"Ma... allora tu ascoltavi veramente le mie parole". "Certo, ti ho sempre ascoltata”, proseguì l’animale. "Sei anche al corrente della mia infrazione?". "Sì, se vuoi ti posso regalare un violino che ti potrà stupire". "Cosa mi stupirà di questo violino?", chiese incuriosita la ragazza. "Lo scoprirai suonandolo stanotte in cima al castello". "Oh, va bene", concluse Jen. La sera seguente la giovane fece come disse il cavallo. Individuata sul tetto del suo castello, il re decise che doveva fermarla. Fece salire le guardie, ma Jen le fermò incantandole con la sua musica; ad un certo punto smise di suonare e disse: "Perché... perché in questo posto la musica è bandita?". "La musica non è fatta solo di note… La musica è significato, è contenuto!", e se ne andò. Quando tornò a casa la mamma non la rimproverò, ma le disse: "Perché mi hai disobbedito?". "Nonostante tutto ti sei espressa superando le tue paure, ma come hai fatto?". Jen rispose: "Grazie al mio violino". "Da quando suoni così bene?". "Non ti sentivo più utilizzare quel violino da quando la musica è stata bandita", proseguì la madre. "Qual è il tuo segreto per una musica tanto leggiadra?". Allora la giovane rispose fiera: "Il segreto della mia musica è la passione!".

La tessitrice viaggiatrice di Chiara Serravalle

C’era una volta una signora con due figlie ed un marito; erano molto poveri e non avevano soldi per mangiare, abitavano in una casa molto piccola. La donna era una casalinga senza lavoro, andava sempre al mercato e un giorno vide un banchetto con un’anziana signora, la quale cercò di venderle una moneta magica che avrebbe dovuto lanciare nella sorgente del Nilo per diventare ricca. Però lei abitava in Italia, quindi avrebbe dovuto prendere un aereo o una nave, ma purtroppo lei e i suoi cari erano una famiglia povera. Perciò tornò a casa e ne parlò col marito; lui le disse che non sarebbe assolutamente dovuta partire perché così facendo avrebbe abbandonato i suoi figli. Dunque alla donna venne in mente un’idea fantastica: avrebbe potuto lasciare i figli dalla zia Cesca, ma il marito rispose che non avrebbe mai voluto lasciare i loro figli a lei. Maura, la donna, rimase in silenzio e se ne andò ad aspettarli fuori dall’uscio, li salutò e disse loro che li avrebbe accompagnati dalla zia durante la sua assenza, nonostante la riluttanza del marito. I due bambini sbuffarono, dicendo che non

Il bullismo di Marta Redavid

La famiglia Frog di Ludovico Sartori

Era inverno e un ragazzo, di nome Eren, veniva bullizzato da un gruppo di ragazzi popolari della scuola; i ragazzi si chiamavano: Rainer, Bertold e una ragazza di nome Hannie. Un giorno, come al solito, questi ragazzi iniziarono ad infastidire Eren ma, al contrario delle volte precedenti, intervenne un ragazzo a difenderlo; egli lo difese e gli domandò perchè non reagisse mai. Eren allora rispose che aveva paura di proteggersi e di venir giudicato dagli altri. Il ragazzo si chiamava Armin ed era anche lui uno tra i più popolari a scuola. Eren gli chiese dunque se volesse diventare suo amico e, senza esitazione, Armin accettò. Col passare del tempo i due giovani diventarono sempre più affiatati, come anche la loro amicizia, e l’ultimo anno di medie era ormai prossimo: per entrambi era giunto il momento di scegliere quale scuola superiore frequentare. I due ragazzi, per non allontanarsi, optarono per la stessa scuola, scelsero il medesimo corso di studi e finalmente non trovarono più bulli a perseguitarli.

C’era una volta una famiglia infelice di cui facevano parte due bambini di nome Jessica e Johnny Frog, una madre di nome Ashley Johnson, vedova, e un patrigno di nome Archie Baldwin. La madre era una persona molto avara e per mantenere i bambini doveva naturalmente spendere soldi. Così una sera cercò di convincere il patrigno a portare i bambini dallo zio, ma Archie non voleva separarsi da loro e così decise di accompagnarli dallo zio. Lo zio era talmente cattivo che Archie cambiò idea e si recò invece a Washington. Durante il viaggio videro una bella casa e ci entrarono, incuriositi. Quella però era la casa di Benjamin Thompson, un assassino che mieté molte vittime nella sua dimora, perseguitandole senza pietà. Solo che fu Archie ad uccidere l’efferato assassino. Dopo aver liberato la casa dal suo spietato proprietario i tre si stabilirono lì per sempre. Dopo poco tempo, però, i due bambini iniziarono a sentire nostalgia della loro mamma e così cercarono sue notizie. Infine scoprirono purtroppo che era morta; da questa ennesima disavventura riuscirono 

Só não te dou Uma Rosa, Porque ela tem espinhos!. Mais Te Dou O Meu coração Com Todo Carinho!

Il mio arrivo in Italia, giunto con l'aereo, a Milano, sotto un cielo notturno e sereno; sento l'aria più fredda di quella carioca. Le macchine mi sembrano un po' diverse dal solito, come le strade, vuote quelle italiane, a differenza delle brasiliane. Sento ovunque un clima di cambiamento: è la mia seconda vita.

spesso costa tanta fatica, è proprio “nel mondo dei sogni che ognuno è davvero sé stesso” (professor Dumbledore).

Nota all'edizione I testi scelti e inseriti in questa seconda edizione sono stati organizzati in nove sezioni, una per ciascuna classe del plesso Secondaria dell'Istituto. All'interno di ciascuna sezione, peraltro introdotta dalla penna del/della collega di Lettere che ha curato la produzione dei testi per la propria classe, i componimenti realizzati sono stati inseriti senza seguire un ordine particolare, ma affidando alla pazienza dei singoli scrittori della classe il compito di completare lo spazio "artistico" lasciato vuoto da chi ha scritto per primo, cosa che ci ha regalato (e ora la condividiamo con voi!) l'illusione che ognuno di loro possa aver avuto la possibilità di arricchirsi dei messaggi letterari che i propri compagni di classe (e di scrittura) avessero elargito prima di altri. Come in uno stagno, l'eco del sasso gettato al suo interno a squassare il flusso del tempo che passa (Basho dixit), arriva, a poco a poco, senza nulla pretendere, fino alle ninfee che galleggiano vicino alla riva e che,

Il povero uccellino di Giulia Allasia

accettarono. Da qual giorno sono tutti amici.

Ormai sono tre anni che il povero uccellino viene preso di mira dal pavone. Ogni volta che l'uccellino va al parco per divertirsi con i suoi amici, arriva il pavone e comincia a prenderlo in giro dicendogli: «Io sono più bello e più forte di te!». L'uccellino con un filo di voce e molto spaventato dice: «Vattene via». I cani scappano e si nascondono dietro ad un albero; il pavone si avvicina all'uccellino e inizia a spingerlo e a strappargli delle piume. Un giorno, però, i cani stufi vanno attorno a lui e iniziano a ringhiargli contro. Lui si spaventa e scappa via. L'uccellino, il giorno successivo, va a scuola e vede il pavone che lo sta inseguendo. Mentre corre per scappare, va a sbattere contro i cani. Loro si girano e vedendo il pavone capiscono che cosa sta succedendo. Iniziano quindi a ringhiare. Uno dei cani si avvicina a lui e lo butta a terra. Il pavone si spaventa così tanto che non prenderà mai più in giro nessuno. Infine l'uccellino, vedendo il pavone, decide di fare pace con lui. Il giorno seguente l'uccellino racconta tutto ai cani, il pavone chiede scusa e loro

SEZIONE 5 Classe 2B Io sono

«Buongiorno ragazzi, oggi inizieremo il percorso di poesia!» Vedo facce spente, poco entusiasmo. E mi dico che devo fare qualcosa. Mi imbatto nel libro “Dieci lezioni sulla poesia, l'amore e la vita” di Bernard Friot: la storia di due adolescenti che si incontrano ad un laboratorio di poesia all'interno di un Centro Estivo. Abbiamo seguito le lezioni del loro insegnante e ci siamo fatti guidare dalle attività proposte. Un libro che ci ha condotti nel percorso alla scoperta della poesia come un modo per potersi esprimere, ma anche divertire. Un modo per giocare con le parole, senza spaventarsi degli errori. Un modo per capire quali sono le emozioni che abitano il nostro cuore e pian piano costruire la nostra identità. È così che sono nate le poesie “Io sono”. Attraverso la tecnica della poesia a ricalco, seguendo uno schema fornito dalla professoressa Loretta De Martin, le

Io sono un'ancora che ama il mare ma ha bisogno di supporto. Io sono la lettera R ragionevole rumoroso romantico. Io sono l'incontro con Nicola, mio cugino sorrisi indelebili ed energia illimitata. Io sono il calcio, quello con gli zaini al posto della porta. Io sono gli occhi con cui esprimo le mie vere emozioni. Io sono onestà il valore che mi caratterizza. Io sono il tremolio delle labbra di mio nonno quando pensa formula nascosta che indica la sua saggezza. Io sono il profumo del caffè la mattina e la stessa gentilezza con cui ti sveglia. Io sono Lewandowski, il mio idolo che quando prende la palla fa gol. Io, Riccardo vivo e lascio vivere ma non tollero le ingiustizie.

Io sono un paio di scarpette da ballo, infuocata sul ritmo della musica. Io sono la lettera S strana, sorprendente, sentimentale. Io sono l'incontro con Micaela, sguardi segreti, occhi illuminati, carattere sciolto. Io sono la danza e il disegno molte possibilità per esprimersi. Io sono i miei capelli morbidi, che con il vento sventolano dappertutto. Io sono l'amore dei miei genitori che mi coccolano con il loro cuore. Io sono il fiocco di neve che cade, lentamente come una piuma. Io sono la dolcezza di un orso mentre si mangia tutto il miele. Io, Micaela, scatola aperta per accogliere tutti.

La formica di Francesco Esma

Il pavone impertinente di Greta Garetto

Un giorno in un bosco c'era una formica che passeggiava; era molto contenta di essere tra gli alberi perché si sentiva libera. Ad un certo punto la sua felicità si spezzò: vide una farfalla, non una farfalla qualunque, ma la farfalla che la prendeva sempre in giro e le faceva i dispetti. Visto che succedeva tutti i giorni, un gruppo di mosche curiose andava sempre ad assistere allo spettacolo. Alcune mosche ridevano, altre non erano d'accordo. La farfalla continuava a prendere in giro la formica perché le diceva che era brutta. La farfalla aveva delle bellissime ali colorate ma era maleducata e cattiva perché buttava per terra le provviste per l'inverno della formica. Alcune mosche guardavano e facevano il tifo come se fossero allo stadio, altre, pur non essendo d'accordo, non dissero niente alla farfalla perché avevano paura di diventare vittime anche loro. Essere belli fuori non sempre coincide con l'essere belli dentro.

In una fattoria un pavone impertinente si aggirava intorno ai recinti dove erano rinchiusi gli altri animali, quasi volesse dire: «Io sono più bello e più furbo di voi». Lui era convinto che la sua coda maestosa lo rendesse il più attraente della fattoria e poi il fatto di poter girare in libertà, senza essere rinchiuso in un recinto, lo faceva sentire superiore a tutti. La sua arroganza quasi sfrontata non si arrestava neppure quando vedeva gli altri animali della fattoria in gruppo, a giocare rincorrendosi o a mangiare tutti insieme. Perché lui era sempre solo. Durante uno dei suoi giri mattutini si accorse che uno dei coniglietti che era solito incontrare tutti i giorni quel mattino se ne stava accovacciato sotto un cespuglio. Il coniglietto aveva una spina conficcata in una zampina e perciò non poteva correre con i suoi fratelli come tutti gli altri giorni. Il pavone, vedendolo indifeso, cominciò a ruotargli intorno, aprendo sempre di più la sua coda per far vedere la bellezza del suo piumaggio e nello stesso tempo a saltellare quasi volesse fare una danza provocatoria. Il pavone aveva 

continuava a studiare senza sosta per trovare un rimedio a questo virus letale. Lavorava giorno e notte, ma senza risultati, finché un giorno, mentre lavorava con i propri assistiti, contrasse una brutta tosse, un forte mal di testa e svenne. Fu portato in una sala che non conosceva, gli altri medici gli fecero un tampone, che consisteva nell'introdurre nel naso o nella bocca un bastoncino con in cima del cotone. Dopo alcuni giorni trascorsi ad aspettare, il Signor Salvagente si stava stufando e pretese di sapere se fosse positivo o negativo alla malattia infettiva. Fortunatamente risultò negativo al virus, non l'aveva contratto e così riuscì a tornare dai suoi pazienti e ai suoi studi. Fu felice di tornare al suo lavoro, infatti, aveva scoperto come creare il siero per guarire tutti gli ammalati. Conosceva tutti gli ingredienti, gli mancava solo creare la "zuppetta" da mettere dentro il "tubetto" di plastica. Gli altri medici lo vedevano felicissimo e il Signor Salvagente disse: "Ho trovato il rimedio per il Covid!". Provò ad iniettarlo ad un ammalato e dopo pochi secondi si alzò dal letto e iniziò a saltare e a ballare. Ormai erano tutti al sicuro, i medici procedettero con iniezioni a tutti i pazienti del mondo e così tutta la sua popolazione visse felice e 

SEZIONE 6 Classe 3B Monologhi interiori

Parlare di libertà negli anni del Covid non è semplice, non lo è per nessuno, ma specialmente per chi vive gli anni più spensierati, quelli in cui scopri chi sei, trovi il tuo posticino nel mondo, hai bisogno di abbracci, di correre e urlare, ridere e piangere. Per ognuno la libertà ha un sapore diverso, un colore e un gusto che rimanda a qualcosa: una canzone stonata cantata in una sera d’estate, un viaggio progettato e mai fatto, il ricordo di chi non c’è più, ma è sempre presente. Non esiste una definizione giusta o sbagliata di libertà, è una sensazione profonda e personale che solo chi vive può comprendere. Ma è un diritto, di tutti e tutte, e come tale va preservato, curato, studiato e alimentato ogni giorno, a casa, a scuola, per strada. “Libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero,

La giraffa e il leone di Simone Meliga

Il criceto, il cagnone e il pesce di Alice Negro

Un giorno nella savana si ritrovarono una giraffa e un leone. Il leone iniziò: «Che brutto il collo così lungo. Scommetto che non riesci a piegarti». E poi: «Che gambe piccole! Scommetto che non sei per niente agile». Gli altri animali che assistevano alla scena si misero a ridacchiare e se ne andarono. Così la giraffa si sentì doppiamente ferita. L'indifferenza di fronte ai soprusi fa ancora più male delle brutte parole.

Da anni ormai un grande cagnone stuzzica un criceto, per invidia, per gelosia o per rabbia. Queste non sono motivazioni esattamente valide, ma risposte per giustificarsi. Ogni singolo giorno il cagnone si avvicina alla gabbia del criceto e gli rovescia il cibo. Una volta ha anche tentato di buttare a terra la sua gabbia e non si può immaginare quante volte gli avesse svitato la ruota per correre. Ma in tutto ciò c'è un pesce che sta tutto il giorno a osservarli dalla sua boccia. E no, non fa niente per aiutare il criceto, nonostante lui lo supplichi continuamente di fare qualcosa. Noi non sappiamo se mai il cagnone smetterà, ma sappiamo che se il pesce o direttamente il criceto aprissero bocca, la situazione potrebbe migliorare.

Quando comprai il mio cane, come son rimasto come quando iniziai a giocare a calcio, quando mia mamma mi ha dato il cane tra le mie mani ero felicissimo, lo coccolai tutto il giorno.

Mentre la gente osserva la notte, vede un cielo buio con delle luci gialle. Io, invece, preferisco contare le stelle per ammirare fino a fondo la loro bellezza.

compongono e contraddistinguono, ogni singolo alunno ha dato prova di saper dare vita ad autentici esempi di fiabe moderne, che presentino le loro originali e basilari caratteristiche e ne conservino le insostituibili peculiarità, ma che inaugurino al contempo stralci di contemporaneità in grado di rappresentare e catturare, come fossero istantanee fotografiche, momenti di attualità, opportunamente (ed ovviamente) rimaneggiati dall'insostituibile impronta della fantasia di tutti questi giovani autori. Ed ecco a voi le loro opere!

Alla ricerca del vero amore di Giada Amato

C’era una volta un principe di nome Gulliver che, mentre cavalcava con il suo bianco destriero, entrò in un bosco e incontrò un’anziana signora che gli disse che se fosse andato nel futuro avrebbe trovato il vero amore. Inoltre, aveva detto al principe che nel futuro sarebbero cambiate molte cose e che ci sarebbe stata anche una scatola magica con all’interno delle fantastiche immagini. La strega aprì dunque il portale dalla luce brillante color smeraldo e il principe entrò con il suo cavallo e si trovò improvvisamente catapultato nel futuro. Il principe scese da cavallo e iniziò a passeggiare per quella meravigliosa città. Quella città era bellissima, proprio come diceva la saggia signora. Si incamminò con il suo cavallo verso una casetta e in una strada, a un certo punto, cadde a terra, quando vide uno strano oggetto che si muoveva: era una macchina, ma il principe pensava fosse un cavallo di metallo. Alla guida della vettura c’era una ragazza di nome Elisa e lei pensava che il principe avesse sbattuto la testa e che stesse raccontando cose che non erano vere per colpa della botta, ma non era così.

per l'effetto di prima, ondeggiano anch'esse.

Indice delle opere e degli autori

Raccolta di fiabe moderne Alla ricerca del vero amore, di Giada Amato La collana portafortuna, di Giacomo Amparore Il principe che non conosceva la paura, di Robert Botizatu La cordoniera, di Miriam Carle La vita sul ghiaccio, di Nadia Contarino Bracerentola, di Pietro de Pascali La ragazza misteriosa, di Aiman Ed Douri Signor "Salva-gente" contro il Covid, di Mattia Einaudi L'amuleto magico, di Alessandro Garnero L'avventura di Nicolas, di Davide Leanca La maschera di vibranio, di Jacopo Lingua La chiave, di Mario Lippolis La disavventura del mondo, di Martina Magnano La giusta risoluzione, di Anais Messa L'amicizia infinita, di Alessio Mion America, la F.A.T.A., di Daniela Oteri Un'ingiusta reggenza, di Filippo Quattrone Il bullismo, di Marta Redavid La famiglia Frog, di Ludovico Sartori Il segreto della musica è la passione, di Elisa Sereno La tessitrice viaggiatrice, di Chiara Serravalle L'incubo di Holly, di Sofia Toffetti Eren e il coccodrillo, di Manuele Travers A caccia dell'inquinamento, di Thomas Vincenti Diversità in versi Non discriminare, di Sofia Arolfo Diversi ma uguali, di Federica Bertea L'imperfezione, di Greta Bonanzone

Non vedrai mai due volti uguali, voi siete belli come siete… Rispettate tutti per chi sono, rispetto per sé stessi.

Un giorno al mare ero in acqua e c’erano molte persone io ero con i miei cugini, giocavamo a calcio sulla sabbia e qualcuno mi disse: "Sei molto bravo a tirare, hai anche una bella precisione nei passaggi"; e mi chiese di fare un piccolo torneo con i suoi amici. Ho accettato e sono rimasto soddisfatto.

Io sono un fazzolettone, ciò che rappresenta ogni scout, il blu con l'azzurro, l'oratorio con il campetto a Carignano. Io sono la lettera R ribelle ma raggiante riempio l'aria di risate, una rosa che cerca il meglio di sé. Io sono l'incontro con Letizia: scuola risate messaggi regali, un salvagente l'una per l'altra videochiamate, giorni difficili, giorni facili. Io sono musica e natura pomeriggi sul ciliegio con le cuffie nelle orecchie, sia in solitudine che in compagnia. Io sono un cuore combattente che si apre solo per Lui e nessun altro, chiuso per chiunque possa ferirlo, ma non tutto ferisce. Io sono l'amicizia, quella del passato quella del presente quella lontana o vicina. Io sono un gruppo di amici che non potranno mai dimenticarsi, che devono tenere a bada le emozioni di

una che si commuove facilmente. Io sono la natura, mille sfumature suoni rumori animali piante insetti, la calma e l'adrenalina. Io sono il suono delle onde, il suono della voce dei bambini, il ricordo delle estati con i miei cugini a mollo in acqua da mattina a sera. Io sono Rebecca rete o corda significa: sono brava a tenere a bada le mie emozioni.

La ragazza condusse il principe nella caserma del poliziotto, Marco, per capire cosa fosse successo e il poliziotto lo tenne un giorno intero in caserma per assicurarsi che stesse bene. Il giorno dopo Elisa lo portò a casa sua e iniziarono a conoscersi, finendo per diventare amici. Pochi giorni dopo ci fu una festa in cui tutti gli abitanti della città si riunirono per festeggiare il Natale. Elisa scoprì, dai racconti del principe, che lui proveniva dal passato e Gulliver le raccontò delle sue avventure. Quando uscirono di casa incontrarono la nipote della ragazza, Eleonora, andarono a fare una passeggiata e incontrarono tanti animali fantastici, perchè un folletto cattivo aveva aperto un altro portale magico. Ci fu una lotta tra draghi malvagi, supportati da folletti, e unicorni buoni aiutati da fate. Grazie all’aiuto di Gulliver, Elisa ed Eleonora la battaglia venne vinta dagli unicorni e dalle fate; il loro animo dolce sprigionò una luce azzurra e dorata che rendeva tutti buoni e diede la possibilità di far avverare i desideri dei bambini. Finalmente il desiderio di Eleonora si era avverato, cioè aver trovato un fidanzato per la zia che era sola da anni e che non riusciva più ad essere felice dopo la rottura del fidanzamento con il suo ex 

ragazzo. Elisa e Gulliver conobbero così il vero amore decisero di sposarsi, vivendo felici e contenti.

La libertà, quel concetto che ci insegnano fin da piccoli, che però non tutti riescono ad imparare. La libertà è quando puoi correre in un campo di fiori rossi, circondato da un cielo azzurro con delle nuvolette bianche che con un dito verso l'alto sembra quasi che tu possa toccarle. La libertà di stare su un'altalena con dei tuoi amici e sentire il vento che ti passa tra i capelli e tra i tuoi vestiti leggeri. La libertà di stringere la mano della persona che ami di qualunque sesso sia, senza essere discriminato. La libertà di camminare, saltare e correre sotto la pioggia, nelle strade bagnate, sentire piano piano i vestiti, i capelli e le scarpe inzupparsi d'acqua. La libertà di correre e tuffarsi in quella distesa d'acqua cristallina che sembra infinita, tra una spiaggia sabbiosa è piena di conchiglie. La libertà di fare lo sport che ti piace. La libertà di manifestare per le tue idee. Noi siamo liberi, liberi d'indossare quello che vogliamo indossare: un vestito scollato o semplicemente indossare una gonna che

arriva a metà coscia. La libertà nel mondo purtroppo non c'è sempre. La libertà cercheranno di togliertela, a volte: una relazione tossica è malata, un lavoro troppo esigente e pesante o semplicemente una famiglia con un po' troppo pensieri. La libertà è anche poter piangere in pubblico, gridare, ridere e diventare folle agli occhi delle persone che non ti conoscono e che probabilmente vedrai una sola volta nella tua vita, dai un'impressione folle che per qualcuno può sembrare fantastica. La libertà di non sentirsi un peso per la società. La libertà di vivere la vita come vuoi, di pensare che la vita è una e bisogna vivere ogni minuto, ogni secondo. Questa è la libertà, la libertà che tutti vorremmo e dovremmo avere.

In montagna con mio padre

Il mio posto arancione

A febbraio, sono andato in montagna a *** con mio padre e abbiamo visto le funivie. Poi siamo andati a *** in un hotel: la camera aveva una piccola tv. Abbiamo posato la valigia e siamo stati fuori fino a sera. Siamo ritornati in hotel e, dopo aver mangiato, abbiamo visto un bel film! Il giorno successivo siamo tornati a *** per poi tornare a casa.

Ogni pomeriggio andavo nel mio posto preferito, un parco che tutti chiamiamo Viali. Stavo tutti i pomeriggi fino alla sera per guardare il sole tramontare e cambiare colore. Mi facevano compagnia i miei amici. Dopo il tramonto arancione andavamo a casa fieri di noi stessi.

altri non accadono e che non mi sento mai sicuro di raccontare a qualcuno; quando mi trovo con delle persone vicino a me, che possono essere amici, conoscenti o anche sconosciuti mi sento sempre peggio, mi crea una senso di isolamento e diversità da tutto e mi fa sentire male. Ovviamente molto spesso rifletto tra me e me e capisco che nel mondo ci sono anche molte altre persone messe come me o addirittura peggio, ma questo nel percorso della mia vita non cambierà niente perché resterò ancora infelice. Molte persone pensano che io in realtà sia una persona felice e scherzano anche con me, ma in realtà non sanno che io mi trovo costretto ad indossare sempre una maschera per illudere gli altri, mostrare la mia finta realtà per sentirmi come loro.

La musica, il ritmo della libertà

Libertà è ciò che si prova a stare con una persona cara. Io avevo lui, lui che mi capiva, lui che mi ascoltava, lui che mi ha insegnato a camminare, leggere e scrivere, lui che ora non c’è più, se n’è andato. L’11 aprile del 2019 mi ha lasciata da sola con i miei problemi, loro mi hanno imprigionata e io, senza alcun appoggio, non sono riuscita a difendermi. Lui mi proteggeva dalle persone false; era entrato nella mia vita quando ero ancora piccola, ha sempre sostenuto chi pensava di non farcela e senza lui io non sono più libera. La musica o il suono della tastiera sotto le mie dita, nella mia stanza con la mia musica, solo io e lei. Tutti i problemi restano fuori dalla porta. Aspettano che io esca per aggredirmi come un gatto che azzanna il topolino appena esce dalla sua piccola, ma sicura tana. La musica sembra proprio dedicata a lui: la melodia dolce che mi fa ricordare tutti i bei momenti in cui giocavamo insieme e le parole delle canzoni che lo descrivono perfettamente. Mi sento sulle nuvole, sotto di me ci sono i miei problemi, li schiaccio, quando

Una foresta piena di bambù verdi con dei pandini.

Che belli gli alberi che belle le piante la natura è solo una che porta fortuna.

gli animali come alter ego, gli studenti si sono cimentati nella scrittura di favole che avessero come protagonista una vittima, un bullo e alcuni spettatori. Ne sono risultati lavori interessanti e che danno da pensare anche a noi adulti.

Il branco di leoni e il gatto di Lorenzo Adamo

Un giorno nella savana c'era un gatto selvatico piccolo e spelacchiato che si divertiva a rincorrere le lucertole, senza dare fastidio a nessuno. Ad un certo punto spuntò dal nulla un leone con tutto il suo branco. Il capobranco, sghignazzando, incominciò a prenderlo in giro dicendogli: «Ma quanto sei brutto e piccolo! Invece guarda noi quanto siamo belli. Siamo forti e abbiamo una lussuosa criniera». Tutto impaurito il gatto iniziò ad indietreggiare. Il leone invece avanzava sempre di più con tutta la bava che usciva dalla bocca. Dopo pochi minuti, mentre il branco ridacchiava divertito, arrivò in soccorso al gatto l'amico elefante che prese subito le sue difese, spazzando via i leoni di qua e di là con la sua lunga e pesante proboscide. Il resto del branco scappò impaurito. Chi ha un vero amico, ha un tesoro.

spesso invidiato il coniglietto perché lui era in gruppo con i suoi fratellini che giocavano a rincorrersi. Quindi, vedendolo accucciato in un angolo senza nessuno che giocava con lui, provò ancora più piacere nel mostrare la sua coda e nel saltellargli davanti. Nel recinto accanto le galline videro tutta la scena: sapevano bene che il pavone stava facendo un dispetto e si stava vantando più del solito, ma, invece di andare da mamma coniglia affinché aiutasse il suo piccolo, rimasero spettatrici e addirittura si misero a lodare la bellezza delle piume del pavone. Così, almeno per quel giorno, il pavone si sarebbe risparmiato le sue solite prese in giro, dato che si era già divertito deridendo il coniglietto. Essere complici del male rende colpevoli.

La volpe ladra di Filippo Geuna

Durante una calda estate, presso una vecchia fattoria in aperta campagna, dove l'unico suono udibile era quello del veno che passa tra i pioppeti, all'interno del piccolo e unico pollaio, accadde un fatto sconcertante. Ogni giorno una volpe arrogante e prepotente prendeva di mira una gallina. Essa era anziana e ammalata, non più sicuramente in grado di difendersi dai continui attacchi fisici e ricatti psicologici che la volpe le infliggeva ogni giorno, al calar della notte. La volpe, astuta, sfruttò l'occasione: chiese alla gallina di prepararle ogni sera o un pulcino o cinque uova così da poter vivere senza dover procacciarsi il cibo, altrimenti l'avrebbe azzannata. Non sapendo come affrontare in altro modo questa situazione, la vecchia gallina per qualche giorno eseguì gli ordini della volpe; la povera gallina era ormai sfinita nel vedere vite di pulcini appena nati venire sacrificate per colmare il vuoto nello stomaco della volpe o di non poter curare le sue uova così tanto faticate. Il contadino, accorgendosi della mancanza di alcune uova, controllò quale predatore o quale problema ci fosse nel suo pollaio.

La bellezza di un tuo abbraccio, o la sicurezza che emetti in me con il sentir della tua voce. Inspiegabili le mille emozioni che sbalzano in me quando sto stretta a te. Amiamoci come il vissero felici e contenti di una favola. Divertiamoci, perché del domani non ne abbiamo certezza.

Sento un ronzïo, un’ape che si appoggia su un fiore rosso.

Libertà, che bellezza è una canzone cantata con freschezza è una poesia bellissima che ti fa volar, senza neanche dire un ma, è la pace dell’anima che si sente senza un peso, per un attimo, però ha paura nei confronti dell’avarizia umana. La libertà è ovunque è solo da cercare, trovare e da tenere stretta, perché l’uomo è disposto a prender la tua, per averne una sua.

La libertà è dimenticarsi dei pensieri negativi e stare bene con sé stessi senza preoccuparsi di nulla. Oppure, parlando di cose concrete, la libertà è correre spensierati in un prato fiorito, in montagna insieme alla persona che ami o stare sotto la pioggia da soli la sera tardi liberando la mente. Però il concetto di questa parola può assumere più significati, come ad esempio poter esprimere la propria opinione o il proprio amore davanti ad un pubblico senza essere giudicati in modo negativo da nessuno. Per altri invece, la parola “libertà” è sconosciuta; è come una porta chiusa priva di chiave, un fiore che non riesce a sbocciare o un muro che non si può scavalcare… è un’emozione unica che si prova solo in determinate situazioni e quando accade, è difficile dimenticarla; può essere anche la musica, un modo per sfuggire alla realtà e sentirsi liberi di sfogarsi o buttare tutto fuori accompagnati dal proprio cantante preferito, che in quel momento sta cantando solo per te.

SEZIONE 4 Classe 1B Le favole insegnano

Questa raccolta di favole nasce dal lavoro portato avanti in classe quest'anno. In particolare, la favola è uno dei generi letterari che abbiamo esplorato e abbiamo imparato a conoscere. Storie semplici ma che parlano ancora ai giovani di oggi perché forniscono insegnamenti su cui riflettere. Dopo esserci immersi nella lettura di numerose favole, ci siamo messi alla prova da scrittori, procedendo per step. L'input ce lo ha dato l'argomento di Educazione civica affrontato quest'anno: la sostenibilità ambientale. Accogliendo le indicazioni dell'Agenda 2030, abbiamo provato a pensare all'ambiente inteso non solo dal punto di vista naturalistico ma come risultante delle relazioni instaurate nel gruppo classe. I “nemici” più temuti dalle alunne e dagli alunni sono proprio gli atti di cattiveria gratuita che possono nascere tra compagni. Abbiamo riflettuto e, utilizzando 

La luce del sole si affaccia sul mare; una giornata perfetta per andare a nuotare. Nuotando trovai una conchiglia attaccata ad uno scoglio; La presi e la portai in spiaggia con tanto orgoglio.

Mi ricordo l’ultimo giorno come il sole sorrideva come un amico salutava come ogni uccello volava come il vento era una brezza leggera come il cielo era azzurro arrivando all'ultimo punto sentii il cuore che batteva vidi la famiglia che piangeva... Mi dovevo allontanare e vedere i miei ricordi andare

Idiota, gay, ciccione queste sono parole che nessuno vuole; insultare non va bene, se lo fai poi, dovrai scontare delle pene; sì, si può scherzare, ma fai attenzione, ogni parola può fare male. Il carattere è diverso, il corpo è diverso ma in fondo siamo tutti uguali, tutti pronti a crescere, a imparare e già a pensare agli affari. Le differenze ci sono, ma le uguaglianze pure se sono più grasso o più basso io da te non cambio neppure. Non c’è niente che puoi dimenticare Basta, basta insultare!

Penso che tante volte bisogna stare zitti Anche se parlare è uno dei nostri diritti Rifletti, ascolta gli altri, siamo un po’ tutti distratti. Fregatene del giudizio degli altri Sei perfetta così come sei, Ed è perfetta anche lei. Le donne non devono essere sottovalutate Come dice Dante sono un dono, Abbattiamo la violenza e l’abbandono. Vedo tanta gente afflitta dal male Diversi da te, un po’ casuale Se non piace a te non è da discriminare! Le parole hanno un peso Troppo male nel mondo, Tanti il bene lo hanno dimenticato.

Io sono una bicicletta con sguardo accattivante rivolto agli altri. Io sono la lettera R linee che cercano un punto in comune. Io sono l'incontro con un cane salti e corse. Io sono la bici, la moto, il quad. Io sono una commozione totale quando qualcuno mi scrive una lettera. Io sono i regali che mi fanno. Io sono ciò che mi evoca la voce di mia nonna. Io sono io, Roberto.

Io sono la felpa della Champion blu che mi ha cambiato la vita. Io sono la lettera M migliaia di sentimenti in un solo cuore. Io sono l'incontro con te domenica pomeriggio, Play, mani intrecciate, risate e sguardi intensi. Io sono musica e lettura mi aiutano a liberare la testa da tutti i pensieri. Io sono due occhi castani che mi aiutano a vedere ciò che mi rende felice. Io sono l'aiuto di Alessia e Sofia che mi supportano in momenti no. Io sono le nostre risate insieme che mi fanno sentire a casa. Io sono meravigliata quando sei simpatico anche se siamo in compagnia. Io sono la risata che ogni sera mi fa sognare. Io, Martina porta aperta per tutti.

"Può darsi. Ma per il momento lasciamol[i] dormire, perchè nei sogni entriamo in un mondo interamente nostro. Lasciamo che nuoti[no] negli oceani più profondi o che si liberi[no] oltre le nuvole più alte!". Albus Silente Dal film "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban"

SEZIONE 3 Classe 3A Pensieri in libertà!

Ricollegandoci alla grande e importante esperienza del Nuovo Canzoniere Italiano (gruppo musicale italiano fondato a Milano nel 1962), si è cercato di compiere con la classe un lavoro conoscitivo di analisi e ricerca su "Le canzoni di Bella Ciao" (lavoro allestito per la prima volta al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1964). Questo spettacolo fu un momento di rottura nel panorama musicale nazionale, segnò l’inizio del folk-revival italiano e di una nuova attenzione e di una nuova forma di rispetto verso gli stilemi espressivi del mondo popolare. A partire dall’ascolto e dall’analisi dei testi della canzone "Bella Ciao", nella versione delle Mondariso e in quella dei Partigiani, le studentesse e gli studenti della classe 3A hanno elaborato testi variamente e liberamente organizzati sul concetto di Libertà.

E se il tuo cuore batte quando passa una ragazza nessuno ti accusa se è della tua “razza”, ma se ha la pelle più scura di te per certa gente insieme non andate bene e chissà perché! Se baci qualcuno del tuo sesso vieni maltrattato e stare con chi vuoi non ti viene permesso. Se non hai la casa più bella del mondo ti prendono per un vagabondo. Se sei un ragazzo e ti scende una lacrima perdi la loro minima stima, vieni diffamato per non essere il perfetto macio. Se non sei perfetto tra loro non sei ben accetto. Per gli altri è facile sparlare forse non sono in grado di amare. L’arma migliore è il sorriso contro chi ti ha deriso. Sotto gli occhi della gente ci si sente impotente, sono tutti bravi a giudicare e loro stessi non sanno guardare. Questa è la gente insicura , che si protegge dietro un’armatura,

essa porta il nome di disprezzo, e se lo ignori non sarai tu a pagarne il prezzo. Se tu sei felice non ti devi fare influenzare da ciò che la gente dice. Sono solo parole e lentamente con un po' di dolore un giorno spariranno senza rumore.

noi che davanti a noi o il posto che tanto significa perché ancora profuma di noi e delle risate di qualche tempo prima. E in mezzo a quei ricordi noi troviamo i nostri ricordi, che forse non stridono più, ma che come brezza leggera e balsamo sulle nostre ferite attutiscono malinconie risvegliate.

La mia vacanza in Italia è stata incredibile; io sono andato in Liguria con la mia famiglia, nella città di Albenga. Lì io e la mia famiglia ci siamo divertiti... siamo andati tanto in spiaggia, a fare shopping e a fare un giro per la città.

Io sono una finestra che non smette mai di agitarsi. Io sono la lettera G giocherellona, come un cane. Io sono l'incontro con la famiglia sorrisi, sorprese, pance piene. Io sono l'arte astratta su una tela schizzi di vernice e abiti macchiati. Io sono la lingua sempre in movimento. Io sono la conseguenza del passato disgrazie, felicità, amicizie. Io sono il pensiero per i nonni rassicurato dalla loro presenza. Io sono la potenza del fuoco ravvivato da un soffio di vento. Io sono il profumo della torta sfornata soffice e delicata. Io, Giorgia, scatola con segreti speciali.

Io sono la palla da calcio che sopravvive per 90 minuti da calci furiosi. Io sono la lettera D Dio mi vuole bene. Io sono l'incontro con Roberto che mi fa ridere e gioire sempre. Io sono il calcio che mi fa sperare per 90 minuti. Io sono la bocca che spara sempre cavolate. Io sono la mamma che mi aiuta in ogni momento. Io sono la casa del mio bisnonno che mi commuove. Io sono la Formula Uno che mi appassiona tantissimo. Io sono la sveglia che mi sveglia alle sei e mezza per il pullmino. Io, Daniele accolgo tutti quanti.

SEZIONE 7 Classe 1C Poesie sostenibili

“Credo che avere la Terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”. Andy Warhol È proprio a una figlia dell’Arte, la Poesia, e alla sublime capacità espressiva del suo linguaggio che questi giovani compositori hanno voluto affidare la loro riflessione: non c’è atto più grande e meraviglioso del proteggere la Natura, linfa vitale del nostro essere e vittima indifesa dell’umanità. Gli alberi, i fiori, gli animali, ci ricordano che nel mondo non siamo soli. Vivere nel rispetto della Natura, non solo è un dovere ma soprattutto un privilegio per la straordinaria bellezza di cui ci fa dono senza mai chiedere nulla in cambio. E noi, schiavi del consumismo, inquiniamo, incendiamo, costruiamo mostri ecologici, segno tangibile

Il gatto, il topo e i pavoni di Marta Aloi

Il leone prepotente di Matilda Appendino

Quando il topolino andava in giro doveva stare molto attento, perché da qualche parte, nascosto, c'era sicuramente il gatto cattivo, che arrivava da dietro, di soppiatto e gli fermava la coda con gli artigli: non lo lasciava finché non gli dava ciò che lui pretendeva. E i pavoni cercavano di guardare ma di non farsi notare, per paura di essere presi di mira anche loro. Nessuno parlava mai di queste cose con i più grandi, altrimenti il gatto cattivo se li sarebbe mangiati. La favola insegna che non parlare di ciò che non va non giova a nessuno.

Un leone prepotente se la prendeva con un povero micetto che cercava di mangiare un po' di cibo. Ogni volta che riusciva a mettere qualcosa sotto i denti il leone prepotente gli rubava quel cibo che si era guadagnato con tanto sforzo. Alla scena assistevano ogni volta delle cornacchie che impaurite dal leone stavano zitte. Il micetto poverino era rimasto senza cibo per paura di difendersi. La favola insegna che agire o non agire per paura danneggia sempre qualcuno.

STAGIONI DI SCUOLA Seconda edizione RACCOLTA DI BREVI COMPONIMENTI SCRITTI FRA I BANCHI DI SCUOLA

rinchiuso sin da quando è un bambino in delle mura alte cinquanta metri, è riuscito a raggiungere il mare e guardarne la bellezza, guardare il sole scendere nel mare e sentire le onde sui piedi.

Per me la libertà è come un’uccello che vola libero nel cielo. La libertà è speranza è vita è tutto quello che puoi immaginare. La libertà è oltre ogni confine di vita… in poche parole LA LIBERTÀ È LIBERTÀ! La libertà è infinito La libertà è amore per le persone. La libertà la possiamo cercare la dobbiamo cercare perché ce l'abbiamo tutti grazie ai Partigiani. La libertà son tante parole che messe insieme formano una frase di senso compiuto. La libertà son mille campi fioriti son le montagne tutte innevate. Io voglio essere per sempre libera e ringrazio tutti per avermi dato la

SEZIONE 9 Classe 3C Poesie d'amore e altro

I testi scritti e inseriti in questa sezione chiedono di poter essere letti con la dovuta partecipazione. Sono testi d'amore! Per una persona. Per un brandello di paesaggio. Un amore che le studentesse e gli studenti di terza media già conoscono, rincorrono, vivono, sognano, patiscono (forse in traduzione greca il verbo instilla una carica ancora più commovente). Non è facile illustrare che cosa questa attività ha significato per la stesura di questi testi, ma è chiaro che in ognuno di essi c'è una scintilla d'infinito (la siepe che si frappone fra noi e i nostri sogni e il nostro desiderio di afferrare l'inafferrabile è tra quei versi, seppur talvolta solo accennata, solo immaginata). Non ci insegnano, forse, i poeti che è il non detto o il non raggiunto, a instillare in noi la voglia di sognare e insieme la curiosità di conoscere che cosa si cela nei nostri animi? Il più bello dei mari non è forse quello che non

cuore, vedo un insieme di persone, i volti poco definiti, stanno ridendo, standomi attorno. In quelle risate scorgo la mia, un suono cristallino che quasi mi commuove, che mi risveglia. Libertà, eccola, la percepisco. La tasto con delicatezza, è così calda e accogliente, come un raggio di sole, mi avvolge come una bolla. Mi mancava, mi mancava sentirla, sentire la compagnia, sentirmi come gli altri, potermi fondere con loro in un’unica anima, perché libertà è partecipare, essere un tutt’uno, essere noi e noi soltanto chiusi in un nostro mondo in grado di distrarci dal dolore.

Essere libera di vivere nel mio corpo serenamente. Senza dover preoccuparmi di un pregiudizio o di non essere abbastanza adeguata per questo mondo. Senza dover essere guardata in modo diverso solo perché non sono come dovrei essere. Essere esclusa da tutti come se fossi un estraneo, un mostro. Mi sentivo sbagliata, solo sbagliata, come se non valessi nulla, come se non fossi nulla. Quelle offese continuano a vagare nella mia mente e a congelare il mio cuore. Spesso non ci accorgiamo quanto dolore possiamo causare con un semplice gesto o una semplice battuta. Ma come poteva una bambina di sette anni subire tutto questo? Invece l’ha subito, per troppo tempo. Questa è una delle ferite ancora da cicatrizzare per questa bambina. Allora è diventata come gli altri volevano, come doveva essere per essere accetta, ma continuava a sentirsi sbagliata, come se qualcosa continuasse a non andare. Ma oggi so che non c’è nulla di sbagliato in questa bambina, non è di certo lei a essere un mostro. Libertà è essere liberi di essere

Io sono una farfalla libera dalle mie scelte. Io sono la lettera A un insieme di punti infiniti. Io sono l'incontro con Micaela scemenze, delusioni, casa. Io sono danza e nuoto possibilità di stare nel mio mondo. Io sono centinaia di capelli lunghi che si asciugano in mezz'ora. Io sono il ricordo delle persone che sanno di felicità, timidezza. Io sono la spalla di Viola con uno sguardo cambia tutto. Io sono i pacchi regalo sotto l'albero e l'impazienza di aprirli. Io sono il richiamo del mare, odore di spiaggia che ti senti rinata. Io Alessia aperta con tutto il mondo.

Io sono giocherellone amo giocare e essere divertente e rendere felici le persone. Io sono l'acqua che sgorga dalla sorgente di un vulcano che può incendiare o prenderti per mano. Io sono la lettera A un incrocio di emozioni passioni sensazioni. Io sono l'amico e il figlio che scia con te. Io sono la palla che rimbalza per terra e che nuota sereno. Io sono le orecchie importanti ma non per forza essenziali. Io sono l'amicizia che vive per sempre. Io sono sensibile per la morte di una animale. Io sono la natura che mi meraviglia ogni giorno. Io sono la vista finestra per il mondo. Io Alessandro, una persona molto vivace.

Nessun umano è perfetto nessun umano ha lo stesso aspetto fossimo tutti uguali il mondo non avrebbe un senso, prima di parlare ci penso. Ogni umano ha dei difetti e questo dimostra che non siamo perfetti nella vita bisogna sempre ricordare una cosa: l’imperfezione è una cosa favolosa! Si può essere simili ma non uguali che è diverso dall’essere uguali tutti hanno dei sentimenti quindi state molto attenti non si deve cambiare per gli altri, devi piacerti così come sei ed è tutto ok non discriminare mai o finirai nei guai. Se ti giudicano non ascoltare piuttosto vai a ballare, comportati bene con le altre persone e allora sì che andrai benone!

Fin dai tempi della lupa la gentil creatura fu tormentata dall’altrui giudizio immagine di dea ma dietro quelle mura inferiore e sottomessa senza armistizio Donne abili nella parola e nell’intelletto ma sempre escluse dal potere eletto difficile guidare un esercito sul campo di battaglia perché oscurate dal rosa della maglia Donne dedite al lavoro con perizia e passione ripagate da moneta irriconoscente mentre a uomini pur privi di mente danno loro l’eccesso con nera ragione Donne che si muovono nel bianco mulino i segni sul viso di violenza vigliacca da quel mostro nascosto da un dolce violino giurava protezione ma di menzogne ne è piena la sacca.

Come è bello pensarti…

Come è bello pensarti, una persona in due stare sdraiata nei miei pensieri e pensare a te a quell'abbraccio mai dimenticato. Come è bello pensarti teniamoci per mano per tutta la vita divertiamoci come bambini abbracciami e non lasciarmi andare.

L’amore è il miglior sentimento Che una persona possa provare Il caldo delle tue mani Mi fa sentire a casa La tua testa sulla mia spalla Mi fa sentire amato e il più felice del mondo L’amore è il sentimento che rende: Felice quando inizia E triste quando finisce L’amore è la tua ancora Ma anche il tuo abisso Dipende da come lo vivi E con chi

Le galline salvatrici di Alexandru Cocea

L'unione fa la forza di Dario Della Femina

C'erano un cane ed un gatto che ogni giorno venivano tormentati da un cinghiale molto grosso e cattivo. Il cane proteggeva il gatto e ogni giorno spuntavano nuove ferite. Il cinghiale continuò per settimane fino a quando il cane non si mosse dalla sua cuccia. Il gatto provò a far male al cinghiale ma lui era troppo forte e lo ferì alla gamba, tutti e due ko. C'erano dei maialini che incitavano il cinghiale, delle mucche indifferenti alla situazione e delle galline che chiesero aiuto al padrone del cane e del gatto. Le galline, però, dopo alcune settimane vennero a mancare per mano del cinghiale. Il cane e il gatto vennero protetti dal loro padrone e si salvarono. La favola insegna che è meglio aiutare gli altri mettendosi in mezzo piuttosto che osservare stando muti, a costo del rischio della vita.

Un giorno una povera volpe del deserto era andata a caccia di qualche topo, quando nella sua grande prateria vide una famiglia di topicanguro che si nascondevano. Quando la volpe si avvicinò ai topi per mangiarli, venne travolta da una mandria di bufali inferociti che invadevano il suo territorio. La volpe spaventata chiese ai bufali di andarsene, ma loro la derisero dicendo: «Per favore, aiutateci!». La volpe cercò di cacciarli in ogni modo. Intanto con tutto quel chiasso si svegliarono dei piccoli uccellini appostati su un albero che era lì vicino. La volpe mostrò i denti, gli artigli e fece scappare tutti i bufali, tranne uno, il capobranco. Ridendo, appoggiò la sua possente zampa sulla coda della volpe, schiacciandola. A quel punto vennero in soccorso gli uccellini che, beccando il bufalo, lo infastidirono. Allora la volpe, con tutte le energie che aveva in corpo e con il coraggio che aveva riacquistato grazie all'intervento degli uccellini, si lanciò sul bufalo mordendogli e graffiandogli la zampa. Così il bufalo scappò ferito. Meglio intervenire aiutando i più deboli che

Ciao, sono una donna, una persona normalissima. Da qualche tempo vivo con l’ansia, non saprei il perché, Però so che quando Esco ci sono molti ragazzi che mi fischiano dietro oppure mi gridano "Ciao bella!" In quei momenti mi sento a disagio Ogni tanto mi sono sentita dire "Ehi tu perché non torni in Cucina? Sai che non ha diritti?" lì mi sento come se fossi un oggetto, Come se mi sfruttassero per qualsiasi cosa. Noi donne non siamo oggetti non abbiamo bisogno di apprezzamenti non richiesti siamo persone come voi E possiamo fare tutto ciò che vogliamo.

Per tutte le donne che un uomo ha ferito spero avrà imparato che non le deve toccare nemmeno con un dito A tutti gli uomini che una donna vogliono comandare nel loro bagaglio di vita soltanto vergogna si devono portare si inizia con un "copriti vai a metterti un pantalone" poi si finisce con un ceffone Alcuni ci vogliono far del male e noi da questo inferno dobbiamo scappare non tutti son così, un uomo vero ti protegge, ti ama e ti consola non come gli altri che ti lasciano sempre sola Un uomo andò da una donna e la minacciò a farle ritirare la denuncia provò lei si oppose e la sua fine arrivò, adesso i vicini e i parenti di scarpette rosse hanno riempito i suoi appartamenti.

perché state qui sempre a discriminare senza mai degnarvi di ragionare. Gente diversa in Italia non manca mai, proviene da Asia, Africa e qualcuno dalle Hawaii; ovvio il razzismo esiste ancora ma niente di cui preoccuparsi ora come ora. Forse un giorno, insieme e armoniosamente riusciremo a stare e tutti noi , di quella generazione sogni tranquilli potremo fare!

Vidi una persona bianca e una nera Mi chiesi: perché la gente insulta queste persone? Solo per il colore della pelle? Alla fine mi risposi Tutti proviamo sentimenti Tutti, quindi, siamo umani. Siamo uguali.

Libertà è sognare, sognare di vivere in un mondo libero, dove poso fare quello che desidero seguendo delle regole, certo, ma regole scelte da me e dalle persone che vivono con me. In questo sogno decido io da che parte stare e nessuno rimane a metà. Nessuno decide per me e io non decido per nessuno, faccio la mia vita seguendo i miei desideri e rincorrendo i miei sogni. Nessuno può ostacolare questi sogni in nessun modo possibile, solo io posso farli finire. Sogni che possono essere molto grandi o molto piccoli, a me non importa… possono essere reali o fantastici, in qualsiasi modo essi siano devono sempre essere esauditi. Devono sempre essere esauditi perché quando sogno sono libero, spazio nelle cose che mi piace fare ma che non sempre sono a mia disposizione e che nella vita terrena non posso raggiungere. In questo periodo nei miei sogni c’è solo libertà, quella che mi è stata tolta durante questo periodo di lockdown dalle numerose restrizioni fatte dal governo per non farci ammalare fisicamente... eppure ci siamo ammalati emotivamente! Le mie emozioni vanno sempre più piano e sono sempre meno 

intense a causa di questa malattia invisibile. Spero di guarire al più presto anche se penso che sarà molto difficile e non basterà qualche Tachipirina… avrò bisogno dell’abbraccio vero e intenso di un amico.