Stagioni di scuola - terza edizione

nomi inizieranno con la “V” e via così. Il mio cavallo preferito è “Soleada Lesoleil”.

Il gatto, di nuovo di Mattia Patrucco Il mio animale preferito è il gatto, il mio gatto si chiama Amleto. Passa quasi tutto il tempo a dormire e a mangiare. Invece quando non dorme passa il tempo o a leccare le tende o a fare le fusa quando gli faccio le coccole. Amleto ha il pelo lungo e nero, con la coda che sembra uno spazzolone. Il suo cibo preferito sono le scatolette di bocconcini. Lui è un gatto che rimane sempre dentro casa, è di razza norvegese e ama l’acqua. Un altro mio animale preferito è il cane che si chiama Calzina. Ha il pelo nero con piccole macchie bianche e sul muso ha una bolla che ogni tanto sanguina. Mangia di tutto e abbaia sempre, anche per il minimo rumore; vuole sempre le coccole e ha 11 anni.

È un cane da compagnia, molto goloso e pigro. Gli piace fare tre o quattro passeggiate al giorno, ma corte. Gli piace molto giocare, anche se per brevi tempi. Io non ho mai avuto né un cane né una papera anche se, in futuro, se possibile, li adotterò. Però, nell’attesa, ci sono i miei dieci gatti a farmi compagnia. Sono tutti diversi: ad esempio, Minù è una gatta adulta ma grande più o meno come un cucciolo. È molto simpatica e giocherellona e passa molto tempo con me. Questi sono i miei animali preferiti.

Il cavallo di Gaia Melis Il mio animale preferito è il cavallo, ma purtroppo non ne ho uno tutto mio. Io ho un pony in mezza fida di nome Fenomeno ma tutti lo chiamano Fodo o Fodk. È un pony completamente bianco ma la sua coda è grigia , mangia due volte al giorno e d’inverno mangia solo fieno; invece d’estate anche l’erba. Se fa allenamenti più faticosi gli do anche un po’ di pietanza. Ha un carattere molto particolare ma se vuole è molto bravo. Ha una criniera molto lunga e il pelo molto morbido e folto: gli zoccoli sono piccoli, bianchi e neri. Io ho anche tre cani di nome Lulù, Kitty e Dori. Lulù è il mio cane, è la più vecchia e ha quattro anni ma è la più piccola di altezza: mangia delle piccole porzioni di cibo due volte al giorno e gli diamo del cibo in scatola e delle crocchette che mischiamo insieme perché altrimenti non le mangia. Vive al piano di sopra perché essendo piccola quando giocano la schiacciano e rischia di farsi

ricordo come se fosse ieri. Adesso ha un piccolo meticcio di nome Ginger e un Border Collie di nome Belle, una gatta persiana di nome Alice, una ventina di pesci e una cavia peruviana di nome Lorenzo. Gli altri animali che mi piacciono sono le mucche, le capre e le pecore da tenere in una fattoria; gli animali dell’Oceano che mi fanno impazzire sono i tonni; il tonno pinna gialla e il tonno pinna rossa. Oppure gli altri pesci dei fiumi, perché a me piace pescare nei fiumi a mano o in mare; nell’Oceano mi piacerebbe tantissimo pescare tonni e altri pesci esotici come il pesce azzurro, le caratteristiche del tonno è che è veloce, sfugge alle esche. Quando l’hai pescato puoi andare in un apposito posto per pesarlo e venderlo direttamente a un negozio. Arrivato in questo posto prelevano un campione di pesce e con una macchina guardano la qualità: se la carne del pesce è chiara non vale tanto, se è rossa è un buon pesce.

Il cane, ancora di Francesco Alesso Ciao, io sono Francesco e ho diversi animali preferiti da descrivere. Partiamo con il primo in classifica: il cane. È un animale intelligente, che ama le coccole, protettivo ma anche pigro. Io non ne possiedo uno, purtroppo, però mi piacerebbe averlo con il pelo molto morbido di colore bianco, con gli occhi azzurri e che sia protettivo. Me lo immagino pigro. Adesso arriva il secondo in classifica: il panda. I suoi pregi sono: grande come un peluche, molto coccolone e mangione. Io me lo immagino così: molto grande, un sacco morbido e pigro e molto carino. Adesso andiamo alla terza in classifica: la foca. La foca è bellissima e molto morbida ed è in via di estinzione: per questo l’uomo non la può toccare. Mi sono dimenticato, è molto ma molto dormigliona e carina e in classifica è la mia preferita. Io adoro questi animali ma c’è anche un quarto animale che è la tigre: il cucciolo di tigre è una pallina di

corporatura è normale ma visto che ha pelo lungo sembra ciccia. A lei piace molto dormire, mangiare, giocare e le piace anche stare in compagnia; Pako è il contrario, lui non è sociale però gli piace giocare, mangiare e dormire (ci sono certi giorni che si fa accarezzare ma di solito no). Mia dorme nel letto con me, Pako dorme nella cuccia. C’è n’è un terzo che si chiama Kira ed è un american staff.

Il canarino di Mohamed Ed Douri Il mio animale preferito è il canarino perché è molto vivace e simpatico come il gatto. Infatti ne ho tre e due inseparabili, gli ho dato anche dei nomi . Il primo canta molto bene ed è nero e verde, si chiama Neretto, poi c’è Galla che è tutta gialla con un puntino nero e l’anello. Tuttavia il mio preferito è Rubi perché oltre ad essere bianco è un po’ raro da trovare, è super simpatico, felice e calmo. Sono inseparabili, mi piace il loro colore ma non il carattere, perché quando metto la mano dentro la gabbia iniziano a mordere e graffiare. Io ho avuto un gatto, anatre, papere, pulcini, conigli, pesci, colombe e fratelli. Il gatto era bianco e arancione, dormiva e quando arrivavo da scuola mi salutava saltando sopra di me. Le anatre, come le papere e i pulcini, erano tipo fratelli, dormivano e giocavano insieme.

Saluzzo-Paesana. E subito abbiamo pensato di chiedere a Enaiatollah come poter organizzare un incontro per le nostre classi. Il percorso si è poi concretizzato nella mia 3B con la lettura condivisa ad alta voce dei romanzi autobiografici e un breve approfondimento geo-storico sulla situazione afghana. Accompagnare Enaiatollah dal suo amato Afghanistan alla nostra amata Italia, vivere con lui avventure mozzafiato, accompagnarlo nel suo percorso di crescita, fino a vederlo adulto e cittadino italiano, ci ha emozionati, ci ha coinvolti, ci ha stupiti. Come può un bambino di soli 10 anni sopravvivere, da solo, ad un mondo che sembra fatto per tutto tranne che per i bambini? Eppure è possibile, ed è possibile essere felici e riconoscenti alla vita. Le studentesse e gli studenti hanno incontrato Enaiatollah il 5 aprile: tanti gli interrogativi, tante le sollecitazioni, tante le riflessioni che sono emerse. Per un incontro ricco di umanità, di sincerità e di bellezza. "Caro Enaiatollah, ti scrivo..." è la risposta

intima di ciascuno, è la manifestazione di ammirazione per la ricerca di felicità di chi non ha avuto una partenza facile come la nostra, è il ringraziamento per esserci venuto incontro regalandoci una storia in cui specchiarci e che apre gli orizzonti.

Mi guardo indietro di Alessandro Bertea Mi guardo indietro e penso a due anni fa quando al TG si parlava di cose felici. Accendo la TV e ogni giorno è solo un continuo conteggio di morti, ma continuo ad avere speranza nel futuro. La guerra non durerà per sempre, il Covid non durerà per sempre e ognuno di noi potrà tornare a programmare il futuro.

sopra l'albero. Mi arrampicai con fatica e finalmente arrivai in cima, aprii la porta dell'armadio e ci entrai. Sentii di nuovo lo stesso trambusto, e quando cessò aprii la porta e mi ritrovai di nuovo in soffitta sano e salvo. Da quel giorno promisi a me stesso che non avrei mai più inquinato il pianeta.

Un nuovo mondo di Stefan Lorenzo Ciao, io sono Lorenzo e questa è la mia storia. Mio nonno, prima di morire, mi regalò un walkie-talkie con le batterie, ma non era funzionante e per questo lo misi in un cassetto pieno di cose che non usavo e cominciai a prepararmi per il funerale. Quando la cerimonia iniziò, i becchini portarono la barra e io cominciai a prendere i fiori da metterci sopra, ma toccai una spina e mi ferii… All'improvviso mi ritrovai in un altro mondo pieno di animali nuovi e un paesaggio mai visto prima d'ora. Dopo un po' di tempo, sentii un rumore molto strano e quindi, con molto coraggio, andai a vedere e trovai William Shakespeare che cercava di risolvere il caso della torta scomparsa e anche Diego Maradona che palleggiava con una palla. All'inizio credevo fosse un sogno, ma dopo avermi essermi tirato due pizzicotti capii che ero finito in Paradiso e cominciai a fluttuare nell'aria fino ad arrivare molto in alto.

l'ho trovata ad aspettarmi in lacrime e appena apre bocca mi chiede scusa abbracciandomi ma poi aggiunse: "Via primo Levi! È lì che si trova Criss. Allora lo dissi alla polizia. Una settimana dopo Finalmente il famigerato Criss è stato trovato dalla polizia ed ora è in prigione per istigazione al suicidio. La morale è che bisogna andare oltre le proprie paure, proprio come Melissa che disse dove si trovava Criss.

Classe 2B SEZIONE 5 Un ricordo felice "La narrativa personale, potente e capace di toccare corde profonde, di far emergere davvero la vera voce di chi sta scrivendo, permette di iniziare a sperimentare strategie e tecniche di scrittura in un genere più semplice e immediato per scrittori e scrittrici alle prime armi. Ma il saper scrivere di sé ha un alto valore etico" ["Il racconto autobiografico con il metodo WRW" di Silvia Pognante e Romina Ramazzotti, Erickson, Trento 2022: pag. 24]. Queste le motivazioni che mi hanno portata ad introdurre percorsi sul racconto autobiografico già a partire dal primo anno

SEZIONE 9 Poesie pensate Felicità? Che cosa vuol dire essere felici? Felicità e ricerca della felicità! Da questa seconda accezione si è decisi di partire per la composizione delle brevi liriche (e spesso veri e propri piccoli pensieri) che sono state raccolte in questa sezione. Poesie pensate vogliono essere proprio la ricerca che ognuno dei piccoli scrittori presenti in quest'ultima sezione di Stagioni di scuola, ha voluto sperimentare e tradurre a parole. Una ricerca che spesso è stata trascritta con parole di sconforto o parole di velleità lontane, come a presagire (o temere) che un'idea di felicità sia possibile quanto difficile da raggiungere (si può pensare forse a un'eco montaliana?). D'altro canto, e in modo complementare

seconda, potevi fare meglio…" mi risponde distrattamente giocando ad Hay Day, "lo so, questo lo so. Ma hai il mio telefono!!! Cosa fai?", "Non è abbastanza ovvio?? G-I-O-C-O!" scandisce le ultime parole come se fossi scema. "Ridammelo, va!" è stata l'ultima cosa che ho detto perché poi uno sparo ci rimbomba nelle orecchie, sussultiamo, sono partiti i 1000 m. La premiano mezz'oretta dopo, è arrivata quarta generale, sono molto fiera di lei. Ho fatto il video che le ho poi mostrato all'uscita dal campo. Mia mamma arriva a prendermi… anche se dall'altra parte di dove in teoria si entra, ma per fortuna arriviamo comunque alla macchina. Dopo vari giri in macchina troviamo un baruccio troppo carino dove ci fermiamo a mangiare pranzo: un trancio di pizza e una porzione di parmigiana. Per concludere in bellezza andiamo a Mondo-Juve a fare shopping. È stata una giornata unica, stupenda e indimenticabile!

Un pomeriggio inaspettato di Elisabetta Boiero Dinnnnn - Dinnnnn... Mi alzai di sobbalzo dal mio letto bianco e viola, circondato da mobili dello stesso colore nella mia cameretta verde; chissà chi era all'1.30 di un lunedì pomeriggio delle vacanze di Natale? Andai al citofono: "Chi è?" Dall'altra parte una voce rauca dal freddo, inconfondibile: quella del mio papà! "Prepara una borsa con dei guanti, un cappello, una sciarpa e due paia di calze spesse, e vestiti pesante". Di getto mi recai in camera e dal cassetto del letto di mia sorella tirai fuori la borsa da piscina comprata alla Decathlon qualche anno prima. All'interno misi cappello, guanti, sciarpa e calze (come indicato da mio papà). Subito dopo iniziai a prepararmi: calze, leggins neri, canottiera, maglia a maniche corte bianca, una felpa spessa fucsia, giacca e scarpe. Infine, una tappa in bagno dove raccolsi i miei capelli in uno chignon basso. In quindici minuti mi trovai con la mia borsa in auto con il cuore

Classe 1C SEZIONE 3 Il mio animale preferito Un'attività che ha permesso agli studenti di descrivere il proprio animale preferito.

tratto la macchina si ferma poco distante da un motel sulla Route 999. È una struttura malconcia, con la scritta "motel" staccata da un lato. È arrivata sera, dopo molteplici tentativi, senza successo, di aggiustare la macchina, abbiamo deciso di alloggiare nel motel. Entriamo e subito ci appare davanti agli occhi un uomo pelato, guercio al quale chiediamo informazioni per prendere due stanze, per dormire questa notte. Ci dividiamo, ognuno va nella propria Camera. La mia ha le pareti verde salvia e i mobili di mogano; sullo scaffale vedo un accendino e un foglio con su scritto "bruciami". Eseguo le istruzioni e lo brucio. Vado a fare un giro per il motel, senza Joshua e Charlie. Vagando per i corridoi trovo una porta gialla, e senza pensarci due volte la apro, aprendola sento un cigolio, ma non mi faccio sopraffare dalla paura ed entro. All'interno trovo un fiore giallo che noto essere bagnato di rosso, mi avvicino un po' di più per scrutarlo e mi rendo conto che si

tratta di sangue! Provo a strapparlo e noto che non si stacca, improvvisamente la porta si chiude alle mie spalle facendomi cadere sul fiore, che piegandosi fa aprire il pavimento sotto di me. Mi sveglio e mi accorgo che il soffitto e semitrasparente come se fosse fatto di nebbia. Sopra di me, intravedo Joshua e Charlie che mi cercano dopo avermi sentita gridare. Voltandomi intravedo una bacheca con sopra le nostre foto e noto esserci sul mio viso una croce rossa. Mi guardo intorno e mi accorgo di essere sul ciglio della strada su cui la macchina si era fermata la bacheca era scomparsa, ma guardando il cartello c'è una differenza non è più la Route 999 ma è diventata la Route 666. Sul cemento era apparsa una scritta che diceva "bentornata Abbie". Il motel appare in ottime condizioni apro la porta per vedere se i miei amici sono ancora lì. Sento delle urla strazianti provenienti da una stanza qui vicino. Quando entro nella

classe 1B ha immaginato un viaggio in un "altro mondo": c'è chi è andato nel passato per conoscere i suoi antenati, chi ha voluto esplorare foreste e isole ancora sconosciute e chi, invece, ha preferito viaggiare nel futuro. Quest'ultimo è stato, di fatto, il tema più trattato, non solo perché gli scrittori e le scrittrici erano curiosi di immaginare nuovi pianeti super tecnologici, o succulenti mondi fantastici fatti di dolciumi, ma soprattutto perché sentivano di essere responsabili del futuro del loro pianeta. Temi come il riscaldamento globale, l'inquinamento e la perdita della biodiversità hanno toccato i ragazzi e le ragazze che hanno raccontato di scenari apocalittici, non così distanti dal diventare reali, se l'essere umano non decide di impegnarsi seriamente per la salvaguardia dell'ambiente. Da questi racconti emerge forte la volontà di non scappare rifugiandosi per sempre in un altro spazio, ma di conoscere, scoprire e imparare per poi tornare e continuare a vivere nel proprio mondo, con maggiore

consapevolezza e sensibilità. E allora, buon viaggio a tutti e tutte. Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta - Thomas Stearns Eliot.

Il ghepardo di Samuele Abbondanza Il mio animale preferito è il ghepardo: mi piace per la sua velocità, anche a me piace correre come loro. Ma la cosa strana è che sono maculati: mi piace il colore che hanno, quasi ti ipnotizza quando lo guardi. Cacciano nell’ombra come fantasmi: se loro cacciano è quasi impossibile che gli scappi!!! Hanno la testa molto piccola, occhi verdi, zampe corte e una coda di media lunghezza. I cuccioli del ghepardo nascono molto piccoli e sono già molto veloci. Sono assai in pericolo per via dei mercenari. Vivono in cave nascoste, ai piedi delle colline e della savana. Quando sentono qualcosa alzano le orecchie come antenne. Il secondo animale che mi piace è la volpe bianca: la volpe bianca è appunto bianca, ha gli occhi azzurri e in alcuni esemplari la punta della coda è grigiastra. La sua casa è esattamente sotto la neve: è molto veloce e riesce a saltare su metri e metri di neve. Mangia carcasse di foche, topi morti, ecc.

4 Testi corali, di S. Carbonari - Pag. 133 Testi di 2A - Pag. 135 5 Un ricordo felice, di C. Pasteris - Pag. 151 Testi di 2B - Pag. 155 6 Aspirare alla felicità, di A. Greco - Pag. 219 Testi di 2C - Pag. 221

7 Punti di vista, di S. Denaro - Pag. 231 Testi di 3A - Pag. 233 8 Caro Enaiatollah, ti scrivo, di C. Pasteris - Pag. 247 Testi di 3B - Pag. 251 9 Poesie pensate, di V. D'Agostino - Pag. 281 Testi di 3C - Pag. 283

La felicità - Un sorriso stampato; - Il sabato; - L'estate; - Le uscite con gli amici; - Le ore passate con le cugine; - I ricordi di mamma quando ti sgridava per aver allagato il bagno; - I discorsi saggi dei professori prima dell'esame; - I venerdì sera; - Le ore trascorse in chiamata; - I ricordi di quando per curiosità aprivi la galleria e ti ritrovavi delle fotografie vecchie di te e dei tuoi amici con cui non sei più amico; - Gli inverni caldi; - La cioccolata calda; - I pasticcini di nonna; - La primavera; - I fiori colorati; - I primi frutti coltivati da te; - L'autunno; - Il mucchio di foglie in cui ti "tuffavi"

a quanto scritto sopra, emerge di tanto in tanto quel giusto sprizzo di felicità, insita nelle piccole cose, che il più quotidiano dei miracoli (penso all'intimità di un battito d'amore per un'amorevole visione o al gol segnato all'ultimo minuto che ha portato la squadra alla vittoria e il suo autore al giusto compromesso tra eroe per caso ed eroe ambito) ha concesso! Ripercorrendo (e imitando) Montale, Hikmet forse, Saba, non sono forse, allora, questi piccoli pensieri già piccoli pezzi di felicità?

Tum, Tum Tum, Tum, il cuore che batte, Tum, Tum, la palla sul parquet, Tum, Tum, le campane la domenica, Tum, Tum, i passi di una corsa, Tum Tum, il ritmo di una vita.

La natura incontaminata di Meda Matteo "Ma perché ci siamo trasferiti?!". Chiesi a mia mamma con tono scocciato. "Qua in America non ho amici!". E lei mi rispose: "perché in Italia non c'è il lavoro che fa papà e poi sono sicura che ti adatterai". Allora me ne andai in camera mia sbattendo la porta. La mia mia camera non era spaziosa, ma molto carina, decisi di non uscire di casa e, visto che era da un po' di giorni che sentivo dei rumori provenienti dalla soffitta, decisi che era giunto il momento di scoprire da dove provenissero. Presi una torcia e salii le scale che portavano alla soffitta, aprii la porta e vidi un po' di cianfrusaglie e nascosto al centro un grande armadio. Mi avvicinai e mi accorsi che la porta dell'armadio era socchiusa. Mi feci coraggio ed aprii la porta; dentro era più spazioso di quello che pensavo, ci entrai e la porta si chiuse subito dietro di me. A quel punto cercai di uscire, ma la porta non si apriva e sentii un forte trambusto,

che durò parecchi minuti. Quando finì, riuscii ad aprire la porta e con grande stupore mi accorsi di trovarmi su un albero! Fortunatamente era un albero basso e quindi feci un salto e scesi. Non c'era più casa mia, ma solo un mare di alberi, anche l' armadio era sparito e al suo posto c'era una mappa che segnava un percorso con una croce alla fine. Presi la mappa e mi incamminai lungo il percorso. Rimasi stupito di come fosse pulita l'aria che respiravo e di come non ci fosse traccia di plastica e di sporcizia varia da nessuna parte. Era bello passeggiare nella natura incontaminata. A metà percorso sentii un rumore dietro a un cespuglio, mi avvicinai lentamente e mi saltò addosso un cucciolo di dinosauro che mi spaventò a morte, ma subito capii che era innocuo e soprattutto mi resi conto che ero finito nell'epoca dei dinosauri. Continuai a camminare lungo il percorso chiedendomi come l'umanità avesse potuto ridurre il mondo in una discarica. A quel punto vidi l'armadio che era di nuovo

Il miglior compleanno della mia vita di Simone Meliga "Ah quel giorno", l'11 novembre, il mio compleanno, è stato il giorno più bello della mia vita, la sera prima non riuscivo ad addormentarmi per l'ansia del giorno dopo. Il giorno dopo. Era un venerdì, tornai da scuola con il pullman, mia madre andò a prendere gli invitati cioè i miei amici di scuola della mia classe con la macchina per mangiare pranzo a casa mia giocammo a schiaccia 5 e a giochi vari e ci divertimmo, e quando arrivò mia madre con la torta, i miei occhi luccicavano per la gioia, i miei denti tremavano, le mie mani sudavano. Quel giorno mi divertii un sacco. ORE 7.00. Erano le 7.00 di sera e con la famiglia ero in macchina con la mia famiglia, stavamo andando alla palestra a Cavour per festeggiare il mio compleanno con i miei compagni della squadra di calcio e con i miei amici più cari. Giocammo a calcio per

tutta la serata fino alle 2.00 di notte. Mia madre aveva cucinato per tutta la sera e per tutti gli invitati, gli voglio bene. Finita la sera di quella lunga e intensa giornata, quando mi buttai in un lungo e tranquillo sonno. Tutto ciò che successe quella lunga giornata lo rese il miglior giorno della mia vita.

nuoto in comune, anche lei trascorre lì le vacanze, nonostante ciò non avevamo ancora avuto modo di incontrarci. Ero sorpresa perché il giorno prima tramite whatsapp mi aveva detto che la mamma non le permetteva di allontanarsi dalla sua spiaggia; inoltre ero contenta di trascorrere una giornata intera al mare con una delle amiche a cui tengo di più. Ci divertimmo trascorrendo la giornata con giochi a palla, nuotando nel mare alla ricerca di pesci colorati e nuove conchiglie da aggiungere alla mia collezione, castelli di sabbia distrutti dalle onde del mare. Durante tutta la giornata mi sono sentita bene ed ero grata ai miei genitori per avermi donato questa giornata formata da piccoli attimi di una gioia concreta, quella che ti regala l' amicizia. Arrivato il momento del saluto non ero triste ma felice, non di salutare Greta ma della giornata trascorsa; capii l' importanza di vivere i momenti perché ogni attimo è speciale e va vissuto al meglio.

"Domani ci passa" di Marta Pampiglione "Drinnn". Era una giornata di settembre, soleggiata tanto che eravamo in pantaloncini corti, nel cielo neanche una nuvola, la calma era nell'aria. Greta, che indossava un top tanto bello quanto stravagante che movimentava la giornata tranquilla, era venuta a casa mia , quel giorno più luminosa del solito, per fare la ricerca di tecnologia sulla caffettiera Moka dato che eravamo in coppia insieme. Così si tolse le sue nuove Nike di cui si era vantata il giorno prima su Whatsapp, prendemmo il computer e iniziammo. Annoiate da quella attività monotona e troppo impegnativa rispetto alla voglia che avevamo, accendemmo la televisione e cercammo su YouTube la canzone "Domani ci passa", una canzone di qualche anno prima ma molto orecchiabile e coinvolgente e che io prima di allora non sapevo esistesse. Nel riflesso dei nostro occhi lucidi dalle

riesce a morderti così forte, un’altra cosa di Chicco è che non obbedisce mai e incomincia a prendersela con Lucky, che non ha fatto niente. Ma ora basta parlare di Chicco, parliamo di Lucky che è più grande di lui, obbedisce sempre ai comandi che gli dai e per questo gli diamo un premio, alcune volte li facciamo uscire per una passeggiata alla pista ciclabile e mentre Lucky è calmo e va come un cane normale Chicco tira e incomincia a mangiare l’edera velenosa; la cosa che mi chiedo è perché Chicco non può fare il bravo e imparare dal più grande. Un altro animale che mi piace è il lupo, perché ne esistono di vari tipi, ma i miei preferiti sono il lupo bianco e il lupo grigio. Ovviamente il lupo bianco vive sulle zone montuose e si procaccia il cibo da solo come tutti i lupi e come tutti i carnivori. Mi piacciono i loro colori e sopratutto la cosa che mi impressiona di più è che quando c’è la luna piena incominciano e ululare per comunicare con i loro simili. Ora ho parlato del lupo grigio e del lupo

bianco e ora vorrei parlare dei lupi che abbiamo qua che sono i lupi marroni, vivono nelle tane e quando devono cacciare vanno in branco, se è possibile me ne prenderei uno tutto per me, mi andrebbe bene anche un cane-lupo.

Il cambiamento Caro Enaiatollah, In classe abbiamo letto i tuoi due libri e devo dire che hai avuto coraggio a scrivergli perché la tua storia, la tua vita è stata piena di dune. tu all'inizio del primo libro hai parlato di tua mamma che è scappata da te e sei riuscito ad andare avanti senza i tuoi famigliari, il tuo passato è stato molto intrigante anche quando raccontavi dei fatti molto brutti scherzandoci su. Mi ha molto colpito la tua frase quando abbiamo fatto l'incontro "dovete essere sempre felici di avere la possibilità di andare a scuola e di essere nati in Italia". Mi ha fatto pensare che hai ragione perché non tutti hanno la possibilità di essere "liberi' e vivere in un paese "unito" senza tanta povertà. Ritornando a prima, abbiamo fatto un'attività sul libro "Nel Mare Ci Sono I Coccodrilli", nella quale bisognava, secondo noi alunni, capire il motivo di quella copertina e io mi ricordo che avevo scritto

"il coccodrillo rappresenta tutti gli ostacolo che dovrà affrontare" da una parte ci ho azzeccato dall'altra no. Nel capitolo dove parlavi del coccodrillo ho capito che quella copertina poteva essere un ricordo dei tuoi vecchi amici. Ti volevo ringraziare per aver avuto il coraggio di raccontarci anche parti delicate della tua vita.

serpente. È un animale senza zampe che striscia: tutti pensano che è viscido ma i realtà è ruvido e gli occhi ti mettono paura e le zanne da difesa che rilasciano il veleno. Mangiano topi (bianchi). Purtroppo a casa non ce l’ho ma mio padre me lo farà prendere un giorno. Questo animale fa molte uova ogni anno e alcune razze riescono a mangiare animali molto grandi!

Il cane di Lorenzo Bertello Il mio animale preferito è il cane. E’ molto bello come animale perché puoi addestrarlo a riportare la pallina, a sedersi e a non rubarti i calzini o le scarpe. A casa ne ho cinque: si chiamano Timoty, Tobi, Arturo, Nerino e Stellina. Gli unici addestrati sono Timoty e Tobi: mi rubano le scarpe però sanno sedersi se gli dici seduto e ti riportano la pallina, di solito da mangiare gli do delle crocchette e dei biscotti a forma di osso e a volte anche della carne in scatola. Timoty ha un anno e il suo pelo è marrone e bianco. Tobi invece è più giovane, il suo pelo è molto folto ed è di colore bianco e marrone. Arturo ha il pelo nero, ha cinque anni ed è il più vecchietto (prima che morisse sua mamma di diciassette anni). Nerino è tutto nero e ha quattro anni. Stellina anche lei è tutta nera e ha tre anni. Ho anche un gatto, si chiama Tigro, non so quanti anni abbia ma è molto carino ed è di colore grigio. Io però preferisco i cani

Felice dopotutto di Mattia Cavigliasso Suona la sveglia. Mi alzo dolorante e con un mugugno e una parolaccia soffocata per la notte insonne e scomoda, per via del letto sfondato e legnoso. Mi tiro su, mi vesto, mi lavo la faccia e davanti allo specchio crepato di camera mia mi guardo e mi vedo come sono ogni giorno: una persona qualunque, con un mare di fondotinta per coprire l'oceano di lividi che mi provoca il mio normale padre alcolizzato. Esco di casa. A scuola il tempo passa in fretta, grazie alle prese in giro dei miei compagni. Torno a casa e volano gli schiaffi. Questa è la mia vita: mi alzo, vado a scuola e tornato a casa volano calci, pugni e insulti. Oggi però è andata diversamente… a scuola, quel fondotinta di m###a è colato su tutta la faccia cadendo sulla maglia e sporcandola. Tutti in quell'attimo si sono zittiti e hanno guardato i miei lividi. Sono rabbrividito e

sono iniziate le domande. Non hanno fatto in tempo a mandarmi dal preside per capire qualcosa in più che sono scappato via. Sentivo le urla delle professoresse che mi intimavano di fermarmi senza risultato. Mi sono rifugiato nel boschetto dietro a scuola, un luogo di pace illimitata. Inspiro ed espiro. L'aria pulita e il silenzio mi provocano una reazione chimica strana: le guance si gonfiano, gli occhi sfavillano, le labbra si curvano e i denti si chiudono. È questo "sorridere"? Mi sento strano, ma in pace con me stesso. Forse mi sento felice? Tutto questo è come aria fresca che passa sul viso. Mi distendo sul prato e mi rilasso. In questo momento mi sento bene, come se tutti i miei problemi fossero svaniti. Adesso chiuderò gli occhi e la mia vita diventerà migliore… Mi sveglio. Mi sono appisolato, ma sono passate solo due ore. Esco dal bosco e sento le voci delle prof che mi cercano, ma non ci faccio caso e me ne vado. Mi dirigo al parchetto e rivedendo l'altalena con cui

Senza filtri Caro Enaiatollah, come stai? Io mi chiamo Alessia. Ho scritto questa lettera per complimentarti con te. Sei riuscito a prendere la cittadinanza italiana, hai fatto bene a venire in Italia perché è un Paese con buon cibo e bei monumenti. Abbiamo letto i tuoi libri e a me sono piaciuti molto soprattutto perché sono scritti in maniera semplice e capisci come gli immigrati sono costretti a viaggiare. Sono riuscita ad "immedesimarmi" in te e a capire quanto è difficile viaggiare sotto i camion, sopra i barconi e a camminare in pieno inverno. Mi dispiace per la scomparsa dei tuoi genitori perché so cosa vuol dire perderne uno. Sei stato molto coraggioso perché non so se io sarei riuscita a resistere a tutte quelle sofferenze. Mi sono sentita sollevata quando hai incontrato Fazila perché hai trovato la felicità dopo quello che ti era successo, mi ha stupito il fatto che tu e Fazila non

potevate abbracciarvi. Tu vorresti creare una tua famiglia con dei figli? Conoscendo la tua storia tu cosa ne pensi della guerra tra l'Ucraina e la Russia? Io spero che finisca al più presto e che trovino un accordo. Mi ha colpito molto quando hai detto che noi dobbiamo essere felici di essere nati in Italia e avere la possibilità di frequentare la scuola. Questa frase mi ha fatto riflettere perché noi ragazzi italiani non ci vorremmo andare, invece ci sono certi bambini che la sognano. Ho capito quanto sono fortunata a essere nata in Italia e di avere la possibilità di studiare. Ho imparato dalla tua esperienza che per essere ricchi non bisogna avere macchine orologi o scarpe di lusso, devi avere vicino a te le persone giuste. Grazie per aver raccontato la tua storia perché hai aiutato molte persone. Grazie per aver scritto la tua vita senza filtri.

13 novembre 2021 di Marco Meliga Nessuno si sarebbe aspettato cosa sarebbe successo. Sono sicuro: non si è trattata solo di una coincidenza. Quel giorno era il compleanno di mio papà, la mia squadra ed io dovevamo giocare la partita più difficile del campionato. Mio padre mi chiese solo una cosa: giocare bene, non gli importava vincere. Potevamo anche perdere. Giocavamo contro i primi in classifica, i più forti. Neanche noi ci credevamo. Nello spogliatoio c'era grande ansia ma anche tanta concentrazione. Il mister prima della partita ci spiegò con quale modulo avremmo giocato e l'importanza di essa. Con grande sofferenza resistemmo il primo tempo dei tre tempi con un risultato di 0-0. Nel secondo tempo subimmo due goal e per un attimo pensai che fosse finita. Ma non mollammo e segnammo un goal. Alla fine dei primi due tempi eravamo carichi, volevamo vincere. Ecco che cominciò il terzo tempo, l'ultimo, quello decisivo.

Segnammo un goal. Cinque minuti dopo ne segnammo un altro. Il cuore era alle stelle. Finalmente arrivarono i tre fischi dell'arbitro. Avevamo vinto 3-2. Fu un momento indimenticabile, resi fiero mio papà. Mi ricordo ancora quelle sensazioni.

di piccole cose meravigliose) ci suggerisce, l'invito è a volare alto, liberi, alla ricerca della propria personale idea di felicità! In fondo, la felicità è la stessa, si tratta solo di punti di vista che ci ricordano quanto essere diversi non nega a nessuno di perseguire il sogno più grande. E di nuovo, come in un sogno che si ripete, di stagione in stagione, è stato chiesto a insegnanti e studenti di dimostrare a sé stessi e a tutti che è possibile apprezzare quella bellezza che abbiamo imparato ad amare anche dietro i banchi di scuola. E allora che si cominci!

Nota alla terza edizione I testi inseriti in questa terza edizione sono stati organizzati di nuovo in nove sezioni, una per ciascuna classe della scuola Secondaria di I grado di questo Istituto. All'interno di ciascuna sezione, introdotta da un pensiero scritto dal collega di Lettere che ha curato la produzione dei testi per la propria classe, i componimenti realizzati sono stati inseriti senza seguire un ordine particolare, o meglio, seguendo l'ordine che i curatori delle singole sezioni hanno voluto regalare a questa composizione "caotica", come a ricomporre in modo personale e allo stesso tempo in un'ottica d'insieme un puzzle di tessere colorate, una composizione di piante dai profumi più svariati. In ogni sezione (o composizione) troverete allora i testi più disparati, sentimentali, comici, umoristici, tragici, poetici, in prosa, lunghi, brevi, realistici e fantastici, ma pur

Il carlino di Gabriele Vola Il mio animale preferito è il carlino: è molto bello e mi piace perché ha una faccia schiacciata e molto rugosa. Ha delle zampe molto piccole, il suo pelo mi piace quando è bianco e ha delle orecchie molto piccole. Un altro cane che mi piace tanto è il chihuahua: è un cane molto piccolo con il pelo molto corto, il suo naso è molto lungo e ha delle orecchie abbastanza grandi. Un altro animale che mi piace molto è la pantera nera: essa è un felino carnivoro, che vive in nord-America; non ha però tutta la pelliccia nera e ha gli occhi di un verde intenso. Un altro animale che mi piace è il lugongo perché è un animale buffo, grosso, pesa cinquecento chili e ha delle grosse pinne. Avendo gli occhi messi in un determinato modo, non vede molto bene. Un altro animale molto buffo è il pinguino. Il pinguino è molto bello, il mio preferito è il pinguino imperatore, che ha un becco

molto lungo e si nutre di pesci. Gli animali sono molto belli e vanno rispettati.

Il cane, ancora di Alexei Bonifetto Uno dei miei animali preferiti è il cane. Io in casa ne ho uno di nome Michi: è un volpino italiano, tutto bianco tranne una grande macchia marrone sulla schiena, è molto peloso ed è abbastanza piccolo. Ama mangiare, dormire e sopratutto giocare. La mattina mi alzo e mi sdraio sempre con lui e di pomeriggio ci gioco molte volte a pallone. Michi è molto goloso, infatti mangia qualsiasi cosa cada dal tavolo. Una volta che non ha mangiato è stato in estate, quando io ero in Russia: mio padre aveva cucinato la pasta con un sugo fatto da lui ma non è venuta bene, che persino il cane non l’ha mangiata. I problemi con il cane sono quando scappa, ad esempio a me è scappato ben quattro volte. Una volta l’abbiamo rincorso fino al fiumiciattolo e mio padre si è dovuto buttare nel fiume e siamo riusciti a recuperarlo. Un’altra volta è scappato dal negozio di mio

padre, una persona voleva prenderlo ma faceva troppo caldo. I problemi ci sono stati anche quando è arrivato il nuovo cane Fiocco, che poi l’abbiamo dato agli zii. Quei due, mentre noi dormivamo, litigavano e si ringhiavano l’uno contro l’altro. Così il giorno dopo lo portammo dagli zii. Dopo qualche mese si rincontrarono perché noi andammo in vacanza. Quando tornammo però ci fu un grande litigio, praticamente si graffiarono e si morsero sul collo sul collo finché non li separammo. Li riportammo a casa, ma non potemmo tenerli perché quasi si uccisero tra loro. Il mio secondo animale preferito è il criceto. Uno ce l’ha mio cugino, si chiama Orazio, vive in una gabbietta con un grande “tunnel” colorato, poi c’è una ciotoletta d’acqua e di cibo e infine c’è la ruota. Il pavimento è ricoperto di paglia che può scavare. Orazio è un criceto che, molto spesso, mordicchia. Ama scavare ed è sempre attivo. È piccolo, è marrone con una macchia scura sulla schiena e una macchia bianca sotto il mento. Avevo anche un grande pappagallo

Del resto lo straordinario nasce dalle piccole cose e questi umili componimenti ne sono la rivelazione per chiunque voglia scoprirlo.

1 Per me la felicità è stare con la mia famiglia, con le persone che mi danno gioia, giocare a basket con gli amici, fissarsi degli obbiettivi e portarli a termine. Mi rende felice stare con mia sorella, andare in vacanza, guardare le partite di basket, trascorrere del tempo con papà.

saresti più vivo e fa impressione quanto l'accadimento degli eventi segna il nostro futuro. Io vorrei chiederti ancora una cosa per concludere questa lettera ed è la seguente: se avrai figli pensi che li porterai a vedere la tua terra di origine per fargli capire quanto sono stati fortunati a nascere in Italia o no?

Bisogna lottare… Caro Enaiatollah Akbari, alcune volte lasciare le persone a cui vuoi bene non è per niente facile, però tu hai dimostrato di essere coraggioso, nel lasciare la tua famiglia, con dubbi, paura, fatica, sei riuscito a superare tutto, sempre con il sorriso, fino a quando sei arrivato in Italia. Appena sei arrivato, non ti sei tirato indietro nel fare le cose, anzi ti sei dato molto da fare, anche se alcune volte c'erano alti e bassi, però il compenso è sempre arrivato. A me sei sempre sembrato molto forte, però volevo solo chiederti, come hai reagito alla morte di tua madre? perché quando leggevamo il tuo libro, avevo sempre la curiosità di saperlo e ora ne colgo l'occasione. L'amore è una parola grossa, però da come ho capito grazie alla lettura del libro, tu l'amore vero l'hai trovato, anche se ci sono stati dei disguidi tu hai comunque dimostrato di essere un buon uomo, con la

Io e le mie amiche avevamo preso i gavettoni di tutti i colori: rossi, arancioni, gialli, verdi, azzurri, viola, rosa e bianchi (rubati al cugino della mia amica Rachele). Tutte poi eravamo andate subito alla fontanella dei viali, ovvero il parco vicino alla scuola, poi lì avevamo riempiti. Splash splash splash ci eravamo lanciate i gavettoni guardando il sole brillare in cielo, con un' arietta fresca molto piacevole che ci passava a fianco. Con i miei occhi che guardavano il sole, la mia bocca che emanava una risata … tante risate, le mie mani che lanciavano i gavettoni e i miei piedi che li schivavano. E con il sole che se ne stava andando capii che quel giorno era il primo in cui sentii il senso di felicità e di libertà. Quel giorno lo aspettavo dall'inizio dell'anno scolastico e tutta quella gioia presente nell'aria mi rendeva molto felice e mi preavvisava una nuova nuova e bellissima estate. Ecco cos'è successo l'ultimo giorno di scuola!

So davvero cosa si prova ad essere felice? di Rachele Truccone Era il 15 giugno del 2019 e la mia sveglia suonò alle 7:00 in punto, la mia adrenalina era così tanta che mi alzai subito e andai ad aiutare mio padre a mettere le valige in macchina, e nel frattempo lui mi gridava: "Dai, Rachele, sbrigati, siamo in ritardo!". Dopo un'oretta eravamo arrivati al porto di Genova e continuavo a chiedermi: "So davvero cosa si prova ad essere felici?". Appena giunti siamo subito saliti sulla crociera, era gigante, piena di negozi, ristoranti, palestre e anche moltissime stanze da letto. In quel momento mi sentivo libera, mi sentivo me stessa perché sapevo che in quel preciso istante nessuno mi avrebbe giudicata o derisa. Sembrava tutto un sogno, il cuore mi batteva forte e avevo gli occhi lucidi dall'emozione. Finito il mio viaggio mi sono resa conto di riuscire a rispondere alla domanda che mi frullava nella testa da giorni e la risposta è: sì! Che cos'è davvero la felicità? Siamo sicuri

Il gatto di Luiza Maria Botizatu Il mio animale preferito è il gatto, è anche il mio animale domestico, mi piace perché è sempre vivace e pronto a ravvivare le tue giornate. La mia gatta è grigia, nera e anche bianca, ha sempre voglia di dormire e di giocare, le piace stare al sole e mangiare, si chiama Bea. Ha gli occhi verdi e mangia croccantini e carne. Il mio secondo animale preferito è il criceto: il mio criceto si chiama Crick, dorme molto durante il giorno e quando si sveglia si mette a mangiare e a girare sulla sua ruota azzurra. Crick ha il pelo marrone e bianco, i suoi occhi sono neri come la pece, si nutre di semi e verdura. Mi piacciono molto anche i cavalli, gli axolotl, i gatti delle nevi, la tartaruga e il lupo. I cavalli mi piacciono perché secondo me sono degli animali stupendi. Mi piacciono molto i cavalli con il pelo bianco. Mangiano il fieno. I gatti delle nevi si trovano sulle montagne dell’Asia centrale

Il gatto delle nevi caccia sopratutto animali morti. È di colore grigio e anche bianco. Ha il pelo abbastanza lungo e spesso per sopravvivere al freddo. L’axolotl è una salamandra che vive nel Messico, negli ultimi mesi del 2021 è diventato molto virale, piaceva e piace ancora a molte persone. Può essere di vari colori tra cui grigio, bianco e rosa, quello più comune è tra il grigiastro e il nero. Si ciba di piccoli pesci che trova in natura come crostacei e larve. Il cane, come il gatto, è molto vivace. Mangia croccantini e carne come il gatto; il cane è molto attivo e socievole con le persone. Io ho avuto un cane di nome Zoe, aveva gli occhi azzurri, quasi bianchi, ha il pelo bianco con delle macchie nere e marroni sulla schiena. La tartaruga è un animale che può essere di terra o di acqua, è di colorito verde e si nutra di gambi di legumi e di foglie verdi. Sono animali non aggressivi e facili da prendere in mano. Il lupo è un animale carnivoro, si nutre di

5 Sono felice… quando sento la risata di una persona cara, in estate durante il primo tuffo in mare, con i miei genitori che cercano di trascorrere con me ogni minuto al massimo. Mi sento felice quando gioco a padel con il mio compagno, quando sono con i miei amici e ridiamo e scherziamo, a scuola fino al termine dell'intervallo e ognuno di noi pensa la stessa cosa… solo più un minuto? Voglio ringraziare tutte le persone che mi sono state accanto e che riescono sempre a strapparmi un sorriso e a farmi essere felice!!

6 La felicità per noi è un'emozione che si vive tutti i giorni, la felicità per noi è il bello di vivere ogni minuto insieme ai nostri cari, la felicità per noi è il bello di passare i giorni in allegria, la felicità per noi è come quando un bambino riceve un giocattolo nuovo, la felicità per noi è come se in un giorno di pioggia spunta un raggio di sole, la felicità per noi è la gioia che ogni giorno ci accompagna anche se a volte non ce ne rendiamo conto.

Ha scelto la felicità Caro Enaiatollah, piacere sono Alessia, so che non mi conosci ma io conosco te grazie ai tuoi bellissimi romanzi. Da quando, in classe, abbiamo letto i tuoi libri mi sono appassionata molto alla tua storia e spesso mi chiedo come mi sarei comportata se mi fossi trovata nei tuoi panni. Hai affrontato un viaggio molto lungo e pieno di imprevisti, molte persone al posto tuo avrebbero mollato, io per prima. Tu hai viaggiato per raggiungere la felicità. Però non l'hai scelto tu, l'ha scelto tua mamma per te e tu hai lottato per renderla fiera e raggiungere i tuoi obiettivi. Volevo farti una domanda perché alcuni episodi mi hanno colpito particolarmente. Tu vorresti creare una famiglia, magari con Fazila? Ti ho posto questa domanda perché secondo me, per te che hai viaggiato senza una famiglia a fianco e hai dovuto affrontare

l'abbandono di tua madre senza nemmeno un ultimo saluto non è una domanda scontata… Spero che tu scriva un altro libro, magari con tua moglie Fazila. Mi è piaciuta molto l'ultima frase che hai dai detto all'incontro "dovete essere sempre felici di avere la possibilità di andare a scuola e di essere nati in Italia" perché noi spesso ci lamentiamo e invece ci sono persone che pagherebbero per vivere la nostra vita. Grazie per avermi incantato con i tuoi romanzi.

La felicità è libertà di Federica Bertea, Matilda Bonino, Lucia Solera La definizione della parola felicità che ci viene fornita dal Dizionario è: /fe·li·ci·tà/, sostantivo femminile, un'esperienza compiuta attraverso il sentimento di chi è felice, ogni appagamento, ogni opportunità e convenienza e in generale la qualità di ciò che è riuscito in modo eccellente. La felicità però non ha un vero e proprio significato e una definizione, non si può spiegare, poiché ogni persona al mondo ne attribuisce uno diverso. la felicità è una cosa semplice e fragile, è una sensazione rara da percepire, non la si trova dentro un semplice sguardo o un semplice sorriso ma dentro il nostro cuore come un forte calore all'interno del petto. La felicità si trova nelle piccole cose, è una pizza in spiaggia, è un tramonto, è un cielo stellato, è un'uscita con gli amici, è una partita di calcio per la strada, è fare il karaoke ad una festa, è una

camminata nell'erba fresca, è un concerto, è viaggiare, è guardare un film con la propria famiglia ma anche solo passare del tempo da soli con se stessi per riflettere e rilassarsi. La felicità deve essere vera perché una falsa felicità non esiste, quella è chiamata tristezza ed è un brutto mostro difficile da sconfiggere. La vera felicità caratterizza da momenti importanti e speciali della nostra vita e non dipende da nessun'altra persona, nessuno può decidere se si è felici o no e nessuno può togliere la felicità ad un'altra persona, perché essere felici è uguale ad essere liberi, la felicità è libertà, senza di essa ci sentiremmo imprigionati nella tristezza. spesso cerchiamo la felicità nelle altre persone quando basterebbe guardare dentro se stessi per poter scoprire che si può essere felici da soli e se tu non stai bene con te stesso non potrai mai essere davvero felici con qualcun altro, bisogna anche sapere che la spensieratezza è più importa della felicità che invece spesso tutti rincorrono, prima si è spensierati e poi si potrà dire di essere davvero felici. 

Essere felici Per me essere felici è vincere una partita Quando esco dal campo e Mi sento acclamato Anche se stanco Ma con il pensiero di Aver fatto di tutto Per Vincere!

Aforisma La felicità non troverai finché in pace non sarai.

vera. Il tuo compito non è essere inferiore, non è nascondersi dietro al velo della paura e della vergogna, ma è fare ciò che ti fa stare meglio. Il tuo corpo è perfetto così, tu sei perfetta così. Il cibo non è un tuo nemico, anzi, è il contrario ed è la bilancia l'oggetto di cui non ti devi fidare. Mi ricordo di quella volta in cui, alla mensa scolastica, i miei compagni iniziarono a lanciarmi addosso cibo e offese come: "Comincia a mangiare, così riuscirai a strozzarti". L'amore non è infinito, non sprecarlo con persone che non provano le tue stesse emozioni, non gettarlo così come versi lacrime ogni giorno. Fidati di chi ti rispetta e ti vuole bene, non di chi all'uscita della scuola ti spinge in mezzo alla strada, fingendo poi scuse e pietà che in realtà non provavano. Le parole sono potenti e scagliano duri colpi che trafiggono il cuore e l'anima. Abbi, però,

il coraggio di rialzarti sempre; la prossima volta che le persone tenteranno di scoraggiarti, non lasciarti sopraffare e non inciampare un'altra volta. Le parole sincere e affettuose, sono costruttive e sane, al contrario degli insulti, che distruggono e fanno soffrire. Ricorda che possiedi coraggio da vendere, è solo un po' nascosto e che le persone senza cuore sono tante, troppe, ma trovare quelle giuste è più semplice perché sono molte di più. Con affetto, La nuova Te. Questa lettera è stata scritta da una donna di 30 anni per la sé di 16. Lei soffriva di anoressia a causa del bullismo per una caratteristica del suo corpo, definita dagli altri un difetto. Nel testo si complimenta con sé stessa per esserne uscita.

In mezzo a quel fracasso e a quel disordine, scorsi con la coda dell'occhio, una ragazza che, guarda a caso, aveva la mia stessa passione: la ginnastica artistica. La ragazza si era appena alzata da una ruota, si diresse verso la madre, le sussurrò qualcosa e ripetè la ruota. Mi avvicinai incuriosita. A passi impauriti , stringendo i pugni e con i denti tremolanti, mi ritrovai a meno di un metro da lei. -Ciao-. Lei mi lanciò un'occhiata. -Stai facendo una ruota, vero? La so fare anche io, sai?- Dissi con voce balbettante. Mi guardò stranita, ma dopo pochi secondi mi assecondò. -Sì, mi piace davvero tanto farla, pratico ginnastica artistica da cinque anni- Sembrava intimidita. -Davvero!? Anche io. Mi chiamo Eleonora, tu?- -Io Simona-. Da quel momento non ci separammo davvero più. Ogni singolo giorno, ogni singolo istante con lei, mi sentivo a casa,

come se la conoscessi da tutta la vita. A volte è meglio sperimentare sulla propria pelle le amicizie vere, perché un nuovo amico che trovi, è un tesoro che ti resterà per sempre. Era un'amicizia davvero speciale, e avrei voluto durasse in eterno. Finalmente mi ero sentita davvero piena di emozioni, con gli occhi lucidi e pieni di gioia, il cuore che scoppiava di felicità e soprattutto, con un sorriso che arrivava fino agli occhi. Arrivò il venerdì, il mio penultimo giorno di vacanza. Stavo giocando fuori dal cortile dell'hotel con i miei genitori che stavano sorseggiando un buon caffè del bar, quando arrivò la famiglia di Simona. Lei mi venne incontro, con una faccia un po' rattristata. Avevo intuito che sarebbe stata una brutta notizia. Ma non le diedi tanta importanza. In quel momento mi ricordai dello spettacolo finale dell'hotel che si sarebbe svolto nel weekend, che avevo letto la mattina stessa alla reception. -Ciao Simo, che ne dici di partecipare allo spettacolo finale questa domenica - Lei non sembra fare caso alle domande. Mi

della Scuola Secondaria di primo grado. Un po' come vuole anche la buona prassi di scrittura di chi sperimenta il Writing and Reading Workshop, una metodologia laboratoriale che mette al centro le studentesse e gli studenti, le loro esperienze, le loro esigenze. E riporta in classe la lettura e la scrittura come pratiche che vanno insegnate, tramite strategie, routine di pensiero, cura per ogni parte del processo. L'obiettivo è altissimo: che le allieve e gli allievi diventino lettori e scrittori per la vita, con accezione temporale e, anche, finale. Partendo dall'immersione in testi modello, d'autore, ma anche di coetanei, siamo andati a caccia di idee in fase di prescrittura, le abbiamo riordinate in pianificazione, abbiamo appreso tecniche durante la stesura delle bozze, sempre confrontandoci, chiedendo consigli vicendevoli, regalando suggerimenti e suggestioni gli uni gli altri; abbiamo, poi, limato i testi in revisione e in editing. Ed ora, eccoli qui: i racconti autobiografici della 2B, per rendere un po' più concreta quell'idea di felicità che a volte

rimane un concetto troppo astratto per essere perseguito.

capacità di aspettare e stare agli ordini degli altri. Un giorno eravamo in classe quando la nostra professoressa ci fece vedere una pagina facebook, ed c'eri tu che festeggiava, perché avevi appena ricevuto la cittadinanza italiana. Sono veramente contenta per te, perché te lo meriti tanto. "Dovete essere sempre felici di avere la possibilità di andare a scuola e di essere nati in Italia", mi hanno colpito veramente tanto queste parole, perché alcune volte noi e come se avessimo gli occhi coperti, perché ormai siamo abituati ad avere tutto, però quel tutto comprende anche la scuola, e come puoi immaginare noi non è che abbiamo tutta questa voglia di andarci, però ci sono anche altri posti che non hanno la possibilità di andarci. Quindi secondo me è meglio approfittare di questa opportunità che abbiamo.

Emozioni Caro Enaiatollah, durante la lettura ci siamo sempre chiesti il dolore che ti sei portato dietro in questi anni, dall'abbandono di tua madre alla sua scomparsa, che credo ti faccia ancora male. Tra i due libri ho preferito "Nel mare ci sono i coccodrilli" per la storia, le difficoltà e ogni emozione che ha cambiato il tuo percorso, in particolare mi ha colpito la gentilezza delle persone che hai incontrato, disposte a darti una mano anche se eri uno sconosciuto straniero. Nel secondo libro, invece, mi ha colpito il tuo rapporto con Fazila, soprattutto il momento in cui sei tornato da lei e non hai potuto abbracciarla e dimostrare quanto ti era mancata in quegli anni vissuti separatamente.

Testo narrativo giallo di Giacomo Amparore, Riccardo Drua, Alessandro Garnero, Filippo Quattrone, Ludovico Sartori, Thomas Vincenti Al di là delle paure "Il 17/04/2023 stavo uscendo dal negozio di telefoni, perché era il compleanno di mia figlia Melissa. Dato che lei era a scuola ne avevo approfittato per farle un bel regalo: il suo primo telefono. 14:15 Melissa era appena rientrata da scuola,andò in cameretta e sul letto trovò un pacco. Lo scartò e corse giù da me urlando di gioia. Il giorno dopo tornata da scuola iniziò a farmi mille domande come: "Posso installare Instagram, posso installare Tik Tok?". La fermai dicendole dicendole che poteva essere perché 13 anni erano troppi pochi. Lei però mi disobbedì. Dopo alcune settimane iniziai a notare Melissa, la ragazza sportiva , socievole e allegra, stava diventando chiusa, triste e stava sempre al telefono. "Ahh, aiuto" sentii gridare una notte allora

corsi in camera di Melissa, per vedere cosa era successo e vidi che stava avendo un incubo. La svegliai per domandarle che sogno stesse facendo ma lei mi rispose che non voleva dirmelo e che stava bene. Proprio in quel momento arrivò una chiamata da un numero sconosciuto, ma lei spaventata, nascose il telefono. Allora mi girai e le chiesi : &lt;Chi è a quest'ora?&gt;, ma lei rispose: &lt;Nessuno! Avranno sbagliato&gt;". Però questo ispettore non fu il fatto più grave perché "Dopo alcuni giorni notai che lei era sempre più senza forze e un giorno la vidi con un coltello in camera sua che provava a tagliarsi le vene, urlai : &lt;COSA FAI!&gt;. allora corsi verso di lei e le tolsi il coltello dalle mani. Lei rimase paralizzata per alcuni secondi e poi corse in bagno piangendo. Provai a bussare ma non aprì, sbagliando la lasciai stare. Allora andai a cucinare.Finito di cucinare la andai a chiamare, ma lei non rispose. Proprio in quel momento sentì un urlo. così corsi in bagno per vedere cosa fosse successo, ma la porta era chiusa. Presi allora la chiave di

sempre "autobiografici". Perché raccontare di sé è di per sé non è forse l'avventura narrativa più fantastica che ci sia?

Indice delle sezioni

1 Il mio animale preferito, di D. Tron - Pag. 21 Testi di 1A - Pag. 23 2 Testi per fantasticare, di S. Carbonari - Pag. 57 Testi di 1B - Pag. 61 3 Il mio animale preferito, di D. Tron - Pag. 99 Testi di 1C - Pag. 101

del 2356, perché?". "Beh, perché io vengo dal 2023 e sono ancora un po' scombussolata". Lei poi si inchinò e mi disse che ero la nuova regina, io le chiesi chi mi avesse nominata e lei mi disse che ero la nipote della regina e che mi aveva nominata così mia nonna. Dopo circa mezz'oretta mi fece fare un giro per la città che era molto moderna e anche sostenibile; Ellie mi spiegò che avevano risolto il problema dell'inquinamento ambientale mettendo una legge sulla raccolta differenziata e le macchine andavano ad aria, e che gas e luce si producevano attraverso pannelli solari. Dopo avermi mostrato la città, Ellie mi portò nel mio ufficio che era pieno di libri e poi mi mostrò il mio nuovo telefono che era trasparente e super tecnologico. Successivamente mi mostrò la mia segretaria che si chiamava Abbie che mi salutò e si presentò. Dopo un'ora che stavamo girovagando per il mio ufficio mi venne in mente la scuola, come avrei fatto con la scuola in questo

posto? Lo chiesi ad Ellie, ma lei non mi rispose; poi andai a chiedere alla segretaria come faceva mia nonna a vivere in due posti contemporaneamente e lei mi rispose che, come lei, avrei potuto passare parte del mio tempo sulla Terra nella vita reale e parte nel nuovo mondo di cui ero regina. Da quel giorno feci così e ne parlai anche con mia nonna che mi aiutò e fu felice della nuova avventura.

risate ci apparve il cantante seduto con la faccia appoggiata sul tavolo, una bottiglia vuota, come sfondo il mare in cui era riflesso il cantante e su cui si leggeva il titolo, gli occhi rivolti verso il basso, non mi guardava nessuno e potevo muovermi a mio piacere, ero libera di scatenarmi senza essere finalmente giudicata . Greta iniziò a cantare, io la seguì e iniziammo a cantare e ballare insieme mentre mangiavamo crema di pistacchio, comprata apposta per l'occasione e finita sempre in quell'occasione. Non volevo che questo momento finisse mai, avevo l'adrenalina che mi saliva in corpo, il sorriso stampato in faccia, continuavo a saltare come non avevo mai fatto, mi sentivo libera, senza pensieri, piena di gioia e di voglia di vivere. Ero felice. "Ricominciamo?". "E se rimandassimo a domani?". Il mio sorriso malandrino non lasciava spazio ai dubbi: trascorremmo tutto il tempo restante a divertirci come matte.

L'incontro di Eleonora Saluzzo Sentivo il cuore battere a mille. Avevo paura. Avevo paura che non l'avrei mai più rivista. Era la prima volta che mi ero affezionata ad una persona così velocemente.In quelle poche giornate mi ero divertita così tanto da dimenticarmi completamente l'obiettivo di quella vacanza: rilassarmi. Scesi dalla macchina, alzai gli occhi e vidi un palazzo enorme con su scritto: A PUGLIA HOTEL. Già da quel momento avevo capito che sarebbe stato l'inizio di una settimana indimenticabile. Aiutai i miei genitori a scaricare le valigie dalla macchina e mi misi gli auricolari alle orecchie. Quando entrai nell'edificio rimasi senza fiato: era davvero elegante. Ma quello che lo rendeva davvero perfetto era quella fontana di vetro in centro alla stanza che dava un effetto ottico semplice e magico. Vidi persone caricare e scaricare bagagli, carrelli dei bagagli pieni di valigie ovunque.

Il gatto, ancora di Alessio Gallia Il mio animale preferito è il mio gatto Rambo. L’ho chiamato così perché faceva sempre il rampino quando era piccolo. Ha due fratelli (gemelli in pratica): Zeus e Ares. Rambo è il gatto dominante tra i tre. Mi ricordo che tutti e tre, ma sopratutto Rambo andavano sempre sopra il termosifone. Gli voglio tanto bene, è molto giocherellone e simpatico. Quando vado a dormire, loro tre mi seguono sul letto e mi aspettano già là. In pratica io e lui giochiamo a “1-2-3 Stella!” perché io chiudo gli occhi e lui si avvicina, li riapro e lui si ferma e via così finché non si mette sulla mia faccia. È bellissimo, bianco e marrone. Litiga e gioca con i suoi fratelli, mangia tanto ma non quanto Ares, è una palla da calcio tanto è grosso.

Il gatto indoeuropeo di Gioele Gili Il mio animale preferito è un gatto di origine indo-europea. Ha il pelo molto sottile ed è sfumato dal nero al grigio chiaro. Resta sempre magro e di taglia media: di solito hanno gli occhi azzurri e la faccia molto piccola, con due strisce nere sulla testa; inoltre il gatto era un animale venerato dagli egizi, cioè una vera e propria divinità; infatti li mettevano all’interno delle piramidi sotto forma di statue, oppure li uccidevano quando moriva il padrone e lo mettevano all’interno della tomba per accompagnare il defunto nell’aldilà. Anch'io ho questo animale: si chiama Denver, ha un anno e gli piace molto stare fuori e dormire. Un altro animale che mi piace molto è la tigre: la tigre è un animale robusto e veloce, mangia gazzelle e zebre, è un animale a strisce nere, bianche e arancioni e vive nella Savana in Africa. Per colpa della scarsa quantità di cibo si stanno estinguendo e ne restano soltanto il 40%

pastore tedesco, già dal nome si può capire che sono rosse, ma non del tutto, infatti hanno la punta della coda, le zampe, la pancia, il muso e la punta delle orecchie bianca; le volpi hanno una coda super folta che sembra quella di uno scoiattolo; un musetto che sembra quello di un cane e delle orecchie come quelle di un gatto, sarebbe un miscuglio tra un cane, un gatto e uno scoiattolo; la volpe è molto agile e furba, mangia carcasse di animali e topi morti, vive nei boschi. Sono le volpi che si possono vedere più spesso, diciamo che in questa zona sono le più comuni. La volpe artica è completamente bianca, di corporatura ha le stesse caratteristiche della volpe rossa; vive nel circolo polare artico e mangia lemming, uova, lepri, molluschi, uccelli e foche morte. La volpe del deserto o volpino del deserto, non assomiglia per niente alla volpe rossa e alla volpe artica: prima di tutto è molto più piccola, potrebbe sembrare un gatto ma con una grande coda e ha delle orecchie molto grandi; esse servono ad aiutare l'animale a misurare

la temperatura, se si scaldano molto egli se ne accorge e va all’ombra; il suo colorito è abbastanza simile a quello della sabbia, e già dal nome si può capire che vive nel deserto e si nutre di roditori, lucertole, locuste, uova e uccelli. Questi sono i miei animali preferiti e spero di averli descritti bene.

pelo ma quando diventa gigante è maestoso e bellissimo. Però poi diventa un animale pigro ma è lo stesso bello e si fa rispettare. Il coniglio: è dormiglione, scattante e molto pigro. Non si può fare a meno di toccarlo: è molto carino e coccolone. Sono però praticamente intoccabili perché degli uomini hanno molta ma molta paura che gli facciano del male. Così è molto difficile accarezzarli.

Il cane, ancora una volta di Sofia Amato Il mio animale preferito è il cane: affettuoso, fedele e amichevole. Ho sempre amato questi amici a quattro zampe, sopratutto il cane, amo il loro modo di fare. Quando sei triste, felice o arrabbiato, loro lo capiscono. Io ho un cane che si chiama Gucciola, lei è tutto per me: è affettuosa ma anche molto birbona, ha quattro mesi e mezzo, è ancora piccola e non riesce a capire che non si rovinano le cose. Io non capisco le persone che li picchiano, abbandonano o li ammazzano; solo a pensare quanto quei cani abbiano sofferto mi si spezza il cuore. Tanti animali danno affetto, per esempio: il cane, il cavallo, il gatto, il delfino e tanti altri. A me piace anche molto il delfino, un animale di mare molto affettuoso. Secondo me, se dovessi andare in vacanza, andrei nei mari dove ci sono i delfini, per nuotare con loro. Però preferisco sempre di più il cane, i delfini sono belli ma non potrei mai averne uno in

Cugini, quasi amici di Sofia Maestro Drin, Drin… Dopo qualche minuto dallo squillo, mia mamma entrò in camera mia e mi disse che tra qualche ora arriveranno i miei cugini da Modena, dopo tantissimo tempo che non ci vedevamo. Di solito ci vediamo solo in estate o per qualche occasione speciale. Iniziai i compiti e dopo un'oretta corsi da mia nonna, perché sarebbero arrivati lì. Arrivata da nonna ho preparato la tavola e sono andata a giocare in cortile, non ce la facevo più non vedevo l'ora di vederli, sentivo che il tempo passasse troppo lentamente quasi a rallentatore. Dopo un'ora di lunghissima attesa, quasi sofferente, vidi una macchina entrare in cortile, era tutta nera, mi sembrava blindata perché non riuscivo a vedere nessuno al proprio interno. Appena la macchina si fermò, mia cugina scese troppo veloce dalla macchina, non la

vidi nemmeno. Mi corse incontro abbracciandomi fortissimo non riuscivo più a respirare: mi scesero delle lacrime dall'emozione e sentivo le farfalle nello stomaco. Dopo un po', con tutta tranquillità mio cugino scese dalla macchina con in mano il telefono che aveva appena spento e mi venne ad abbracciare. Io e i miei cugini siamo molto legati e ci vogliamo un mondo di bene, abbiamo età e caratteri completamente diversi. Anna ha 6 anni in meno di me, siamo molto uguali, nei modi di fare e anche nel carattere. Pietro suo fratello maggiore ha 4 anni in meno di me, lui e completamente diverso da me e sua sorella, perché ha un carattere tranquillo e non molto agitato, fa le cose molto con calma e non pretende sempre di più sia dagli altri che da se stesso, ogni tanto cerco di fare come lui, ma è impossibile. Desiderai che quel momento non finisse mai!

Quando ci arrivai, vidi il mio mondo…lo adoravo: era pieno di invenzioni che io ho sempre cercato di studiare. In giro c'erano solo robot che facevano tutto da soli, senza l'aiuto dell'uomo. Questo mi rattristò molto. Poi notai che c'era solo una persona che lavorava, andai da lui e mi disse di chiamarsi Alex. Così gli chiesi se potevo imparare qualche tecnica. Lui, sbalordito, mi rispose che non servivano dipendenti. Io gli spiegai che venivo dal passato. Lui mi disse che, anche se ero riuscita a viaggiare nel tempo, la mia macchina non sarebbe entrata nella storia perché la macchina del teletrasporto l'aveva inventata un uomo. Ero scioccata e pensai che qualcosa fosse andato storto. Però chiesi ad Alex se potessi comunque capire come creare la levitazione. Alla sua risposta affermativa, lo seguii. Alla fine del giro gli dissi che dovevo tornare nel passato. Lui però mi spiegò che, anche se fossi tornata indietro, non avrei più ricordato niente di quello che avevo

imparato, perché la storia non può andare avanti troppo velocemente, ma a piccoli passi. Io capii. Prima di andare via volevo ancora provare una volta la macchina volante. Alex mi fece salire sulla sua. Era molto più facile da guidare rispetto a quelle del 2022 era come andare in bici: sette marce, il volante e le frecce. Io gli chiesi se potevo guidare. Lui mi disse che era difficile, ma provai comunque. Cliccai il pulsante di accensione e a un tratto la macchina si alzò in aria, accese le luci fucsia e, non appena cambiate le marce, partí come una scheggia. Salutai Alex e salii sulla macchina del tempo, cliccai il pulsante di accensione di nuovo ci fu una luce abbagliante che mi fece chiudere gli occhi e mi fece addormentare e, quando mi risvegliai, mi trovai a dormire sulla mia sedia dell'ufficio. Mi dissi che era stato tutto un bellissimo sogno, poi presi la mia roba e me ne andai.

il sorriso questo è sentirsi a casa, al sicuro, spensierati, semplicemente in quello spogliatoio con i borsoni aperti, accappatoi appesi, musica il suono delle docce e delle risate, chiacchiere, scarpe da basket sparse per terra, e loro, persone, pezzi di cuore, di sorriso, che non sono solo la mia squadra sono il mio posto felice, felicità, la trovi con coloro che ti vogliono bene, coloro, che ti trasmettono gioia, spensieratezza, coloro con cui non pensi ai problemi fuori da quello spogliatoio, da quella stanza, da quella palestra. Sei felice, non vuoi andare via, anche se non è perfetto. Felicità è senza perfezione

sono solo persone importanti con i loro dettagli.

Il gatto di Christian Stanescu Il mio animale preferito è il gatto. Ho a casa due gatti e il mio si chiama Herry. È pigro, mangione e raramente vuole giocare; ha gli occhi verdi, il pelo nero, marrone e giallino , ha tre anni e pesa otto chilogrammi. Herry ha la caratteristica di grattare la porta d’ingresso perché vuole uscire fuori ma poi si blocca a metà. Gratta la porta dei miei genitori alle cinque di mattina perché ha fame. Herry viene sopra di me, si fida e ha anche un amico che esce e viene solo per mangiare. Mio fratello ha una gatta di un anno che ha tanti nomi: gattina, galina, cicina.

Il cane, ancora di Valentina Vieru Il mio animale domestico preferito è il cane. Ho due cani a casa mia, uno di nome Lucky e un altro di nome Chiccoche è il più pasticcione; sono tutte e due dei giocherelloni e gli piace giocare con la palla. , e ogni volta che scendo dalle scale loro incominciano a saltare sulla rete e incominciano a emozionarsi e a scodinzolare. Sono di statura bassa ma hanno dei colori bellissimi, il primo che è Lucky è di colore marrone scuro e la punta della coda è bianca, e anche sul petto; l’altro che è Chicco è di colore marroncino chiaro che io dico che è di colore oro, sul corpo ha una striscia di colore sempre marroncino ma più scuro. Come ho detto all’inizio Chicco è un pasticcione perché quando gli dici di stare calmo lui capisce l’incontrario e incomincia a saltarti addosso e a morderti, ma non fa male perché è ancora un cucciolo e non

Un gatto molto strano di Filippo Marmo "Mamma mamma dove è Lince?". "Non lo so, pensavo fosse con te". "No mamma forse è a farsi un giro e come al solito, ritornerà dopo a farsi uno spuntino". Due giorni dopo, ho paura molta paura, mi tremano le mani, sul viso mi colano lacrime di tristezza, sono in camera, e da più di mezza giornata che lo cerco senza nessun risultato. Ho paura che sia morto, ma quando penso a lui, non so perché ma è come se il mio corpo rinnegasse la sua morte. Ho cercato al parco ma nulla, nella ghiacciaia avevamo paura che fosse rimasto intrappolato, ma niente, non c'era. È da più di una settimana che non lo trovo, ma ormai ho un battito regale come se non fosse mai successo niente, non mi tremano più le mani, non ho più il viso coperto di lacrime, ma in realtà non sto bene, anzi mi sento piuttosto male, non pensavo che potesse davvero scomparire, non mi veniva in

mente niente che motivasse la sua scomparsa, riflettei per trovare una motivazione, forse non gli davo abbastanza cibo ma non si è mai lamentato, forse non lo coccolavo abbastanza, non penso non mi viene in mente niente… "Fili, Fili, l'ho trovato". A quelle parole i miei occhi iniziarono a brillare come se ci fosse un cielo stellato, mi misi la giacca alla velocità della luce, uscii dalla porta alla velocità della luce, lo vidi mi misi a saltellare chiesi subito a mia madre dove l'aveva trovato ma mi disse che era stato lui a venire da noi, ma in realtà non mi interessava lo presi e lo feci subito mangiare. Non mi feci domande: l'importante è che lui fosse con me.

al momento dell'addio non ci siamo scambiate i numeri di telefono e abbiamo perso ogni contatto. La settimana scorsa però ho conosciuto un ragazzo, Michele, abbiamo parlato tantissimo in due giorni e al momento dei saluti ci siamo scambiati i numeri di telefono, così siamo ancora in contatto e buoni amici. Ti ringrazio per aver dedicato qualche minuto alla lettura di questa lettera ed ai miei pensieri. Grazie mille! Un saluto!

Una fortuna! Caro Enaiatollah, sono contento di poterti incontrare di persona. Perché non ho mai incontrato una persona che ha fatto tutti questi viaggi ed è stato così fortunato che alla fine è riuscito ad ottenere la cittadinanza italiana. Ma noi che non abbiamo faticato ad averla e non abbiamo capito la fortuna che abbiamo a essere italiani. Sarebbe anche bello se scrivessi un libro di come hai ottenuto la cittadinanza, e anche come hai passato gli ultimi anni, insomma c'è stata la pandemia e adesso c'è la guerra in Ucraina e sarebbe bello sapere cosa ne pensi. Sarà un piacere incontrarti.

Nel tuo incontro con noi ci hai detto che la felicità va cercata nelle piccole cose come la fortuna di essere nati in Italia e poter andare a scuola. non avevo mai riflettuto su questo perché non avevo mai avuto la possibilità di confrontarmi con una persona nata in un paese diverso dall'Italia di questo argomento. Grazie a te ho capito che la felicità va sempre cercata nelle piccole cose e la libertà è la nostra più grande felicità.

La felicità a scuola Caro Enaiatollah, mi sono piaciuti tantissimo i tuoi due libri e sono felice di averti incontrato. Io dopo averti incontrato ho capito che dobbiamo essere felici della nostra vita e di dove siamo nati perché non ci sono le guerre e mi hai fatto riflettere sul fatto che ci sono ragazzi più bisognosi e che vogliono andare a scuola ma non possono perché vivono in paesi dove non hanno accesso a questo diritto.

Classe 1B SEZIONE 2 Testi per fantasticare Quante volte nella vita abbiamo avuto il desiderio di essere catapultati in un altro mondo? O di vivere in un'epoca lontana dalla nostra, di ballare il charleston negli anni Venti o di volare su navicelle del futuro verso mondi di fantasia? Quanti hanno sognato di vedere da vicino i dinosauri e quanti di conoscere i grandi personaggi del passato? È possibile realizzare tutto questo, oltre che nei sogni, attraverso l'utilizzo dell'immaginazione e del potente mezzo della scrittura. A partire dall'analisi del testo fantasy, la

colorato con una macchia blu sull’occhio e il resto era giallo e verde. È volato via tre anni fa. Questi sono i miei tre animali preferiti, a cui mi sono affezionato molto.

Il cane, di nuovo di Chiara Di Paola Il mio animale preferito è il cane, perché fin da piccola sono cresciuta con loro. Io in casa mia ho due cani e un pesciolino rosso; i miei due cani sono tutti e due dei chihuahua, uno è maschio e l’altro è femmina e si chiamano Pako e Mia. Pako è leggermente più alto di Mia, è bianco con delle chiazze grigie, ha gli occhi grigi con un po’ di blu, ha il pelo corto ma ne perde tanto, le gambe sono bianche a partire dalla pancia, ha le zampe rosso chiaro, ha la testa rotonda e nella fronte ha una macchia bianca che finisce nel naso che è nero e grigio. La sua corporatura è normale. Mia invece è marrone con delle sfumature più chiare, è più bassa di Pako, ha gli occhi color nocciola sempre con delle sfumature più chiare, lei rispetto a Pako ha il pelo lungo e ne perde poco. Ha le orecchie all’insù ma corte, invece Pako le ha all’insù ma lunghe, il naso lo ha marroncino ma in mezzo rosa, dove ci sono le narici. Lei di

2 La felicità è la famiglia, la felicità è quando raggiungi un obiettivo, la felicità sono gli amici, è zia che mi insegna ad andare in bici. La felicità è stare in compagnia, è tuo padre che da piccolo ti stupiva con una magia, la felicità è mia sorella, che mi sta vicino, è lei a farmi star bene. La felicità è mamma che mi dà il bacio della buonanotte, sono le persone più care che, quando sono triste, mi strappano un sorriso. La felicità è un genitore che mi rimprovera, perché sbaglio, che mi coccola e mi abbraccia dopo averlo fatto arrabbiare. La felicità è la voce dei miei cari dalla tribuna che fanno il tifo per me e la squadra, e urlano "sei forte", "non mollare", allora ritrovo la fiducia in me stesso e la voglia di vincere per loro che sono la mia

stanza c'è un'atmosfera cupa e vedo Josh e Charlie accasciati uno sopra l'altro, travolti da una trave infuocata osservo la stanza ed è simile alla mia, l'unica differenza è che è in fiamme. Le tende si stanno consumando e l'intonaco si sta staccando dai muri accanto ai miei amici vedo i resti del foglio e l'accendino. Mi avvicino troppo e i miei pantaloni prendono fuoco provo a togliermi le fiamme di dosso, ma continuo a bruciare. Quando mi sveglio vedo il mio corpo accasciato a terra e capisco di essere morta. Rivedo la porta gialla con il fiore ricoperto di sangue, decido di aprirla e vedo Joshua, Charlie e i receptionist, che ci aveva accolto all'inizio. Sento Charlie chiamarlo Ivano. Stanno sistemando il pavimento da cui ero caduta inizialmente. Vengo a scoprire che Joshua aveva tagliato il tubo dell'olio della Chevrolet, per questo la macchina si era fermata davanti al motel, loro tre si erano messi d'accordo su tutto. Scoprii che Joshua e Charlie volevano proseguire il viaggio senza di me e per non

rovinare un'amicizia decisero di uccidermi.

C++ 2.0 (Nuovo Mondo) di Matteo Boretto Ciao sono Jonatan, ho 15 anni e mi piacciono i computer. A volte prendo in giro le altre persone perché non sanno niente in materia e sono sempre solo perché non riesco a condividere i miei gusti... Quanto vorrei un amico vero! Un sabato mattina mi svegliai e, come tutti i giorni, provai ad accendere il computer, ma non ci riuscii. Aprii il case per vedere se fosse tutto a posto, ma ad un certo punto venni risucchiato da un vortice d'aria fresca che mi portò in un pianeta sconosciuto. Aprii gli occhi e mi trovai in una metropoli infinita. Decisi di esplorarla e capii che era il mondo perfetto per me: ogni persona aveva un computer, a scuola si insegnava solo informatica, in biblioteca si trovavano solo libri di programmazione come Html, Css, Phython, Java, C++. In giro si diceva che i criminali fossero virus molto pericolosi. Ad

un certo punto vidi una ragazza seduta in un angolino, le chiesi come stava, lei mi disse che non stava bene, si chiamava Charlotte e nessuno la capiva, proprio come me! Allora le chiesi di mostrarmi la città, andammo in un bar e ordinammo da bere; io mi resi conto che c'erano moltissimi cibi strani. come occhi di tonno cotti su chiavette USB o zampe di gallina fritte in un hard disk. Ad un certo tirai fuori il mio telefono e tutti mi presero in giro, anche le altre persone nel bar, perché secondo loro ero un vecchietto. Gli altri, infatti, come telefono usavano degli occhiali… io mi sentii per la prima volta preso in giro e provai una sensazione bruttissima. Charlotte mi chiese perché piangessi e io le dissi che a volte prendevo in giro le altre persone e non avevo mai provato una sensazione così. Poi mi accorsi che ero stato troppo in quello strano luogo e che dovevo tornare nel mio mondo reale, lei mi aiutò e con un laser inserii le coordinate di casa mia e mi ritrovai

Il gatto nero di Majdolin Qasoudi Il mio animale preferito è il gatto nero. È un animale che ho in casa e si chiama Nutella e ce l’ho da cinque anni. Il gatto nero lo trovo elegante come tutti gli altri gatti di altri colori. Questi gatti mangiano carne, pollo o pesce e ovviamente mangiano anche verdure; la mia gatta per esempio mangia tutti questi quattro cibi. Questi gatti, a volte, hanno gli occhi verdi e gialli molto intensi e neri. I gatti neri, al sole sono anche un po’ marroni: la mia gatta è di due colori anche quando non è al sole. Il mio secondo animale preferito è il leone: lo preferisco perché mi rappresenta: è gentile e dolce solo con chi conosce veramente bene ed è molto aggressivo con chi non gli va a genio. Il leone mi affascina anche per il suo colore ben dettagliato, giallo, arancione e altri colori misti tutti insieme. Il leone, a differenza di altri animali, non lo vorrei perché non riuscirei ad accudirlo. C’è anche un’altra cosa che mi affascina del leone:

la criniera marrone che gli circonda il viso. Oltre a questi due animali ho un altro animale preferito che è il cane, anche se non so molto dei cani perché non ne ho mai avuto uno in vita mia. Non c’è un motivo preciso per cui sia il mio animale preferito. Oltre alla gatta Nutella che ho ora, ne ho avuto un altro molto più affettuoso e dolce e che giocava molto: si chiamava Garfield. Era giallo e arancione, molto magro e mangiava solo le crocchette e pezzi di coscia di pollo. Ogni giorno giocava saltando sopra Nutella e giocando con una pallina di cotone. Era un gatto molto vivace, era dolce, affettuoso e giocherellone con tutti e dormiva molto sopra le mie gambe.

Tutti mangiano molto, infatti bisogna dargliene poco: solo che bevono troppo poco. Nonostante siano molto rumorosi mi piacciono moltissimo. D’inverno li teniamo dentro ma non in casa, e d’estate in cortile. Me ne prendo cura io perché nessun altro lo fa. Altri miei animali preferiti sono i conigli: ne ho tre, sono tutti grigi di varie gradazioni. Se ne prende cura mio nonno perché sono suoi. Mangiano mangime e fieno e quando vengono i miei cugini, sopratutto quello più piccolo, gli diamo da mangiare noi. Due sono molto birichini perché se dai da mangiare prima a uno, l’altro salta dall’altra parte e viceversa. Ci sono molti altri animali che mi piacciono tipo il cane e i gatti, però mio padre non li vuole. Questi due animali che ho descritto mi piacciono molto, me ne prenderò sempre cura e continuerò a volergli bene.

Il riccio africano di Ryan Leonardo Anzalone L’animale di cui parlerò è il mio animaletto di nome Spillo. Questo animale è un riccio africano. All’inizio dell’anno 2021, quando stavo giocando nel mio giardino di casa vidi un riccio europeo e lo stesso giorno ne vidi un altro. Attirarono la mia attenzione per via dei loro aculei e il musetto piccolo con gli occhi piccoli e teneri. Il problema era che non si potevano tenere i ricci europei in casa; allora corsi al computer a cercare i ricci, il loro costo e il posto più vicino per prenderli. Chiesi a mio padre, lui rispose di si e lo prendemmo. Era un maschietto con il pelo bianco e gli aculei neri in punta, marroni in centro e bianchi in fondo. Era molto dormiglione e di sera non si fermava mai: quando giocavo con i miei amici su Fortnite lui mi chiamava per essere preso e coccolato, infatti lo tenevo nel divano con me. Spero di poter vivere per sempre con questo animaletto. Il secondo animale di cui vi parlerò è il

Milano ci siamo subito svegliati dopo abbiamo più o meno aspettato una mezz'ora aspettando l'aereo. Quando siamo saliti in aereo a me tremavano i piedi perché ero terrorizzato, quando ci siamo seduti io ero vicino al finestrino per vedere il panorama e accanto a mio fratello Lorenzo che si è subito addormentato, quando è arrivata l'hostess io mi sono immediatamente preso le noccioline e una bottiglia di Coca Cola. Il viaggio durava più o meno tre ore, quando siamo arrivati all' aeroporto di Tenerife, quando siamo scesi abbiamo subito chiamato un taxi e siamo andati all' hotel a cinque stelle con la spa, la sala giochi, la piscina e l'idromassaggio quando abbiamo portato le valigie nella nostra camera io sono subito sceso e sono andato nella sala giochi che era piena e ci sono stato circa un ora poi sono salito e sono andato a prendermi un gelato nella gelateria dell'hotel, dato che era tardi sono andato fare cena nel ristorante dell'hotel e poi sono di nuovo andato in sala giochi e c'era

abbastanza gente poi più o meno alle undici sono andato a dormire. Il giorno dopo, di mattina mi sono mangiato una brioche al cioccolato dopo abbiamo fatto un giro in bici perché le avevamo affittate poi siamo a fare pranzo e dopo circa due ore siamo andati per la prima volta a nuotare nell'Oceano Atlantico dato che siamo stati circa due ore, dopo siamo andati a fare merenda sempre con un gelato. Dato che non potevamo entrare in acqua, ci siamo fatti un giro in bici poi sono andato a fare cena ma è iniziato a piovere e quindi ci siamo visti un film.

che ci aiuteranno ad avere un mondo migliore. Non c'è, dunque, forma migliore della scrittura - della vostra scrittura - per celebrare la bellezza della vita che sprizza da tutti i vostri pori e anche per esternare la paura che la stessa vita può farci.

"Coi desideri bisogna starci attenti, perché poi potrebbero farti lo scherzo di avverarsi. E finché non si è davvero felici non si ha mai abbastanza idea di quanta paura faccia, la felicità.” [Enrico Galiano, Felici contro il mondo]

Indice Prefazione, di Vincenzo D'Agostino - Pag. 07 Nota alla terza edizione - Pag. 09 Indice delle sezioni - Pag. 11 Stagioni di scuola - Pag. 13 Classe 1A - Pag. 21 Classe 1B - Pag. 57 Classe 1C - Pag. 99 Classe 2A - Pag. 133 Classe 2B - Pag. 151

Un'amicizia ritrovata di Gaia Bonetto Era arrivato. Finalmente era arrivato. Il giorno del mio compleanno, il giorno più atteso dell'anno. Ma quest'anno, questo compleanno sarebbe stato il migliore di tutta la mia vita. Era una calda sera di autunno, più precisamente era l'8 ottobre del 2021 e quella sera avrei festeggiato il mio compleanno. La festa era a tema panda perché io adoro, anzi no, io amo i panda. C'erano bicchieri e tovaglioli con disegnati sopra dei panda, dei piatti e una tovaglia con panda cicciottelli che facevano da sfondo e persino delle cannucce arcobaleno con attaccati dei panda rimovibili, uno diverso dall'altro. Le invitate arrivarono verso le sette di sera ed io non vedevo l'ora, ero emozionatissima e già dalle cinque non stavo più nella pelle. Eravamo in cinque: io, Giulia, Marta, Eleonora e Stefania. Giulia era una delle

mie amiche più care, Marta era la mia migliore amica, Eleonora era la più dolce fra tutte e Stefania, la nostra amicizia era nata da poco tempo ma eravamo già in ottimi rapporti. Abbiamo festeggiato con un mega pigiama party, dove abbiamo mangiato pizza e caramelle accompagnando il tutto con la Coca-Cola. Dopo aver fatto una bella scorpacciata di caramelle e aver divorato le pizze ci siamo divertite un sacco a giocare a Twister ed a altri giochi spettacolari che ci hanno tenute impegnate per ore e ore. Durante i giochi abbiamo scattato un sacco di selfie con dei filtri adorabili. Quando ci siamo stancate di giocare i miei genitori mi hanno fatto una sorpresa bellissima. Hanno acceso le luci colorate da discoteca e mi hanno portato due torte di compleanno al cioccolato e all'albicocca. Le abbiamo divorate entrambe in due secondi. Stanca. Ero stanca da morire. Può essere molto impegnativo giocare a Twister e scattare foto. Ma stava arrivando

La cocorita di Anna Amparore I miei animali preferiti sono le cocorite, sono degli uccelli e ne ho ben sei: tre sono azzurre e bianche e tre sono verdi e nere. Tre maschi e tre femmine. Si possono riconoscere se sono maschi o femmine, dal becco perché ce l’hanno azzurro o marroncino. I maschi si chiamano Billi, Cenerino, Ninonino; le femmine si chiamano Alli, Nonera e Ponrera. Billi è azzurro e bianco ed è molto rumoroso e mangia molto. Cenerino è azzurro, nero e un po’ grigio ed è uno tra i più carini. Ninonino è molto rumoroso, è per questo che si chiama così ed è verde e nero. Questi sono tutti maschi. Alli invece è verde e bianca ed è una femmina. Nonera è azzurra ed è molto carina. Ponrera è verde ed è molto mangiona e per questo si chiama così. I miei preferiti sono Cenerino e Nonera, mi piacciono perché hanno un colore bello e sono carini.

Le avventure Ciao Enaiat! Sono Letizia, abbiamo letto "Nel mare ci sono i coccodrilli" e "Storia di un figlio" e dopo aver letto i libri abbiamo incontrato di persona Enaiat. Sono stata molto colpita per la frase che disse: "Dovete essere sempre felici di avere la possibilità di andare a scuola e di essere nati in Italia". Noi non ci rendiamo conto di essere fortunati, ci lamentiamo sempre per cose inutili, oppure una cosa che diciamo sempre e che non vogliamo andare a scuola e altre motivazioni. Grazie per aver risposto alle nostre domande, mi hanno fatto riflettere.

Incontri e ricordi Caro Enaiatollah, sono Rebecca della 3B di Vigone. I tuoi libri e la tua storia sono rimasti il pensiero principale nella mia mente per molto tempo. Ti ringrazio per questo perché ha cambiato profondamente il mio carattere ed il mio modo di pensare. Voglio farti gli auguri per aver preso la cittadinanza, la prof lo ha annunciato in classe, mi sembrava una cosa molto coraggiosa e al tempo stesso molto altezzosa, ti fa molto onore. Mi è piaciuta molto la figura della signora anziana che hai incontrato in Grecia, quella che ti ha aiutato. Ti capita mai di voler incontrare di nuovo persone che hai conosciuto durante il tuo viaggio? Io qualche anno fa ho conosciuto una ragazza di nome Irene, siamo diventate grandi amiche in meno di tre ore e lo siamo rimaste per tre meravigliosi giorni, poi però

la felicità non sia solo un concetto astratto, bensì la più bella delle vite possibili. Buona lettura!

La felicità Maglie colorate, i calzini stretti sui polpacci la fascetta cinge la testa sui capelli raccolti in alto adrenalina e risate, pacche sulla spalla e sorrisi, facce che si legano con un filo dritte al cuore. "E poi Brustel qualche volta tira" "Qualcuno ha il sapone?" "C'è già in doccia quello di Fra, possibile che non c'hai mai il sapone?" "Ti apro la doccia fredda per te e tu muoviti che sempre utima sei" "Fraa, ti sei dimenticata la musica?" "Fotooo" "Che novità non ne fai mai" "Hai cambiato cuffietta Gio? Non più rosa?" "Ciabatte?? le ho dimenticate" "Strano, Asia, arrivo, devi imparare a usarle prima o poi" sorrisi, risate, ogni frase, ogni abitudine mi allarga di un po'

Primi campionati di Marta Aloi Sono in ritardo, strano? Direi di no. Emma è già nervosa perché non sono scesa subito. "CIAOO! Dai, in macchina che siamo in ritardo. E rispondimi quando ti chiamo!" mi dice appena mi vede. "Cominciamo bene Emma!" le rispondo. Salgo in macchina e inizia il nostro tragitto, sveglie come dei cerbiatti… macché!! Siamo due bradipi, ma abbiamo comunque trovato la forza di farci delle foto, cosa molto utile certo. Arrivate al Parco Ruffini ci siamo cambiate e abbiamo sistemato i nostri zaini sugli spalti prima di iniziare il riscaldamento. La barra su cui ci appoggiamo per fare stretching è gelida, non ci faccio caso. Fa freddo, poi caldo e poi si sta bene. Siamo mezze addormentate ma cariche come delle molle. Ad un certo punto il megafono, che invita le varie specialità a riscaldarsi, ci rimbomba nelle orecchie a decibel troppo alti per non spaventarsi. Chiama: vortex, alto, lungo e ostacoli sulle rispettive pedane. Noi ci fiondiamo sugli

spalti per incitare e fare il tifo. Urlo talmente tanto che poi mi viene mal di gola. Chiamano la mia specialità proprio quando sto finendo la treccia a Carlotta, la disfo subito e corro sulla pista dove ci dividono in 7 o 8 batterie differenti, siamo più di cento ragazze che corrono gli 80 metri piani agli studenteschi. Erano appena iniziati i miei Primi Campionati. Quando tocca a me preparo i blocchi, sono l'unica che li usa, mi sento veloce ma a quanto pare non abbastanza dato che arrivo seconda della mia batteria e nona generale. Della mia batteria c'è una sola ragazza che mi spaventa: alta, nome impronunciabile e tipo di corsa orribile, ma a quanto pare è veloce, infatti vince. È stato bello. (Blocchi) Ho finito e corro sugli spalti per confrontarmi con Emma: "Come sono andata? Mi hai fatto il video vero? Me lo fai vedere?" chiedo tutto d'un fiato. "Ehi calma!, rallenta il battito cardiaco. Sei arrivata

Il furetto di Greta Racca Il mio animale preferito è il furetto perché è molto bello. Non so di preciso che cosa mangia però credo mangi l’erba, l’insalata e le verdure. Ci sono molti tipi di furetto: quelli neri, grigi, marroni, a chiazze, e anche quelli bianchi, che sono i miei preferiti. Spesso sono magri e snelli però possono anche essere più in carne ovviamente, hanno le zampe corte, gli artigli e la coda; il muso è piccolino ma i denti sono appuntiti, le orecchie non si vedono, possono avere diversi colori di occhi: neri, marroni, grigi, azzurro chiaro; e sono piccoli. Il pelo è molto folto e morbido, infatti se non viene spazzolato per un po’ di tempo si creano molti nodi, e alcune volte, se non si riescono a sciogliere, bisogna rasarli. Si possono mettere sulle due zampe posteriori e alzarsi, come le marmotte, però non fischiano. Un altro animale che mi piace è il cane perché ne ho uno. Si chiama Luna e ha sette

anni: è una meticcia di taglia media e ha il pelo di tre colori: marrone, marroncino, bianco. È di corporatura robusta e un po’ cicciottella perché mangia troppo e di tutto, però di solito le diamo i croccantini con un po’ di cibo in scatoletta. Ha il muso piccolo con gli occhi verdi e le orecchie piccole. Il pelo è folto e abbastanza lungo, infatti la devo spazzolare spesso. Le piace fare le passeggiate in campagna e stare all’aria aperta, però odia il temporale perché ha paura; adora stare con la mia famiglia, sopratutto con mia nonna.

Un altro animale che mi piace è l’ornitorinco: mi piace molto il suo colore marrone, anche il suo becco mi piace perché all’inizio è diritto e poi diventa tondo. L’ornitorinco va in acqua, ha le zampe molto corte che hanno anche una specie di rete tra le dita e questo mi affascina molto.

Il cane di Emanuel Alessi Ci sono diversi animali che mi piacciono ma quello che mi ha colpito di più è il cane, perché può fare molte cose: ad esempio c’è il cane per il salvataggio, quello accompagnatore e molti altri che fanno altre cose. Io ho un Border Collie di nome Giotto, è bianco e nero ed è grandissimo; ora è in Liguria dai miei zii ed è cresciuto tantissimo. I miei nonni avevano un cane che ora, purtroppo, non c’è più e che quando quando qualcuno mi abbracciava gli saltava addosso e mi proteggeva tutte le volte, oppure ogni cosa che facevo mi stava dietro e mi aiutava; quando c’è stata la quarantena e poi mi ha rivisto saltava, poi, è venuto da me mettendomi le zampe sulle spalle, fino a quando mio zio gli ha toccato le zampe con l’automobile. Il giorno dopo mia nonna era da noi, mio nonno l’ha chiamata e ha detto queste parole: “È morto Iuma” e quel giorno me lo

Una gioia dopo l'altra di Dario Della Femina Quella volta in cui ho desiderato che quel momento non finisse più, ero arrivato al campo da basket a Vigone, con un'ansia incredibile, mi chiedevo nella mente se vinceremo oppure no. Nello spogliatoio dicevo ai miei compagni che secondo me avremmo vinto, entrati in campo ci iniziarono subito a stracciare, non sapevamo più che fare, ma appena entrarono in campo i nostri giocatori più forti e ribaltarono la situazione e vincemmo, appena finita la partita, nello spogliatoio eravamo tutti molto fieri di noi e poi ci mettemmo ovviamente a vantarci. Finalmente, cambiate le scarpe, iniziammo ad andare ognuno a casa propria, io, nonostante il dolore ai piedi, cominciai a correre verso casa mia per dire alla mia famiglia che avevamo vinto la partita, entrato nel mio cortile e vidi uno strano furgone. Io, appena lo vidi credetti che era un altro corriere per la mia vicina Valeria, che ordina spesso

online vestiti o oggetti per lei o per le sue amiche, intravidi anche uno strano uomo al volante che guardava il telefono, ma io me ne fregai altamente e cominciai a salire le scale velocemente con l'adrenalina nel sangue, a metà mi fermai di colpo perché sentii mio padre parlare con un signore, forse anziano, di cose elettroniche e allora mi assalì il dubbio: Ma se mio papà ha ordinato qualcosa. In quel momento diventai super curioso e mi dimenticai per un po che dovevo dire ai miei genitori che avevo vinto la partita salite le scale, aperta la porta vidi un pacco impacchettato con una carta regalo rossa, in quel momento credetti che era un regalo per qualche amico di mio padre o di mia mamma, appena vidi mio padre mi dimenticai di tutto e cominciai a correre verso di lui e gli chiesi: papi cos'è quel pacco enorme in corridoio, mi rispose è un regalo per te, per me? Sì, te lo abbiamo comprato io e mamma, vai e aprilo. "Non me lo feci ripetere due volte che già lo presi in mano, arrivarono anche mia mamma e mia sorella per vedermi, appena aperto vidi 

rattristai. -Ele, mi dispiace, ma io domani mattina presto parto, lasciamo la nostra stanza ad altre persone-. Abbassai lo sguardo. Non credetti alle mie orecchie. Sentivo il cuore battere a mille. avevo paura. Avevo paura che non l'avrei mai più rivista. Era la prima volta che mi ero affezionata ad una persona così velocemente. In quelle poche giornate, mi ero divertita così tanto da dimenticarmi completamente l'obiettivo di quella vacanza: rilassarmi.

La miglior vacanza di tutte di Jacopo Lo Schiavo Era lunedì mattina, stavo dormendo incantevolmente come un ghiro, quando suona la sveglia delle quattro e mezza. "Drin Drin!!! ma io non mi alzavo quindi arriva mia madre che voleva farmi alzare, ma io per sbaglio gli diedi un calcio in faccia e gli feci molto male. Poi arrivò mio padre che mi fece alzare solo perché mi ricattò. Io mi alzai e andai subito a vestirmi mentre mio fratello già stava facendo colazione, poi mia mamma e mio papà portarono le valigie in macchina mentre io e mio fratello facevamo colazione, poi arrivò mio padre e mi disse: "Sbrigatevi che dobbiamo andare". Io avevo appena finito colazione e mi ero anche già messo le scarpe. Eravamo in macchina pronti per andare all'aeroporto di Milano Malpensa, la durata di questo viaggio era di un'ora e mezza. Mentre eravamo in macchina io e mio fratello ci siamo più o meno addormentati dopo dieci minuti, quando siamo arrivati a

STAGIONI DI SCUOLA Terza edizione

manciata di minuti arrivammo, scesi subito dalla macchina, aprii il cancello e li vidi rincorrersi. Nella testa vedevo fuochi d'artificio. Ci giocai tutto il giorno: erano piccoli, ma ciccioni, uno bianco e uno nero, marroncino, con il viso grassottello. Non volevo lasciarli e andare via, ma purtroppo dovevo. Adesso il cane nero, marroncino si chiama Keila e il maschio Aron: sono enormi e vorrei sempre giocare con loro, ma purtroppo non si può!

24 ore da ricordare di Giulia Allasia Ho sempre immaginato una giornata da condividere insieme alla mia migliore amica, ho visto un sacco di film dove le ragazze si divertivano molto e allora mi sono chiesta: "Perché non farlo?". Era un Venerdì pomeriggio ed ero appena uscita da scuola, entusiasta perché dovevo andare al pigiama party della mia migliore amica. Avevo gli occhi lucidi dalla felicità, le mani mi tremavano e le gambe non reggevano il peso del mio corpo. Erano circa le 3:30 ed ero appena arrivata da Giulia. Stavamo facendo i compiti ero molto concentrata a finire che quando la porta si aprì di colpo tirai una scossa, mi tranquillizza quando vidi che era la mamma di Giulia che ci era venuta a dire di prepararci per andare alle Gru, quando uscì dalla stanza io e Giulia facemmo un salto di gioia e ci preparammo. Lei si era messa un pantalone della tuta e una felpa, invece io la sua maglia e un pantalone della tuta.

3 La felicità è stare con la famiglia, con gli amici è non sentirsi soli, esclusi, dimenticati. Nel mondo troppe persone non la possiedono ed è per questo che voglio essere più felice possibile, così da condividere il mio sorriso, il mio essere, perché il solo vivere è felicità, l'amore verso se stessi e gli altri rende felici, "ama il prossimo tuo come te stesso".

4 La felicità per noi sono quelle piccole cose per cui lottiamo ogni giorno e diamo il meglio… un semplice "ciao" dalla persona amata. Siamo felici perché viviamo e ci godiamo la nostra vita, ballando, giocando a calcio. Passare del tempo insieme, tra migliori amiche, trascorrere giornate a ridere e a scherzare sul passato, confidarsi segreti che resteranno tra noi per sempre… ecco che cosa ci rende felici! Per molte persone la felicità è portata dalle cose che costano tanto, che si comprano per il piacere di possederle, ma che diventano pezzi di una collezione senza valore, per noi è il contrario, la felicità è fatta di gesti semplici, di momenti unici sia da bambini e che da adulti

Un giorno speciale di Alice Negro Il lieve caldo del mattino, il canto del mare vicino, il profumo della torta appena sfornata, il rumore delle molle provocato dai salti sul letto di mia sorella: queste sensazioni mi svegliarono il giorno del mio dodicesimo compleanno. Io compio gli anni durante l'estate e per questo lo trascorro sempre al mare, solitamente in un antico paesino francese lungo la costa azzurra; mi piace perché è molto colorato e mi trasmette allegria; vicino alla casa c'è una panetteria che la mattina sforna dei pan au chocolat deliziosi. "Dato che oggi è un giorno speciale io e papà ti abbiamo fatto una sorpresa per farti passare la giornata al meglio". "Che tipo di sorpresa ?" Chiesi tra un boccone di torta e l'altro. "Lo scoprirai più tardi". Il cuore mi batteva all' impazzata, la mia faccia sembrava un pomodoro, o almeno credo, improvvisamente ho sentito caldo, i

miei genitori spesso mi fanno delle sorprese, quando me le comunicano reagisco sempre allo stesso modo: questa sensazione è un misto tra la felicità che provi d'estate, la curiosità dei bambini e la spensieratezza di quando corri sotto la pioggia con i tuoi amici. Usciamo di casa, attraversiamo la strada, saliamo sul marciapiede e ci troviamo sul lungomare, la casa è vicinissima alla spiaggia, questo è un altro aspetto positivo! L'abitazione è piccina, con candide pareti e decorazioni color cobalto; la parte che preferisco però, è la terrazza che si affaccia direttamente sull'immensa distesa di acqua salata, io e la mia famiglia amiamo mangiare li e nel frattempo ammirare le barche che navigano nel Mediterraneo. Arrivo in spiaggia, sistemo il telo sul lettino e mi sdraio su di esso. "Auguri!" Era una voce femminile che mi pareva familiare, mi voltai e vidi Greta, una mia cara amica. Siamo diventate amiche per caso a scuola, abbiamo la passione per il

portato con noi. Superato il confine, il ragazzo mi abbracciò ringraziandomi e fu allora che mi sentii di nuovo strano. Era una sensazione che avevo già sentito… svenni di nuovo e mi ritrovai a casa mia, sul divano, con la TV accesa. Da quel giorno apprezzai la mia vita in ogni suo momento e decisi che avrei sempre lottato contro la guerra.

Le invenzioni di Marrocu Giulia È un giorno del 2022 come tanti altri per me visto che la mia vita è organizzata così: mi sveglio, lavoro, dormo e mangio, senza mai incontrare nessuno. Il mio è un lavoro particolare, invento delle macchine per provare la tecnica del teletrasporto. Una sera, mentre stavo costruendo una delle mie invenzioni, cliccai il pulsante per accenderla e a un tratto una luce abbagliante mi accecò, e chiusi gli occhi. Quando li riaprii, mi ritrovai in un mondo con le macchine e le case volanti. C'era anche uno striscione volante che riportava la data del 31 dicembre 2099. Tutti aspettavano il 2100 e io capii che la mia macchina funzionava davvero: ero felicissima! Ne approfittai per scoprire nuove invenzioni, soprattutto la levitazione che mi affascinava. Chiesi alla prima persona che vidi dove fosse la fabbrica per la levitazione.

Una discesa imprevedibile di Camilla Filloramo "Erica, muoviti siamo in ritardo per la gara!". Era l'inizio di una nuova stagione, infatti ero molto impegnata nei preparativi. Mio papà mi disse che lui sarebbe andato in macchina alla gara e che mi avrebbe aspettata, perciò scesi nel seminterrato per prendere le ultime cose che mi servivano. La cosa strana, però, fu che la porta si chiuse da sola alle mie spalle! All'inizio pensai fosse stato mio papà, ma poi mi resi conto che lui era già in macchina, allora provai in qualche modo a forzare la serratura, ma nulla da fare, non si voleva aprire! Mi venne in mente di prendere uno sci e tirarlo contro la porta… boom! Qualche minuto più tardi mi trovai in punta ad una montagna: l'unica cosa è che non trovai la nostra solita splendida neve, ma solo terra, animali morti, cartacce sporche, plastica e lattine. Ero molto spaventata, come prima cosa raccolsi una carta di una merendina, poi

un'altra e un'altra ancora al punto di sentire una strana sensazione nel mio corpo. Continuai a raccogliere, si sentiva quella sensazione moltiplicarsi sempre di più fino a quando mi ritrovai nuovamente nel seminterrato. Mi sentivo meglio, perché avevo fatto una cosa positiva per il nostro pianeta e promisi a me stessa che mi sarei sempre impegnata a proteggere l'ambiente.

che andavano in moto su una bella pista! Decisi di chiedere in prestito una moto e mi fecero fare la qualifica per la gara del giorno dopo. Non andò molto bene: infatti mi trovai tra gli ultimi posti. Il giorno dopo alla gara feci un'ottima partenza e mi trovai tra le prime posizioni; lottai per il primo posto per circa un minuto e mezzo, quando in un salto intravidi la bandiera a scacchi, allora portai la moto al massimo e, appena tagliato il traguardo, mi trovai nel mondo reale con mio padre che mi dava consigli per la gara che stavo per fare nel parco vicino a casa mia.

Come la mia vita è cambiata di Lovera Benedetta Era un giorno caldo e afoso, io mi stavo annoiando, ero nel salotto di casa di mia nonna che stava pulendo con la sua vicina. Decisi allora di aprire un armadio molto antico, che sembrava essere fatto a mano. Visto che mia nonna non lo apriva mai, io decisi di curiosare e scoprire cosa ci fosse dentro. Sembrava un normale armadio, fino a quando non vidi un bottone rosso che splendeva come un diamante e, visto che mi incuriosiva, lo premetti. Subito dopo, però, mi ritrovai in un mondo strano che sembrava addirittura essere un altro pianeta. Qui incontrai una ragazza dai capelli biondi e dagli occhi marroni, magra e alta; anche lei mi notò e mi disse: "Oh ciao, non ti ho mai vista da queste parti, come ti chiami?". Io le risposi: "Mi chiamo Benedetta, tu?". Disse: "Io mi chiamo Ellie". Io le domandai: "Che giorno è oggi e dove siamo?". Lei mi rispose: "Oggi è il 19 agosto

La scuola per sopravvivere Caro Enaiatollah, quando abbiamo letto i tuoi libri, ho capito che tu hai affrontato dei momenti brutti, ma tu li hai sempre superati e sei sempre andato avanti, e hai fatto di tutto per studiare e per prendere la cittadinanza italiana. Noi italiani siamo stati fortunati a nascere in italia, perché possiamo andare a scuola, ma c'è qualcuno che non sfrutta la scuola per imparare ma solo per divertirsi. Grazie per averci fatto capire che la scuola è importante . Grazie ancora è arrivederci.

In fuga verso la libertà Ciao Enaiat, come stai? Spero bene. Sai ti stimo molto, hai una forza incredibile, penso che se fossi stata io, non ce l'avrei mai fatta. Sei un uomo davvero forte, mi hai fatto capire che se credi in qualcosa, ci devi arrivare fino in fondo, non devi mai smettere di crederci. La tua storia mi ha colpito molto; il 5 aprile sei venuto a trovarci e hai detto: "Ricordati che innamorarsi non è scrivere su Facebook fino a tarda notte, o ti sposi o non lo vedi più e te lo porti dentro tutta la vita. Dovete essere sempre felici di andare a scuola in Italia". Beh sì, l'Italia è un posto stupendo però di difetti ne ha da vendere. Per la scuola ci sono diversi vantaggi e svantaggi, tipo quello le amicizie e le cavolate che fai a scuola; gli svantaggi sono i brutti voti, a volte danno troppi compiti e a volte gli studenti non vengono capiti come

la porta e vedo una palla di pelo, nera e bianca, ha gli occhi marroni e una coda piccolissima. È un border collie. Appena mi vede inizia a correre verso di me e nello stesso momento ad arrampicarsi. Il mio cuore batte così forte che può vincere una gara di salti. Guardo mio padre e solo con lo sguardo gli dico G-R-A-Z-I-E. Lo portiamo in casa per scegliergli un nome. "Allora ragazzi come lo chiamiamo?". "Io avrei pensato di chiamarlo Rex", propone Seby. "No, Rex fa schifo, Fulmine è meglio" dice Victor. "E se lo chiamiamo Pluto?" si aggiunse Marius. Iniziamo a discutere per circa quindici minuti fino a quando dissi "Blacky". Mi guardarono e poi guardarono la palla di pelo che rosicchiava il divano. "È perfetto!" dicono tutti insieme, si chiamerà BLACKY.

Un intervallo particolare di Valentina Della Femina Cosa c'è di peggio di essere in seconda media e odiare l'intervallo? Era un intervallo come tutti gli altri. Il clima era abbastanza caldo, con del vento leggero che mi soffiava tra i capelli con una dolcezza che strideva con il mio stato d'animo del momento e mi faceva star bene. Io ero sola, seduta su un rialzino del muro che non parlavo con nessuno, mi sentivo esclusa. Quando vedevo quei ragazzi seduti sulle panchine verdi ridere e scherzare era sempre peggio ma l'unica cosa che mi faceva felice era il sole che mi trasmetteva felicità, calma e serenità. Ad un certo punto vidi Giulia, una mia compagna, che veniva verso di me, percepivo che era felice dallo sguardo che aveva verso di me, aveva un sorriso sotto la mascherina e lo capii anche per il fatto che aveva gli occhi schiacciati. Ci salutammo, ed in un primo momento mi chiese come stavo ma poi mi fece una domanda strana: "Vuoi entrare nel mio

tuta che stavano andando nella stalla. Per non farmi vedere, mi coricai in un campo e alzai la testa. Dopo tante ore che stavo lì, decisi di bussare alla porta di casa e chiedere informazioni sul posto nel quale mi trovavo. Quando arrivai alla porta, presa dall'ansia, bussai e mi aprì una donna che mi sembrava già di aver visto, ma feci finta di niente. La donna mi accolse in casa. Appena entrai, sentii un odore buonissimo di bagna cauda. Capii subito dove fossi perché quello che stava cucinando la signora è un piatto tipico piemontese che a me piace molto. Quando osservai la donna, notai che aveva la forma e il colore degli occhi identico a quello di mio nonno e il viso che assomigliava al mio pro zio e allora capii che la donna era mia bis-nonna! Durante il pomeriggio giocai con le tre sorelle a palla, cucinai per la sera e insieme andammo nella stalla ad aiutare i tre fratelli e il papà. Calò il sole e tutti insieme ci riunimmo per mangiare la bagna cauda.

Dopo un paio di ore mi svegliai e capii che era stato solo un sogno, un sogno che avrei ricordato per sempre!

amici. Mentre stava tornando a casa si accorse che gli stava crescendo dei peli su tutto il corpo, corse verso casa e intanto i suoi peli continuavano a crescere sempre di più. Aprì la porta del suo appartamento, si guardò allo specchio e si accorse che aveva i peli del gorilla che aveva visto il giorno prima. Accese la TV dove la TV stava annunciando il nuovo virus: il vaiolo delle scimmie, accorgendosi di essere il primo contagiato. Notizia del giorno: il ragazzo di 20 anni Rupi Ciocan è stato rinchiuso nello zoo di New Cov a causa del vaiolo delle scimmie. Ebbe molte visite da famigliari e amici che lo presero in giro dicendo: "In fondo discendiamo tutti dalle scimmie! Forse il gorilla Rupi si ricorderà di noi."

Testo narrativo horror di Martina Magnano, Anais Messa, Marta Redavid, Elisa Sereno, Chiara Serravalle, Sofia Toffetti. L'inizio della Fine Mi chiamo Abbie, frequento la high school di Springfield. Tra qualche ora mi verranno a prendere i miei unici amici, Joshua e Charlie. Ci conosciamo da quando siamo piccoli e ho sempre notato che tra di loro ci fosse qualcosa di più di un'amicizia. La scorsa settimana hanno festeggiato il loro primo anniversario di fidanzamento. Sono l'unica coppia gay della scuola e per questo non sono accattati da nessuno. Son passate due ore, Joshua è venuto a prendermi insieme a Charlie, con la sua Chevrolet. Abbiamo deciso di fare un viaggio lontano da Springfield per staccare la testa dallo studio. Siamo in viaggio da tre ore, quando a un

7 La felicità è una sensazione difficile da descrivere la felicità è una piccola cosa che possono avere tutti, grandi e piccini. La felicità è quando stai con qualcuno e con lui ti senti felice. Donare senza aspettarsi nulla in cambio. Vivere delle piccole cose, che riempiono il cuore. Ballare, cantare, amare, sognare… Guardare oltre a quello che possono dire o fare gli altri… Usare sempre il cuore perché felicità è vita.

8 Quando penso alla felicità mi viene in mente un albero centenario che il tempo custodisce gelosamente. Ci sono persone che per odio o per invidia vogliono toglierti la felicità, come se fosse un'erbaccia infestante. Per me la felicità è il tempo che passo con gli amici, è conoscere nuove persone. È una parolina così divertente, facile per alcuni, per altri invece è un'idea assurda. Passiamo la vita a inseguirla, in un modo o nell'altro attraverso il denaro, la fama o l'abbraccio di una persona amata. Eppure, nel profondo sappiamo che la felicità deve venire da noi stessi!

Perché qualcuno l'ha colpita in pieno con un riccio finto. Tralasciando quest'ultimo fatto penso che questo sia stato il migliore compleanno di tutta la mia vita no, ma che dico, di tutti i secoli dei secoli. E penso di aver capito l'importanza dell'amicizia che molte volte non ti viene a bussare alla porta di casa ma resta in secondo piano fino a quando tu non ti accorgi della sua esistenza.

Il nuovo arrivato di Alexandru Ioan Cocea Qual è il miglior modo per passare del tempo durante l'estate? Guardare la televisione. Ieri avevo appena finito i compiti e oggi, giusto un po' di video su YouTube. Il problema è cosa posso guardare, Lyon, Gabby, Favij, ci sono troppe cose. Non so proprio cosa scegliere. Papà è appena partito per andare a fare delle compere. Victor e Seby giocano in cortile a calcio, Marius e mamma sono in camera sua a riordinare tutto e io sono qui, sdraiato sul letto a non fare nulla. Chissà cosa avrà comprato papà, forse una piscina o una porta da calcio. Degli attrezzi da giardinaggio o, ancora meglio, un barbecue, perché ho tanta voglia di grigliata. L' unica cosa che mi ha detto è che è una sorpresa !. Sono passati trenta minuti da quando papà è partito, ma anche trenta minuti da quando sto pensando a cosa porterà! Ad un certo punto mia madre dice: "Papà è tornato!". Scendo dal letto, mi metto le ciabatte, apro

che mi batteva forte e un enorme sorriso stampato in faccia: "Dove mi porti?" "Tra un po' lo scoprirai". Continuammo a battibeccare così per dieci minuti. Mi guardavo intorno, cercando di capire dove ci trovavamo, ma niente non riuscivo a scrutare nemmeno un elemento familiare. Appena parcheggiammo l'auto, frettolosamente mi tolsi la cintura, scesi sbattendo la portiera e mi misi a correre fino a raggiungere l'entrata di un enorme edificio tutto grigio con finestre sparse qua e là, sopra la porta era presente un'enorme insegna con incisa la scritta P-A-L-A-G-H-I-A-C-C-I-O in un azzurro molto acceso. Era da mesi che chiedevo di portarmi, e finalmente ero lì, in quel momento non riuscii a dire una sola parola, l'unica cosa che feci fu abbracciare mio papà forte, come non capitava da tempo. Appena dentro iniziai a coprirmi per via del freddo e mio papà mi diede una scatola, grande più o meno come quella dei doposcì, tutta rossa, decorata con dei cuori bianchi, io la aprii e da dentro tirai fuori due pattini di color

bianco latte con delle lame color argento brillante, mi luccicavano gli occhi: erano stupendi. Li indossai subito ed entrai in pista: i pattini scivolavano sul ghiaccio che luccicava tra la nebbia e, dopo molte cadute, imparai a rialzarmi e a mantenermi in equilibrio, nonostante il terreno fosse scivoloso. Quel giorno capii l'importanza di realizzare i propri sogni anche se sembrano piccole cose.

I sogni che si trasformano in realtà di Tibaldo Chiara Era un sabato mattina come gli altri e mi stavo annoiando. Decisi di andare in camera dei miei genitori e provarmi qualche vestito elegante di mia mamma. Dopo essermi provata un vestito bianco che mi piaceva molto e che pensavo di rubare a mia madre, mentre lo stavo sistemando nell'armadio, intravidi una luce che mi attirò. Presa dalla curiosità, mi avvicinai alla luce e all'improvviso mi ritrovai in un posto che non conoscevo. Era un parco abbandonato; io ero sola, non sapevo dove andare e non avevo niente. Sembravo in campagna. Non sapendo come ritornare a casa, l'unica cosa da fare era chiedere a qualcuno dove fossi. Camminando per i campi, ad un tratto intravidi una casa e una stalla da lontano che speravo non fosse disabitata. Quando arrivai, vidi tre ragazze che giocavano con la palla in cortile e che indossavano un camice e tre ragazzi con una

il momento più bello di tutta la serata. Lo spacchettamento dei regali. Anche se le gambe stavano in piedi, da sole, a malapena a causa della stanchezza, le mie mani non vedevano l'ora di strappare in mille pezzi la carta colorata e profumata dei regali. Il mio cuore straripava di felicità e strappai in fretta e furia la carta di tutti i miei regali. Un set per fare i tatuaggi finti in casa, una felpa arcobaleno, un ciondolo a forma di panda, un piccolo e cicciottello pupazzetto, dei pantaloni del pigiama di Harry Potter, dei pantaloni verde scuro della tuta,una felpa nera firmata "Original" e una giacchetta nera in pelle. Infine, come ultimo regalo ho spacchettato quello di Eleonora. Lei mi ha regalato uno zainetto nero con disegnati sopra alle cerniere degli smile divertenti. Insieme allo zaino c'erano anche un sacco di brush-pen colorate e brillantinate. Quando stavo per buttare via la borsa dove si trovava il regalo ho visto in fondo alla busta un piccolo bigliettino formato da un

cartoncino nero con scritte bianche ed era pieno di fotografie mie e di Eleonora da piccole. Comincia a leggerlo con l'ansia e l'emozione che mi mangiavano da dentro. Appena finii di leggere il bigliettino gli occhi mi si riempirono di lacrime e feci fatica a trattenerle. Le mani iniziarono a tremarmi per la felicità e l'emozione e la bocca mi si chiuse, come se qualcuno mi avesse attaccato le labbra fra loro, e non riuscivo a dire niente. Il mio cuore iniziò a battere all'impazzata come se avessi appena finito di correre una maratona. Il mio stomaco ebbe un subbuglio a causa della commozione. I miei piedi iniziarono a muoversi senza che io li controllassi e iniziai a saltare e correre per tutta la stanza, proprio come quando un bambino piccolo riceve il regalo che sogna da tempo e che non si sarebbe mai aspettato. Dopo tutta questa felicità era arrivata la notte, una lunghissima e indaffarata notte. La serata continuò con chiamate, messaggi inutili e giocate a Obbligo o Verità. Il giorno seguente ho perso una mia cara amica… la mia lampada.

di noi rideva, e con la propria risata contagiosa rideva anche l'altra. Poi guardammo il telefono per un po' e infine giocammo ai videogiochi fino a quando alle 3:30 di notte ci venne la folle idea di fare yoga sul letto. Cercammo su internet "posizioni yoga per due". Facemmo le più facili mentre speravamo di non sfasciare il letto a forza di cadere. Siamo morte dalle risate anche se cercammo di non fare rumore. Infine per le 4:30 andammo a dormire. Ci svegliammo tardi, stanche e assonnate. Mangiammo colazione e poco dopo anche pranzo. Poi alle 4 Giulia se ne andò via. Sul mio viso si calava un velo di tristezza perché la giornata era finita anche se ero felice per questa giornata indimenticabile.

Cos'è successo, Gaia? di Gaia Salzano "Gaia ma cosa è successo! Sei tutta bagnata e piena di…" aveva esclamato mia madre. "Farina, è della farina." avevo detto io. Aspettate, per capire cosa è successo torniamo alla mattina dell'ultimo giorno di scuola. Driin driin driin, l'ultimo giorno in cui avrei dovuto sentire quella fastidiosa sveglia! Ma ero molto energica e felice. La giornata scolastica è stata molto divertente infatti avevamo cantato, ballato, giocato e parlato. Driin driin driin, lo stesso suono ma molto più bello. La campanella suonò: era un suono meraviglioso e tutti via da scuola. Dopo sono andata a gustarmi un panino e delle patatine al Sottosopra ovvero un ristorante di Vigone vicino alla scuola con i miei compagni e compagne di classe. Successivamente sono uscita con le mie amiche. Tra il giro in bici e la farina in testa tirata da i miei amici ci fu un momento indimenticabile i Gavettoni.

Testo narrativo comico di Robert Botizatu, Nadia Contarino, Mattia Einaudi, Davide Leanca, Alessio Mion, Manuele Travers Rupi, il girafforilla Era un giorno come un altro delle vacanze di carnevale, Rupi, stava passeggiando per la città di New Cov quando incontrò un suo amico che lo prese in giro dicendogli: "Ciao giraffa!". In effetti, Rupi, era una giraffa in tutti i sensi, aveva il collo talmente lungo da sbattere contro gli stipiti di tutte le porte, e aveva talmente tanti nei che sembrava un biscotto con gocce di cioccolato. Quando tornò a casa, vide la notifica dell'applicazione scolastica Urgo Famiglia: "Ci sono novità in bacheca". Curioso, la lesse… La scuola della città di New Cov comunicava l'inizio della D.A.D.. Era sera e dopo aver letto la comunicazione

andò a mangiare sotto ordine della mamma. Suo padre accese la TV e mise il telegiornale, si stava parlando della nuova malattia covid 19. Rupi era talmente contento della notizia che, camminando, andò a sbattere contro lo stipite della porta e dall'urto cadde a terra. Il giorno dopo Rupi si svegliò durante la prima ora di D.A.D., la lezione che stava seguendo era quella di matematica, Rupi pensò: " Meglio avere 100 volte il covid che seguire le lezioni come questa" mentre la professoressa gli stava facendo una domanda. La madre di Rupi urlò con la sua voce squillante: "Rupi hai messo la tua biancheria a lavare?" lui rispose di no e alzando lo sguardo notò che aveva il microfono acceso; dall'imbarazzo diventò bianco come la mascherina. Dopo questi due anni il covid sparì come il senno dell'Orlando Furioso scritto da Ludovico Ariosto. Rupi dopo questa fantastica notizia uscì per fare una passeggiata incontrando tanti

trasformato in lui! Dovevo tirare il rigore, ero nel panico quando una voce lontana mi disse: "In basso a sinistra". Io ubbidii e feci goal, appena la palla entrò in porta mi ritrovai sugli spalti. Avevo il batticuore e dalla felicità mi misi a piangere abbracciando mio padre, poi finimmo di guardare la partita e andammo a casa.

Il mondo dei dolci di Mattia Cambareri Era Venerdì 17 Settembre, stavo tornando a casa in bici dal primo giorno di scuola quando, a metà tragitto, vidi una casa abbandonata. Era marrone scuro con una tonalità di giallo sull'architrave, finestre senza vetri e ammaccature sul legno marcio e rovinato. La porta era socchiusa e in basso usciva della nebbiolina verdognola che dava una sensazione di inquietudine; decisi di posare la bici e di entrare. Aprii del tutto la porta, ma all'interno c'era solo una stanza; un' enorme stanza con al centro un armadio. Aprii le ante, ma all'interno di esso c'erano solo delle cartacce delle caramelle Aribo; entrai ma non successe niente. Quando sbattei le ciglia rimasi a bocca aperta… in un batter d'occhio ero finito in un mondo fatto interamente di dolciumi! Nuvole di zucchero filato, alberi di marshmallow con il tronco di liquirizia, montagne di pan di Spagna, sassi di Gianduia…mi misi a mangiare il suolo

La mia festa di Mirko Marchese Quando mi svegliai e mi accorsi che oggi è il 27 aprile il cuore iniziò a fare salti di gioia e le mani cominciarono a tremarmi. Io di scatto mi alzai dal tetto e corsi in cucina per fare colazione. Subito dopo aver fatto colazione andai ad aiutare mia mamma a preparare i dolci e le decorazioni. Dopo aver preparato tutto non ci restava che aspettare gli invitati al mio compleanno. Quando mi stavo addormentando dalla noia fu in quell'istante che sentii suonare il campanello. I miei occhi si fiondarono sulla porta, andai ad aprire ed erano i miei nonni. In mano avevano un regalo gigante, ero contentissimo, dovevo aprire subito quel regalo! Poco dopo arrivarono tutti gli invitati alla mia festa. Parenti, zii , amici, c'erano tutti. Dopo aver chiacchierato ci mettemmo a mangiare la fantastica torta al cioccolato. Mentre nessuno guardava mi misi a spacchettare di nascosto il regalo gigante.

Quando lo aprii non credevo ai miei occhi, pensavo che fosse un sogno, invece non lo era. Quello era uno skateboard nuovo di zecca, non ero mai stato così felice. Andai ad abbracciare i miei nonni per quel fantastico regalo, anche se mamma e papà mi avevano sgridato per aver spacchettato il regalo in anticipo. Senza neanche accorgercene erano già arrivate le 7 di sera. Ringraziai tutti per i fantastici regali e purtroppo uno dopo l'altro se ne andarono. Il giorno successivo provai il nuovissimo skateboard, non era per niente facile usarlo, ma con un po 'di allenamento sono sicuro che sarei riuscito ad andarci senza problemi.

Classe 3B SEZIONE 8 Caro Enaiatollah, ti scrivo Era metà settembre 2021. Scuola appena ripresa, studentesse e studenti freschi e riposati, docenti carichi, pronti ad iniziare nuove avventure. Sullo scenario mondiale, ecco riapparire nuovi disordini in Afghanistan, che hanno interrogato tutti noi, grandi e piccoli. Proprio con questo desiderio di capirci qualcosa in più, noi insegnanti del Dipartimento di Lettere siamo andati in gita a Torino per assistere a una presentazione con Fabio Geda e Enaiatollah Akbari dei romanzi "Nel mare ci sono i coccodrilli" e "Storia di un figlio", nella splendida cornice torinese di Palazzo

Il pipistrello di Diana Speciale Uno dei miei animali preferiti è il pipistrello; modestamente il motivo non lo so, non so se sia perché in alcuni miei testi erano i protagonisti oppure per tutte le volte che li ho disegnati o per tutte le storie che mi hanno raccontato, io li trovo carini. Di statura è piccolo, anche se io dal vivo non ne ho mai visto uno: ma in tutte le foto che ho visto è così piccolo che sta tra le mani di una persona. Ha due ali come braccia che sono quasi il doppio di lui, che quando dorme le avvolge al suo corpo come se si stesse abbracciando e sembra che le usi come coperta; quando ho visto per la prima volta la foto di un pipistrello in questa posizione sono diventata un ghiacciolo sciolto, è troppo tenero. I suoi piedi sono delle piccole zampette, poi ha tutta la pancia pelosa e una testa molto più piccola rispetto al corpo, ha un musetto molto carino e ha degli occhi piccoli e di colore nero lucido, sopra la testa ha delle piccole orecchiette

a punta come quelle di un gatto; il corpo è marrone scuro e ha la punta dei peli sulla pancia gialli. Il pipistrello è un animale notturno cioè che di notte va in cerca di cibo e di giorno dorme. È un animale che vive per la maggior parte delle volte in branco e vive nelle caverne; mentre dorme si appende con le zampette alle stalagmiti (le colonne di acqua e calcio che pendono dal soffitto delle caverne). Il pipistrello, come ho già detto, di notte si alza e va a cercare il cibo; ci sono alcuni pipistrelli vegetariani, che mangiano vegetali, fiori e il loro nettare, ma ci sono anche pipistrelli carnivori che mangiano i pesciolini. Un altro animale che mi piace è la volpe; mi piacciono tre tipi di volpi, la volpe rossa, la volpe artica e la volpe del deserto; mi piacciono forse per tutte le fiabe che ho letto su di loro e per i mille disegni che ho fatto oppure per le piccole statuine che le rappresentano. Neanche per questo animale c’è un motivo particolare per cui mi piace. Le volpi rosse sono grandi quasi come un

La mia giornata perfetta di Giulia Ratto Mi è sempre piaciuto stare in compagnia dei miei amici. Ogni volta che esco con loro vorrei non finisse mai. Mi piace soprattutto stare con con la mia migliore amica. Niente e nessuno batte i pigiama party con lei. "Ehi, Giu, quanto sarebbe piacevole trascorrere una giornata speciale solo tra di noi?". "Sarebbe bellissimo! Colazione, videogiochi e pranzo…". "...poi shopping, cena al Mc Donald's e pigiama party." Era un Venerdì, non vedevo l'ora di passare una giornata con Giulia. In più saremo andate a fare shopping assieme. Giravo casualmente per casa, aspettando con ansia il suo arrivo, ero entusiasta di poter passare così tanto tempo con lei. Venne per le 16:30. Aveva i pantaloni della tuta e una felpa. Poi prese una maglietta dal mio armadio, dato che le piacciono tanto. Facemmo dei compiti assieme, erano di una

noia mortale. Successivamente mia madre entrò in camera mia e ci chiese: "Andiamo alle Gru a fare shopping?". Ci guardammo. Noi avevamo capito cosa avremmo risposto e anche mia madre. "Preparatevi che andiamo". Io indossai dei jeans e una felpa. Adoro fare shopping, con Giulia ancora di più. Alle Gru comprammo io una giacca, lei una felpa e un paio di pantaloncini uguali. Poi andammo a mangiare al Mc Donald's, il nostro fast food preferito. Ci sedemmo in un tavolo a parte. Ridevamo, scherzavamo e parlavamo del più e del meno mentre ci ingozzavamo di patatine. Intanto cercavamo che film guardare. Tornate a casa ci mettemmo il pigiama e ci sdraiammo sul letto dalla stanchezza. Rimanemmo così per cinque minuti e poi: "Che film guardiamo?". "Horror?". "Certo!" Adoriamo i film horror. Luci spente, spaventi, battute e occhiatacce. A volte avevamo paura ma poi ci guardavamo, una

Una guerra per il futuro Caro Enaiatollah, mi chiamo Edoardo, sono contento di averti potuto incontrare di persona. Abbiamo letto in classe i tuoi due libri sul viaggio che hai fatto per avere un futuro migliore. Ti abbiamo fatto molte domande a cui tu sei riuscito a rispondere. Ma mi ha colpito molto che quando ci hai risposto hai risposto molto nettamente con pensieri precisi. Ma ho una domanda da farti, che cosa ne pensi della guerra che si sta svolgendo tra Russia e Ucraina, dato che in questi giorni si parla molto di profughi che stanno scappando dalla guerra, proprio come hai fatto tu. Mi piacerebbe se scrivessi un altro libro sulla tua vita attualmente. È stato un piacere incontrarti.

Battaglia Caro Enaiat, come va? Sto aspettando con ansia il 5 Aprile, sono molto curioso di vederti, ho molte domande da porti. I tuoi libri mi sono piaciuti un sacco, nelle letture ho sempre prestato molta attenzione e partecipazione. In questa lettera volevo chiederti cosa ne pensi della guerra che si sta svolgendo tra Russia e Ucraina. Guerra che te in Afghanistan hai vissuto per metà. La guerra se non ti colpisce la vedi come una cosa lontana, che non ti riguarda. Alla fine non vince mai nessuno. Anzi, perdi amici, parenti e conoscenti. Persone che lasciano i propri mariti, padri, nonni o cugini per partire e andare in un posto qualsiasi, sperando di tornare a casa. Quello che è accaduto in Afghanistan è molto simile a quello che sta accadendo in Ucraina, non credi? Solo che ora sono vicini all'Europa e abbiamo paura.

Ero strafelice e festeggiai assieme a lei ed i miei nonni mangiando una buona pizza fatta in casa. Quella notte dormii come un ghiro… per quello che dormii perché per l'ansia non dormii molto. La partita andò bene giocammo al meglio ma erano i primi in Piemonte dunque era molto difficile vincerla e così avevamo perso ma eravamo comunque felici perché era stata una partita combattuta che era già qualcosa. Ci mettemmo a fare i cori da stadio negli spogliatoi e ci facemmo mandare a casa dal manager della nostra squadra! Ero super felice e non vedevo l'ora della prossima partita.

La mia prima volta in Sardegna di Francesco Esma Ho saltato di gioia il giorno in cui sono partito per la Sardegna,per la prima volta nell'Agosto del 2014, non sapevo ancora cosa fossero i traghetti e non sapevo neanche che avrei vomitato tutta la notte per il mal di mare! Sono partito da Vigone in macchina per raggiungere il Porto di Genova. Arrivati lì sono rimasto a bocca aperta a vedere quanto erano grandi i traghetti. Ci siamo imbarcati, tutto era gigante per me, perché avevo solo cinque anni! Siamo andati sul ponte più alto del del traghetto per vedere il Porto di Genova di notte e aspettare la partenza, ero felice! La felicità è durata poco perché ho iniziato quasi subito a patire il mal di mare. Ogni tanto guardavo dall'oblò ma tutto era buio e continuavo a stare male. Finalmente dopo 12h di traghetto siamo arrivati a Porto Torres.

Loro magari ridevano di più, ma nessuna aveva il privilegio di sentirsi protetta, come mi sentivo io. Poi quando siamo arrivati al campo beduino ho capito che in realtà era una ricostruzione e non un accampamento vero dove loro vivevano veramente, allora mi sono tranquillizzata e ho pensato che se ci fossimo perse sarebbe stato sufficiente seguirli e saremmo tornati a casa. Nel momento in cui mi sono rasserenata, ho avuto la sensazione di aprire gli occhi e ho visto la meraviglia che avevamo davanti: le dune del deserto con il loro colore giallo ocra si fondevano con quello del cielo inondato dal rosso arancione del tramonto. Guardando l'orizzonte scorgevo appena un po' di buio che avanzava perché il sole era così grande e così forte da tingere quasi tutto il cielo. Per la prima volta ho avuto paura pensando che da lì a qualche minuto sarebbe diventato tutto buio. Ho realizzato che il sole è un magia che mi regala la luce che tanto amo. Ho visualizzato

il suo ciclo così come stava portandosi dietro la notte, dopo qualche ora sarebbe tornato per riderci la luce. È stata una gita che mi ha trasmesso un senso di immenso, sia per il divertimento che ho provato con la mia famiglia sia perché da quel giorno non ho avuto più paura del buio… che ancora un po' mi spaventa… ma sento che la paura svanisce quando chiudo gli occhi e penso a quella meraviglia che ho vissuto in Egitto!

parola lockdown. Forse è proprio per questo motivo che, se penso a quel viaggio ancora mi vengono i brividi dalla felicità che provai; è l'unico ricordo nitido che ho prima che arrivasse il covid. Durante quel meraviglioso viaggio ho avuto la sensazione di scoprire cosa significava emozionarsi e lasciar colmare il cuore dalla felicità. Sono stati giorni intensi, una scoperta dopo l'altra… abbiamo fatto gite nel deserto, ci siamo rilassati in riva al mare e anche se era gennaio ho persino fatto il bagno nel mare, abbiamo visitato i templi e la tomba di Tutankhamon. Ma l'emozione più forte la provai quando papà mi disse che aveva prenotato la "camminata nel deserto", per vedere il tramonto mentre eravamo nel Sahara e prendere il tè con i Beduini. Io ero arrabbiata, le mie sorelle e mia mamma saltavano dalla felicità mentre a me si erano persino bloccate le gambe dalla paura.

Già temevo il buio, provate a pensare cosa mi frullava in testa mentre mi immaginavo sopra un cammello, nel bel mezzo del deserto e nell'oscurità più totale. In quel momento mentre papà parlava e le altre erano esaltate, io avrei di gran lunga preferito essere sui banchi di scuola anziché in Egitto! L'escursione invece si rivelò essere un'avventura incredibile! Quando siamo arrivati nel campo dei cammelli, papà mi ha stretto la mano per aiutarmi a salire e, vedendomi così spaventata, ha deciso di montare con me. Mi ha abbracciata forte per tutto il tragitto, facendomi sentire protetta e sicura, anzi l'andamento un po' altalenante mi ha divertito, e quando il suo passo si è fatto più veloce ho persino pensato che si mettesse a correre veloce. Mamma e Gioia erano su un altro cammello. Le sentivo ridere e urlare, perché un po' si divertivano e un po' avevano paura. Gaia invece aveva scelto di montare un cavallo e quindi galoppava veloce tra le dune.

giocavo da bambino sorrido ancora di più di prima, perché mi ricorda quanto mi sentivo libero e spensierato quando da più piccolo ci giocavo. Mi ci siedo sopra e gioco a dondolarmi fino a tardi. Ormai è ora di tornare a casa, ma non penso che cosa succederà, niente potrà rovinarmi l'umore ora, nemmeno una rissa con mio padre. A casa però il tutto va diversamente… dopo essere entrato papà mi ha preso e mi ha fatto sedere, non per picchiarmi, anzi, ha iniziato a parlarmi con un tono calmo e dolce, ma anche con un po' di rimorso mescolato al tutto. Del suo discorso mi ricordo solo le sue innumerevoli scuse e una frase che mi ha fatto di nuovo sorridere: "non succederà mai più… ti voglio bene" In questo momento ho capito che significa anche amore. Oggi finalmente ho imparato che cos'è la felicità: questa può essere tutto o niente, una reazione chimica strana o una cosa inaspettata e magica. Non importa cosa pensi della felicità, l'importante è che il sorriso non venga solo dai muscoli, ma anche dal cuore.

Le piccole cose Vista la mia giovane età forse conosco poco la felicità. Mi dicono ricchezza, bellezza, notorietà sono tutte cose che danno la felicità. Ma forse vista la mia giovane età Sono ancora le piccole cose Che con spontanea semplicità Mi danno felicità.

vorrebbero. Però, sì, essere NATI IN ITALIA è bello!

Un viaggio Ciao Enaiat, io, avendo ascoltato la lettura del tuoi due libri ti conosco abbastanza, ma tu non mi conosci, sono un alunno della scuola secondaria di Vigone. Mi sono piaciute molte delle scene che tu hai raccontato in entrambi i libri, ma una scena che mi ha colpito molto è quella in cui tu eri salito su un treno e avevi chiesto ad un passeggero della Coca Cola, ma avevi detto solo "coca" ed il tizio aveva capito altro. È strano, perché hai raccontato questo episodio con tranquillità e ironia, quando invece dovevi un po' preoccuparti. Sei stato molto coraggioso, hai lasciato tutti i tuoi pochi beni e affetti per seguire il tuo sogno: avere una vita migliore. Secondo me, non tutti avrebbero avuto il tuo coraggio per fare quello che hai fatto. Grazie per avermi fatto capire la situazione che c'è in Afghanistan.

male. Dorme nel mio letto. Per i bisogni la mettiamo nel cortile e ogni tanto la liberiamo nei campi per farle correre. Kitty è la cagnolina di mia sorella ed è quelle di metà sia di età che di altezza: è marroncina e anche lei mangi due volte al giorno con molto più cibo di Lulù ed è anche lei un meticcio ma sono completamente diverse. Lei vive al piano di sotto con Dori e dormono sul divano, è un po’ permalosa e molto paurosa. Ha tre anni, quindi uno in meno di Lulù. Dori che è la cagnolina di mio padre è la più piccola di età e ha un anno ed è la più grande di altezza: è un pastore australiano ed è molto giocherellona e energica, mangia porzioni abbastanza abbondanti due volte al giorno.

Il cavallo, ancora di Sofia Murgano Il cavallo è un animale selvatico ma anche domestico. Ninfea (la mia cavalla) mangia: erba fresca, fieno, pane duro, carote, cicinin (biscotti per cavalli), insalata, mangime delle galline. Ninfea è di razza purosangue inglese, è una cavalla da trotto anche se ha smesso da tempo perché sta male. È alta 1,65 mt., il suo mantello è baio, ha 12 anni e ha una balzana (una macchia bianca) sul posteriore destro. Ha paura di tutto, anche del sacchetto del fieno o di un ramoscello che si muove. Ogni tanto gli viene il gigetto, corre da una parte all’altra con Viky, un’altra mia cavalla. Viky è di razza olandese. È alta 1,55 mt., il suo colore è bianco sporco e ha 11 anni. Anche lei mangia tanto, è bravissima con i bambini e anche con gli altri animali tranne i miei cani, non li sopporta, cerca di morderli. È tanto testarda e viene a chiedere sempre il fieno davanti a casa. Viky quando non l’avevamo ancora noi è stata chiusa per tanto tempo in

Mi misi a cercare mio nonno, dopo tanti giorni lo vidi e cercai di raggiungerlo, ma non ci riuscii. Dopo un po' di tempo arrivò un signore molto strano, con un cappello bianco e arancione, una maglietta con tutti i colori dell'arcobaleno, dei jeans marroni e mi chiese chi stessi cercando. Io risposi che ero alla ricerca di mio nonno e lui mi disse che si trovava alla bocciofila! Così salutai il signore, trovai mio nonno che mi chiese cosa ci facessi lì in giro. Gli raccontai del walkie- talkie e del mio viaggio per cercarlo, ma lui come in un soffio sparì. Mi ritrovai nella mia cameretta, confuso e pieno di dubbi; mi avvicinai al cassetto da dove mi sembrò di sentire la dolce voce di mio nonno.

Il regno delle foglie di Gabor Mattia In un giorno di primavera io, un ragazzo molto curioso di nome Mattia, dovevo andare a prendere il vino. La cantina era buia e piena di polvere. Cercando di aggrapparmi a una mensola, per prendere una bottiglia di vino, per errore tirai una leva segreta e istantaneamente finii in un altro mondo. Questo mondo era costituito da isole fluttuanti per aria collegate fra di loro con dei ponti di legno rinforzato. Il mondo aveva come abitanti delle foglie di vario tipo, a grandezza naturale. Per loro che erano foglie io ero un gigante! Ad un tratto una foglia scienziato mi portò a vedere la sua invenzione: una macchina per rimpicciolire! La provò su di me e all'improvviso mi ritrovai piccolo come una foglia. Dopo alcuni giorni che girovagavo sulle isole, alcuni soldati mi videro e mi portarono dal re Sticcanus III che mi fece

A tutti coloro che fra i banchi di scuola tanto hanno sognato e tanto si sono divertiti