laboratorio creativo digitale 

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Le sue foglie erano pagine, scritte fitto fitto . Pagine che lasciavano rotolare fuori, senza badarci tanto, i protagonisti delle loro storie. Si accartocciavano e si piegavano in continuazione, per dare vita a creature troppo belle per essere vere.

Portava un buffo cappello,un cespuglio bianco come barba e un bel paio di occhiali sul nasone, che ballavano mentre l'omino schiacciava i tasti di una rumorosa macchina da scrivere, un vecchio pezzo di ferro, con le lettere C- E- R- A- U- N- V- O- L- T- quasi del tutto consumate.

Battendo le pagine come ali, i libri volarono oltre la terra con un nome che a volte suona bene ma che nessuno conosce, fino al cuore dei deserti più torridi. Ma non si fermarono.

Ecco la destinazione: una vecchia biblioteca. Alle pareti c'erano scaffali fino al soffitto, zeppi di libri grandi o piccoli, scuri o colorati. in quell'intricato groviglio di storie si posarono anche i libri provenienti dalla terra con un nome che a volte suona bene, ma che nessuno conosce.

LABORATORIO CREATIVO DIGITALE PROGETTO PIANO ESTATE 2021-2022 TERZA A TERZA B &nbsp; &nbsp; INS. COORDINATORI ALTILIA /BETTARELLO

Il bambino lesse fino a sera, senza mai fermarsi. Il tempo era passato incredibilmente in fretta. Avrebbe proseguito ancora per ore, se non fosse sopraggiunto il sonno. E così, la storia cominciata tra le pagine di un libro continuò nel sogno, popolando la fantasia di creature troppo belle per essere vere.

Dopo diversi chilometri di filo , l' omino decise che era giunto il momento di liberare i suoi libri. aprì la finestra e, dopo qualche istante , i volumi spiccarono il volo uno dopo l' altro , inseguendo la loro necessità di sentirsi altrove, come uccelli in ritardo per migrare.

Tra gli scaffali gironzolava un bambino come tanti altri che, a un certo punto , alzò lo sguardo. Lo vide: così, per caso, come succede per i colpi di fortuna. Un libro pesante, cucito a mano, intenti a riposare dopo un lungo, lunghissimo viaggio. Il bambino allungò la mano , e in lui accade qualcosa. Sfogliò le pagine, cominciò a leggerle, e non volle più fermarsi

L'omino aveva lavorato, lavorato e lavorato, finché sull'albero non era rimasto più nulla. Tornando verso casa la carriola sbandava, talmente era piena. la colonna di pagine impilate era tanto alta da dare l'impressione di cadere da un momento all'altro. Ma rimase in piedi.

Passarono altre ore, altri giorni, e quel qualcosa divenne un bellissimo albero, dal tronco robusto e dalla chioma foltissima.

L'omino pensò che fosse giunto il momento : i fogli erano maturi. Cominciò quindi a raccogliere tutte le pagine, ammucchiandole con cura dentro una carriola. Più il vecchio tagliava e accatastava pagine, più sembrava felice.

In questa storia il protagonista si prende cura dei propri pensieri, li raccoglie e li semina come la terra fa con i semi, li accoglie e li coccola con il suo tepore, li nutre e li accompagna lungo tutta la loro vita. Sarà questa la metafora che rappresenterà il nostro progetto affinché ogni bambino possa percepire fisicamente e psicologicamente il tepore di un racconto, il piacere della scoperta, il seme dell’amore per la lettura che può dar vita all’albero dei sogni lasciandosi trasportare nel mondo magico della fantasia. Le esperienze strutturate nel progetto inviteranno i bambini ad amare e curiosare nel mondo dei libri, per scoprire che la lettura consente di aprire finestre su altri mondi: quello della realtà e dell’immaginazione, quello dei sogni e della vita di tutti i giorni.&nbsp;

Questo è ciò che succede se ci si imbatte in una delle storie provenienti dalla terra con un nome che a volte suona bene, ma che nessuno conosce. Ma forse voi ne avete già vissuta qualcuna.

Dopo aver sotterrato la pagina, l'omino vi tornò ogni giorno alla stessa ora per prendersene cura. Passarono ore, giorni, forse settimane, e finalmente dalla terra spuntò qualcosa. Ancora troppo poco, in realtà, per rimanere a bocca aperta.

Terminato di scrivere, l'omino prese delicatamente la pagina e uscì dalla casetta, pronto ad attraversare la terra con un nome che a volte suona bene, ma che nessuno conosce. Il vecchio si lasciò suggerire dal caso il luogo perfetto per fare ciò che andava fatto, perchè non basta desiderare il posto perfetto per trovarlo: tutte le circostanze devono essere favorevoli.

Scrollandosi di dosso la sabbia intrappolata tra le pagine, attraversando tutti i mari conosciuti. Ma non si fermarono. Volarono senza sosta, dallo spuntar del sole al chiarore della luna. Ma non si fermarono.Con le pagine leggermente consumate dal viaggio, i libri giunsero infine in città, stremati.Era ormai tempo di fermarsi.

Quel giorno le circostanze erano decisamente favorevoli. Il vento soffiava verso est, i mari della luna erano in piena e un fulmine era appena inciampato a terra. Eccolo, il luogo ideale: un piccolo pezzo di terra al sole. Perfetto per far crescere qualunque cosa.

Questa è la storia di tutte le storie. E inizia al di fuori del mondo, in una terra con un nome che a volte suona bene, ma che nessuno conosce. Proprio lì, c' era una casetta. Vi abitava un vecchio omino, talmente vecchio che ormai non ricordava più quanti anni avesse: forse 100, forse più di 1000.

Non si sa bene cosa ci fosse tra le parole di quel libro. Forse la storia di un burattino di legno p0arlante, forse le gesta di un giovane cavaliere con una spada magica o forse un'avventura che cominciava con un coniglio sempre in ritardo. Nessuno potrà mai sapere cosa contenesse quel libro, ma il bambino lo premeva contro il viso da ore, per non perderne nemmeno una lettera.

La mattina seguente, l'omino si mise a cucire. Pagina dopo pagina, prendeva centinaia di fogli e, per farli andare d'accordo , passava tra la carta e una spessa copertina di pelle un filo di cotone, con un ago lungo quanto un dito.

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