In un mondo immerso dalla tecnologia, un abile ingegnere di nome Geppetto decide di costruirsi un robot-bambino ... 

Pinocchio 2.0

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“Ti riporterò a casa solo se mi prometterai che non farai più il bambino cattivo e non dirai più bugie, impegnandoti nello studio e portando rispetto al tuo babbo!”. “Sì, fatina, lo giuro. Sarò un bravo bambino!”. A quel punto il naso si accorciò nuovamente e la fatina con un tocco di bacchetta riportò Pinocchio dal povero Geppetto, il quale era stato appena inghiottito dalla Robo-Balena.

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All’improvviso, apparve una strana signora che, rivolgendosi a Pinocchio, disse: “Mio caro robottino, non rubare o finirai nei guai!”. Pinocchio rispose infastidito: “E tu chi sei? Fatti gli affaracci tuoi! Non accetto consigli dagli sconosciuti!”. Pinocchio, con la complicità dei due compagni, entrò nel negozio e riuscì a rubare il telefono.

Dopo essersi fermati davanti al negozio di telefonia più grande della città, i due compagni dissero al robottino: “Noi distrarremo Tecnofer, il proprietario, e tu prenderai il telefonino più bello e costoso di tutti. Chiaro?” “Sì, tutto chiaro!” rispose Pinocchio.

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In un futuro non molto lontano, un abile ed anziano ingegnere di nome Geppetto, sentendosi molto solo, decise di costruire un robot – bambino tutto per sé: “Ti chiamerò Pinocchio”.

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Università degli Studi di Palermo Facoltà di Scienze della Formazione Primaria

Laboratorio di Letteratura per l’infanzia a.a.2021/2022&nbsp;&nbsp;

Docente: Federico Melania

Tutor: Richiusa Anna Maria

Studenti: Sinagra Adriana, Sodano Alessia, Sorrentino Giorgia, Tabarro Giulia.

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Una volta arrivato, rimase incantato nel vedere tanti bambini divertirsi con così tanti telefoni.

In quel momento, Pinocchio pensò tra sé e sé: “Non voglio più andarmene da qui!”.

Pinocchio, infatti, cominciò ad essere deriso dai suoi compagni: “Pinocchio, l’unico a non avere il telefono in classe sei tu!”.

Una volta tornato a casa, Pinocchio implorò Geppetto di comprargliene uno: “Ti prego, babbo! Ti prego!” Ma Geppetto rifiutò la sua richiesta e gli regalò dei libri: “Pinocchio, bambino mio, i libri insegnano molto più di un telefonino. Fidati del tuo vecchio babbo.”

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Geppetto configurò Pinocchio in modo tale da renderlo il più umano possibile.

I due passarono delle bellissime giornate insieme, ma tutto cambiò quando Pinocchio iniziò ad andare a scuola.

Il giorno dopo, Pinocchio ritornò a scuola e due dei suoi compagni gli dissero: “Se vuoi davvero un telefono tutto per te, vieni con noi dopo la scuola”. Al suono della campanella, Pinocchio ed i due brutti individui si incontrarono.

La strana signora, vedendo tutto quello che stava accadendo, decise di avvertire Pinocchio, ignaro del destino del suo povero babbo. “Pinocchio! Cosa stai facendo? Hai completamente dimenticato il tuo povero padre che adesso è in pericolo per colpa tua!" A quel punto, Pinocchio rispose: “No, io non l’ho dimenticato!" All'improvviso il suo naso si allungò a dismisura: “Ma che mi sta succedendo, strana signora?" "Io sono la Fata Turchina e il tuo naso tornerà a posto solo se la smetterai di dire bugie".

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Da quel giorno, Pinocchio imparò che nella vita ciò che conta davvero è stare vicini alle persone che si amano. Egli non rubò più nulla e, soprattutto, imparò che dire le bugie non porta mai a niente di buono. Pinocchio e Geppetto ritrovarono la serenità e vissero per sempre felici e contenti.

“Oh, povero il mio babbo. È tutta colpa mia! Sono stato così monello. Cosa posso fare per riuscire a salvarti?” penso tra sé e sé. Ad un certo punto, esclamò: “Ho capito! Devo trovare il tasto di spegnimento, proprio come si fa coi computer!”. Dopo vari tentativi, egli riuscì finalmente a trovare il tasto per spegnere la Robo-Balena e a salvare il suo caro Geppetto. In quel momento, la fata Turchina, volendo premiare l’impegno del robottino, decise di trasformarlo in un bambino vero.&nbsp;

A quel punto Pinocchio si mise a piangere e disse “Non ho più il telefono, ma farò qualsiasi cosa per sdebitarmi! Per favore!”&nbsp;

“Va bene. Esiste un luogo chiamato 'Tecnopolis' in cui regnano telefoni, computer, playstation... tutta la tecnologia dell’universo! Beh, quello che ti chiedo è di rubare più oggetti possibili e portarmi tutto quello che riesci a trovare. Solo così potrai ripagarmi. Stasera quando chiuderò il negozio passerà a prenderti un’astronave per portarti laggiù" rispose Tecnofer.

“Bravissimo Pinocchio, così si fa! Adesso se vuoi vedere una magia, raggiungici al Giardino della Tecnologia e pianta questo telefono… domani mattina ne cresceranno altri cento!”.

Passarono i giorni e, non vedendo tornare Pinocchio, Tecnofer pensò di rapire il povero Geppetto per darlo in pasto alla Robo-Balena, un mostro marino capace di ingurgitare tutto quello che gli veniva offerto.

Trascorsa la notte, Pinocchio tornò al Giardino ma al suo arrivo non trovò nulla. A quel punto, deluso e arrabbiato, si mise a piangere rendendosi conto di essere caduto nella trappola dei suoi loschi compagni.

Lungo il tragitto per ritornare a casa&nbsp;incontrò Tecnofer, il proprietario del negozio a cui aveva rubato il telefono, il quale esclamò: “LADRO! Sei tu! Ridammi il telefono indietro!”.