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Strage di Capaci

by C.C.R. "I.C. A. Gabelli" di Misterbianco

Pages 2 and 3 of 26

C.C.R.
Consiglio Comunale dei Ragazzi
“La mafia uccide...
...il silenzio pure.”
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INTRODUZIONE
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Questo e-book nasce dalla volontà del Consiglio Comunale Dei Ragazzi della scuola Aristide Gabelli di Misterbianco, di diffondere la cultura della legalità e del rispetto dovuto al sacrificio di chi, con la sua vita, ha testimoniato la lotta ad uno dei cancri della società moderna: “cosa nostra”.
Noi ragazzi rivendichiamo il diritto ad una “società nostra” democratica, egalitaria ed uno stato di diritto che è sancito per legge.
Attraverso la costituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi, infatti, possiamo dare voce alle nostre esigenze e proposte, avendo come interlocutori la Dirigente scolastico, le istituzioni comunali e provinciali.
Nella nostra scuola il progetto, coordinato dalla prof.ssa Ornella Santonocito, facendo riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana, cerca di educare gli alunni alla consapevolezza dei diritti civici e al senso della legalità e responsabilità. Le attività si articolano in 20 ore: si inizia da un percorso di conoscenza delle istituzioni e dell’ordinamento della Repubblica, per poi passare alla presentazione di due liste di candidati con un programma elettorale ben delineato, che verrà esposto alla comunità scolastica attraverso dei comizi. Ultima fase del progetto è l’elezione del sindaco e la nomina della giunta e dei consiglieri.
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Attraverso questo “libello” vogliamo dunque ripercorrere le azioni intraprese da questi eroi dello stato che, a costo della vita, hanno voluto dare un messaggio di speranza ed un’impronta alla lotta contro la mafia. Una svolta in tal senso si è avuta sicuramente con l’istituzione del primo maxiprocesso e del pool antimafia, di cui facevano parte Paolo Borsellino e Giovanni Falcone. La risposta di cosa nostra non si è fatta attendere, con le stragi di Capaci e di via D’Amelio, ma è cambiata qualcosa nell’opinione pubblica ed ancora oggi la lotta continua.
Altri protagonisti e vittime della mafia che abbiamo voluto ricordare sono: Giuseppe Fava, Serafino Famà, Peppino Impastato, Beppe Montana, Pino Puglisi, Piersanti Mattarella, Giuseppe Torre e Capitano Ultimo. Concludiamo in fine ricordando le associazioni quali Libera e Addiopizzo che sono impegnate nella lotta e nella denuncia alla lotta e alla criminalità organizzata.
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“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”

Giovanni Falcone
GIOVANNI FALCONE
“Se poni una questione di sostanza, senza dare troppa importanza alla forma, ti fottono nella sostanza e nella forma.”
Breve biografia di Giovanni Falcone
Giovanni Falcone nasce a Palermo il 18 maggio 1939. I suoi genitori si chiamavano Arturo Falcone e Luisa Bentivegna ed aveva due sorelle maggiori, Anna e Maria. Dopo aver frequentato il liceo classico Umberto I e dopo una breve esperienza presso l'Accademia navale di Livorno, nel 1961 si laurea in Giurisprudenza a Palermo. Nel 1964 diventa pretore a Lentini e poi rimane per 12 anni sostituto procuratore a Trapani.
Trasferitosi a Palermo nel 1978, dopo l'omicidio del giudice Cesare Terranova, lavorò all'Ufficio istruzione, sotto la guida di Rocco Chinnici, e insieme a Paolo Borsellino lavorarono su oltre 500 processi.
Chinnici assegna a Falcone nel 1980 l'indagine su Rosario Spatola, collegato anche alla mafia americana. Dopo l'uccisione di Chinnici nel 1983, Antonino Caponnetto costituisce il pool antimafia, che includeva Falcone, Borsellino, Di Lello e Guarnotta.
"Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola."
Nel 1984, con l'interrogatorio al pentito Tommaso Buscetta, si ha una svolta nelle indagini contro Cosa Nostra. Quando il pool cominciò a lavorare al grande maxiprocesso a Cosa Nostra, i due collaboratori di Falcone, Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, vennero uccisi e quindi i giudici e le loro famiglie vennero trasferiti per sicurezza al carcere dell'Asinara.Nel 1987 si concluse il Maxiprocesso, con 360 condanne. A dicembre del 1986, Falcone viene nominato procuratore della repubblica di Marsala, e il pool si allarga, includendo altri giudici: Ignazio De Francisci, Gioacchino Natoli e Giacomo Conte. Nel 1988 Meli, che aveva sostituito Caponnetto, scioglie il pool antimafia. Il 21 giugno 1989 ci fu un fallito attentato alla villa di vacanza di Falcone, all'Addaura. Ancora non si è fatta chiarezza su questo fallito attentato. Nel gennaio 1990 coordina un'inchiesta che porta all'arresto di quattordici trafficanti colombiani e siciliani, inchiesta che aveva preso l'avvio dalle confessioni del "pentito" Joe Cuffaro'. Negli anni tra il 1990 e il 1992, Falcone viene attaccato da diversi fronti, in particolare è estremamente noto l'intervento di Leoluca Orlando nella trasmissione di Rai 3 “Samarcanda”. Nel 1990 alle elezioni dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, Falcone è candidato per le liste "Movimento per la giustizia" e "Proposta 88": l'esito sarà però negativo. La sua vicinanza al socialista Martelli lo fece attaccare da molte parti del mondo politico. Dal 1988 al 1991 continua a lavorare sui delitti politici siciliani; la sua attività viene interrotta il 23 maggio 1992 alle 17:56, quando, all'altezza del paese siciliano di Capaci, cinquecento chili di tritolo fanno saltare in aria l'auto su cui viaggia il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell'uomo.”
Giada Belfiore
PAOLO BORSELLINO

Paolo Borsellino nacque nel 1940 a Palermo, studiò presso l'Università degli studi di Palermo dove si laureò all'età di 22 anni. Nel 1963, all'età di soli 23 anni, divenne magistrato e fu il magistrato più giovane d'Italia. Egli, inoltre, fu un noto politico che, assieme al suo collega e confidente Falcone, rappresentò un importante punto di riferimento per la lotta contro "Cosa Nostra", gruppo mafioso diffusosi in Sicilia.
"Politica e Mafia sono due poteri che vivono sullo stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo"

Paolo Borsellino
Intervista a Paolo Borsellino risalente al 1992, ma rinvenuta solo 8 anni fa
La strage di via D'Amelio
La strage di via D’Amelio fu un attentato di tipo terroristico, nel quale persero la vita il magistrato Borsellino e la sua scorta di 5 agenti della polizia, avvenuto il 19 luglio 1992 a Palermo, più specificatamente nel numero civico 21 della via Mariano D’Amelio, da cui l’attentato mafioso prese nome. In questa data, precisamente alle 16.58, Borsellino si trovava a casa della madre e della sorella, cui era andato a fare visita, insieme a 5 degli agenti della sua scorta, mentre uno di questi, Antonio Vullo, era rimasto in macchina per parcheggiare… quando una Fiat 126 rubata con all’interno ben 90 chilogrammi di esplosivo, venne detonata a distanza proprio sotto l’abitazione all’interno della quale il magistrato e gli agenti si erano recati. L’agente sopravvissuto Antonio Vullo descrisse così l’esplosione:
 “ Il giudice e i miei colleghi erano già scesi dalle auto, io ero rimasto alla guida, stavo facendo manovra, stavo parcheggiando l'auto che era alla testa del corteo. Non ho sentito alcun rumore, niente di sospetto, assolutamente nulla. Improvvisamente è stato l'inferno. Ho visto una grossa fiammata, ho sentito sobbalzare la blindata. L'onda d'urto mi ha sbalzato dal sedile. Non so come ho fatto a scendere dalla macchina. Attorno a me c'erano brandelli di carne umana sparsi dappertutto...”                                                              
Intervista ai sopravvissuti della strage di Via d'Amelio
Paolo Gambera
PIERSANTI MATTARELLA

“Bisogna intervenire per eliminare quanto a livello pubblico, attraverso intermediazioni e parassitismi ha fatto e fa proliferare la mafia.”
Breve biografia
Secondogenito di Bernardo Mattarella, uomo politico della Democrazia Cristiana, e Maria Buccellato, ebbe come padrino di battesimo Pietro Mignosi, con cui il padre aveva un rapporto profondo. Nel 1941 nacque il fratello minore Sergio, in seguito divenuto Presidente della Repubblica.
Crebbe con istruzione religiosa, studiando a Roma al San Leone Magno, dei Fratelli maristi. Dopo l'attività nell'Azione Cattolica (associazione in cui ricoprì anche incarichi nazionali), si dedicò alla carriera politica nella Democrazia Cristiana 

Palermo, Assemblea Regionale Siciliana - 9 novembre 1979
Il presidente Sandro Pertini, non immaginava che dopo due mesi, avrebbe partecipato commosso ai funerali del presidente Mattarella che lo aveva accolto al Palazzo dei Normanni
Video dei Funerali trasmessi in diretta giorno 8, trovato nelle Teche Rai.
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